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09 agosto, 2022

✝ Pensiero del 09 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

In memoria di Edith Stein una religiosa cattolica in religione Teresa Benedetta della Croce, (Breslavia, 12 ottobre 1891 – Auschwitz, 9 agosto 1942) è stata una monaca cristiana, filosofa e mistica tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, vittima della Shoah. Di origine ebraica, si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo che durava dall'adolescenza. Venne arrestata nei Paesi Bassi dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove, insieme alla sorella Rosa, terziaria carmelitana scalza, nel 1942 venne trucidata. Nel 1998 papa Giovanni Paolo II la proclamò santa e l'anno successivo la dichiarò patrona d'Europa.

Martedì – 19.a Tempo Ordinario – SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE Patrona d’Europa – P

Meditazione sul Vangelo di Mt 25, 1-13

Edith Stein nacque a Breslavia, il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di origine tedesca. Allevata nei valori della religione israelitica, a 14 anni abbandonò la fede dei padri per dichiararsi atea. Studiò filosofia a Gottinga, alla scuola di Edmund Husserl, fondatore della scuola fenomenologica, divenendo una brillante filosofa. Nel 1921 si convertì al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922. Nel 1932 venne chiamata a insegnare all’Istituto pedagogico di Munster, ma la sua attività fu sospesa dopo circa un anno a causa delle leggi razziali. Nel 1933, assecondando un desiderio lungamente accarezzato, entrò come postulante al Carmelo di Colonia, assumendo il nome di suor Teresa Benedetta della Croce. Il 2 agosto 1942 venne prelevata dalla polizia nazista e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove il 9 agosto morì nella camera a gas. È stata proclamata beata nel 1987 e l’11 ottobre 1998 è stata canonizzata da Giovanni Paolo ll, che nel 1999 la dichiarò anche co-patrona d’Europa, con santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena.

Lo sposo fedele.

Nella festa odierna la liturgia ci presenta nella prima lettura un passo del profeta Osea: siamo introdotti in un soliloquio di Dio, il cui sentimento è come quello di un innamorato ferito che però non volta le spalle a colei che lo ha tradito, anzi, la chiama a sé per abbracciarla di nuovo.

I versetti del profeta Osea ci dicono molto del Signore. Scopriamo un Dio che non cancella mai dalla sua mente chi si separa da Lui. È un innamorato fedele che continua ad amare anche quando si scopre tradito. La sua non è ingenuità, né cocciutaggine, né debolezza. Il suo è amore puro, quell’amore che non permette a nulla di spegnerlo. È un amore che attira, che parla al cuore. Questo amore non si serve di ricatti per legare a sé la persona amata, non toglie la libertà, ma crea dei vincoli attraverso la fedeltà. Il suo essere fedele è un continuo richiamo per chi si è allontanato. E la fedeltà rimane la strada sulla quale può camminare chi sceglie di tornare. Santa Edith Stein, di cui oggi celebriamo la festa come Patrona d’Europa, negli anni della sua ricerca interiore, non aveva mai smesso di pregare: la ricerca di verità era la sua preghiera. Il suo cercare così vitale, sincero, aperto, le aveva permesso di incontrare ad un certo punto Gesù Cristo, di aprire gli occhi su Colui che le faceva conoscere il vero volto di Dio. Non ha temuto di attraversare il suo deserto per trovarlo: il tempo della riflessione, in cui quello che si ha non basta più, ma ancora non si è trovato ciò che riempie il cuore. Come le vergini sagge, è uscita di notte con l’olio che le avrebbe permesso d'incontrare il suo Signore, l’olio del desiderio che in noi talvolta perde forza. Chiediamo a Dio di donare anche a noi, sempre e in abbondanza, quest’olio, affinché la nostra lampada non si spenga. Il mondo ha bisogno di persone ricche di desiderio, di uomini e donne di fede che sono i tesori più preziosi che si possono incontrare nella propria esistenza. Dio ha messo accanto ad Edith Stein persone di questa tempra e nella sua bontà non le fa mancare anche a noi.

