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19 aprile, 2022

✝ Pensiero del 19 aprile 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella prima ora della Risurrezione Gesù, si china sulla sofferenza d'una donna, asciuga le sue lacrime, si occupa del suo dolore. Maddalena, non lo sa, ma tra le braccia di Cristo Risorto, il suo pianto, è un pianto di gioia.

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,11-18

Il ritrovarsi chiamati per nome.

Maria Maddalena è indicata anche col titolo di “apostolo degli apostoli”. Lei dimostra, in questo momento, che alle paure, ai dubbi e alle incertezze, basta solo contrapporre la forza dell’amore. Durante la Passione, il vangelo ci ha mostrato il volto del peccato e del tradimento dei seguaci del Maestro, ma poi, un’altra realtà affiora dal più intimo di ognuno di loro. Pietro corre, in umiltà. Le donne affettuose e pie, pensano solo ad accudire il corpo del Signore. Gli altri, sebbene dapprima timorosi, sono trasformati e confermati nella loro missione. Tra tutti, la Maddalena avrà un ruolo importante: sarà il messaggero che porterà la notizia della resurrezione di Gesù ai suoi stessi apostoli. Maria è andata al sepolcro al mattino. È sconsolata. Le altre donne l’hanno lasciata sola, dopo lo spavento provocato da quei personaggi vestiti di bianco, le cui parole esse non hanno compreso. Quel che è certo, e tanto le basta, è che il corpo di Gesù è sparito. Il suo amore per il Maestro non le permette di non curarsene. Piange. Quando sembra che Dio ci abbandoni o quando, sfortunatamente, abbiamo perso la sua amicizia, e il peccato ha invaso la nostra vita lasciandoci orfani, le lacrime, e soprattutto il dolore del cuore, lungi dall’essere qualcosa di negativo, diventano una fonte di compunzione gradita a Dio. Egli opera in modo misterioso, ma reale, nella nostra anima, quando questa non lo trova o si perde. Può darsi che non sappia bene dove andare a cercarlo, o che sia disorientata… ma per Dio la cosa più importante è il desiderio di ritrovarlo, di tornare ad abbracciarlo, di trovare di nuovo, nella sua presenza, quell’unico amore capace di saziare la sete che tutti abbiamo di eternità e felicità. Maria riconosce Gesù, quando lui la chiama per nome. È la maniera personale ed irrinunciabile con cui Dio tratta ogni essere umano. Così sarà anche nel caso in cui ci fossimo persi, o se la Sua presenza venisse in noi oscurata. Il ritrovarsi con Dio è sempre qualcosa di personale ed intimo. Ci riempie di pace perché è un Dio vicino, che si lascia chiamare e toccare, che ci chiama per nome, perché ci ha creato per amore. La gioia del ritrovarsi nella Pasqua non sia mai deturpata dal male o dalla sofferenza mal sopportata. Le piaghe della Passione sono impresse in quei piedi che baceremo anche oggi, ogni volta che lo incontriamo, attraverso la Sua presenza nei sacramenti.

Martedì 19 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Leone IX; S. Elfego; B. Bernardo
Dell’amore del Signore è piena la terra
At 2,36-41; Sal 32; Gv 20,11-18

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Dell’amore del Signore è piena la terra.

‎Retta è la parola del Signore‎
‎ e fedele ogni sua opera. ‎
‎ Egli ama la giustizia e il diritto; ‎
‎ dell’amore del Signore è piena la terra. ‎
‎ ‎
‎ Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,‎
‎ su chi spera nel suo amore,‎
‎ per liberarlo dalla morte‎
‎ e nutrirlo in tempo di fame. ‎
‎ ‎
‎ L’anima nostra attende il Signore:‎
‎ 
«Egli è nostro aiuto e nostro scudo». ‎

‎ Su di noi sia il tuo amore, Signore,‎
‎ come da te noi speriamo.‎

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

18 aprile, 2022

Anna Frank, 18 aprile 1944

 'Dopo il nostro mite inverno, abbiamo avuto una bellissima primavera. Aprile è glorioso, non troppo caldo e non troppo freddo, con piogge luminose occasionali. Il nostro castagno è in foglia, e qua e là si vedono già qualche piccola fioritura. ''

