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26 dicembre, 2021

Pensiero del 26 dicembre 2021

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Oggi, è la festa di tutti noi perché tutti abbiamo una famiglia, che si prende cura di noi, la Famiglia di Dio.

Meditazione sul Vangelo di Lc 2,41-52

Beato chi abita la tua casa!

Il brano della prima lettura ci rivela che i figli sono affidati ai genitori perché li restituiscano a Dio, il loro vero Padre. Samuele è diventato “servo di Dio” perché prima di Lui, i suoi genitori sono stati essi stessi “servi di Dio”. Giovanni, nella seconda lettura, afferma che siamo chiamati figli di Dio e due sono i segni di questa figliolanza: l’amore fraterno e lo Spirito. La pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta, in modo quasi “scandaloso”, la somma libertà di Gesù nei confronti della sua famiglia.

La rivelazione della sapienza di Gesù dodicenne nel tempio ha come sua cornice il mistero della sua vita umile e nascosta a Nazareth , la scuola di sapienza di Gesù, dove Dio ha imparato dagli uomini le cose degli uomini: a essere abbracciato e baciato, a parlare, a giocare, camminare, a pregare e lavorare. Tutto ciò nel silenzio, nel lavoro, nell’obbedienza alla parola, in comunione con Maria, Giuseppe e i suoi parenti. E’ il mistero dell’incarnazione, per il quale il quotidiano, la creaturalità, il limite, fino alla morte, diventano il luogo in cui è possibile incontrare |’assoluto, l’infinito: Dio. Il Vangelo afferma che lo ritrovano «dopo tre giorni», «seduto» nel tempio, nella gloria di Dio. E chiara l’allusione ai tre giorni della passione-risurrezione. Gesù crocifisso e risorto è la sapienza che interroga e dà risposta alle Scritture, con una sapienza a noi sconosciuta, che ci sorprende. Ai genitori che manifestano il proprio stupore e la propria angoscia, Gesù risponde appellandosi al disegno del Padre. Gesù non resta nel tempio, ma torna a Nazareth, nella vita “feriale” di tutti gli uomini: perché è lì che Dio si manifesta, e in essa Dio può essere incontrato. Maria custodisce in sé, pur senza capire, queste parole. Ella è figura del credente, della Chiesa che non capisce né tutto, né subito, ma custodisce queste parole nel cuore. Letteralmente, le “ri-corda”, cioè le riporta al cuore, e questa custodia ne permette la progressiva, profonda, autentica comprensione. Gesù «cresceva in sapienza, età e grazia»: c’è un divenire in Dio, che tradizionalmente immaginiamo come “immutabile”. Contempliamo e portiamo nel cuore in tutta la sua delicata bellezza questa immagine di Dio che impara a diventare uomo. Cosa o chi diventa più importante ad un certo punto della mia esistenza? Sono capace di vivere “sotto-messo”, sull’esempio di Gesù?

26 Dicembre

SANTA FAMIGLIA

Beato chi abita nella tua casa, Signore
1Sam 1,20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3,1-2.21-24; Lc 2,41-52
Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
(Atti degli Apostoli 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 83)
Rit: Beato chi abita nella tua casa, Signore.

Quanto sono amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.

Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
(Atti degli Apostoli 16,14)

25 dicembre, 2021

Natale del Signore

Natale del Signore

autore: Lorenzo Lotto anno: 1523 titolo: Natività luogo: Museo Nazionale d'Arte, Washington
autore: Lorenzo Lotto anno: 1523 titolo: Natività luogo: Museo Nazionale d'Arte, Washington
Nome: Natale del Signore
Titolo: Nascita di Gesù
Nascita: anno zero
Morte: 7 aprile 33
Ricorrenza: 25 dicembre
Tipologia: Solennità


Oggi si apre il cielo, si squarciano le nubi e appare l'Emmanuele, Dio con noi. L'Eterno Padre l'aveva promesso, lo vaticinarono i profeti e per quattromila anni lo sospirarono i giusti. La venuta di Gesù avvenne come ci narra il Vangelo:

« Essendo uscito in quei giorni un editto di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero, anche gli Ebrei dovettero andare nella loro città di origine per dare il loro nome. Giuseppe, essendo della regale stirpe di Davide, si recò con Maria in Betlemme, sua città nativa; essi erano poveri, non trovarono chi li accogliesse e furono costretti a riparare in una capanna. Quivi Maria diede alla luce e strinse al seno il divin Figlio, l'avvolse in poveri pannolini e l'adorò ».

