Il tuo ricordo, è indelebile nella nostre menti. Ciao cara Lin
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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31 agosto, 2021
Ventiquattro anni, senza LADY DIANA SPANCER L'UNICA VERA PRICIPESSA
Ventiquattro anni, senza LADY DIANA SPANCER L'UNICA VERA PRICIPESSA
Pensiero del 31 agosto 2021
Anche in noi sorge la domanda: «Chi sei Tu Gesù?». La fede della Chiesa ci sostiene: «Tu sei il Signore, il Figlio di DIO venuto a salvarci».
Meditazione sul Vangelo di Lc 4,31-37
“Taci, esci da costui”.
Gesù è venuto a “rovinare” il demonio immondo. E la sua parola e la sua opera rappresentano l’annuncio gioioso della salvezza: sono cioè il segno che in Lui si avvera la figura del Messia e la vittoria sul male, a cominciare da chi lo personifica più concretamente: satana. Il vertice di questa vittoria sarà raggiunto sulla croce e nella risurrezione. Siamo anche noi, a cominciare dal battesimo, inseriti nella vittoria di Gesù. Purtroppo, però, possiamo acconsentire ancora alla presenza dello spirito del male; vuol dire che ci sottraiamo alla vittoria pasquale di Cristo. Ogni peccato è come un richiamare e fare spazio al demonio.
L’evangelista Luca presenta Gesù quale maestro e, insieme, annota l’enorme impressione che egli suscita nella gente. L’evangelista dice che essi erano stupiti del suo insegnamento: “perché la Sua parola era pronunciata con autorità” e alla fine, evidenzia ancora il suo interesse per la Parola, facendo dire alla gente: “Che parola è mai questa? Con autorità e potenza comanda agli spiriti impuri e questi escono”, meglio sarebbe dire: fuggono! In Luca non si distingue tra insegnamento e cacciata dello spirito impuro, le due attività, infatti, si intrecciano e, con evidenza, appare come la parola di Gesù si faccia evento, ed evento di salvezza, perché è liberazione dalla radicalità del male, anzi, da colui che detiene il potere del male, il demonio. La liberazione che Gesù porta è veramente perfetta. C’era, infatti, un uomo nella sinagoga, che aveva lo spirito di un demonio impuro, il quale reagisce con violenza alla parola di Gesù: “Che abbiamo a che fare con te Gesù nazareno? Sei venuto a rovinarci? So chi sei: il Santo di Dio”. Si dà subito per vinto. A Gesù, infatti, basta un comando in tono di minaccia per dominarlo, gli dice: “Taci ed esci da costui!”. Quanto segue rivela la potenza liberatrice di Gesù. Il demonio getta quell’uomo in mezzo all’assemblea e se ne esce “senza fargli alcun male”. Dove c’è Gesù non ci può essere il demonio e dove non c’è il demonio non ci può essere alcun male: tutto è salvezza. E questo, non perché Gesù si sia presentato in qualità di esorcista, ma unicamente perché è il Santo di Dio, che allontana da sé tutto quanto è impuro, nel senso più vasto del termine, cioè quanto non dice relazione a Dio. L’insegnamento è chiaro: chi accoglie la Parola di Gesù è una persona libera e salva.
31 Agosto
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi
Un grande profeta è sorto tra noi, Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Un grande profeta è sorto tra noi, Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
30 agosto, 2021
Pensiero del 30 agosto 2021
Non si può piacere a tutti, lo dice Gesù che un profeta non è ben accetto nella sua patria. Quindi, impariamo ad offrire a DIO le contrarietà della vita, abbandonandoci alla Sua Volontà.
Meditazione sul Vangelo di Lc 4,16-30
“Oggi si è adempiuta questa Scrittura”.
Il brano paolino ci parla oggi della “parusia”, della resurrezione dei morti, del cielo. In quel terribile momento ci troveremo tutti faccia a faccia, i vivi e i morti, tutti. Il dominio del Signore, che in quel giorno si manifesterà in pienezza, si rivela però già nella semplicità della sua predicazione nella sinagoga: Gesù parla apertamente, insegna con autorità e non arretra di un passo, nemmeno quando i suoi compaesani vogliono gettarlo dal precipizio: «ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò».
