NNAMORATO DI CRISTO. IN UN INCONTRO LA STRADA
Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara sono una ragazza disabile, dalla nascita. Sono devota a Maria Regina della Famiglia apparsa nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg) ad Adelaide Roncalli a soli sette anni. Scopo mantenere viva la Memoria. Sono devota al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE
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22 febbraio, 2022
NNAMORATO DI CRISTO. IN UN INCONTRO LA STRADA
21 febbraio, 2022
✝ Pensiero del lunedì 21 Febbraio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Tutto è possibile, per chi crede. La fede, la preghiera, la Parola e i Sacramenti sono le vere medicine dell'anima e per lo Spirito.
Meditazione sul Vangelo di Mc 9,14-29
Coltivare la preghiera.
Gesù scende dal monte, dopo essere stato trasfigurato davanti ai suoi discepoli. Quegli apostoli che erano rimasti ai piedi del monte si erano dimostrati incapaci di curare un indemoniato che era stato condotto presso di loro. Cristo coglie l’occasione per dare una lezione sul potere della fede. La fede del padre ottiene la cura del figlio. D’altra parte, con dolcezza, Gesù fa vedere ai suoi discepoli che la causa del loro fallimento apostolico è stata la loro mancanza di fede nei mezzi soprannaturali: la preghiera e il sacrificio.
Il Vangelo ci offre l’opportunità di riflettere sul potere della preghiera. I discepoli che avevano scacciato orde di demoni quando erano stati inviati da Gesù, ora si mostrano impotenti davanti ad un indemoniato ordinario. In effetti, Gesù ci fa vedere che le cose più difficili da conquistare richiedono una dose speciale di preghiera e sacrificio. Questo è un principio che siamo soliti trascurare con una certa superficialità, quando si tratta dei nostri desideri personali o apostolici. È certo che Dio stesso ci chiede la nostra collaborazione, e sarebbe sbagliato pretendere che Dio supplisca miracolosamente alle nostre carenze o alla mancanza di dedizione. Come ben dimostra l’esperienza scolastica di chiunque, non basta pregare perché ci vada bene un esame, ma è necessario conoscere bene il tema dell’esame. Detto col motto popolare: “Aiutati che Dio t’aiuta”. Quindi, se vogliamo aver frutti in campo spirituale, sono indispensabili preghiera e sacrificio. Non ci lamentiamo, allora, se non siamo migliori cristiani, se né lo chiediamo a Dio né ci sacrifichiamo. Non ci meravigliamo se Dio non ci concede una grazia di guarigione, se non preghiamo con fervore e non ci sacrifichiamo per ottenerla. Bisogna pregare senza posa, come ci chiede Cristo stesso. Forse, questo brano ci aiuterà ad intensificare la nostra preghiera in questo periodo in cui tante anime ne hanno bisogno.
Lunedì 21 Febbraio
S. Pier Damiani (mf); B. Maria Enrica Dominici
7.a del Tempo Ordinario
I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore
Gc 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
20 febbraio, 2022
Pensiero sul Giudice Rosario Angelo Livatino
«Rosario Livatino ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come l’obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l’obbedienza allo Stato, in particolare con il ministero, delicato ed importante, di far rispettare e applicare la legge. – disse Papa Francesco al termine dell’udienza – Dopo la morte di Livatino, in più di uno dei suoi appunti veniva trovata a margine una annotazione, che all’inizio suonava misteriosa: “S.T.D.”. Presto si scoprì che era l’acronimo che attestava l’atto di affidamento totale che Rosario faceva con frequenza alla volontà di Dio: S.T.D. sono le iniziali di sub tutela Dei».
Auguri di cuore d'un buon compleanno a Cornelis Teunis (Bob) Brandes
Accade oggi 20 febbraio nel 1912
Santa Giacinta Marto
Santa Giacinta Marto
Giacinta era una bambina come le altre e conduceva una vita semplice: le piaceva giocare e ballare quando possibile.
Ma la sua esistenza cambiò quel 13 maggio 1917 quando, in un luogo chiamato Cova da Iria, nei pressi di Fatima, assistè alla prima apparizione di quella conosciuta in seguito come Madonna di Fatima.
Nonostante la sua giovanissima età il cambiamento fu radicale, ella infatti si fece seria e modesta, e il suo spirito di sacrificio divenne parte integrante della sua giovane vita: si privava anche della merenda per aiutare i bambini di due famiglie bisognose, e la sua preoccupazione più grande era la salvezza delle anime dei peccatori, per le quali pregava ininterrottamente.
