La luce, è fatta per illuminare. Se la nostra vita, non è luce per il mondo a che serviamo?
Meditazione sul Vangelo di Lc 8,16-18
Nella logica del dono.
Inizia oggi la lettura di Esdra, sacerdote che visse all’epoca del ritorno degli israeliti in patria, dopo l’esilio babilonese. Nelle sue pagine si respira tutto l’impegno per la faticosa ricostruzione, non solo materiale, ma soprattutto religiosa. L’ascolto della parola di Dio nel recupero della fiducia e dell’identità come popolo che appartiene al Dio di Abramo, diventa sempre più centrale. Anche nel Vangelo è evidente il riferimento all’ascolto: il nostro essere luce dipende dalla nostra apertura all’ascolto della Parola, che ci raggiunge ogni giorno attraverso molteplici occasioni.
I versetti immediatamente precedenti questo Vangelo, ci parlano della parabola del seminatore, che abbiamo meditato sabato scorso. Oggi ci troviamo sulla stessa scia: si riceve il seme che il contadino sparge generosamente, e si riceve la luce che ugualmente è data con assoluta gratuità. Nessuno riceve il seme per lasciarlo inutilizzato, così come nessuno riceve la luce per nasconderla, evitando che illumini. Tutto l’insegnamento di Gesù rientra nella logica del dono: la luce che riceviamo non può essere conservata, occultata, ma largamente ridonata. Ma cos’è questa luce che Gesù ci invita a ricevere per poi ridonare? «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12), dirà Gesù! Dalla relazione con Lui, dalla sapienza di vita che acquisiamo nello stare in Suo ascolto, dall’attenzione alle piccole e grandi cose della giornata che Lui ci presenta, questo ci rende a nostra volta “luce”. Siamo allora chiamati a testimoniare la Sua luce, perché chiamati ad essere, a nostra volta, luce. Dimettersi da questo impegno, equivale alla nostra sterilità, alla nostra stessa morte: non saremmo fedeli, non solo alla Parola affidataci, ma a noi stessi, alla nostra profonda e redenta natura umana. Perché chi siamo noi? Cos’è l’uomo? Anche il salmista esclama: “che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?… Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli …” (Sal 8,5-6). Ci risponde il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Gaudium et spes (22), dicendo: «In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’Uomo. Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione». Veramente la nostra dignità è altissima e potremmo gustare il dono della vita solo nel rispetto di ciò che siamo: raggiunti dalla luce di Cristo, essere a nostra volta luce donata ai fratelli.
20 Settembre
Grandi cose ha fatto il Signore per noi
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buonee rendano gloria al Padre vostro.
(Matteo 5,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 125)
Rit: Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buonee rendano gloria al Padre vostro.
(Matteo 5,16)
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