Com’è strano: mentre ai tempi dell’apostolo delle genti riempiva di consolazione il cuore dei cristiani – «confortatevi a vicenda con queste parole», scrive Paolo -, oggi la “parusia”, la seconda venuta del Signore, suscita più che altro panico. Sembra quasi che il nostro povero cuore, sovraccarico della zavorra che lo trattiene ancorato sulla terra, non voglia librarsi verso il cielo. Eppure, sarebbe tanto facile sollevarsi! Basterebbe sciogliere gli “ormeggi”, lasciare cader le sacche dei beni terreni cui siamo affezionati, e il nostro cuore inizierebbe la sua dolce ascensione verso il Signore. Ma c’è la zavorra del denaro, quella dell’egoismo, quella della sensualità… e una lunga serie di lacci. Quale di queste ci trattiene di più? In effetti, non è questo ciò che importa, perché occorre che ci liberiamo di tutti quanti questi impedimenti per poterci librare leggeri verso il Signore. Spesso esitiamo, fatichiamo a gettare queste zavorre, perché le consideriamo le nostre sicurezze. Ci pare preferibile la sicurezza del nostro angusto fazzoletto di terra rispetto all’ignota immensità del cielo sconfinato. Ma la nostra fede ci rivela che non saremo liberi fino a che non troveremo il coraggio di spiccare il volo verso il Signore. Forse, possiamo cominciare, abituandoci a guardare più spesso verso il cielo, a considerare di più questa terza dimensione della nostra esistenza, troppo frequentemente solo bidimensionale. Gesù, il magistero della Chiesa, i santi ci dicono che il cielo non è qualcosa di etereo, ma è concreto: significa stare con Dio. Gesù oggi dice chiaramente che il Padre celeste lo ha consacrato per liberarci e donare a noi la sua grazia e il suo amore misericordioso. In effetti, Dio è già sceso dal cielo, ed è venuto a darci il modo da salire lassù per stare in sua compagnia per l’eternità!
30 Agosto
Il Signore viene a giudicare la terra
Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
(Luca 4,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Il Signore viene a giudicare la terra.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.
Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
(Luca 4,18)
29 agosto, 2021
È morto Ed Asner: aveva interpretato Papa Giovanni XXIII nell’omonima serie tv
È morto Ed Asner: aveva interpretato Papa Giovanni XXIII nell’omonima serie tv
Oggi, sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson.
Michael Jackson - Dirty Diana | Oggi sarebbe stato il compleanno di Michael Jackson
Martirio di San Giovanni Battista
Martirio di San Giovanni Battista
autore Fausto Raineri anno XIX sec. titolo Decollazione del Battista |
Nell'anno xv del regno di Tiberio Cesare, Giovanni Battista dal deserto venne alle rive del Giordano, nelle vicinanze di Gerico, per predicarvi il battesimo di penitenza, in preparazione alla venuta del Messia. Tutta Gerusalemme e i paesi circonvicini andavano in massa ad ascoltarlo e molti si convertivano alle sue parole, confessando i loro peccati e ricevendo il battesimo di penitenza.
Un giorno che Giovanni, come d'uso, battezzava ed istruiva i peccatori, anche Gesù di Nazareth venne alle rive del Giordano. Il Battista, alla vista di Gesù, interiormente illuminato, riconobbe in lui il Messia aspettato, onde non voleva battezzarlo, stimandosi indegno anche di sciogliergli i legacci dei calzari. Tuttavia Gesù insistè e Giovanni dovette accondiscendere. In quel tempo Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello. Giovanni, all'udire tale mostruosità, riprese il re di quella colpa, dicendogli francamente che non gli era lecito vivere con la moglie di suo fratello. Erode, sdegnato e istigato da Erodiade, lo fece rinchiudere in una tetra prigione del castello di Macheronte. Non contenta Erodiade di vederlo in prigione, voleva anche farlo morire. Erode però si opponeva, temendo una sommossa, perché Giovanni era venerato dal popolo come un profeta.
