La fiducia, del centurione, si basa sull'umiltà di riconoscersi bisognosi di DIO, avere fede che nulla, è impossibile a LUI. Chiediamo al Signore, d'imparare a camminare ogni giorno in questa fiducia.
Meditazione sul Vangelo di Lc 7,1-10
Il pio centurione.
Nei versetti che precedono il brano odierno, Gesù aveva illustrato le caratteristiche di una fede autentica. Di seguito aveva esortato i suoi discepoli a fondare la propria vita sulla roccia, ascoltando e mettendo in pratica la sua Parola. Nel vangelo di oggi, l’amore misericordioso di Dio che abbiamo potuto conoscere nel vangelo delle parabole della misericordia proclamato ieri, ha trovato una loro attuazione nei gesti del centurione romano che, per salvare il suo servo, non esita ad umiliarsi rivolgendo la sua supplica a Gesù.
Due sono gli aspetti che l’evangelista fa emergere dalla figura del centurione romano: l’amore per il suo servo e la fede-fiducia che nutre nei confronti del Maestro. Si tratta di una fiducia così forte da fargli pronunciare quelle parole che tutti i cristiani ancora oggi pronunciano durante la liturgia eucaristica: «O Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito». Questo centurione diviene immagine del vero credente, cioè di colui che crede sia sufficiente anche solo una parola del Maestro per ottenere la salvezza. Nella sua richiesta egli dimostra una grande umiltà. La sua richiesta a Gesù rivela un autentico amore verso colui che considera più un familiare e un amico che un servo. Ma ciò che maggiormente risplende in questo soldato è la sua incrollabile fiducia nella forza guaritrice di Gesù e nella potenza della sua Parola. Il testo evidenzia l’ammirazione del Maestro dinanzi a tanta fede: «Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». Gesù ricalca l’accento sulla fede. E’ un invito per noi a verificare sia la qualità della nostra adesione a Dio, sia la capacità di riconoscere i valori degli altri, di chi è diverso da noi per cultura, razza, religione…
13 Settembre
Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.
(Giovanni 3,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 27)
Rit: Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica.
Ascolta la voce della mia supplica,
quando a te grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie.
Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,
sii loro pastore e sostegno per sempre.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.
(Giovanni 3,16)
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