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30 maggio, 2022

✝ Pensiero del 30 maggio 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,29-33

Ho vinto il mondo.

La prima lettura ci porta a seguire l’Apostolo Paolo nel suo secondo viaggio di cui la prima tappa fu Efeso. Qui si ripete in un certo modo l’effusione pentecostale: “Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando siete venuti alla fede… Non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano”. Nel Vangelo Gesù dice chiaramente ai suoi discepoli che, per capire profondamente la sua persona e testimoniarlo al mondo intero, è necessario abbandonarsi in Lui e confidare nella misericordia del Padre: “…abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”.

Credere in Gesù significa conoscerlo, amarlo e accogliere tutto ciò che Egli ci ha rivelato. Per fare questo non basta l’assenso della nostra ragione. Non si può amare solo con la razionalità o attraverso una evidenza scientifica o matematica. Per amare e credere in colui che si ama è necessario aprire il proprio cuore. Occorre l’umiltà di riconoscere che nell’amato c’è un mistero da accogliere come una novità e una ricchezza che ci riempie. La fede, pertanto, non è soltanto costituita da giudizi razionali o da una serie di conoscenze intellettive. È innanzitutto vivere con Dio una vita di comunione e di amore. Avere fede e credere in Gesù significa amarlo, accettando di Lui anche tutto ciò che ora ci rimane un mistero. Per questo è necessario aprirci a Lui con fiducia e abbandono. Gesù stesso ci dice: “Io ho vinto il mondo”: il nostro mondo interiore con tutti i suoi ostacoli, debolezze, mancanze, e con la sua superbia e la sua vanagloria. Ma il Signore è vittorioso anche sul mondo esterno che non lo vuole riconoscere e pertanto lo ridicolizza, lo ridimensiona od addirittura finge che non esista, o lo ritiene una pura invenzione. Ed è necessario, dunque, abbandonarsi alla potenza del suo amore. Lo Spirito Santo è l’amore divino personificato che invadendo il nostro cuore ci permetterà di vincere le nostre paure, le fragilità, i nostri peccati. Chi si lascia investire dalla forza dello Spirito Santo, Amore di Dio per noi, sarà come un docile strumento nelle sue mani. Sarà un vero testimone della verità, che recherà autentica libertà nel cuore di ogni uomo che incontrerà. Nel nostro cammino di fede lasciamoci, allora, condurre dallo Spirito di verità.

Lunedì 30 Maggio 
S. Giovanna d’Arco; S. Ferdinando III; S. Giuseppe Marello
7.a di Pasqua
At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33
Regni della terra, cantate a Dio

Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio.

(Giovanni 3,1)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 67)
Rit: Regni della terra, cantate a Dio.

Oppure:
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio.

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:

«Signore è il suo nome».


Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio.

(Giovanni 3,1)

29 maggio, 2022

Festa liturgica del Beato Rolando Rivi Martire - 29 maggio 2022

Beato Rolando Maria Rivi

 





Nome: Beato Rolando Rivi

Titolo: Seminarista e martire
Nascita: 7 gennaio 1931, San Valentino, Reggio Emilia
Morte: 13 aprile 1945, Piane di Monchio, Modena
Ricorrenza: 29 maggio
Tipologia: Commemorazione


Rolando Rivi nasce il 7 gennaio 1931, nella Casa del Poggiolo, a San Valentino, nel Comune di Castellarano (Reggio Emilia). Il padre si chiama Roberto Rivi e la madre Albertina Canovi.

Fanciullo intelligente e vivace, intimamente amico di Gesù, chierichetto assiduo nel servizio all'altare, si sente presto chiamato da Dio a diventare sacerdote. Nell'ottobre del 1942, a undici anni, Rolando Rivi entra nel Seminario minore di Marola, nel Comune di Carpineti (Reggio Emilia), e veste l'abito talare. Qui si distingue per lo studio, l'amore al Signore Gesù, la preghiera intensa, la bontà verso gli altri.

Nell'estate del 1944 il Seminario viene chiuso per motivi di guerra. Rolando torna a casa, ma continua a fare vita da seminarista, indossando sempre l'abito talare e alimentando il suo desiderio di diventare sacerdote e missionario con la Confessione, la Comunione quotidiana e il Santo Rosario alla Madonna.

