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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Mc 3, 20-21
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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Meditazione sul Vangelo di Mc 3, 20-21
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 79)
Rit: Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Seduto sui cherubini, risplendi
davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Signore, Dio degli eserciti,
fino a quando fremerai di sdegno
contro le preghiere del tuo popolo?
Tu ci nutri con pane di lacrime,
ci fai bere lacrime in abbondanza.
Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini
ed i nostri nemici ridono di noi.
Paolo Emanuele Borsellino e sua moglie Agnese; oggi, si celebra Sant'AGNESE, AGUORI DI CUORE d'un buon onomastico.
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Gesù, passa ancora. Ci incontra nel contesto, della nostra quotidianità, e ci invita alla sequela.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 56)
Rit: Pietà di me, o Dio, pietà di me.
Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te si rifugia l’anima mia;
all’ombra delle tue ali mi rifugio
finché l’insidia sia passata.
Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio che fa tutto per me.
Mandi dal cielo a salvarmi,
confonda chi vuole inghiottirmi;
Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà.
Innalzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà.
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Gesù, è il Figlio di Dio, ma solo sulla Croce rivela la Sua vera identità.
Meditazione sul Vangelo di Mc 3, 7-12
Una gran folla si recò da lui.
L’attività missionaria ed evangelizzatrice di Gesù è ormai lanciata e, come c’era da aspettarsi, le folle lo cercano, lo seguono, quasi non gli danno tregua. Molti, infermi o bisognosi, vedevano in lui la speranza di ottenere una guarigione prodigiosa che desse la svolta a un’esistenza spesso marcata da dolori e amarezza. Altri cercavano in lui una risposta ai dubbi che appesantivano il trascorrere dei loro giorni. Oppure desideravano che desse loro un consiglio per aiutarli a risolvere qualche impaccio interiore, o nelle relazioni personali con i propri cari. Più o meno, le stesse cose per cui, ogni giorno e in ogni minuto, da tutti gli angoli della terra, migliaia, forse milioni di persone, ciascuna col proprio fardello, eleva la sua preghiera a Dio.
È tipicamente umano: cerchiamo di avvicinarci, ci raccogliamo intorno a chi rappresenta per noi la speranza di migliorare la nostra condizione. È un atteggiamento specialmente riscontrabile nei “piccoli”, cioè i bambini, o i giovani, ma anche nelle persone semplici, bisognose. Spesso, poi, questi “punti di riferimento” vengono presi a modello, perché ispirino col loro operato l’agire di chi guarda a loro con ammirazione. Perciò sarebbe opportuno che la società contemporanea sapesse scegliere meglio i criteri in base ai quali propone al pubblico più giovane i personaggi da tenere in considerazione. Ma c’è una differenza. Gesù non cercava i bagni di folla. Anzi, appena poteva, il Maestro correva a rifugiarsi sulle vette dei monti, a pregare il Padre. Giovanni Paolo II anni fa, amava pure passeggiare in solitudine sui monti, i nostri Appennini, o sulle Alpi. Forse, come il Rabbi di Nazaret, in quei momenti di dialogo personale con Dio, anche lui chiedeva la forza e la capacità di saper incontrare quelle moltitudini, di capire le loro tacite richieste per rispondere davvero ai loro autentici bisogni. Essere guida, pastore per un gregge: un’altissima responsabilità. Ecco, questa è la differenza: la folla che si raccoglie oggi intorno al Papa, come un tempo intorno a Gesù, non cerca il suo autografo, o la foto ricordo, né chiede una raccomandazione. Vuole, quella moltitudine di persone, l’amore. «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo su di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime» (Mt 11, 28-29). Il suo esempio sta scritto nel Vangelo. Dio dona un Pane che quieta la fame d’amore innata nel nostro cuore: l’Eucaristia. Dio ci aspetta per parlarci nel dialogo d’amore della preghiera.
Giovedì 20 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario
S. Fabiano (mf); S. Sebastiano (mf); B. Benedetto Ricasoli
In Dio confido, non avrò timore
1Sam 18,6-9; 19,1-7; Sal 55; Mc 3,7-12
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 55)
Rit: In Dio confido, non avrò timore.
Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita,
un aggressore tutto il giorno mi opprime.
Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici,
numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono.
I passi del mio vagare tu li hai contati,
nel tuo otre raccogli le mie lacrime:
non sono forse scritte nel tuo libro?
Allora si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato.
Questo io so: che Dio è per me.
In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola.
In Dio confido, non avrò timore:
«che cosa potrà farmi un uomo?».
Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto:
«Ti renderò azioni di grazie».
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
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La guarigione della mano, inaridita restituisce l'uomo alle sue relazioni ed attraverso il segno, la possibilità della fede per tutti.
Meditazione sul Vangelo di Mc 3, 1-6
Lo osservavano per accusarLo.
Tanto è forte l’impatto del nuovo stile di insegnamento del Rabbi Gesù, e tanto si sentono minacciate le personalità religiose sacerdoti, scribi e dottori della legge, che alcuni tra loro, i farisei soprattutto, passano molto del loro tempo quasi a spiare ogni mossa e ogni iniziativa di Gesù e dei suoi discepoli. Ancora una volta, è il rispetto della norma del riposo in giorno di sabato che suscita apprensione. Così cieco è il loro attaccamento alla lettera della legge, che davvero quei farisei non percepiscono il valore superiore della salute dell’uomo, fisica o spirituale che sia?
Il brano del Vangelo di Marco oggi descrive benissimo un episodio come ce ne saranno molti altri, ma dice espressamente che il Maestro, “guardandoli tutt’intorno con indignazione, era rattristato per la durezza dei loro cuori”. Pare di vedere la scena dal vivo. Cos’è che scandalizza tanto Gesù? Quei farisei erano uomini di carne e ossa, e conoscevano il valore della vita umana. Ma, in quel momento, a loro non importava la salute di quell’uomo, né la possibilità di salvare chiunque fosse in pericolo di vita, come ipotizza Gesù nell’estremo tentativo di toccare il loro cuore o, almeno, di farli ragionare. Il loro problema era proprio Cristo. Il suo modo di insegnare, più che i suoi miracoli, era imbarazzante per loro. Erano a disagio per causa sua, perché la gente, confrontando il loro modo di predicare la parola di Dio, con quello del giovane Rabbi di Nazareth, notava e individuava una sostanziale differenza. E non erano loro a fare la figura migliore. Agli occhi del popolo, ma soprattutto alla loro stessa coscienza, quei farisei dovevano giustificare se stessi. Da poco tempo Gesù insegnava, e loro erano già ossessionati da questo pensiero. A cosa porta l’ansia di giustificare se stessi? All’eccesso di condannare gli altri. Addirittura, Marco ci dice che, alla fine, “tennero consiglio con gli erodiani contro di lui, per farlo morire”. Il Maestro non ha paura per la sua incolumità. E’ venuto al mondo sapendo che la sua missione finirà sulla croce. È dell’incolumità e anzi della salvezza dell’anima di ciascuno di quei farisei – come della nostra! – che si preoccupa. Perché è anche per loro che salirà sulla croce. Ma essi si ostinano a restringere il loro campo visivo ai loro piccoli interessi immediati: la reputazione e l’ascendenza che hanno sulla gente. E, volendo Gesù, per amore, rispettare la loro libertà, è costretto ad accettare il loro rifiuto. Peggio, il loro odio. Chiudere il cuore a Dio, all’Amore che ci ha creati, è lo sbaglio più grande che una persona possa fare, e quello che più indigna ed addolora il Padre.
Mercoledì 19 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario
S. Germanico; Ss. Mario e c.; S. Bassiano
Benedetto il Signore, mia roccia
1Sam 17,32-33.37.40-51; Sal 143; Mc 3,1-6
Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
(Matteo 4,23)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 143)
Rit: Benedetto il Signore, mia roccia.
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.
Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.
O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.
Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
(Matteo 4,23)
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L'uomo, è il centro dell'Amore, di DIO. Tutto è per lui, tutto è misurato a lui.
Meditazione sul Vangelo di Mc 2, 23-28
Il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato.