S. Giuseppe condivideva i sentimenti di Maria.

Il Figlio di Dio si era fatto uomo per salvare gli uomini e la sua nascita umile, povera, oscura fu illustrata da tali miracoli che bastarono a farlo conoscere da chiunque avesse il cuore retto. Ecco che un Angelo discese dal cielo ad annunziare la venuta del Redentore non ai re, non ai ricchi, nè ai grandi della terra, ma ad alcuni poveri pastori, i quali ebbero la felice sorte e la grazia di adorare per primi il Dio fatto uomo.

I pastori passavano la notte nella campagna vicino a Betlemme alla guardia dei lori greggi quando l'Angelo del Signore apparve loro dicendo: « Non temete, ecco vi reco un annunzio che sarà per tutto il popolo di grande allegrezza: oggi nella città di David è nato il Salvatore, che è Cristo, il Signore. Ed ecco il contrassegno dal quale lo riconoscerete: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia ».

E subito si unirono all'Angelo altri Angeli che lodavano il Signore dicendo: « Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà ».

Quando poi gli Angeli sparirono in cielo, i pastori presero a dire fra loro: « Andiamo a Betlemme a vedere quanto è accaduto riguardo a quello che il Signore ci ha manifestato ». Andarono e trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino giacente nella mangiatoia. E vedendolo si persuasero di quanto era stato detto di quel Bambino, e se ne tornarono quindi alle loro abitazioni lodando e benedicendo Iddio per tutto quello che avevano visto.

PRATICA. Accostiamoci a Gesù Bambino coll'anima monda: oggi facciamo una buona confessione e una fervorosa comunione.

PREGHIERA. Dio, che hai rischiarato questa notte sacratissima coi fulgori di Colui che è la vera luce, deh! fa' che dopo averne conosciuto in terra la luce misteriosa ne godiamo la presenza nel cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nell'anno cinquemilacentonovantanove dalla creazione del mondo, quando nel principio Iddio creò il cielo e la terra; dal diluvio, l'anno duemilanovecentocinquantasette; dalla nascita di Àbramo, l'anno duemilaquindici; da Mosè e dalla uscita del popolo d'Israele dall'Egitto, l'anno millecinquecentodieci; dalla consacrazione del Re David, l'anno milletrentadue; nella Settimana sessantesimaquinta, secondo la profezia di Daniéle; nell'Olimpiade centesimanovantesimaquarta; l'anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma; l'anno quarantesimosecondo dell'Impero di Ottaviano Augusto, stando tutto il mondo in pace, nella sesta età del mondo, Gesù Cristo, eterno Dio e Figlio dell'eterno Padre, volendo santificare il mondo colla sua piissima venuta, concepito di Spirito Santo, e decorsi nove mesi dopo la sua concezione, in Betlémme di Giuda nacque da Maria Vergine fatto uomo. Natività di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.

CANZONCINA A GESÙ BAMBINO



Natale del Signore
autore: Caravaggio anno 1600
titolo Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi



Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo e al gelo. (2 v.)
O Bambino - mio divino,
io ti vedo qui tremar: o Dio beato!
Ah, quanto ti costò l'avermi amato! (2 v.)


A te, che sei del mondo il Creatore,
mancano panni e fuoco, o mio Signore. (2 v.)
Caro eletto - pargoletto.
quanto questa povertà - Più m'innamora,
giacché ti fece amor povero ancora. (2 v.)


Tu lasci del tuo Padre il divin seno,
per venire a penar su questo fieno. (2 v.)
Dolce amore del mio cuore,
dove amore ti trasportò? - O Gesù mio,
perché tanto patir? Per amor mio! (2 v.)


