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14 settembre, 2022

✝ Pensiero del 14 settembre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

La Croce e l'Albero le cui radici affondano, nel cuore del mondo santificandolo.

Mercoledì – 24.a Tempo Ordinario – ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE – P

Questa festa, detta “esaltazione“, giunse a partire dal VII secolo in Occidente dalla Chiesa d’Oriente. In origine legata alla dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo, dopo il primo leggendario ritrovamento ad opera di Elena, madre dell’imperatore Costantino, commemorava il recupero della preziosa reliquia da parte dell’imperatore Eraclio nel 628. Simbolo e compendio della religione cristiana, la croce, “albero della vita”, è il segno con cui, nel Battesimo, veniamo configurati a Cristo nella morte e nella gloria. La glorificazione di Cristo passa attraverso il tormento della croce. L’infamante supplizio (“crux“, in latino “tormento“) riservato agli schiavi, diviene gloria eterna: Cristo si sottomette volontariamente all’umiliante condizione di schiavo. Il cristiano, accogliendo il messaggio evangelico presentato dagli Apostoli (che è, appunto, “presentazione di Cristo crocifisso”), portando quotidianamente la propria croce, sopportando ingiurie e sofferenze come Gesù, “viene crocifisso con Cristo” e partecipa così alla gloria del Risorto.

Meditazione sul Vangelo di Gv 3, 13-17

…perché il mondo si salvi per mezzo di Lui.

La festa dell’Esaltazione della Santa Croce è nata nei primi secoli, in Gerusalemme. Il 13 settembre del 335 venne consacrata nella Città Santa la basilica della Risurrezione, voluta da Elena e Costantino, e il giorno dopo vennero mostrate per la prima volta al popolo le reliquie della croce del Salvatore. Dal VII secolo l’esposizione del legno della croce alla venerazione dei fedeli è arrivata a Roma, dove la tradizione, fondendosi con la liturgia, ne ha approfondito il significato quale mezzo di salvezza. Le parole che Gesù rivolge a Nicodemo nel Vangelo di oggi ci introducono in questo mistero di amore e di salvezza.

 “Il Dio che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori”; così parlava Papa Benedetto XVI, nel giorno della Messa inaugurale del suo Pontificato. Questa sua affermazione sembra racchiudere per noi, oggi, il senso della Festa dell’Esaltazione della Croce, immettendoci direttamente nel discorso che Cristo fa a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di Lui”. Cristo sa di essere mezzo di salvezza, e sa che la croce su cui dovrà salire ed essere confitto diventerà la via della salvezza. Ma chi può introdurci in questo mistero? Dov’è oggi la croce di Cristo che salva? Come riconoscerla? Non abbiamo bisogno di tante parole, ma abbiamo bisogno, il mondo ha bisogno, di testimoni della croce. Negli indimenticabili giorni di agonia del defunto Giovanni Paolo II, lo sguardo e il cuore del mondo sono stati “feriti” da un raggio di quella luce che proviene dalla croce di Cristo. L’umanità, anche quella inconsapevole, ha potuto vedere e partecipare ad un’opera della salvezza: un uomo solo, abbracciato strettamente alla sua croce, visibilmente sfigurato dal dolore, ha fatto alzare gli occhi di tutti verso il cielo. “Attirerò tutti a me”. Non c’è stato uomo, da oriente ad occidente, che anche solo per un attimo non abbia rivolto il pensiero a Dio. Ecco l’opera della salvezza, opera d’amore che ha come compimento ultimo la vita, la vita vera, eterna, in Dio, il ritorno in Dio nostra Patria. “La croce”, diceva Giovanni Paolo Il, “piantata in terra, si proietta in alto, come un indice puntato al cielo, un indice che addita la bontà di Dio”. Esaltare la croce è, allora, professare la nostra fede nel Figlio mandato per amore dal Padre, scoprire il suo dolore legato al nostro, e ritrovarci insieme con Lui trasfigurati nella Risurrezione.

Mercoledì 14 Settembre 2022
Esaltazione della Santa Croce (f); S. Gabriele T.D.
24.a del Tempo Ordinario
Nm 21,4b-9 opp. Fil 2,6-11; Sal 77; Gv 3,13-17
Non dimenticate le opere del Signore!

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 77)
Rit: Non dimenticate le opere del Signore!

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.

Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua croce hai redento il mondo.


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