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06 luglio, 2022

Santa Maria Teresa Goretti

 Santa Maria Teresa Goretti


Nome: Santa Maria Teresa Goretti
Titolo: Vergine e martire
Nascita: 16 ottobre 1890, Corinaldo
Morte: 5 - 6 luglio 1902, Nettuno
Ricorrenza: 6 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:Latina
Protettrice:giovani e vittime di violenza 
Sito ufficiale:www.santamariagoretti.it                    https://www.santuaritaliani.it/santuario/madonna-delle-grazie-e-s-maria-goretti/



Il 16 ottobre 1890 a Corinaldo la terzogenita Maria veniva a rallegrare con i suoi vagiti la povera e laboriosa famiglia dei coniugi Goretti.

Ebbe una buona e cristiana educazione dai genitori esemplari. Divenuta orfana di padre ancora in tenera età, aiutò la mamma, fu custode vigile dei fratellini, contribuì alla loro educazione cristiana, si applicò a sbrigare la maggior parte delle faccende domestiche, affinché la mamma potesse dedicarsi al lavoro per guadagnare il pane.

Prendeva tutto con rassegnazione e con filiale abbandono nel Signore.

Il 16 giugno 1901 Marietta, con una gioia indescrivibile, si accostò per la prima volta alla Mensa dell'Agnello Immacolato. A soli dodici anni, per il precoce sviluppo, era divenuta una giovanetta che si distingueva per la sua semplicità e per una purezza angelica. Coi Goretti coabitava un giovane, Alessandro Serenelli. Costui, divenuto orfano di madre quando ne aveva maggiormente bisogno, era di carattere chiuso, solitario. Il vizio dell'impurità, fomentato dalla lettura di stampe immorali, aveva guastato il suo cuore. Per due volte ebbe l'ardire di tentare Marietta. La fanciulla si rifiutò energicamente, anzi racchiudendosi in un'amara angoscia, pregò sempre di più Gesù affinché le desse la forza di combattere e di vincere. Ma, mentre la giovanetta confidava nell'aiuto divino, Alessandro macchinava un orrendo delitto, se, non fosse riuscito nel suo intento.

Il 5 luglio 1902 nell'aia adiacente al caseggiato, il lavoro agricolo ferveva come sempre. Alessandro montò su un carro; era serio e preoccupato: ad un certo punto con un pretesto qualsiasi lasciò la guida del carro a mamma Assunta, salì in fretta le scale ed entrò in casa; sul pianerottolo Marietta stava rammendando una camicia; passati alcuni istanti, riapparve sull'uscio e fissatala con occhio infuocato le intimò: « Maria, vieni dentro ».

Marietta non si mosse; il suo cuore innocente presagiva e tremava. Alessandro allora, invaso da satanico furore, la prese per un braccio e trascinatala brutalmente dentro, chiuse la porta con un calcio. La giovanetta si trasformò in lottatrice coraggiosa e intrepida. Al seduttore gridò: « No! No! Dio non vuole!... Che fai Alessandro?... Non mi toccare, è peccato; tu vai all'inferno! ». A nulla valsero queste sante parole, anzi la passione si tramutò in odio, e impugnato un coltello la trapassò quattordici volte, lasciando a terra la martire tramortita. L'ultimo grido della martire fece accorrere i vicini. Quale lo strazio di mamma Assunta nel vedere la sua Marietta così ridotta! Vane furono le cure dei medici: ormai le rimanevano poche ore di vita.

Non un lamento uscì dalle labbra della santa martire nelle lunghe venti ore di agonia, ma solo preghiere, e negli ultimi istanti di vita anche parole di perdono per il suo uccisore: « Sì, lo perdono; lo Perdono di cuore e spero che anche Dio lo perdoni, perché lo voglio con me in Paradiso ».

PRATICA. Chi ama veramente la purezza rinuncia a tutto, anche alla vita.

