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09 dicembre, 2021

San Siro di Pavia

 San Siro di Pavia

autore: Bernardino Campi anno: 1569 titolo: La Sacra Famiglia e San Siro luogo: Chiesa di San Marco, Milano

ome: San Siro di Pavia
Titolo: Vescovo
Nascita: IV secolo, Palestina
Morte: IV secolo, Pavia
Ricorrenza: 9 dicembre
Tipologia: Commemorazione


S. Siro della Palestina, era stato ammaestrato e innalzato a ministro del Signore dai discepoli degli Apostoli. Preso seco il santo giovane luvenzio, mosse per l'Italia, evangelizzando ovunque, e sostò a Pavia, di cui fu il primo vescovo. Pavia era ancor tutta idolatra e il Santo conobbe esser questo il campo che il Signore gli dava a coltivare, e lo coltivò con lo zelo e l'amore di cui era infiammato. Iniziò l'apostolato con l'intimare a tutti di credere a Gesù Cristo per ottenere la salute. La sua parola, corroborata dalla forza della grazia, trovò accesso in quei cuori. Siro passava le notti pregando e il giorno a istruire, consolare, soccorrere miserie, sapeva dimenticare e perdonare le ingiurie, e per tal modo in breve tramutò quel popolo idolatra in fervente cristiano. Atterrò gli idoli, ripurgò i delubri, dissipò le superstizioni, proscrisse i baccanali e operò molti prodigi. Il nome di Siro divenne grande non solo in Pavia, ma a Verona, Venezia, Milano che udirono la sua voce e videro i prodigi che Dio operava per lui.

Trionfo di San Siro in paradiso
titolo Trionfo di San Siro in paradiso


Per dodici lustri S. Siro profuse il suo zelo per il suo popolo e poté chiudere lieto gli occhi al tempo, nonagenario, avendo fatto piegare alla croce migliaia d'infedeli.

MASSIMA. Beata l'anima che ascolta il Signore che le parla, e dalle sue labbra riceve la parola di conforto! Imitazione di Gesù Cristo.

PRATICA. Siate avido in questo mese d'ascoltare la parola di Dio, e pregate S. Siro, vostro protettore, a farla fruttificare nel vostro cuore.

Della parola tua fa, Dio, che tutto lo serbi in mente, e ne riporti il frutto.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pavia, san Siro, primo vescovo della città.
Preghiera a San Siro
"Benedicici, vescovo Siro, perché possiamo fare sempre la Volontà del Padre" 🙏
Oggi si ricorda il vescovo e martire di Pavia
San Siro di Pavia, amante e difensore della Chiesa di Cristo dai suoi nemici,
ispira anche a noi quel sentimento cristiano che fece della Tua vita un continuo adoperarsi per il Vangelo, e che ora Ti fa godere della visione di Dio in Cielo.
Benedicici, vescovo Siro, perché possiamo fare sempre la Volontà del Padre. Amen

San Juan Diego Cuauhtlatoatzin

 San Juan Diego Cuauhtlatoatzin

Nome: San Juan Diego Cuauhtlatoatzin
Titolo: Veggente di Guadalupe
Nascita: 1474 circa, Città del Messico
Morte: 1548, Città del Messico
Ricorrenza: 9 dicembre
Tipologia: Memoria facoltativa


Nel 1521 in Messico si scontrano due culture. Da una parte vi sono i conquistatori venuti dalla Spagna, dall'altra gli aztechi con la loro civiltà. Soccombono gli aztechi per l'ingordigia e la violenza degli invasori.

