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22 giugno, 2022

✝ Pensiero del 22 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Il frutto, d'una vita non sprecata, è la carità.

Meditazione sul Vangelo di Mt 7,15-20

Una bussola precisa ed infallibile.

Quando Gesù parla dell’albero che dà buoni o cattivi frutti, parla di noi. L’albero è ogni persona, ed i frutti sono gli atti che compie. Questa realtà assai evidente ci mette di fronte a un problema che, di quando in quando, ci poniamo tutti: “Bisogna davvero prendere tanto seriamente i nostri atti? Non basta credere in Gesù e avere buone intenzioni, per vivere secondo Dio?”. A volte vorremmo un cristianesimo dolcificato, nel quale tutto fosse buono, tutto consistesse solo in buone intenzioni e buoni sentimenti, e gli atti commessi non fossero poi così importanti agli occhi di Dio. Invece, Cristo è più esigente: “Vuoi sapere se sei buono? – dice il Maestro – guarda le tue opere”. Sono queste che ci dicono com’è il nostro cuore. Gesù ci dà una bussola precisa e infallibile, per sapere se siamo sulla strada buona o no. Se la nostra vita si svolge nella cordialità, nella tenerezza verso tutti, nella carità generosa, nella responsabilità verso i doveri e nella fedeltà ai comandamenti di Dio e della Chiesa, allora sappiamo con certezza che abbiamo il cuore in Dio. In caso contrario, dobbiamo controllare il nostro comportamento per vedere se siamo veramente tanto buoni come crediamo, o se siamo vittime di quel sottile egoismo che ci fa vivere in base al capriccio personale piuttosto che secondo la volontà di Dio.

Come posso sapere se sono un albero buono o cattivo? Dai frutti. San Paolo ci dà una lista di frutti buoni e cattivi. Nelle sue lettere alle comunità cristiane, era solito fare liste dei frutti dell’anima. Basta leggerli, verificare quali sono quelli che abbiamo, e fare così la diagnosi sullo stato della nostra anima. I frutti buoni li enumera nella lettera a Tito (cap. 1 e 2), quando scrive come deve essere un cristiano esemplare: “irreprensibile, amico del bene, pieno di buon senso, giusto, devoto, padrone di sé, fedele alla parola data, sano nella fede, nella carità, nella pazienza, nel dolore. Esempio di opere buone, di purezza della dottrina, di parola giusta, incensurabile”. I cattivi frutti sono contenuti nella lettera ai romani (cap. 1) nella quale enumera i vizi mondani che i pagani anno e che, invece, i cristiani devono abbandonare: “ingiustizia, cattiveria, cupidigia, malvagità, invidia, omicidio, alterco, inganno, malignità, pettegolezzo, critica, inimicizia con Dio, oltraggio, arroganza, superficialità, intelligenza dedicata al male, ribellione ai genitori, insensatezza, mancanza d’amore e di misericordia”. Quanti frutti possiamo spuntare dalla prima lista e quanti dalla seconda?

Mercoledì 22 Giugno  

S. Paolino da Nola (mf); Ss. Giovanni F. e Tommaso M. (mf)
12.a del Tempo Ordinario

2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti

Rimanete in me ed io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.

(Giovanni 15,4.5)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti.

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti
e non verso il guadagno.

Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,
fammi vivere nella tua via.
Ecco, desidero i tuoi precetti:

«Fammi vivere nella tua giustizia».

Rimanete in me ed io in voi, dice il Signore; chi rimane in me porta molto frutto.

(Giovanni 15,4.5)

21 giugno, 2022

Diciannove anni fa, la SIGNORA ROSALIA CORBO IN LIVATINO, si ricongiungeva, con l'amato figlio

 SE MI AMI NON PIANGERE

Se mi ami non piangere!
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni d'infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice d'averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
Sant’Agostino

Diciannove anni fa, la SIGNORA ROSALIA CORBO IN LIVATINO, si ricongiungeva, con l'amato figlio ed ora che siete tutti insieme, della godete BEATITUDINE ETERNA e riposate in pace. Amen.




✝ Pensiero del 21 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella MEMORIA, della NASCITA CELESTE DELLA SIGNORA ROSALIA CORBO IN LIVATINO, MAMMA AMOREVOLE DEL GIUDICE ROSARIO ANGELO. 

Le giunga la nostra preghiera e ci protegga insieme alla sua cara FAMIGLIA

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.

Meditazione sul Vangelo di Mt 7,1-5

Riconosci Dio come Padre.

