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06 maggio, 2022

✝ Pensiero del 06 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Gv 6,52-59

Pane del Cielo.

Nella prima lettura viene presentato l’episodio della conversione di san Paolo che, forte delle sue convinzioni su Dio, coltivate alla scuola dei farisei, si contrapponeva con determinazione a tutti coloro che non condividevano la sua verità. Nel brano evangelico, si fa sempre più evidente l’atteggiamento ostile dei Giudei verso il messaggio di Gesù. Per la durezza del loro cuore, essi non riescono a comprendere che quanto il Maestro propone serve proprio a illuminare la loro mente e il loro spirito, così che si lascino guidare alla salvezza.

Il Vangelo di oggi ci aiuta cogliere quali erano le difficoltà per i Giudei nel comprendere le parole del Signore: queste, infatti, si contrapponevano al loro criterio di verità, fatto di eventi storici, di norme, di prescrizioni, di comportamenti e di tutti quegli aspetti culturali di cui essi sono profondamente gelosi. Il loro pensiero, cristallizzato in moltissimi precetti, non sapeva più accogliere con freschezza il Mistero. Ecco perché entra in conflitto con Gesù, che propone se stesso quale criterio di verità da accogliere. È in Lui, infatti, che il Padre, compiacendosi, rivela il suo disegno di salvezza. Il Padre ora, cercandoci in Cristo, stabilisce con tutti quelli che lo accolgono un’alleanza nuova, un’amicizia intima che, per mezzo dello Spirito, rende partecipi del suo amore. È proprio con questa nuova relazione realizzata dallo Spirito Santo che possiamo capire il Mistero e, svegliati alla fede in Cristo, scorgiamo di essere derivati in ogni istante da Lui e dal suo amore. La presenza viva di Gesù nell’Eucaristia, impareggiabile dono di grazia per l’anima nostra, rende il fedele sempre più intimamente congiunto alla sua persona, donandogli la capacità di compiere il progetto di Dio, e di partecipare alla sua santità per essere sempre più figlio nel suo Figlio Gesù.

Venerdì 06 Maggio 
S. Piero Nolasco; S. Venerio; B. Anna Rosa Gattorno
3.a di Pasqua
At 9,1-20; Sal 116; Gv 6,52-59
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui, dice il Signore.

(Giovanni 6,56)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me e io in lui, dice il Signore.

(Giovanni 6,56)

05 maggio, 2022

Liberazione di Mauthausen

 All'avvicinarsi dell'esercito sovietico, i nazisti decisero d'evacuare Auschwitz. Tutti i prigionieri che potevano ancora camminare, dovevano venire con loro. Otto Frank era nella caserma malata in quel momento. Non è stato in grado di venire e ha cercato di convincere Pietro a nascondersi nella caserma dei malati, ma Pietro non ha voluto. Sentiva di avere buone probabilità di sopravvivere alla marcia perché era ragionevolmente in forma.

Dopo un viaggio difficile, Pietro e altri prigionieri arrivarono al campo di concentramento di Mauthausen. I lavori forzati nelle miniere del campo satellite di Melk hanno avuto il suo prezzo. Pietro si ammalò ed è finito nella caserma malata.
Il campo fu liberato dalle truppe americane il 5 maggio 1945. Secondo un elenco tenuto dallo staff medico, Peter van Pels morì il 10 maggio 1945. Aveva 18 anni.




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✝Pensiero del 05 maggio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Alimentandoci, con il Pane di Vita, siamo chiamati ad accogliere la vita nuova, come Dono che fiorisce dalla Risurrezione.

Meditazione sul Vangelo di Gv 6,44-51

Il Padre mi ha mandato.