Nel dicembre del 1531 un indigeno da poco convertito e battezzato si dirigeva alla chiesa di Santa Cruz per assistere alle lezioni di catechismo. Passando vicino a una collina, non lontana da Città del Messico, sente un cinguettio gioioso di uccelli e si avvicina. Ode allora una voce che lo chiama per nome, la Madonna, che lo invita a recarsi dal vescovo per chiedergli di costruire un tempio «dove io possa mostrare tutto il mio amore» di madre misericordiosa. Juan Diego obbedì, ma il vescovo non gli prestò ascolto. Così avvenne anche dopo la seconda e terza apparizione. Alla quarta la Vergine esortò Juan Diego a raccogliere delle rose e a recarsi con esse in arcivescovado. L'indio obbedì ed ecco che all'aprire del suo mantello (ti/ma) davanti al vescovo, questi vide impresso su di esso la bellissima immagine della Madre di Dio quale si può vedere ancora oggi nel santuario fatto costruire sul luogo delle apparizioni a Guadalupe. L'immagine della Vergine sulla tilma di Juan Diego era un segno di incoraggiamento ai timidi inizi di una nuova civiltà nata dalla mescolanza e dalla collaborazione di vincitori e vinti.

Dopo le apparizioni, Juan Diego orientò la sua vita decisamente verso Dio. Trascorse il suo tempo tra la coltivazione dei campi e le pratiche della religione cristiana testimoniando instancabilmente la promessa falla dalla Vergine di intervenire a favore di quanti si rivolgeranno con affetto filiale al suo cuore di Madre.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel
Signore.

Pensiero del 09 dicembre 2021

 Il più piccolo, cioè il più umile, è Cristo stesso che da Dio, si è fatto uomo, da ricco a povero, da Re dell'universo, servo verso tutti.

Meditazione sul Vangelo di Mt 11,11-15

I violenti se ne impadroniscono.

Isaia invita il popolo a non aver timore, perché il Signore verrà presto in suo aiuto prendendosi cura dei più poveri. Nel Vangelo, Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista riconoscendo in lui il più grande tra i nati da donna. Ma afferma anche che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Il Vangelo di oggi non è semplice da comprendere. In particolare la frase: «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». Con Giovanni inizia qualcosa di nuovo per il regno dei cieli: esso subisce violenza. Pochi versetti prima del nostro brano, Matteo sottolinea che Giovanni è in carcere (Mt 11,2): sembra quindi che Gesù faccia riferimento alla violenza che subiscono coloro che hanno a che fare con il regno dei cieli. Anche ai dodici apostoli, che vuole inviare a proclamare la vicinanza del regno dei cieli, Gesù annuncia che saranno come pecore in mezzo ai lupi, saranno condotti nei tribunali, flagellati, odiati e perseguitati (Mt 10,16-33). Il termine “ora”, dunque, fa riferimento sia al tempo in cui Gesù sta parlando, che vede il Battista in prigione, sia al tempo di coloro che, lungo i secoli, continuano ad annunciare il regno dei cieli e subiscono violenza a causa di questo. Ma, la seconda parte della frase che stiamo cercando di comprendere sembra rimandare ad un altro tipo di “violenza”, una violenza che permette di “impadronirsi” del regno. Per capire di che tipo di violenza si tratta può essere utile capire cosa permette di entrare nel regno dei cieli. E necessario avere una giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei, cioè cercare di realizzare la volontà del Padre e non la nostra (Mt 5,20; 7,21); convertirsi, cioè cambiare la propria mente, diventando come bambini, facendosi piccoli come loro che, a differenza degli adulti, hanno ancora in sé la capacità di cambiare, il desiderio di imparare cose nuove, la disponibilità a lasciarsi ammaestrare (Mt 1 8,3-4; 19,14). La violenza che viene richiesta per impossessarsi del Regno, dunque, è quella della conversione, del cambiamento interiore. Possiamo verificare se nella nostra vita di singoli cristiani e di comunità, subiamo violenza a causa della nostra fede in Gesù: se questo non avviene, forse dovremmo verificare in quale modo, nella nostra esistenza, testimoniamo ciò in cui crediamo. Oppure, possiamo chiederci quanta “violenza” siamo disposti a fare a noi stessi per impossessarci del regno dei cieli, e a che punto si trova il nostro cammino di conversione.