ALL’INGRESSO
Con Cristo sono stato crocifisso
e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.
Vivo nella fede del Figlio di Dio,
che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

LETTURA Os 2, 15f-16. 17b. 21-22
Lettura del profeta Osea

Oracolo del Signore. Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.

Oppure

LETTURA AGIOGRAFICA
Vita di santa Teresa Benedetta della Croce, vergine e martire

Edith Stein nacque a Breslavia, in una famiglia ebraica, nel «giorno dell’espiazione» il 12 ottobre 1881: a due anni rimase orfana di padre. Frequentò gli studi nel liceo e nell’università della città natale, conseguendo brillanti risultati. A 22 anni si trasferì a Gottinga per seguire i corsi di filosofia tenuti da Edmund Husserl, anch’egli di origini ebraiche, considerato uno dei maggiori filosofi del tempo. In questo periodo di intenso studio abbandonò gradualmente la pratica religiosa e dimenticò volutamente Dio, respingendo le accorate raccomandazioni della madre. Quando Husserl si trasferì a Friburgo, volle presso di sé in qualità di assistente Edith, laureatasi nel frattempo con il massimo dei voti. Si impegnò nella promozione della donna, mettendo in luce la missione e la ricchezza della femminilità. Il lutto per la morte di un amico carissimo fu per lei «il primo incontro con la croce e con la forza divina che trasmette a chi la porta». Fu il momento in cui la sua irreligiosità crollò e Cristo rifulse. Nell’estate del 1921 trovò casualmente nella biblioteca di una persona amica l’Autobiografia di santa Teresa d’Avila; la lesse e ne fu conquistata, sicura di aver trovato finalmente la verità. Ricevette il battesimo il 1° gennaio del 1922, festa della Circoncisione del Signore. L’incontro con il Cristianesimo non la portò a ripudiare le sue radici ebraiche ma, piuttosto, gliele fece riscoprire in pienezza. Mentre attendeva all’insegnamento a Spira e a Münster, con ammirabile dedizione svolse un’ingente mole di lavoro intellettuale, ma le leggi razziali la costrinsero a lasciare la cattedra. Guidata da eccellenti sacerdoti, che la sorressero nelle difficoltà, si aprì progressivamente a nuove conquiste spirituali. «Più uno si sente attratto da Dio – scrisse – e più deve uscire da se stesso, nel senso di rivolgersi al mondo per portarvi una ragione divina per vivere». Nel 1934 coronò il progetto sognato fin dal giorno del battesimo: vestì l’abito religioso nel Carmelo di Colonia, assumendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. Alla priora dichiarò: «Non l’attività umana ci può salvare, ma soltanto la Passione di Cristo; la mia aspirazione è quella di parteciparvi». Al Carmelo le fu demandata, insieme ad altre sorelle, l’attività letteraria del monastero. Scrisse articoli, commenti e interpretazioni filosofiche del Cristianesimo, e lavorò alla sua opera Essere finito ed Essere eterno. Donna di singolare intelligenza e cultura, ha lasciato molti scritti di alta dottrina e di profonda spiritualità. Portata alle vette mistiche, seppe scorgere nella Croce la via che conduce alla gloria, e la luce che dalla Croce sprigiona le diede la forza per il sacrificio supremo. Per sfuggire alla persecuzione nazista si trasferì in Olanda, dove venne arrestata il 2 agosto 1942. Non volle deporre l’abito carmelitano, al quale appuntò la stella gialla degli ebrei deportati. Morì nelle camere a gas di Auschwitz il 9 agosto 1942 e fu gettata nei forni crematori, offrendo il suo olocausto per il popolo di Israele. L’11 ottobre 1998 papa Giovanni Paolo II la iscrisse nell’albo delle sante martiri e nel 1999 la proclamò compatrona d’Europa. Onore e gloria al Signore nostro Gesù Cristo, che regna nei secoli dei secoli. Amen.