Diretto seguito del brano di ieri, questo episodio delle spighe strappate dai campi di grano è un’ulteriore conferma dell’intento dell’evangelista Marco. Fin dalle prime pagine della sua testimonianza, vuol farci notare come, per mettersi al seguito di Gesù e divenire suoi apostoli, è necessario fare un notevole sforzo per uscire dai rigidi paradigmi della mentalità terrena e cercare di elevarsi per cogliere il senso di quella divina, con la quale Dio ha creato l’universo: il cielo, la terra e noi tutti.
Norme e leggi sono strumenti stabiliti per regolare i rapporti tra le persone, nella comunità. Anche il rapporto con il Signore, per un’esigenza tutta umana di semplificazione, era stato “regolamentato” da Dio stesso mediante Mosè e i profeti. Ecco, dunque, i dieci comandamenti e tutta una serie di altre norme che, amministrando i comportamenti degli uomini, dovevano mirare a favorire la relazione della comunità intera con il Creatore dell’universo. Purtroppo, però, per via della sottile tendenza, tipicamente umana, di complicarsi la vita, quella che doveva essere una semplificazione si è via via trasformata in un’ingarbugliata serie di codici e postille. Ancora una volta, sotto la polvere del tempo e delle abitudini, lo strumento degenera nel fine. Risulta alle volte profondamente ingiusto dare attuazione ad una legge che, stravolta, svilita e malintesa nella sua applicazione, finisce col tradire lo spirito del legislatore. Ecco perché Dio si è fatto uomo ed è venuto a ribadirci il comandamento dell’Amore, l’unica vera radice di ogni legge giusta: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10,27). Perciò, Cristo, Signore di tutto il creato, che è al di sopra di qualsiasi legge e norma umana, perché è lui il fine di ogni legge, può dire che “il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Ristabiliamo la gerarchia dei valori: prima Dio, quindi l’uomo, infine la legge, fatta in funzione di Dio e dell’uomo. L’idea di andare a Messa, per incontrare Gesù nell’Eucaristia, non può essere un obbligo, ma un desiderio spontaneo, che nasce dalla radice dell’Amore
Martedì 18 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario
S. Prisca; S. Margherita di Ungheria; B. Beatrice d’Este
Ho trovato Davide, mio servo
1Sam 16,1-13a; Sal 88; Mc 2,23-28
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore, per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
(Efesini 1,17-18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: Ho trovato Davide, mio servo.
Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo:
«Ho portato aiuto a un prode,
ho esaltato un eletto tra il mio popolo.
Ho trovato Davide, mio servo,
con il mio santo olio l’ho consacrato;
la mia mano è il suo sostegno,
il mio braccio è la sua forza.
Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Io farò di lui il mio primogenito,
il più alto fra i re della terra».
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore, per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
(Efesini 1,17-18)
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Meditazione sul Vangelo di Mc 2, 18-22
Quando sarà tolto loro lo sposo, allora digiuneranno.
In questo secondo capitolo del suo Vangelo, Marco mostra come Gesù nella realizzazione della sua missione, da poco avviata, va oltre i limiti di molti degli schemi che stabilivano le norme di vita delle comunità ebraiche dell’epoca. Questa è la volta del digiuno. Giustamente, secondo le loro usanze, i farisei devoti e i discepoli di Giovanni osservavano un periodo di digiuno. Il giovane Rabbi di Nazaret non chiede ai suoi di fare altrettanto. Ancora una volta, lo stupore e, forse, l’indignazione scuote gli animi della gente.
