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19 giugno, 2022

✝ Pensiero del 19 giugno 2022

   


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO – 16 19 giugno 2022

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,11-17

Sequenza

Ecco il pane degli angeli,

pane dei pellegrini,

vero pane dei figli;

non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunciato

In Isacco dato a morte,

nell’agnello della Pasqua,

nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,

o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici,

portaci ai beni eterni

nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,

che ci nutri sulla terra,

conduci i tuoi fratelli

alla tavola del cielo,

nella gioia dei tuoi santi.

Prendere per dare.

In questa solennità la liturgia ci propone l’episodio della moltiplicazione dei pani che ha trovato nell’evangelista Luca una lettura che richiama all’Eucaristia. Troviamo in esso, infatti, le azioni del prendere, del benedire, dello spezzare e del dare: tutti gesti che ci riportano all’Ultima Cena e che sarà possibile ritrovare anche nel celebre racconto dei discepoli di Emmaus.

Gesù è in mezzo alla folla, insegna e guarisce: due “azioni” proprie della compassione, del riconoscere cioè nell’altro una debolezza che va incontrata, accolta, curata; compassione che è ben diversa dal semplice “sentire pena” perché, quando è vera, essa si trasforma in agire, in un impegno pratico e non si limita ad un vago sentimento di pietà. Gesù, infatti, continua a preoccuparsi della gente anche quando i suoi stessi discepoli lo invitano a congedarla così che da sé si trovi altrove da mangiare e da dormire. Essi, come avremmo fatto anche noi, pensano che le persone siano troppe, che sia impossibile nutrirle, non si sentono all’altezza della situazione. Ma Gesù dà loro fiducia, gli dice che possono dare loro stessi da mangiare. Devono andare a vedere quello che hanno, quello che possono mettere a disposizione. Il resto lo farà Lui. È, in fondo, quanto dobbiamo fare noi: avere più fiducia in noi stessi, considerare le nostre possibilità e capacità, non spaventarci dei nostri pochi mezzi, interiori ed esteriori, e non delegare. Se Cristo ci ha messo il suo Corpo tra le mani, se ci ha chiamati a sé e non vuole lasciarci andare, se ci ha affidato delle persone di cui prenderci cura, se si fida di noi, perché a volte scappiamo, ci deresponsabilizziamo? Cosa ci impedisce di andare a scrutare in noi stessi per capire cosa possiamo dare a Dio e al prossimo? Cosa ci blocca? Il non sentirci in grado, il non essere abbastanza preparati, la paura di sbagliare? I motivi possono essere tanti, ma devo chiedermi se sono motivi validi, e se posso migliorare con un po’ di impegno. Gesù non ha sostituito i Dodici in quello che potevano fare, li ha invece sostenuti e “impiegati” per la distribuzione di quell’abbondanza che può venire solo dalle sue mani. Nessuno è rimasto a digiuno: questo è l’obbiettivo di Cristo, sfamare tutti. Se allora questi “tutti” ci staranno a cuore, se la loro “fame” entrerà come una sana preoccupazione in noi, se ci daremo pensiero per loro, allora non ci sarà blocco o paura che potranno impedirci di considerare cosa noi possiamo mettere a disposizione.

 Domenica 19 Giugno     

CORPO E SANGUE DI CRISTO (anno C) – P

S. Romualdo; Ss. Gervasio e Protasio

Gn 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo


Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. nella gioia dei tuoi santi.

(Giovanni 6,51)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 109)
Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. nella gioia dei tuoi santi.

(Giovanni 6,51)

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : CORPUS DOMINI Don Salvatore Lazzara

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : CORPUS DOMINI:  O ggi, onoriamo e adoriamo il Corpo e il Sangue di Cristo, spezzato e versato per la salvezza dell'umanità. L’Eucaristia non è credibil...

Don Salvatore Lazzara



Nel 1961 Il 19 giugno come oggi concludeva la sua vita terrena MADRE ELENA AIELLO detta LA MONACA SANTA

 Nel 1961 Il 19 giugno come oggi concludeva la sua vita terrena MADRE ELENA AIELLO detta LA MONACA SANTA

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.


Fondatrice delle Suore Terziarie Minime Passione di N.S.G.C. di Cosenza  

18 giugno, 2022

✝ Pensiero del 18 giugno 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Bisogna essere Credibili, davanti, agli occhi di Dio, prima che Credenti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 6,24-34

Servire Dio e nessun altro.

Nei brani evangelici dei giorni precedenti, l’evangelista Matteo riporta gli insegnamenti di Gesù circa l’unico cuore che abbiamo per amare, ed i diversi tesori che possiamo scegliere. Qui il Signore insiste nel suo insegnamento, con una considerazione di profonda saggezza, che ci mostra per quello che realmente siamo, creature fatte per amare: «non potete servire a Dio e a mammona».

