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10 luglio, 2022

✝ Pensiero del 10 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Lc 10, 25-37

Va’ e anche tu fa lo stesso.

La prima lettura è armonizzata con il Vangelo. Il testo del Deuteronomio rivela che la Parola di Dio è vicina alla vita del credente. E la massima espressione della vicinanza è nel comandamento di amare il prossimo senza sconti. Lo sperimenta la Samaritana, anche se riconosce solo una parte della Scrittura. La parabola del Buon Samaritano capovolge l’idea di “prossimo”. Non chiunque si avvicina a te, ma tu che ti avvicini a chi è nella necessità, senza guardare al ruolo che questi occupa, e ti fai suo prossimo.

Le letture evidenziano la relazione tra l’osservanza dei comandamenti e la vita. Nel libro del Deuteronomio la vita è quella di questo mondo, con tutto ciò di cui una persona necessita. Nel Vangelo la domanda verte sulla vita eterna, caratterizzata dalla comunione con Dio, prima che dalla durata perenne. La vita si sviluppa in forza dell’amore che sappiamo concretizzare. Dobbiamo chiederci allora, se nelle scelte della vita seguiamo il Samaritano o il sacerdote e il levita. “Chi è il mio prossimo?”. “Chi è il mio Dio?”. Gesù spiega, con questa parabola, il mistero di Dio. Ha saputo creare una visione di come Dio è in realtà. Non è un racconto edificante per richiamare elementi di solidarietà o carità; la forza non è nelle parole “va’ e anche tu fa’ lo stesso”, ma nell’atteggiamento che il Samaritano fa suo, il suo fermarsi e prendersi a cuore la situazione di quel malcapitato. Il Buon Samaritano sembra rivelare il metodo con cui Dio ha agito e agisce. Qui la parabola ci porta a contemplare questo Dio che ci chiede di fermarci davanti a tutte le situazioni che la vita di ogni giorno ci presenta, di non passare oltre, di non essere superficiali. «C’è tanto mistero», dirà sant’Ambrogio, che rileva che il Samaritano discende, e chi è che discende dal cielo se non il Figlio dell’Uomo che è salito al cielo? Gesù si è fatto nostro prossimo, ecco perché non poteva non parlare del Padre e ci lascia una provocazione: “Va’ e comportati così”. Dobbiamo, però, essere convinti dell’amore di Dio verso di noi e del suo venirci in aiuto, esortandoci continuamente.

Domenica 10 Luglio 
Ss. Rufina e Seconda; Bb. Emanuele Ruiz e c.; S. Canuto
15.a del Tempo Ordinario (anno C)
Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37
I precetti del Signore fanno gioire il cuore

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. 

(Giovanni 6,63.68)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. 

(Giovanni 6,63.68)

09 luglio, 2022

✝ Pensiero del 09 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non dobbiamo avere paura, perché il PADRE CELETE, ha cura di noi.

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 24-33

Quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti.

Sempre continuando il discorso sulla missione, Matteo unisce in questo brano diverse parole di Gesù, dette in circostanze e con motivazioni diverse. La teologia della missione comprende una riflessione sulla necessità della lotta, sulla solidarietà che deve unire Maestro e discepolo nell’annuncio, sulla fiducia in Dio ed infine sulla ricompensa. La parola di Gesù, gridatelo sui tetti, si riferisce al fatto che il lieto annuncio è per tutti e bisogna essere franchi, disposti a dare la vita per annunciarla. Per me il Vangelo è annuncio di liberazione? Allora perché non lo grido anch’io? Non sarà che onestamente devo riconoscere che, in fondo, io di liberazione non ne ho avuto esperienza? Ci devo riflettere seriamente.

