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20 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 20 ottobre 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Il Fuoco, che Gesù è venuto a portare è il Santo Spirito, che mette ordine nelle nostre vite.

Nella Memoria, della nascita terrena dell'Avv. Vincenzo Livatino, papà del Giudice Rosario Angelo.
Tanti cari Auguri di cuore e ci protegga tutti noi dal cielo, insieme alla sua cara famiglia.

Giovedì – 29.a Tempo Ordinario
Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 49-53
Fuoco sulla terra.
Il Signore ci parla di fuoco e di divisione, un fuoco che purifica e incendia i cuori degli uomini, che divampa dalla croce. Le parole di Gesù ci rivelano la croce come asse della sua vita e anche della nostra. Egli è venuto al mondo per compiere l’opera della nostra redenzione: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!». Molti vorrebbero un Cristo senza croce, senza dolore, senza sofferenza… Ma non esiste. C’è un solo Cristo, quello crocifisso, per coloro che desiderano trovarlo ed amarlo con sincerità ed autenticità.
Il fuoco del Signore irrompa ovunque! Avvampi i nostri cuori, così che ardano della fiamma trasfigurante che Cristo porta con sé! Brucino la menzogna, l’odio, l’ipocrisia, l’egoismo! Se lasceremo che il fuoco dell’amore di Cristo abiti nel nostro cuore, sperimenteremo l’autentica trasformazione del nostro essere. Dobbiamo ardere di questo fuoco e propagarlo tutto intorno a noi, per essere così in sintonia con la volontà di nostro Signore: “portare il fuoco sulla terra”. Ma come farsi accendere da quella fiamma che scaturisce dalla croce, se non abbracciamo la croce insieme a Cristo? Non c’è altro che il Signore desideri più che darsi totalmente alla sua missione, perché vuole solo amarci eternamente, fino a dare la sua vita per noi. E come restare indifferenti di fronte al volto insanguinato di Cristo sulla croce? Come pretendere di amare senza Croce, se lo stesso Figlio di Dio non ha trovato strada più sicura ed efficace per portare l’amore? E una contraddizione: la vita del nostro Salvatore ruota intorno alla croce e si compie su di essa, mentre noi trascorriamo l’esistenza cercando sfuggire al dolore, alla sofferenza, in definitiva alla croce! Perché cercare un’altra via, se Cristo è la nostra Via? «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?». La pace è un dono che può venire solo da Dio; chi conosce Cristo non avrà più pace in nulla, al di fuori di Lui.

Giovedì 20 Ottobre 2022                                          

S. Cornelio; S. Adelina; S. Maria Bertilla Boscardin

29.a del Tempo Ordinario

Ef 3,14-21; Sal 32; Lc 12,49-53

Dell’amore del Signore è piena la terra

Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Dell’amore del Signore è piena la terra.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

(Filippesi 3,8)


18 ottobre, 2022

Dicevano del Giudice Rosario Angelo Livatino

 Dicevano del Giudice Rosario Angelo Livatino, ch'era uno scimunito, un bigotto un santocchio, in modo dispregiativo e molti dicevano, anche non gli affiderei neanche la casa in campagna.

Io, Sottoscritta, Canzano Barbara, invece gli affiderei, il mio sangue, la mia vita.
Sottoscrivo e Sottolineo
Giudice Rosario Angelo, T'AMO D'UN BENE PROFONDO!



San Luca

 San Luca 


Nome: San Luca
Titolo: Evangelista
Nascita: I secolo, Antiochia di Siria
Morte: 18 ottobre 93, Tebe
Ricorrenza: 18 ottobre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


L'Evangelista S. Luca nacque in Antiochia di Siria, dà genitori pagani. Imparò la scienza medica e, allo scopo di perfezionare le sue cognizioni, intraprese diversi viaggi nella Grecia e nell'Egitto. Si portò poi a Troade per esercitarvi la sua professione: ma qui il Signore l'attendeva per un'altra missione più grande. Essendo passato di là l'apostolo Paolo a predicare il S. Vangelo, Luca, conquistato dalla verità, volle seguirlo nel sacro ministero e gli fu compagno fedelissimo fino alla morte.

Verso il 60, mentre S. Paolo si trovava prigioniero a Cesarea, Luca scrisse, per divina ispirazione, il terzo Vangelo in lingua greca, che si distingue per la sua chiarezza ed eleganza.

