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27 gennaio, 2023

✝ Pensiero del 27 gennaio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario, oggi, è il Giorno della Memoria, la memoria, deve essere mantenuta viva, tutti i giorni, non solo il 27 gennaio…..

Aiutami, a conservare, la mia Memoria Intellettiva, insieme a Cristo alla Madonna, a te, ai tuoi cari genitori ed ai miei Amati Nonni Materni, perché se no, non c’è, più scopo, di farmi vivere.


Barbara


Versetto del Giorno

Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite.

Salmo 147:3


Nella MEMORIA, delle Vittime della Shoah


Nella MEMORIA, dell’anniversario della morte improvvisa di Luigi Tenco, a soli ventotto anni

Venerdì – 3.a Tempo Ordinario
Meditazione sul Vangelo di Mc 4,26-34
Il granello di senape.
Le parabole evangeliche ci aiutano a comprendere il mistero del Regno di Dio che, su questa terra, non possiamo descrivere in modo diretto e immediato, perché va oltre le nostre capacità fisiche. Le parabole si radicano nella vita quotidiana. E’ questo lo spunto che Marco sviluppa, e che predilige quale tesi centrale del suo discorso. Egli parte dalle parabole, per introdurre due motivi che gli sono cari: l’incapacità dell’uomo a capire i misteri del Regno di Dio e, quindi, la necessità di un dono che venga dall’alto; la distinzione fra coloro cui occorre parlare in parabole e coloro ai quali si può dare un insegnamento diretto.
Nel brano del Vangelo di oggi, Gesù paragona il Regno di Dio a un seme nascosto che cresce e si manifesta nella storia dell’uomo come storia di salvezza, senza il clamore delle cose umane. Questo seme nascosto si può intravedere solo con la fede. L’immagine del granello di senape, che poi diventa un albero, ci dice la capacità di crescita del regno, un piccolissimo seme che si sviluppa al punto da diventare albero, tra i cui rami nidificano molti uccelli. E’ l’annuncio che il Regno si apre al mondo e accoglie tutti, sia coloro che si sono allontanati, sia chi vorrà sostare tra i suoi rami e fare lì il proprio nido. Tutti possono nutrirsi dei frutti della vita eterna, perché la salvezza è per tutti. Gesù vuole infondere la fiducia in Dio Padre e nella sua opera di salvezza, in coloro che lo ascoltano. Dio agisce in noi con la sua Parola e fa crescere in silenzio il seme dell’amore. La crescita dipende dal potere di Dio, ma l’aratura, il concime, la pioggia e il sole hanno la loro importanza. Tutto coopera alla maturazione che Dio produce a poco a poco con molteplici azioni. Così ci si prepara alla mietitura finale che si avvicina, quando i frutti saranno maturi e verrà il tempo del raccolto definitivo. Ma Gesù annuncia il Regno di Dio come già presente e in azione, prima ancora della maturazione, della semina e del raccolto. Gesù sembra insistere sulla debolezza della Parola: è come un seme piccolissimo, può essere disattesa, dimenticata, allontanata, persino rifiutata. Se il Vangelo viene accolto nel cuore e curato con attenzione sprigiona una incredibile forza di cambiamento. Non solo cambia il cuore di chi l’accoglie, ma estende il suo influsso ben oltre se stessi. L’unica cosa richiesta ai discepoli è lasciarsi travolgere dall’energia di questo piccolo seme.

Il Signore oggi ci dà una lezione di fede e di umiltà, facendoci vedere che la crescita spirituale non dipende da noi, ma dalla parola di Dio che è stata seminata in noi e che può salvare la nostra vita, come dice san Giacomo. Noi siamo preoccupati del nostro progresso e sovente lo siamo in modo troppo naturale, come se tutto dipendesse da noi, dalla nostra buona volontà, dai nostri sforzi, e ci sbagliamo. Facciamo come un agricoltore che volesse far crescere le piante che ha seminato tirandole verso l'alto: non è un buon sistema!
Il Signore ci insegna invece il fiducioso abbandono a Dio. Noi dobbiamo accogliere il seme, come fa la terra, accogliere cioè la parola di Dio. Poi la parola cresce e neppure noi sappiamo come. Quando il seme è gettato subito la terra lo copre, tanto che non lo si distingue più, ma contiene una potenza vitale straordinaria e bisogna lasciarlo tranquillo. Esso cresce spontaneamente, dice il Signore, e chi lo ha seminato può dormire o vegliare: la crescita non dipende da lui, che può soltanto aspettare con fiducia di vedere "prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga".
Anche san Paolo lo dirà: "Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che fa crescere".
San Francesco di Sales era molto severo verso quello che chiamava l'"empressement" la fretta febbrile di vedere i risultati in ogni campo in cui fatichiamo, e anche nella vita spirituale. Egli lavorava molto ma insegnava che bisogna fare tutto pacatamente: agire pacatamente, pregare pacatamente, perfino soffrire pacatamente, lottare pacatamente. Se ci appoggiamo sul Signore, constatiamo che davvero egli fa crescere tutto, talvolta più lentamente di quanto noi vorremmo, ma altre volte in modo più bello e anche più rapido di quel che ci aspettavamo. Non siamo noi che abbiamo il metro per misurare la crescita, neppure la nostra. Noi dobbiamo avere fede, fiducia e anche pazienza: il resto, la potenza di far crescere, è di Dio.


Venerdì 27 Gennaio 
S. Angela Merìci (mf); S. Vitaliano; S. Giuliano da Sora
3.a del Tempo Ordinario
Eb 10,32-39; Sal 36; Mc 4,26-34
La salvezza dei giusti viene dal Signore

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
(Matteo 11,25)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 36)
Rit: La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:

 

«Esaudirà i desideri del tuo cuore».


Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:

 

«Farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno».


Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:

 

«Nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati».

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
(Matteo 11,25)

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