Nella prima lettura ci viene mostrata l’azione di Dio, che si serve di tutto pur di donare la salvezza, perché la salvezza è per tutti. Un eunuco, l’apostolo Filippo e un angelo del Signore sono protagonisti di questo brano. Il vangelo prosegue nel presentarci un brano del capitolo “eucaristico” di Giovanni, in cui il Signore si rivela come il Pane di Vita. Egli è Colui al quale il Padre ha affidato la missione di portare la fede per giungere alla vita eterna. In questo brano evangelico Gesù ci svela come il Padre vuole unirci alla sua vita divina e lo fa proprio per mezzo della sua umanità e dello Spirito Santo. Simbolicamente, Gesù e lo Spirito sono le “braccia” tese all’umanità con cui il Padre ci “afferra e ci solleva alla sua guancia”, rendendoci partecipi del suo amore. Da queste poche ma dense righe, si scoprono il nostro fine ultimo ed il senso della vita che stanno nell’ubbidienza allo Spirito Santo di Dio ed al suo Cristo. Se è accolto nella Fede, Egli ci unisce a sé e per mezzo di sé ci porta al Padre. Gesù, con la sua personalità umana e divina, si rende accessibile a tutti quelli che lo accolgono nella fede e la vivono e, mediante i sacramenti, si lasciano assimilare a Lui nel grande mistero della nostra redenzione. Nell’Eucarestia, noi entriamo sempre più in intima relazione con Dio, perché Lui si comunica a noi e, rendendoci simili a sé, eleva il nostro fragile e povero cuore ad una densità tale da sperimentare ed irradiare il suo amore.

Giovedì 5 Maggio 
S. Gottardo; B. Nunzio Sulprizio; B. Caterina Cittadini
3.a di Pasqua
At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51
Acclamate Dio, voi tutti della terra

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 65)
Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)

22 aprile, 2022

✝ Pensiero del 22 aprile 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

L'AMORE, dà la capacità di vedere al di là delle apparenze, di riconoscere segni, significati...L'Amore dà motivi d'incoraggiamento nelle difficoltà, cambia la monotonia in GIOIA PIENA.

Meditazione sul Vangelo di Gv 21,1-14

Tornarono a sentire il primo amore.

Il brano di oggi ci esorta ad una contemplazione attenta. Gesù è apparso in varie occasioni ai discepoli. Le esperienze erano state tanto forti che ancora non riuscivano ad assimilarle del tutto. È per questo che Pietro, non sapendo cosa fare, decide di andare a pescare durante la notte. Gli altri discepoli lo accompagnano. Dopo una lunga notte di lavoro manuale e di duro affanno, non ottengono niente. Come era già avvenuto tre anni prima, Gesù dice loro di lanciare ora le reti per pescare… e la rete si riempì di pesci. Troppe erano le coincidenze, perché Giovanni non intravedesse che era Gesù, il Maestro che, ancora una volta, li avvicinava percorrendo le rive della loro vita e le riempiva di nuovi frutti. Pietro, impetuoso come sempre, non aspetta che la barca torni a terra, e si lancia perché quello “è il Signore”. Gesù non si annuncia; semplicemente, parla loro dalla riva, gli offre ancora una volta un segno di riconoscimento e di amore. Questo incontro evoca di nuovo quello già remoto in cui Gesù li rese pescatori di uomini: tornarono a sentire il primo amore, quello cui è continuamente necessario ritornare, e che si deve rinfrescare, rivitalizzare, soprattutto nei momenti di difficoltà, di solitudine, di dolore o di abbandono. Solo chi ha fresco nella mente il giorno del primo incontro con Cristo, il giorno in cui sentì per la prima volta il suo amore, può come gli apostoli riconoscere già in lontananza che è il Signore che chiama e che ci offre di nuovo la sua mano, il suo aiuto, il suo amore. Non bisogna lasciare che l’amore si invecchi, si calcifichi. Durante tutto il tragitto della nostra vita, l’amore di Cristo deve essere la nostra stella polare che, con la sua presenza fissa e costante ci aiuta a ricordare quel “sì” al suo amore che un giorno abbiamo detto.