Questo Vangelo è dedicato a Teofilo, che era un famoso cristiano di Antiochia, ma nello stesso tempo è indirizzato a tutti i Cristiani e a tutti quelli che vogliono salvarsi, siano essi ebrei o pagani: il regno di Dio è aperto a tutti. Egli voleva dimostrare la bontà e la misericordia di Dio, e perciò racconta gli episodi e le parabole più commoventi.

Eloquentissime sono le parabole del buon samaritano, della pecorella smarrita, del fariseo e del pubblicano, di Zaccheo e del figliuol prodigo, che ci manifestano l'infinita misericordia di un Dio morto per noi sulla croce e che perdona agli stessi suoi crocifissori: « Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno ».

Il santo evangelista si diede anche alla predicazione ed evangelizzò la Macedonia, la Dalmazia, l'Italia e la Gallia. Durante la prigionia di S. Paolo in Roma scrisse gli « Atti degli Apostoli » in cui narra la storia dei primi anni della Chiesa e particolarmente i viaggi di S. Paolo. Ma la tradizione ci dice che S. Luca, oltre che medico, era pure pittore. Devotissimo della Madonna, è tra gli Evangelisti quello che ne parla più diffusamente. Non può non averla vista, non averle parlato: lo dimostrano anche le belle immagini della Vergine che ci furono tramandate sotto il suo nome.

Mori nella Bitinia, all'età di 84 anni. Le sue venerate spoglie vennero deposte nella città di Costantinopoli, assieme a quelle di S. Andrea, nella basilica dedicata ai dodici Apostoli. Giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella Basilica di Santa Giustina.

S. Paolo lo chiama « medico carissimo » e « fratello, la cui Mele è nel Vangelo ».

Il suo simbolo è un toro alato, perché il primo personaggio che introduce nel suo Vangelo è il padre di Giovanni Battista, Zaccaria, sacerdote del tempio e responsabile del sacrificio di tori.

PRATICA Il Vangelo sia la regola della nostra vita.

PREGHIERA. Deh! Signore, interceda per noi il tuo evangelista S. Luca, il quale ad onor del tuo nome portò continuamente nel suo corpo la mortificazione della croce.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.

Parabola del figlio prodigo


Parabola del figlio prodigo


Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Parabola del buon samaritano


Parabola del buon samaritano



Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».»


ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Luca viene raffigurato principalmente tramite l’utilizzo di due iconografie: la prima quella classica consiste nel rappresentare accanto al Santo un libro, una penna e il simbolo evangelico del toro.

San Luca Evangelista
titolo San Luca Evangelista
autore Vladimir Borovikovsky anno 1804–1809


La seconda, invece, lo vuole in vesti di pittore forse per la sua abilità nel descrivere al meglio, in maniera scrupolosa, tutti i personaggi influenti nella vita di Gesù. Il soggetto principale delle sue opere è però quasi sempre la Vergine col Bambino, come nella magnifica tela di Raffaello dove si nota al centro San Luca, in vesti di pittore e di apostolo, impegnato nel rappresentare Maria che tiene in braccio il bambino Gesù. Il Santo è accompagnato dal tradizionale attributo del bue, accovacciato al suo fianco, mentre sullo sfondo è presente un’altra figura.

San Luca dipinge la Vergine
titolo San Luca dipinge la Vergine
autore Raffaello Sanzio anno sec. XVI


San Luca ritrae la Madonna
titolo San Luca ritrae la Madonna
autore Rogier van der Weyden anno 1440


San Luca mostra un dipinto della Vergine
titolo San Luca mostra un dipinto della Vergine
autore Guercino anno 1562-1563

✝ Pensiero del 18 ottobre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella Memoria Liturgica, San Luca Evangelista.

Oggi, sarebbe stato l'onomastico di Luca Carissimi, auguri di cuore, e salutaci, tutti in cielo.