09 Dicembre

2.s d'Avvento
Il Signore è misericordioso e grande nell’amore
Is 41,13-20; Sal 144; Mt 11,11-15

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.

(Isaia 45,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: Il Signore è misericordioso e grande nell’amore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Facciano conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore.

(Isaia 45,8)

08 dicembre, 2021

8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

 8 DICEMBRE 1854: IL DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla "Ineffabilis Deus", che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento; tale dogma non va confuso con il concepimento verginale di Gesù da parte di Maria.
Il dogma dell'Immacolata Concezione riguarda il peccato originale: per la Chiesa cattolica infatti ogni essere umano nasce con il peccato originale e solo la Madre di Cristo ne fu esente: in vista della venuta e della missione sulla Terra del Messia, Dio dunque volle che la Vergine dovesse essere la dimora senza peccato per custodire in grembo in modo degno e perfetto il Figlio divino fattosi uomo.
La Chiesta ortodossa non condivide il dogma cattolico di Immacolata concezione; in altri termini, Maria venne purificata dall'ombra del peccato ancestrale umano, totalmente e solo, al momento del concepimento di Cristo. Anche i protestanti non celebrano la festa dell'Immacolata.
Diego Velazquez, Immacolata Concezione, 1618, Londra, National Gallery


Pensiero del 08 dicembre 2021

 L'Immacolata Concezione, ci dice che l'Amore di Dio, ci precede ed anticipa ogni nostro atto ed è più forte del peccato.

Meditazione sul Vangelo di Lc 1,26-38

Rallegrati, piena di grazia!

Nella prima lettura il Signore svela all’uomo e alla donna le conseguenze della loro scelta di mangiare  dell’albero della conoscenza del bene e del male. Venuto meno il rapporto con Dio, come conseguenza, si spezzano sia il rapporto tra loro che quello con l’ambiente che li circonda. Nel Vangelo, Maria riceve  l’annuncio che diventerà madre pur “non conoscendo uomo”. Nella seconda lettura, ci viene ricordato che l’essere “santi e immacolati nella carità”, come Maria, è ciò a cui tutti siamo chiamati.

La festa che stiamo celebrando ci invita a leggere il Vangelo dell’annunciazione per scoprire come il Signore ha operato nella vita di questa ragazza. Prima ancora di conoscere il nome della giovane, viene detto, per ben due volte, che è una vergine, e lei stessa afferma di non conoscere uomo. In questa giovane donna, poi, le attese di un popolo stanno per giungere a compimento, la promessa di Dio sta per realizzarsi, in un modo che esce dagli schemi abituali. Lungo la storia di Israele, infatti, donne sterili ormai anziane hanno ricevuto il dono della maternità, ma qui c’è qualcosa di nuovo: Maria è una ragazza e non conosce uomo.  L’intervento di Dio nei suoi confronti, dunque, è qualcosa di completamente inatteso e che sorprende. Questa novità si fonda sul terzo attributo di Maria che rivela come Dio l’ha preparata a tutto questo: la “piena di grazia”. La traduzione italiana non rende pienamente la ricchezza del verbo greco: esso indica che nel soggetto è avvenuto un cambiamento che permane nel tempo. Maria, dunque, è colei che è stata non solo ricolmata, ma trasformata dalla benevolenza divina. Ecco allora che questa giovane donna non è solo una vergine, promessa sposa ad un uomo, ma è colei che Dio ha modellato e continua a modellare con il suo amore: per questo con lei può iniziare qualcosa di nuovo. L’agire divino nei suoi confronti non ha però eliminato la libertà della giovane, come rivela il titolo che Maria stessa si dà: la “serva del Signore”. Un attributo che svela come ella dia il suo assenso al progetto di Dio, ponendosi in continuità con i molti “servi di Dio” a cui, nell’Antico Testamento, il Signore ha garantito la sua vicinanza costante. L’atteggiamento di Maria è agli antipodi rispetto a quello di Adamo ed Eva. Davanti a Dio, che va loro incontro come amico, essi si nascondono proprio nel momento in cui Dio cerca di aiutarli a capire cosa hanno fatto; nessuno dei due si assume le proprie responsabilità. La giovane donna di Nazareth, invece, si lascia toccare dalla parola del Signore e si fida di Lui.