09 agosto 

"S. Teresa Benedetta della Croce patrona d’Europa (f) --- S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d'Europa (f) - P Os 2,16.17.21-22; Sal 44; Mt 25,1-13 Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore"

Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona, che il Signore ti ha preparato per la vita eterna.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 44)
Rit: Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Entra la figlia del re: è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito.
È condotta al re in broccati preziosi;
dietro a lei le vergini, sue compagne,
a te sono presentate.

Condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli;
li farai prìncipi di tutta la terra.

Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona, che il Signore ti ha preparato per la vita eterna.

08 agosto, 2022

✝ Pensiero del 08 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 17, 22-27

Pellegrini, figli del Padre celeste.

Nella prima lettura il popolo di Israele è invitato ad amare Dio e a seguirne le vie. Non solo: riconoscendo di aver sperimentato per primo l’amore di Dio e di essere stato anche lui straniero in Egitto, si scopre chiamato dal Signore ad amare il forestiero.

Gesù, a proposito del giudizio finale, dirà: “Ero straniero e mi avete ospitato” (Mt 25,35). Quando una persona ha sperimentato sulla propria pelle la difficoltà di inserirsi in un ambiente, di farsi capire, di adattarsi a ciò che non conosceva, di superare dei pregiudizi o delle resistenze, diventa più facile scoprire cosa può vivere nell’animo il forestiero. Quando si avverte di essere per primi dei viandanti, dei pellegrini in questo mondo, di non possedere nulla davvero perché, in fondo, nulla è nostro e tutto è di Dio; quando si comprende che anche certe parti di noi, della nostra psiche e della nostra anima, sono per prime sconosciute a noi stessi e a volte ci spaventano, allora il cuore si apre con più facilità. Non si tratta della faciloneria con cui alcuni affrontano i problemi della sempre crescente immigrazione. Si tratta, invece, di vivere disposizioni interiori di fronte a chi non conosciamo; perché non è detto che il “forestiero” sia solo uno di un’altra nazionalità. Può essere chi vive la solitudine dell’incomprensione, della malattia mentale, dell’abbandono. Chiunque abbia bisogno di essere ospitato non solo in una stanza accogliente, ma tra braccia che amano. Il “trucco” sta nell’imparare a mettersi nei panni dell’altro, nel “camminare con le sue scarpe”. E questo non ci viene naturale. “Amare il forestiero”: amare dunque prima di giudicare, perché solo l’amore aiuta a vedere bene a ben valutare. Tutto diventa facile quando mi impegno ad amare l’altro perché, in fin dei conti, è come me, e mi sforzo di rispettare la sua dignità, come desidero sia rispettata la mia.

Lunedì 8 Agosto 
S. Domenico Guzman (m); B. Maria Margherita Caiani
19.a del Tempo Ordinario
Ez 1,2-5.24-28c; Sal 148; Mt 17,22-27
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 148)
Rit: I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

(II Tessalonicesi 2,14)

07 agosto, 2022

✝ Pensiero del 07 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace.
Giacomo 3:18

Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 32-48

Beato il servo fedele.

La lettera agli Ebrei ci porta ad approfondire il tema della fede, mostrandone alcune caratteristiche: essa ci rende pellegrini e ci pone alla ricerca di una patria che non sarà una nostra conquista, ma un dono di Dio. Essa accetta di muoversi sempre in avanti, pur senza vedere chiaramente la meta.