Martedì – 29.a Tempo Ordinario – SAN LUCA EVANGELISTA (f)
Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 13-21
Il medico evangelista.
Quasi tutto ciò che sappiamo dell’evangelista Luca è contenuto negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di san Paolo; egli, infatti, accompagnò l’Apostolo delle Genti in alcuni viaggi. La tradizione riporta che proveniva dalla comunità cristiana di Antiochia. Medico di origine non ebraica, dotato di una vasta cultura ellenistica, fu profondo conoscitore delle usanze ebraiche e della Bibbia greca. La sua personalità letteraria è rispecchiata nelle sue due opere contenute nel Nuovo Testamento: il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli.
La parabola del buon samaritano, quella del figlio prodigo o il racconto del buon ladrone, mostrano la sensibilità di Luca nel narrare la compassione che Gesù prova per i peccatori e gli emarginati. Grazie a questo magnifico evangelista, possiamo conoscere meglio alcuni tratti del Cuore di Gesù: la misericordia, il perdono, la pietà: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che e incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”» (Lc 10, 36-37). «Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Lc 15,20). «Gesù gli disse: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”» (Lc 23,43). Quante cose possiamo imparare da questo buon medico, Luca, che abbandonò la medicina del corpo per dedicarsi a quella spirituale. Se lo scopo del suo messaggio è mostrarci la misericordia del Maestro, non possiamo trascurare questi insegnamenti. Incominciamo ad essere misericordiosi e compassionevoli. Solo così mostreremo al mondo il cuore compassionevole e misericordioso del Signore. La figura del Padre che attende ansioso il ritorno del figlio prodigo è l’immagine più bella di quel Dio che non vuole che il peccatore muoia e sia condannato, ma viva e si salvi. Non importano le cadute o i fallimenti dovuti alla fragilità e nemmeno quelli dovuti alla malizia; a Dio interessano solo gli atteggiamenti di pentimento, di confessione, di rinnovamento, di sincerità, di impegno, perché il Signore benedice le anime che si ravvedono e le sospinge, con maggior vigore, verso la mèta della santità.

Martedì 18 Ottobre                                       

S. LUCA evangelista (f); S. Pietro d’Alcantara; S. Amabile

29.a del Tempo Ordinario

2Tm 4,9-17b; Sal 144; Lc 10,1-9

I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

(Giovanni 15,16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicano la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga.

(Giovanni 15,16)

17 ottobre, 2022

Buon compleanno a Papa Giovanni Paolo I_Beato e nella Memoria del Battesimo

Buon compleanno a Papa Giovanni Paolo I_Beato, e nella Memoria del Battesimo

Auguri di cuore, ci protegga tutti dal cielo.

17 ottobre 1912



16 ottobre, 2022

16 ottobre 1943 per non dimenticare mai

 16 ottobre 1943 per non dimenticare mai




Buon compleanno cara Marietta

 Buon compleanno cara Marietta, piccola grande DONNA DELLA PUREZZA

Ti voglio tanto bene.
Tanti auguri di cuore a SANTA MARIA TERESA GORETTI
Proteggi, da lassù.
16 ottobre 1890



15 ottobre, 2022

Santa Teresa d'Avila

 Santa Teresa d'Avila (di Gesù)

Nome: Santa Teresa d'Avila
Titolo: Vergine e Dottore della Chiesa
Nascita: 28 marzo 1515, Gotarrendura, Spagna
Morte: 4 ottobre 1582, Alba de Tormes, Spagna
Ricorrenza: 15 ottobre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria liturgica


S. Teresa di Gesù nacque ad Avila (Spagna) il 28 marzo dell'anno 1515, da nobile ed antica famiglia.

Teresa si distinse fin da bambina per un grande amore alla lettura di buoni libri, e specialmente della Sacra Scrittura.

Leggendo ad un suo fratellino le gesta dei Martiri, tutti e due furono accesi di santo ardore di morire per il nome di Gesù, ed un giorno, non visti, fuggirono per andare tra i Mori infedeli: « Così, dicevano, voleremo subito in Paradiso! ».

Mirabile ingenuità! Ma un loro zio li ricondusse alla casa paterna. Allora pensarono di condurre una vita solitaria e si costruirono una celletta nel giardino, dove si ritiravano in preghiera.

A 12 anni le morì la madre e Teresa provò tale dolore da non trovare conforto sulla terra.

Pensò allora che le rimaneva un'altra madre ben più amorosa e potente: la Madonna, e a Lei si affidò. Intanto andava preparandosi pel chiostro e a 20 anni seguì la divina chiamata. Si ritirò nel monastero dell'Incarnazione del Monte Carmelo in Avila, dove ben presto rifulse per ogni virtù.

Per una grave malattia dovette lasciare il monastero e ritornare in famiglia: guarì, ma perdette il primitivo fervore.