Qualche tempo dopo, tuttavia, Erodiade ebbe l'occasione tanto desiderata e propizia per soddisfare il suo odio contro il Precursore di Cristo. Mentre Erode celebrava il suo compleanno e teneva un banchetto a tutta la corte, Salome, figliola di Erodiade e nipote di Erode, si presentò nella sala del convito e si pose a danzare. Ciò piacque a tutti, tanto che Erode le promise di concederle qualunque cosa avesse domandato, fosse anche la metà del regno. Salome a queste parole, non sapendo cosa domandare, corse da sua madre e questa le ordinò di chiedere la testa di Giovanni. Salome ritornò in fretta dal re e lo pregò di farle portare subito in un bacile la testa del santo Precursore. Erode, benché sorpreso ed afflitto da questa domanda, ordinò di accontentarla. La fanciulla come ebbe tra le mani quel sacrosanto capo, lo portò a sua madre, la quale, a tal vista, esultò di gioia e si dice che per vendicarsi della libertà con cui il Santo aveva disapprovato i suoi disordini, trafisse con un ago quella sacra lingua.
La morte del Battista avvenne tra la fine dell'anno 31 e il principio del 32 dopo la nascita di Gesù Cristo.
PRATICA. La castità trasforma gli uomini in angeli: e chi è casto, è un angelo ín carne (S. Ambrogio).
PREGHIERA. Nella veneranda festività del tuo santo Precursore e martire Giovanni Battista, deh! Signore, facci sentire gli effetti della tua misericordia.
Pensiero del 29 agosto 2021
Meditazione sul Vangelo di Mc 7,1-8.14-15.21-23
“La legge che ci libera”.
La legge del Signore è giusta, la legge del Signore è stupenda. Davanti alle altre nazioni che circondavano Israele, il popolo eletto si rese conto della predilezione che Dio aveva avuto per esso. Compresero così che essi erano una nazione eletta, santa, prediletta da Dio. La legge che il Signore ha dato al suo popolo serve affinché esso raggiunga la perfezione interiore, quella del cuore, come Gesù stesso spiega nel Vangelo. La perfezione della legge sta nella trasformazione interiore dell’uomo per mezzo della grazia.
«Infatti – dice il libro del Deuteronomio – quale grande nazione ha gli déi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?». Questa Parola di Dio è un richiamo per la nostra coscienza. Riusciamo a percepire la presenza di Dio nella nostra esistenza? O siamo lontani dal poter dire con intima certezza che, sì, Dio ci è vicino ogni volta che l’invochiamo? Non solo. Siamo davvero persuasi che la legge del Signore è giusta? E “Legge del Signore” significa “tutti i comandamenti interpretati ed esplicitati secondo il magistero della Chiesa”. Rinnoviamo la nostra vocazione cristiana; essere cristiani è un privilegio e non, come taluni credono, un pesante fardello del quale non resta che liberarsi. La legge del Signore, cioè la legge dell’amore è una liberazione autentica. E’ vero, all’inizio è faticoso abituarsi, perché la nostra natura umana si sente più attratta dalle cose facili, comode e accattivanti. Ma solo l’amore ci rende veramente liberi. Gesù insegna che è “dal di dentro, cioè dal cuore degli uomini, che escono i propositi di male”. E la legge dell’Amore è l’unica in grado di estirpare dal nostro cuore le radici di tutti questi peccati. Cosa devo fare per vivere la legge di Dio, cioè i suoi comandamenti con gioia? Credere nella Parola di Dio, vivere la preghiera, accostarmi ai sacramenti e coltivare le virtù; e presto il giogo della legge divina si farà dolce e leggero.
29 Agosto
Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda
Per sua volontà il Padre ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
(Giacomo 1,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 14)
Rit: Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Per sua volontà il Padre ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
(Giacomo 1,18)
28 agosto, 2021
Sant' Agostino
Sant' Agostino
autore Philippe de Champaigne anno 1645 - 1650 titolo Sant'Agostino |
(LA) « Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te. »
(IT) « Ci hai creati per Te, [Signore,] e inquieto è il nostro cuore fintantoché non trovi riposo in Te. »
Agostino nacque a Tagaste in Africa da famiglia benestante. Il padre, Patrizio, era pagano, ma sua madre Monica era un'ardente cristiana.