Anna Frank, 18 aprile 1944



Lunedì dell'Angelo

 Lunedì dell'Angelo

autore: Andrea Mantegna anno: 1426 titolo: Marie al sepolcro

Nome: Lunedì dell'Angelo
Titolo: L'angelo incontra le donne
Ricorrenza: 18 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Il Lunedì dell'Angelo, comunemente chiamato “pasquetta” è il giorno immediatamente successivo alla Pasqua, diventato festività civile nel dopoguerra per prolungare le ferie pasquali. E' festivo, oltre che in Italia, in quasi tutta l'Europa e in diversi altri Paesi.

Il suo nome è rappresentativo del  fatto che in questo giorno si ricorda un evento narrato nel Vangelo, l'incontro dell'angelo con le donne giunte al Sepolcro in cui era stato posto Gesù dopo la sua crocifissione, dove erano andate per imbalsamare il  Suo corpo con degli oli aromatici.

Leggiamo in   Marco 16, 1-3 “Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: -Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?-.”

Passione e  della Crocifissione, videro il masso scostato e il sepolcro vuoto, e fecero il loro incontro sovrannaturale con l'angelo che annunciò la resurrezione del Cristo, sebbene Luca e Giovanni parlino di due angeli.

(Mc 16, 5-7) “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.

Questo evento è la prova di quanto  la parola del Messia fosse  veritiera, Egli era davvero il Figlio di Diorisorto dalla morte per tornare al Padre dopo aver sacrificato la sua vita per i nostri peccati.

Su questo luogo di culto tanto significativo per i cristiani, a Gerusalemme,  sorge oggi la Basilica del Santo Sepolcro.

✝ Pensiero del 18 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Disse l'Angelo:

«Non cercate tra i morti, colui, che vive, perché Egli è risolto, come aveva detto».

Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Alleluia. 

(Romani 6,9)

Meditazione sul Vangelo di Mt 28,8-15

La luce, solo per i cuori che amano.

Un sano dinamismo ha movimentato la vita dei discepoli e presto contagerà tutta Gerusalemme. Le donne hanno procurato la “causa” della situazione, ma col passare delle ore, perfino le autorità ebraiche devono affrontare l’accaduto: Gesù il Nazareno non è più nel sepolcro. Le guardie riferiscono il fatto inspiegabile, che si tenta di dissimulare con qualche sotterfugio. Ma è tutto inutile. Nessuno potrà nascondere questa valanga di Luce che Gesù Cristo-Dio ha fatto scaturire dalla sua resurrezione, perché il suo epicentro è dentro, nel più intimo recesso del cuore di ogni uomo che ama il Signore e crede nella sua divinità.

È passata alla storia la confessione del centurione romano che, vedendo morire Cristo sulla croce, esclamò: “Davvero costui era Figlio di Dio”. Al di là delle diverse versioni evangeliche riguardo alla frase attribuita al soldato, ciò che è univoco è l’atteggiamento di fondo di quest’uomo sincero. Nel momento più oscuro, quando le tenebre avevano coperto il Golgota e l’intera Gerusalemme, davanti al dissolversi di ogni traccia della sua apparente dignità – per non dire “divinità” -, e davanti allo scherno di tante altolocate personalità, un pagano romano – evidentemente alieno a qualsiasi concezione religiosa monoteista -, scopre proprio lì ciò che tanti ebrei credenti non potevano concepire: quello che aveva visto morire era il Giusto. Dà da pensare questa confessione di fede, perché mostra come la luce che promana da Gesù Cristo non è di ordine naturale, non si diffonde esteriormente, bensì nel cuore umano, accettando o meno di accoglierla. Se la luce della sua Divinità non è stata spenta neppure dalla morte, come si può pensare di occultarla nella Risurrezione? Come impedire ora quel terremoto, quella valanga di felicità e di gioia che ci pervade, da questo Gesù glorificato, qualsiasi sia la nostra attuale situazione? Forse, esteriormente, siamo proprio “pasquali”, ma interiormente soffriamo un Calvario di malattia, solitudine, tristezza, o angoscia per incomprensioni e divisioni. In ogni momento, Gesù sarà l’unico nostro sostegno. L’unico requisito è aprire il cuore. Il dolore ci rende irritabili e diffidenti, ma l’atteggiamento sincero davanti a Dio è quello del centurione, e delle donne che si lasciano illuminare e consolare. Egli ha voluto sperimentare tutto il dolore, per poter essere il nostro medico, la nostra gioia e la vera pace d'ogni anima.