Ma se fu tuo voler il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire? (2 v.)
mio Gesù, t'intendo sì!
Ah, mio Signore!
Tu piangi non per duol, ma per amore. (2 v.)


Tu piangi per vederti da me ingrato,
dopo sì grande amor, sì poco amato!
O diletto - del mio petto,
Se già un tempo fu così, or te sol bramo
Caro non pianger più, ch'io t'amo, io t'amo. (2 v.)


Tu dormi, o Gesù mio, ma intanto il cuore
non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore
Deh! Mio bello e puro Agnello
a che pensi? Dimmi tu. O amore immenso,
un dì morir per te, rispondi, io penso. (2 v.)


Dunque a morire per me, tu pensi, o Dio:
ed altro, fuor di te, amar poss'io?
O Maria, speranza mia,
se poc'amo il tuo Gesù, non ti sdegnare
amalo tu per me, s'io non so amare! (2 v.)




autore: Sant'Alfonso Maria de Liguori

Francesca Alotta canta il Natale Tu scendi dalle stelle


Pensiero del 25 dicembre 2021

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Lc 2,1-14

Messa della notte.

Con la solennità del Natale la Chiesa celebra la manifestazione del Verbo di Dio agli uomini. È questo, infatti, il senso spirituale del Natale: “la nascita eterna del Verbo nel seno degli splendori del Padre, l’apparizione temporale nell’umiltà della carne, il ritorno finale all’ultimo giudizio” (dal Liber Sacramentorum). Già nell’antica Roma il 25 dicembre si celebrava la festa del “Natalis Solis lnvicti”. Celebrando in questo giorno la nascita di Colui che è il “Sole vero”, la “luce del mondo”, si è voluto dare un significato del tutto nuovo a questa antica festa. Tutta la terra rivolge oggi lo sguardo ad una mangiatoia, dove il cuore trepida contemplando il sonno di un Bambinello. Credenti e non credenti lo attendono come il giorno in cui “deve” esserci pace, in cui “devono” essere lasciati da parte i cattivi sentimenti, il giorno che porta speranza, suscita gioia e sentimenti di unione e affetto verso i propri cari. Lo sguardo degli uomini e delle donne di fede riesce a scoprire, adagiato in quella paglia, avvolto in quei poveri panni, il Creatore Onnipotente.

Nessuno li ha accolti.

Scendere da Nazareth in Galilea a Betlemme in Giudea, non era certo una passeggiata. A piedi o in sella ad un asino, una donna incinta non percorre facilmente la distanza che corrisponde a quella che c’è tra Milano e Torino, tra Siracusa e Messina, o quella, seppur poco di meno, che c’è tra Napoli e Roma; inoltre a Betlemme non c’era nessuno ad attenderli. Giuseppe e Maria erano semplicemente “di passaggio” e non avevano dove alloggiare, soprattutto non avevano un posto dove Maria potesse partorire suo figlio.

Maria e Giuseppe non erano attesi. Non avevano un posto, non potevano comprarsi quello di cui avevano bisogno e non erano certo al centro dell’attenzione degli altri. Possiamo dirlo con parole ancora più chiare: Maria e Giuseppe a Betlemme “non erano nessuno”. Quante volte è capitato anche a noi? “Essere nessuno”: in un posto nuovo e senza amici; in una stazione affollata dove solo noi non siamo attesi da alcuno; in mezzo a persone che sembrano ignorarci. Non contare nulla significa anche – spesso. – essere privi di denaro, di lavoro, di relazioni sociali. È la situazione di Maria e Giuseppe, la situazione nella quale nasce un bambino di nome Gesù. La situazione che il Figlio di Dio ha scelto per entrare nel mondo. E questo ci pone dinnanzi a un problema: come potrà il Figlio di Dio farsi uomo anche questa notte, se non troverà le condizioni giuste, quelle che lui ha scelto? Proviamo allora ad andare in Chiesa non “pieni” di tutto, non chiacchierando e distraendoci, ma con la nostra situazione reale che non è molto diversa da quella di Maria e Giuseppe. Anche noi, infatti, siamo fragili, siamo dipendenti da altri, tant’è che in pochi secondi tutte le nostre sicurezze potrebbero crollare. Questa è la nostra situazione, se per un attimo non cerchiamo di distrarci e guardiamo la realtà. Tra qualche settimana la Chiesa ce lo ricorderà esplicitamente: ci verrà detto che saremo polvere. È in questa nostra realtà che Dio si fa uomo, si fa uno di noi, ci vuole esserci vicino. E nella nostra povertà, nella solitudine, nel dolore, è in questa nostra condizione che Lui ha deciso di entrare. Questa notte di Natale è fatta per ammettere la nostra povertà e lasciar fare al Signore, lui che si fa uomo per noi.

