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13 giugno, 2022

✝ Pensiero del 13 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

S. Antonio, da vero discepolo, ha compreso, l'amore come resa incondizionata, al nemico.


NELLA MEMORIA dell'epilogo tragico del Piccolo ALFREDINO RAMPI

NELLA MEMORIA DI PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB

NELLA MEMORIA DI don Antonio Bello, Vescovo_Venerabile

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,38-42

Anch’io posso arrivare alla sanità.

Cos’è che fa sì che un uomo o una donna siano santi, mentre altri restano nell’anonimato? La risposta ci viene offerta da san Paolo, nel suggerimento che dà ai Corinzi: «vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio». Queste parole ci insegnano che occorre approfittare delle grazie che Dio ci concede. In questo senso, celebriamo oggi la memoria di sant’Antonio di Padova, quale modello esemplare ed universalmente noto, per rammentarci che anche noi siamo chiamati alla santità, ciascuno attraverso la sua specifica vocazione.

Si dice che Ignazio di Loyola, dopo il ferimento nell’assedio di Pamplona, durante i lunghi giorni della sua convalescenza, abbia preso a leggere un libro sulle vite dei santi e che, colpito nel vivo dal loro esempio, si sia posto la domanda forse più trascendente della sua vita: «se Francesco, Antonio e Domenico hanno potuto diventare santi e lo sono stati veramente, perché non posso provarci anch’io?». Senza dubbio agiva in lui la grazia di Dio, ma è pur vero che Ignazio seppe accoglierla con cuore nobile e ben disposto ad assecondarla; ed il risultato, lo sappiamo, fu tutt’altro che infruttuoso. E ciò è proprio quel che ci esorta a fare il brano tratto dalla lettera di Paolo: non si devono ricevere invano e restituire infruttifere le innumerevoli grazie che il Signore ci offre nel corso della nostra esistenza. Oggi è il giorno della salvezza, ora è il momento favorevole! Dio non chiede altro che la nostra cooperazione sincera e fedele alla sua grazia; occorre, dunque, vivere ben desti e vigili per non lasciarci catturare dalle preoccupazioni del mondo. Il programma spirituale ce lo indica il Vangelo che, tra le altre, pone quale esigenza concreta quella dell’amore per il prossimo, un amore che va oltre il “non fare il male”, perché può giungere fino alle altezze del perdono magnanimo verso i nemici e della collaborazione disinteressata con chi chiede il nostro aiuto. Nulla di ciò passa inosservato agli occhi di Dio, né quel che Egli ci chiede di compiere è mai al di là delle nostre forze.

Lunedì 13 Giugno    

S. Antonio di Padova (m); S. Cetéo o Pellegrino
11.a del Tempo Ordinario

1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

Sii attento, Signore, al mio lamento

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 5)
Rit: Sii attento, Signore, al mio lamento.

Oppure:
Ascolta, Signore, il povero che ti invoca.

Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)


12 giugno, 2022

Ricordando Rutka Laskier il suo compleanno


12 giugno 1929 | Nasce una ragazza ebrea polacca, Rutka Laskier. Viveva a B ędzin. Autore di un ricordo pubblicato nel 2006.
Deportata ad #Auschwitz il 5 agosto 1943 con sua madre Dwojra e un fratello Joachim. Ucciso nel campo subito dopo la selezione o nel dicembre 1943.

 




Ricordando Anne Frank il suo compleanno

 "Spero di poterti confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che mi sarai di grande sostegno."