PREGHIERA. Ascoltaci, o Dio nostro Salvatore, e fa' che impariamo ad imitare S. Maria Goretti, tua vergine e martire, nelle molte tentazioni di questa misera vita, per poi conseguire l'eterna beatitudine in Cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Maria Goretti, vergine e martire, che trascorse una difficile fanciullezza, aiutando la madre nelle faccende domestiche; assidua nella preghiera, a dodici anni, per difendere la sua castità da un aggressore, fu uccisa a colpi di pugnale vicino a Nettuno nel Lazio.

✝ Pensiero del 06 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede


06 LUGLIO 1902 - 06 LUGLIO 2022
Nella MEMORIA della NASCITA CELESTE di SANTA MARIA TERESA GORETTI

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 1-7

Predicate che il Regno dei Cieli è vicino.

Il Vangelo ci narra la scelta degli apostoli. Il Signore li manda non solo a predicare, ma anche a guarire, dà loro il potere di scacciare i demoni e di alleviare ogni tipo di sofferenza. Certo, devono annunciare che il Regno dei cieli è vicino. Si tratta di un momento solenne nella vita di quegli uomini. Gesù stesso, come al giovane ricco, li guarda con amore e quello sguardo è un invito a passare dalla dimensione dei  comandamenti a quella della donazione di sé. Cristo chiede la loro vita. Chiede loro di offrire la loro forza, la loro parola, i loro ideali, sta chiedendo loro di vivere e morire per lui. Soprattutto, gli chiede di confidare in lui, di confidare nella loro missione. Gli apostoli lo comprendono e si avviano come Abramo, senza sapere esattamente dove andranno, ma confidando nell’amore di Gesù.

La scelta degli apostoli è un brano su cui occorrerebbe tornare spesso perché ci parla della partecipazione di tutti noi uomini alla missione di Gesù. Il Signore scaccia i demoni, guarisce i ma lati e predica la buona novella. Proprio le stesse cose che devono fare i suoi apostoli: non solo annunciano una dottrina, ma una nuova maniera di vivere, annunciano anzi la “vera maniera di vivere”, quella che rende davvero felici, quella che ci riconduce alla grazia del principio, al piano di Dio quando creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. Gli apostoli sono come degli ambasciatori di Cristo, come se Cristo stesso esortasse per mezzo di loro. Non solo devono predicare, non solo annunciano una legge che deve essere osservata. Essi, a imitazione di Gesù, guariscono, salvano, danno la vita. Il cristianesimo non è una serie di precetti che obbligano e coartano la libertà. Non è una serie di norme che dicono “non si deve o si deve questo o quello. È, invece, un continuo “sì”. È un sì a tutte le promesse che Dio ha fatto ad Israele. Il Vangelo è un dono, è un regalo di Dio che ci salva. Quando la voce di Cristo risuona nel cuore e ci chiede di seguirlo più da vicino, si diventa coscienti che non si vive più per sé, che la propria vita è amorosamente abbandonata nelle mani di Dio, perché sono mani che salvano.

Mercoledì 6 Luglio 

S. Maria Goretti (mf); S. Maria Teresa Ledochowska
14.a del Tempo Ordinario

Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7 

Ricercate sempre il volto del Signore  

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Ricercate sempre il volto del Signore.

Cantate al Signore, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
«Gioisca il cuore di chi cerca il Signore».


Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

«Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi».

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

05 luglio, 2022

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022
In quest'ora SANTA MARIA TERESA GORETTI INIZIAVA IL SUO CALVARIO
DONANDO LA SUA PUREZZA A DIO.



✝ Pensiero del 05 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

05 LUGLIO 1902 - 05 LUGLIO 2022
Nella MEMORIA del MARTIRIO DI SANTA MARIA TERESA GORETTI

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 32-38

Il muto cominciò a parlare.

A Gesù viene presentato un uomo muto posseduto dal demonio. Il Signore, che ha potere sul nemico, scaccia il demonio e l’uomo recupera l’uso della parola. È una meravigliosa immagine dell’opera della salvezza: il nemico della nostra anima viene sconfitto da uno più forte e per noi si aprono di nuovo le porte del paradiso per lodare Dio. È Gesù, che percorre i villaggi insegnando e annunciando il vangelo, guarendo e consolando, riconducendo le pecorelle alla casa del Padre. Il suo cuore si commuove al vedere le sofferenze degli uomini.

