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21 maggio, 2023

✝ Pensiero del 21 maggio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, grazie di cuore, di costudirmi, nell’Amore di Cristo, e nell’amore della Vergine Maria.

Barbara


Versetto del Giorno

Lodate il Signore ed invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere.

Salmo 105:1

Memoria

Compleanno di Yara Gambirasio

Domenica – 7.a di Pasqua – ASCENSIONE
Con la solennità dell’Ascensione celebriamo il mistero di Cristo che, avendo assunto la natura umana con l’incarnazione, dopo la sua morte e risurrezione, fa ritorno nella gloria del Padre. Con l’ascesa al Cielo di Gesù termina la sua missione terrena ed ha inizio quella della Chiesa. La prima è durata solo pochi anni, inquadrati da due eventi: il battesimo di Gesù di Nazaret, nelle acque del Giordano e, appunto, la sua ascesa al Padre. La missione della Chiesa, invece, durerà fino al ritorno glorioso del Signore e fino alla costituzione del Regno di Dio, alla fine dei tempi. La scelta del giorno e dell’ora in cui tutto questo avverrà è riservata alla sovrana libertà del Padre. Gesù stesso lo ha detto chiaramente agli Apostoli (cfr. At 1,7). I fedeli cristiani devono vivere nel presente, impegnandosi a compiere la missione che il Signore ha lasciato a ciascuno di loro: lavorare all’avvento del Regno di Dio. Per quanto lunga sia l’attesa, la vita va avanti e, per realizzare il compito che il Signore ci ha affidato, il tempo è breve.
Meditazione sul Vangelo di Mt 28,16-20
Con Lui, in cielo.
Non ho mai vissuto con facilità i distacchi dalle persone. Separarmi fisicamente da qualcuno a cui voglio bene mi costa sofferenza. Immediatamente avverto la nostalgia del volto, della presenza, delle parole dell’altro. Il corpo, per quanto segnato dal limite, è un grande luogo di incontro. Così credo di comprendere lo smarrimento dei discepoli di fronte all’ascesa al cielo di Gesù, quei loro guardare in alto, disorientati, tristi. E penso a quanto nell’esperienza umana sia consolante recuperare la presenza di chi non è più con noi nei ricordi, nelle esperienze condivise, nel bene scambiato, sentire che l’altro continua a vivere in noi.
Gesù dona ai discepoli e a noi una grande speranza. Anche a noi tocca lo stesso destino di salire in cielo con Lui, cioè partecipare della stessa vita di Dio. In ciascuno di noi, infatti, il Signore continua a farsi carne, a risorgere, ad ascendere. Nella nostra vita, ci dice l’Ascensione, c’è una forza che viene dall’alto e sospinge in alto Gesù, noi, il mondo. «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». Alla vista di Gesù che scompare i discepoli già avvertono la nostalgia di Lui, del cielo, cioè di una vita piena in Dio. Anche noi, come i discepoli, non conosciamo i tempi e i luoghi del ritorno del Signore. Ma Egli ci invita ad attendere, a suscitare tra gli uomini il desiderio di Lui, a tener viva la speranza dentro le difficoltà quotidiane, a essere, con la nostra vita, profezia, prefigurazione di cieli nuovi e di terre nuove. Nell’Ascensione Cristo non è andato oltre le nubi o le stelle, ma è disceso in noi, perché l’uomo e il cielo di Dio, dandoci la forza di annunciarLo fino agli estremi confini della terra. La nostalgia di Dio non ci esonera dall’impegnarci già qui, oggi, a costruire e a realizzare il Regno. Il cielo non è la ricompensa di una vita giusta e buona, non è un alibi allo spendersi già su questa terra a diffondere il vangelo, ad accompagnare gli uomini e le donne che incontriamo lungo il nostro cammino all’ incontro con Lui. Nella debolezza del nostro andare ci rincuorano le parole di Gesù. Egli ci precede, egli è già oltre i nostri ristretti confini, oltre le nostre capacità, oltre le nostre paure. La Sua forza ci illumina, ci sostiene, ci solleva in alto.
Elisa Carrà
Il Signore risorto è ritornato nella Galilea pagana. È qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23). È qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). È ritornato sui luoghi dell’inizio, per dare loro la pienezza: il Risorto è la luce decisiva che rischiara tutti coloro che camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte.
Egli ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come all’inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua “ecclesia” (cf. Es 19). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli - e in loro, e con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).
Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo.

Domenica 21 Maggio                                          

ASCENSIONE DEL SIGNORE (anno A)

Ss. Cristoforo Magallanes e c. (mf); S. Carlo Eugenio de Mazenod

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

Ascende il Signore tra canti di gloria

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

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