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18 giugno, 2022

✝ Pensiero del 18 giugno 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Bisogna essere Credibili, davanti, agli occhi di Dio, prima che Credenti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 6,24-34

Servire Dio e nessun altro.

Nei brani evangelici dei giorni precedenti, l’evangelista Matteo riporta gli insegnamenti di Gesù circa l’unico cuore che abbiamo per amare, ed i diversi tesori che possiamo scegliere. Qui il Signore insiste nel suo insegnamento, con una considerazione di profonda saggezza, che ci mostra per quello che realmente siamo, creature fatte per amare: «non potete servire a Dio e a mammona».

Il denaro ed i beni terreni possono giungere a soggiogare il cuore umano al punto di trasformarli in falsi idoli, e rendere loro culto di adorazione, voltando le spalle a Dio, suo Creatore. Il cuore precipita allora nella più aberrante delle schiavitù, sotto la tirannia delle realtà create. Dal momento che abbiamo un solo cuore, e disponiamo di una sola vita per guadagnarci il cielo, il pericolo sta nell’allontanarsi da Dio, livello di idoli. Da sempre il denaro, le ricchezze ed il potere attraggono fortemente i pensieri di molti uomini, che si pongono al servizio di questi falsi idoli: la natura umana rimane la stessa, sebbene mutino le circostanze di luogo e di tempo. Cosa fare allora, come procedere per non sbagliare? La via sicura sta nel seguire fedelmente gli insegnamenti del Vangelo: assegnare ad ogni cosa la sua giusta importanza, secondo i valori cristiani, senza cedere il proprio cuore a nessuna di esse, ma riservandolo soltanto per ospitarvi il Signore, prima di ogni altro bene. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».

Sabato 18 Giugno 

S. Gregorio Barbarigo; S. Calogero; S. Leonzio
11.a del Tempo Ordinario

2Cron 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

La bontà del Signore dura in eterno

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: La bontà del Signore dura in eterno.

Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono.

Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele.
Stabilirò per sempre la sua discendenza,
il suo trono come i giorni del cielo.

Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge
e non seguiranno i miei decreti,
se violeranno i miei statuti
e non osserveranno i miei comandi.

Punirò con la verga la loro ribellione
e con flagelli la loro colpa.
Ma non annullerò il mio amore
ed alla mia fedeltà non verrò mai meno.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

17 giugno, 2022

✝ Pensiero del 17 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Gesù, è il nostro tesoro, forse seppellito o dimenticato, ma sempre pronto a lasciarsi cercare e scoprire.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,19-23

È l’impegno nella preghiera, il lavoro e la verifica della propria condotta ciò che rende una persona saggia e prudente. È il caso di san Paolo: egli avrebbe ben ragione di inorgoglirsi, in virtù della sua lotta per la causa del Vangelo; eppure, il suo motivo di orgoglio è la sua stessa debolezza, che gli rammenta che la forza spirituale gli viene da Dio e non dal mondo.

L’evangelista Matteo riporta una delle frasi più belle e profonde del Vangelo, nel brano che leggiamo oggi: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore». Il cuore dell’uomo palpita intensamente per ciò che desidera e che ama. Così avviene per l’amore verso i propri cari; a sua volta, questo amore diventa il tesoro di una persona, nascosto o palese che sia. Se è vero che ci sono realtà degne di essere amate ed apprezzate, non tutti i tesori però sono buoni per il cuore dell’uomo, né essi diventano preziosi per il semplice fatto che esso li brami. Il Vangelo ci mostra uno degli insegnamenti di Gesù che più ci costa imparare: «Non accumulatevi tesori sulla terra…, accumulatevi invece tesori nel cielo». E ci costa impararlo, perché il nostro cuore è troppo affezionato a ciò che è materiale: conserviamo gelosi quei piccoli tesori che conquistiamo. È necessario guardare più in alto, verso il cielo, e scoprire i tesori che Dio ha preparato per chi lo ama. La luce del Vangelo serve proprio per veder più chiaro, e ci aiuta ad illuminare i nostri pensieri e desideri, a valutare i nostri atteggiamenti interiori; è lì che conserviamo gelosi il nostro piccolo tesoro di fango. Dobbiamo lasciare che la luce di Cristo illumini quegli angoli remoti pieni di ombre, così che, dissipandole, possiamo impegnarci maggiormente per acquistare quei tesori che davvero valgono per l’eternità.

Venerdì 17 Giugno 

S. Raniero; S. Nicandro e Marciano; B. Paolo Buralo
11.a del Tempo Ordinario

2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.


Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 131)
Rit: Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza.

Oppure:
Il Signore è fedele al suo patto.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
ed i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto.

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona».

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

(Matteo 5,3)



16 giugno, 2022

Memoria della PRIMA COMUNIONE DI SANTA MARIA TERESA GORETTI

 RICORDO DELLA I^ COMUNIONE DI SANTA MARIA GORETTI

(1901 - 16 Giugno - 2022)

La piccola Maria all’epoca della perdita del padre (6 Maggio 1900), nonostante avesse circa dieci anni, non aveva ancora fatto la sua Prima Comunione. Ne aveva un gran desiderio e lo manifestava a sua Madre, ma lei, presa dal lavoro e sempre a corto di denaro, la rimandava a tempi migliori. Dì tanto in tanto avvenivano tra le due dialoghi come questo: "Mamma, quando farò la Prima Comunione?… Io voglio ricevere Gesù.”

E la madre: “Cuore mio, come la puoi fare, se non sai la dottrina? E poi non ci sono soldi per il vestito e non c’è un minuto di tempo libero.”
“Ma così non la faccio mai. Io non voglio stare senza Gesù”.

“Figlia mia, chi ti insegna la dottrina?”
“Dio provvederà. A Conca c’è Elvira Schiassi, la guardarobiera dei Signori Mazzoleni, che sa leggere; io, sbrigate le faccende, andrò da lei. La domenica viene qui Don Alfredo Paliani e lui pure me la insegnerà”.
Vinse la figlia. In undici mesi imparò il catechismo e il 16 giugno 1901, la domenica dopo l’ottava del Corpus Domini, insieme con il fratello Angelo ricevette Gesù per la prima volta dalle mani di Padre Basilio dell’Addolorata, Passionista, che dal 1899 operava nelle Paludi Pontine. Il vestito bianco le fu comperato dalla mamma, che volle anche metterle i suoi orecchini e la sua collana da sposa; il cero e le scarpine le furono regalate; il velo le fu prestato. Per tutto il giorno Maria rimase molto raccolta. Quando rientrarono in casa, la mamma le disse: “Ora dovrai essere più buona, perché hai ricevuto Gesù”. Ed ella prontamente rispose: “Si, mamma, sarò sempre più buona”. E mantenne la promessa.
(Notizie tratte dal sito: www.santamarigoretti.it)




Memoria della PRIMA COMUNIONE DI ROLANDO MARIA RIVI, RICEVETTE, LA SUA PRIMA COMUNIONE DA DON OLINTO MARZOCCHINI

 NEL 1938 IL 16 GIUGNO, COME OGGI, NELLA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI, ALL'ETÀ DI SETTE, IL PICCOLO ROLANDO MARIA RIVI, RICEVETTE, LA SUA PRIMA COMUNIONE DA DON OLINTO MARZOCCHINI.








Corpus Domini

 Corpus Domini

autore: Miguel Cabrera anno: 1705 titolo: Allegoria della Santa Eucaristia luogo: Museo Blaisten, Messico

Nome: Corpus Domini
Titolo: Solennità del corpo e sangue di Cristo
Ricorrenza: 16 19 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


« Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito ».

Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell'Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.

Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.

Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l'innocente Gesù soffrì per amor nostro.

Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».

Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?

Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte... dobbiamo toglierlo dal mondo... », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.

« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d'amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.

Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».

Ecco compiuta l'istituzione del Sacramento dell'amore, l'Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.

I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.

Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.

Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d'amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino.

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione.

ORIGINI DELLA FESTA



La ricorrenza deve le sue radici nell'ambiente della Gallia belgica grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne priora nel Monastero di Monte Cornelio a Liegi che nel 1208 vide durante un'estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l'ottava della Trinità.

Tuttavia nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l'antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263.

Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell'Eucarestia, nello spezzare l'ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico e alcune pietre dell'altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l'11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla "Transiturus" che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini i quali negavano il Sacramento dell'Eucaristia.

✝ Pensiero del 16 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Oggi, Solennità del CORPUS DOMINI.

Gesù, c'insegna la preghiera più bella. Non ci chiede di recitarla, ma d'amarla ed entrare in essa per scoprire che in fondo pregare è semplice.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,7-15

La preghiera cristiana per eccellenza.