Nell’esperienza di missione emerge fortemente che il discepolo è, ancora una volta, chiamato a sperimentare, in modo chiaro, di non essere da più del Maestro. Il chiamato non solo segue il chiamante, ma è coinvolto e compreso da Dio e accompagnato da questa convinzione: Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Una consapevolezza che libera dalla solitudine, che spinge a non avere timore della morte, a testimoniare, in mezzo alle situazioni più diversificate, che si è incontrato Colui che ha modificato radicalmente il modo di agire e pensare umano. È un’esperienza, quella del mandato, che lo rende una provocazione perenne per quanti lo guardano. «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli, chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». C’è, dunque, una chiamata a essere veramente uniti e chi vede il discepolo non può che vedere anche il Maestro. Annunciare il Vangelo è confessare Cristo davanti agli uomini. Non è sempre così semplice e la missione del discepolo è caratterizzata dalla scelta di Gesù, perché Egli, ogni giorno, torna a chiamare, a togliere dalle proprie abitudini e modi di pensare.

Sabato 9 Luglio 
Ss. Agostino Zhao Rong e c. (mf); S. Veronica Giuliani
14.a del Tempo Ordinario
Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33
Il Signore regna, si riveste di maestà

Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.

(I Pietro 4,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di maestà.

Oppure:
Santo è il Signore, Dio dell’universo.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

(I Pietro 4,14)

08 luglio, 2022

✝ Pensiero del 08 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 16-23

Come pecore in mezzo ai lupi.

Il vangelo di oggi raccoglie le raccomandazioni di Gesù ai suoi apostoli mentre li invia alla missione. Li avverte che andranno nel mondo come pecore in mezzo ai lupi, cioè indifesi, incontro ad un mondo nel quale regnano la menzogna e l’ingiustizia. La loro sicurezza e la loro forza è solo Dio. Invece, il mondo è aggressivo e oppone resistenza al messaggio di pace e di verità di Cristo. Il mondo non accoglie gli apostoli, ma vuol toglierli di mezzo, perché portano alla luce i suoi inganni e le sue menzogne. In effetti, le tenebre fuggono dalla luce.

Gli apostoli dovranno coniugare due virtù apparentemente opposte: la sagacia e la semplicità. Dovranno essere come serpenti e al tempo stesso come colombe. Dovranno adottare un atteggiamento da martiri, cioè dovranno lasciarsi colpire dal male, ma senza cedere ad esso. Lo affronteranno con coraggio e, fondati in Cristo, lo vinceranno. Lo Spirito Santo suggerirà quel che dovranno dire davanti ai tribunali. Cioè, essi annunceranno la verità a costo della vita. Il Signore non promette pace e facili successi ai suoi apostoli, al contrario, annuncia loro persecuzioni, arresti, interrogatori, odio a causa del suo nome. Un panorama piuttosto scoraggiante. Tuttavia, gli apostoli seguono Gesù, e con l’eccezione di uno, lo seguono fino alla fine. Quando un uomo incontra l’amore di Dio allora è redento, allora nasce la speranza, allora può affrontare il presente, benché sia difficile e pieno di sofferenze. L’amore incondizionato di Dio ci offre la ragione e il senso per affrontare la situazione attuale. Gli apostoli sono uomini di speranza, uomini che hanno vissuto l’incontro con l’amore di Dio. Essi possono dire che la loro scelta fondamentale consiste in questo: noi abbiamo creduto nell’amore di Dio. Questa è la ragione ultima dell’operare e soffrire, per questo predicano, per questo si lasciano condurre ai tribunali, per questo danno testimonianza e per questo, in molti casi, sono morti per la loro fede in Gesù. In effetti, il cristiano è una pecorella in mezzo ai lupi. Diceva Papa Benedetto XVI: «In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza» (Omelia, 28 giugno 2008). E il libro del Siracide: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione».

Venerdì 8 Luglio 
Ss. Aquila e Priscilla; S. Adriano III; B. Pietro Vigne
14.a del Tempo Ordinario
Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23
La mia bocca, Signore, proclami la tua lode

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: La mia bocca, Signore, proclami la tua lode.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 16,14)

07 luglio, 2022

Oggi ricordiamo il giorno in cui Albino Luciani venne ordinato sacerdote. 07 luglio 1935- 07 luglio 2022

 07 luglio 1935- 07 luglio 2022


Oggi ricordiamo il giorno in cui Albino Luciani venne ordinato sacerdote.

87 anni fa. Sono tanti? Sono pochi? La storia è fatta di momenti ed è giusto tenerli vivi.