Il diavolo, nemico della nostra anima, frappone ogni genere di ostacolo per impedire che la nostra lingua lodi il nome di Dio, che i nostri passi non seguano la via di Dio, che il disegno di gloria e felicità per cui l’uomo è stato creato, venga infranto per sempre. Il nemico è menzognero dal principio, è omicida, desidera la morte dell’uomo. Il Vangelo ci mostra un uomo muto posseduto da uno spirito maligno e il Signore interviene in suo aiuto: scaccia il demonio dal suo cuore, distrugge la morte e il peccato, e restituisce quell’anima alla felicità e alla lode. Il peccato, cioè la perdita della fiducia in Dio, a vantaggio della fiducia nel nemico, ci rende muti. La nostra voce non è più armoniosa, non si unisce più alla sinfonia della creazione, è un mormorio inintelligibile. La grazia della penitenza ci restituisce la voce con la quale lodiamo Dio, con la quale esprimiamo l’amore, con la quale rendiamo grazie per le benedizioni del cielo. La gente si meraviglia, i farisei, invece, non si fidano di Gesù, sono sospettosi. Ma il Signore non si trattiene, va avanti, percorre i villaggi, insegna, annuncia la buona notizia: Dio ci ama e ci manda il suo Figlio a salvarci. Siamo dispersi come pecorelle e ora abbiamo un pastore che ci abbraccia con amore per condurci al cielo. Com’è triste essere come i farisei e continuare a dubitare di un Dio che è amore!

Martedì 5 Luglio 

S. Antonio M. Zaccaria (mf); S. Domezio; Bb. Matteo Lambert e c.
14.a del Tempo Ordinario

Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38 

Casa d’Israele, confida nel Signore 

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 113B)
Rit: Casa d’Israele, confida nel Signore.

Il nostro Dio è nei cieli:
tutto ciò che vuole, egli lo compie.
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.

Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.

Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano.
Diventi come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida!

Israele, confida nel Signore:

«Egli è loro aiuto e loro scudo».

Casa di Aronne, confida nel Signore:

«Egli è loro aiuto e loro scudo».

Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

(Giovanni 10,14)

04 luglio, 2022

Nella MEMORIA DEL NASCITA TERRENA di Don Giuseppe Diana Auguri di CUORE buon compleanno

 Nella MEMORIA DEL NASCITA TERRENA di Don Giuseppe Diana: Per amore del mio popolo non tacerò,1991. Ucciso il 19 marzo 1994, Casal di Principe..

Nato il 04 luglio 1958 Auguri di CUORE buon compleanno

CHI NELL'AMORE DEL SIGNORE E NELLA LEGALITÀ VIVRÀ PER SEMPRE NELLA MEMORIA DI HA IL CORAGGIO DI NON DIMENTICARE.



Sant' Elisabetta del Portogallo

 Sant' Elisabetta del Portogallo


Nome: Sant' Elisabetta del Portogallo
Titolo: Regina
Nome di battesimo: Isabella d'Aragona
Nascita: 1271, Aragona, Spagna
Morte: 1336, Estremoz, Portogallo
Ricorrenza: 4 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Nacque l'anno 1271 da Pietro III re di Aragona e da Costanza figlia di Manfredi re di Sicilia. Le fu imposto il nome di Elisabetta in memoria di S. Elisabetta regina d'Ungheria, sua prozia.

All'età di otto anni cominciò a recitare l'Ufficio divino e così fece per tutta la vita. Come principessa ella aveva tutta la possibilità di seguire la moda, ma non volle farlo, privandosi anche dei giochi e piaceri leciti. Contratto matrimonio con Dionigi re del Portogallo, non tralasciò gli esercizi di pietà e le buone opere in cui si era fino allora esercitata.

