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03 luglio, 2022

✝ Pensiero del 03 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Beato Colui, che crede al Signore, pur non avendo visto.

La predicazione della Chiesa, è la fonte della nostra gioia, e guida sicura al Porto della Salvezza.

Meditazione sul Vangelo di Lc 10,1-12.17-20

Il Signore è in mezzo ai suoi.

Dio non cessa di consolare il suo popolo, come una madre il proprio figlio, e d’intervenire per offrire prospettive nuove di vita, al fine di coinvolgerlo nel progetto di salvezza. Il profeta Isaia sollecita ad uscire allo scoperto, nonostante le numerose difficoltà, a credere che Dio mantiene le promesse, a non dubitare della sua presenza. Il credente, in questo caso, è coinvolto in prima persona a rivelare la presenza di Dio, nonostante i dubbi e la vista corta – Il Signore è in mezzo a noi sì o no? (Es 17,7) -, attraverso la gioia. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi (Is 66,14). É questo l’incarico che viene affidato, superando la tentazione di “pie parole” e operando, invece, la consolazione, che diventa la più alta forma di evangelizzazione.

Anche Gesù afferma: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20), per ribadire che nessuno può sentirsi solo nel cammino quotidiano, senza comunque sottovalutare la fatica che Paolo rileva: «quanto a me non ci sia altro vanto se non nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,4). Dunque, la presenza del Figlio e la prospettiva della croce sono i punti fermi con i quali celebrare la vita; soprattutto la croce è il metro con cui misurare le scelte, le azioni, i gesti quotidiani. Le strade per diventare “nuove creature” (Gal 6,15) sono tutte in salita, verso Gerusalemme, verso la croce. Il credente deve gestire i percorsi quotidiani, sostituendo il nome della Città Santa con i propri luoghi di lavoro, di vita familiare, di comunità. Il metodo viene consegnato nel battesimo e costituisce per tutta la vita l’unica strategia vincente: seguire il Maestro sulle vie che propone, partecipando alla passione per la vita, e credere nella missione alla quale si è chiamati. Oggi le parole: «Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi, non portare borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada» (Lc 10,3), sono un ulteriore atto di fiducia nella vocazione missionaria di ognuno, anche accettando con maturità che i risultati

non sempre sono quelli che noi vorremmo.

Domenica 3 Luglio 

S. TOMMASO AP. (f); S. Eliodoro; S. Leone II
14.a del Tempo Ordinario

Is 66,10-14c; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12,17-20 

Acclamate Dio, voi tutti della terra 

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

Oppure

La pace di Cristo regni nei vostri cuori

 (Colossesi 3,15.16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 65)
Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;

passarono a piedi il fiume:

«Per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno».


Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

Oppure

La pace di Cristo regni nei vostri cuori

 (Colossesi 3,15.16)

02 luglio, 2022

✝ Pensiero del 02 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 14-17

Vino nuovo in otri nuove.

I discepoli di Giovanni il Battista digiunavano e si sorprendevano che i discepoli di Gesù non facessero altrettanto. Il digiuno era una tradizione ascetica riconosciuta in Israele. Ogni buon israelita digiunava, come dice la parabola, due volte a settimana. Come era possibile che i seguaci di Gesù non lo praticassero? Gesù risponde in modo misterioso. Usa l’immagine delle nozze: gli amici dello sposo che gioiscono e non possono essere tristi mentre lo sposo è presente. Le feste nuziali sono feste gioiose! Gesù parla anche di un vino nuovo. Vuole indicare che la sua è una presenza differente da quella dei profeti”.