Una visione la fece ritornare in sè ed allora si diede con tutte le forze alla propria santificazione. Così si preparò a quella grande riforma dei monasteri Carmelitani, che fu accettata non solo da tutti i monasteri delle suore, ma anche da parecchi conventi dei frati. Aveva conosciuto S. Giovanni della Croce, tenuto in grande fama di dotto e santo, e se ne servi come del più valido aiuto.

Santa Teresa d'Avila e i Carmelitani


Indicibili furono i dolori fisici, le penitenze e le discipline, ma sostenne tutto colla più dolce serenità di spirito. Gesù la ricompensava con sublimi estasi, rivelandole verità altissime che ella tramandò nelle sue mirabili « Opere ».

Statua Santa Teresa d'Avila
autore Gian Lorenzo Bernini
titolo Transverberazione di santa Teresa d'Avila



Non conosceva altro bene in questa vita che quello d'imitare Gesù Cristo paziente e crocifisso, e si sforzava di acquistare, per mezzo dei patimenti, nuovi meriti per l'eternità. Ammirabile la sua preghiera: « Signore, o patire o morire ». Il suo cuore, infiammato dell'amor di Dio, altro non sospirava che di uscire da questa valle di pianto e di unirsi per sempre al suo diletto Sposo, nella gloria celeste. Il Signore esaudì i fervidi voti e, nel monastero di Alba di Tormes, alla età di 67 anni, passò da questa vita. Era il 13 ottobre del 1582.

PRATICA. Leggiamo le « Opere » e l'« Autobiografia » di questa Santa.

PREGHIERA. Esaudiscici, Dio nostro Salvatore, affinchè come ci allietiamo per la festa della tua beata vergine Teresa, così siamo nutriti dalla sua celeste dottrina e formati al sentimento di una tenera devozione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza.

✝ Pensiero del 15 ottobre 2022

 ✝


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Tu sei, come un soffio caldo, che riscalda le mie giornate.

Barbara

Dio vuole salvare tutti, ma ci lascia liberi anche di rifiutare il Suo Perdono. 


Nella Memoria, liturgica Santa Teresa d'Avila (di Gesù).

Sabato – 28.a Tempo Ordinario – SANTA TERESA DI GESU’ – Dottore della Chiesa
Santa spagnola del secolo XVI, seppe conciliare il senso dell’ironia con la fermezza, la dolcezza con la forza, la simpatia con la determinazione. ln gioventù si sentì fortemente attratta dallo spirito mondano, come confesso lei stessa, ma superò quella tendenza grazie alla lettura e all’esempio di alcuni santi, come san Girolamo, sant’Agostino, santa Maria Maddalena. La sua conversione avvenne a quarant’anni, dopo un lungo periodo di vita religiosa presso il monastero dell’Incarnazione di Avila. Si dedicò alla fondazione e alla riforma dei conventi carmelitani, non senza difficoltà e grandi contrasti, che affrontava avendo fiducia in Dio. Donna dotata di grande ingegno e magnanimità, di grazia naturale e viva sensibilità femminile, c’insegna che per raggiungere la santità “non occorre pensare molto, quanto piuttosto amare molto”. Seppe essere maestra di vita spirituale, descrivendo nelle sue opere l’esperienza mistica di cui Dio le fece dono. Morì ad Alba de Tormes (Spagna) il 4 ottobre 1582. Paolo VI le conferì nel 1970 il titolo di Dottore della Chiesa.
Meditazione sul Vangelo di Lc 12, 8-12
Fiducia nelle prove.
Gesù prepara i suoi discepoli a rimanergli fedeli testimoni in tempo di persecuzione. Nella prova non saremo lasciati soli, ci sosterrà lo Spirito del Risorto. Lo Spirito Santo, però, non costringe la libertà di nessuno: chi, pur avendo la luce e la grazia della fede, negherà l’evidenza della Verità (bestemmierà, cioè, contro lo Spirito Santo), causerà da se stesso la propria condanna.
Il Vangelo odierno ben si adatta alla celebrazione della memoria di santa Teresa d’Avila che la Chiesa ci propone oggi. Abbiamo ascoltato, infatti, come il Signore prepara i suoi discepoli a rimanergli fedeli testimoni, anche quando saranno perseguitati. La grande santa spagnola, con il suo indomito coraggio e la sua grande fede nel Signore, superò prove e persecuzioni confidando nella provvidenza di Dio. In lei è prevalsa la certezza d’essere amata dal Cristo, nonostante le sue miserie, anzi, proprio attraverso di esse.
Poesia mistica composta da Santa Teresa d’Avila.
Sapienza eterna, Altezza inaccessibile, Signor dell’alma mia, non ti sdegnar se, del suo nulla immemore, oggi il mio cuor vorrà a Te dolce innalzare inno d’amore. Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore! Son tutta tua; la tua bontà ineffabile m’ha dal nulla creata, m’ha redenta e chiamata in questo Ospizio, ed io fui sempre ingrata’… Ma di dannarmi mai ti resse il cuore… Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore! La mia vita, il mio cuor, il corpo e l’anima quanta, Signor, io sono, tutta ai tuoi piedi, o Sposo mio dolcissimo, tutto depongo e dono, ed in ostia mi sacro a Te d’amore. Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore! Vita o morte, trionfo oppur infamia, infermità o salute, sia che in pace Tu mi voglia o in orride pene continue e acute, tutto accetta e gradisce questo cuore. Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore! Dammi ricchezza o povertà riservami, inferno dammi o cielo, vita sepolta fra più dense tenebre o sole senza velo:

«A tutto mi sommetto, o dolce Amore. Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore! Se vuoi che vita spensierata godermi, vo’ qui per Te gioire; se vuoi che assidua nel lavor m’estenui, vo’ nel lavor morire: quanto a Te piace, tutto accetta il cuore. Dimmi che vuoi da me, dimmi, Signore!».

Sabato 15 Ottobre                                         

S. Teresa d’Avila (di Gesù) (m); S. Barsen; S. Tecla

28.a del Tempo Ordinario

Ef 1,15-23; Sal 8; Lc 12,8-12

Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e anche voi date testimonianza.
(Giovanni 15,26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 8)
Rit: Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa.

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,
con la bocca di bambini e di lattanti.

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore, e anche voi date testimonianza.

(Giovanni 15,26)

13 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 13 ottobre 2022


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella memoria dell'ultima Apparizione della Madonna a Fatima ai tre Pastorelli Lucia, Giacinta e Francisco  
13 ottobre 1917

Nella Memoria, dell'Anniversario di Matrimonio Rosalia Corbo, e Vincenzo Livatino

Auguri di cuore, proteggeteci da lassù.
13 ottobre 1951
 


Giovedì – 28.a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Lc 11, 47-54

Proclamare la verità. 

Gesù denuncia la malvagità di coloro che opprimevano il popolo, sapendo perfettamente la sorte che spetta a chiunque osi farlo. Molti profeti dell’Antico Testamento finirono i propri giorni in esilio o per morte violenta. Il Maestro ha così ben presente tutto questo che, tra le invettive contro i farisei, ha voluto ricordare che l’essere cristiani implica l’essere pure disposti a versare il proprio sangue per difendere e proclamare la verità. Cristo predicò la verità ai farisei, e questi cominciarono a molestarlo e ad insidiarlo ostinatamente. Oggi, ogni cristiano vive in un ambiente nel quale dichiararsi fedele a Cristo è ragione sufficiente per esser messo da parte e venir trattato ignobilmente. Noi cristiani dobbiamo difendere ardentemente Gesù e le cose del suo Regno. E non solo con le nostre parole, ma con tutta la nostra vita. Molti nemici si leveranno come belve, cercando la “preda” delle nostre cattive azioni, per dimostrarci la nostra incoerenza. Non solo ci additeranno, il che potrebbe essere perfino motivo di sano orgoglio, ma cercheranno di tentarci e di metterci continuamente alla prova. Sì, essere fedele alla moglie o al marito non va di moda, anzi, è visto come impresa impossibile. È ora di dare tutto per Cristo, di essere disposti perfino a morire, piuttosto che mancare ai nostri impegni di fedeltà. Sì, essere onesti è cosa non comune, e pare impossibile vivere onestamente su questa terra. Proprio per questo chi lo è sarà oggetto di accuse, di attacchi, perché la sua gestione della vita non è orientata secondo criteri pragmatici. Dare la vita per Cristo non significa finire nell’arena e morire sbranati dalle belve. Essere cristiani vuol dire uscire ogni giorno nel grande “Colosseo” del mondo, ed essere disposti a vincere le mille tentazioni e i mille inganni contro la nostra lealtà a Cristo.