08 Dicembre

2.s d'Avvento

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie
Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.

 (Luca 1,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 97)
Rit: Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.

 (Luca 1,28)


don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile

 «Introducete Maria nei vostri affari, nei vostri disegni. Introducetela nei vostri pensieri. Fatela diventare non solo coinquilina di casa vostra, ma anche la persona con cui confidare per prima tutti i vostri progetti».

(don Tonino Bello, Vescovo_Venerabile)


07 dicembre, 2021

Dimmi come si fa - in memoria del giudice Livatino (parole, voce, musica)

Ricordo del giudice ROSARIO LIVATINO.mpg

Sant'Ambrogio

 Sant'Ambrogio

autore: Pierre Subleyras anno: 1744 titolo: Sant'Ambrogio assolve Teodosio luogo: Galleria Nazionale dell’Umbria, Palazzo dei Priori, Perugia

Nome: Sant' Ambrogio
Titolo: Vescovo e dottore della Chiesa
Nascita: 340, Treviri, Germania
Morte: 4 aprile 397, Milano
Ricorrenza: 7 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica
Protettore:degli apicoltori


Di nobile famiglia romana, nacque a Treviri nelle Gallie ove suo padre era prefetto e a pochi mesi di vita uno sciame di api portò alla sua bocca del miele. Ancora giovane, per la sua grande prudenza ed imparzialità, fu mandato governatore a Milano.

Essendo in quel tempo rimasta vacante quella sede episcopale, vi erano grandi discordie tra cattolici ed ariani per l'elezione del nuovo Vescovo. Ciascuno lo voleva secondo la propria fede, e fu necessario l'intervento del governatore Ambrogio per pacificare gli animi. Ma appena Ambrogio comparve in mezzo alla folla, un bambino si diede a gridare: Ambrogio vescovo, Ambrogio vescovo, e subito dopo di lui, cattolici ed ariani unanimemente vollero l'elezione di Ambrogio.

Essendo egli solamente catecumeno, dovette prima ricevere il battesimo, poi il sacerdozio e finalmente malgrado la sua umile riluttanza, la consacrazione episcopale.

Eletto dunque vescovo, con cuore di padre governò le anime a lui affidate.

Amorevole con tutti, si mostrava nello stesso tempo severo ed intransigente verso i nemici ostinati della Chiesa.

Sant'Ambrogio a cavallo scaccia gli ariani
autore Ambrogio Figino anno 1590 circa titolo Sant'Ambrogio a cavallo scaccia gli ariani


Con la sua straordinaria perspicacia nella scelta dei pastori di anime, diede il colpo di grazia alla setta degli ariani. Questi eretici, riconoscendo Gesù Cristo solo come uomo, negavano recisamente la sua divinità.

Ma se potenti erano gli eretici, più potenti furono i difensori suscitati da Dio per la integrità della fede.

Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino
autore Luca Giordano anno XVII sec titolo Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino


Frutti insperati raccoglieva il Santo coi suoi sermoni: va ricordata in modo speciale la conversione di S. Agostino.

Stando una volta l'imperatore Teodosio nel presbiterio della chiesa, posto riservato unicamente ai sacerdoti, coraggiosamente mandò ad avvertirlo, ma con tale carità, che Teodosio ringraziò il santo vescovo di tale avvertimento.