Sorprende che i discepoli di Gesù non digiunino. Il Signore stesso aveva digiunato al momento di intraprendere la sua vita pubblica. Il digiuno, in effetti, fa sì che l’uomo entri in se stesso, rinunci ad una necessità naturale qual è l’alimentazione e riponga la sua fiducia in Dio solo. Si irrobustisce la volontà e si ravvivano le verità più profonde dell’esistenza. Eppure, in apparenza, mentre Gesù stava tra i suoi apostoli, essi non digiunavano. È comprensibile la perplessità dei discepoli del Battista, che ben si intendeva di pratiche ascetiche. Il Battista, in effetti, non era “un uomo avvolto in morbide vesti, ma si copriva con peli di cammello e mangiava locuste e miele selvatico”. Era cioè un “profeta”, nel senso pieno del termine. E Gesù dice: “più che un profeta. Il più grande tra  nati di donna”. Ciononostante, Gesù e i suoi non digiunano. É sorprendente. E tuttavia, non è in discussione il valore del digiuno, bensì l’opportunità di esso nel momento in cui Gesù è tra loro come lo Sposo del banchetto nuziale. Il Signore ha stabilito un’alleanza di salvezza con il suo popolo e col giungere della pienezza dei tempi ha inviato il suo Figlio diletto. É lui che dobbiamo ascoltare. Mentre egli è tra di noi non è possibile il digiuno. “Ora è il tempo della salvezza”, ora è il tempo di godere della dolcezza del Signore. Mentre abbiamo Gesù accanto a noi, godiamo della sua presenza, della sua amicizia, sentiamo che è Lui a darci la forza per ogni cosa. Più tardi, quando il Signore ci sarà velato, quando Egli “dormirà nell’angolo più remoto della nave”, digiuneremo. Sottoporremo il nostro corpo e l’appetito naturale alla prova, apprenderemo a rinunciare a tutto per assicurare l’amicizia con Dio. Ci renderemo conto che «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma d'ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

Sabato 2 Luglio        

S. Bernardino Realino; B. Eugenia Joubert; S. Lidano
13.a del Tempo Ordinario

Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

Il Signore annuncia la pace per il suo popolo


Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 84- 85)
Rit: Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

«Egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia».


Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

01 luglio, 2022

Memoria compleanno di Diana Spancer

 Tanti Auguri di cuore, d'un BUON COMPLEANNO a Diana Spancer, Principessa, d'ogni popolo e mamma per sempre.


✝ Pensiero del 01 luglio 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Dio, ci ama e ci chiama così come siamo, perché Lui è un Padre, pieno di Misericordia ed Amore.

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 9-13

Vieni, e seguimi.

Gesù passa accanto al banco delle imposte di Matteo e si rivolge a lui con un comando: “seguimi”. Poi, si reca a casa sua, dove pranza insieme con molti pubblicani e peccatori. I farisei manifestano la loro disapprovazione ai discepoli. Gesù, allora, prende la parola per spiegare che non sono i sani ad aver bisogno del medico, ma coloro che sono malati.

Gesù sa qual è il momento buono per rivolgere l’invito a seguirlo ad ogni persona. È interessante notare la diversità fra i momenti delle chiamate degli apostoli. Non c’è un modello comune. Presso la riva del Giordano chiama Giovanni, Pietro e Andrea, e li invita mentre rammendano le loro reti. Paolo mentre è in viaggio per Damasco… Gesù si avvicina nel momento opportuno, quando sa che siamo pronti a rispondere al suo invito. Per questo non chiamò subito Matteo, quando questi non era ancora maturo nel suo cuore, ma solo dopo numerosi miracoli, quando la fama del Maestro si era già ampiamente diffusa e Matteo era più disposto ad accettare la chiamata. Questo è il momento di Matteo, e Gesù non manca all’appuntamento. Al banco delle imposte di Matteo, quel giorno, erano già passate molte persone. Alcune ricche, altre povere, gente semplice del villaggio e gli arroganti farisei: alcuni pagavano con indifferenza, altri tra grida ed insulti. Tutto questo non bastò a distrarre Matteo. Gesù venne da lui e Matteo seppe riconoscerlo. Solo così si spiega la sorprendente rapidità con cui egli lascia tutto per seguirlo. Non si fermò nemmeno a raccogliere il denaro che aveva sul banco. Immediatamente si alzò e lo seguì. Si alzò dalla sua pigrizia, dalle sue comodità, dal patto che aveva stretto con la mediocrità. Gesù rimette sempre in piedi, eleva chiunque. Allo stesso modo, Gesù passa per la nostra vita e ci invita a smettere di contemplare noi stessi. Ci invita ad alzare gli occhi dalle nostre occupazioni giornaliere, dalle nostre pene e sofferenze, per volgere lo sguardo verso un ideale che è capace di dare senso pieno all’esistenza. Le persone che incontro durante la giornata si aspettano da me un sorriso, una parola di conforto, un gesto gentile. Non importa chi siano, né cosa facciano. È Gesù che me lo chiede, e la mia risposta non può essere diversa da quella di Matteo.