Venerdì 13 aprile 1945, nel clima di odio contro i sacerdoti diffusosi in quel periodo sul finire della seconda guerra mondiale, Rolando Rivi viene barbaramente ucciso da un gruppo di partigiani comunisti in località Piane di Monchio (Modena) per la sola colpa di indossare l'abito talare e testimoniare la sua fede cristiana. Il Comitato Amici di Rolando Rivi ha promosso la causa di beatificazione.

Il 21 settembre 2013 Papa Francesco ha firmato la Lettera Apostolica che proclama Rolando Beato per aver testimoniato la fede sino al martirio. La cerimonia di beatificazione si è svolta a Modena il 5 ottobre 2013.

✝ Pensiero del 29 maggio 2022

   

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‎Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede‎

Gesù, ora presso il Padre, TU sei più che mai vicino a noi Attiraci a Te perché la nostra umanità, sia elevata a DIO e che ci sia dentro di noi un ardente desiderio di cielo.
Santa Domenica D'ascensione del Signore
NELLA MEMORIA LITURGICA DIOCESANA EMILIA ROMAGNA DEL BEATO ROLANDO MARIA RIVI ADOLESCENTE SEMINARISTA MARTIRE IN ODIO ALLA FEDE ED ALLA VESTE TALARE
Santa MEMORIA A TUTTI

Meditazione sul Vangelo di Lc 24,46-53

Verso il compimento.

La festa dell’Ascensione è il punto di arrivo del cammino compiuto da Gesù tra gli uomini. Si presenta anche come il punto di sintesi dei testi liturgici proposti nelle ultime settimane. Gesù raccoglie la Sua vita, la Sua opera, la Sua storia e la consegna al Padre, conducendole nella gloria. Gesù giunge al Padre con la nostra stessa carne, cioè con la nostra umanità glorificata. Inizia il cammino di ritorno al Padre di tutta l’umanità, e si realizza il fine della storia, cioè la raccolta della messe che il Padre aveva seminato fin dall’origine e che aveva protetto e salvato attraverso Gesù. L’Ascensione è la festa di Gesù e dell’intera umanità.

L’evangelista Luca è consapevole che la storia di Gesù si svolge in due momenti: uno nella sua vicenda in Palestina, l’altro nell’avventura dei discepoli dopo la salita di Gesù al cielo. Il punto di separazione, ma anche di collegamento, è l’Ascensione al cielo. Gesù, venuto tra gli uomini nella povertà della condizione umana e nella straordinaria normalità della Sua gestazione, nascita, crescita, maturazione, fino al compimento della croce e risurrezione, ora viene introdotto nella gloria. Ritorna al Padre e siede glorioso alla Sua destra non soltanto nella condizione divina com’era prima dell’Incarnazione, ma anche nella sua condizione umana, pienamente realizzata ed esaltata. Il destino di Gesù apre un nuovo destino anche per l’uomo, e segna il punto d'arrivo della strada umana verso la felicità del Paradiso. Da questo momento Gesù inaugura anche una nuova presenza tra gli uomini. Egli non patisce più le limitazioni della condizione umana, ma penetra in tutta la struttura dell’universo e domina il cuore dell’uomo. La Sua presenza gloriosa in cielo è condizione per una presenza tra gli uomini senza limiti e senza restrizioni. Gesù vive nel Suo corpo che è la Chiesa e in tutte le membra che la compongono. Vive nell’Eucaristia e negli altri sacramenti e viene ad identificarsi con ogni uomo bisognoso di soccorso e salvezza. L’Ascensione apre la suprema comunicazione tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini. Anche noi, nella nostra condizione umana, diventiamo già partecipi della condizione celeste e riconosciamo Dio come nostro familiare. Qui in terra non si patisce un’assenza, ma si allarga una presenza riconoscibile da tutti. Si inaugura il tempo della Chiesa e quello della missione, il tempo della speranza e del lavoro consapevolmente compiuto con uno scopo e una certezza.