 “Per fede”: più volte leggiamo queste parole nella seconda lettura. Per fede Abramo, senza sapere molto di chi gli parlava nell’intimo, partì per “una terra che io ti farò vedere”, come gli disse Dio. Una terra che non aveva sentito nemmeno nominare. Ma, andando verso questa terra, è andato anche verso se stesso, perché ha dato un senso nuovo alla sua vita, e verso Dio, perché l’ha conosciuto sempre più. Ciascuno di noi, in fondo, per diventare quel che è chiamato ad essere, deve lasciare qualcosa, abbandonare qualcuno. In questo lasciare tutto, Abramo ha ricevuto una promessa: la tua discendenza sarà numerosa come le stelle del cielo. Si è sentito benedetto e portatore di benedizione. E così sua moglie, Sara. Ma cosa hanno visto di tutto ciò nella loro vita? Hanno avuto due figli soli, di cui uno da una schiava. Abramo, inoltre, ha dovuto comprare la terra per dare una sepoltura a Sara, perché non aveva una sua proprietà. Allo sguardo umano non si è realizzata alcuna delle promesse. Eppure, se ci pensiamo, noi credenti formiamo la discendenza innumerevole di Abramo, e in Gesù ogni parte della terra e ogni popolo sono stati benedetti dal Padre. Mai Abramo e Sara avrebbero potuto immaginare che le promesse ricevute si sarebbero realizzate così. Per fede siamo chiamati a posare gli occhi su Colui che promette piuttosto che sulle sue promesse, perché queste ultime non sempre possiamo capirle. Esse trovano il loro significato su “vasta scala” e “a lungo termine”. Dio non ci salva da soli. Mentre noi guardiamo solo al nostro piccolo mondo e ci aspettiamo risposte pratiche e immediate, Lui guarda tutta l’umanità e lega la nostra vita ad essa. È difficile da comprendere e da accettare? È vero, ma anche per noi valgono le stesse parole: “Per fede”.

Domenica 7 Agosto 
Ss. Sisto II c. (mf); S. Gaetano da Thiene (mf); S. Donato
19.a del Tempo Ordinario (anno C)
Sap 18,6-9; Sal 32; Eb 11,1-2,8-19; Lc 12,32-48
Beato il popolo scelto dal Signore

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42-44)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Beato il popolo scelto dal Signore.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
«Egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo».

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42-44)

06 agosto, 2022

Auguri di cuore, al nostro Vescovo di Bergamo

 Auguri di cuore, al nostro Vescovo di Bergamo

Mons. FRANCESCO BESCHI, per il suo compleanno.
Dio, benedica, il suo cammino, come uomo e sacerdotale ora, e per sempre..



Trasfigurazione del Signore

 Trasfigurazione del Signore

autore: Raffaello Sanzio anno: 1520 titolo: Trasfigurazione luogo: Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano
Nome: Trasfigurazione del Signore
Titolo: Gesù rivela ai tre discepoli diletti il Corpo del Vero Uomo
Ricorrenza: 6 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


Il Divin Redentore Gesù aveva già predicato per due anni il Vangelo dell'amore per tutta la Palestina, e si era già scelti i dodici Apostoli, ma la Buona Novella non era ancora stata compresa che in piccola parte: i suoi discepoli medesimi restavano ancora dubbiosi e tiepidi.

Per confermare nella fede almeno i più amati fra gli Apostoli, prese con sè Pietro, Giacomo e Giovanni, li condusse sulla cima del Tabor ed innanzi ad essi si trasfigurò. Il suo viso divenne risplendente come il sole e le sue vesti candide come la neve. Ed apparvero Mosè ed Elia che conversavano con lui. Pietro allora prese la parola e disse a Gesù: « È bene per noi lo star qui; se vuoi facciamo qui tre tende: una per Te, una per Mosè ed una per Elia ». Mentre ancora parlava una lucida nuvola li avvolse e da essa si udì una voce che diceva: « Questo è il mio Figliuolo diletto nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo ». Udendo tale voce i discepoli caddero bocconi a terra e furon presi da gran timore, ma Gesù, accostatosi a loro, li toccò dicendo : « Levatevi e non temete »; ed essi alzati gli occhi non videro che Gesù. Egli poi nello scendere dal monte ordinò di non parlare a nessuno di quella visione, prima che il Figliuol dell'Uomo fosse risuscitato dai morti.