Il denaro ed i beni terreni possono giungere a soggiogare il cuore umano al punto di trasformarli in falsi idoli, e rendere loro culto di adorazione, voltando le spalle a Dio, suo Creatore. Il cuore precipita allora nella più aberrante delle schiavitù, sotto la tirannia delle realtà create. Dal momento che abbiamo un solo cuore, e disponiamo di una sola vita per guadagnarci il cielo, il pericolo sta nell’allontanarsi da Dio, livello di idoli. Da sempre il denaro, le ricchezze ed il potere attraggono fortemente i pensieri di molti uomini, che si pongono al servizio di questi falsi idoli: la natura umana rimane la stessa, sebbene mutino le circostanze di luogo e di tempo. Cosa fare allora, come procedere per non sbagliare? La via sicura sta nel seguire fedelmente gli insegnamenti del Vangelo: assegnare ad ogni cosa la sua giusta importanza, secondo i valori cristiani, senza cedere il proprio cuore a nessuna di esse, ma riservandolo soltanto per ospitarvi il Signore, prima di ogni altro bene. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

Sabato 18 Giugno 

S. Gregorio Barbarigo; S. Calogero; S. Leonzio
11.a del Tempo Ordinario

2Cron 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

La bontà del Signore dura in eterno

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: La bontà del Signore dura in eterno.

Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono.

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi.

Punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Ma non annullerò il mio amore
ed alla mia fedeltà non verrò mai meno.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

17 giugno, 2022

✝ Pensiero del 17 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Gesù, è il nostro tesoro, forse seppellito o dimenticato, ma sempre pronto a lasciarsi cercare e scoprire.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,19-23

È l’impegno nella preghiera, il lavoro e la verifica della propria condotta ciò che rende una persona saggia e prudente. È il caso di san Paolo: egli avrebbe ben ragione di inorgoglirsi, in virtù della sua lotta per la causa del Vangelo; eppure, il suo motivo di orgoglio è la sua stessa debolezza, che gli rammenta che la forza spirituale gli viene da Dio e non dal mondo.

L’evangelista Matteo riporta una delle frasi più belle e profonde del Vangelo, nel brano che leggiamo oggi: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore». Il cuore dell’uomo palpita intensamente per ciò che desidera e che ama. Così avviene per l’amore verso i propri cari; a sua volta, questo amore diventa il tesoro di una persona, nascosto o palese che sia. Se è vero che ci sono realtà degne di essere amate ed apprezzate, non tutti i tesori però sono buoni per il cuore dell’uomo, né essi diventano preziosi per il semplice fatto che esso li brami. Il Vangelo ci mostra uno degli insegnamenti di Gesù che più ci costa imparare: «Non accumulatevi tesori sulla terra…, accumulatevi invece tesori nel cielo». E ci costa impararlo, perché il nostro cuore è troppo affezionato a ciò che è materiale: conserviamo gelosi quei piccoli tesori che conquistiamo. È necessario guardare più in alto, verso il cielo, e scoprire i tesori che Dio ha preparato per chi lo ama. La luce del Vangelo serve proprio per veder più chiaro, e ci aiuta ad illuminare i nostri pensieri e desideri, a valutare i nostri atteggiamenti interiori; è lì che conserviamo gelosi il nostro piccolo tesoro di fango. Dobbiamo lasciare che la luce di Cristo illumini quegli angoli remoti pieni di ombre, così che, dissipandole, possiamo impegnarci maggiormente per acquistare quei tesori che davvero valgono per l’eternità.

Venerdì 17 Giugno 

S. Raniero; S. Nicandro e Marciano; B. Paolo Buralo
11.a del Tempo Ordinario

2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.


Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 131)
Rit: Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.

Oppure:
Il Signore è fedele al suo patto.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
ed i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto.

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona».

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)



16 giugno, 2022

Memoria della PRIMA COMUNIONE DI SANTA MARIA TERESA GORETTI

 RICORDO DELLA I^ COMUNIONE DI SANTA MARIA GORETTI

(1901 - 16 Giugno - 2022)

La piccola Maria all’epoca della perdita del padre (6 Maggio 1900), nonostante avesse circa dieci anni, non aveva ancora fatto la sua Prima Comunione. Ne aveva un gran desiderio e lo manifestava a sua Madre, ma lei, presa dal lavoro e sempre a corto di denaro, la rimandava a tempi migliori. Dì tanto in tanto avvenivano tra le due dialoghi come questo: "Mamma, quando farò la Prima Comunione?… Io voglio ricevere Gesù.”

E la madre: “Cuore mio, come la puoi fare, se non sai la dottrina? E poi non ci sono soldi per il vestito e non c’è un minuto di tempo libero.”
“Ma così non la faccio mai. Io non voglio stare senza Gesù”.

