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09 maggio, 2022

"In Memoriam": concerto sinfonico del 09 05 2022 in ricordo del Giudice ...


Un sunto del Concerto "in memoriam"
Canicatti, Teatro Sociale, 9 maggio 2022

Aldo Moro e Peppino Impastato

 Aldo Moro e Peppino Impastato

09 maggio 1978 09 maggio 2022
quarantaquattro anni fa
Il tempo passa...ma VOI RESTATE SEMPRE CON NOI



Sant'Isaia

 Sant'Isaia




Nome: Sant'Isaia
Titolo: Profeta
Nascita: 765 a. C., Regno di Giuda
Morte: 700 a. C., Regno di Giuda
Ricorrenza: 9 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Isaia, profeta ebreo, nacque attorno all’anno 765 a.c dal padre Amoz e visse in un periodo di forti tensioni dal punto di vista sociale e politico, sotto minaccia di un’invasione assira in Israele.

Nel 740 a.C., anno in cui morì il re Ozio, Isaia ebbe nel tempio di Gerusalemme una visione nella quale il Signore lo inviava ad annunciare al popolo la rovina di Israele. Sacerdote della tribù di Levi, Isaia è uno dei cinque più importanti profeti di cui si parla nella Bibbia. Ciò che di importante si può dire circa la vita del profeta Isaia è che, differentemente da quanto accada per altri profeti, in Isaia prevale l’aspetto poetico, politico e visionario dell’essere un profeta.

Il suo peso politico, in maniera particolare, fece sì da renderlo un personaggio molto noto al suo tempo grazie soprattutto ai suoi continui e costanti tentativi di impedire alleanze militari, dietro il sostegno dell’unica strada possibile: la fiducia in Dio. La sua attività profetica, invece, fu quella di costante impegno nel denunziare il degrado morale diffuso tra il popolo a causa della prosperità del paese.

Del profeta Isaia si perde ogni traccia attorno al 700 a.C. e secondo quanto detto dalla tradizione ebraica fu molto probabilmente arrestato e successivamente condannato a morte sotto Manasse. I vangeli apocrifi, diversamente, ritengono che venne torturato e che il suo corpo venne squarciato in due parti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di sant’Isaia, profeta, che, nei giorni di Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, fu mandato a rivelare al popolo infedele e peccatore la fedeltà e la salvezza del Signore a compimento della promessa fatta da Dio a Davide. Presso i Giudei si tramanda che sia morto martire sotto il re Manasse.

✝ Pensiero del 09 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Il peccato inclina al mercenario, ma la grazia del Risorto ci unisce al Pastore.


Meditazione sul Vangelo di Gv 10,1-10

La “porta” che apre alla vita eterna.

L’evangelista Giovanni, subito dopo il racconto del cieco nato, riporta il discorso di Gesù sulla “porta delle pecore” e sul “Buon Pastore”. Il cieco nato è espulso dalla sinagoga per la sua professione di fede nel Messia (Gv 9,30-34); è stato scomunicato, allontanato dalla comunità; potrebbe essere considerato come una pecora sbandata, senza pastore e senza gregge. Chi crede in Gesù, però, entra nell’ovile di Dio attraverso la porta di vita e di salvezza che è il Cristo, anzi, diventa una pecora del Buon Pastore.

Gesù, quale Buon Pastore, è legato alle sue “pecore”, gli uomini, con la conoscenza personale e con l’amore per ciascuna, tanto che giungerà al dono totale di sé per la loro salvezza. Il Buon Pastore chiama tutte le “pecore” a quel destino universale di salvezza cui il Padre le ha convocate per mezzo della fede in Cristo. C’è, dunque, un solo Pastore, che è Cristo, Messia di tutte le “pecore”, siano esse provenienti dal “recinto” della casa d’Israele come da altri “recinti”. Tutte le “pecore” che ascoltano la sua voce sono raccolte in un unico “gregge” per formare così il nuovo popolo di Dio, popolo di salvati che trova la propria coesione per mezzo della fede in Lui. Tutte le “pecore” sono attente alla voce del Buon Pastore: lo guardano, lo ascoltano, lo seguono perché sono docili al suo volere. Egli è il punto di attrazione, la loro sicurezza, perché Egli è la “loro porta ed il loro ovile”. Questa Parola ci apre a comprendere come Cristo sia il punto di riferimento di tutta la storia umana, e, al tempo stesso, ci chiama a vivere di conseguenza. Si tratta di arrivare, attraverso le Scritture, a Colui che ci ama. E, poi, il fatto che il Pastore “chiami le pecore una per una…” indica l’esperienza profonda di comunione che è il cuore dell’esperienza della Parola: l’atto personale di chi crede non si ferma all’enunciato dottrinale, ma va, come chi è innamorato, alla ricerca del volto di Dio.