Verso la fine dell'anno 370 si portò a Cartagine per studiare rettorica. Trovava nello studio un'attrattiva sì grande, che era costretto a farsi violenza per lasciarlo; ma le cognizioni che acquistava non gli servivano che a nutrire l'orgoglio.
I manichei, conosciuta la sua bramosia per gli studi, solleticarono la sua vanità e l'indussero ad abbracciare la loro dottrina. Nauseato però dalle loro ciance, li abbandonò e si recò a Roma. Da Roma andò a Milano, per insegnare eloquenza.
Monica, addolorata della partenza del figlio, lo raggiunse. Una sera il giovane si sentiva afflitto nello spirito e provava un grande bisogno di spargere lacrime. Si ritirò nel giardino, sotto la chioma di un ombroso fico, e diede libero sfogo al pianto. Sentiva la sua anima coperta di peccati e se ne rammaricava. Ad un certo momento gli parve di sentire nel giardino una cantilena come di fanciullo che diceva: Prendi e leggi, prendi e leggi! Aprì il libro delle lettere di S. Paolo e lesse: Non nei condii e nelle ubriachezze, non nelle morbidezze e nelle disonestà si trova la pace... Bastò questo perchè scosso dalla grazia divina si risolvesse a darsi senza riserva al servizio di Dio.
Ritornato in Africa, ad Ippona, si diede a vita ascetica. Qualche tempo dopo fu consacrato prete e poi vescovo.
Allora ebbe inizio la sua grande attività contro gli eretici. Ario, Nestorio, Donato, Pelagio tentavano di sfaldare la chiesa.
Contro di essi combatterono i grandi Padri della Chiesa: Atanasio, Gregorio Nazianzeno, Cirillo di Gerusalemme, Cirillo di Alessandria, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Gregorio Magno, ma sopra tutti il grande Agostino. Ben duecentotrentadue sono le sue opere. Nell'anno 400 scrisse il De libero arbitrio per confutare le dottrine manichee. Nel 411 e 412 diresse un'epistola ai cattolici sull'Unità della Chiesa contro i Donatisti. Contro Pelagio scrisse il trattato Della natura e della grazia nel quale dimostra la necessità della grazia divina per sostenere la volontà indebolita dal peccato originale. A quest'opera si riannoda l'altra De gratia et libero arbitrio. Quando poi finalmente il Pelagianesimo veniva condannato da Papa Zosimo, S. Girolamo ormai vecchio, entusiasta per la grande vittoria riportata dai cattolici, per merito specialmente di S. Agostino, non esitò a scrivergli: Salve! Ti onora l'universo! I cattolici ti venerano e ti ammirano come il nuovo fondatore dell'antica fede!
Non vanno poi dimenticate le opere colossali: La Città di Dio e l'altro libro De Trinitate contro Ario.
Nell'anno 430, allorchè i Vandali invasa l'Africa assediavano Ippona, Agostino esalò l'ultimo respiro: era il 28 agosto.
Fu pure il fondatore degli Agostiniani e la sua è una delle quattro regole fondamentali dello stato religioso.
PRATICA. Leggiamo un tratto delle Lettere di San Paolo.
PREGHIERA. Sii propizio, Dío onnipotente, alle nostre suppliche, e poiché ci infondi la speranza, concedici benigno per intercessione del tuo beato confessore e vescovo Agostino, l'abbondanza della tua misericordia.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant'Agostino, vescovo e insigne dottore della Chiesa: convertito alla fede cattolica dopo una adolescenza inquieta nei princípi e nei costumi, fu battezzato a Milano da sant'Ambrogio e, tornato in patria, condusse con alcuni amici vita ascetica, dedita a Dio e allo studio delle Scritture. Eletto poi vescovo di Ippona in Africa, nell'odierna Algeria, fu per trentaquattro anni maestro del suo gregge, che istruì con sermoni e numerosi scritti, con i quali combatté anche strenuamente contro gli errori del suo tempo o espose con sapienza la retta fede.
Lettera di Sant'Agostino all'uomo per amare una donna in pienezza e per sempre
titolo Sant'Agostino allo scrittoio
Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita.
Entra nel sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo.
Il sogno non vissuto è una stella da lasciare in cielo.