A tutti Voi, i nostri più cari Auguri per un Sereno e Santo Natale!

25 Dicembre

Oggi è nato per noi il Salvatore
notte: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14

Vi annuncio una grande gioia: «Oggi, è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore».

(Luca 2,10-11)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Vi annuncio una grande gioia: «Oggi, è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore».

(Luca 2,10-11)


24 dicembre, 2021

Natale del Signore

✝ Pensiero del 24 dicembre 2921

S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
In attesa del Sole che sorge dall'Alto.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,67-79

Attesa e silenzio.

Il brano di Samuele ci dice che Dio gradisce la proposta di Davide, ma gli fa capire che a Lui è più gradita la fede nelle sue promesse e la fedeltà all’alleanza. Sarà Lui a costruire “una casa” a Davide: Gesù sarà il costruttore della dimora stabile ed eterna. Con questo inno Luca ribadisce per il lettore non giudeo la lezione già data nel cantico di Maria: come leggere la storia con gli occhi della fede, secondo la promessa fatta ad Abramo. È un cantico di benedizione per il passato e di profezia per il futuro.

Zaccaria vede ora la realtà con gli occhi di Dio e ne parla come parlerebbe Dio, anzi, è proprio Dio che parla attraverso di lui. Che lezione per noi. Se ascoltiamo e crediamo a Dio, Egli compie meraviglie nella nostra vita. La prima parola che lo Spirito Santo mette sulle labbra di Zaccaria è quella della benedizione e della lode a Dio. La lode si differenzia dal semplice ringraziamento, in cui si è grati a Dio per i suoi doni; essa va oltre i doni stessi e arriva al Donatore. Dietro le cose e i fatti l’uomo di fede vede Dio stesso che in essi si esprime come dono. Allora gode di Dio stesso, partecipa della sua gioia e ringrazia che Dio sia Dio. Il potere di Dio è quello di dare salvezza. La salvezza è Cristo, discendente della casa di Davide. Il motivo di lode  è solo e sempre Cristo. In Lui vediamo il vero volto di Dio, che è amore, tenerezza, compassione e servizio: egli si immerge nel nostro male, come la medicina nel corpo del malato, se ne fa carico, dà la vita per noi e ci libera da ogni paura di Dio. Anche se l’uomo viene meno ai suoi impegni, Dio rimane fedele. Dopo aver benedetto Dio per Cristo, Zaccaria parla di suo figlio: la realtà di Giovanni, come quella di ogni uomo, è comprensibile solo dopo Cristo e alla sua luce. Per mezzo di Giovanni viene data la conoscenza della salvezza, l’esperienza del Salvatore. Questa conoscenza è concessa nella remissione dei peccati. Solo lì l’uomo peccatore conosce il Signore (cfr. Ger 31,31-34). Il peccato è la nostra realtà, di cui il Battista ci fa prendere coscienza sulle rive del Giordano. Solo alla luce del perdono e della misericordia di Dio possiamo conoscere la nostra realtà di menzogna. Questa conoscenza che si ottiene nel perdono è fare esperienza delle viscere materne della misericordia del nostro Dio dalle quali scaturisce. È Gesù il perdono dei peccati e la manifestazione della misericordia del Padre. In questa preparazione del Natale il Signore ha scelto un testimone che gli prepari la via. So essere anch’io un “angelo” per un fratello? Ho mai ringraziato Dio per la sua fedeltà?