Questo bellissimo tratto del Santo Vangelo è preso da S. Matteo, ma lo si trova pure in S. Luca ed in S. Marco. Gesù prende con sè, e vuole testimoni della sua gloria: Pietro, il discepolo dal cuore ardente e generoso fino all'eroismo; colui che pochi giorni prima era stato costituito capo della Chiesa. Giacomo, il fratello di Giovanni, impetuoso e fedele che voleva sedere alla destra di Gesù, per cui si disse disposto a bere lo stesso calice amaro della passione. Giovanni, prediletto perchè il più giovane ed il più innocente. Tutti e tre li vedremo in seguito seguire il Maestro nell'Orto degli Ulivi, recarsi per primi al sepolcro, predicare con zelo ardente la fede, e dare la vita per il loro Maestro.

PRATICA. Il Padre sul Tabor ha proclamato: «Questo è il mio Figlio diletto, lui ascoltate ». Ascoltiamo questo Maestro Divino quando ci parla per mezzo della Chiesa o dei suoi ministri.

PREGHIERA. Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del tuo Unigenito hai confermato i misteri della fede con la testimonianza dei padri e, con voce partita da nube luminosa, hai meravigliosamente proclamata la perfetta adorazione dei figli, concedici, propizio, di poter divenire coeredi del Re della gloria e partecipi della sua medesima gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo.


✝ Pensiero del 06 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

L a Trasfigurazione di Gesù, è uno squarcio aperto nel cielo, mediante, il quale ci è dato contemplare la Gloria a cui siamo destinati.

Meditazione sul Vangelo di Lc 9, 28-36

Dio dice: Questi è il Figlio mio, l’amato:
«In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

La Trasfigurazione, manifestazione anticipata della gloria di Cristo e profezia del suo esodo al Padre, mette in luce la dimensione pasquale ed escatologica della liturgia e di tutta la vita cristiana. La parola del Padre preannunzia l’adozione filiale di coloro che, ascoltando e seguendo il Figlio prediletto, diventano suoi fratelli, partecipi della trasfigurazione eterna. L’alto monte, non meglio identificato nel Vangelo, è quasi concordemente ritenuto il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea e domina la pianura circostante. La data è da collocarsi tra la Pentecoste ebraica e la festa delle Capanne, durante il periodo dedicato da Gesù in modo particolare alla formazione degli apostoli. La festa del 6 agosto, originariamente celebrata in Oriente, fu estesa a tutta la Chiesa da papa Callisto lll nel 1457, a ricordo della vittoria del 1456 sui Turchi, a Belgrado.
È bello, Signore, stare con te.
«Io continuavo a guardare» dice Daniele nella prima lettura. È la sua visione del Re, il più alto su tutta la terra. La gloria regale e il potere sovrano di Dio e del Suo Figlio Unigenito sono ben oltre la capacità di descrizione delle nostre parole. Il racconto evangelico della Trasfigurazione ci porta ad immaginare lo stesso tipo di visione. Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio, il Messia inviato per la nostra salvezza.
Ci sono momenti nei quali quasi tocchiamo il mistero di Dio: quando viviamo una messa con più intensità, facciamo una passeggiata in montagna, sentiamo la brezza del mare, osserviamo il volo di una rondine, o cogliamo il sorriso pieno di tenerezza di una persona cara. Ma altre volte la quotidianità ci assorbe. Viviamo presi dalla frenesia, dalle incombenze, e il cielo sembra un posto lontano, magari perfino un po’ noioso. Nella Trasfigurazione siamo invitati a salire sul monte, a fare uno sforzo speciale per contemplare Dio. Cristo va avanti: ci indica la strada, ci dà l’esempio, c'insegna a pregare. Ed è allora che il Padre ci rinnova l’invito ad ascoltare suo Figlio, a contemplare il suo amore, leggendo il Vangelo, per scoprire il suo amore nella nostra vita. Si sta così bene con Dio! I momenti di contemplazione riempiono l’anima di una pienezza speciale, di un desiderio di non interrompere l’esperienza, di rimanere lì, con Cristo, in quegli istanti che sono un’anticipazione del cielo. Ma la vita ha le sue esigenze. Dobbiamo discendere dalla montagna. Rimane un ricordo, un’esperienza profonda. Ma non possiamo restare come prima, dopo avere sentito la voce di Dio nella nube sul monte. Non possiamo lasciare che la monotonia soffochi l’entusiasmo che ci ha donato l’incontro col Padre».