Per i successivi sei mesi da quella prima apparizione, così come aveva loro annunciato la “Signora più brillante del sole” tornarono in quel luogo ogni 13 del mese fino per raccogliere il Suo messaggio.
Nella sua semplicità capì che l'inferno era una realtà terribilmente seria e che a lei era chiesto di impegnarsi perché tante persone potessero evitare un castigo così severo. Continuava a chiedere a Lucia: «Non si esce mai di là?» «No». «E dopo tanti e tanti anni?» «No, l'inferno non finisce mai». «E se noi preghiamo molto per i peccatori, Nostro Signore li libererà di lì? Poverini! Dobbiamo fare tanti sacrifici».
Giacinta fu vittima dell'epidemia di febbre spagnola che la colpì assieme a tante altre persone e morì all'età di 9 anni il 20 febbraio 1920. Beatificata da Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000, è stata proclamata santa da Papa Francesco il 13 maggio 2017, in occasione del centenario della prima apparizione. Il suo corpo attualmente è conservato nel Santuario di Fatima.
«Un giorno, quando Giacinto e Francesco avevano ormai contratto la malattia che li costringeva a letto, la Vergine Maria venne a visitarli in casa, come racconta Giacinta: "A me ha chiesto se volevo ancora convertire peccatori. Le ho detto di sì: E, quando si avvicina il momento della dipartita di Francesco, la piccola gli racco-manda: "Da parte mia porta tanti saluti a nostro Signore alla Madonna e di' loro che sono disposta a sopportare tutto quanto vorranno per convertire i peccatori". Giacinto potrebbe benissimo esclamare con san Paolo: "Mi rallegro di soffrire per voi, completando in me stesso quello che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo corpo che è la Chiesa"» (Giovanni Paolo li).
MARTIROLOGIO ROMANO. In località Aljustrel vicino a Fatima in Portogallo, Santa Giacinta Marto, che, sebbene ancora fanciulla di tenera età, sopportò con pazienza il tormento della malattia da cui era affetta e testimoniò con fervore la sua devozione alla beata Vergine Maria.
✝ Pensiero del 20 febbraio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Lc 6,27-38
Amare senza misura.
Gesù, in questo Vangelo, ci ricorda la caratteristica di un amore cristiano. La carità che Cristo ci chiede va molto oltre la giustizia, la correttezza, le buone maniere. Gesù ci ricorda che i suoi discepoli devono amare con un amore assolutamente disinteressato, che si manifesta in maniera più evidente nell’amore per il proprio nemico. La misura dell’amore cristiano è la misura dell’amore di Cristo che, pur essendo noi peccatori, si consegnò per noi alla morte di croce.
Probabilmente, non conosceremo mai il bene che possiamo fare attraverso la preghiera, ma si tratta proprio di ciò che ci chiede il Vangelo che abbiamo letto oggi. L’amore cristiano, come ce lo presenta Gesù nel Vangelo, va assai oltre quello che noi possiamo concepire come “logico” nelle nostre relazioni con gli altri. Essere discepoli di Cristo è assolutamente diverso dal trattare gli uomini animati da un amore puramente filantropico. La carità, che pure non si oppone alla filantropia, va abbondantemente oltre, perché punta ad amare gli altri come Cristo ci ha amati. Si tratta allora di amare con una misura divina, e non meramente umana. Perciò, l’amore cristiano è impossibile da raggiungere col nostro semplice sforzo ascetico, ma è un dono di Dio che dobbiamo chiedere ogni giorno, con una preghiera fiduciosa, sapendo che Dio per primo vuole che amiamo gli altri con l’amore con cui lui li ama.
Domenica 20 Febbraio
S. Eucherio; B. Giacinta Marto; S. Leone di Catania
7.a del Tempo Ordinario
Il Signore è buono e grande nell’amore
1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal 102; 1Cor 15,45-49; Lc 6,27-38
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: Il Signore è buono e grande nell’amore.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
(Giovanni 13,34)
19 febbraio, 2022
✝ Pensiero del 19 febbraio 2022
Meditazione sul Vangelo di Mc 9,2-13
Stare con il Signore.