(...) "Voglio cominciare da quando ti ho ricevuto, e cioè dal momento in cui ti ho visto sul tavolo tra i regali di compleanno.
Venerdì 12 giugno ero sveglia alle sei, ovvio, era il mio compleanno. Ma alle sei non mi potevo alzare, così aspettai fino alle sette meno un quarto. Quando non riuscii più a trattenermi dalla curiosità andai in tinello dove Moortje (la gatta) mi salutò strisciando la testa contro i piedi. Poco dopo le sette andai da papà e mamma e poi in salotto per aprire i pacchetti: tu ero il primo, sicuramente uno dei più belli.
(...) Ma eccomi al motivo per cui mi è venuta l'idea di tenere un diario: non ho un'amica.
Per essere più precisa devo spiegarmi meglio, perché nessuno crederà che una ragazzina di tredici anni possa essere completamente sola al mondo. Infatti non è vero.
Ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni. In tutto avrò almeno una trentina di conoscenti, quelle che di solito si chiamano amiche.
(...) Con tutte le mie conoscenti posso soltanto divertirmi; si fanno discorsi banali e non si parla mai di argomenti più intimi, qui casca l'asino.
Forse sono io che non mi fido, comunque il problema esiste ed è un peccato non poterlo eliminare. Ecco il perché del diario.
Per riuscire a immaginare meglio l'amica tanto desiderata non scriverò i fatti nel diario come tutti gli altri ma voglio che il diario diventi la mia amica, un'amica che si chiama Kitty.
Visto che nessuno capirà un'acca di quello che racconto a Kitty se non mi presento, faró un breve riassunto della mia vita, anche se mi scoccia.
Mio padre, che è un vero tesoro di padre, si sposò appena a trentasei anni con mia madre che ne aveva venticinque.
Mia sorella Margot nacque nel 1926 a Francoforte sul Meno in Germania. Il #12giugno 1929 poi nacqui io.



Santissima Trinità

 Santissima Trinità

Nome: Santissima Trinità
Titolo: Il Padre il Figlio e lo Spirito Santo
Ricorrenza: 12 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


La Chiesa, dopo aver stabilite diverse feste che onorano le singole Persone della Santissima Trinità, ne fissò pure una in onore delle Tre Persone.

Questa festa fu istituita nei primi secoli del Medio Evo per opera specialmente dei monaci che cominciarono a celebrarla nei loro monasteri. Di qui si estese man mano alle singole diocesi e finalmente all'intera Chiesa Romana per opera di Papa Giovanni XXII che nel 1314 la dichiarava festa universale, fissandola la prima domenica dopo Pentecoste.

« Abbiamo visto, dice il Guéranger, gli Apostoli il di della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo, e fedeli all'ordine del loro Divino Maestro, mettersi in viaggio per andare ad ammaestrare le nazioni nel nome della Santissima Trinità. Era dunque conveniente che la festa di Dio Uno e Trino seguisse immediatamente la Pentecoste cui si connette con misterioso vincolo ».

La festa della Trinità è una festa cara e gradita a tutti i cristiani perché ricorda il più grande mistero della nostra religione: « Un Dio solo in tre persone uguali e distinte »; questo dogma che è il grande oggetto della nostra adorazione in vita, sarà poi la nostra eterna felicità in cielo.

La Messa ed il Breviario sono un continuo sueccedersi di invocazioni alla Santissima Trinità.

Così tutti i Sacramenti portano la medesima invocazione. L'intenzione quindi della Chiesa nell'avere tutta impregnata la Sacra Liturgia del nome della Santissima Trinità è di far vivere nelle menti dei fedeli questo mistero e di far rinnovare in essi i sentimenti di una profonda adorazione, di una umile riconoscenza verso le Tre Persone.

Verso il Padre, come principio di tutto ciò che è, Padre di un Figlio eterno e con sostanziale a Lui, Padre che col Figlio è principio dello Spirito Santo.

Verso il Figlio, generato ab aeterno dal Padre, incarnatosi, morto sulla croce per la salvezza degli uomini.

Verso lo Spirito Santo, come amore eterno e sostanziale del Padre e del Figlio dai quali procede, e da Essi dato alla Chiesa, che santifica, vivifica, mediante la carità che si diffonde nei nostri cuori.