Lunedì 09 Maggio 
S. Pacomio; S. Isaia pr.; B. Forte Gabrielli
4.a di Pasqua
At 11,1-18; Sal 41 e 42; Gv 10,1-10 (B,C) Gv 10,11-18 (A)
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente

Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmi 41 e 42)
Rit: L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anela ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela a te, o Dio.
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

08 maggio, 2022

AUGURI DI CUORE, ALLA VERGINE MARIA, MADRE DI GESÙ E MADRE DELL'UMANITÀ INTERA.

 Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 19,25-34

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
AUGURI DI CUORE, ALLA VERGINE MARIA, MADRE DI GESÙ E MADRE DELL'UMANITÀ INTERA.



BUONA FESTA DELLA MAMMA!

 Oggi, 08 maggio FESTA DELLA MAMMA


Tanti Auguri di cuore, ad un'altra MAMMA DOLCISSIMA, LA MAMMA FRANCA RAMPI.

MAMMA DI DUE ANGELI ALFREDINO e RICCARDO RAMPI



BUONA FESTA DELLA MAMMA!

 BUONA FESTA DELLA MAMMA!

Auguri a tutte le mamme di ieri, oggi e domani.
Auguri a chi ogni giorno fa sacrifici per i propri figli, a chi nasconde le lacrime dietro a un sorriso, a chi desidera diventare mamma, a chi aspetta un figlio, a chi ha perso un figlio ma rimarrà per sempre una mamma.
Auguri a tutte le mamme che sono state rinchiuse dietro il filo spinato di un lager nazista. A chi oggi è obbligata a lasciare il proprio Paese, a chi non sa come arrivare a fine mese.
A tutte quelle mamme che imparano dai propri errori, che ridono sguaiatamente, che giocano con i loro figli, che cadono e si rialzano, che si accettano per come sono.
Auguri a tutte le mamme, di ogni Paese, ma proprio a tutte.
Buona Festa della Mamma.

Federica Pannocchia



Oggi 08 maggio FESTA DELLA MAMMA TANTI AUGURI DI CUORE ALLA SIGNORA ROSALIA CORBO IN LIVATINO

 TANTI AUGURI DI CUORE ALLA SIGNORA ROSALIA CORBO IN LIVATINO.


Oggi, 08 maggio FESTA DELLA MAMMA.

DONNA, MOGLIE E, MAMMA ESEMPLARE, DEL GIUDICE ROSARIO ANGELO, UOMO, MARTIRE, PER LA GIUSTIZIA ED INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE.

Ci protegga, tutti da lassù, insieme a tutta la sua adorata FAMIGLIA.

Padre Nostro....
Ave Maria......Gloria.....L'Eterno Riposo

❤️




✝ Pensiero del 08 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Gv 10,27-30

Cristo, Buon Pastore.

La Chiesa tradizionalmente dedica questa quarta domenica di Pasqua alla contemplazione di Cristo, Buon Pastore. Il brano evangelico proclamato oggi è tratto dal discorso detto appunto “del buon pastore” in cui Gesù illustra il tema dell’ascolto e della conoscenza tra pastore e gregge. Da un lato, Cristo-Buon Pastore conosce le sue pecore. Questa espressione indica la profondità del rapporto d’amore personale che Lui nutre per ogni creatura. Dall’altro lato, la creatura, uomo o donna, risponde a questa conoscenza con l’ascolto, che comporta la totale adesione di fede agli insegnamenti di Cristo.

