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10 aprile, 2023

✝ Pensiero del 10 aprile 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario Angelo, oggi è la festa dell’Angelo, TU, lo eri, sulla Terra, poi da quasi trentatré anni, lo sei, Eternamente. Auguri tesoro mio!

Barbara


Versetto del Giorno

Verrò presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona.

Apocalisse 3:11

Oggi, si ricorda la nascita di Madre Elena Aiello


LUNEDÍ DELL’ANGELO
Meditazione sul Vangelo di Mt 28,8-15
Scelte per il primo annuncio.

Le donne delle quali parla san Matteo in questo racconto sono le stesse che furono presenti sul Calvario e che l’evangelista Giovanni nomina una ad una. Esse sono quelle che accorsero al sepolcro per completare l’opera di imbalsamazione del corpo di Gesù. Fu per loro una vera sorpresa trovare il sepolcro vuoto e una sorpresa ancor più grande udire dall’angelo l’annuncio della Sua Risurrezione. Certamente fu una gioia addirittura indicibile quella che provarono al vedere lo stesso Gesù il quale le rese, così, portatrici dell’annuncio della Risurrezione. È un vangelo segnato dai contrasti: da un lato la gioia della Risurrezione di Gesù e dall’altro l’atteggiamento di chiusura delle autorità ebraiche. Il tono del vangelo cambia radicalmente con l’evento della Risurrezione: dalla tristezza del Calvario alla gioia straripante della Domenica di Risurrezione. La pedagogia divina nella storia della salvezza è sempre la stessa: la scelta dei più poveri, di coloro che sembrerebbero meno affidabili per comunicare le verità più essenziali della fede. Perché Gesù dovrebbe scegliere delle donne per farne le prime evangelizzatrici della sua Risurrezione? Nel vangelo possiamo constatare una realtà molto confortante per le donne: alcune delle donne che il Maestro incontrò durante la sua vita terrena non dubitarono mai di Lui. Tra le donne del vangelo nessuna lo rinnegò. Il sostegno della fede non si trova tanto nell’intelligenza quanto nel cuore, nell’amore. Mosse dall’amore, furono le donne le più premurose nel voler tornare alla tomba per stare con quel Gesù che esse credevano fosse morto. Quell’amore fu ricompensato in misura sovrabbondante. Cristo lo si scopre più per amore che per ragionamento. Per questo agli scribi e ai farisei costava di più credere in Gesù, nonostante tutte le manifestazioni di benevolenza che aveva dato loro il Signore. Ma essi non seppero corrispondere a tutte quelle dimostrazioni di vicinanza e perfino di affetto. È molto difficile credere quando il cuore è indurito. Quando il cuore riconosce i benefici di Dio, quando il cuore si apre all’amore di Dio, la fede diventa più semplice. È più semplice scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti della propria vita: nei momenti di gioia e nei momenti di dolore: sul Calvario e alla Risurrezione.
In questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta con loro e per loro fino all’ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il significato della vita.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca, come oggi.
San Matteo parla di Maria di Magdala e dell’“altra Maria”, che incontrano un angelo al levarsi del giorno vicino alla tomba. Quando gli obbediscono e lasciano la tomba, il Cristo risuscitato va ad incontrarle. Conferma egli stesso la missione che li aspetta: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
Ed è anche presso la tomba vuota che si sviluppano la nuova opposizione - che contesta la risurrezione - e il rifiuto di credere. Mentre le due donne sono in cammino, le guardie si recano in città dai loro capi. Questi sanno che è inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza terrestre può resistere od opporsi all’opera di Dio. Pertanto, poiché non possono accettare la verità della Pasqua, danno al mondo una “spiegazione”. Spiegazione che può trarre in inganno solo coloro che si rifiutano di incontrare il Signore.


Lunedì 10 Aprile 

Ottava di Pasqua [LUNEDÍ DELL’ANGELO]

S. Palladio; S. Maddalena di Canossa; S. Fulberto  

At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15

Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».


Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

Alleluia.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

Alleluia.

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