Lunedì 18 Aprile 
Lunedì dell’Angelo – Ottava di Pasqua – P

S. Galdino; S. Atanasia; B. Sabina Petrilli
Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

At 2,14.22-32; Sal 15; Mt 28,8-15

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Proteggimi, o Dio: «In te mi rifugio».

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».


Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

17 aprile, 2022

Pasqua di Risurrezione del Signore

 Pasqua di Risurrezione del Signore

autore: Noël Coypel anno: 1700 titolo: La resurrezione di Cristo luogo: Museo delle Belle Arti, Francia

Nome: Domenica di Pasqua
Titolo: Risurrezione del Signore
Ricorrenza: 17 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità
Patrono di:Cherasco


Alla sera del venerdì, appena Gesù aveva reso lo spirito un soldato per assicurarsi che era veramente morto gli aveva passato il cuore con una lancia. Giuseppe d'Arimatea, nobile decurione, e Nicodemo chiesero a Pilato il corpo adorabile di Gesù e, ottenutolo, lo avvolsero in una sindone con aromi e lo deposero in un sepolcro nuovo, scavato nel vivo sasso. Il giorno seguente i Principi dei Sacerdoti, ricordandosi che Gesù aveva detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato, domandarono a Pilato che ne facesse custodire il sepolcro per tre giorni, affinchè, dicevano essi, non vengano i suoi discepoli a rapirne il corpo, e poi dicano ch'è risorto. Pilato acconsentì, e furono posti i soldati a guardia del sepolcro, e venne suggellata la pietra. Al terzo giorno, di buon mattino, si sentì un gran terremoto; un Angelo sfolgoreggiante di luce discese dal cielo, rovesciò la pietra del sepolcro e vi sedette sopra. Gesù vincitore della morte e dell'inferno era risorto come aveva promesso. Le guardie sbigottite caddero come morte, ma poi riavutesi, corsero in città a dar l'avviso dell'accaduta ai Principi dei Sacerdoti. Questi però diedero loro del denaro, affinchè dicessero che mentre esse dormivano erano venuti i discepoli, e ne avevano portato via il corpo.

Al mattino presto (le donne) si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: "Bisogna che il Figlio dell'uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno"».

È ancora buio e le donne si recano al sepolcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del suo corpo, con ciò che hanno, come solo loro sanno. Sono quelle donne che l'avevano seguito dalla Galilea, sostenendolo con i loro beni in ciò che era necessario. Con lui avevano assaporato la ricchezza del «più che necessario», giorni di libertà felice, germogli di un mondo nuovo. Sono quelle che stavano sotto la croce. L'avevano guardato morire. E nessuno a soccorrerlo. Ora vanno al sepolcro: ciò che le muove non è un atto di fede nella divinità di Gesù, non una speranza segreta, ma un atto d'amore. Lo amano ancora, semplicemente, ma è ciò che rimette in marcia la vita: «non è possibile amare la divinità di Cristo se non amando prima la sua umanità» (Heidewick di Anversa).

Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: «entrarono e non trovarono il corpo del Signore». Tutto si blocca, l'assenza del corpo di Gesù entra dolorosamente in loro come uno smarrimento, un vuoto pieno solo di domande. E alla desolazione si aggiunge paura: due uomini vestiti di lampi. Come è contrastata la fede di Pasqua! Quasi fossero doglie di parto. Si innesta su di una ferita, su di una assenza patita dolorosamente, su di una perdita.

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?


Voi state cercando il vostro tesoro perduto, avete fame di colui che vi ha riempito di senso le vite.

Perché cercate colui che è vivo?