Forse non molti tra noi hanno visto dal vivo e da vicino delle pecore. Per chi vive in una città è evidentemente abbastanza difficile. Nell’antichità, i pastori facevano uscire insieme i loro greggi, e accadeva frequentemente che, pascolando insieme, le pecore si mischiassero le une con le altre, ma si dividessero poi con agilità, non appena udivano il richiamo del proprio pastore. Per quei pastori, perdere una pecora era una tragedia e stavano ben attenti a proteggerle e difenderle. Arrivavano a riconoscerle una ad una dalle caratteristiche più peculiari, e assegnavano un nome ad ognuna. Possiamo pensare che l’umanità sia numerosissima, che ci somigliamo tutti e che, quindi, sia impossibile che Dio possa occuparsi di ognuno di noi, ma non è così. Dove noi vediamo soltanto una massa informe di pecore, il pastore vede individualmente ogni pecora e prontamente si accorge se ne manca qualcuna, se distrattamente una di un altro gregge si unisce al suo, o se ce n’è una malata… Dio ha questa visione di ognuno fra tutti gli esseri umani. Ancor più consolante è considerare che, in virtù del battesimo, possiamo dire che non siamo più pecore fra tutte le altre in una moltitudine di greggi, ma siamo diventati pecore del gregge di Cristo, pecore un po’ speciali, più care, più seguite, quelle che hanno Lui come punto di riferimento, che sanno distinguere la sua voce e che lo seguono senza lasciarsi distrarre dai richiami degli estranei. Lui si è impegnato a mantenerci al suo fianco e a badare a noi, così che nulla venga a mancarci da parte sua.

Domenica 08 Maggio 
B.V. Maria di Pompei; S. Vittore il Moro
4.a di Pasqua (anno C)
At 13,14.43-52; Sal 99; Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30
Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 99)
Rit: Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:

«Egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo».


Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

07 maggio, 2022

✝ Pensiero del 07 maggio 2022

 ✝

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


Chi vuole, veramente essere amico di Gesù dice come Pietro "Signore da chi andremo? Solo Tu hai parole di Vita Eterna "


Meditazione sul Vangelo di Gv 6,60-69

Parole di vita eterna.

In questa lettura degli Atti, vediamo san Pietro che, mosso dallo Spirito Santo, compie le opere del Maestro risuscitando Tabità. Lo Spirito Santo ci pone nel reciproco amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre; ci fa essere protagonisti del loro stile di vita, ci fa crescere nel modo di vivere delle persone divine, che è l’amore che dona la vita.

In questo brano evangelico, Gesù sottolinea come sia fondamentale la fede nella vita d'ogni uomo. Essa è anzitutto dono, ma deve essere coltivata e curata con la grazia di Dio, ricorrendo ai sacramenti, in modo particolare alla Riconciliazione e all’Eucaristia, e alla preghiera. Gesù esorta i discepoli a crescere nella vita dello spirito, perché sa che la nostra umanità è talmente fragile e debole da non riuscire né a vivere in questo mondo senza scendere a compromessi, né a sopportare le prove e le sofferenze della vita, se non con il suo aiuto. Anche per noi, allora, le parole di Gesù diventano spirito e vita: diventano vive, perché Gesù vive in noi. Soltanto allora possiamo divenire un raggio di luce che illumina e guida chi è accanto a noi. E, con l’offerta quotidiana a Dio di noi stessi, ci renderemo simili a Gesù e parteciperemo pienamente alla sua redenzione, portando quei frutti di vita eterna che sono le opere di carità.

Sabato 07 Maggio 
S. Domitilla; S. Rosa Venerini; S. Agostino Roscelli
3.a di Pasqua
At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.

(Giovanni 6,63,68)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 115)
Rit: Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?


Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai salvato.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore,
davanti a tutto il suo popolo.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

«Tu hai spezzato le mie catene».

«A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
ed invocherò il nome del Signore».

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna.

(Giovanni 6,63,68)

06 maggio, 2022

MEMORIA DEL FUNERALE Effige Caterina Cittadini mercoledì 06 maggio 1857 Don Antonino Ubiali

 MEMORIA DEL FUNERALE

Sulla sua tomba fu collocata un’epigrafe in latino - composta da don Antonio Ubiali - «A memoria senza fine di Caterina Cittadini, Fondatrice del Monastero delle Orsoline in Somasca: stupenda per pietà, integrità ed austerità di vita e per saggezza. Alla Croce di Gesù affissa col cuore e vivendo per Lui, continuò, instancabile ad educare le compagne e le ragazze a virtù benché consumata dalla lunga malattia. Morì nel bacio del Signore, il 5 maggio 1857, all'età di 56 anni, lasciando una grande di sé».