Venerdì 22 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Leonida; S. Gaio
La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo
At 4,1-12; Sal 117; Gv 21,1-14

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 117)
Rit: La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
«Una meraviglia ai nostri occhi».

Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
«Rallegriamoci in esso ed esultiamo!».

Ti preghiamo, Signore: «Dona la salvezza!!».

Ti preghiamo, Signore: «Dona la vittoria!!».

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli c'illumina.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

21 aprile, 2022

✝ Pensiero del 21 aprile 2022

    

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

La Pace, è il primo dono di Cristo Risorto, accogliere questo dono, significa accogliere la Sua Presenza, nell'anima, nella mente e nel cuore, perché se GESÙ, È IN NOI, NIENTE POTRTÀ TOGLIERCI QUESTA PACE.

Meditazione sul Vangelo di Lc 24,35-48

Testimoni di speranza.

I discepoli di Emmaus stavano ancora raccontando quel che era successo loro. Come si era riscaldato il loro cuore mentre quel misterioso compagno di viaggio, Gesù risorto, gli spiegava le scritture, affinché potessero iniziare a capire l’amore di Dio. È proprio in quel momento che Gesù si presenta in mezzo a loro, entrando nel cenacolo a porte chiuse. Egli rendendosi conto del loro timore, li rassicura: “non temete, sono io”. Gli apostoli predicarono il vangelo ispirati e fondati nella fede della resurrezione confermata da prove tangibili, non basate solo su un sepolcro vuoto. Gli apostoli sperimentarono la gioia che dà Gesù resuscitato. Le esperienze delle prime apparizioni furono molto forti. Tutto il brano evangelico lascia intravedere le difficoltà che vissero gli apostoli, dopo il momento tanto difficile e scandaloso della Crocifissione. Era difficile per loro riuscire a passare dal dolore profondo e sordo, dei giorni precedenti con l’inattesa e sorprendente esperienza che ora vedevano davanti a sé. Gesù deve ricordar loro: “queste sono le cose di cui vi parlavo quando ero ancora con voi… perché era scritto che il Cristo doveva soffrire e resuscitare di tra i morti al terzo giorno”. Da questo momento, i discepoli diventano testimoni di speranza, capaci di illuminare anche il dolore più profondo. Anche noi siamo chiamati ad essere araldi di questa nuova umanità, di questo terzo millennio. Non seguiamo un nudo crocifisso. Seguiamo un Dio che, per amor nostro, ha accettato la morte stessa ed è risorto per restituirci così la speranza nella vita eterna, cui Dio ci chiama fin da quando ci ha creati. Il tempo del dolore e dell’angoscia è passato, ora dobbiamo avere “volti da risorti”, un volto di gioia, fondati nella speranza di un amore – quello di Cristo – che non muore mai. È questa speranza che ci dà lo sprone per essere testimoni viventi di Cristo nel nostro ambiente.

Giovedì 21 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Anselmo; S. Corrado da Parzham
O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 8)
Rit: O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

20 aprile, 2022

✝ Pensiero del 20 aprile 2022

   

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla creazione del mondo. 

 (Matteo 25,34)

Meditazione sul Vangelo di Lc 24,13-15

Una coppia in crisi. “Noi speravamo che…”.

Questa coppia di viandanti che va verso Emmaus è l’immagine consueta di due che stanno attraversando un brutto momento. È comune trovarsi in una situazione di crisi, nella vita: chi ne è esente? Li sentiamo umanamente molto vicini. Camminano, tristi, abbattuti, col morale sotto i piedi. Sono delusi, affranti. Il loro ideale di vita è crollato, e non hanno avuto la pazienza, la lucidità di aspettare e di pregare, per sapere che cosa Dio voleva da loro. Decidono di tagliar corto, andarsene via e tornare alla loro vita precedente: quel “noi speravamo…” è il loro motto.