Allorché lo stesso imperatore osò entrare in chiesa dopo la strage di Tessalonica, Ambrogio glielo impedì, e quando l'imperatore per scusarsi addusse l'esempio del re Davide, il santo Vescovo coraggiosamente rispose: Se avete imitato Davide nel peccato, imitatelo anche nella penitenza.

Sant'Ambrogio Battezza Sant'Agostino
autore Camillo Procaccini anno XVII secolo titolo Sant'Ambrogio che ferma Teodosio



Finalmente, dopo molte lotte e sacrifici, andò a ricevere la corona delle sue fatiche in cielo, il 4 aprile dell'anno 397.

PRATICA. Facciamo penitenza dei nostri peccati finché siamo in vita, se non vogliamo farla in Purgatorio.

PREGHIERA. O Signore che nell'elezione e nella vita del vescovo Ambrogio hai dato al tuo popolo un esempio della tua immensa misericordia e provvidenza, fa che per i meriti di Gesù Cristo un giorno siamo compagni di colui che ora veneriamo in terra.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di sant'Ambrogio, vescovo di Milano e dottore della Chiesa, che si addormentò nel Signore il 4 aprile, ma è venerato in particolare in questo giorno, nel quale ricevette, ancora catecumeno, l'episcopato di questa celebre sede, mentre era prefetto della città. Vero pastore e maestro dei fedeli, fu pieno di carità verso tutti, difese strenuamente la libertà della Chiesa e la retta dottrina della fede contro l'arianesimo ed istruì nella devozione il popolo con commentari ed inni per il canto.
Preghiera a sant'Ambrogio
O Signore che nell'elezione
e nella vita del vescovo Ambrogio
hai dato al tuo popolo un esempio
della tua immensa misericordia e provvidenza,
fa che per i meriti di Gesù Cristo
un giorno siamo compagni
di colui che ora veneriamo in terra.


Pensiero del 07 dicembre 2021

 Ognuno di noi, è la pecorella smarrita. Se restiamo, nel recinto è solo per la paziente Misericordia di Dio, che sempre viene a cercarci.

Meditazione sul Vangelo di Mt 18,12-14

Così è la volontà del Padre vostro.

Al popolo in esilio a Babilonia, che vive sentendosi abbandonato da Dio, il profeta annuncia la fine di ogni tribolazione, perché il Signore sta per agire in loro favore, come fa un pastore con il proprio gregge. Gesù ricorre, a sua volta, all’immagine del pastore per rivelare la volontà del Padre.

Nella vita capitano quei momenti in cui ci sentiamo abbandonati da Dio e ci sembra di non essere più preziosi ai suoi occhi. Questa esperienza è stata vissuta in modo esemplare dal popolo di Israele che, chiuso nel proprio peccato, ha visto venir meno tutti i segni che testimoniavano la sollecitudine di Dio – il tempio, la terra, il re, la capitale – ed è stato condotto in esilio. Ma proprio nel momento in cui ha toccato il fondo, Israele ha ricominciato a gridare al suo Dio scoprendo che non l’aveva abbandonato, che sarebbe nuovamente intervenuto in suo favore. Durante l’Avvento risuona forte nella liturgia l’invito a perseverare nella speranza, a non chiuderci nella rassegnazione, certi che Dio è fedele al suo amore per noi. Un invito che si fonda su una certezza: il Padre desidera che nessuno vada perduto. Nel Vangelo, il Signore è paragonato ad un pastore sollecito che va in cerca della pecora che si è smarrita. Ad uno sguardo inesperto, cento pecore si assomigliano tutte e sembra incredibile che qualcuno riesca a distinguerle una dall’altra. Ma non è così per il pastore, che conosce le sue pecore una per una, e per questo non può restare indifferente se una si perde, consolandosi con il fatto che ci sono ancora le altre novantanove. In questo modo si comporta Dio. Lui ci conosce uno per uno, sa che siamo tutti pezzi unici, ciascuno irrepetibile, e non si dà pace se qualcuno si perde o non si realizza in pienezza. Ma la sua sollecitudine non è sufficiente. L’evangelista sembra esserne cosciente quando scrive “se riesce a trovarla”. Quel “se” rivela che il risultato non è scontato, perché c’è qualcosa davanti a cui anche Dio si ferma: la libertà delle sue creature.