O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: «Vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte. Alleluia!».

24 Dicembre

4.s d'Avvento 
Canterò per sempre l’amore del Signore
2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16; Sal 88; Lc 1,67-79

O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: «Vieni, ed illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte».

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 88)

Canterò per sempre l’amore del Signore.
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». 

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». 

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». 

O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: «Vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte».


23 dicembre, 2021

Pensiero del 23 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Cosa sarà mai di questo bambino? Cosa ne sarà mai di me, nella storia della salvezza? Ciascuno è una promessa, nel piano di Dio.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,57-66

E parlava benedicendo Dio.

I versetti che compongono il Vangelo di oggi narrano la seconda parte di una storia che inizia qualche tempo prima, quando a Zaccaria – durante il suo servizio al tempio – appare l’arcangelo Gabriele che gli annuncia che le sue preghiere sono esaudite, che avrà un figlio. Ma Zaccaria non gli crede e quindi diventa muto. Nel Vangelo di oggi invece, Zaccaria accoglie le istruzioni dell’angelo – dà a suo figlio il nome “Giovanni” – e dunque può di nuovo parlare.

In un’illustrazione di una Bibbia per bambini il busto di Zaccaria occupa tutta la pagina: la sua bocca ne riempie già la metà, ed è una bocca aperta non solo per dire il nome del figlio che si vede anche scritto su una tavoletta che tiene in mano, ma è aperta perché il suo è un grande sorriso pieno di gioia. Nel testo biblico la gioia viene espressa in altro modo: “gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio”. È comprensibile la gioia di chi da un lato può di nuovo parlare e dall’altro è felice di avere avuto un figlio, quando ormai non sperava più di averne. Ma questo non è tutto e lo vediamo dal testo biblico. Infatti, non vi è scritto solo che a Zaccaria si era sciolta la lingua, e neanche di quanto fosse felice del figlio neonato. Ciò che appare evidente è che la sua lingua si sia sciolta per benedire Dio. Quando dopo un lungo periodo in cui non riusciamo a comunicare i nostri sentimenti, le nostre gioie ansie, quando sembriamo muti e forse anche un po’ tristi per questo, basta poco per ritornare ad essere felici. Per Zaccaria questo poco era costituito da una tavoletta, su cui riuscì a scriverà quello che aveva sentito essere la volontà di Dio. In fondo erano solo poche parole, ma erano quelle che Dio gli aveva chiesto. Quando la decisione di Zaccaria coincise con la volontà di Dio per lui, allora gli si sciolse la lingua, e per lui cambiò tutto. Abbiamo tutti un “angelo” che parla al nostro cuore e ci dice cosa vuole Dio da noi. Ma quante volte noi non lo ascoltiamo, convinti di non dover dar retta a quella voce. Diventiamo così sempre meno capaci di comunicare veramente con gli altri… e con Dio. Diventiamo muti. Ma solo un piccolo passo nella direzione che c’era stata chiesta, un gesto, una frase e tutto cambia. Dio vuole la nostra gioia, una bocca aperta al sorriso e un viso pieno di gioia: per questo mandò Vangelo a Zaccaria, per questo parla alle nostre coscienze. Fare come vuole Lui non è  un’imposizione o un terribile peso, significa semplicemente dire “sì” alla vera gioia.

23 Dicembre

4.s d'Avvento 

Leviamo il capo: «É vicina la nostra salvezza».

Ml 3,1-4.23-24; Sal 24; Lc 1,57-66

Oh Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e loro liberatore: «Vieni a salvarci con la tua presenza».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 24)
Rit: Leviamo il capo: «È vicina la nostra salvezza».

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme: «Gli fa conoscere la sua alleanza».

Oh Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e loro liberatore: «Vieni a salvarci con la tua presenza».