Emmaus è sulla via del ritorno. Gli stessi che oggi se ne tornano angosciati e depressi, avevano percorso in senso inverso quella stessa pista, con la gioia entusiasta dei seguaci del Signore. Tornare indietro è duro. Significa riconoscere che ha vinto lo sconforto. È gettare la spugna delle responsabilità e tornare alla vita di prima: ''vita cristiana, con tutta l’esigenza che implicano, non sono facili. Tornare indietro, verso Emmaus, è sempre una grande tentazione. Tutto è cambiato radicalmente, da quando hanno sentito che il Signore è morto. Anche per noi, la vita e l’amore possono abbuiarsi. Ed è innegabile''. Ma cosa risolviamo tornando ad Emmaus, come se tutto quel che abbiamo vissuto fosse stato invano? Siamo disposti, per un fallimento od una sconfitta, a mandare tutto all’aria? Allora, è segno che non ci fidiamo di Dio, che non crediamo che Egli ha guidato con la sua Provvidenza la nostra vita. Siamo onesti, e ci renderemo conto che è più facile fidarsi di Dio. Ha saputo ricavare dall’orribile e inspiegabile morte di suo Figlio il bene più grande: la salvezza di tutti gli uomini. Come può essere che non venga alcun bene da quello che ora ci pare il nostro dramma? Ci sono ragioni che non si spiegano alla nostra mente razionale, ma che Dio ha previste. Quando Gesù cominciò a spiegare le scritture, a quella coppia in crisi, quando spezzò il pane, non diede “motivazioni” umane, ma evidenziò il piano provvidenziale di Dio. Quella rivelazione trasformò le loro vite ed oggi, è per noi un richiamo. Ognuno ha la sua personale via per Emmaus. Un posto dove il Signore spiegherà al nostro cuore ciò che non capiamo. Cristo si rivela a noi nella misura in cui sappiamo abbandonare il disfattismo e l’ottusità. Lasciamo che ci parli, avviciniamoci con fede all’Eucaristia.

Mercoledì 20 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Aniceto; S. Agnese da Montepulciano
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore
At 3,1-10; Sal 104; Lc 24,13-35

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 104)
Rit: Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
«Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto».


Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
«Su tutta la terra i suoi giudizi».


Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento ad Isacco.

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

19 aprile, 2022

Il GIUDICE LIVATINO ROSARIO ANGELO

 Il GIUDICE LIVATINO ROSARIO ANGELO

Nel vallone accanto alla superstrada, dov’era precipitato agonizzante per sfuggire ai killers, fu trovata accanto a lui la sua agenda di lavoro. Su di essa, nella prima pagina spiccava la sigla “STD”: “Sub tutela Dei”. Quella sigla si trova in tutte le sue agende e ricorda – ha spiegato il professore Giovanni Tranchina, che di Livatino fu docente universitario – “le invocazioni con le quali, in età medievale, si impetrava la divina assistenza nell’adempimento di certi uffici pubblici”.

Nella messa di commiato, il suo vescovo lo descrisse come “impegnato nell’Azione cattolica, assiduo all’Eucarestia domenicale, discepolo fedele del Crocifisso”.

Un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio. Un rapporto indiretto per il tramite dell’amore verso la persona giudicata”.

Quella conferenza termina con una pagina che afferma la coincidenza finale, per il cristiano, di giustizia e carità:
“I non cristiani credono nel primato assoluto della giustizia come fatto assorbente di tutta la problematica della normativa dei rapporti interpersonali, mentre i cristiani possono accettare questo postulato a condizione che si accolga il principio del superamento della giustizia attraverso la carità”.

Fossimo nei primi secoli della Chiesa, Rosario Livatino sarebbe già venerato come martire e dottore.