Ama la tua donna senza chiedere altro all'infuori dell'eterna domanda che fa vivere di nostalgia i vecchi cuori.
Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire.
Guardala negli occhi affinché le dita si vincolino con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano le sicure promesse del vostro domani. Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime si vedono nelle sventure.
Non sentirti umiliato nel riconoscere una sua qualità che non possiedi.
Non crederti superiore poiché solo la vita dirà la vostra diversa sventura.
Non imporre la tua volontà a parole, ma soltanto con l'esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell'ignoto cammino che è la vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio.
E sii sincero giovane amico, se l'amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell'amore.
Sii questo per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!
Pensiero del 28 agosto 2021
Cosa te ne fai d'una barca, se tutto l'anno la tieni ferma senza uscire mai? La vita è come una barca che devi cercare di saper guidare.......a volte la terra ed a riva. A volte uscirai e farai esperienze stupende, l'importante è osare.
Meditazione sul Vangelo di Mt 25,14-30
“A ciascuno secondo la sua capacità”.
Il brano evangelico di oggi ci ricorda che saremo giudicati in base all’impegno con il quale avremo messo a frutto i doni di Dio. Non verranno valutati tanto i risultati in assoluto, poiché i doni di Dio sono diversamente distribuiti. Risorgeremo, ma non tutti allo stesso modo e non tutti per uno stesso destino eterno. Dipende dalle opere che avremo compiuto, non per una predestinazione. Domandiamo al Signore che ci ottenga la grazia di servirlo fedelmente, senza pigrizia e incostanza, perché non sappiamo quando verrà il Cristo giudice che porrà fine a tutte le realtà terrene e vaglierà definitivamente tutti gli uomini.
Fino al versetto 18 compreso della parabola, si narra solo l’antefatto; ciò che conta viene dopo. E il versetto 19 è un richiamo alle precedenti parabole che parlano del “ritardo” della venuta del Signore. Ritorna, infatti, “solo dopo molto tempo”. Ma, appena tornato, egli chiede subito conto ai suoi servi, del denaro che aveva loro affidato “secondo le loro capacità”. Già questo dice che quel padrone tiene conto delle capacità di ciascuno e che non è uno che vuole esigere più di quello che i servi possono fare; ma dice anche che il ritorno segna la resa dei conti, il momento del giudizio e della ricompensa. I servi, dunque, dicono quello che hanno fatto e il padrone non prende per sé il denaro che hanno guadagnato, ma dà loro di più e li associa alla gioia della sua vita. Constatato questo, siamo ora in grado di capire quanto avviene con colui che aveva ricevuto solo una moneta d’oro. Qui risiede il culmine della parabola ed è centrato sulla sorte di colui che, pur avendo qualche capacità, non ha fatto nulla, si è solo preoccupato di conservare intatta la moneta ricevuta. Cerca di giustificarsi, e lo fa attaccando il padrone e accusandolo di essere un uomo duro. Ma noi sappiamo che non lo è stato con gli altri due. Infine, per scusarsi meglio, dice che ha fatto ciò perché preso dalla paura di lui. Il suo è davvero un atteggiamento da schiavo, egli non è mai riuscito a conoscere davvero il suo padrone. Ora, per chi non ha vissuto un’attiva attesa, per chi non è vissuto come terreno buono, c’è solo la condanna. E condanna è vivere lontani dal Signore, vivere fuori dalla Sua casa, vivere nei tormenti. E per l’ennesima volta, tale situazione viene descritta con l’immagine: “là sarà pianto e stridor di denti”.
28 Agosto
Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
ed il suo braccio santo.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.
Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
ed i popoli con rettitudine.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
27 agosto, 2021
1998: 27 agosto come oggi moriva Cornelis Teunis (Bob) Brandes-Brilleslijper
1998: 27 agosto come oggi moriva Cornelis Teunis (Bob) Brandes-Brilleslijper
Ventitré anni fa
Coniuge di Marianne Janny Brandes-Brilleslijper
La vostra memoria, sia benedetta, ora e sempre.