Sabato 6 Agosto 
Trasfigurazione del Signore (anno C) – P
B. Maria Francesca di Gesù
Dn 7,9-10.13-14 opp. 2Pt 1,16-19; Sal 96; Lc 9,28-36
Il Signore regna, il Dio di tutta la terra

Questi è il Figlio mio, l’amato:
«In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo
».
(Marco 17,5)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Il Signore regna, il Dio di tutta la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Perché tu, Signore,
sei l’Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi.

Questi è il Figlio mio, l’amato:
«In lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo
».
(Marco 17,5)

05 agosto, 2022

✝ Pensiero del 05 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non sono stati i chiodi, a tenere Gesù, sulla Croce ma il Suo Amore, per noi.

Meditazione sul Vangelo di Mt 16, 24-28
Sapienza di Dio.
La lettura di oggi è tratta dal libro del profeta Nahum. Nella figura del malvagio che viene sconfitto è rappresentata l’immagine della violenza e della menzogna. Il profeta mostra la precarietà della potenza umana che si fonda sull’oppressione e sull’ingiustizia. È un canto di lode a Dio che ha liberato il suo popolo da una terribile minaccia e ha punito il malvagio mostrandosi quale Signore della storia.
Il vangelo di oggi ci presenta uno dei paradossi più ardui da comprendere e da vivere. Prendere la croce e seguire Gesù significa consumare se stessi nell’abnegazione e nel sacrificio. L’aspetto paradossale è costituito dal fatto che proprio nel perdere se stessi si incontra la vita autentica. Questo messaggio sembra privo di attrattive per il nostro mondo di oggi, dal momento che la maggior parte delle persone cercano esattamente il contrario. In una società in cui regnano edonismo e superficialità, la croce e l’abnegazione paiono quasi spregevoli, antiquati, idee buone solo per menti poco assennate. Si desidera ciò che è più facile, più comodo, che dà più piacere, e si pratica il culto del corpo. Questa è la “sapienza” del mondo. La “sapienza di Dio” è diversa; già san Paolo l’aveva detto. San Francesco d’Assisi era convinto che il mondo si può salvare solo attraverso la croce e l’abnegazione. Il suo compagno, Egidio, cercò di riassumere così l’insegnamento di Francesco: «Vuoi sentirci bene? Diventa sordo. Vuoi parlare bene? Sta’ in silenzio. Vuoi guadagnare? Impara a perdere. Vuoi arricchirti? Sii povero. Vuoi essere consolato? Piangi. Vuoi salire in alto? Umiliati». Vivere così è segno di grande sapienza, ma non è cosa da tutti. Sembra un elenco di paradossi, ma tutti servono a illustrare il mistero della croce: il guadagno nella privazione, la vita nella morte.

Venerdì 5 Agosto 
Dedic. Bas. S. Maria Maggiore (mf); S. Osvaldo; S. Emidio; S. Osvaldo
18.a del Tempo Ordinario
Na 2,1.3; 3,1-3.6-7; Cant. Dt 32,35-36.39-41; Mt 16,24-28
Il Signore farà giustizia al suo popolo

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)

SALMO RESPONSORIALE (Deuteronomio 32,35-41)
Rit: Il Signore farà giustizia al suo popolo.

Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire.
Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione.

Ora vedete che io, io lo sono
e nessun altro è dio accanto a me.
Sono io che do la morte e faccio vivere;
io percuoto e io guarisco.