✝ Pensiero del 07 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Dio, ci ama gratuitamente, grati d'essere graziati, amiamo.

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 7-15

Gratuitamente date.

La figura di Giuseppe del brano dalla Genesi ci commuove: egli, venduto ingiustamente dai suoi fratelli, si rivela loro e li invita ad avvicinarsi e a non temere per come lo avevano trattato, perché Dio lo aveva inviato in Egitto così che potesse un giorno salvar loro la vita. Anziché rimproverare i suoi fratelli, Giuseppe legge il piano superiore della salvezza divina: Dio lo ha mandato per salvare. La storia di Giuseppe è una  prefigurazione della storia di Cristo, della sua passione e glorificazione.

Gesù è stato venduto per invidia dai suoi fratelli, cioè da noi. Egli è venuto da parte di Dio per restituirci la salute. Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito per salvarlo. Gli apostoli, come leggiamo nel Vangelo, ricevono la missione di annunciare questa salvezza, devono guarire e scacciare i demoni, perdonare e dare gratuitamente perché gratuitamente hanno ricevuto. L’amore di Dio è sempre gratuito, è un dono. Una delle situazioni più difficili per un uomo è sperimentare l’ingiustizia, la mancanza di equità da parte di un altro essere umano, massimamente quando queste essere umano è un amico, un fratello, una persona cara. Dice il salmo 41 «Anche l’amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno». Questa esperienza dell’ingratitudine umana e della mancanza di lealtà crea un profondo sconcerto. Si apre una ferita affettiva che è difficile cicatrizzare. Si perde la fiducia nella persona amata e si nutre un oscuro risentimento. Eppure, oggi la figura di Giuseppe ci rivela il pensiero di Dio riguardo al peccato e alla mancanza di nobiltà nell’uomo. Il Signore è giusto e non può tollerare il peccato, ma non vuole la morte del peccatore bensì che questi si converta e viva. Giuseppe ci rivela con anticipo il cuore di Cristo, che perdona i suoi fratelli, cioè noi. Si offre, intercede per noi, prende su  di sé il castigo e ci porta la pace. Forse l’unico modo di superare il risentimento e perdonare di cuore chi ci ha danneggiato o ferito, specialmente se è una persona cara, è contemplare Cristo che si offre per la salvezza di tutti noi. Quando non c’era nulla da amare in noi, egli ha dato la sua vita in riscatto per ciascuno. Con san Paolo possiamo dunque esclamare: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?».

Giovedì 7 Luglio 
S. Panteno di Alessandria; S. Odone; S. Sisoe; B. Carlo Liviero
14.a del Tempo Ordinario
Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15
Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 79)
Rit: Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

06 luglio, 2022

Erano le 15,45 di domenica 6 luglio 1902.

 Erano le 15,45 di domenica 6 luglio 1902.

Marietta aveva 11 anni, 8 mesi e 20 giorni.
-Marietta, Gesù è morto perdonando al buon ladrone e tu perdoni di cuore il tuo assassino?
-Si per amore di Gesù lo perdono! anzi.. voglio Alessandro vicino a me in Paradiso.
E venne Gesù, il Martire Divino a coronare la sua sposa d'amore.. quel Gesù che non le sarebbe venuto mai meno e nessuno avrebbe mai potuto staccare da lei.
"Quel Gesù che fra poco vado a vedere", disse semplicemente Marietta.



Santa Maria Teresa Goretti

 Santa Maria Teresa Goretti


Nome: Santa Maria Teresa Goretti
Titolo: Vergine e martire
Nascita: 16 ottobre 1890, Corinaldo
Morte: 5 - 6 luglio 1902, Nettuno
Ricorrenza: 6 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:Latina
Protettrice:giovani e vittime di violenza 
Sito ufficiale:www.santamariagoretti.it                    https://www.santuaritaliani.it/santuario/madonna-delle-grazie-e-s-maria-goretti/



Il 16 ottobre 1890 a Corinaldo la terzogenita Maria veniva a rallegrare con i suoi vagiti la povera e laboriosa famiglia dei coniugi Goretti.