Nessun altro mistero è tanto ricordato nella Liturgia come questo. Nei Sacramenti che sono i principali mezzi della grazia si fa menzione della Santissima Trinità.

Nel Battesimo, il bambino viene battezzato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nella Cresima si ha la formula: « Ti segno col segno della croce, ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo ».

Dopo la distribuzione della Santissima Eucarestia il sacerdote benedice nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Al confessionale il sacerdote comincia colla benedizione e dà l'assoluzione nel nome della Santissima Trinità.

Soventissimo invocato, nel Sacramento dell'Ordine.

Nel matrimonio il sacerdote congiunge gli sposi nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

In tutti gli inni, in tutti i salmi, in tutte le preghiere della Messa son ricordate le Tre Persone: è una lode perenne che si dà alla Santissima Trinità.

PRATICA. Facciamo sovente il segno della santa croce, recitiamo bene il Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.

PREGHIERA. Ci giovi alla salvezza dell'anima e del corpo, o Signore Dio nostro, la comunione di questo sacramento, la confessione della sempiterna e santa Trinità e della stessa individua unità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità della santissima e indivisa Trinità, in cui professiamo e veneriamo Dio uno e trino e la Trinità nell’unità.

✝ Pensiero del 12 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Buona Trinità a tutti

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,12-15

Lo Spirito ci guida alla verità.

Partendo dal libro dei Proverbi, che ci presenta un inno di lode alla Sapienza divina, nel quale viene adombrata la realtà di un Dio non “solitario”, si passa alla lettera ai Romani dove san Paolo fa una chiara dichiarazione trinitaria, per arrivare, infine, al Vangelo dove lo stesso Cristo parla esplicitamente della comunione che Lui vive con il Padre e dell’opera dello Spirito a favore dei credenti.

Sul mistero della Trinità si sono scritti fiumi di parole e ancora se ne scriveranno. La realtà di Dio è talmente grande e insondabile che quasi ci fa paura avvicinarla, vedendo la nostra piccolezza a confronto. Ciononostante, le parole di Gesù c'invitano a cogliere l’essenza di questo grande mistero che ci parla ed opera anche nel nostro quotidiano. Dio è trinità di Persone perché è amore e l’amore si realizza nella comunione. Gesù dice che lo Spirito “dirà tutto ciò che ha udito” e che “tutto quello che il Padre possiede è mio”. Due semplici frasi che mostrano come all’interno della Trinità si viva una comunione d'ascolto reciproco, di totale apertura all’Altro, di dono inesauribile, di condivisione piena del bene: “Prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Sin dal giorno del nostro Battesimo siamo abitati dalla Trinità. Siamo dunque chiamati a vivere secondo il suo stile, ad assorbirne la linfa, a realizzare con Dio e il prossimo una comunione di amore che sia specchio fedele dell’amore trinitario. E nel nostro limite ci viene in aiuto lo Spirito che ci “guiderà alla verità tutta intera”, la verità di Dio e la verità di noi stessi, portandoci a comprendere e fare nostro quello che ora ci sembra difficile da capire o sopportare. Non siamo soli nella nostra vita perché in noi abita Dio. Egli però ci chiama ad una vocazione grande: vivere secondo quanto abbiamo ricevuto per poter dire con l’apostolo Paolo: “La sua grazia in me non è stata vana” (1Cor 15, 10).

Domenica 12 Giugno   

SS. TRINITA’ (S) (anno C) 

S. Onofrio; S. Gaspare Bertoni; B. Maria Candida dell’E.
 

Pv 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15 

O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene.

(Apocalisse 1,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 8)
Rit: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno d'un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
ed anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene.