La Trasfigurazione avviene sei giorni dopo che Gesù ha rivolto ai suoi e alla folla l’invito a portare la propria croce, e si colloca al centro della vita terrena di Gesù. Alcuni discepoli vedono quel volto trasfigurato, luce per la vita, divinità nell’umanità. La sua veste è luminosa al di sopra di ogni possibilità umana: la bellezza del Figlio è irradiante. L’esperienza più alta per un israelita è quella di vedere il volto del Signore, ma di fatto nessuno era stato in grado di vederlo. Mosè aveva visto il Signore solo di spalle; i discepoli possono contemplare il suo volto. È bello essere con Gesù sul monte, un luogo alto, vicino al cielo, luogo di intimità e rivelazione. Qui davvero si può stare con il Signore, altrove occorre camminare alla ricerca di lui. Le parole di Pietro mostrano che il momento supera ogni umana comprensione e la voce del Padre chiede obbedienza alla Parola.
Una delle pagine più alte del Vangelo di Marco è certamente quella che racconta la Trasfigurazione. Mentre a Gesù sembra essere naturale conversare come in paradiso, i discepoli sono stupiti, affascinati. Stare con il Signore è un’esperienza così bella che non si vorrebbe abbandonare mai il luogo della sua presenza, la sua compagnia. Stare con il Signore ci immerge in un silenzio che è fatto di ascolto, di presenza. Stare con il Signore significa lasciarsi inebriare dalla sua bellezza, dal suo mistero che è sempre infinito e insondabile. Stare con il Signore comporta il riporre in Lui la nostra fiducia, fare di Lui il centro della vita. Stare con lui significa lasciarsi accogliere nella sua intimità. Giovanni Paolo Il ha scritto molto sull’episodio della Trasfigurazione dedicando la prima parte della riflessione in una delle sue encicliche, egli dice che la Trasfigurazione «segna un momento decisivo nel ministero di Gesù. È evento di rivelazione che consolida la fede nel cuore dei discepoli, li prepara al dramma della Croce ed anticipa la gloria della risurrezione. Questo mistero è continuamente rivissuto dalla Chiesa, popolo in cammino verso l’incontro escatologico col suo Signore. Come i tre apostoli prescelti, la Chiesa contempla il volto trasfigurato di Cristo, per confermarsi nella fede e non rischiare lo smarrimento davanti al suo volto sfigurato sulla Croce. Nell’uno e nell’altro caso, essa è la Sposa davanti allo Sposo, partecipe del suo mistero, avvolta dalla sua luce. Da questa luce sono raggiunti tutti i suoi figli, tutti ugualmente chiamati a seguire Cristo riponendo in Lui il senso ultimo della propria vita, fino a poter dire con l’Apostolo: “Per me il vivere è Cristo!” (Fil 1,21)».
Sabato 19 Febbraio
S. Mansueto; S. Proclo; B. Corrado Confalonieri
6.a del Tempo Ordinario
Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre
Gc 3,1-10; Sal 11; Mc 9,2-13
Si aprirono i cieli e si udì la voce del Padre:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
(Marco 9,7)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 11)
Rit: Tu, o Signore, ci proteggerai per sempre.
Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;
sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo.
Si dicono menzogne l’uno all’altro,
labbra adulatrici parlano con cuore doppio.
Recida il Signore le labbra adulatrici,
la lingua che vanta imprese grandiose,
quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti,
le nostre labbra sono con noi:
chi sarà il nostro padrone?».
Le parole del Signore sono parole pure,
argento separato dalle scorie nel crogiuolo,
raffinato sette volte.
Tu, o Signore, le manterrai,
ci proteggerai da questa gente, per sempre.
Si aprirono i cieli e si udì la voce del Padre:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
(Marco 9,7)
18 febbraio, 2022
✝ Pensiero del 18 febbraio 2022
✝
La Croce è la via della Vita. Percorrendola, si trova la Vita.
Meditazione sul Vangelo di Mc 8,34-9,1
Venerdì 18 Febbraio
S. Geltrude Comensoli; B. Giovanni da Fiesole (Beato Angelico)
6.a del Tempo Ordinario
La tua legge, Signore, è fonte di gioia
Gc 2,14-24.26; Sal 111; Mc 8,34 – 9,1
Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
(Giovanni 15,15)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 111)
Rit: La tua legge, Signore, è fonte di gioia.
Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.
Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
«Misericordioso, pietoso e giusto».
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
«Eterno sarà il ricordo del giusto».
