Memoria
Nel 1902 in questo giorno, si svolsero i funerali di Maria Goretti, nella parrocchiadi Santa Barbara, parrocchia, adiacente all’ospedale.
Ma il ricovero che lasciò un’eco perenne fu quello della sera del 5 luglio 1902, quando dalla vicina tenuta delle Ferriere giunse in Ospedale il corpicino straziato di Santa Maria Goretti. La giovinetta, per difendere la sua innocenza, era stata selvaggiamente trafitta 14 volte con un lungo punteruolo di 27 centimetri. Consapevole della gravità della situazione, il dottor Bartoli prima dell’intervento aveva fatto chiamare il cappellano fra Martino Guijarro, perché la confessasse. L’intervento durò oltre un’ora, ma la piccola martire morì all’indomani per complicazioni infettive, impossibili a dominare in quell’epoca in cui non esistevano ancora gli antibiotici. Subito dopo l’intervento la ricoverarono in un villinetto al margine della proprietà, riservato alle donne fu lì che fra Guijarro seguì l’agonia della piccola Marietta e notò la devozione mariana della giovinetta e di come mantenesse fisso lo sguardo su un’immagine della Madonna che adornava la parete della stanza e pensò allora di proporle di iscriversi tra le figlie di Maria, la giovinetta accettò con entusiasmo e baciò con devozione la medaglietta che Fra Guijarro le mise al collo. Passò a confortarla anche Don Signori e la esortò a perdonare il suo aggressore, cosa che fece anche Fra Guijarro. La fine appariva imminente e prima di somministrarle come Viatico la Santa Comunione, le chiese ancora se perdonavo il feritore. Senza esitazione ella replicò che per amor di Gesù lo perdonava, anzi desiderava anche per lui il Paradiso. Fu quel perdono il tocco finale della santità della fanciulla, tanto che la stanza in cui ella spirò e che fu poi trasformato in cappella, viene oggi significativamente, indicata come Tenda del Perdono Quando la mattina dell’8 luglio venne celebrato il funerale nella Chiesa dei Fatebenefratelli, uno folla strabocchevole, venuta da Nettuno e da Anzio, accorse alla Messa Solenne, presieduta da Don Signori con tutto il Capitolo della Collegiata e poi un lungo corteo i snodò per accompagnare verso il cimitero, sito all’altro lato del paese, il feretro, che fu portato a spalla attraverso le vie cittadine.
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