Venerdì 1 Luglio 

S. Aronne; B. Ignazio Falzon; B. Antonio Rosmini
13.a del Tempo Ordinario

Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13  

Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio 

Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, ed io vi darò ristoro, dice il Signore.

(Matteo 11,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
«Non lasciarmi deviare dai tuoi comandi».


Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.

Ecco, desidero i tuoi precetti:
«Fammi vivere nella tua giustizia.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi».

Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, ed io vi darò ristoro, dice il Signore.

(Matteo 11,28)


30 giugno, 2022

✝ Pensiero del 30 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 1- 8

Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.


L'intervento prodigioso del Salvatore è sempre provocato da una richiesta o dalla constatazione della fede. Nell'episodio narrato nel vangelo di oggi questa è riconosciuta da Gesù nel fatto stesso di "portare a lui un paralitico steso su un letto". Infatti la parola di incoraggiamento rivolta al malato è preceduta dalla constatazione "vista la loro fede". Nessun gesto o nessuna parola pur proveniente da Dio hanno un qualche effetto in ordine alla salvezza, se non incontrano una disposizione previa di accoglienza fiduciosa da parte di chi chiede. La fede è la porta che si apre all'azione di Dio nella nostra vita. Ciò vale anche per la parola profetica, che è salvifica se viene accolta come parola che Dio ci rivolge, tramite un suo rappresentante. Nel caso concreto si evidenzia anche il processo di salvezza integrale dell'uomo infermo attraverso il perdono che Gesù gli concede. La reazione dei dottori della legge li presenti è di scandalo: "Solo Dio può perdonare i peccati". Cristo, sapendo quello che pensavano, non si smentisce, ma per provare che lui ha il potere di perdonare e che i peccati del malato sono effettivamente rimessi, gli ordina: "Alzati, prendi il tuo letto e va a casa tua". Che l'infermo si alzi realmente e vada a casa, appare come una semplice conseguenza. La cosa principale per la gente non è la guarigione miracolosa, ma che Dio abbia "dato tale potere agli uomini". È quanto Dio fa, che qui viene accentuato. Come deve essere grande Dio, proprio per questa liberalità, con la quale non tiene gelosamente per sé il suo tesoro, ma trasmette agli uomini i suoi poteri. Siamo noi consapevoli della magnanimità di Dio, che ci perdona tramite i suoi ministri?

Giovedì 30 Giugno 

Ss. Primi martiri Chiesa romana (mf); S. Adolfo; S. Marziale
13.a del Tempo Ordinario

Am 7,10-17; Sal 18; Mt 9,1-8

I giudizi del Signore sono fedeli e giusti


Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione.

 (II Corinzi 5,19)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: I giudizi del Signore sono fedeli e giusti.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Sono più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e d'un favo stillante.

Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, affidando a noi la parola della riconciliazione.

 (II Corinzi 5,19)

29 giugno, 2022

Santi Pietro e Paolo

 Santi Pietro e Paolo

autore: Guido Reni anno: 1604 titolo: Paolo rimprovera Pietro penitente luogo: Palazzo Brera, Milano

Nome: Santi Pietro e Paolo
Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 29 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell'Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo! (Papa Francesco)

S. PIETRO APOSTOLO

Pietro nacque a Betsaida in Galilea da poveri genitori. Quegli che doveva divenire il primo Papa, la prima colonna della Chiesa, era un semplice pescatore. Però era uno di quegli israeliti semplici e retti che aspettavano con cuore mondo il Redentore d'Israele. continua >>

S. PAOLO APOSTOLO

Saulo, in seguito Paolo, nacque a Tarso, capitale della Cilicia, nei primissimi anni dell'era volgare. Fu circonciso l'ottavo giorno, ricevendo il nome di Saulo a ricordo del primo re d'Israele, il più grande personaggio della tribù di Beniamino, cui la famiglia apparteneva. continua >>

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.