Vi ho chiamato amici, dice il Signore, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
(Giovanni 15,15)
17 febbraio, 2022
Padre Massimiano Kolbe venne arrestato e subì le prime torture dalle guardie naziste
Arrestato il 17 febbraio 1941 P. Massimiliano fu rinchiuso nel carcere di Pawiak dove subì le prime torture dalle guardie naziste.
✝ Pensiero del 17 febbraio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Mc 8,27-33
Seguirò Cristo fino alla croce.
Gesù sa che la sua missione sta per concludersi, e vuol verificare se i suoi discepoli hanno imparato bene i suoi insegnamenti. Non era facile per un gruppo di pescatori illetterati comprendere la ricchezza del messaggio del Vangelo. L’ora finale, per Gesù, era ormai prossima, ed era necessario assicurarsi che gli apostoli sapessero con esattezza chi seguivano e ciò che questo implicava. Ecco perché alla confessione della sua messianicità si doveva unire la realtà della croce.
Il Vangelo ci presenta oggi un dialogo di Cristo coi suoi discepoli, nell’ultima parte della sua missione sulla terra. Il tempo è già finito, ed è necessario parlar loro con chiarezza della sua missione. È il momento di mettere tutte le carte sul tavolo. La risposta di Pietro era proprio quella che Gesù voleva sentire, ma era necessario che comprendessero chiaramente il significato di quell’enigmatica parola: Messia. Nessuna delle diverse concezioni diffuse tra gli ebrei corrispondeva alla vera messianicità di Cristo. Per questo motivo era assai necessaria la spiegazione di Cristo: essere Messia significa passare per la croce e risuscitare. Nella nostra vita cristiana siamo minacciati da pericoli della stessa sorta. Ci sono qua e là molte false concezioni del cristianesimo, ed è facile lungo la via lasciarsi distrarre dalle insegne luminose. La chiave dell’autenticità del cristianesimo è la presenza della croce. Che è più del simbolo che portiamo appeso alla catenina. Non si tratta di camminare tutto il giorno col volto cupo, o cercando a tutti i costi di vivere austeramente. Ma non possiamo dimenticare che vivere coerentemente la nostra fede esige che andiamo contro le nostre tendenze spontanee. Perdonare il nemico, parlar bene di chi ci diffama, servire chi ci è antipatico, pregare quando siamo stanchi e tante altre situazioni che ci si presentano quotidianamente, richiedono che impariamo a vincere noi stessi, per vivere come uomini nuovi. Portare la croce con Cristo è sempre più facile che portarla soli. Non cessiamo di chiedergli aiuto per essere cristiani più autentici, seguendo le orme del nostro Maestro.
Giovedì 17 Febbraio
Ss. Sette Fondatori O.S.M. (mf); S. Flaviano; S. Silvino
6.a del Tempo Ordinario
Il Signore ascolta il grido del povero
Gc 2,1-9; Sal 33; Mc 8,27-33
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.
(Giovanni 6,63)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Il Signore ascolta il grido del povero.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.
(Giovanni 6,63)
16 febbraio, 2022
16 febbraio 1926 | Nasce a Francoforte una ragazza ebrea tedesca Margot Frank sorella maggiore di Anne
16 febbraio 1926 | Nasce a Francoforte una ragazza ebrea tedesca, Margot Frank, sorella maggiore di Anne.
✝ Pensiero del 16 febbraio 2022
✝
S. T. D. E DELLA B. V. M.
G. R. A. Livatino UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede_Beato
Meditazione sul Vangelo di Mc 8,22-26
La carità non si improvvisa.
Gesù, dopo aver attraversato in barca il lago di Genesaret, arriva a Betsàida, la città natale di Pietro. Probabilmente, per passare qualche giorno di riposo nella casa di questi, dato che la predicazione di Cristo era stata particolarmente intensa negli ultimi giorni. Ma la gente lo cerca senza posa. Gli portano un cieco e, nuovamente, il cuore di Cristo non può smettere di aver compassione di loro e guarisce le loro infermità.