Bellissimo nome di Gesù: Lui è il vivente. Non solo è vivo adesso, come uno che non è più un morto, ma è il vivente, colui che continuamente vive, cui appartiene il vivere, l'autore della vita: la sua missione, la sua azione è germinare vita, fiorire vita.

Non è qui, è risuscitato, si è alzato.


I Vangeli raccontano la risurrezione di Gesù con i due verbi del mattino dell'uomo, svegliarsi e alzarsi. Come se i nostri giorni fossero una piccola risurrezione quotidiana, e la Pasqua un giorno senza più tramonto. Ma la tomba vuota non basta, gli angeli non bastano perché la fede venga alla luce: Ricordatevi come vi parlò: bisogna che io sia crocifisso e risorga... ed esse ricordarono le sue parole.
Adesso tutto esplode. Le donne ricordano, credono perché ricordano, credono non per le parole degli angeli, ma per la parola di Gesù. Credono prima di vedere. Non sono le apparizioni che fanno credere, né le vesti sfolgoranti, ciò che fa credere è sempre la sua Parola, Vangelo custodito anche nei giorni della perdita e dell'assenza. Le donne hanno conservato quelle parole perché le amano, perché nell'uomo si imprime e persiste solo ciò che ci sta davvero a cuore. Principio di ogni incontro con il Vivente è, anche per noi, la custodia amorosa della sua Parola.

MASSIMA. Il nostro Agnello pasquale, Cristo, è stato immolato. Perciò facciam festa non col vecchia lievito della malizia, ma con gli azimi della parità e della verità. S. Paolo ai Corinti.

PRATICA. La solennità di tutte le solennità che la Provvidenza ha voluto assegnarvi in questo mese, sollevi al cielo il vostro spirito, la mente ed il cuore: tutto quello che non è pel cielo, è tutto perduto. O Adamo, felice il tuo peccato Che un sì gran Redentor ci ha meritato!

MARTIROLOGIO ROMANO. In questo giorno, che il Signore ha fatto, solennità delle solennità e nostra Pasqua: Risurrezione del nostro Salvatore Gesù Cristo secondo la carne.





ICONOGRAFIA


L'iconografia della Resurrezione di Cristo vanta di tantissime opere d'arte quasi sempre raffiguranti il Cristo che risorge dal sepolcro con una bandiera crociata simbolo della resurrezione, insieme a lui in basso quasi sempre troviamo i soldati che erano di guardia al sepolcro, in molte rappresentazioni sono presenti anche le tre Marie, la Vergine, Maria Maddalena e Maria di Cleofa. Una delle più celebri rappresentazioni della resurrezione è sicuramente quella di Raffaello che con i suoi meravigliosi colori esalta la forza e la bellezza della scena dove oltre ai tipici soggetti sono visibili anche due splendidi angeli che sono i primi testimoni e gli interpreti del Risorto e che aprono la strada all’annuncio di vittoria sulla morte e avranno un ruolo importante nell'incontro con le Tre Marie

Resurrezione di Crist
titolo Resurrezione di Crist
autore Raffaello anno 1501-1502


Anche la magnifica opera di Piero della Francesca conservata nel Museo Civico di Sansepolcro è una grande rappresentazione della scena con i soldati che sono addormentati.

Resurrezione
titolo Resurrezione
autore Piero Della Francesca anno 1458-1474


Anche la celebre opera di Peter Paul Rubens conservata a Palazzo Pitti di Firenze rappresenta come Cristo si leva trionfante, reggendo il vessillo crociato, con un angelo che lo scopre e due putti che gli reggono la corona di spine.

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Pieter Paul Rubens anno 1616 circa


Di notevole fascino anche l'opera di Domenico Ghirlandaio artista del XV sec

Resurrezione di Cristo
titolo Resurrezione di Cristo
autore Domenico Ghirlandaio anno 1490-1498

✝ Pensiero del 17 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno.

Luca 24:6-7

BUONA PASQUA DI RESURREZIONE A TUTTI I CRISTAINI CATTOLICI 

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,1-9

Andare incontro al Signore risorto.