Per quanto riguarda il fatto in sé, il digiuno non osservato dai suoi, la spiegazione del Maestro appare subito efficace, almeno agli occhi nostri, che già sappiamo come si concluderà la sua missione. Non c’era motivo che i discepoli vivessero in spirito di penitenza proprio nel momento in cui appena cominciavano a comprendere la grazia che avevano ricevuto – essere apostoli di Cristo, e i primi! -, e un sempre più vivo sentimento di giusta gioia e partecipazione germogliava nei loro cuori. Ma perché questo giovane Maestro sembra fare sempre il contrario di ciò che la gente si aspetta da lui? Proviamo a rovesciare la domanda. Perché la gente vorrebbe che questo Maestro facesse l’opposto di ciò che fa? Siamo consuetudinari. Spesso ci abituiamo così tanto alle cose, ai modi di essere e di fare, che non distinguiamo più il fine dallo strumento. Che scopo ha il digiuno per un fedele devoto? Non basta la tradizione. Come la cornice, per quanto preziosa, non ha senso senza il quadro, così un gesto non ha valore, se privato del suo significato. L’atteggiamento di Gesù di fronte alle cose della vita umana ci provoca, ci scuote e ci turba nella misura in cui ci siamo assuefatti ai nostri schemi personali, fino al punto che non ricordiamo più chi siamo e il senso del nostro peregrinare su questa terra. Perciò, recuperata la giusta prospettiva diventano chiari anche i riferimenti che Gesù fa a quelli che si potrebbero definire i piccoli rimedi del bottegaio: il rattoppo ben fatto, e il vino nuovo versato in otri nuovi. Conversione. Questa è la chiave: vivere in un cammino di continua conversione, per non perderci lungo la via, ma far piuttosto ritorno al Padre. Preghiera, vita di fede e digiuno hanno senso solo in questo cammino.
Lunedì 17 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario
S. Antonio abate (m); S. Roselina; S. Giuliano
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio
1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,18-22
La parola di Dio è viva ed efficace, discerne i sentimenti ed i pensieri del cuore.
(Ebrei 4, 12)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 49)
Rit: A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili».
«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio».
La parola di Dio è viva ed efficace, discerne i sentimenti ed i pensieri del cuore.
(Ebrei 4, 12)
16 gennaio 1900 | Nasce ad Aquisgrana una donna ebrea tedesca Edith Frank (nata Holländer). Madre di Margot e Anna Frank.
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Meditazione sul Vangelo di Gv 2,1-11
Fate quello che vi dirà.
L’immagine delle nozze occupa un posto centrale nella liturgia di oggi. Nel vangelo si parla delle nozze di Cana, prefigurando Gesù come Sposo. Gerusalemme non sarà chiamata «Abbandonata» né «Devastata», ma sarà chiamata «Sposata», e la sua terra avrà uno sposo (prima lettura). La comunità cristiana, sposa di Cristo, gode della diversità di carismi che l’unico e medesimo Spirito sparge su di lei per metterli al servizio di tutti, e che costituiscono il dono nuziale di Cristo sposo (seconda lettura).
Nell’Antico Testamento si menziona con frequenza la figura dello sposo per parlare delle relazioni del Signore con il suo popolo, Israele. Dio, in quanto sposo, mostra di essere geloso verso il suo popolo e spesso questa sua gelosia si manifesta come castigo, quando la sposa non corrisponde al suo amore; il castigo purifica la “Sposa-popolo”, rendendola degna di ritornare al primo amore. Dio si rivela anche come sposo fedele che, nonostante tutto, mantiene la sua parola di alleanza, di indissolubilità e di lealtà. Infine, è uno sposo che trabocca di gioia nello stare col suo popolo e nell’accompagnarlo nelle sue vicissitudini. La figura sponsale del Signore, con le tre caratteristiche indicate, prepara la rivelazione di Gesù come sposo della Chiesa nel Nuovo Testamento. Dare e darsi, donare e donarsi, donazione, generosità… sono parole frequenti nel vocabolario dei cristiani. Le ascoltiamo non poche volte nelle omelie, nella catechesi, nella conversazione quotidiana. Grazie a Dio, non sono soltanto parole, ma una vera realtà nella Chiesa. C’è la generosità nel dare parte dei propri beni. C’è la generosità del dare se stessi: quanti missionari e missionarie, quante volontarie e volontari, che danno la loro vita fuori della propria patria, in paesi lontani, in mezzo a grandi difficoltà, mettendo in pericolo la loro stessa vita. C’é la generosità interiore, la generosità del cuore nei confronti di Dio, con il vicino, con il figlio malato di aids o tossicodipendente, con il marito in stato terminale, con la madre anziana che non può più badar a se stessa. Tante persone che forse non danno denaro, o ne danno poco, perché non ne hanno, e non partono nemmeno come missionarie o volontarie verso altri paesi, ma che danno se stesse, offrono il loro affetto, la loro pazienza, la loro disponibilità, il loro tempo, la loro virtù, la loro scienza.