22 dicembre, 2021

Pensiero del 22 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Nel Magnificat di Maria, c'è il magnificat di ognuno di noi, perché in ciascuno DIO ha fatto GRANDI COSE.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,46-55

Vivere con gratitudine e lode.

Il Magnificat, canto di Maria e canto della Chiesa è il Vangelo di oggi. Maria loda il Signore per quello che ha fatto per e con lei. Poi allarga il suo sguardo ed esulta per l’onnipotenza di Dio che non si è mostrato solo nella sua vita, ma si rivela in molti episodi biblici appena accennati nel testo del Magnificat.

Ammettiamolo pure: ci vuole poco e già siamo orgogliosi. Qualcuno lo dà a vedere, altri si tengono per sé questa piccola soddisfazione. Siamo stati scelti… siamo stati lodati… ammirati… sono tante le situazioni in cui ci può capitare. Come siamo in realtà lo vediamo bene quando accendiamo il televisore dopo le elezioni: i rappresentanti del partito vincente sono orgogliosi, soddisfatti – sembrano emanare gioia da tutti i pori. Eppure cosa hanno fatto? Altri li hanno eletti. Loro ci hanno messo solo la faccia e fatto qualche discorso. Non è questa la nostra situazione comune? Cosa abbiamo fatto? È veramente solo merito nostro aver ottenuto quel posto di lavoro, quell’opportunità, che abbiamo quell’aspetto o quella capacità un po’ speciale? Certamente ne siamo orgogliosi, normalmente abbiamo saputo gestire bene le nostre capacità – capacità però che ci sono state donate. Situazioni di vita, di studio, di lavoro che non abbiamo meritato, in quanto ci sono state rese possibili da altri. Maria lo riconosce subito. Dinnanzi all’onnipotenza di Dio, chi è mai l’uomo? Quanto si deve essere abbassato Dio per ricolmare una donna della sua potenza! Non possiamo comprenderlo, possiamo solo – con Maria – ricordare tutte le “grandi cose” che il Signore ha fatto per noi. E non finiremmo mai. Possiamo fermare le spinte del nostro orgoglio alimentando la consapevolezza che tutto ci è donato e che la vita stessa ed ogni respiro ci è stato dato gratuitamente, solo per amore, da Lui. Dio ci ha scelti come figli, come fratelli di quel Suo Figlio che nascerà tra qualche giorno per la nostra salvezza, ma senza alcun merito da parte nostra. Non dovrebbe essere forse questo il vero motivo di orgoglio e di gioia?

22 dicembre 2021

4.s d'Avvento 

O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa: «Vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra».

Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore
1Sam 1,24-28; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

SALMO RESPONSORIALE (I Samuele 2)
Rit: Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore.

Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s’innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.

L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
ed assegnare loro un trono di gloria.

O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa: «Vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra».



21 dicembre, 2021

Pensiero del 21 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,39-45

La vita di ogni persona ha senso.

Due donne in stato interessante si incontrano. Maria compie un viaggio che la condurrà fino ad una città di Giuda, dove vive Elisabetta; vi si reca probabilmente perché l’angelo Gabriele le aveva detto che sua cugina era incinta. Dopo il saluto di Maria, Elisabetta sente sussultare il bimbo che porta in grembo, ed esulta di gioia. La donna – mossa dallo Spirito Santo – riesce a riconoscere in Maria la Madre del Signore.