Le vicissitudini che hanno sconvolto il gruppo degli apostoli, dopo la morte di Gesù li hanno terrorizzati. Rinchiusi fra quattro mura, non osano muoversi, né uscire. In queste circostanze, il coraggio delle donne è grande, e solo loro osano sfidare le guardie della città. Gli avvenimenti dell’alba, tuttavia, hanno mutato il panorama. Pietro e Giovanni, avvisati, corrono. Non si sa bene se per l’ansia di sapere cosa sia accaduto al corpo del Signore, o per la paura di essere scoperti. Il fatto è che correvano. Alla fine, uscivano dal loro nascondiglio, dalla casa in cui avevano trascorso le ultime ore cariche di paure, di lacrime e di tanto dolore. Indimenticabili ore di angoscia, che finalmente si aprono ad una speranza. Era necessario uscire! Rompere con gli impacci della paura, le catene dell’autocommiserazione e della tristezza. Se fossero rimasti lì, non avrebbero creduto nella resurrezione. In Pietro e in Giovanni, vediamo quegli uomini che non si rassegnano davanti all’evidenza, davanti alle mire umane e davanti alla tomba dei propri difetti e peccati. Era necessario il valore, il coraggio dell’amore che esce da se stesso per andare “all’avventura”, e fidarsi di ciò che non era logico, giungere ad una dimensione più alta: «Quella della fede. Quanto possiamo imparare oggi dal loro esempio, se lasciamo il nostro uomo “vecchio” nel cenacolo, rinchiuso nelle sue ragioni egoiste, e corriamo con gli apostoli a cercare un Gesù che incoraggia già le nostre anime! Perché è Lui che ci ispira ad andare a cercarlo, ed è Lui che presto o tardi si avvicinerà. Oggi, Gesù Cristo si manifesta in tutto il suo splendore divino-umano, per la gioia di tutti coloro che hanno condiviso la sua Passione. Ma non importa tanto, se siamo stati con Lui sulla Croce, o se l’abbiamo abbandonato per debolezza». Oggi, Lui si manifesta ugualmente, per tutti. Dalle sue piaghe gloriose, proviene il balsamo che guarisce i nostri cuori. Dal suo corpo rifulgente, viene la luce che dissipa le nostre paure ed insicurezze. Corriamo, dunque, all’incontro del Signore, con la certezza che Egli ci darà la più grande e unica vera gioia: «Gesù Cristo è risorto». Alleluia!

Con Migliori Auguri d'una Santa Pasqua di vera Risurrezione e di rinnovata Speranza!

Domenica 17 Aprile 2022
PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE – P

S. Simeone Bar S.; S. Acacio; S. Kateri Tekakwhita
Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo
At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6-8; Gv 20,1-9 (sera: Lc 24,13-35)

Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: 
«Facciamo festa nel Signore».

 (I Corinzi 5,7-8)

Alleluia.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: Questo è il giorno che ha fatto il Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:

«Una meraviglia ai nostri occhi».

Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato: «Facciamo festa nel Signore».

 (I Corinzi 5,7-8)

16 aprile, 2022

Santa Bernardetta Soubirous

 Santa Bernardetta Soubirous


Nome: Santa Bernardetta Soubirous
Titolo: Vergine
Nascita: 7 gennaio 1844
Morte: 16 aprile 1879
Ricorrenza: 16 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettrice:degli ammalati


Si chiamava Maria Bernarda, ed era nata a Lourdes, sconosciuto paesino della Francia meridionale. Era figlia d'un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.

La mattina dell'11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c'era più legna da ardere. Bernardetta, con la sorella Antonietta e una compagna, furon mandate a cercar rami secchi nei dintorni del paese. Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d'acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.

Antonietta e l'amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell'acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d'asma, portava le calze. Pregò l'amica di prenderla sulle spalle, ma l'amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.

Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d'una nube d'oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.

Istintivamente, la bambina s'inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola orante, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l'Ave Maria. Soltanto, alla fine della posta, s'univa a Bernardetta per recitare il Gloria Patri.

Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve; sparì la nuvola d'oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore. L'apparizione si ripeté varie volte, e Bernardetta non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. « vestita di bianco - diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi ».