(Apocalisse 1,8)

11 giugno, 2022

San Barnaba

 San Barnaba

autore: Anonimo lombardo anno: XVIII sec titolo: San Barnaba, evangelizzatore di Milano luogo: Museo Diocesano "Carlo Maria Martini", Milano

Nome: San Barnaba
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo d. C., Cipro
Morte: 11 giugno 61, Salamina, Cipro
Ricorrenza: 11 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


S. Barnaba nacque da Giudei della tribù di Levi, rifugiatisi a Cipro allorchè Pompeo il Grande invase la Palestina. A 12 anni fu mandato a Gerusalemme ove frequentò la scuola di Gamaliele e strinse cordiale amicizia con due condiscepoli: Stefano e Saulo. Erano tutti e tre della stessa età e dovevano un giorno tutti e tre versare il loro sangue per Gesù Cristo e per la sua Chiesa nascente.

Il Salvatore intanto incominciava a riempire la Giudea dei suoi prodigi, ed una folla grandissima lo seguiva entusiasta. In una delle tante volte che Gesù si recò a Gerusalemme, andò alla piscina probatica, e quivi trovò un uomo da trentotto anni ammalato, e gli domandò: « Vuoi essere guarito? ». Quello rispose: « Signore, non ho nessuno che mi metta nell'acqua quando essa è agitata ». Allora il Signore, mosso a compassione, gli comandò: « Alzati, prendi il tuo letto e cammina ». E quegli si alzò e fu sano sull'istante. Barnaba presente a questo prodigio, credette in Gesù e ne divenne fedele discepolo.

Dopo la Pentecoste, quando gli Apostoli iniziarono la loro predicazione fra i pagani, Barnaba fu mandato ad Antiochia. Avendo ottenuto in questa città un numero considerevole di conversioni, e volendo ampliare il campo del suo apostolato, Barnaba pensò a Saulo, che dopo la sua conversione si era ritirato a Tarso. Vi andò, e trovatolo lo condusse ad Antiochia.

Dopo avere dimorato più di un anno in questa città, avvenne che lo Spirito Santo fece segregare i due apostoli Barnaba e Saulo per la missione alla quale li aveva assunti. Ricevettero allora la pienezza del sacerdozio, l'episcopato, dopodichè abbandonarono Antiochia e conducendo seco Giovanni Marco si recarono a Cipro, poi a Salamina e a Pafo ove il proconsole Sergio Paolo si convertì. Quivi Saulo mutò il suo nome in Paolo. Partiti poi da Pafo andarono a Perge in Panfilia mentre Giovanni Marco ritornava a Gerusalemme. Cacciati di là, raggiunsero Iconio; quivi il Signore diede loro una grande consolazione: la conversione della vergine Tecla. In seguito si recarono a Listri ed in molte altre città nelle quali operarono numerose conversioni.

Dopo il Concilio di Gerusalemme, essendosi Giovanni Marco riunito a Barnaba, Paolo si separò da essi, e preso Sila con sé, partì per l'Asia Minore, mentre Barnaba e Giovanni Marco fecero vela per Cipro. La tradizione ci dice che Barnaba percorse anche l'Egitto e l'Italia.

Ritornato a Cipro si stabilì a Salamina e convertì moltissimi isolani. Ma i Giudei, adirati per il bene che faceva, s'impadronirono dell'Apostolo, e dopo averlo fatto molto soffrire Io lapidarono (11 giugno del 60 ca.). Giovanni Marco ne seppellì le preziose reliquie in una caverna.

Nel 485 il santo Martire apparve ad Antemio vescovo di Salamina rivelandogli il luogo della sua sepoltura. Sul suo petto fu trovato un esemplare del Vangelo di S. Matteo, scritto in ebraico di sua propria mano.

PRATICA. Imitiamo S. Barnaba nell'amore al S. Vangelo, facendo oggi un piccolo sacrificio per la sua propagazione.