In ricordo delle virtù di Caterina, la sua dedizione alla Croce del Signore, l’impegno nel formare a virtù compagne e fanciulle e il rimpianto lasciato.
Ciò che Caterina aveva tanto desiderato avvenne dopo la sua morte: il 14 dicembre dello stesso anno il Vescovo di Bergamo Mons. Pietro Luigi Speranza emette il Decreto di erezione canonica dell’Istituto. È un giorno, questo, in cui Caterina fu protagonista perché il suo spirito viveva nelle donne che avevano condiviso la sua vocazione. Così è il destino dei Santi: gustare nell’al di là, nella luce di Dio, il premio delle loro fatiche.






✝ Pensiero del 06 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Gv 6,52-59

Pane del Cielo.

Nella prima lettura viene presentato l’episodio della conversione di san Paolo che, forte delle sue convinzioni su Dio, coltivate alla scuola dei farisei, si contrapponeva con determinazione a tutti coloro che non condividevano la sua verità. Nel brano evangelico, si fa sempre più evidente l’atteggiamento ostile dei Giudei verso il messaggio di Gesù. Per la durezza del loro cuore, essi non riescono a comprendere che quanto il Maestro propone serve proprio a illuminare la loro mente e il loro spirito, così che si lascino guidare alla salvezza.

Il Vangelo di oggi ci aiuta cogliere quali erano le difficoltà per i Giudei nel comprendere le parole del Signore: queste, infatti, si contrapponevano al loro criterio di verità, fatto di eventi storici, di norme, di prescrizioni, di comportamenti e di tutti quegli aspetti culturali di cui essi sono profondamente gelosi. Il loro pensiero, cristallizzato in moltissimi precetti, non sapeva più accogliere con freschezza il Mistero. Ecco perché entra in conflitto con Gesù, che propone se stesso quale criterio di verità da accogliere. È in Lui, infatti, che il Padre, compiacendosi, rivela il suo disegno di salvezza. Il Padre ora, cercandoci in Cristo, stabilisce con tutti quelli che lo accolgono un’alleanza nuova, un’amicizia intima che, per mezzo dello Spirito, rende partecipi del suo amore. È proprio con questa nuova relazione realizzata dallo Spirito Santo che possiamo capire il Mistero e, svegliati alla fede in Cristo, scorgiamo di essere derivati in ogni istante da Lui e dal suo amore. La presenza viva di Gesù nell’Eucaristia, impareggiabile dono di grazia per l’anima nostra, rende il fedele sempre più intimamente congiunto alla sua persona, donandogli la capacità di compiere il progetto di Dio, e di partecipare alla sua santità per essere sempre più figlio nel suo Figlio Gesù.

Venerdì 06 Maggio 
S. Piero Nolasco; S. Venerio; B. Anna Rosa Gattorno
3.a di Pasqua
At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui, dice il Signore.

(Giovanni 6,56)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui, dice il Signore.

(Giovanni 6,56)

05 maggio, 2022

Liberazione di Mauthausen

 All'avvicinarsi dell'esercito sovietico, i nazisti decisero d'evacuare Auschwitz. Tutti i prigionieri che potevano ancora camminare, dovevano venire con loro. Otto Frank era nella caserma malata in quel momento. Non è stato in grado di venire e ha cercato di convincere Pietro a nascondersi nella caserma dei malati, ma Pietro non ha voluto. Sentiva di avere buone probabilità di sopravvivere alla marcia perché era ragionevolmente in forma.

Dopo un viaggio difficile, Pietro e altri prigionieri arrivarono al campo di concentramento di Mauthausen. I lavori forzati nelle miniere del campo satellite di Melk hanno avuto il suo prezzo. Pietro si ammalò ed è finito nella caserma malata.
Il campo fu liberato dalle truppe americane il 5 maggio 1945. Secondo un elenco tenuto dallo staff medico, Peter van Pels morì il 10 maggio 1945. Aveva 18 anni.




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✝Pensiero del 05 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Alimentandoci, con il Pane di Vita, siamo chiamati ad accogliere la vita nuova, come Dono che fiorisce dalla Risurrezione.

Meditazione sul Vangelo di Gv 6,44-51

Il Padre mi ha mandato.