07 Dicembre

2.s d'Avvento

Ecco, il nostro Dio viene con potenza
Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14

Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Esultino davanti al Signore che viene:

«Sì, egli viene a giudicare la terra;

giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli».

Il giorno del Signore è vicino: «Egli viene a salvarci».


06 dicembre, 2021

La Pace verrà

La Pace verrà

Se tu credi che un sorriso è più forte di un’arma,

se tu credi alla forza di una mano tesa,
se tu credi che ciò che unisce gli uomini è più importante di ciò che li divide,
se tu credi che essere diversi è una ricchezza e non un pericolo,
se tu sai scegliere tra la speranza o il timore,
se tu pensi che sei tu che devi fare il primo passo piuttosto che l’altro, allora….
LA PACE VERRA’.

Se lo sguardo di un bambino disarma ancora il tuo cuore,
se tu sai gioire della gioia del tuo vicino,
se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti rivolta come quella che subisci tu,
se tu sai donare gratuitamente un po' del tuo tempo per amore,
se tu sai accettare che un altro ti renda un servizio,
se tu dividi il tuo pane e sai aggiungere ad esso un pezzo del tuo cuore, allora…
LA PACE VERRA’.

Se tu credi che il perdono ha più valore della vendetta,
se tu sai cantare la gioia degli altri e dividere la loro allegria,
se tu sai accogliere e accettare un fare diverso dal tuo,
se tu credi che la pace è possibile, allora…
LA PACE VERRA’.

Charles de Foucauld

PREGHIERA PER GLI INNAMORATI

 PREGHIERA PER GLI INNAMORATI

"Insegnami che l'amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo, che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza" 🙏

Nel mio cuore, Signore,
si è acceso l'amore
per una creatura che tu conosci ed ami
Fa che io non sciupi questa ricchezza
che tu mi hai messo nel cuore
Insegnami che l'amore
è un dono e non può mescolarsi
con nessun egoismo,
che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza;
che l'amore è fecondo e deve, fin da oggi,
produrre un nuovo modo di vivere in me e in chi mi ha scelto.

San Nicola di Bari

 San Nicola di Bari


Nome: San Nicola di Bari
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo , Pàtara, Turchia
Morte: IV secolo, Licia, Turchia
Ricorrenza: 6 dicembre
Tipologia: Memoria liturgica
Luogo reliquie:Basilica di San Nicola


San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.

Mirabili furono quivi i suoi slanci d'amore al Signore ed il progresso quotidiano nella virtù. Praticava la carità materiale e spirituale verso il prossimo, e di lui rimase celebre il seguente fatto.

Morte e ascensione di san Nicola
autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola lancia tre palline d'oro nella stanza di tre povere ragazze


Trovandosi tre giovanette in grave pericolo di perdere l'innocenza, non potendo a causa della loro povertà trovare un onesto collocamento, per tre notti consecutive Nicola si portò vicino a quella casa, ed ogni volta vi gettò dalla finestra una borsa contenente il necessario per la dote di una figlia.

La sua grande devozione lo spinse a visitare la Terra Santa. Durante il viaggio, quando la nave su cui era montato si trovava in alto mare, si scatenò una tempesta tale che i marinai disperavano della salvezza.

Ma Nicola, rassicuratili, si mise in ginocchio: ed il mare divenne calmo e si arrivò felicemente in porto. Ritornato dal pellegrinaggio, trovò vacante la sede episcopale di Mira, capitale della Licia. Nicola, già celebre per i suoi miracoli e per la sua vita esemplare, fu eletto ad occupare quella sede, e la resse sapientemente per molti anni. Fu grande benefattore dei poveri, padre degli orfani, sostegno delle vedove.