Giovedì 13 Ottobre                                           

S. Romolo; S. Chelidona; S. Venanzio

28.a del Tempo Ordinario

Ef 1,1-10; Sal 97; Lc 11,47-54

Il Signore ha rivelato la sua giustizia

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha rivelato la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.


Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)


12 ottobre, 2022

Beato Carlo Acutis

 Beato Carlo Acutis


Nome: Beato Carlo Acutis
Titolo: Adolescente
Nascita: 3 maggio 1991, Londra, Inghilterra
Morte: 12 ottobre 2006, Monza, Monza e Brianza
Ricorrenza: 12 ottobre
Tipologia: Commemorazione
Protettore:del web


Carlo Acutis nacque a Londra il 3 maggio 1991 da Andrea Acutis e Antonia Salzano, milanesi provvisoriamente in città per lavoro. Carlo fin da piccolo manifesta un'indole particolarmente devota tanto che tornati in Italia a soli 7 anni chiese di poter ricevere la Prima Comunione.

Richiesta insolita ma che venne accolta dopo averla sottoposta a Monsignor Pasquale Macchi il quale diede il suo benestare dopo aver interrogato il ragazzo, ritenendolo idoneo. Carlo ricevette così l'Eucaristia il 16 giugno 1998, giovanissimo, e restò un punto fermo nella sua breve vita assieme alla messa quotidiana alla quale assisteva.

La sua esistenza si svolgeva come quella di tutti i ragazzi della sua età, ma sempre caratterizzata dalla sua voglia di aiutare gli altri e dalla sua gioia, diceva infatti “La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La conversione non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’alto. Basta un semplice movimento degli occhi”. La sua fede fu talmente coinvolgente da spingere il collaboratore domestico di casa, un bramino induista, a convertirsi al cristianesimo, colpito proprio da “la sua profonda fede, la sua carità e la sua purezza”.

Carlo era anche bravo in informatica tantochè è stato proclamato patrono del web, e così dopo aver assistito ad un incontro di presentazione del Piccolo Catechismo eucaristico decise di dare vita ad una mostra sui miracoli eucaristici, per testimoniare la vera presenza di Gesù nell'ostia. Dopo tre anni di ricerche in giro per l'Europa con in genitori la mostra era pronta e talmente ben fatta da essere richiesta dalle diocesi di tutto il mondo.

Il sogno di Carlo era di farsi sacerdote, ma purtroppo all'età di 15 anni fu stroncato da una leucemia fulminante, e dopo aver dedicato la sua vita “al suo amico Gesù” torna alla casa del Padre il 12 ottobre 2006. Venne sepolto ad Assisi e successivamente dal cimitero viene traslato nel Santuario della Spogliazione: attraverso una speciale procedura di imbalsamazione viene esposto alla visita dei pellegrini.

Dichiarato venerabile nel 2008 è stato beatificato il 10 ottobre 2020 dopo averne accertato almeno un miracolo, ovvero la guarigione di un ragazzo brasiliano avvenuta dopo averne toccato le reliquie.

La madre: «Vi racconto il suo miracolo»

Intervista realizzata da Stefano Lorenzetto alla madre di Carlo, Antonia Salzano, e pubblicata dal Corriere

Intercede. Salva. Guarisce. Converte. Appare. I devoti di quello che già viene chiamato il patrono di Internet, almeno 1 milione nei cinque continenti, vedono la sua presenza ovunque. L’ultimo segno, il 15 agosto. Scrivono i fan su Facebook: Questa notte, nella solennità della Santissima Vergine Maria Assunta, Carlo venuto a prendersi la sua cagnolina Briciola di quasi 17 anni. Ora corre e gioca anche lei nei meravigliosi giardini del Paradiso assieme agli altri animali di Carlo che l’hanno preceduta, i cani Poldo, Stellina e Chiara, i gatti Bambi e Cleopatra. Non le pare eccessivo che associno l’Assunzione alla morte di una bestiola? Sorride indulgente Antonia Salzano, mamma di Carlo Acutis, stroncato a 15 anni da una leucemia fulminante nel breve volgere di 72 ore.

Prima che ci lasciasse, gli dissi: se in cielo troverai i nostri amici a quattro zampe, compari con Billy, il cane della mia infanzia. Lui non lo conosceva. Un giorno zia Gioia, ignara del nostro accordo, mi telefonò: “Stanotte in sogno ho visto Carlo. Teneva fra le braccia Billy”.