I discepoli notano che Gesù prega sempre e gli chiedono di ammaestrarli sulla preghiera. Forse, pensavano che la preghiera da rivolgere a Dio doveva essere qualcosa di complicato, ampolloso, aulico ed eloquente. Gesù risponde con il Padre nostro. Sette richieste semplici, basilari, comprensibili anche all’anima più dura. La più bella è la prima parola: “Padre”. Una volta che riconosci Dio come Padre – Giovanni Paolo II a volte lo chiamava madre – acquisti la fiducia per poter chiedere qualsiasi cosa senza impedimento e senza paura. Puoi chiedergli dal pane quotidiano fino a al privilegio di fare sempre la sua volontà, come si fa in cielo, o il perdono dei peccati. Gesù ci ha insegnato una preghiera talmente semplice che dopo ventun secoli continua a stupire chi lo ascolta per la prima volta e chi la recita da decenni.

“Padre nostro”, grazie perché sei Padre, grazie perché ti preoccupi per me, grazie perché mi sei vicino, da quando mi sveglio fino a quando mi addormento. Grazie perché mi permetti di invocarti. “Che sei nei cieli”. Sì, nei cieli, ma anche nel mercato, nell’ufficio, tra le pentole della cucina, nella macchina e nel banco. Grazie perché mi sei accanto in ogni luogo. “Venga il tuo Regno”, sì, Papà, che venga presto, perché in questo mondo è sempre più difficile vivere secondo il Vangelo; che il tuo Regno venga nel mio cuore, affinché io sia capace di migliorare il mio carattere, perdonare quel familiare insopportabile e vivere con la gioia che sente il cristiano, nonostante le difficoltà della vita. “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. Nel cielo è fatta sempre, chiaro, lì comandi tu; ma sulla terra tu sai quanto è difficile conciliare la tua volontà con i nostri imbrogli quotidiani, e con i problemi che aumentano ogni ora. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” e perdonami se aumento le mie richieste, Padre, ma oltre al pane ho bisogno della benzina per la macchina, dei libri per la scuola dei miei bambini, e di denaro contante per il mutuo della casa. “Perdona le nostre offese come anche noi le perdoniamo agli altri, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”. Come posso non perdonare gli altri, se tu sulla croce hai perdonato tutti? So che mi perdoni. Ora dammi l’intelligenza e il buonsenso per capire che la tua volontà è felicità e pace, e che il peccato porta amarezza e angoscia. Così sia.

Martedì 21 Giugno 
S. Luigi Gonzaga (m); S. Rodolfo; B. Tommaso di Orvieto
12.a del Tempo Ordinario
2Re 19,9b-11.14-21.31-35a.36; Sal 47; Mt 7,6.12-14
Dio ha fondato la sua città per sempre

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 47)
Rit: Dio ha fondato la sua città per sempre.

Oppure:
Forte, Signore, è il tuo amore per noi.

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.

Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
Dio nei suoi palazzi
un baluardo si è dimostrato.

O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita.

(Giovanni 8,12)

20 giugno, 2022

✝ Pensiero del 20 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Vita dolcissima in TE speriamo, in TE confidiamo intercedi, presso il Padre Celeste, con l'aiuto della Beata Vergine Maria, insieme ai tuoi cari genitori, per tutti i nostri bisogni, ora, e per sempre. Amen.  

L'esame di coscienza, illuminato dalla Parola, ed è indispensabile, per imparare a togliere la trave dai nostri occhi.

 Meditazione sul Vangelo di Mt 7,1-5

Riconosci Dio come Padre.

I discepoli notano che Gesù prega sempre e gli chiedono di ammaestrarli sulla preghiera. Forse, pensavano che la preghiera da rivolgere a Dio doveva essere qualcosa di complicato, ampolloso, aulico ed eloquente. Gesù risponde con il Padre nostro. Sette richieste semplici, basilari, comprensibili anche all’anima più dura. La più bella è la prima parola: “Padre”. Una volta che riconosci Dio come Padre – Giovanni Paolo II a volte lo chiamava madre – acquisti la fiducia per poter chiedere qualsiasi cosa senza impedimento e senza paura. Puoi chiedergli dal pane quotidiano fino a al privilegio di fare sempre la sua volontà, come si fa in cielo, o il perdono dei peccati. Gesù ci ha insegnato una preghiera talmente semplice che dopo ventun secoli continua a stupire chi la ascolta per la prima volta e chi la recita da decenni.