Ebbe una buona e cristiana educazione dai genitori esemplari. Divenuta orfana di padre ancora in tenera età, aiutò la mamma, fu custode vigile dei fratellini, contribuì alla loro educazione cristiana, si applicò a sbrigare la maggior parte delle faccende domestiche, affinché la mamma potesse dedicarsi al lavoro per guadagnare il pane.

Prendeva tutto con rassegnazione e con filiale abbandono nel Signore.

Il 16 giugno 1901 Marietta, con una gioia indescrivibile, si accostò per la prima volta alla Mensa dell'Agnello Immacolato. A soli dodici anni, per il precoce sviluppo, era divenuta una giovanetta che si distingueva per la sua semplicità e per una purezza angelica. Coi Goretti coabitava un giovane, Alessandro Serenelli. Costui, divenuto orfano di madre quando ne aveva maggiormente bisogno, era di carattere chiuso, solitario. Il vizio dell'impurità, fomentato dalla lettura di stampe immorali, aveva guastato il suo cuore. Per due volte ebbe l'ardire di tentare Marietta. La fanciulla si rifiutò energicamente, anzi racchiudendosi in un'amara angoscia, pregò sempre di più Gesù affinché le desse la forza di combattere e di vincere. Ma, mentre la giovanetta confidava nell'aiuto divino, Alessandro macchinava un orrendo delitto, se, non fosse riuscito nel suo intento.

Il 5 luglio 1902 nell'aia adiacente al caseggiato, il lavoro agricolo ferveva come sempre. Alessandro montò su un carro; era serio e preoccupato: ad un certo punto con un pretesto qualsiasi lasciò la guida del carro a mamma Assunta, salì in fretta le scale ed entrò in casa; sul pianerottolo Marietta stava rammendando una camicia; passati alcuni istanti, riapparve sull'uscio e fissatala con occhio infuocato le intimò: « Maria, vieni dentro ».

Marietta non si mosse; il suo cuore innocente presagiva e tremava. Alessandro allora, invaso da satanico furore, la prese per un braccio e trascinatala brutalmente dentro, chiuse la porta con un calcio. La giovanetta si trasformò in lottatrice coraggiosa e intrepida. Al seduttore gridò: « No! No! Dio non vuole!... Che fai Alessandro?... Non mi toccare, è peccato; tu vai all'inferno! ». A nulla valsero queste sante parole, anzi la passione si tramutò in odio, e impugnato un coltello la trapassò quattordici volte, lasciando a terra la martire tramortita. L'ultimo grido della martire fece accorrere i vicini. Quale lo strazio di mamma Assunta nel vedere la sua Marietta così ridotta! Vane furono le cure dei medici: ormai le rimanevano poche ore di vita.

Non un lamento uscì dalle labbra della santa martire nelle lunghe venti ore di agonia, ma solo preghiere, e negli ultimi istanti di vita anche parole di perdono per il suo uccisore: « Sì, lo perdono; lo Perdono di cuore e spero che anche Dio lo perdoni, perché lo voglio con me in Paradiso ».

PRATICA. Chi ama veramente la purezza rinuncia a tutto, anche alla vita.

PREGHIERA. Ascoltaci, o Dio nostro Salvatore, e fa' che impariamo ad imitare S. Maria Goretti, tua vergine e martire, nelle molte tentazioni di questa misera vita, per poi conseguire l'eterna beatitudine in Cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Maria Goretti, vergine e martire, che trascorse una difficile fanciullezza, aiutando la madre nelle faccende domestiche; assidua nella preghiera, a dodici anni, per difendere la sua castità da un aggressore, fu uccisa a colpi di pugnale vicino a Nettuno nel Lazio.

✝ Pensiero del 06 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


06 LUGLIO 1902 - 06 LUGLIO 2022
Nella MEMORIA della NASCITA CELESTE di SANTA MARIA TERESA GORETTI

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 1-7

Predicate che il Regno dei Cieli è vicino.

