La determinazione, con cui Gesù, va verso Gerusalemme, è la decisione d'amare fino alla fine. L'Amore non ha ripensamenti perché l'Amore è Dio.
Meditazione sul Vangelo di Lc 9,51-56
Sono segno di benedizione o di maledizione?
La prima lettura, tratta dal libro del profeta Zaccaria, ci presenta la gloria di Gerusalemme e il suo ruolo, nei confronti degli altri popoli, di essere luce, irradiazione della salvezza che l’ha visitata. Di fronte a questo quadro luminoso che contagia libertà e desiderio, appare contrastante il clima presentato dal Vangelo: a Gesù che si sta recando a Gerusalemme per la Pasqua, si oppone un rifiuto netto da parte dei Samaritani.
“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto” (Lc 9,51). Questo primo versetto del Vangelo odierno, ci dice che il cammino terreno con i suoi discepoli è ormai concluso. Quanti insegnamenti, quante parabole, quanti miracoli! La loro reazione ci suggerisce però l’ostinata difficoltà a credere, l’infinita pazienza di Gesù e la sua delicatezza pedagogica nei loro confronti. Nell’incontrare la resistenza degli abitanti di un villaggio della Samaria, Giacomo e Giovanni – ma possiamo immaginare che anche nel cuore degli altri albergassero analoghi senti menti – si scagliano con violenza. È impressionante la consapevolezza del potere che essi hanno: possono mandare un fuoco dal cielo a consumare il villa io ostile! E veramente ciascuno di noi può consumare il fratello non con un fuoco dal cielo ma con uno sguardo, una parola offensiva, un gesto di disprezzo. Abbiamo il potere di essere segno di benedizione o segno di maledizione! Questa è un’altissima responsabilità, non solo verso le persone con cui abbiamo quotidianamente a che fare, ma in una dimensione universale, ecclesiale. Ogni nostro gesto e parola ha sempre una ricaduta positiva o negativa. Cristo risponde e agisce solo benedicendo: è pervaso di dignità estrema. Questa sua modalità di stare nella storia, di entrare nelle relazioni, di reagire agli eventi anche bruschi, è nobile, è semplicemente umana. Non acquista grettezza e deformità l’uomo violento e arrogante? La buona novella insegnata da Gesù non parlava di mitezza, perdono, accoglienza? Nei versetti di poco recedenti al brano di oggi non spiegava loro Gesù che il più grande é colui che si fa piccolo (Lc 9,48)? L’inclinazione alla violenza, a rivendicare le proprie opinioni, a imporsi è davvero fortemente radicata non solo nel cuore dei discepoli ma anche nei nostri.
28 Settembre
Il Signore è con noi
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.
(Marco 10,45)
ALMO RESPONSORIALE (Salmo 86)
Rit: Il Signore è con noi.
Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio!
Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda».
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.
(Marco 10,45)
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