ICONOGRAFIA


Nelle raffigurazioni, gli apostoli, sono sempre rappresentati con i loro attributi classici, le chiavi per Pietro e il libro e la spada per Paolo come ad esempio nella splendida tavola di Carlo Crivelli artista che non ha bisogno di presentazioni.

Santi Pietro e Paolo
titolo Santi Pietro e Paolo
autore Carlo Crivelli anno 1470


Non mancano le opere dedicate ai santi insieme alla Vergine come nella bella tela di Costantino Pasqualotto pittore veneziano.

Madonna con i Santi Pietro e Paolo
titolo Madonna con i Santi Pietro e Paolo
autore Costantino Pasqualotto anno XVIII sec


Splendide anche le rappresentazioni dei maestri insieme ad angioletti e putti e sempre con i loro classici attributi come nella tela di un pittore ignoto probabilmente di origini piacentino-parmense.

Santi Pietro e Paolo
titolo Santi Pietro e Paolo
autore Ambito piacentino-parmense anno XVIII sec


E anche durante il loro martirio molti artisti hanno dedicato grandi opere che raffigurano la scena come nella tela di Vincenzo Riolo, artista palermitano, il Martirio dei Santi Pietro e Paolo

Martirio dei Santi Pietro e Paolo
titolo Martirio dei Santi Pietro e Paolo
autore Vincenzo Riolo anno XVIII sec

✝ Pensiero del 29 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Simon Pietro disse a Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Rispose Gesù: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». 

(Matteo 16, 16.18)

Meditazione sul Vangelo di Mt 16,13-19

Tu sei il Cristo!

La Chiesa celebra oggi la solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli, che sono stati chiamati a dare alla Chiesa le primizie della fede cristiana. Noi crediamo secondo il credo apostolico, ricevendo la loro testimonianza e le loro certezze. La nostra fede deve essere apostolica anche per questa imitazione della vita e dell’esperienza degli Apostoli. Per la perspicacia della sua professione di fede in Gesù, Messia, Figlio di Dio, Pietro viene eletto fondamento della Chiesa, sovrintendente che decide autorevolmente a nome di Cristo. Dietro di lui è Cristo stesso che opera, al quale la Chiesa appartiene. Gesù, infatti, dice «la mia Chiesa».

Nel brano evangelico odierno è in questione quel personaggio o quella figura messianica che doveva venire alla fine dei tempi per restaurare l’armonia in mezzo al suo popolo. Dalle risposte dei discepoli, però, risulta che nessuno identificava Gesù nel Figlio dell’uomo, nessuno riconosceva che in lui erano iniziati gli ultimi tempi, cioè il momento decisivo dell’agire di Dio nella storia. La gente identificava il Figlio dell’uomo in Giovanni Battista, o nei profeti Elia e Geremia, o in qualche altro profeta che sarebbe ritornato, ma in nessun modo in Gesù di Nazareth. Era gente ancora in attesa, Gesù per loro non era “Colui che deve venire”. I discepoli la pensano, però, diversamente dalla gente. Per loro il Figlio dell’uomo è Gesù stesso, come qui appare dalle due domande che egli pone usando, nella prima, il titolo “Figlio dell’uomo” e nell’altra, il pronome “io”. Perciò è normale che, alla domanda di Gesù, «Voi chi dite che io sia?», essi rispondano con un atto di fede messianica. La domanda ha lo scopo di indagare  se Gesù è o no il Cristo. Ed è Pietro che confessa Gesù dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Meglio di così non si può dire! Il Messia, l’atteso Figlio dell’uomo, non è solo un discendente di Davide, non è uno degli antichi profeti che ritorna tra il suo popolo. Il Cristo, cioè l’inviato di Dio, è il Figlio stesso di Dio. Dio non ha mandato un semplice uomo, per quanto importante possa essere, ma ha mandato suo Figlio. Lo spazio in cui risuona l’atto di fede non è però quello della gente, ma quello dei discepoli, ovvero lo spazio in cui vi è la possibilità d'ascoltare e capire, non mediante le proprie forze, ma con l’aiuto di Gesù Maestro e con l’aiuto del Padre che si rivela ai piccoli. Perché la fede è sempre un dono del Padre.

