Meditazione sul Vangelo di Mt 23,1-12
“Chi si abbasserà sarà innalzato”.
In questo brano evangelico Gesù rimprovera gli scribi ed i farisei, i capi e i maestri del popolo. Non per quello che dicono, che deve essere accolto, ma per la loro incoerenza, infedeltà, ipocrisia e per la loro volontà d'apparire perfetti senza esserlo. Essi amano primeggiare e sono esigenti e rigidi nei riguardi degli altri, ma estremamente accondiscendenti con se stessi. La verità della vita non è affidata all’esteriorità, o a un’osservanza formalistica. È più esigente e più essenziale, ed è l’intimo del cuore che deve essere puro e non, invece, pieno di ogni sorta di sozzura. Si è poi veramente mondi se si pratica la carità.
Gesù contesta coloro che al momento, nella comunità, siedono sulla cattedra di Mosè e non fanno ciò che insegnano. Un giorno Egli ha detto dei falsi profeti, che si presentano in vesti di pecore, cioè come dei veri discepoli: “Li riconoscerete dai loro frutti…” (Mt 7,16); qui raccomanda di considerare quello che essi in realtà desiderano e fanno: mettono in pratica il messaggio, o cercano piuttosto soltanto d'apparire, d'avere i primi posti, d'essere salutati e riconosciuti come veri maestri? A volte anche il modo di vestire è significativo: qui è segno che essi vogliono imporsi, e che non sono veri pastori del gregge. Di qui il comando di Gesù a tutta la comunità, fedeli e soprattutto pastori, di non farsi chiamare, maestri, o guide, o padri, seguito dall’affermazione: “Voi siete tutti fratelli”. Ciò che conta nella comunità è questo: sentirsi tutti fratelli. L’essere fratelli riunisce tutti, sia chi ascolta, sia chi deve predicare o insegnare, nel mutuo ascolto e nell’obbedienza a quanto ha detto l’unico Maestro, l’unica Guida, inviato dall’unico Padre. Fare forza su quello che ci unisce, costruisce comunione; mentre, invece, si sottolinea quello che ci distingue: l’essere maestri, guide, padri: ciò causa divisione. Il ministero ha senso se visto come servizio: “Il più grande tra voi, sia vostro servo”. Così l’ha inteso san Paolo quando dice ai Corinzi: “Che cosa è Apollo? Che cosa è Paolo? Servi, mediante i quali siete venuti alla fede e ciascuno come il Signore gli ha concesso” (ICor 3,5). Questo significa capire la parola di Gesù. Chi, invece, fa della propria autorità un motivo di onore o di privilegio, sarà umiliato da Dio. Nulla può essere paragonato all’umiltà, perché tale virtù è troppo importante per il bene della comunità.
21 Agosto
Benedetto l’uomo che teme il Signore
Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
(Matteo 9,23)
SALMO RESPONSORIALE (Sal 127)
Rit: Benedetto l’uomo che teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
(Matteo 9,23)
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