Il Vangelo ci narra la scelta degli apostoli. Il Signore li manda non solo a predicare, ma anche a guarire, dà loro il potere di scacciare i demoni e di alleviare ogni tipo di sofferenza. Certo, devono annunciare che il Regno dei cieli è vicino. Si tratta di un momento solenne nella vita di quegli uomini. Gesù stesso, come al giovane ricco, li guarda con amore e quello sguardo è un invito a passare dalla dimensione dei  comandamenti a quella della donazione di sé. Cristo chiede la loro vita. Chiede loro di offrire la loro forza, la loro parola, i loro ideali, sta chiedendo loro di vivere e morire per lui. Soprattutto, gli chiede di confidare in lui, di confidare nella loro missione. Gli apostoli lo comprendono e si avviano come Abramo, senza sapere esattamente dove andranno, ma confidando nell’amore di Gesù.

La scelta degli apostoli è un brano su cui occorrerebbe tornare spesso perché ci parla della partecipazione di tutti noi uomini alla missione di Gesù. Il Signore scaccia i demoni, guarisce i ma lati e predica la buona novella. Proprio le stesse cose che devono fare i suoi apostoli: non solo annunciano una dottrina, ma una nuova maniera di vivere, annunciano anzi la “vera maniera di vivere”, quella che rende davvero felici, quella che ci riconduce alla grazia del principio, al piano di Dio quando creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. Gli apostoli sono come degli ambasciatori di Cristo, come se Cristo stesso esortasse per mezzo di loro. Non solo devono predicare, non solo annunciano una legge che deve essere osservata. Essi, a imitazione di Gesù, guariscono, salvano, danno la vita. Il cristianesimo non è una serie di precetti che obbligano e coartano la libertà. Non è una serie di norme che dicono “non si deve o si deve questo o quello. È, invece, un continuo “sì”. È un sì a tutte le promesse che Dio ha fatto ad Israele. Il Vangelo è un dono, è un regalo di Dio che ci salva. Quando la voce di Cristo risuona nel cuore e ci chiede di seguirlo più da vicino, si diventa coscienti che non si vive più per sé, che la propria vita è amorosamente abbandonata nelle mani di Dio, perché sono mani che salvano.

Mercoledì 6 Luglio 

S. Maria Goretti (mf); S. Maria Teresa Ledochowska
14.a del Tempo Ordinario

Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7 

Ricercate sempre il volto del Signore  

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Ricercate sempre il volto del Signore.

Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
«Gioisca il cuore di chi cerca il Signore».


Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

«Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi».

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

05 luglio, 2022

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022
In quest'ora SANTA MARIA TERESA GORETTI INIZIAVA IL SUO CALVARIO
DONANDO LA SUA PUREZZA A DIO.



✝ Pensiero del 05 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022
Nella MEMORIA del MARTIRIO DI SANTA MARIA TERESA GORETTI

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 32-38

Il muto cominciò a parlare.

A Gesù viene presentato un uomo muto posseduto dal demonio. Il Signore, che ha potere sul nemico, scaccia il demonio e l’uomo recupera l’uso della parola. È una meravigliosa immagine dell’opera della salvezza: il nemico della nostra anima viene sconfitto da uno più forte e per noi si aprono di nuovo le porte del paradiso per lodare Dio. È Gesù, che percorre i villaggi insegnando e annunciando il vangelo, guarendo e consolando, riconducendo le pecorelle alla casa del Padre. Il suo cuore si commuove al vedere le sofferenze degli uomini.

Il diavolo, nemico della nostra anima, frappone ogni genere di ostacolo per impedire che la nostra lingua lodi il nome di Dio, che i nostri passi non seguano la via di Dio, che il disegno di gloria e felicità per cui l’uomo è stato creato, venga infranto per sempre. Il nemico è menzognero dal principio, è omicida, desidera la morte dell’uomo. Il Vangelo ci mostra un uomo muto posseduto da uno spirito maligno e il Signore interviene in suo aiuto: scaccia il demonio dal suo cuore, distrugge la morte e il peccato, e restituisce quell’anima alla felicità e alla lode. Il peccato, cioè la perdita della fiducia in Dio, a vantaggio della fiducia nel nemico, ci rende muti. La nostra voce non è più armoniosa, non si unisce più alla sinfonia della creazione, è un mormorio inintelligibile. La grazia della penitenza ci restituisce la voce con la quale lodiamo Dio, con la quale esprimiamo l’amore, con la quale rendiamo grazie per le benedizioni del cielo. La gente si meraviglia, i farisei, invece, non si fidano di Gesù, sono sospettosi. Ma il Signore non si trattiene, va avanti, percorre i villaggi, insegna, annuncia la buona notizia: Dio ci ama e ci manda il suo Figlio a salvarci. Siamo dispersi come pecorelle e ora abbiamo un pastore che ci abbraccia con amore per condurci al cielo. Com’è triste essere come i farisei e continuare a dubitare di un Dio che è amore!