PREGHIERA. O Dio che ci allieti per i meriti e l'intercessione del tuo beato apostolo Barnaba, concedici propizio di conseguire per i suoi meriti la felicità eterna.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Salamina, in Cipro, il natale di san Barnaba Apostolo, il quale, di nazione Cipriota, ordinato dai discepoli Apostolo delle genti insieme a Paolo, percorse con lui molte regioni, esercitando l'ufficio della predicazione evangelica a lui affidato; finalmente, andato a Cipro, vi onorò il suo Apostolato con un glorioso martirio. Il suo corpo, al tempo dell'Imperatore Zenone, fu ritrovato per rivelazione dello stesso Barnaba, insieme ad una copia del Vangelo di san Matteo, trascritta di sua mano dallo stesso Barnaba

PROVERBIO. Se piove per San Barnaba l'uva bianca se ne va

✝ Pensiero del 11 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


Meditazione sul Vangelo di Mt 10,7-13

Giuseppe detto Barnaba, e soprannominato poi dai Dodici “figlio dell’esortazione“, era originario di Cipro. Levita e proprietario di un campo, quando si convertì, non esitò a venderlo per donare il ricavato agli Apostoli. Uomo semplice, ma virtuoso, pieno di fede e risoluto, che esortava tutti a perseverare nel Signore, accreditò la conversione di Paolo davanti alla prima comunità cristiana di Gerusalemme. In seguito, accompagnò e fu prezioso collaboratore dell’Apostolo nel suo primo viaggio missionario, verso Cipro e l’Asia Minore, e durante il primo concilio, a Gerusalemme, quando la Chiesa delle origini dovette affrontare la delicata questione della circoncisione dei pagani convertiti, che porterà alla decisione di non imporre loro altri paesi, oltre ai precetti profondamente radicati nell’animo degli ebreo-cristiani. Nella prima Lettera ai Corinzi, Paolo ricorda che anche Barnaba, come lui, si manteneva col suo lavoro: non poteva essere altrimenti per il “figlio dell’esortazione”, che per farsi cristiano si fece innanzitutto povero.

Il nostro impegno: annunciare Cristo.

La Chiesa celebra oggi la memoria di san Barnaba che fu scelto da Dio ed associato al gruppo dei  primi apostoli di Gesù per compiere la missione di predicare il Vangelo. La sua testimonianza è assai preziosa per noi, cristiani di questo tempo, a nostra volta chiamati dal Signore a continuare la missione di annunciare il Vangelo ai nostri simili, con lo stesso spirito di fede e lo stesso entusiasmo che animò questo grande apostolo.

La liturgia odierna suggerisce una domanda interessante: cosa è che fa di una persona normale un apostolo entusiasta di Gesù? La risposta non si trova nelle varie qualità umane che questi possiede, e neppure nella fama o nei titoli accademici che può aver conseguito. Solamente scegliere liberamente e gratuitamente Dio, che affida una missione precisa da compiere, può far sì che un battezzato si trasformi in un “inviato” nel mondo per diffondere il Vangelo. Sappiamo che, durante la sua vita terrena, Gesù ha scelto personalmente e ha chiamato per nome i suoi primi discepoli, inviandoli poi a predicare l’arrivo del suo Regno. Li manda nel mondo quasi del tutto sprovvisti di risorse umane, ma arricchiti nello spirito e liberi da ogni attaccamento e compromesso terreno che risulti incompatibile con la loro missione. L’apostolo riceve da Gesù stesso la forza di predicare e il sostegno spirituale, nei momenti duri o lieti della sua missione. In effetti, tutto questo vale allo stesso modo oggi per tutti coloro che il Signore invia nella Chiesa a predicare che il suo regno è presente, e che si identifica in una Persona divina viva. Gesù è l’unico che può risuscitare i morti, scacciare i demoni e guarire le ferite più profonde dell’anima: i suoi messaggeri ne danno testimonianza anche oggi.