“Padre nostro”, grazie perché sei Padre, grazie perché ti preoccupi per me, grazie perché mi sei vicino, da quando mi sveglio fino a quando mi addormento. Grazie perché mi permetti di invocarti. “Che sei nei cieli”. Sì, nei cieli, ma anche nel mercato, nell’ufficio, tra le pentole della cucina, nella macchina e nel banco. Grazie perché mi sei accanto in ogni luogo. “Venga il tuo Regno”, sì, Papà, che venga presto, perché in questo mondo è sempre più difficile vivere secondo il Vangelo; che il tuo Regno venga nel mio cuore, affinché io sia capace di migliorare il mio carattere, perdonare quel familiare insopportabile e vivere con la gioia che sente il cristiano, nonostante le difficoltà della vita. “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. Nel cielo è fatta sempre, chiaro, lì comandi tu; ma sulla terra tu sai quanto è difficile conciliare la tua volontà con i nostri imbrogli quotidiani, e con i problemi che aumentano ogni ora. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” e perdonami se aumento le mie richieste, Padre, ma oltre al pane ho bisogno della benzina per la macchina, dei libri per la scuola dei miei bambini, e di denaro contante per il mutuo della casa. “Perdona le nostre offese come anche noi le perdoniamo agli altri, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”. Come posso non perdonare gli altri, se tu sulla croce hai perdonato tutti? So che mi perdoni. Ora dammi l’intelligenza ed il buonsenso per capire che la tua volontà è felicità e pace, e che il peccato porta amarezza ed angoscia. Così sia.

Lunedì 20 Giugno 

S. Gobano; S. Giovanni da Matera; B. Margherita Ebner 
12.a del Tempo Ordinario

2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5 

Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!

La parola di Dio è viva, efficace; discernere i sentimenti ed i pensieri del cuore.

 (Ebrei 4,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 59)
Rit: Salvaci con la tua destra e rispondici, Signore!

Oppure:
Salvaci, Signore, per amore del tuo popolo.

Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,
ti sei sdegnato: ritorna a noi.

Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata:
risana le sue crepe, perché essa vacilla.
Hai messo a dura prova il tuo popolo,
ci hai fatto bere vino che stordisce.

Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
perché vana è la salvezza dell’uomo.
Con Dio noi faremo prodezze,
egli calpesterà i nostri nemici.

La parola di Dio è viva, efficace; discernere i sentimenti ed i pensieri del cuore.

 (Ebrei 4,12)

19 giugno, 2022

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Corpus Domini

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Corpus Domini:   Corpus Domini autore:  Miguel Cabrera   anno:  1705   titolo:  Allegoria della Santa Eucaristia   luogo:  Museo Blaisten, Messico Nome:  C...



✝ Pensiero del 19 giugno 2022

   


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO – 16 19 giugno 2022

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,11-17

Sequenza

Ecco il pane degli angeli,

pane dei pellegrini,

vero pane dei figli;

non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunciato

In Isacco dato a morte,

nell’agnello della Pasqua,

nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,

o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici,

portaci ai beni eterni

nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,

che ci nutri sulla terra,

conduci i tuoi fratelli

alla tavola del cielo,

nella gioia dei tuoi santi.

Prendere per dare.

In questa solennità la liturgia ci propone l’episodio della moltiplicazione dei pani che ha trovato nell’evangelista Luca una lettura che richiama all’Eucaristia. Troviamo in esso, infatti, le azioni del prendere, del benedire, dello spezzare e del dare: tutti gesti che ci riportano all’Ultima Cena e che sarà possibile ritrovare anche nel celebre racconto dei discepoli di Emmaus.

Gesù è in mezzo alla folla, insegna e guarisce: due “azioni” proprie della compassione, del riconoscere cioè nell’altro una debolezza che va incontrata, accolta, curata; compassione che è ben diversa dal semplice “sentire pena” perché, quando è vera, essa si trasforma in agire, in un impegno pratico e non si limita ad un vago sentimento di pietà. Gesù, infatti, continua a preoccuparsi della gente anche quando i suoi stessi discepoli lo invitano a congedarla così che da sé si trovi altrove da mangiare e da dormire. Essi, come avremmo fatto anche noi, pensano che le persone siano troppe, che sia impossibile nutrirle, non si sentono all’altezza della situazione. Ma Gesù dà loro fiducia, gli dice che possono dare loro stessi da mangiare. Devono andare a vedere quello che hanno, quello che possono mettere a disposizione. Il resto lo farà Lui. È, in fondo, quanto dobbiamo fare noi: avere più fiducia in noi stessi, considerare le nostre possibilità e capacità, non spaventarci dei nostri pochi mezzi, interiori ed esteriori, e non delegare. Se Cristo ci ha messo il suo Corpo tra le mani, se ci ha chiamati a sé e non vuole lasciarci andare, se ci ha affidato delle persone di cui prenderci cura, se si fida di noi, perché a volte scappiamo, ci deresponsabilizziamo? Cosa ci impedisce di andare a scrutare in noi stessi per capire cosa possiamo dare a Dio e al prossimo? Cosa ci blocca? Il non sentirci in grado, il non essere abbastanza preparati, la paura di sbagliare? I motivi possono essere tanti, ma devo chiedermi se sono motivi validi, e se posso migliorare con un po’ di impegno. Gesù non ha sostituito i Dodici in quello che potevano fare, li ha invece sostenuti e “impiegati” per la distribuzione di quell’abbondanza che può venire solo dalle sue mani. Nessuno è rimasto a digiuno: questo è l’obbiettivo di Cristo, sfamare tutti. Se allora questi “tutti” ci staranno a cuore, se la loro “fame” entrerà come una sana preoccupazione in noi, se ci daremo pensiero per loro, allora non ci sarà blocco o paura che potranno impedirci di considerare cosa noi possiamo mettere a disposizione.