Martedì 5 Luglio 

S. Antonio M. Zaccaria (mf); S. Domezio; Bb. Matteo Lambert e c.
14.a del Tempo Ordinario

Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38 

Casa d’Israele, confida nel Signore 

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 113B)
Rit: Casa d’Israele, confida nel Signore.

Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.

Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.

Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano.
Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!

Israele, confida nel Signore:

«Egli è loro aiuto e loro scudo».

Casa di Aronne, confida nel Signore:

«Egli è loro aiuto e loro scudo».

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

04 luglio, 2022

Nella MEMORIA DEL NASCITA TERRENA di Don Giuseppe Diana Auguri di CUORE buon compleanno

 Nella MEMORIA DEL NASCITA TERRENA di Don Giuseppe Diana: Per amore del mio popolo non tacerò,1991. Ucciso il 19 marzo 1994, Casal di Principe..

Nato il 04 luglio 1958 Auguri di CUORE buon compleanno

CHI NELL'AMORE DEL SIGNORE E NELLA LEGALITÀ VIVRÀ PER SEMPRE NELLA MEMORIA DI HA IL CORAGGIO DI NON DIMENTICARE.



Sant' Elisabetta del Portogallo

 Sant' Elisabetta del Portogallo


Nome: Sant' Elisabetta del Portogallo
Titolo: Regina
Nome di battesimo: Isabella d'Aragona
Nascita: 1271, Aragona, Spagna
Morte: 1336, Estremoz, Portogallo
Ricorrenza: 4 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Nacque l'anno 1271 da Pietro III re di Aragona e da Costanza figlia di Manfredi re di Sicilia. Le fu imposto il nome di Elisabetta in memoria di S. Elisabetta regina d'Ungheria, sua prozia.

All'età di otto anni cominciò a recitare l'Ufficio divino e così fece per tutta la vita. Come principessa ella aveva tutta la possibilità di seguire la moda, ma non volle farlo, privandosi anche dei giochi e piaceri leciti. Contratto matrimonio con Dionigi re del Portogallo, non tralasciò gli esercizi di pietà e le buone opere in cui si era fino allora esercitata.

Al mattino si alzava presto, recitava parte dell'Ufficio, assisteva alla S. Messa e poi trascorreva le ore della giornata nell'adempiere i doveri del suo stato, nella lettura della Sacra Scrittura e nel lavoro manuale. Non stava mai oziosa. Da questo sistema non si lasciò smuovere da coloro che le suggerivano una vita più conforme alla sua dignità. Osservava i digiuni imposti dalla Chiesa e se ne imponeva altri; visitava e sollevava i poveri e gli infermi. Verso il marito, di costumi depravati, la pia regina usò ogni preghiera ed esortazione per indurlo alla conversione, e sempre con tutta pazienza e dolcezza, nonostante che le sue premure fossero ricambiate con altri torti ed affronti. Essendo stata accusata di aver eccitato suo figlio alla ribellione contro il re, fu dall'empio sovrano privata dei suoi beni e "relegata nella piccola città di Alaquer. Molti suoi sudditi le offersero armi e truppe per ricuperare il trono dal quale sì ingiustamente era stata scacciata; ma ella nulla accettò ed esortò tutti a mantenersi fedeli al sovrano. Questi ebbe finalmente la grazia di entrare in se stesso; riconobbe l'innocenza di Elisabetta, la richiamò alla corte e perdonò a suo figlio. La santa regina approfittò della conversione del marito per confermarlo nella via della salvezza eterna.