Al mattino si alzava presto, recitava parte dell'Ufficio, assisteva alla S. Messa e poi trascorreva le ore della giornata nell'adempiere i doveri del suo stato, nella lettura della Sacra Scrittura e nel lavoro manuale. Non stava mai oziosa. Da questo sistema non si lasciò smuovere da coloro che le suggerivano una vita più conforme alla sua dignità. Osservava i digiuni imposti dalla Chiesa e se ne imponeva altri; visitava e sollevava i poveri e gli infermi. Verso il marito, di costumi depravati, la pia regina usò ogni preghiera ed esortazione per indurlo alla conversione, e sempre con tutta pazienza e dolcezza, nonostante che le sue premure fossero ricambiate con altri torti ed affronti. Essendo stata accusata di aver eccitato suo figlio alla ribellione contro il re, fu dall'empio sovrano privata dei suoi beni e "relegata nella piccola città di Alaquer. Molti suoi sudditi le offersero armi e truppe per ricuperare il trono dal quale sì ingiustamente era stata scacciata; ma ella nulla accettò ed esortò tutti a mantenersi fedeli al sovrano. Questi ebbe finalmente la grazia di entrare in se stesso; riconobbe l'innocenza di Elisabetta, la richiamò alla corte e perdonò a suo figlio. La santa regina approfittò della conversione del marito per confermarlo nella via della salvezza eterna.

Egli morì nel 1325. Salito al trono Alfonso, figlio di Elisabetta, ella pensò di farsi religiosa nel convento di S. Chiara in Coimbra; ma non essendole stato consentito, visse ritirata in un appartamento contiguo al monastero. Per due volte si recò umilmente e poveramente in pellegrinaggio a Compostella. Di ritorno dal secondo pellegrinaggio, avendo udito che il re suo glio era in discordia con Alfonso VII di Castiglia, si affrettò ad arrivare ad Estremoz per pacificare i due contendenti, ma colta da violenta febbre morì santamente in età di 65 anni. Fu sepolta nel monastero di S. Chiara da lei fondato.

Urbano VIII la canonizzò, fissando la sua festa l'8 luglio. Successivamente la data fu anticipata al 4 luglio.

PRATICA. Impariamo a praticare la preghiera assidua, l'umiltà e la pazienza.

PREGHIERA. — O Dio clementissimo, che tra le altre spiccate virtù decorasti la beata regina Elisabetta della prerogativa di sedare il furore della guerra, concedi a noi, per sua intercessione, che dalla pace di questa vita mortale possiamo passare ai gaudi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Estremoz, in Portogàllo, il natale di santa Elisabètta Vedova, Regina dei Portoghesi, la quale, illustre per virtù e per miracoli, dal Sommo Pontefice Urbàno ottavo fu annoverata nel numero dei Santi.

✝ Pensiero del 04 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede
Anche oggi Gesù, passa per le nostre case, le nostre strade e dice ad ognuno di noi.......CONTINUA AD AVERE FEDE.

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 18-26

Coraggio, figliola!

Nel Vangelo di oggi il Signore ascolta la richiesta di Giairo di imporre le mani a sua figlia morta. Recandosi a casa di Giairo, Gesù incontra una donna che con la sua fede riesce a “toccare” il Maestro e per lei si schiudono possibilità mai contemplate. Davanti alla ragazzina ormai morta, il Signore dichiara con autorità: “non è morta, ma dorme”. La prende per mano e la restituisce alla vita.

Con il Signore si aprono sempre nuove possibilità mai immaginate prima, la fede ci aiuta a vedere l’invisibile. Allo stesso modo nel testo della Genesi troviamo Giacobbe che contempla in sogno una scala che unisce il cielo e la terra. Questa scala non è altro che immagine dell’Incarnazione stessa del Verbo, che ha unito il cielo con la terra. In effetti, la nostra grande speranza e l’infinita misericordia di Dio. Le letture di oggi ci invitano ad aver fede. Da una parte vediamo la donna malata da molti anni che si avvicina a Gesù con umiltà e fiducia, con il semplice desiderio di toccarlo, di fare esperienza del suo amore salvifico. È audace perché la legge la dichiarava “impura”: chi la toccava non poteva partecipare alla preghiera rituale. Ella crede in Gesù e il Signore non la delude, così per lei si apre un nuovo mondo, viene “ricreata”, è una creatura nuova. Perché con Dio tutto è nuovo e c’è sempre possibilità di bene e di amore. Questa fu l’esperienza dei genitori della fanciulla morta: vedevano la loro bambina morta, piangevano, ma non cessarono di aver fede in Gesù che è più potente della morte. Si tratta di sapere in chi possiamo confidare in questo mondo in cui ci sono il male, il peccato e la morte. Si tratta di compiere questa scelta fondamentale: noi crediamo nell’amore che Dio ha per noi, e Dio è onnipotente e può trarre il bene da ogni sofferenza! E simile è anche la vicenda di Giacobbe che, senza merito personale, riceve una benedizione ed una promessa: “Io sarò con te e ti darò questa terra”.