I personaggi principali di questo Vangelo non sono visibili. Sono, infatti, lo Spirito Santo che ricolma Elisabetta, e i due bambini – non ancora nati – ma per i quali Dio ha già un piano ben preciso: uno sarà il Redentore del mondo, l’altro sarà colui che lo annuncerà al mondo. È fin dal grembo materno che il disegno di Dio si attua, e ciò vale non solo per Gesù e Giovanni, ma per ognuno di noi. Nessuna creatura, infatti, viene al mondo senza un perché. Ultimamente è possibile trovare su Internet due brevi filmati: uno, riguarda i genitori di un bambino nato con una malattia così grave da non avere nessuna possibilità di sopravvivere a lungo. Questi genitori hanno festeggiato ogni giorno di vita del loro figlio. Il bambino è morto dopo novantanove giorni: novantanove feste di compleanno festeggiate con i suoi genitori, i quali non hanno fatto altro che amarlo e accudirlo. L’altro filmato invece ha come protagonista un giovane australiano nato senza arti. Egli era convinto che la sua esistenza non avesse alcuna utilità, fino a quando, da un circo, gli venne chiesto di esibirsi attivamente. In seguito ad uno scampato annegamento, aveva scoperto casualmente di saper nuotare. Iniziò a tuffarsi dall’alto – lui, senza braccia e senza gambe – in una vasca profonda. Tutti gli spettatori, nel vederlo, trattengono il fiato: lui, dopo il tuffo, riesce a risalire a galla. Uno spettatore – un bimbo con le stampelle – dopo lo spettacolo va da lui per abbracciarlo: ha scoperto che la sua vita, seppur con degli evidenti limiti, è sempre degna di essere vissuta. Ogni vita ha un senso, anche se non tutti lo riconoscono facilmente. A volte, il senso non coincide con quella che noi definiamo “realizzazione” umana: miraggio inarrivabile per un neonato di soli novantanove giorni, o per un uomo con una gravissima menomazione fisica. Ma per chi ha fede, è nel vivere per gli altri che si trova il vero senso dell’uomo, la sua vera realizzazione.

21 Dicembre

4.s d'Avvento 

Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo
Ct 2,8-14 opp. Sof 3,14-17; Sal 32; Lc 1,39-45

Oh Emmanuele, nostro re e legislatore: «Vieni a salvarci, Signore, nostro Dio».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.

Oh Emmanuele, nostro re e legislatore: «Vieni a salvarci, Signore, nostro Dio».


20 dicembre, 2021

Nel Santuario di Rolando la memoria di don Antonio

 Nel Santuario di Rolando la memoria di don Antonio

A un anno dalla sua chiamata al cielo, il 27 novembre 2021, si è svolta nella Pieve di San Valentino una celebrazione in memoria di don Antonio Maffucci, Assistente spirituale del Santuario del Beato Rolando dal 1917 sino al giorno della sua morte (27 novembre 2020). Don Antonio era un sacerdote energico, innamorato di Gesù, appassionato al bene dei tantissimi amici che aveva in ogni parte d’Italia. L’intensità della sua partecipazione al mistero dell’incarnazione, morte e resurrezione di Cristo era così profonda da stupire quanti lo incontravano.
Nell’omelia della Santa Messa il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, Monsignor Massimo Camisasca, ha ricordato la lunga amicizia che lo ha legato a don Antonio per più di cinquant’anni: “A volte mi ritrovo a parlare con lui come se fosse vivo. Ed è vivo, anche se non può rispondere. In Cristo infatti i fili che ci legano alle persone care non si interrompono con la morte, ma diventano in qualche modo più intensi, nella consapevolezza che la chiamata al cielo è il compimento dell’esistenza”.

“La vita di don Antonio – ha continuato Camisasca – è stata una vita di donazione piena, lieta, intensa, cocciuta, perché nessuno lo smuoveva da ciò che aveva deciso di fare, anche infantile, come un bambino, perché era sempre come se giocasse nel Regno di Dio. E ora Antonio e Rolando giocano insieme in cielo”.
Al termine della Santa Messa, con una breve processione, gli amici di don Antonio e di Rolando si sono recati nel vicino, piccolo, cimitero di San Valentino dove don Antonio riposa per un momento di preghiera.
L’omelia del Vescovo Massimo si può vedere e ascoltare sul canale video degli Amici di Rolando: “Comitato Amici di Rolando Rivi – YouTube”.



