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S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Nella Memoria, della morte di Eugenio Pacelli Papa Pio XII. L'ultimo re, della storia della Chiesa. 09 ottobre 1958.
Nella Memoria dell'attentato alla Sinagoga di Roma 09 ottobre 1982
Dove morì anche un bambino, a causa terrorismo e solo per il fatto che era di nazionalità ebraica.
Il presidente Sandro Pertini, pianse ha dirotto, dinanzi alla piccola bara bianca.
Domenica – 28.a Tempo Ordinario
Meditazione sul Vangelo di Lc 17, 11-19
Saper sempre ringraziare.
Dopo l’insegnamento di domenica scorsa sulla “gratuità”, per la quale dobbiamo rimanere sereni anche se siamo «servi inutili», l’evangelista Luca ci parla oggi del dovere della “gratitudine”, che dovrebbe distinguerci come cristiani. Anche in questo episodio, è un Samaritano, uno “straniero”, a darci lezione di comportamento evangelico.
Quanto rammarico c’è nella voce e nelle parole di Gesù per quei nove ebrei che, guariti dalla lebbra, non sentono il dovere di ringraziarlo. Si limitano alle osservanze prescritte dalla Legge, come se la mediazione del Cristo non fosse stata essenziale alla loro salvezza! La reazione molto umana del Maestro ci meraviglia, tanto più che lui stesso, poco prima ha detto ai suoi discepoli di rimanere in pace sempre, perché «servi inutili». C’è dunque una gratificazione per l’opera missionaria che non contraddice la gratuità del Vangelo. È quella che qui aspetta il Maestro; ed è quella che, nelle sue Lettere, san Paolo richiede a coloro che hanno beneficiato del suo ministero. Esigere la gratitudine da parte di Gesù, dell’Apostolo e dei Missionari, non è solo questione di buone maniere; è un’esigenza che ha un valore profondamente teologico, perché educa i propri discepoli, fedeli e figli spirituali, a capire che nei nostri rapporti con Dio non dobbiamo avere la presunzione che ci sia qualcosa di dovuto. Dobbiamo, invece, accogliere tutto come dono gratuito del Padre. La parola “grazie” è la più adatta ad affermare questo. Con essa, infatti, si riconosce la gratuità del gesto che ha unito Donatore e ricevente. Anche il termine “Eucaristia”, che vuol dire “ringraziamento”, dovrebbe ricordarci che la Messa non è solo un rito, ma l’incontro tra Dio che ci dona gratuitamente suo Figlio, e noi che l’accogliamo con gratitudine. Se avessimo sempre quest’atteggiamento, sicuramente avremmo molti più sacerdoti e cristiani felici e motivati. . . Ci sono molti motivi, Signore, per cui sento di volerti dire il mio grazie. Grazie, perché mi conservi nel tuo amore, perché ancora non hai smesso di amarmi nonostante i miei peccati, perché continui ad avere fiducia in me. Grazie, perché continui a custodirmi gelosamente come fa la madre con i figli più discoli. Grazie, Signore, di tutto, sempre.
In ogni cosa rendete grazie: «Questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi».
(I Tessalonicesi 5,18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
n ogni cosa rendete grazie: «Questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi».
(I Tessalonicesi 5,18)
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