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07 aprile, 2023

✝ Pensiero del 07 aprile 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, NOSTRO CIRENEO, aiutaci, a portare la CROCE, di tutti i giorni.

Barbara


Versetto del Giorno

Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

Luca 23:34


VENERDÍ DELLA SETTIMANA SANTA
Meditazione sul Vangelo di Gv 18,1-19,42
Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto.
Oggi celebriamo la Pasqua dell’immolazione del Figlio di Dio. La liturgia propone all’inizio del rito la prostrazione silenziosa davanti al mistero dell’amore di Dio offerto per noi. Tutto tace, perché ogni parola è assorbita dal Verbo immolato e risorto. Non siamo nella giornata del lutto, ma del mistero. Infatti, il colore della liturgia è il rosso, il colore della vita, del sangue, dei martiri. Siamo di fronte a Colui che non subisce la morte, ma vi va incontro per sconfiggerla e liberare tutti gli uomini dalle sue spire velenose che si esprimono nel peccato. Ecco il perché della lunga preghiera universale che scende dall’ambone per raccontarci i mille rivoli del sangue di Cristo, che raggiunge tutti, dal Papa fino all’ultimo uomo: nessuno è oramai escluso dal potere dell’amore crocifisso. È celebrata l’universalità della salvezza. Il rito dell’adorazione della croce non è un atto di devozione o di pietà. Ci genuflettiamo davanti alla croce il venerdì santo, perché adoriamo il Figlio di Dio nell’atto di immolarsi e gloriosamente sconfiggere il peccato e la morte. Noi con quel gesto adoriamo la presenza della sua Pasqua. Signore Gesù Cristo, per noi bai accettato la sorte del chicco di grano che cade in terra e muore per produrre molto frutto. Ci inviti a seguirti su questa via quando dici: «Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna». Noi, però, siamo attaccati alla nostra vita. Non vogliamo abbandonarla, ma tenerla tutta per noi stessi. Liberaci dalla paura della croce, dalla paura di fronte all’altrui derisione, dalla paura che la nostra vita possa sfuggirci se non afferriamo tutto ciò che essa offre. Aiutaci a smascherare le tentazioni che promettono vita, ma le cui profferte, alla fine, ci lasciano soltanto vuoti e delusi. Aiutaci a non impadronirci della vita, ma a donarla. Aiutaci, accompagnandoti sulla via del chicco di grano, a trovare, nel «perdere la vita», la via dell’amore, la via che veramente ci dona vita, vita in abbondanza.
La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre.
Spesso, è la “tentazione” di fronte alla sofferenza che ci impedisce di fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza “santa”. Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova dell’amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte “santa”: la morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua.
Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio, non potremo trovare la pace del suo amore.
Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù.
Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.
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La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.
In questo giorno la santa comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prendere parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del giorno.
Il sacerdote e il diacono indossano le vesti di color rosso, come per la Messa.
Si recano poi all’altare e, fatta la debita riverenza, si prostrano a terra o, secondo l’opportunità, s’inginocchiano. Tutti, in silenzio, pregano per breve tempo.

Venerdì 07 Aprile

VENERDÍ SANTO [CENA DEL SIGNORE] 

S. Giovanni Battista de La Salle; S. Ermanno G. di Colonia  

Is 52,13-53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1-19,42

Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte ed a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.


Gloria e lode a te, Cristo Signore!

(Filippesi 2,8-9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 30)
Rit: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

Sul tuo servo fa splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte ed a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.


Gloria e lode a te, Cristo Signore!

(Filippesi 2,8-9)

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