Lo zelo di san Paolo per la comunità credente di Corinto si fonda sull’amore che ha per loro in Cristo. Per questo, all’Apostolo – ad imitazione del Buon Pastore – preme che i fedeli non si lascino ingannare dalle vane dottrine predicate dai falsi profeti che pullulano in ogni epoca. Per evitare di perderci o d'allontanarci dalla Via, abbiamo la parola sicura del Vangelo, dove il Maestro ci insegna quel che dobbiamo dire con la preghiera e con le opere.

L’esperienza dimostra che pregare è sempre una necessità vitale, che scaturisce dal cuore dell’uomo, quando questi riconosce la sua realtà creaturale di fronte alla grandezza di Dio, Creatore dell’universo. Quando preghiamo, assumendo un atteggiamento umile, avviamo un dialogo amoroso, col quale ci rivolgiamo al nostro Creatore e Padre, che ci conosce meglio di noi stessi, e che sa molto bene cosa più ci occorre. In quest’ottica, si comprende bene l’avvertimento di Gesù nel Vangelo, circa il fatto che pregare non consiste nello straparlare, e neppure nel perdersi in astrusi ragionamenti per “convincere” Dio delle nostre ragioni. La preghiera autentica è quella che c'insegna Gesù, il Maestro, e che inizia col riconoscimento della grandezza di Dio, datore di tutti i beni in cielo e in terra. Poi, segue la supplica per le nostre necessità materiali e spirituali d'ogni giorno. Si conclude, infine, chiedendo al Padre il perdono per i nostri “debiti”, così come noi perdoniamo i nostri “debitori”, ed invocando la sua protezione contro gli agguati del maligno. È l’ammirabile sintesi contenuta nel Padre Nostro, la preghiera cristiana per eccellenza. Ma quel che conferma i frutti della preghiera cristiana, sono le opere conseguenti e, tra queste, eccelle il perdono sincero nei confronti del prossimo, gesto tra i più genuini della fede cristiana, tanto che Gesù pone il nostro sincero e reciproco perdono dei peccati del prossimo quale condizione per ottenere il perdono dei nostri peccati da parte di Dio.

Giovedì 16 Giugno  

Ss. Quirico e Giulitta; S. Aureliano; B. Maria Teresa Scherer
11.a del Tempo Ordinario

Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

Gioite, giusti, nel Signore

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)
Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

CORPUS DOMINI

 Oggi, onoriamo e adoriamo il Corpo e il Sangue di Cristo, spezzato e versato per la salvezza dell'umanità. L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito. Ed è invece una proposta di Amore che rende disponibile ad amare Dio ed il prossimo, come il Signore ha insegnato. 

Don Salvatore Lazzara



15 giugno, 2022

✝ Pensiero del 15 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Noi, siamo conosciuti da Dio, più intimamente di quanto non lo siamo a noi stessi. E solo davanti a questa Presenza amorevole sappiamo davvero il nostro valore.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,1-6.16-18
Donare con gioia.
“Dio ama chi dona con gioia”. Questa magnifica frase di san Paolo sintetizza molto bene il messaggio dottrinale della liturgia d'oggi, particolarmente ricca, che sottolinea uno degli aspetti basilari della condotta del credente, cioè servire disinteressatamente il prossimo e Dio, attendendo ogni ricompensa solo da parte del Signore e non dalle altrui lodi, che svaniscono nell’aria.
In uno degli incontri più significativi della sua vita pubblica, Gesù disse alla donna samaritana presso il pozzo: «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità». Con questa affermazione, Nostro Signore ci insegna che lo spirito è ciò che anima ogni autentica manifestazione esteriore della religiosità, perché è il cuore che loda Dio e non la spettacolarità di alcuni gesti. Per questo motivo Gesù biasima la condotta dei farisei e di chi si pavoneggia con la sontuosità delle preghiere, delle elemosine e dei gesti per esser ammirato dagli altri: ciò non interessa al Signore, che guarda al cuore, perché chi agisce così “ha già ricevuto la sua ricompensa”. La preghiera e la generosità – verso Dio e verso i fratelli – concretizzate in opere buone, sgorgano, invece, dal cuore che è in sintonia con il Signore, dal cuore che lo ama e che è generoso nel dare e nell’offrire il poco o il tanto di cui dispone, e sempre con gioia. Come si fa a sapere se diamo davvero a Dio quel che ci chiede? La mancanza di serenità nella vita quotidiana, od il calcolo interessato nel nostro rapporto con Dio – tralasciare la preghiera per un qualsiasi pretesto, o mancare alla messa domenicale senza valido motivo – sono indice d'una vita priva di fervore cristiano. Conviene piuttosto seguire il saggio consiglio dell’apostolo di seminare con generosità per mietere frutti in abbondanza.