Durante la persecuzione di Diocleziano, fu deportato e confinato. Restituita la libertà alla Chiesa, il santo vescovo ritornò tra il suo popolo. Partecipò al Concilio Ecumenico di Nicea ed ebbe parte assai attiva nella confutazione di Ario.

Morte e ascensione di san Nicola
autore Beato Angelico anno 1437 titolo Morte e ascensione di san Nicola


Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l'anno 342.

Il suo corpo si conserva a Bari, nella Basilica del suo nome.

PRATICA. Perdoniamo le offese e preghiamo per coloro che ci fanno soffrire.

PREGHIERA. O Signore, che hai voluto onorare il tuo vescovo Nicola con insigni miracoli, fa' che per la sua intercessione siamo liberati dalle pene del fuoco eterno.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Nicola, vescovo di Mira in Licia nell'odierna Turchia, celebre per la sua santità e la sua intercessione presso il trono della grazia divina.

Approfondimento


I protestanti, come si sa, non ammettono il culto dei santi. Tuttavia, c'è un santo che è popolare anche e soprattutto nei paesi protestanti, benché non tutti sian capaci di riconoscere, sotto le fattezze e l'abbigliamento del bonario Babbo Natale, uno dei santi più celebri della Chiesa cattolica: San Nicola.

San Francesco

Ma non c'è dubbio. Il cappuccio foderato di pelliccia del nordico Babbo Natale, non è altro che la mitria del barbuto vescovo orientale. Infatti, in Germania e in Svizzera, Babbo Natale si chiama Nikolaus, e il 6 dicembre è festa grande per i ragazzi. Nikolaus, con la gerla colma di doni, ha varcato l'Oceano sulle navi dei coloni olandesi, e in America è diventato " Santa Claus", re della tradizione natalizia, e anche pubblicitaria del Nuovo Mondo.

E dall'America, Santa Claus è rimbalzato con nuova fortuna in Europa; ma pochi l'hanno riconosciuto per San Nicola. San Nicola da Bari, il secolare amico degli scolaretti e di tutti i bambini.

Questo non è l'unico segno della popolarità di San Nicola, uno dei santi più venerati in Oriente e in Occidente. Per tutto l'alto medioevo, egli è stato, per la sua delicata carità, qualcosa di simile a ciò che San Francesco è stato ed è ancora per l'evo moderno. E spesso appare vicino a San Francesco nelle pitture delle chiese francescane.

Per la storia, San Nicola fu vescovo di Mira, nella Licia, ai tempi di Costantino. A Mira le sue reliquie furono venerate finché non sopraggiunse l'invasione turca. Allora vennero poste in salvo da 62 soldati, devoti corsari della città di Bari. E il 9 maggio del 1087, con immensi onori, furono poste nella celebre, vetusta cattedrale del grande porto pugliese, e Bari, dopo una vivace contesa con Benevento, divenne il centro del culto di San Nicola, patrono, tra l'altro, della Russia.

Numerose leggende narrano i particolari della sua vita: "Niccolaio trasse il suo nascimento da ricche e sante persone. Il primo die che fue bagnato, stette per se medesimo ritto nel bacino, e due dì della settimana, cioè il mercoledì e il venerdì, solamente una volta per die prendeva il latte. E. fatto giovane, schifava le dissoluzioni e le vanità e usava la chiesa maggiormente". Non seguì però la carriera ecclesiastica. Salì alla cattedra vescovile per soprannaturale ispirazione dei vescovi riuniti in Concilio, che decisero di eleggere il primo che entrasse in chiesa e avesse il nome di Nicola. Fu presto noto per i suoi prodigi: "Uno die, alquanti marinai pericolavano nel mare. Feciono questa orazione con lacrime: `Niccolaio, servo di Dio, se vere sono le cose le quali udiamo di te, piacciati che noi ora le proviamo'. Incontanente apparve e disse: 'Ecco, io sono presente', e cessò la tempesta".