Luigi Accattoli





Martedì 19 aprile 2022

19 APRILE 1943: LA RIVOLTA DEL GHETTO DI VARSAVIA

 

19 APRILE 1943: LA RIVOLTA DEL GHETTO DI VARSAVIA

Con “Rivolta del ghetto di Varsavia” si intende la ribellione compiuta dalla popolazione ebraica reclusa all’interno del ghetto della capitale polacca contro l’occupazione tedesca durante il secondo conflitto mondiale.
Ribellione avvenuta dal 19 aprile al 16 maggio 1943, in cui vennero uccisi circa 13mila ebrei per mano nazista in seguito alla repressione voluta dal Reich: 7mila vittime di esecuzioni all’interno del ghetto, 6.000 che morino in conseguenza di incendi o tra le macerie degli edifici distrutti.
A questi vanno aggiunte 6.929 persone che vennero deportate prima e uccise poi a Treblinka. Il ghetto venne interamente raso al suolo e i suoi 42.000 abitanti superstiti furono dispersi nei vari campi di sterminio.
La rivolta del ghetto di Varsavia è divenuto uno degli emblemi della Seconda Guerra Mondiale e della feroce spietatezza della Germania nazista nella realizzazione della Soluzione Finale.
La ribellione ebbe inizio alle sei del mattino del 19 aprile, durante Pesach, la Pasqua ebraica, quando, una colonna di soldati tedeschi stava percorrendo via Nalewki e all’altezza dell’incrocio con via Gesia venne attaccata da spari, granate provenienti dalle finestre e bottiglie incendiarie.
I militari nazisti indietreggiarono e circa un’ora e mezza dopo lo Standartenführer Ferdinand von Sammern-Frankenegg informò il comandante del presidio, il Brigadeführer Jürgen Stroop, che non erano più presenti all’interno del ghetto.
Una delle prime testimonianze di questo episodio è raccontata nel 1946 in un piccolo libro redatto da Marek Edelman, vice comandante della rivolta...
[Continua a leggere l'articolo sul nostro sito >> https://www.progettodreyfus.com/la-rivolta-del-ghetto-di.../]

✝ Pensiero del 19 aprile 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella prima ora della Risurrezione Gesù, si china sulla sofferenza d'una donna, asciuga le sue lacrime, si occupa del suo dolore. Maddalena, non lo sa, ma tra le braccia di Cristo Risorto, il suo pianto, è un pianto di gioia.

Meditazione sul Vangelo di Gv 20,11-18

Il ritrovarsi chiamati per nome.

Maria Maddalena è indicata anche col titolo di “apostolo degli apostoli”. Lei dimostra, in questo momento, che alle paure, ai dubbi e alle incertezze, basta solo contrapporre la forza dell’amore. Durante la Passione, il vangelo ci ha mostrato il volto del peccato e del tradimento dei seguaci del Maestro, ma poi, un’altra realtà affiora dal più intimo di ognuno di loro. Pietro corre, in umiltà. Le donne affettuose e pie, pensano solo ad accudire il corpo del Signore. Gli altri, sebbene dapprima timorosi, sono trasformati e confermati nella loro missione. Tra tutti, la Maddalena avrà un ruolo importante: sarà il messaggero che porterà la notizia della resurrezione di Gesù ai suoi stessi apostoli. Maria è andata al sepolcro al mattino. È sconsolata. Le altre donne l’hanno lasciata sola, dopo lo spavento provocato da quei personaggi vestiti di bianco, le cui parole esse non hanno compreso. Quel che è certo, e tanto le basta, è che il corpo di Gesù è sparito. Il suo amore per il Maestro non le permette di non curarsene. Piange. Quando sembra che Dio ci abbandoni o quando, sfortunatamente, abbiamo perso la sua amicizia, e il peccato ha invaso la nostra vita lasciandoci orfani, le lacrime, e soprattutto il dolore del cuore, lungi dall’essere qualcosa di negativo, diventano una fonte di compunzione gradita a Dio. Egli opera in modo misterioso, ma reale, nella nostra anima, quando questa non lo trova o si perde. Può darsi che non sappia bene dove andare a cercarlo, o che sia disorientata… ma per Dio la cosa più importante è il desiderio di ritrovarlo, di tornare ad abbracciarlo, di trovare di nuovo, nella sua presenza, quell’unico amore capace di saziare la sete che tutti abbiamo di eternità e felicità. Maria riconosce Gesù, quando lui la chiama per nome. È la maniera personale ed irrinunciabile con cui Dio tratta ogni essere umano. Così sarà anche nel caso in cui ci fossimo persi, o se la Sua presenza venisse in noi oscurata. Il ritrovarsi con Dio è sempre qualcosa di personale ed intimo. Ci riempie di pace perché è un Dio vicino, che si lascia chiamare e toccare, che ci chiama per nome, perché ci ha creato per amore. La gioia del ritrovarsi nella Pasqua non sia mai deturpata dal male o dalla sofferenza mal sopportata. Le piaghe della Passione sono impresse in quei piedi che baceremo anche oggi, ogni volta che lo incontriamo, attraverso la Sua presenza nei sacramenti.