Lunedì 4 Luglio 

S. Elisabetta di Portogallo (mf); B. Piergiorgio Frassati
14.a del Tempo Ordinario

Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26 

Misericordioso e pietoso è il Signore 

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

(II Timoteo 1,10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Misericordioso e pietoso è il Signore.

Oppure:
Canterò per sempre la fedeltà del tuo amore.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.

Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo

(II Timoteo 1,10)

03 luglio, 2022

San Tommaso

 San Tommaso

autore: Marco Richiedei anno: XVII sec titolo: Incredulità di san Tommaso luogo: Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, Brescia

Nome: San Tommaso
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo a. C., Galilea
Morte: 3 luglio 72, Mylapore, India
Ricorrenza: 3 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


Tommaso, chiamato Didimo che significa gemello, era giudeo: ebbe il privilegio di seguire Gesù che lo chiamò all'apostolato fin dai primi tempi della sua vita pubblica. Supplì al difetto d'istruzione col candore, la semplicità della sua anima e coll'amore al suo Maestro.

Udito che Lazzaro si trovava infermo, « Gesù disse ai suoi discepoli: Torniamo in Giudea. Maestro, gli fecero osservare, or ora i Giudei cercavano di lapidarti, e tu ritorni fra loro? E Gesù rispose: Non è forse di dodici ore la giornata? Se uno cammina di giorno non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se uno cammina di notte inciampa, perché non ha lume ».

Alcuni discepoli cercarono ancora il modo di dissuaderlo. Tommaso, vistolo irremovibile disse: « Andiamo anche noi a morire con lui ».

Un'altra prova d'amore di questo Apostolo l'abbiamo quando Gesù nell'ultima cena, volendo confortare i discepoli, uscì in queste parole: « Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio ed anche in me. Nella casa del padre mio ci son molte mansioni. Vado a prepararvi un posto; e quando l'avrò preparato verrò di nuovo a prendervi, affinchè dove sono io siate anche voi ».

Tommaso, che bramava ardentemente seguirlo, disse: « Signore, non sappiamo dove vai e come posiamo conoscere la strada? ».

Gesù gli rispose : « Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per me ».

Risorto Gesù dai morti, apparve agli Apostoli ma Tommaso era assente. Gli dissero gli altri discepoli: « Abbiamo veduto il Signore. Ma egli a loro: Se no vedo nelle sue mani i fori dei chiodi, e non metto il mio dito nel posto dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non credo ».

Ma Gesù ricomparve nuovamente in mezzo a loro, e volgendosi all'incredulo discepolo disse: « Guardami e toccami, e non essere incredulo, ma fedele ». Tommaso allora cadde ginocchioni né potè rispondere altro se non : « Signor mio e Dio mio ».

E Gesù: « Perché hai veduto, o Tommaso, hai creduto; beati coloro che non han veduto e crederanno ». Salito Gesù al Cielo e mandato lo Spirito Santo, gli Apostoli si sparsero per il mondo a predicare la buna novella. A Tommaso toccò in sorte di portare il Vangelo tra i Persi e i Medi; evangelizzò pure i Parti, Ircani, i Battriani, gli Etiopici e gli Indiani.

A Calamina, avendo operato molte conversioni, incontrò le ire di quel re idolatra il quale lo perseguitò crudelmente ed in molti modi: alfine comandò che fosse trafitto con la lancia. E Tommaso mori ripetendo : « Signor mio e Dio mio ».

Le sue reliquie per ordine di Giovanni III, re di Portogallo, furono riposte in una chiesa eretta a Melapore in onore del grande Apostolo.