Domenica 29 Maggio 
S. Massimino; S. Orsola (Giulia) Ledochowska; S. Paolo VI
ASCENSIONE DEL SIGNORE (anno C) – P
At 1,1-11; Sal 46; Eb 9,24-28; 10,19-23; Lc 24,46-53
Ascende il Signore tra canti di gioia

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore, ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

28 maggio, 2022

Nel 1941 il 28 maggio come oggi

 28 maggio 1941 | In serata arrivò ad #Auschwitz un trasporto di 304 polacchi inviati dai tedeschi da Varsavia. Tra loro c'erano 12 sacerdoti, tra cui il francescano Massimiliano Kolbe (n. 16670), morto il 29 luglio 1941 ha dato la vita per un prigioniero scelto di morire di fame.

Scopri di più sul destino della vita spirituale e religiosa cristiana ad Auschwitz nella nostra lezione online: http://lekcja.auschwitz.org/pl_19_duchowienstwo/

A page from the the list of newly arrived prisoners deported from Warsaw created in the Auschwitz camp on 29 May 1941. Father Maximilian Kolbe was registered as no. 16670)

Maximilian Maria Kolbe (born on 8 January 1894), a Franciscan of the Order of Friars Minor Conventual (OFM Conv), was arrested on 17 February 1941 in Niepokalanów, where he was the father superior, guardian. After a few months’ investigation in the Warsaw prison of Pawiak, he was transported to Auschwitz on 25 May 1941. Late in July, one of the inmates decided to escape from the camp. In retaliation, 10 inmates from the same block were sentenced to death by starvation. During the selection, one of the chosen, Franciszek Gajowniczek, asked to save his life as he had wife and children. Hearing these words, Father Kolbe stepped forward, and addressed the SS offering to stand in for the despairing fellow inmate. The commander of the selection, Karl Fritzsch, agreed and Father Kolbe joined the remaining inmates. They were then taken to the cellars of Block 11. Emptying of the cell was ordered two weeks later. Most inmates were already dead, yet some still showed signs of life, and Father Kolbe was one of them. Therefore, the SS staff decided to finish off the living inmates with injections of phenol. Father Kolbe was recognised a martyr by the Roman Catholic Church and announced a blessed by Paul VI in 1971. In 1982, Pope John Paul II canonized him.

✝ Pensiero del 28 maggio 2022

  

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Meditazione sul Vangelo di Gv 16,23b-28

ConoscerLo e amarLo.

Gesù ha parlato ai Suoi discepoli attraverso figure e similitudini. In questo particolare brano del Vangelo, preannuncia loro che, d’ora in avanti, non parlerà più del Padre attraverso similitudini, ma lo farà apertamente. Insiste, poi, sulla preghiera di domanda fatta nel suo nome. Il Padre che li ama sa che loro hanno amato il Figlio e hanno creduto alle sue parole e alla sua origine divina. Amare Gesù e credere in Lui sono le condizioni necessarie per una preghiera efficace.

«Voi mi avete amato, e avete creduto». C’è una relazione fondamentale tra credere ed amare. “Noi crediamo perché amiamo” (Card. John Henry Newman). Il fondamento della nostra fede non è un qualche particolare aspetto della dottrina o delle parole che diciamo nel Credo. La nostra fede è fondata nella persona di Gesù. “Conoscere Dio è amare Dio” ha detto san Tommaso d’Aquino. In altre parole, se davvero abbiamo incontrato personalmente il Signore, non possiamo fare a meno di amarlo. Altrove, san Tommaso d’Aquino ci insegna che il contrario della fede non è l’ateismo o il dubbio, ma la disobbedienza. Ciò implica che non possiamo limitarci a dire che crediamo in Cristo senza obbedire al suo insegnamento, perché non farlo significa dimostrare che non crediamo a quel che ci insegna. Questo atteggiamento rende inevitabilmente infondata qualsiasi nostra dichiarazione d’amore per il Signore. È In altre parole, più che un atto della mente, nostro Signore ci chiede un atto del cuore. Amarlo rende possibile a qualsiasi cosa egli ci ha rivelato e che la Sua Chiesa ci insegna. Egli ci ha già spiegato qual è la prova infallibile del nostro amore: «L’obbedienza ai Suoi comandamenti».