Domenica 16 Gennaio
2.a del Tempo Ordinario (anno C)
S. Marcellino I; S. Tiziano; B. Giuseppe A. Tovinì
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore
Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2.14)
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 95)
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
(II Tessalonicesi 2.14)
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SALMO RESPONSORIALE (Salmo 20)
Rit: Signore, il re gioisce della tua potenza!
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.
Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
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La vera paralisi, che distrugge lo Spirito e l'anima, è il peccato. Per questo Gesù, prima del miracolo esteriore, compie il più importante: «Quello interiore».
Meditazione sul Vangelo di Mc 2,1-12
Che cosa è più facile?
Nel Vangelo di Marco, quella che abbiamo letto oggi è la prima occasione in cui Cristo perdona i peccati. A poco a poco si rivela l’ampiezza e la profondità della sua missione di Salvatore: curare e guarire malati e infermi, confortare i poveri, e scacciare demoni. Ma il vero motivo dell’Incarnazione, ciò che ha portato il Figlio di Dio tra noi, e che condurrà l’Agnello di Dio a morire sulla croce per noi, è quello di rimettere i peccati degli uomini, cioè restaurare il rapporto d’amore tra il Creatore e le sue creature.
Di fronte ai problemi, si possono assumere diverse linee di condotta. Ci si ferma, spaventati o imbarazzati, aspettando che cambi qualcuna delle circostanze. Oppure si affronta il problema, un poco alla volta, fermandosi a discutere di tutte le possibili alternative a ogni passo. O si va dritti alla soluzione, superando qualsiasi ostacolo intermedio per giungere quasi di slancio, all’obiettivo. Tra gli amici di quel paralitico doveva certo esserci qualcuno che aveva assunto quest’ultimo atteggiamento. Le case dell’epoca non avevano piani superiori, ma scoperchiare il tetto e calare il lettuccio con sopra l’infermo, senza che nessuno si facesse male, rimaneva, oltre che una trovata quantomeno originale, anche un’impresa difficile da realizzare. D’altra parte, una folla numerosa aveva gremito ogni metro quadro di quella casa. Cosa si poteva fare? Far chiamare fuori il Maestro. Oppure aspettare un po’: prima o poi sarebbe uscito. No. Non potevano aspettare. Meglio, non volevano aspettare. Pronti a realizzare l’imprevedibile per incontrare Cristo. Poi, un’altra sorpresa. Il Maestro, viste le sue condizioni, non lo cura, ma gli rimette i peccati. Al paralitico e, forse, anche ai suoi, questo bastava. Nessuno di loro si lamenta, né pretende di più. A Lourdes, pochissimi guariscono miracolosamente, ma moltissimi tornano pacificati e arricchiti spiritualmente. Recuperare la buona salute nel rapporto con Dio, questo è ciò che Gesù sa essere prioritario, per ciascun uomo. Poi, verrà anche la guarigione fisica. Aver cura della propria anima è la premessa per aver cura della vita sotto ogni altro aspetto.
14 Gennaio
1.a del Tempo Ordinario
S. Felice di Nola; S. Nino; S. Malachia pr.; B. Odorico da Pordenone
Canterò in eterno l’amore del Signore
1Sam 8,4-7.10-22a; Sal 88; Mc 2,1-12
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: Canterò in eterno l’amore del Signore.
Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.
Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele.
Un grande profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo.
(Luca 7,16)
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S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
L'amore di Gesù, è compassionevole perché sa che siamo tutti "lebbrosi "
13 Gennaio
1.a del Tempo Ordinario
S. Ilario (mf); S. Goffredo; S. Remigio
Salvaci, Signore, per la tua misericordia
1Sam 4,1b-11; Sal 43; Mc 1,40-45
Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
(Matteo 4,23)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 43)
Rit: Salvaci, Signore, per la tua misericordia.
Signore, ci hai respinti e coperti di vergogna,
e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatto fuggire di fronte agli avversari
e quelli che ci odiano ci hanno depredato.
Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola delle genti,
su di noi i popoli scuotono il capo.
Svegliati! Perché dormi, Signore?
Destati, non respingerci per sempre!
Perché nascondi il tuo volto,
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Gesù annunciava il vangelo del Regno e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
(Matteo 4,23)