Nella prima lettura ci viene mostrata l’azione di Dio, che si serve di tutto pur di donare la salvezza, perché la salvezza è per tutti. Un eunuco, l’apostolo Filippo e un angelo del Signore sono protagonisti di questo brano. Il vangelo prosegue nel presentarci un brano del capitolo “eucaristico” di Giovanni, in cui il Signore si rivela come il Pane di Vita. Egli è Colui al quale il Padre ha affidato la missione di portare la fede per giungere alla vita eterna. In questo brano evangelico Gesù ci svela come il Padre vuole unirci alla sua vita divina e lo fa proprio per mezzo della sua umanità e dello Spirito Santo. Simbolicamente, Gesù e lo Spirito sono le “braccia” tese all’umanità con cui il Padre ci “afferra e ci solleva alla sua guancia”, rendendoci partecipi del suo amore. Da queste poche ma dense righe, si scoprono il nostro fine ultimo ed il senso della vita che stanno nell’ubbidienza allo Spirito Santo di Dio ed al suo Cristo. Se è accolto nella Fede, Egli ci unisce a sé e per mezzo di sé ci porta al Padre. Gesù, con la sua personalità umana e divina, si rende accessibile a tutti quelli che lo accolgono nella fede e la vivono e, mediante i sacramenti, si lasciano assimilare a Lui nel grande mistero della nostra redenzione. Nell’Eucarestia, noi entriamo sempre più in intima relazione con Dio, perché Lui si comunica a noi e, rendendoci simili a sé, eleva il nostro fragile e povero cuore ad una densità tale da sperimentare ed irradiare il suo amore.

Giovedì 5 Maggio 
S. Gottardo; B. Nunzio Sulprizio; B. Caterina Cittadini
3.a di Pasqua
At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51
Acclamate Dio, voi tutti della terra

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 65)
Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)

22 aprile, 2022

✝ Pensiero del 22 aprile 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

L'AMORE, dà la capacità di vedere al di là delle apparenze, di riconoscere segni, significati...L'Amore dà motivi d'incoraggiamento nelle difficoltà, cambia la monotonia in GIOIA PIENA.

Meditazione sul Vangelo di Gv 21,1-14

Tornarono a sentire il primo amore.

Il brano di oggi ci esorta ad una contemplazione attenta. Gesù è apparso in varie occasioni ai discepoli. Le esperienze erano state tanto forti che ancora non riuscivano ad assimilarle del tutto. È per questo che Pietro, non sapendo cosa fare, decide di andare a pescare durante la notte. Gli altri discepoli lo accompagnano. Dopo una lunga notte di lavoro manuale e di duro affanno, non ottengono niente. Come era già avvenuto tre anni prima, Gesù dice loro di lanciare ora le reti per pescare… e la rete si riempì di pesci. Troppe erano le coincidenze, perché Giovanni non intravedesse che era Gesù, il Maestro che, ancora una volta, li avvicinava percorrendo le rive della loro vita e le riempiva di nuovi frutti. Pietro, impetuoso come sempre, non aspetta che la barca torni a terra, e si lancia perché quello “è il Signore”. Gesù non si annuncia; semplicemente, parla loro dalla riva, gli offre ancora una volta un segno di riconoscimento e di amore. Questo incontro evoca di nuovo quello già remoto in cui Gesù li rese pescatori di uomini: tornarono a sentire il primo amore, quello cui è continuamente necessario ritornare, e che si deve rinfrescare, rivitalizzare, soprattutto nei momenti di difficoltà, di solitudine, di dolore o di abbandono. Solo chi ha fresco nella mente il giorno del primo incontro con Cristo, il giorno in cui sentì per la prima volta il suo amore, può come gli apostoli riconoscere già in lontananza che è il Signore che chiama e che ci offre di nuovo la sua mano, il suo aiuto, il suo amore. Non bisogna lasciare che l’amore si invecchi, si calcifichi. Durante tutto il tragitto della nostra vita, l’amore di Cristo deve essere la nostra stella polare che, con la sua presenza fissa e costante ci aiuta a ricordare quel “sì” al suo amore che un giorno abbiamo detto.

Venerdì 22 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Leonida; S. Gaio
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo
At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
«Una meraviglia ai nostri occhi».

Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
«Rallegriamoci in esso ed esultiamo!».

Ti preghiamo, Signore: «Dona la salvezza!!».

Ti preghiamo, Signore: «Dona la vittoria!!».

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli c'illumina.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)