“Figlia mia, chi ti insegna la dottrina?”
“Dio provvederà. A Conca c’è Elvira Schiassi, la guardarobiera dei Signori Mazzoleni, che sa leggere; io, sbrigate le faccende, andrò da lei. La domenica viene qui Don Alfredo Paliani e lui pure me la insegnerà”.
Vinse la figlia. In undici mesi imparò il catechismo e il 16 giugno 1901, la domenica dopo l’ottava del Corpus Domini, insieme con il fratello Angelo ricevette Gesù per la prima volta dalle mani di Padre Basilio dell’Addolorata, Passionista, che dal 1899 operava nelle Paludi Pontine. Il vestito bianco le fu comperato dalla mamma, che volle anche metterle i suoi orecchini e la sua collana da sposa; il cero e le scarpine le furono regalate; il velo le fu prestato. Per tutto il giorno Maria rimase molto raccolta. Quando rientrarono in casa, la mamma le disse: “Ora dovrai essere più buona, perché hai ricevuto Gesù”. Ed ella prontamente rispose: “Si, mamma, sarò sempre più buona”. E mantenne la promessa.
(Notizie tratte dal sito: www.santamarigoretti.it)




Memoria della PRIMA COMUNIONE DI ROLANDO MARIA RIVI, RICEVETTE, LA SUA PRIMA COMUNIONE DA DON OLINTO MARZOCCHINI

 NEL 1938 IL 16 GIUGNO, COME OGGI, NELLA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI, ALL'ETÀ DI SETTE, IL PICCOLO ROLANDO MARIA RIVI, RICEVETTE, LA SUA PRIMA COMUNIONE DA DON OLINTO MARZOCCHINI.








Corpus Domini

 Corpus Domini

autore: Miguel Cabrera anno: 1705 titolo: Allegoria della Santa Eucaristia luogo: Museo Blaisten, Messico

Nome: Corpus Domini
Titolo: Solennità del corpo e sangue di Cristo
Ricorrenza: 16 19 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


« Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito ».

Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell'Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.

Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.

Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l'innocente Gesù soffrì per amor nostro.

Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».

Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?

Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte... dobbiamo toglierlo dal mondo... », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.

« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d'amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.

Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».

Ecco compiuta l'istituzione del Sacramento dell'amore, l'Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.

I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.

Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.

Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d'amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino.

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione.

ORIGINI DELLA FESTA



La ricorrenza deve le sue radici nell'ambiente della Gallia belgica grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne priora nel Monastero di Monte Cornelio a Liegi che nel 1208 vide durante un'estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l'ottava della Trinità.

Tuttavia nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l'antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263.

Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell'Eucarestia, nello spezzare l'ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico e alcune pietre dell'altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l'11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla "Transiturus" che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini i quali negavano il Sacramento dell'Eucaristia.

✝ Pensiero del 16 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Oggi, Solennità del CORPUS DOMINI.

Gesù, c'insegna la preghiera più bella. Non ci chiede di recitarla, ma d'amarla ed entrare in essa per scoprire che in fondo pregare è semplice.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,7-15

La preghiera cristiana per eccellenza.

Lo zelo di san Paolo per la comunità credente di Corinto si fonda sull’amore che ha per loro in Cristo. Per questo, all’Apostolo – ad imitazione del Buon Pastore – preme che i fedeli non si lascino ingannare dalle vane dottrine predicate dai falsi profeti che pullulano in ogni epoca. Per evitare di perderci o d'allontanarci dalla Via, abbiamo la parola sicura del Vangelo, dove il Maestro ci insegna quel che dobbiamo dire con la preghiera e con le opere.

L’esperienza dimostra che pregare è sempre una necessità vitale, che scaturisce dal cuore dell’uomo, quando questi riconosce la sua realtà creaturale di fronte alla grandezza di Dio, Creatore dell’universo. Quando preghiamo, assumendo un atteggiamento umile, avviamo un dialogo amoroso, col quale ci rivolgiamo al nostro Creatore e Padre, che ci conosce meglio di noi stessi, e che sa molto bene cosa più ci occorre. In quest’ottica, si comprende bene l’avvertimento di Gesù nel Vangelo, circa il fatto che pregare non consiste nello straparlare, e neppure nel perdersi in astrusi ragionamenti per “convincere” Dio delle nostre ragioni. La preghiera autentica è quella che c'insegna Gesù, il Maestro, e che inizia col riconoscimento della grandezza di Dio, datore di tutti i beni in cielo e in terra. Poi, segue la supplica per le nostre necessità materiali e spirituali d'ogni giorno. Si conclude, infine, chiedendo al Padre il perdono per i nostri “debiti”, così come noi perdoniamo i nostri “debitori”, ed invocando la sua protezione contro gli agguati del maligno. È l’ammirabile sintesi contenuta nel Padre Nostro, la preghiera cristiana per eccellenza. Ma quel che conferma i frutti della preghiera cristiana, sono le opere conseguenti e, tra queste, eccelle il perdono sincero nei confronti del prossimo, gesto tra i più genuini della fede cristiana, tanto che Gesù pone il nostro sincero e reciproco perdono dei peccati del prossimo quale condizione per ottenere il perdono dei nostri peccati da parte di Dio.

Giovedì 16 Giugno  

Ss. Quirico e Giulitta; S. Aureliano; B. Maria Teresa Scherer
11.a del Tempo Ordinario

Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

Gioite, giusti, nel Signore

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

CORPUS DOMINI

 Oggi, onoriamo e adoriamo il Corpo e il Sangue di Cristo, spezzato e versato per la salvezza dell'umanità. L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito. Ed è invece una proposta di Amore che rende disponibile ad amare Dio ed il prossimo, come il Signore ha insegnato. 

Don Salvatore Lazzara