Quando avrò affilato la folgore della mia spada
e la mia mano inizierà il giudizio,
farò vendetta dei miei avversari,
ripagherò i miei nemici.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)



04 agosto, 2022

Era venerdì 04 agosto 1944 ore 14.30

 La famiglia Frank, ed i loro amici che erano con loro, nell'alloggio segreto, vengono arrestati dalla Gestapo e furono deportati, nei Campi di Concentramento.


Era venerdì 04 agosto 1944
ore 14.30



Trovata una foto inedita di Edith Stein

 Trovata una foto inedita di Edith Stein

Uno storico polacco appassionato di cartoline antiche ha realizzato una scoperta sorprendente durante un'asta online a giugno: una foto del tutto inedita di Edith Stein, la santa canonizzata nel 1998 da Giovanni Paolo II
Nella fotografia, formato 10×15 e datata 1915, si vede un gruppo d'infermiere che circonda sette medici della località ceca di Hranice, situata a 300 chilometri a est di Praga. È stato un caso che in un’asta online Dariusz Giemza, storico e grande collezionista di cartoline antiche, abbia deciso di acquistarla per poi fare una scoperta sorprendente: nel gruppo figura anche Edith Stein.
Quando, nel giugno scorso, Giemza ha consultato la pagina web di un negozio di antichità, ha scoperto che era all’asta una cartolina in bianco e nero di Hranice, in Moravia. All’inizio gli interessava come reperto storico, ma guardandolo meglio un volto gli ha detto qualcosa…
“Ho guardo quel volto con attenzione e ho sospettato che si trattasse di Edith Stein. Quando ho visto la data sul retro, 6 maggio 1915, e il luogo, Hranice, in Moravia, ero quasi del tutto convinto”, ha confessato. “Conoscevo i dettagli della biografia di Edith Stein. Sapevo che era stata nell’ospedale da campo di Hranice per sei mesi, dall’aprile al settembre 1915. Tutto coincideva: il volto, le date, il luogo”.
Edith infermiera
L’ospedale di Hranice venne inaugurato all’inizio dell’ottobre 1914. Quando la futura santa vi arrivò nell’aprile 1915, 150 suore si occupavano dei feriti polacchi, ungheresi, sloveni, rumeni, italiani e turchi. Edith, che aveva ricevuto la sua formazione da infermiera all’ospedale Toussaint di Breslavia, si unì a loro per un duro servizio medico di sei mesi nella sala della febbre tifoide.
Nel suo libro Storia di una famiglia ebrea, Edith Stein dedica un intero capitolo a questi sei mesi, descrivendo in modo dettagliato le sue funzioni e le difficoltà che aveva affrontato. “Sappiamo che è andata da Breslavia a Hranice; ha iniziato il suo viaggio alle sei del mattino, poi ha ricevuto una targa smaltata da infermiera e una cintura nera con una croce rossa su sfondo bianco. È scesa a Hranice a mezzogiorno. Sappiamo anche che Edith viaggiava con altri due volontari”, continua lo storico. La Stein spiega che l’ospedale era lontano dalla città, e che dovettero affittare un carretto. Rende anche noto che all’ospedale vennero scattate fotografie di stanze e camerate. In seguito, i feriti potevano inviarle come cartoline ai propri cari.
Un “occhietto” della santa
Non appena Dariusz Giemza ha ricevuto la cartolina, ha deciso di farla autenticare. “Ho inviato l’immagine a tre luoghi, tra cui Roma e Breslavia, a persone che sapevano tutto di Edith per essere del tutto sicuro”, ha indicato. “Le risposte sono arrivate rapidamente e sono state unanimi: era lei! Le informazioni scritte in tedesco sul retro, ovvero l’indirizzo a cui era stata inviata la cartolina, la data e il timbro postale, dovevano permettere di compiere altri passi. “Può essere possibile unire la famiglia della persona che ha ricevuto la cartolina alla santa, patrona d’Europa”, dice il ricercatore.
Come spiegare che la cartolina sia stata trovata in questo modo? Per lo storico è un “occhietto” della santa.
“Credo che sia un regalo di Santa Edith alla città di Duszniki-Zdrój”, dice. “Ha certamente apprezzato il fatto che Dusznik abbia reso il 2022 anno dedicato a Edith Stein in memoria dell’80° anniversario del suo martirio ad Auschwitz”.