Ma lo strano fu quando la fanciulla per tre volte chiese alla bella signora chi fosse. Per tre volte si sentì rispondere: « Io sono l'Immacolata Concezione ». « Questa risposta non ha significato », dissero coloro che ebbero il compito d'interrogare la povera pastorella. Ma Bernardetta insisteva:

« Ha detto così ».

Né mai si smentì o si contraddisse.

Intanto alla grotta accorrevano fedeli in preghiera, ed ecco che dal fianco della montagna scaturisce il più copioso fiume di miracoli che mai si fosse conosciuto. I ciechi riacquistavano la vista, i sordi riavevano l'udito, gli storpi venivano raddrizzati. Questa volta furono gli scienziati, prima a indignarsi, poi a stupirsi, poi a convincersi che il miracolo negato dai Positivisti era qualcosa di veramente positivo.

Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. « Son venuta qui per nascondermi », disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall'asma, respirava a fatica. « Tu soffri molto », le dicevano le consorelle.« Bisogna che sia così », rispondeva la giovane suora.

Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento.

Sabato Santo

 Sabato Santo

autore: Domenico Beccafumi anno: 1530-1535 titolo: Discesa di Cristo al Limbo luogo: Pinacoteca nazionale, Siena

Nome: Sabato Santo
Titolo: La discesa agli inferi
Ricorrenza: 16 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Il terzo giorno del Triduo Pasquale è il Sabato santo che commemora la discesa agli inferi di Nostro Signore Gesù. Gesù resta negli inferi per un breve tempo compiendo la sua vittoria sulla morte e sul diavolo, liberando le anime dei buoni e giusti morti prima di lui apre loro le porte del Paradiso.

Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Adamo fu il primo ad incontrare Gesù e percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: « Sia con tutti il mio Signore ». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: « E con il tuo spirito ».

E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell'inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un'unica e indivisa natura.

Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.

Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all'albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell'inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.

Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.

Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l'eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli »


Compiuta tale missione, l'anima di Gesù si ricongiunge al corpo nel sepolcro: e ciò costituisce il mistero della risurrezione, centro della fede di tutti i cristiani, che verrà celebrato nella seguente domenica di Pasqua.

Questo giorno è dunque incentrato sull'attesa dell'annuncio della risurrezione che avverrà nella solenne veglia pasquale. Viene professato da alcuni Simboli antichi e tuttora dalla preghiera eucaristica, quale annuncio di salvezza per ogni uomo: nessuno è escluso dalla salvezza che Dio ha preparato per gli uomini in Cristo, nessuno è smarrito, Dio si fa solidale anche nella morte.

Per quanto le tradizioni delle Chiese siano unanimi nel ritenere per fede questo aspetto della Pasqua, si tratta di un articolo del Simbolo sovente trascurato. Introducendo la celebrazione comunitaria dell'Ufficio delle Letture e delle Lodi del mattino o come breve omelia, questo mistero può essere adeguatamente presentato quale tesoro di fede della Chiesa.

La Chiesa cattolica considera degno di lode protrarre il digiuno ecclesiastico e l'astinenza dalla carne anche per tutto il sabato santo, tuttavia non ne fa un obbligo per i fedeli.

✝ Pensiero del 16 aprile 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Sul Calvario GESÚ disse al ladrone: "Oggi, sarai con Me in Paradiso". " Oggi" e non fra cento anni I calcoli appartengono alla Terra e non al cielo e non alla gratuità dell'Amore Divino.
Buon Sabato Santo

La Chiesa oggi si astiene dal celebrare il sacrificio dell’altare, per raccogliersi presso il sepolcro. L’altare resta spoglio e il tabernacolo vuoto.

Dato che la liturgia non ci offre un Vangelo, prenderemo per la nostra meditazione l’immagine di Gesù tra le braccia di Maria, conosciuta come “la Pietà” di Michelangelo.