Mercoledì 29 Giugno
SS. PIETRO E PAOLO, apostoli (s) – P
B. Raimondo Lullo; S. Siro
At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
Il Signore mi ha liberato da ogni paura

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
(Matteo 16,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
(Matteo 16,18)

28 giugno, 2022

✝ Pensiero del 28 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Gesù, è sempre presente nella barca della nostra vita, a volte sembra, che non ci sia, ma LUI lo permette, solo per aumentare la nostra fede e fiducia.

Meditazione sul Vangelo Mt 8 23-27

Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

Dice la preghiera di Colletta: "O Dio, che al vescovo sant'Ireneo hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa nella verità e nella pace...", indicando bene l'opera compiuta da questo santo, vescovo della Chiesa di Lione nel Il secolo.

In quel tempo la dottrina cristiana era minacciata dallo gnosticismo, tendente a ridurre tutto a pura astrazione; Ireneo, con la sua predicazione e le sue opere, ne tutelò l'integrità, approfondendo la conoscenza delle Scritture e dei misteri della fede: la Trinità, Cristo centro della storia, l'Eucaristia che nutrendoci del corpo e del sangue di Cristo "rende la nostra carne atta alla visione di Dio".
Ireneo è un santo molto Ottimista: è sua la famosa affermazione: "Gloria di Dio è l'uomo vivente".
Promotore di verità, Ireneo lo fu anche di pace nella Chiesa, facendosi mediatore di riconciliazione nella controversia sulla data della Pasqua, questione ben poco importante, ma che minacciava l'unità e la pace dei cristiani in quel secolo.
Domandiamo allora, per sua intercessione, quello che oggi chiede la Chiesa: "O Dio, che al vescovo sant'Ireneo hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa nella verità e nella pace, fa che ci rinnoviamo nella fede e nell'amore e cerchiamo sempre ciò che promuove l'unità e la concordia".

Martedì 28 Giugno 
S. Ireneo (m); S. Vincenza Gerosa; S. Paolo I
13.a del Tempo Ordinario
Am 3,1-8; 4,11-12; Sal 5; Mt 8,23-27
Guidami, Signore, nella tua giustizia

Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola.

(Salmo 129,5)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 5)
Rit: Guidami, Signore, nella tua giustizia.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta.

Io, invece, per il tuo grande amore,
entro nella tua casa;
mi prostro verso il tuo tempio santo
nel tuo timore.

Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola.

(Salmo 129,5)

27 giugno, 2022

✝ Pensiero del 27 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Il "dovunque" di Gesù, è la volontà del Padre Celeste.


Meditazione sul Vangelo di Mt 8,18-22

Seguimi

Ancora una volta, ecco il tema della “vocazione”. I desideri degli uomini traspaiono nello scriba del Vangelo: “Io ti seguirò dovunque andrai”, “Permettimi di andare prima...”, e si scontrano con le esigenze di Gesù. Annunciare il Vangelo, donarsi agli altri, servire la causa del regno di Dio, chiede un atteggiamento che va oltre i limiti umani. Mentre tutti conoscono le condizioni minimali del focolare, della famiglia, della comodità, si chiede a chi segue Gesù di rinunciare completamente a tutto, alla maniera di colui che “non ha dove posare il capo”. Che forza hanno queste parole di Gesù: “Seguimi”! Sono valide oggi come lo erano alla loro epoca. La generosità nell’adesione a Gesù non manca, neanche la volontà di seguire Gesù. Ma quello che è necessario è capire l’esigenza radicale del Vangelo. Noi l’abbiamo indebolita con precisazioni, condizioni, spiegazioni, per non ferire... Una sola cosa è sufficiente: “Seguimi”. Il cuore generoso risponderà alla chiamata messa così a nudo.