Gli auguri di Madre Maria - Natale 21

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Pensiero del 20 dicembre 2021

 S. T. D. E DELLA B. V. M.

G. R. A. Livatino e S. R. M. Rivi_Beati
Dio, s'inchina ed attende il SI d'una creatura, Il Fiat di Maria, ha cambiato la storia

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,26-38
Pedagogia divina: «Nulla è impossibile».
L’arcangelo Gabriele si reca a Nazareth da una vergine di nome Maria, salutandola in un modo inconsueto: «Piena di grazia, il Signore è con Te». Maria rimane turbata dal saluto. Ma l’angelo la rassicura e le spiega che cosa succederà. Maria pone delle domande, e Vangelo risponde. È la creatura prescelta per l’adempimento della venuta del Messia: il Creatore stesso si farà creatura, per rivelarsi come Padre ai suoi figli.
Il “sì” di Maria al piano divino è incondizionato, ma prima di pronunciarlo la giovane donna di Nazaret pone una domanda, composta da due parti. La prima è abbastanza generica: “come avverrà questo?”. Nella seconda parte si precisa meglio quello che, dal punto di vista umano, appare come l’ostacolo più evidente: concepire un figlio senza che vi sia stato un atto coniugale. L’angelo le risponde articolando, a sua volta, il suo discorso in due parti. Innanzitutto risponde all’ultima parte della domanda postagli da Maria dicendogli che è lo Spirito Santo che renderà possibile il concepimento e quindi il figlio che lei avrà sarà Figlio di Dio. A seguire, risponde a quanto la donna gli aveva chiesto in un primo momento: «Come è possibile?». In questo caso l’angelo non dà una spiegazione, ma risponde con un esempio, come fanno tutti i bravi pedagoghi. Le spiegazioni, teoriche e complesse normalmente non soddisfano chi ha posto le domande. Poter invece rispondere con un esempio rende le cose più comprensibili. Gabriele fa riferimento alla gravidanza avuta da Elisabetta in tarda età. Infine, la domanda di Maria riceve una risposta chiara: «Come è possibile?»: «Nulla è impossibile a Dio! ». “Come è possibile, Signore?”. Quante volte questa domanda è anche la nostra! Forse non sentiamo un angelo che ci suggerisce la risposta, ma abbiamo il Signore che ci risponde ad esempio attraverso la Sacra Scrittura. Conoscerla è utile, perché così potremmo vedere come il Signore agisce con noi uomini. Vedremmo come nulla è impossibile a Dio. Come Lui ci porta, attraverso le difficoltà e le incomprensioni ad avere fiducia in Lui. Quando ci chiediamo: “Come è possibile Signore, che il mio progetto di vita sia stato così bruscamente interrotto?”, allora potremmo rileggere il Vangelo di oggi. In esso il Signore ci dice: se riesci ad accettare il piano che Dio ha per te, se riesci a dire il tuo piccolo “sì”, comprenderai che il progetto che il Signore ha per te è ben più grande di quello che tu avevi pensato.

20 dicembre

4.s d'Avvento 
Ecco, viene il Signore, re della gloria
Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli: «Vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 23)
Rit: Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli: «Vieni, e libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre».


19 dicembre, 2021

Preghiera nel nome del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino, Magistrato e Martire, in odio alla fede.


 Preghiera nel nome del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino Magistrato e Martire in odio alla fede

Padre santo e misericordioso,
ti ringraziamo per la testimonianza credibile
del servo di Dio Rosario Angelo Livatino,
magistrato e martire per la fede.
Ponendosi “sub tutela Dei”
ed ispirandosi ogni giorno al Vangelo,
ha vissuto la sua vita,
offrendoci un luminoso esempio di santità laicale.
Conformato pienamente a Cristo tuo Figlio,
ha vissuto la beatitudine dei perseguitati per la giustizia
e, come il chicco di grano che resta solo,
muore per portare frutto.
Illuminato dallo Spirito Santo,
con impegno quotidiano,
ha offerto il culto a te gradito
attraverso l’amore per la giustizia e la carità per i fratelli.
Per sua intercessione ti chiediamo
di saper contrastare le “strutture di peccato”
e le varie mentalità mafiose
che deturpano l’uomo e minacciano la vita umana,
per vivere la beatitudine della giustizia e della pace. Amen.

Gloria tre volte

Beato Rosario Angelo Livatino

Prega per noi