Ma sono ben altri i segni per cui lo studente milanese, già venerabile dal 2018, verrà proclamato beato dalla Chiesa il 10 ottobre ad Assisi, ultima tappa prima di diventare santo. Quando il 23 gennaio 2019 si eseguì la ricognizione canonica sulle spoglie mortali del giovanissimo servo di Dio, la sua salma fu trovata intatta.

Io stavo lì, mio marito non volle vedere. Era ancora il nostro ragazzone, alto 1,82, solo la pelle un po’ più scura, con tutti i suoi capelli neri e ricci. E lo stesso peso, quello che si era predetto da solo. Pochi giorni dopo il funerale, all’alba fui svegliata da una voce: “Testamento”. Frugai in camera sua, pensavo di trovarvi uno scritto. Nulla. Accesi il pc, lo strumento che preferiva. Sul desktop c’era un filmato brevissimo che si era girato da solo ad Assisi tre mesi prima: “Quando peserò 70 chili, sono destinato a morire”. E guardava spensierato il cielo.

La vita di Carlo durò solo 5.641 giorni.

In realtà 5.640. Entrò in coma alle 14 dell’11 ottobre 2006, con il sorriso sulle labbra. Credevamo che si fosse addormentato. Alle 17 fu dichiarata la morte cerebrale, la mattina del 12 quella legale. Avremmo voluto donare i suoi organi, ma non fu possibile, ci dissero che erano compromessi dalla malattia. Un bel paradosso, perché il cuore, perfetto, ora sarò esposto in un ostensorio nella basilica papale di San Francesco ad Assisi.

Quand’ stato prelevato?

Durante la ricognizione del 2019. Con atto notarile abbiamo voluto donare il corpo al vescovo di Assisi. Era giusto che appartenesse alla Chiesa universale.

In che modo Carlo scoprì la fede?

Non certo per merito di noi genitori, lo scriva pure. In vita mia ero stata in chiesa solo tre volte: prima comunione, cresima, matrimonio. E quando conobbi il mio futuro marito, mentre studiava economia politica a Ginevra, non che la domenica andasse a messa.

Allora come spiega questa religiosità?

Un ruolo lo ebbe Beata, la bambinaia polacca, devota a papa Wojtyla. Ma c’era in lui una predisposizione naturale al sacro. A 3 anni e mezzo mi chiedeva di entrare nelle chiese per salutare Gesù. Nei parchi di Milano raccoglieva fiori da portare alla Madonna. Volle accostarsi all’eucaristia a 7 anni, anziché a 10. Lo lasciammo libero. Ci pareva una cosa bella, perciò chiedemmo una deroga. Per me fu una “Dio-incidenza”. Carlo mi salvò. Ero un’analfabeta della fede. Mi riavvicinai grazie a padre Ilio Carrai, il padre Pio di Bologna, altrimenti mi sarei sentita screditata nella mia autorità genitoriale. un percorso che dura tuttora. Spero almeno di finire in purgatorio.

Carlo fu precoce solo nella preghiera?

In tutto. Era un mostro di bravura. A 6 anni già padroneggiava il computer, girava per casa con il camice bianco e il badge “Scienziato informatico”. A 9 scriveva programmi elettronici grazie ai testi acquistati nella libreria del Politecnico.

Non era troppo piccolo per usare il pc?

I promotori della causa di beatificazione hanno analizzato in profondità la memoria del suo computer con le tecniche dell’indagine forense, senza riscontrare la minima traccia di attività sconvenienti. Sognava di adoperare il pc e il web per diffondere il Vangelo. Papa Francesco nella Christus vivit cita Carlo come esempio per i giovani. “Sapeva molto bene”, spiega, “che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati”, ma lui ha saputo uscirne “per comunicare valori e bellezza”. Il suo sguardo spaziava ben oltre Internet. Alle mense dei poveri, quelle delle suore di Madre Teresa di Calcutta a Baggio e dei cappuccini in viale Piave, dove prestava servizio come volontario. La sera partiva da casa con recipienti pieni di cibo e bevande calde. Li portava ai clochard sotto l’Arco della Pace, per i quali con i risparmi delle sue mance comprava anche i sacchi a pelo. Lo accompagnava il nostro cameriere Rajesh Mohur, un bramino della casta sacerdotale indù, che si convertì al cattolicesimo vedendo come Carlo aiutava i diseredati.