Mercoledì 15 Giugno 

S. Vito; S. Amos pr.; B. Luigi M. Palazzolo
11.a del Tempo Ordinario

2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore


Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 30)
Rit: Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Oppure:
Saldo è il cuore del giusto che spera nel Signore.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia.

Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.

Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

14 giugno, 2022

Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940

 Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940


Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.”


LILIANA SEGRE


Solo quando a tutti gli esseri sarà riconosciuta la dignità, ci sarà memoria.”


RINALDO SIDOLI


"...eri ad Auschwitz, sapevi delle camere a gas come non lo so ma noi, sapevamo d'aver visto quella grande fiamma nera che abbiamo vissuto la mia bandiera fumo "profumato" che non puoi dimenticare...."


JANNY BRANDES BRILLESLIJPER


Ottantadue anni fa  

✝ Pensiero del 14 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

MEMORIA Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,38-42

Amare i nemici.

La liturgia d'oggi insiste ancora sull’amore per il nemico. La Legge nuova proclamata da Gesù non permette false interpretazioni né sconti all’amore che Egli stesso ci ha dimostrato, quando, pur essendo Dio, si è umiliato per amor nostro, e ci ha amati fino al punto di dare la sua stessa vita in riscatto per i nostri peccati. Nell’esempio di Cristo troviamo la forza per obbedire ai suoi comandamenti.

Il comandamento dell’amore per i propri nemici, per coloro che ci hanno fatto o ci fanno del male, è forse il più difficile da adempiere tra quelli indicati nel Vangelo, perché esige la rinuncia personale più costosa. Ma è anche il comandamento che rende più autentica una condotta davvero cristiana, e Gesù, che è Dio e ci conosce meglio di noi stessi, ne è ben consapevole quando ce lo propone in questo modo così categorico. La prova che l’amore per i nemici non è un’utopia, ma opzione concreta e realtà fattibile, l’hanno data, nella storia, i tantissimi martiri della Chiesa che sono morti perdonando i loro carnefici e persecutori, e pregando per la loro conversione; né più né meno del loro divino Maestro, poiché «il discepolo non è da più del suo Maestro. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Perciò, atteggiamenti tanto contrari come l’odio, il rancore o l’approvazione di chi opera in modo contrario agli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa non possono trovare spazio nel comportamento, nei pensieri e nelle parole di un cristiano. Cosa fare quando perdonare il prossimo ci risulta particolarmente difficile e gravoso? È allora che conviene leggere con attenzione il Vangelo e meditare a lungo le parole del Signore, affinché ne comprendiamo bene la portata e gli chiediamo la grazia di aiutarci a metterle in pratica nella nostra esistenza, persuasi del fatto che crescere nella nostra perfezione cristiana consiste proprio in questo. Ricordiamoci che solo il perdono cristiano può liberare il cuore dalla tristezza e dall’ amarezza, oltre a gettare un ponte di riconciliazione e di pace tra gli uomini.

Martedì 14 Giugno 

S. Eliseo profeta; Ss. Valerio e Rufìno; S. Metodio
11.a del Tempo Ordinario

1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

Pietà di noi, Signore: «Abbiamo peccato».

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Pietà di noi, Signore: «Abbiamo peccato».

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza:
«La mia lingua esalterà la tua giustiziai».

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

13 giugno, 2022

BUON ONOMASTICO a PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB

Chi vive, nella Memoria, non muore mai.
BUON ONOMASTICO
Auguri di cuore a PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB



Nel 1981 il 13 giugno come oggi nasceva al cielo un Angelo di nome Alfredo detto Alfredino

 Nel 1981 il 13 giugno come oggi nasceva al cielo un Angelo di nome Alfredo detto Alfredino

Quarantuno fa
Ti vogliamo tanto bene
Piccolo Alfredino!



Chiara Corbella muore il 13 giugno 2012.

 Chiara Corbella muore il 13 giugno 2012.

Il mattino dell'ultimo giorno, verso le otto del mattino, Enrico le chiede: «Amore mio, ma davvero il giogo del Signore è dolce?». Respirava e parlava a fatica, ma ha risposto chiaramente, sorridendo: «Sì, Enrico, molto dolce».
È morta a mezzogiorno.
Ha lasciato al figlio Francesco una lettera testamento per il suo primo compleanno in cui scrive: «Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti a imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti.
Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna.
Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono. Sei speciale e hai una missione grande. Il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore.
Fidati, ne vale la pena!».
Il 21 settembre 2018 si è aperta la causa di canonizzazione per questa Serva di Dio.