PRATICA Facciamo un profondo atto di fede nella divinità di Gesù Cristo

PREGHIERA Deh! Signore, accordaci di celebrare con gioia la solennità del tuo beato apostolo Tommaso, affinché siamo sempre assistiti dal tuo patrocinio e possiamo veder accrescere la nostra fede

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Tommaso, Apostolo, il quale non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio». E con questa stessa fede si ritiene abbia portato la parola del Vangelo tra i popoli dell’India.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Tommaso era rappresentato col libro fino al sec. XIII, poi talvolta con la lancia o la spada, strumenti del suo martirio, ma solitamente viene raffigurato con la squadra d'architetto, in memoria del palazzo che doveva costruire in India per il re Gondoforo come narrano gli Atti di Tommaso composti in siriaco nel sec. III, che, sebbene condannati da S. Agostino, furono riassunti nella Leggenda aurea di Iacopo da Voragine e ispirarono le figurazioni delle storie di questo apostolo.

San Tommaso Apostolo
titolo San Tommaso Apostolo
autore ambito laziale anno XVII sec


San Tommaso Apostolo
titolo San Tommaso Apostolo
autore ambito lombardo anno XVII sec


L'apostolo è anche molto noto nell'episodio dell'Incredulità che mostra Tommaso in atto di porre il dito nella piaga del costato di Gesù come nella bellissima tela di Caravaggio "L'incredulità di San Tommaso".

Incredulità di San Tommaso
titolo Incredulità di San Tommaso
autore Caravaggio anno 1600-1601


Altra versione dell'incredulità dell'apostolo è quella della Madonna col Bambino il quale presenta la cintola all'apostolo, caduta miracolosamente ai piedi di Tommaso per fugare la sua incredulità e provare così l'Assunzione della Vergine in cielo.

Madonna della Cintola
titolo Madonna della Cintola
autore Ridolfo del Ghirlandaio anno 1512-14


Non mancano infine le opere dedicate all'apostolo nel momento del suo martirio, gli artisti che hanno raffigurato la scena sono pochi ma nelle loro tele è possibile comunque osservare il suo strumento di martirio, la lancia.

Martirio di San Tommaso apostolo
titolo Martirio di San Tommaso apostolo
autore bottega lucchese anno XVII sec


✝ Pensiero del 03 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Beato Colui, che crede al Signore, pur non avendo visto.

La predicazione della Chiesa, è la fonte della nostra gioia, e guida sicura al Porto della Salvezza.

Meditazione sul Vangelo di Lc 10,1-12.17-20

Il Signore è in mezzo ai suoi.

Dio non cessa di consolare il suo popolo, come una madre il proprio figlio, e d’intervenire per offrire prospettive nuove di vita, al fine di coinvolgerlo nel progetto di salvezza. Il profeta Isaia sollecita ad uscire allo scoperto, nonostante le numerose difficoltà, a credere che Dio mantiene le promesse, a non dubitare della sua presenza. Il credente, in questo caso, è coinvolto in prima persona a rivelare la presenza di Dio, nonostante i dubbi e la vista corta – Il Signore è in mezzo a noi sì o no? (Es 17,7) -, attraverso la gioia. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi (Is 66,14). É questo l’incarico che viene affidato, superando la tentazione di “pie parole” e operando, invece, la consolazione, che diventa la più alta forma di evangelizzazione.

Anche Gesù afferma: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20), per ribadire che nessuno può sentirsi solo nel cammino quotidiano, senza comunque sottovalutare la fatica che Paolo rileva: «quanto a me non ci sia altro vanto se non nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,4). Dunque, la presenza del Figlio e la prospettiva della croce sono i punti fermi con i quali celebrare la vita; soprattutto la croce è il metro con cui misurare le scelte, le azioni, i gesti quotidiani. Le strade per diventare “nuove creature” (Gal 6,15) sono tutte in salita, verso Gerusalemme, verso la croce. Il credente deve gestire i percorsi quotidiani, sostituendo il nome della Città Santa con i propri luoghi di lavoro, di vita familiare, di comunità. Il metodo viene consegnato nel battesimo e costituisce per tutta la vita l’unica strategia vincente: seguire il Maestro sulle vie che propone, partecipando alla passione per la vita, e credere nella missione alla quale si è chiamati. Oggi le parole: «Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi, non portare borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada» (Lc 10,3), sono un ulteriore atto di fiducia nella vocazione missionaria di ognuno, anche accettando con maturità che i risultati

non sempre sono quelli che noi vorremmo.

