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16 aprile, 2023

✝ Pensiero del 16 aprile 2023

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Rosario Angelo, TU hai avuto, quel soffio di grazia, nella MISERICORDIA DI DIO, nel giudicare l’uomo.

Barbara

Versetto del Giorno
Del resto, tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati.
II Timoteo 3:12

Giornata dedicata alla Divina Misericordia del Signore.

Nella Memoria Liturgica di santa Bernadette Soubirous

2.a DOMENICA DI PASQUA – (o DELLA DIVINA MISERICORDIA)

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,19-31
Il soffio di grazia.
Tra i doni che Gesù offre nelle Sue apparizioni troviamo spesso la pace. È il saluto abituale di Gesù. In questa apparizione, Gesù aggiunge il dono dello Spirito. Il vero protagonista della prima comunità cristiana è lo Spirito Santo che Cristo aveva promesso nell’Ultima Cena. Questa prima comunità cristiana si muove grazie alla forza dello Spirito. Tutti i prodigi dei quali ci parla la Prima Lettura sono dovuti a questa presenza dello Spirito. Allo stesso tempo, quando l’evangelista Giovanni dice che Cristo alitò su di loro, ci riporta alla memoria il soffio vivificante della creazione.
Oggi è un giorno propizio per fare una riflessione sul Battesimo. Questa domenica dopo Pasqua viene detta “in albis” perché coloro che avevano ricevuto il Battesimo nella veglia pasquale in questo giorno deponevano il loro vestito bianco. Sant’Agostino esortava a rivestirsi di Cristo e ad evitare che la cura del corpo accendesse i desideri cattivi. Occorre forse approfondire il significato del Battesimo. Quando riceviamo questo sacramento che ci rende figli di Dio, veniamo rigenerati non da sangue né da desiderio di uomo, ma rinasciamo da Dio. Siamo, dunque, creature nuove, essenzialmente diverse da quelle che sono prive di questa grazia. San Leone Magno dice che per mezzo del Battesimo rinasciamo per le cose future. Certamente il Battesimo ci purifica dal peccato originale, ci incorpora nella Chiesa, nel cui seno ci santifica, e vi sono molti altri benefici e frutti che questo sacramento produce. Ma, nel contempo, esso è un impegno: rinunciamo al Maligno per unirci a Cristo, per ricercare ciò che è di Cristo e per lottare e cancellare tutto quanto ci allontana da lui. Per mezzo del Battesimo diveniamo discepoli di Gesù. Ciò significa ascoltare e mettere in pratica la sua parola. Non possiamo limitarci solamente a professare una formula di fede. Sarebbe una fede morta. I battezzati sono persone vive, perché abbiamo la stessa vita del Risorto.
Dopo la morte di Cristo, gli apostoli rimasero soli. Ebbero paura al punto di rinchiudersi per il timore delle persone malevole. Avevano vissuto tre lunghi anni con il Maestro, ma non l’avevano capito, al punto che Cristo dovette rimproverarli seriamente (Lc 24,25). Non l’avevano capito perché il loro modo di pensare restava troppo terra terra. Vedendo Cristo impotente e senza coscienza sulla sua croce, essi avevano gettato tutt’intorno sguardi impauriti, dimenticando ciò che era stato detto loro: “Vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia” (Gv 16,22). Ed ancora: “Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
I discepoli si rallegrarono al vedere Cristo, furono rassicurati dalle sue parole: “Pace a voi! Ricevete lo Spirito Santo!”. Ma essi dovettero attendere la Pentecoste perché lo Spirito Santo venisse a purificare i loro spiriti e i loro cuori, a dare loro il coraggio di proclamare la gloria di Dio, di portare la buona novella agli stranieri e di infondere coraggio ai loro seguaci. Dio si è riavvicinato agli uomini ed essi si sono rimessi nelle sue mani, per mezzo di Cristo e dello Spirito Santo.
Concedendo agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha detto loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23). Come Cristo ha fatto con gli apostoli, così il vescovo, imponendo le mani ai sacerdoti che vengono ordinati, trasmette oggi il potere dello Spirito Santo, che permette loro di dispensare i sacramenti e, attraverso di essi, di assolvere i peccati. Ogni sacramento, non solo evoca il ricordo di Cristo, ma è Cristo in persona, che agisce immediatamente per salvare l’uomo. Nel dispensare i sacramenti, la Chiesa si mette in un certo senso ai piedi della croce per portare la salvezza ai credenti. Come potrebbe quindi dimenticare la fonte dalla quale scaturiscono le grazie di salvezza che sgorgano dalle sue mani?
Dio realizzerà il suo più grande desiderio, renderà l’uomo felice se egli lo vorrà, se risponderà “sì” al Padre che gli offre la gioia, a Cristo che gli porta la salvezza, allo Spirito Santo che gli serve da guida.
Dio non impone il suo amore agli uomini. Egli attende che l’uomo stesso faccia un passo in avanti. Dio salva chi si apre a lui per mezzo della fede, della speranza e dell’amore. Dio si avvicina, e anche l’uomo deve avvicinarsi a lui. Allora Dio e l’uomo si incontrano sullo stesso cammino, in Cristo, nella sua Chiesa.
Cristo non è solo uomo, né solo Dio. È Dio e uomo allo stesso tempo; grazie a questa duplice natura, egli è come un ponte teso tra l’umanità e Dio. Il sacrificio offerto a Dio da Cristo ha cancellato le colpe passate, presenti e future. “Egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso” (Eb 7,27). Da allora gli uomini possono “per mezzo di lui accostarsi a Dio” fiduciosi del fatto che “egli resta sempre” (Eb 7,25).
Così, per la sua natura prodigiosa e il suo sacrificio completo, Cristo è il solo Intercessore e Sacerdote Supremo. In Cristo, gli uomini ritornano al Padre. In Cristo il Padre rivela agli uomini l’amore che egli porta loro.
È sempre più facile avvicinarsi a Dio prendendo la mano caritatevole che il Padre tende all’uomo per aiutarlo a seguire Cristo, nostro Redentore. Tale è il senso del salmo che evoca l’uomo miserabile il cui grido giunse fino agli orecchi del Signore, e che fu liberato dai suoi mali.

Domenica 16 Aprile 

2.a di Pasqua (anno A) [DIVINA MISERICORDIA] 

S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre

At 2,42-47; Sal 117; 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

Rendete grazie al Signore perché è buono: «Il suo amore è per sempre»

Alleluia, alleluia.Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.
(Giovanni 20,29)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: Rendete grazie al Signore perché è buono: «Il suo amore è per sempre».

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Alleluia, alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia.
(Giovanni 20,29)

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