Martedì 19 Aprile 
Ottava di Pasqua – P

S. Leone IX; S. Elfego; B. Bernardo
Dell’amore del Signore è piena la terra
At 2,36-41; Sal 32; Gv 20,11-18

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 32)
Rit: Dell’amore del Signore è piena la terra.

‎Retta è la parola del Signore‎
‎ e fedele ogni sua opera. ‎
‎ Egli ama la giustizia e il diritto; ‎
‎ dell’amore del Signore è piena la terra. ‎
‎ ‎
‎ Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,‎
‎ su chi spera nel suo amore,‎
‎ per liberarlo dalla morte‎
‎ e nutrirlo in tempo di fame. ‎
‎ ‎
‎ L’anima nostra attende il Signore:‎
‎ 
«Egli è nostro aiuto e nostro scudo». ‎

‎ Su di noi sia il tuo amore, Signore,‎
‎ come da te noi speriamo.‎

Questo è il giorno fatto dal Signore: «Rallegriamoci ed esultiamo».

(Salmo 117,24)

18 aprile, 2022

Anna Frank, 18 aprile 1944

 'Dopo il nostro mite inverno, abbiamo avuto una bellissima primavera. Aprile è glorioso, non troppo caldo e non troppo freddo, con piogge luminose occasionali. Il nostro castagno è in foglia, e qua e là si vedono già qualche piccola fioritura. ''

Anna Frank, 18 aprile 1944



Lunedì dell'Angelo

 Lunedì dell'Angelo

autore: Andrea Mantegna anno: 1426 titolo: Marie al sepolcro

Nome: Lunedì dell'Angelo
Titolo: L'angelo incontra le donne
Ricorrenza: 18 aprile
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Il Lunedì dell'Angelo, comunemente chiamato “pasquetta” è il giorno immediatamente successivo alla Pasqua, diventato festività civile nel dopoguerra per prolungare le ferie pasquali. E' festivo, oltre che in Italia, in quasi tutta l'Europa e in diversi altri Paesi.

Il suo nome è rappresentativo del  fatto che in questo giorno si ricorda un evento narrato nel Vangelo, l'incontro dell'angelo con le donne giunte al Sepolcro in cui era stato posto Gesù dopo la sua crocifissione, dove erano andate per imbalsamare il  Suo corpo con degli oli aromatici.

Leggiamo in   Marco 16, 1-3 “Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: -Chi ci farà rotolare via la pietra dall'ingresso del sepolcro?-.”

Passione e  della Crocifissione, videro il masso scostato e il sepolcro vuoto, e fecero il loro incontro sovrannaturale con l'angelo che annunciò la resurrezione del Cristo, sebbene Luca e Giovanni parlino di due angeli.

(Mc 16, 5-7) “Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.

Questo evento è la prova di quanto  la parola del Messia fosse  veritiera, Egli era davvero il Figlio di Diorisorto dalla morte per tornare al Padre dopo aver sacrificato la sua vita per i nostri peccati.

Su questo luogo di culto tanto significativo per i cristiani, a Gerusalemme,  sorge oggi la Basilica del Santo Sepolcro.