Domenica 3 Luglio 

S. TOMMASO AP. (f); S. Eliodoro; S. Leone II
14.a del Tempo Ordinario

Is 66,10-14c; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12,17-20 

Acclamate Dio, voi tutti della terra 

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

Oppure

La pace di Cristo regni nei vostri cuori

 (Colossesi 3,15.16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 65)
Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;

passarono a piedi il fiume:

«Per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno».


Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

La pace di Cristo regni nei vostri cuori; la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

(Colossesi 3,15.16)

Oppure

La pace di Cristo regni nei vostri cuori

 (Colossesi 3,15.16)

02 luglio, 2022

✝ Pensiero del 02 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Meditazione sul Vangelo di Mt 9, 14-17

Vino nuovo in otri nuove.

I discepoli di Giovanni il Battista digiunavano e si sorprendevano che i discepoli di Gesù non facessero altrettanto. Il digiuno era una tradizione ascetica riconosciuta in Israele. Ogni buon israelita digiunava, come dice la parabola, due volte a settimana. Come era possibile che i seguaci di Gesù non lo praticassero? Gesù risponde in modo misterioso. Usa l’immagine delle nozze: gli amici dello sposo che gioiscono e non possono essere tristi mentre lo sposo è presente. Le feste nuziali sono feste gioiose! Gesù parla anche di un vino nuovo. Vuole indicare che la sua è una presenza differente da quella dei profeti”.

Sorprende che i discepoli di Gesù non digiunino. Il Signore stesso aveva digiunato al momento di intraprendere la sua vita pubblica. Il digiuno, in effetti, fa sì che l’uomo entri in se stesso, rinunci ad una necessità naturale qual è l’alimentazione e riponga la sua fiducia in Dio solo. Si irrobustisce la volontà e si ravvivano le verità più profonde dell’esistenza. Eppure, in apparenza, mentre Gesù stava tra i suoi apostoli, essi non digiunavano. È comprensibile la perplessità dei discepoli del Battista, che ben si intendeva di pratiche ascetiche. Il Battista, in effetti, non era “un uomo avvolto in morbide vesti, ma si copriva con peli di cammello e mangiava locuste e miele selvatico”. Era cioè un “profeta”, nel senso pieno del termine. E Gesù dice: “più che un profeta. Il più grande tra  nati di donna”. Ciononostante, Gesù e i suoi non digiunano. É sorprendente. E tuttavia, non è in discussione il valore del digiuno, bensì l’opportunità di esso nel momento in cui Gesù è tra loro come lo Sposo del banchetto nuziale. Il Signore ha stabilito un’alleanza di salvezza con il suo popolo e col giungere della pienezza dei tempi ha inviato il suo Figlio diletto. É lui che dobbiamo ascoltare. Mentre egli è tra di noi non è possibile il digiuno. “Ora è il tempo della salvezza”, ora è il tempo di godere della dolcezza del Signore. Mentre abbiamo Gesù accanto a noi, godiamo della sua presenza, della sua amicizia, sentiamo che è Lui a darci la forza per ogni cosa. Più tardi, quando il Signore ci sarà velato, quando Egli “dormirà nell’angolo più remoto della nave”, digiuneremo. Sottoporremo il nostro corpo e l’appetito naturale alla prova, apprenderemo a rinunciare a tutto per assicurare l’amicizia con Dio. Ci renderemo conto che «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma d'ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).

Sabato 2 Luglio        

S. Bernardino Realino; B. Eugenia Joubert; S. Lidano
13.a del Tempo Ordinario

Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

Il Signore annuncia la pace per il suo popolo


Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 84- 85)
Rit: Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

«Egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia».


Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)