Lunedì 27 Giugno 
S. Cirillo di Alessandria (mf); S. Arialdo; B. Margherita Bays
13.a del Tempo Ordinario
Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22
Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 49)
Rit: Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo.

«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

Se vedi un ladro, corri con lui
e degli adùlteri ti fai compagno.
Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua trama inganni.

Ti siedi, parli contro tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

Capite questo, voi che dimenticate Dio,
perché non vi afferri per sbranarvi
e nessuno vi salvi.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio».

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94)

26 giugno, 2022

✝ Pensiero del 26 giugno 2022

  ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,51-62

Continuare a camminare.

Le tre letture di questa domenica ci parlano di “cammini”. Elia parte e cammina per incontrare Eliseo, san Paolo ci invita a camminare nello Spirito e Gesù inizia un viaggio verso Gerusalemme, nel corso del quale istruisce i suoi discepoli. La fede appare quindi oggi come un muoversi dietro Qualcuno, tenendo lo sguardo fisso alla meta.

Seguire Gesù implica rimanere in movimento, cambiare costantemente, accettare la precarietà e scoprirne anche, per certi aspetti, il valore. Seguire Gesù significa rinnovare la fiducia in Lui ogni minuto. E questo è faticoso: vuol dire “indurire il volto” e agire “decisamente” così come ha fatto Gesù per affrontare il suo ultimo viaggio verso Gerusalemme. Lungo questo cammino, ci imbattiamo nella fatica di non prendercela con chi ci rifiuta, di evitare di lanciare “anatemi” (come volevano fare gli apostoli), di non avere certezze umane, di lasciare chi ci ama, di perseverare e di non voltarsi indietro. La nostra “carne”, come dice san Paolo, ci inviterà a lasciar perdere, a non impegnarci per cose che sul momento non sembrano dar frutto ma appaiono solo pesanti, e a pensare solo a “morderci” l’un l’altro. Sarà un richiamo sempre presente, a volte più facile da non ascoltare, altre volte meno. Ma se smettiamo di camminare, se non teniamo duro, perderemo quella libertà interiore che germoglia quando si vive mettendosi al servizio delle persone. Perché tutte le fatiche che il Signore ci chiede sono per imparare ad amare, per distaccarci da noi stessi, per poter meglio mettersi a disposizione di chi ha bisogno. Se ad esempio una persona è ossessionata dal desiderio di avere un bel fisico, una buona carriera, tanti beni, lavorerà per ottenere tutto questo e non avrà mai tempo per altro, per gli altri. Quando qualcuno dice “non ho tempo”, talvolta è perché vive solo per se stesso. Gesù al contrario ci chiede di vivere da “nomadi”, nel senso di lasciare che le nostre energie e il nostro tempo siano “usati” dalle necessità del prossimo, necessità che spesso non si possono conoscere prima. Si tratta di mettersi a disposizione, di non avere paura dell’imprevisto, perché è proprio l’imprevisto che ci fa camminare e ci insegna che l’amore da dare non si può calcolare né prevedere. E, se saremo liberi nell’intimo, sapremo seguire le esigenze dell’amore anche lì dove mai avremmo immaginato.

Domenica 26 Giugno 
Ss. Giovanni e Paolo; S. Vigilio; S. Josemaria Escrivà
13.a del Tempo Ordinario (anno C)
1Re 19,16b.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62
Sei tu, Signore, l’unico mio bene

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta: «tu hai parole di vita eterna».

(I Samuele 3,9; Giovanni 6,68)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta: «tu hai parole di vita eterna».

(I Samuele 3,9; Giovanni 6,68)