Sabato 28 Maggio 
S. Germano; S. Ubaldesca; S. Lodovico Pavoni; B. Maria B. Bagnesi
6.a di Pasqua
At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28
Dio è re di tutta la terra

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e vado al Padre.

(Giovanni 16,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

I capi dei popoli si sono raccolti
come popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:

«Egli è eccelso».

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo e vado al Padre.

(Giovanni 16,28)

27 maggio, 2022

✝ Pensiero del 27 maggio 2022

 

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Portiamo già in noi, per il Battesimo, la novità del Regno che diventerà totalmente palese solo attraversando i dolori del tempo presente

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,20-23

Un lampo nel cielo dell’eternità.

Ieri abbiamo letto come Gesù parla della tristezza della croce e della gioia della risurrezione. Oggi il Signore mostra agli apostoli che, nel fondo, fra le due non c’è comparazione: la gioia è incomparabilmente più grande della tristezza. E per far arrivare quest’idea al cuore degli apostoli, che adesso sono tristi, usa l’immagine della donna che partorisce: i dolori del parto sono intensissimi, ma durano soltanto per un breve tempo. Il bambino che nasce è, invece, dono per sempre. In più, Gesù dice non solo che la donna, dopo il parto, ormai non soffre più, ma che addirittura “non si ricorda più dell’afflizione”, nel senso che i dolori del parto non sono più un ricordo angoscioso, ma quasi gioioso. Poiché dal suo sacrificio è scaturito un dono prezioso ed eterno, per il suo cuore, quelli sono dolori che valeva la pena patire. Lo stesso dirà più tardi san Paolo: “lo ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi”. Quando Gesù parla della gioia che “nessuno vi potrà togliere”, non parla più della gioia per la sua risurrezione, ma della vita eterna, del cielo. La vita è breve; a volte è colma di difficoltà e sofferenze, sì, ma è solo un lampo nel cielo dell’eternità. Trascorre fugace. Ciò che conta è l’eternità. E lì l’unica cosa che avrà importanza sarà quello che avremo fatto per Dio e per i nostri fratelli. Quanto più grande il sacrificio, tanto più grande la ricompensa. Da questa intima certezza origina la serenità che deve permeare la vita del cristiano fedele.

Venerdì 27 Maggio 
S. Agostino di Canterbury (mf); S. Restituo; S. Eutropio
6.a di Pasqua
At 18,9-18; Sal 46; Gv 16,20-23a
Dio è re di tutta la terra

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Cristo doveva patire e risorgere dai morti, ed entrare così nella sua gloria.

(Luca 24,46.26)

26 maggio, 2022

San Filippo Neri

 San Filippo Neri

autore: Mario Balassi anno: 1659 titolo: San Filippo Neri che adora la Madonna col Bambino luogo: Collezione privata

Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Filippo Romolo Neri
Nascita: 21 luglio 1515, Firenze
Morte: 26 maggio 1595, Roma
Ricorrenza: 26 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:giovani


Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato "Pippo il Buono".

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all'eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll'orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune.

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione.

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l'allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza.

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne!

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi!

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio.

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell'Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell'educazione della gioventù.

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni.

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio.

CITAZIONE. State buoni se potete.

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell'esempio delle sue virtù.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell'Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli.

✝ Pensiero del 26 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

State buoni se potete.