Dapprima fissiamo il nostro sguardo sulla figura di Cristo. È già un corpo senza vita, un cadavere steso tra le braccia di sua Madre, con lo sguardo perso nel cielo, le ferite nei piedi, nelle mani e nel fianco. Alcune ore prima, questo corpo agonizzava, vittima della tortura più crudele. Ora riposa in pace. Il suo epitaffio potrebbe benissimo essere: “missione compiuta”. Guardando Cristo, chiediamo anche noi a Dio la grazia di compiere la nostra missione fino alla fine, senza discussioni, senza calcoli né misure. Dio ci chiede di impegnarci con tutto noi stessi nell’operare sempre il bene, per non dover provare il rimpianto di aver perduto tali occasioni. Guardiamo anche Maria. Chi ha avuto l’esperienza di perdere un figlio può capire, in qualche modo, quel che dovette significare per il suo cuore di Madre, assistere alla morte di Cristo sulla Croce. Anche se il tormento della crocifissione è finito, Maria continua a vedere le sue carni martoriate, la sua fronte coronata di spine, la sua agonia sulla croce. Il Santo Simeone aveva profetizzato: “…e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2,35). Ora si compie questa profezia. Guardando Maria, impariamo anche noi a soffrire. Ella non trovò alcuna spiegazione umana al dramma che viveva, ma seppe soffrire con Cristo, unirsi alle sue sofferenze e offrirle al Padre. Non capiva, ma non si ribellava. Accettava tutto come venuto dalla mano di Dio. Ripeteva in silenzio: fiat, “avvenga a me quello che hai detto", "sia fatta la tua volontà”. Il volto di Maria, oltre al dolore, evoca la speranza. Sapeva bene che Dio è buono e misericordioso. Ripeteva dentro di sé ciò che scrive l’autore del Libro del Siracide: “Chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi ha invocato ed è stato da lui trascurato?” (Sir 2,10).

Nell’ora della tribolazione, invochiamo Maria affinché ci riempia di SPERANZA.

Sabato 16 Aprile 
SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE

S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre

Alleluia, alleluia, alleluia
Rm 6,3-11; Sal 117; A: Mt 28,1-10; B: Mc 16,1-7; C: Lc 24,1-12

Il Sabato Santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore,
meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il
sacrificio della Messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino
alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora
lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae
per cinquanta giorni.
In questo giorno si può dare la santa comunione soltanto sotto forma di
Viatico.

Salmo responsoriale Salmo 103

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.

Egli fondò la terra sulle sue basi:
«Non potrà mai vacillare».
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.

Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.

Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.

15 aprile, 2022

Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Campo di concentramento di Bergen-Belsen

Bergen-Belsen dopo la liberazione: Nel pomeriggio del 15 aprile 1945, le forze britanniche del 63º reggimento anticarro al comando del colonnello Taylor raggiunsero il campo di concentramento completamente sovraffollato e trascurato nel Südheide. I detenuti liberati erano troppo deboli e malati per applaudire. Circa 52.000 persone morirono nel campo di concentramento. Quando gli inglesi arrivarono a Bergen-Belsen, scoprirono circa 13.000 corpi in vari stadi di decadimento. "Quel giorno a Belsen è stato il più terribile della mia vita", ha detto il reporter di guerra britannico Richard Dimbleby. Mentre le sorelle Brilleslijper sopravvissero al campo di concentramento, Anne e Margot morirono a Bergen-Belsen all'inizio del 1945.


Le combattenti della resistenza ebraica-olandese Lien e Janny Brilleslijper, venuti qui via Westerbork ed Auschwitz, stanno pensando al loro viaggio di ritorno ed a una riunione dei loro cari e dei loro figli. Il giorno in cui il campo fu liberato, Janny, 28 e mezzo anni, crollò esausta e gravemente malata.

Per due settimane, è in bilico tra la vita e la morte. Doveva mangiare, ma non poteva: la sua bocca era piena di piaghe. Sua sorella Lien 32 e mezzo, masticava il cibo. 


Curato fino alla morte: Janny e Lien Brilleslijper sono stati al fianco degli adolescenti Frank (foto) fino alla fine. Si raccontavano storie da Amsterdam, si scambiavano battute e ricordi, immaginavano il futuro dopo la liberazione del campo. Disperatamente, i Brilleslipjpers cercarono di far uscire Margot e Anne dalla caserma malata, ma le ragazze erano troppo deboli - Anne morì poco dopo Margot. Janny e Lien avvolsero i loro corpi emaciati in coperte e li lasciarono scivolare in un obitorio.