 Domenica 19 Giugno     

CORPO E SANGUE DI CRISTO (anno C) – P

S. Romualdo; Ss. Gervasio e Protasio

Gn 14,18-20; Sal 109; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17

Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.

Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.

Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.

Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.

Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.

Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.

È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l'antico è giunto a termine.

Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l'ombra:
luce, non più tenebra.

Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.

Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.

È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.

Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.

È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.

Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.

Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.

Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.

Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.

Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!

Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.

È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.

Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell'agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo


Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. nella gioia dei tuoi santi.

(Giovanni 6,51)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 109)
Rit: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. nella gioia dei tuoi santi.

(Giovanni 6,51)

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : CORPUS DOMINI Don Salvatore Lazzara

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : CORPUS DOMINI:  O ggi, onoriamo e adoriamo il Corpo e il Sangue di Cristo, spezzato e versato per la salvezza dell'umanità. L’Eucaristia non è credibil...

Don Salvatore Lazzara



Nel 1961 Il 19 giugno come oggi concludeva la sua vita terrena MADRE ELENA AIELLO detta LA MONACA SANTA

 Nel 1961 Il 19 giugno come oggi concludeva la sua vita terrena MADRE ELENA AIELLO detta LA MONACA SANTA

REQUIEM AETERNAM
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona a don Antonio, o Signore,
e splenda a Lui la luce perpetua.
Riposi in pace. Amen.


Fondatrice delle Suore Terziarie Minime Passione di N.S.G.C. di Cosenza  

18 giugno, 2022

✝ Pensiero del 18 giugno 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Bisogna essere Credibili, davanti, agli occhi di Dio, prima che Credenti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 6,24-34

Servire Dio e nessun altro.

Nei brani evangelici dei giorni precedenti, l’evangelista Matteo riporta gli insegnamenti di Gesù circa l’unico cuore che abbiamo per amare, ed i diversi tesori che possiamo scegliere. Qui il Signore insiste nel suo insegnamento, con una considerazione di profonda saggezza, che ci mostra per quello che realmente siamo, creature fatte per amare: «non potete servire a Dio e a mammona».

Il denaro ed i beni terreni possono giungere a soggiogare il cuore umano al punto di trasformarli in falsi idoli, e rendere loro culto di adorazione, voltando le spalle a Dio, suo Creatore. Il cuore precipita allora nella più aberrante delle schiavitù, sotto la tirannia delle realtà create. Dal momento che abbiamo un solo cuore, e disponiamo di una sola vita per guadagnarci il cielo, il pericolo sta nell’allontanarsi da Dio, livello di idoli. Da sempre il denaro, le ricchezze ed il potere attraggono fortemente i pensieri di molti uomini, che si pongono al servizio di questi falsi idoli: la natura umana rimane la stessa, sebbene mutino le circostanze di luogo e di tempo. Cosa fare allora, come procedere per non sbagliare? La via sicura sta nel seguire fedelmente gli insegnamenti del Vangelo: assegnare ad ogni cosa la sua giusta importanza, secondo i valori cristiani, senza cedere il proprio cuore a nessuna di esse, ma riservandolo soltanto per ospitarvi il Signore, prima di ogni altro bene. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

Sabato 18 Giugno 

S. Gregorio Barbarigo; S. Calogero; S. Leonzio
11.a del Tempo Ordinario

2Cron 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

La bontà del Signore dura in eterno

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: La bontà del Signore dura in eterno.

Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono.

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi.

Punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Ma non annullerò il mio amore
ed alla mia fedeltà non verrò mai meno.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

17 giugno, 2022

✝ Pensiero del 17 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Gesù, è il nostro tesoro, forse seppellito o dimenticato, ma sempre pronto a lasciarsi cercare e scoprire.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,19-23

È l’impegno nella preghiera, il lavoro e la verifica della propria condotta ciò che rende una persona saggia e prudente. È il caso di san Paolo: egli avrebbe ben ragione di inorgoglirsi, in virtù della sua lotta per la causa del Vangelo; eppure, il suo motivo di orgoglio è la sua stessa debolezza, che gli rammenta che la forza spirituale gli viene da Dio e non dal mondo.

L’evangelista Matteo riporta una delle frasi più belle e profonde del Vangelo, nel brano che leggiamo oggi: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore». Il cuore dell’uomo palpita intensamente per ciò che desidera e che ama. Così avviene per l’amore verso i propri cari; a sua volta, questo amore diventa il tesoro di una persona, nascosto o palese che sia. Se è vero che ci sono realtà degne di essere amate ed apprezzate, non tutti i tesori però sono buoni per il cuore dell’uomo, né essi diventano preziosi per il semplice fatto che esso li brami. Il Vangelo ci mostra uno degli insegnamenti di Gesù che più ci costa imparare: «Non accumulatevi tesori sulla terra…, accumulatevi invece tesori nel cielo». E ci costa impararlo, perché il nostro cuore è troppo affezionato a ciò che è materiale: conserviamo gelosi quei piccoli tesori che conquistiamo. È necessario guardare più in alto, verso il cielo, e scoprire i tesori che Dio ha preparato per chi lo ama. La luce del Vangelo serve proprio per veder più chiaro, e ci aiuta ad illuminare i nostri pensieri e desideri, a valutare i nostri atteggiamenti interiori; è lì che conserviamo gelosi il nostro piccolo tesoro di fango. Dobbiamo lasciare che la luce di Cristo illumini quegli angoli remoti pieni di ombre, così che, dissipandole, possiamo impegnarci maggiormente per acquistare quei tesori che davvero valgono per l’eternità.

Venerdì 17 Giugno 

S. Raniero; S. Nicandro e Marciano; B. Paolo Buralo
11.a del Tempo Ordinario

2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.


Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 131)
Rit: Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.

Oppure:
Il Signore è fedele al suo patto.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
ed i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto.

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona».

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)



16 giugno, 2022

Memoria della PRIMA COMUNIONE DI SANTA MARIA TERESA GORETTI

 RICORDO DELLA I^ COMUNIONE DI SANTA MARIA GORETTI

(1901 - 16 Giugno - 2022)

La piccola Maria all’epoca della perdita del padre (6 Maggio 1900), nonostante avesse circa dieci anni, non aveva ancora fatto la sua Prima Comunione. Ne aveva un gran desiderio e lo manifestava a sua Madre, ma lei, presa dal lavoro e sempre a corto di denaro, la rimandava a tempi migliori. Dì tanto in tanto avvenivano tra le due dialoghi come questo: "Mamma, quando farò la Prima Comunione?… Io voglio ricevere Gesù.”

E la madre: “Cuore mio, come la puoi fare, se non sai la dottrina? E poi non ci sono soldi per il vestito e non c’è un minuto di tempo libero.”
“Ma così non la faccio mai. Io non voglio stare senza Gesù”.

“Figlia mia, chi ti insegna la dottrina?”
“Dio provvederà. A Conca c’è Elvira Schiassi, la guardarobiera dei Signori Mazzoleni, che sa leggere; io, sbrigate le faccende, andrò da lei. La domenica viene qui Don Alfredo Paliani e lui pure me la insegnerà”.
Vinse la figlia. In undici mesi imparò il catechismo e il 16 giugno 1901, la domenica dopo l’ottava del Corpus Domini, insieme con il fratello Angelo ricevette Gesù per la prima volta dalle mani di Padre Basilio dell’Addolorata, Passionista, che dal 1899 operava nelle Paludi Pontine. Il vestito bianco le fu comperato dalla mamma, che volle anche metterle i suoi orecchini e la sua collana da sposa; il cero e le scarpine le furono regalate; il velo le fu prestato. Per tutto il giorno Maria rimase molto raccolta. Quando rientrarono in casa, la mamma le disse: “Ora dovrai essere più buona, perché hai ricevuto Gesù”. Ed ella prontamente rispose: “Si, mamma, sarò sempre più buona”. E mantenne la promessa.
(Notizie tratte dal sito: www.santamarigoretti.it)