Le prime parole di Papa Giovanni Paolo I
Santa Monica
Santa Monica
S. Monica, sempre grandemente venerata dalla Chiesa e posta a modello delle madri cristiane, nacque a Tagaste, in Africa nel 331, da famiglia cristiana, nella quale fin dall'infanzia imparò a conoscere e ad amare Iddio. Ebbe anch'essa, come tutti i fanciulli, certi difetti propri dell'età giovanile, come la golosità, che si manifestava in lei con una spiccata tendenza verso il vino, ma ammonita in tempo dai parenti e aiutata dalla grazia ben presto si corresse.
Fatta giovanetta, i suoi genitori la sposarono ad un legionario romano di nome Patrizio, galantuomo, ma pagano di religione. Non si smarrì la Santa, anzi, suo primo pensiero, unendosi al compagno della sua vita, fu di guadagnarlo a Gesù Cristo mediante una vita sottomessa, fatta di rispetto e di amore.
Per questo ella mantenne sempre una condotta irreprensibile, soffrendo pazientemente senza permettersi mai alcun rimprovero. Tanti sacrifici nascosti agli occhi degli uomini, ma manifesti a Dio, Padre di tutti gli uomini, non potevano non essere esauditi e ripagati.
Ed ecco che Monica ebbe la consolazione di vedere il marito, un anno prima della sua morte, abbracciare la fede cattolica, rinunziando ai suoi vizi e passando nella pratica delle virtù il rimanente della vita.
Intanto ella era divenuta madre di tre figli: Agostino, Novigio e una figlia, di cui ignoriamo il nome.
Le cure che la santa madre profuse per la buona educazione dei figli furono certamente grandi; pur tuttavia, Agostino, attirato più dagli amici che lo invitavano al male che dalle raccomandazioni materne, deviò, ponendo così a durissima prova la virtù della sua povera mamma. Ella infatti vedendo il figlio adescato dall'errore e dal vizio, non faceva che elevare al cielo fervorose preghiere, unite a calde lacrime, per impetrarne la conversione. Le sue abbondanti lacrime e fervorose preghiere ottennero la conversione del figlio.
Nel 375 Agostino si trasferì a Cartagine per insegnarvi eloquenza. Nel 383 si imbarcò nottetempo per Roma dove, dopo aver superato una lunga malattia, cominciò ad insegnare eloquenza e retorica. Finché ottenne un posto, tramite il prefetto di Roma Simmaco, a Milano.
A Milano, venne raggiunto dalla mamma, la quale, non considerando le fatiche del viaggio ma solo il bene del figlio, era partita, sola, alla ricerca di lui. Quivi finalmente sarebbero stati appagati i suoi desideri ed esaudite le sue suppliche. Infatti unitasi nel suo apostolato col grande arcivescovo S. Ambrogio che la incoraggiava dicendole: « Non puó andar perduto un figlio di tante lacrime », riuscì con la grazia di Dio a trarre alla fede cattolica Agostino alla fine del 386, che l'anno seguente, ricevette il Battesimo per mano di Ambrogio nella Pasqua del 387 e cominciò una vita santa e feconda di apostolato.
Ringraziato Iddio per tanto favore, Monica e Agostino decisero di prendere la via del ritorno; ma la pia madre, che ormai aveva compiuta la sua missione su questa terra, ad Ostia si ammalò gravemente ed in pochi giorni, felice per la conversione del figlio ottenuta, rese la bell'anima a Dio. Era il 27 agosto dello stesso anno 387.
PRATICA. Imparino i genitori a vigilare sull'educazione cristiana dei figli e a prodigare ad essi le loro maggiori cure.
PREGHIERA. Dio, consolatore degli afflitti e salvezza di quelli che sperano in te, che misericordioso riguardasti alle pie lacrime della beata Monica per la conversione del figliuolo suo Agostino, donaci per l'intervento d'ambedue di deplorare i nostri peccati e di ottenere il favore della tua grazia.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Monica, che, data ancora giovinetta in matrimonio a Patrizio, generò dei figli, tra i quali Agostino, per la cui conversione molte lacrime versò e molte preghiere rivolse a Dio, e, anelando profondamente al cielo, lasciò questa vita a Ostia nel Lazio, mentre era sulla via del ritorno in Africa.