San Giovanni Maria Vianney

 San Giovanni Maria Vianney 


Nome: San Giovanni Maria Vianney
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Jean-Marie Baptiste Vianney
Nascita: 8 maggio 1786, Dardilly, Francia
Morte: 4 agosto 1859, Ars-sur-Formans, Francia
Ricorrenza: 4 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:parrocisacerdoti


Dardilly, piccolo paesello della diocesi di Lione, fu la patria del santo Curato. La sua famiglia si dedicava ai lavori agricoli, e Giovanni medesimo quando fu giunto all'età di sette anni dovette, aiutare il fratello maggiore nei campi. Ma in quella buona casa regnava l'amor di Dio e del prossimo.

Quanta pietà aveva il nostro piccolo Vianney, nei suoi primi anni di età, e quale devozione alla Vergine! Lo dirà poi, quando sarà sacerdote e confessore: « Io non conoscevo il male, lo conobbi più tardi, dalle labbra dei penitenti ».

Dopo qualche anno Giovanni dovette recarsi a Ecully da sua zia. Anche qui era la Provvidenza che lo guidava: in questa casa, dalle mani di D. Balley, sfuggito alla terribile persecuzione, riceve la prima Comunione. Dopo sei anni sente nell'anima il desiderio ardente di farsi sacerdote; egli vorrebbe subito seguire la divina chiamata, ma per un pò ne è impedito dai lavori campestri. In questo tempo però egli si esercita nella grammatica latina sotto il buon Balley ed impara a recitare il Rosario: senonché la chiamata alle armi interrompe gli studi.

Dopo 14 lunghi mesi di perplessità e di fatiche, viene quasi miracolosamente rimandato a casa, e D. Balley si incarica di farlo accettare in seminario.

Quante difficoltà trova il povero Giovanni negli studi! Ma egli è costante, prega la 'SS. Vergine e per la sua pietà viene ammesso agli ordini sacri il 9 agosto del 1815.

Sacerdote, viene eletto come vicario di Ecully e poi mandato parroco ad Ars. Trovò quella parrocchia completamente abbandonata e subito si diede a risanarla dai corrotti costumi. Il suo zelo, la sua eroica penitenza, la sua profonda umiltà, la sua ardente carità, in poco tempo avevano cambiato quel popolo: la chiesa era frequentata, i fedeli si accostavano spesso ai Sacramenti ed i vizi lasciavano il posto alle virtù: in qualsiasi tempo i fedeli si recassero alla parrocchia, trovavano il loro Curato in chiesa. Il confessionale era il suo luogo ordinario di abitazione e non passarono molti anni che Ars divenne la mèta degli uomini più eminenti: persone di stato, letterati e vescovi, si recavano dal santo Curato per ricevere i suoi illuminati consigli.

Fu ammirabile nella devozione a Maria, al Rosario, all'Eucaristia: queste furono le sorgenti della sua efficacia sulle anime. Il demonio però non mancò di mettere a dura prova la virtù del Santo. Ma tutto ciò non fece che irrobustire il suo spirito.

Estenuato dalle fatiche, macerato dai digiuni e dalle penitenze, il 4 agosto 1859 terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Ma dal cielo il suo apostolato si perpetua coll'esempio della sua vita e delle sue virtù.

PRATICA. Facciamo oggi un atto di carità.

PREGHIERA. Onnipotente e misericordioso Iddio, che rendesti illustre per lo zelo apostolico il beato Giovanni Maria, concedici che a suo esempio ed intercessione possiamo guadagnare a Cristo le anime dei fedeli e raggiungere con essi la gloria dell'eternità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.