Avrebbe mai detto che un giorno sarebbe salito all’onore degli altari?

Ero certa che fosse santo gi in vita. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Madonna di Pompei.

Il miracolo riconosciuto dalla Chiesa?

No, solo uno dei tanti che nemmeno sono entrati nel processo di canonizzazione. Quello che lo far proclamare beato accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande. Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenrio invitò i parrocchiani a una novena e appoggi un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominci a mangiare. La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche.

Suo figlio come si ammalò?

Sembrava una banale influenza. Dopo alcuni giorni comparvero forte astenia e sangue nelle urine. Lui se ne uscì con una delle sue frasi: “Offro queste sofferenze per il Papa, per la Chiesa e per andare dritto in paradiso senza passare dal purgatorio”, ma in famiglia non vi demmo troppo peso. Chiamai il professor Vittorio Carnelli, che era stato il suo pediatra. Ci consigli l’immediato ricovero nella clinica De Marchi. E l avemmo la diagnosi infausta: leucemia mieloide acuta M3. Carlo ne fu informato dagli ematologi. Reagì con dolcezza e commentò: “Il Signore mi ha dato una bella sveglia”. Fu trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Appena giuntovi, scosse la testa: “Da qui non esco vivo”.

Lei invocò un miracolo per suo figlio?

Sì, da Gesù, dalla Madonna e dal venerabile fra Cecilio Maria, al secolo Pietro Cortinovis, il cappuccino fondatore dell’Opera San Francesco per i poveri di Milano. Ma i piani di Dio erano altri. Quelli che avevo proposto a Carlo prima che spirasse: chiedi al Signore di manifestarci un segno della sua presenza.

E suo figlio che cosa le rispose?

“Non preoccuparti, mamma. Ti darò molti segni”. Nove giorni dopo la sua morte, a Tixtla, in Messico, un’ostia si arrossì di sangue. Una commissione composta anche da scienziati non credenti accertò che era del gruppo AB, lo stesso presente nella Sindone e nel miracolo di Lanciano, e che si trattava di cellule del cuore. A distanza di quattro anni, negli strati sottostanti alla coagulazione restava ancora presente del sangue fresco.

Suo figlio aveva allestito Segni, una mostra sui miracoli eucaristici.

Sì, sta girando tutti i santuari del mondo. Negli Stati Uniti l’hanno ospitata 10.000 parrocchie. Sono eventi soprannaturali come quello accaduto il 12 ottobre 2008, nel secondo anniversario della sua morte, a Soklka, in Polonia. Un’ostia caduta a terra durante la comunione, e conservata in cassaforte, una settimana dopo divenne un pezzo di carne di origine miocardica, gruppo sanguigno AB.

Ha avuto solo questi, di segni?

Anche altri. Carlo mi predisse che sarei diventata di nuovo madre, benché stessi per compiere 40 anni. E nel 2010, quando gi ne avevo 43, diedi alla luce due gemelli, Michele e Francesca.

Perché fu sepolto ad Assisi?

Abbiamo una casa in Umbria. Un cartello avvertiva che c’erano in vendita nuovi loculi nel cimitero comunale. Chiesi a Carlo che cosa ne pensasse. “Sarei felicissimo di finire qua”, rispose. Il suo corpo intatto stato poi traslato nel santuario della Spogliazione, dove ora i fedeli potranno venerarlo per sempre.

Che cosa le manca di più di suo figlio?

L’allegria. Appena morì, ricordo d’aver pensato: e ora chi mi far ridere? e chi mi aiuterò con il computer? Mi restano i suoi pensieri, detti e scritti: “Non io, ma Dio!”. “Da qualunque punto di vista la si guardi, la vita sempre fantastica”. “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

L’ultimo rende bene l’idea dei social.

Così, gli uomini d’oggi sono ripiegati su sè stessi. La loro felicità fatta solo di like. Ma Carlo l’influencer di Dio.

Non vorrebbe che fosse ancora qui con lei, anziché avere un santo in cielo?

Ho fatto mia l’invocazione di Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!”. I figli non ci appartengono, ci sono affidati. Sento Carlo più presente di quando era in vita. Vedo il bene che fa. Mi basta.