Egli morì nel 1325. Salito al trono Alfonso, figlio di Elisabetta, ella pensò di farsi religiosa nel convento di S. Chiara in Coimbra; ma non essendole stato consentito, visse ritirata in un appartamento contiguo al monastero. Per due volte si recò umilmente e poveramente in pellegrinaggio a Compostella. Di ritorno dal secondo pellegrinaggio, avendo udito che il re suo glio era in discordia con Alfonso VII di Castiglia, si affrettò ad arrivare ad Estremoz per pacificare i due contendenti, ma colta da violenta febbre morì santamente in età di 65 anni. Fu sepolta nel monastero di S. Chiara da lei fondato.

Urbano VIII la canonizzò, fissando la sua festa l'8 luglio. Successivamente la data fu anticipata al 4 luglio.

PRATICA. Impariamo a praticare la preghiera assidua, l'umiltà e la pazienza.

PREGHIERA. — O Dio clementissimo, che tra le altre spiccate virtù decorasti la beata regina Elisabetta della prerogativa di sedare il furore della guerra, concedi a noi, per sua intercessione, che dalla pace di questa vita mortale possiamo passare ai gaudi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Estremoz, in Portogàllo, il natale di santa Elisabètta Vedova, Regina dei Portoghesi, la quale, illustre per virtù e per miracoli, dal Sommo Pontefice Urbàno ottavo fu annoverata nel numero dei Santi.

✝ Pensiero del 04 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Anche oggi Gesù, passa per le nostre case, le nostre strade e dice ad ognuno di noi.......CONTINUA AD AVERE FEDE.

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 18-26

Coraggio, figliola!

Nel Vangelo di oggi il Signore ascolta la richiesta di Giairo di imporre le mani a sua figlia morta. Recandosi a casa di Giairo, Gesù incontra una donna che con la sua fede riesce a “toccare” il Maestro e per lei si schiudono possibilità mai contemplate. Davanti alla ragazzina ormai morta, il Signore dichiara con autorità: “non è morta, ma dorme”. La prende per mano e la restituisce alla vita.

Con il Signore si aprono sempre nuove possibilità mai immaginate prima, la fede ci aiuta a vedere l’invisibile. Allo stesso modo nel testo della Genesi troviamo Giacobbe che contempla in sogno una scala che unisce il cielo e la terra. Questa scala non è altro che immagine dell’Incarnazione stessa del Verbo, che ha unito il cielo con la terra. In effetti, la nostra grande speranza e l’infinita misericordia di Dio. Le letture di oggi ci invitano ad aver fede. Da una parte vediamo la donna malata da molti anni che si avvicina a Gesù con umiltà e fiducia, con il semplice desiderio di toccarlo, di fare esperienza del suo amore salvifico. È audace perché la legge la dichiarava “impura”: chi la toccava non poteva partecipare alla preghiera rituale. Ella crede in Gesù e il Signore non la delude, così per lei si apre un nuovo mondo, viene “ricreata”, è una creatura nuova. Perché con Dio tutto è nuovo e c’è sempre possibilità di bene e di amore. Questa fu l’esperienza dei genitori della fanciulla morta: vedevano la loro bambina morta, piangevano, ma non cessarono di aver fede in Gesù che è più potente della morte. Si tratta di sapere in chi possiamo confidare in questo mondo in cui ci sono il male, il peccato e la morte. Si tratta di compiere questa scelta fondamentale: noi crediamo nell’amore che Dio ha per noi, e Dio è onnipotente e può trarre il bene da ogni sofferenza! E simile è anche la vicenda di Giacobbe che, senza merito personale, riceve una benedizione ed una promessa: “Io sarò con te e ti darò questa terra”.

Lunedì 4 Luglio 

S. Elisabetta di Portogallo (mf); B. Piergiorgio Frassati
14.a del Tempo Ordinario

Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26 

Misericordioso e pietoso è il Signore 

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

(II Timoteo 1,10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Misericordioso e pietoso è il Signore.

Oppure:
Canterò per sempre la fedeltà del tuo amore.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.

Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

(II Timoteo 1,10)