Perciò i marinai lo considerano loro protettore, ma soprattutto è patrono degli scolari. Tra le molte leggende è infatti celebre quella dei tre scolaretti che un feroce macellaio di Mira aveva sgozzato e messo in salamoia, come porcellotti. Il Santo compì la strepitosa resurrezione dei tre fanciulli, convertendo, per giunta, anche il macellaio.

L'episodio ha dato origine a canti popolari, poco noti ma spesso suggestivi, dei quali citiamo quello raccolto e riportato da Gerard de Nerval nelle Figlie del fuoco

I tre bambini resuscitati



San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia
autore Gentile da Fabriano anno 1425 circa titolo San Nicola resuscita tre fanciulli messi in salamoia (Storie di S. Nicola di Bari)




C'erano una volta tre bambini
che andavano a spigolare in un campo.

Arrivano una sera da un macellaio
"Macellaio, potresti ospitarci?"
"Entrate, entrate, piccoli,
c'è posto senz'altro."

Erano appena entrati,
che il macellaio li ha ammazzati,
li ha fatti a pezzettini,
li ha messi a salare come maialini.

San Nicola dopo sette anni,
San Nicola arrivò in quel campo.
Se ne andò dal macellaio
"Macellaio, potresti ospitarmi?"

"Entrate, entrate, San Nicola,
posto ce n'è, non ne manca davvero"
Era appena entrato,
che chiese da cena.


San Nicola e i tre bambini



"Volete un pezzo di prosciutto?"
"Non ne voglio, mi sembra brutto"
"Volete un pezzo di vitello?"
Non ne voglio, non è bello!

Voglio proprio il salamino,
che sta a salare da sette anni!
Quando il macellaio lo senti,
fuori dalla porta se ne fuggi.

"Macellaio, macellaio, non fuggire,
pentiti, Dio ti perdonerà."
San Nicola posò tre dita
sull'orlo del salatoio.

Il primo disse: "Ho dormito bene!"
Il secondo disse: "lo pure!"
Rispose il terzo: "Credevo d'esser già in paradiso!"



san Nicola


Ancor più suggestivi sono gli innumerevoli episodi di carità del Santo. "Un suo vicino" narra la Legenda Aurea "pervenuto a grandissima povertà, tre sue figliole vergini ordinò di mettere al peccato, acciò che di quella vituperosa mercatantia potesse nutricare sé e le sue figliuole. Per la qual cosa, sentendo il Santo Niccolaio così scellerata intenzione, mosso da zelo di pietade, tolse una massa d'oro, e così legata in un panno, di notte tempo gittolla segretamente per la finestra, e partissi di celato".

L'uomo poté così maritare la prima figlia, e il misterioso dono si ripete finché tutte e tre le ragazze furono onestamente accasate. Solo allora, il padre, appostatosi, poté riconoscere in San Nicola lo sconosciuto benefattore. In tempo di carestia, ottiene dai marinai delle navi frumentarie dell'imperatore una parte del carico, e distribuisce il grano ai bisognosi, senza che poi gli esattori possano riscontrare nessuna mancanza. Appare in sogno a Costantino e impedisce l'esecuzione di tre ufficiali ingiustamente condannati. Ma più spesso, San Nicola è il protettore dei bambini, sempre pronto ad esaudire le preghiere dei genitori a lui devoti.

Doni preziosi; episodi di carità: fanciulli beneficiati. Ecco ciò che spiega l'universale popolarità di San Nicola, e perché lo si ritrovi oggi con le sembianze di Babbo Natale: per ricordare, oltre tutte le apparenze superficiali, il dovere delle carità e il comandamento dell'amore, quell'Amore che nel Natale la sua espressione più alta.