Un dettaglio della parte finale di questo testo del Vangelo ci dà lo spunto per fare una riflessione su quell’aspetto della carità cristiana che è la sfumatura dell’anonimato. Gesù disse ai suoi discepoli: “La tua mano sinistra non sappia quello che fa la destra”. Fare il bene senza cercare riconoscimento, è il segno di autenticità della carità cristiana. E questo perché si si può facilmente cadere nel pericolo di voler dare per poi ricevere. Nessuno di noi è al sicuro da questa realtà: il nostro amor proprio ci spinge a sperare e, a volte, fino quasi ad esigere la gratitudine per le nostre opere buone. La massima del vero cristiano è diversa: dare, senza aspettarsi niente in cambio. La vita quotidiana ci offre molteplici opportunità per esercitare la carità cristiana. Spesso aspettiamo le grandi opportunità per vivere la carità; occasioni che possono però trasformarsi facilmente in pretesti per vivere una carità utopica, irreale. La testimonianza dei santi è unanime. La carità non si improvvisa. Nessuno può pretendere di essere generoso nel molto se non lo è stato prima nel poco, così come nessuno può pretendere di essere vincitore mondiale della maratona, se in vita sua non ha mai percorso più di dieci chilometri di seguito a piedi. Ogni giorno abbiamo l’opportunità di crescere nella nostra vita cristiana, vivendo con generosità il servizio agli altri nelle molte forme che ci offre la quotidiana convivenza»? Cedere il meglio agli altri, riordinare ciò che un altro ha scompigliato, pulire quel che un altro ha sporcato, maniere concrete di vivere la nostra vita cristiana, che altro non sono se non modi per configurare il nostro modo di agire a quello di Cristo. E se nessuno se ne accorge, tanto meglio. Come dice Gesù, la nostra ricompensa sarà grande nel cielo.
Mercoledì 16 Febbraio
S. Giuliana; B. Giuseppe Allamano; B. Nicola Paglia
6.a del Tempo Ordinario
Signore, chi abiterà sulla tua santa montagna?
Gc 1,19-27; Sal 14; Mc 8,22-26
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
(Efesini 1,17-18)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 14)
Rit: Signore, chi abiterà sulla tua santa montagna?
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua.
Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
(Efesini 1,17-18)
15 febbraio, 2022
✝ Pensiero del 15 febbraio 2922
✝
Dio ci è sempre vicino.
Sono passati appena alcuni giorni, ed i discepoli hanno dimenticato il grandioso miracolo della moltiplicazione dei pani. Davanti ai primi ostacoli, spunta in loro il dubbio e la sfiducia, e si preoccupano per la mancanza di provviste. Cristo apre loro gli occhi, mostrandogli che Dio provvede alle necessità dell’uomo.
Questo brano ci appare a prima vista enigmatico. Il commento di Gesù resta del tutto oscuro ai discepoli. Come dice l’adagio popolare, “ognuno porta l’acqua al mulino suo”. Gesù parlava del modo di pensare di Erode e dei farisei; i discepoli, invece, forse ancora attoniti per l’episodio della moltiplicazione miracolosa del cibo, lo fraintendono, e interpretano le sue parole in termini di alimenti terreni. Gesù, non trascurando quell’opportunità, la sfrutta per far vedere ai suoi discepoli la loro “miopia” spirituale. La “fretta è cattiva consigliera”, si dice. Spesso la fretta delle difficoltà incombenti e concrete che affrontiamo tutti i giorni ci nasconde la mano previdente di Dio. Una malattia, una ristrettezza economica, una delusione. Sembra come se un sipario nero velasse il nostro sguardo, e il primo a sparire è Dio. Cristo ci vuole insegnare, attraverso questo Vangelo, che egli è sempre presente, accanto a noi, per sostenerci nel nostro peregrinare in questo mondo. Tutti ne abbiamo fatto qualche volta l’esperienza: improvvisamente, problemi che sembravano insolubili si risolvono, quasi come per magia. O magari ci ritroviamo perfino meglio di come stavamo prima. Sicuramente, un osservatore superficiale l’attribuirà alla coincidenza, al caso. Un cuore innamorato di Dio, però, vedrà in ciò l’aiuto della Provvidenza. Quando dà, Dio dà con magnanimità, andando ben oltre le nostre aspettative. Impariamo a guardare oltre la nebbia delle nostre difficoltà, per notare la presenza amorosa di Dio.
Ss. Faustino e Giovita; S. Claudio La Colombière
6.a del Tempo Ordinario
Beato l’uomo a cui insegni la tua legge, Signore
Gc 1,12-18; Sal 93; Mc 8,14-21
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 93)
Rit: Beato l’uomo a cui insegni la tua legge, Signore.
Beato l’uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura.
Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto.
Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni,
il tuo conforto mi ha allietato.