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S. T. D. E DELLA B. V. M.Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Nella MEMORIA del ritrovamento del corpo di Santa Rosalia
15 luglio 1624 15 luglio 2022
Nessun atto religioso, raggiunge Dio, perché è lui, che viene a noi con la Sua Misericordia.
Meditazione sul Vangelo di Mt 12, 1-8
La misericordia del Signore.
L’evangelista Matteo, sempre attento al legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento, pone sulle labbra di Gesù la profezia di Osea: «Andate dunque e imparate che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrificio”. Il Signore cita il profeta dell’Antico Testamento nel contesto di una polemica con i farisei dell’osservanza del sabato per affermare che la misericordia è più importante delle opere di culto (sacrifici) e vale più dell’osservanza del sabato.
Nel capitolo 9 del suo Vangelo, Matteo riferisce che Gesù aveva citato il medesimo passo del profeta Osea e, anche in quel caso, mentre si rivolgeva ai farisei. In quell’occasione – un pranzo forse offerto dallo stesso Matteo, l’ex esattore di tasse che il Maestro aveva appena chiamato alla sua sequela – Gesù aveva suggerito ai suoi interlocutori, i farisei, di impegnarsi a capire e imparare che significato avesse l’espressione del profeta: “Andate a imparare cosa significhi…”. Nel brano proclamato oggi, col suo rimprovero Gesù sembra far notare ai farisei che il suo invito a comprendere meglio quella frase è stato inutile: “se aveste compreso…”. Gesù sembra voler dire: “Vi avevo già detto di capire bene quanto vi dice il profeta Osea, ma non ci siete riusciti!”. I farisei si mostrano così duri di cuore a comprendere la Parola che Dio aveva indirizzato al popolo. Sono incapaci di comprendere la Parola di Dio che essi pretendevano di insegnare al popolo! Non capiti anche a noi di comportarci come i farisei: pretendere di insegnare ad altri quel che a noi stessi non è ancora per nulla chiaro, soprattutto quando ci facciamo maestri nelle cose della fede. Né ci capiti di avere un cuore indurito dal nostro orgoglio e dalla nostra poca capacità di misericordia verso il prossimo. “Misericordia” è l’atteggiamento di chi si mette nei panni dell’altro: «Non avreste condannato persone senza colpa». Gesù rimprovera i farisei di essere insensibili, incapaci di solidarietà, capaci però di giudicare dall’esterno senza partecipazione. Gesù, che è capace di questa solidarietà, di questa condivisione della vita con l’altro, è in grado di capire che l’atteggiamento dei discepoli non è peccaminoso. Il sacrificio è l’atteggiamento rituale, il rito celebrativo liturgico, ufficiale. La misericordia è la partecipazione personale, il coinvolgimento del cuore, mentre il rito è l’atteggiamento esterno, magari “freddo”, e che può non coinvolgere l’interiorità dell’uomo.
Venerdì 15 Luglio
S. Bonaventura da Bagnoregio; S. Vladimiro di Kiev; S. Ansuero
15.a del Tempo Ordinario
Is 38,1-6.21-22.7-8; Cant. Is 38,10-12.16; Mt 12,1-8
Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
(Giovanni 10,27)
SALMO RESPONSORIALE (Is 38,10-12.16)
R: Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione.
Io dicevo: «A metà dei miei giorni me ne vado,
sono trattenuto alle porte degli inferi
per il resto dei miei anni».
Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non guarderò più nessuno
fra gli abitanti del mondo.
La mia dimora è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita
mi hai tagliato dalla trama.
Il Signore è su di loro: essi vivranno.
Tutto ciò che è in loro
è vita del suo spirito.
Guariscimi e rendimi la vita».
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.
(Giovanni 10,27)
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