San Filippo Neri

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,16-20

Tristezza e gioia.
Dopo aver istruito i discepoli riguardo a tempi ancora lontani – quelli, cioè, che seguono l’Ascensione e la Pentecoste, quando lo Spirito Santo prenderà il posto di Gesù – il Signore torna adesso alla realtà del momento presente: la passione e morte che sta per affrontare, e la risurrezione. Ma, come parlare adesso, che i discepoli ormai non possono sopportare di più, del venerdì santo in tutta la sua crudeltà, e del miracolo della risurrezione?
Gesù decide di preannunciare questi fatti con un linguaggio velato, che possa in qualche modo attenuare l’impatto della cruda realtà, rivelando comunque l’essenziale del fatto: “Ancora un poco e non mi vedrete’ un po’ ancora e mi vedrete”. Subito gli apostoli, agitati, cominciano a bisbigliare fra loro: “Che cos’è mai questo ‘un poco’ di cui parla?”. Intuiscono che qualcosa di molto serio sta per accadere, e che avverrà presto. E Gesù si affretta a dire: “Voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. La croce di Gesù getta la sua ombra su o ni cristiano e lo coinvolge; ma così anche la luce della risurrezione. “Se il chicco di grano non cade in terra e muore, resta solo. Se invece muore, porta molto frutto”. Ciononostante, “a ciascun giorno basta la sua pena”. Non bisogna oggi angosciarsi per le possibili croci del domani, basta accettare le difficoltà del giorno presente, con la certezza che anch’esse avranno la loro ‘piccola risurrezione’. “Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia”. Signore, anche nei fatti dolorosi d’ogni giorno, Tu mi parli. Ed io voglio abbracciarti, e stringere la Tua mano soprattutto quando la vita mi ferisce, per lasciarmi sommergere non dall’amarezza, ma dal Tuo amore.
Giovedì 26 Maggio 
S. Filippo Neri (m); S. Lamberto di Vence; B. Andrea Franchi
6.a di Pasqua
At 18,1-8; Sal 97; Gv 16,16-20
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia

Non vi lascerò orfani, dice il Signore; vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
 (Giovanni 14,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Oppure:
La tua salvezza, Signore, è per tutti i popoli.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Non vi lascerò orfani, dice il Signore; vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia.
 (Giovanni 14,18)

25 maggio, 2022

✝ Pensiero del 25 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Lo Spirito, fa nuove tutte le cose, e lì dove viene accolto ritorna la vita, l'inizio di un nuovo cammino.


Meditazione sul Vangelo di Gv 16,12-15

V'insegnerà ogni cosa.
A questo punto del Vangelo, sentiamo nuovamente che il discorso si avvicina alla sua fine. Gesù dice: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Forse Gesù vedeva che gli apostoli, per stanchezza e tristezza, stavano perdendo il filo del discorso; e forse vedeva che loro stessi si angosciavano per questo: cercando di assimilare al massimo le ultime parole del Maestro, ma sopraffatti dalla quantità di concetti e dalle emozioni, sentivano nuovamente confusione e scoraggiamento. E il Signore taglia corto questo sentimento: non vi preoccupate se non capite tutto, se non rammentate tutto. “Quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera” ed “egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv. 14,26). L’azione dello Spirito Santo nella storia, nella Chiesa, in ogni cristiano, è vasta e profonda. Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: “La missione di Cristo e dello Spirito Santo si compie nella Chiesa, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Questa missione congiunta associa ormai i seguaci di Cristo alla sua comunione con il Padre nello Spirito Santo: lo Spirito prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a Cristo. Manifesta loro il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro spirito all’intelligenza della sua morte e risurrezione. Rende loro presente il mistero di Cristo, soprattutto nell’Eucaristia, al fine di riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino “molto frutto”. In questo modo la missione della Chiesa non si aggiunge a quella di Cristo e dello Spirito Santo, ma ne è il sacramento: con tutto il suo essere e in tutte le sue membra essa è inviata ad annunziare e testimoniare, attualizzare e diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità. Poiché lo Spirito Santo è l’Unzione di Cristo, è Cristo, Capo del Corpo, a diffonderlo nelle sue membra per nutrirle, guarirle, organizzarle nelle loro mutue funzioni, vivificarle, inviarle per la testimonianza, associarle alla sua offerta al Padre e alla sua intercessione per il mondo intero. È per mezzo dei sacramenti della Chiesa che Cristo comunica alle membra del suo Corpo il suo Spirito Santo e santificatore» (cf. CCC nn.737-739). Bisogna dunque lasciar agire lo Spirito in noi, e riconoscere la sua azione nella Chiesa.

Mercoledì 25 Maggio
S. Beda (mf); S. Gregorio VII (mf); S. Maria M. de’ Pazzi (mf)
6.a di Pasqua
At 17,15.22 – 18,1; Sal 148; Gv 16,12-15
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre.
(Giovanni 14,16)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 148)
Rit: I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell’alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.
I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.
Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre.
(Giovanni 14,16)


25 maggio 1887 nasceva Padre Pio da Pietrelcina

 25 maggio 1887 nasceva Padre Pio da Pietrelcina

Auguri di cuore.