Sabato 11 Giugno 
S. BARNABA AP. (m); S. Paola Frassinetti; B. Maria Schininà
10.a del Tempo Ordinario
At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13
Annunzierò ai fratelli la salvezza del Signore

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Annunzierò ai fratelli la salvezza del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

10 giugno, 2022

Nel 1940 il 10 giugno, l'ITALIA, entrò ufficialmente a far parte della Seconda Guerra Mondiale

 Nel 1940 il 10 giugno, l'ITALIA, entrò ufficialmente a far parte della Seconda Guerra Mondiale 

82 anni fa

10 giugno 1981, ALFREDINO RAMPI, scivola, in un pozzo artesiano a Vermicino (Rm).

 10 giugno 1981, ALFREDINO RAMPI, scivola, in un pozzo artesiano a Vermicino (Rm).

L'Italia, visse, il dramma tra la SPERANZA e DOLORE.
L'epilogo tragico della vicenda.
MEMORIA, PREGHIERA, SPERANZA E DOLORE

✝ Pensiero del 10 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

L'adultero, è una conseguenza d'un cuore, che non ha trovato, nell'Amore di Dio, la sua unità e la sua sorgente.

NELLA MEMORIA DEL TRAGICO INCIDENTE DEL PICCOLO ALFREDINO RAMPI LA CADUTA NEL POZZO

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,27-32

La trascendenza degli atti umani.

Gesù continua ad insegnare la Legge nuova del Vangelo, la carità, che è la più nobile di tutte le virtù ed anche la più confacente all’essere umano, creato ad immagine di Dio ch'è amore. Se tutti gli uomini vivessero l’amore nelle loro relazioni interpersonali, ben diversi sarebbero il mondo e la società. Ma vivere secondo l’amore è possibile: Gesù stesso ce lo ha mostrato. Questo alto ideale del Vangelo è fatto per tutti gli uomini.

Le immagini che Gesù usa in questa occasione, rivolgendosi ai discepoli e agli altri presenti, come “cavarsi l’occhio” o “tagliarsi la mano destra e gettarla via”, erano certo più consuete per la mentalità dei suoi ascoltatori, abituati a capire attraverso immagini, più che agli uomini di oggi. La forza dell’immagine usata da Gesù mostra, da una parte, la grandezza del bene che viene messo in gioco e, dall’altra, la serietà del precetto morale che deve informare precetto morale che deve informare e dirigere il cuore di ogni credente. Non basta, pertanto, osservare esteriormente i comandamenti del Signore, dato che l’osservanza formale dipende, di fatto, dall’adesione interiore alla volontà di Dio, cioè dallo spirito con cui si vive. Perché è proprio dal cuore umano che scaturiscono i desideri, le intenzioni, i pensieri che poi si trasformano in atti buoni o cattivi. Questo vale tanto per la vita coniugale quanto per il rispetto che ogni prossimo merita. La posta in gioco non è poca cosa, quando per scelta o negligenza omettiamo di osservare l’insegnamento del Maestro, perché Egli parla chiaramente di salvezza o di condanna dell’anima. Gesù pone così in evidenza la trascendenza d'atti umani. Nessuno, infatti, può esser certo di aver il tempo di rimediare, se nel momento finale manca la conversione sincera del cuore e non si è chiesto perdono a Dio per le proprie mancanze.

Venerdì 10 Giugno 
S. Censurio; S. Landerico; B. Enrico da Bolzano
10.a del Tempo Ordinario
1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32
Io ti cerco, Signore: «Mostrami il tuo volto».

Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.

(Filippesi 2,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 26)
Rit: Io ti cerco, Signore: «Mostrami il tuo volto».

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».

Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
sì rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita.

(Filippesi 2,15)

09 giugno, 2022

✝ Pensiero del 09 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

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SUB TUTELA DEI

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,20-26

Il perdono fa la differenza.

In un brano di due giorni fa, abbiamo udito il Signore parlare della missione e della responsabilità di tutti i cristiani di essere luce del mondo e sale della terra. Nel Vangelo di oggi il Maestro sintetizza ed esemplifica ai suoi discepoli alcune delle esigenze della nuova Legge che Lui ha portato al mondo per completare e perfezionare quella antica.