Pensiero del 27 agosto 2021
Il Signore, conta le nostre lacrime e le asciuga al modo a Lui solo noto. Così con la vedova del Vangelo, così con Santa Monica, così con tutti noi.
Meditazione sul Vangelo di Mt 25,1-13
“Incontro allo Sposo!”.
La liturgia ci ripropone il brano evangelico della parabola delle vergini. È per noi l’occasione di ribadire che il cristiano deve attendere sempre, e vigilando, il “giorno del Signore”, per non lasciarsi imprudentemente sorprendere “dal buio”. La sua condotta deve essere luminosa, unita già fin da ora a Gesù Cristo, grazie al quale è stato salvato. Egli deve camminare saldo nella fede nel Signore, senza lasciarsi fuorviare da alcuna ideologia che metta in discussione il primato assoluto di Gesù. Pur essendo ancora sulla terra, la sua aspirazione è rivolta a Cristo. La vera vita del cristiano non si svolge, infatti, quaggiù, perché non è quella che appare: essa è un legame stretto con il Signore, che deve rivelarsi nelle opere.
La parabola è presente solo nel Vangelo di Matteo, che la legge in chiave escatologica, riferendola al futuro della venuta del Signore. Il ritardo dello sposo indica il ritardo del ritorno di Cristo. La sala del banchetto nuziale raffigura la salvezza ultima e l’invocazione delle fanciulle stolte – “Signore, Signore…” – riecheggia come un appello liturgico a Gesù. Infine, la risposta dello sposo: “non vi conosco”, costituisce la condanna del giudice finale. Il racconto non si attarda a descrivere il cerimoniale delle nozze e non menziona neppure la sposa. L’attenzione è focalizzata sul comportamento delle dieci fanciulle che attendono il corteo dello sposo. Di esse, cinque sono sagge e le altre stolte, in quanto le prime, a differenza delle compagne, si procurano l’olio di riserva per alimentare le lampade. Solo questo elemento le distingue. Di fatto, tutte dormono nella lunga attesa. La loro saggezza, infatti, non consiste nello stare sveglie, ma nell’essere pronte ed equipaggiate per seguire, con le lampade accese, lo sposo, nella sala del banchetto nuziale. In cosa consiste, per la comunità di Matteo, l’essere pronti ad andare incontro allo sposo nel giorno della Sua venuta finale? La risposta la troviamo nella duplice analogia di questa parabola con la parte finale del “discorso della montagna” (7,24-27): saggezza e stoltezza dipendono, in ultima analisi, dall’agire o meno in conformità alle parole di Cristo. La comunità cristiana – quindi noi tutti – deve prepararsi al futuro salvifico, mediante una vigilanza che non consiste, in un’attesa sterile e inerte, ma che si incarna in opere concrete, che traducano in atto il volere di Dio. In estrema sintesi: è la carità che esprime nell’oggi il dinamismo della speranza.
27 agosto
Gioite, giusti, nel Signore
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
(Luca 21,36)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.
I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Odiate il male, voi che amate il Signore:
egli custodisce la vita dei suoi fedeli,
li libererà dalle mani dei malvagi.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
(Luca 21,36)
27 novembre 2020 - 27 luglio 2021 nove mesi senza don Antonio Maffucci FSCB
27 novembre 2020 - 27 agosto 2021 nove mesi senza don Antonio Maffucci FSCB
La sua memoria, è un'ebrezza che riscalda il nostro cuore.
REQUIEM
AETERNAM
Réquiem
aetérnam dona eis, Dómine,
et
lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant
in pace. Amen.
L'ETERNO
RIPOSO
L'eterno
riposo dona a don Antonio,
o Signore,
e
splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi
in pace. Amen.
REQUIEM
AETERNAM
Réquiem
aetérnam dona eis, Dómine,
et
lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant
in pace. Amen.
L'ETERNO
RIPOSO
L'eterno
riposo dona a don Antonio,
o Signore,
e
splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi
in pace. Amen.
26 agosto, 2021
Preghiera a Sant'Alessandro martire e patrono di Bergamo
Preghiera a Sant'Alessandro martire e patrono di Bergamo
Elezione di Giovanni Paolo I
Giornata Mondiale del cane 26 Agosto
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