Possiamo immaginare i volti attoniti di quei discepoli che ascoltavano le parole del Maestro, pronunciate con una forza e un’autorità che non conoscevano. Tutti quegli uomini e quelle donne poterono sentirlo affermare che non basta non uccidere o non danneggiare il prossimo per ritenersi buoni osservanti della legge, ma occorre anche evitare di insultare il prossimo o di manifestargli disprezzo. Il detto “occhio per occhio e dente per dente”, essenza della triste “legge del taglione”, viene così superato dalla Legge nuova dell’amore che Gesù proclama con le sue parole, e che poi confermerà col suo stesso esempio, dando la sua vita in riscatto per i peccati di tutti gli esseri umani. La Legge nuova dell’amore ha una valenza universale, perché mostra chiaramente che una religiosità basata su un culto esteriore a Dio, o fatta solo di pie preghiere e candele accese ai piedi delle immagini sacre, è falsa e non ha alcun valore agli occhi del Signore, se non è prima animata da un autentico spirito e carità evangelica. Essa è tanto importante e definitiva, che Gesù c'insegna che, prima d'avvicinarsi all’altare per portare le offerte materiali, occorre perdonare le offese e riconciliarsi col prossimo, cioè agire secondo questa legge. Solo il perdono portato da Cristo libera i cuori e restituisce la pace all’anima.

Giovedì 09 Giugno 
S. Efrem (mf); B. Anna Maria Taigi; B. Luigi Boccardo
10.a del Tempo Ordinario
1Re 18,41-46; Sal 64; Mt 5,20-26
A te la lode, o Dio, in Sion

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 64)
Rit: A te la lode, o Dio, in Sion.

Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra: 

«Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli».


Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

08 giugno, 2022

✝ Pensiero del 08 giugno 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


Meditazione sul Vangelo di Mt 5,17-19

La Via sicura dei comandamenti divini.

L’evangelista Matteo ci ripropone le parole del Maestro che ci esortano a rispondere ai suoi comandamenti con un’obbedienza fedele.

Il tema della fedeltà ritorna nella liturgia di oggi. Da una parte, c’è la fedeltà originaria di Dio verso l’uomo, che è base e fondamento della nostra, e che pure ci rende capaci, con la sua grazia, di corrispondergli analogamente. La fedeltà di Dio si manifesta nella sua santa Alleanza con gli uomini, che ha mantenuto lungo i secoli fino a confermarla definitivamente in Gesù. In Lui contempliamo il volto del Dio fedele, buono e ricco di misericordia. La legge ed i Profeti sono stati come delle tappe di un percorso pedagogico per il popolo eletto, fino all’arrivo di Gesù, il Messia annunciato ed atteso. Egli giunse per dar compimento, non per abolirli. È lui che ha la Parola definitiva di Dio per il genere umano, e che ci mostra la via della salvezza. Si tratta di un percorso che passa attraverso l’osservanza fedele e partecipe dei comandamenti divini, delle verità rivelate, fedelmente custodite dalla Chiesa, e nell’alveo del rispetto della legge naturale, che si manifesta nella coscienza di ogni uomo, credente o meno. Non spetta, perciò, all’uomo decidere cosa sia bene osservare od omettere dei comandamenti divini, né della legge naturale, che è comune ad ogni uomo, confermata da Gesù. Possono cambiare le circostanze dei tempi e dei luoghi, ma non cambia la natura umana, né le sagge leggi che Dio ha infuso in essa per condurla verso la pienezza di verità e cli felicità.

Mercoledì 08 Giugno 

"S. Medardo; S. Fortunato; B. Nicola Medda 

10.a del Tempo Ordinario 1Re 18,20-39; Sal 15; Mt 5,17-19 

Proteggimi, o Dio: "In te mi rifugio".

Insegnami, mio Dio, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: «in te mi rifugio».

Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».

Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».

Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.


Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Insegnami, mio Dio, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)