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09 ottobre, 2021

Oskar Schindler

 ′′ Non potevo proprio stare a guardare le persone distrutte. Ho fatto quello che potevo, quello che dovevo fare, quello che la mia coscienza mi ha detto che dovevo fare..."-Oskar Schindler, giusto tra le nazioni.

Oskar Schindler era un industriale tedesco e un membro del Partito nazista che ha salvato la vita a 1,200 ebrei durante l'Olocausto utilizzandoli nelle sue fabbriche di smalto e munizioni vicino a Cracovia. Questi ebrei sono stati registrati su quella che è diventata nota come ′′ Lista di Schindler ".
Migliaia di discendenti degli ′′ ebrei di Schindler ′′ sono vivi oggi grazie alle sue coraggiose azioni.
Oskar Schindler morì #OTD il 9 ottobre 1974 in Germania, ed è sepolto a Gerusalemme. Prima della sua morte, un albero è stato piantato in onore di lui ed Emilie nel viale dei giusti di Yad Vashem. È fotografato sotto in piedi accanto al suo albero nel campus di Yad Vashem.
Oskar ed Emilie Schindler sono tra i 27,000 extra eroici non-ebrei riconosciuti da Yad Vashem come giusti tra le nazioni per aver rischiato la propria vita per salvare gli ebrei durante l'Olocausto. Leggi di più su Schindler qui >> https://bit.ly/3Bo2iPX



Don Camillo di Giovanni Guareschi

 Se, alla fine, voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete persa la fede in Dio. Ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio, sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni sua cosa.

(Don Camillo di Giovanni Guareschi)



1958: Oggi come sessantatré anni fa moriva Papa Pio XII Venerabile

 Oggi, come sessantatré anni fa, moriva Papa Pio XII Venerabile.

Papa Pio XII, credette, alla Apparizioni di Maria Regina della Famiglia, accadute, nel maggio 1944 a Ghiaie di Bonate (Bg).


«Se troverete nella famiglia figli irriverenti e, ribelli, se trovate litigi e rancori..... sappiate ch'è perché non si prega.
Dio, è estraneo, si fa a meno Lui e si calpestano, i suoi comandamenti.
Ivi purtroppo, non si prega, non si recita il Santo Rosario».
(Papa Pio XII)

Omaggio al Venerabile Pio XII.

Padre Pio vide Pio XII in Paradiso

Pendiero del 09 ottobre 2021

 editazione sul Vangelo di Lc 11,27-28

Ascoltare e osservare la Parola.

Mediante il battesimo tutti siamo diventati uno in Cristo Gesù: peccatori e senza meriti, abbiamo ricevuto quello che era stato promesso ad Abramo, il padre dei credenti. Nel battesimo abbiamo indossato Cristo, il quale deve essere ormai la nostra abitudine, il nostro stile di vita, segnato dalla fraternità di quanti sono figli di Dio. Il brano evangelico di oggi ci dice che la beatitudine vera non consiste nell’avere un vincolo di parentela fisica con Gesù, quale è quello della madre con il figlio, ma nell’ascoltare e nel mettere in pratica le parole di Dio. Solo in questo caso, infatti, si stabilisce un vero e valido legame con il Signore.

Il Vangelo di oggi parla anzitutto di Maria, la Madre di Gesù. La voce della donna che si fa sentire tra la folla è una delle tante che salgono dai secoli per lodare Maria: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48). Qui è l’opera di Gesù che porta alla lode di Maria, dichiarata beata nel suo essere sua Madre secondo la carne. Per questo solo lei è la donna eccelsa fra tutte. È vero che quella donna non raggiunge con la sua lode le altezze di Elisabetta, che l’aveva detta beata per la sua fede, ma è pur sempre una lode! E Gesù non la nega; quanto Egli qui dice non deve suonare come opposizione a ciò che quella donna ha detto. Anzi, Egli raddoppia la lode e dice Maria beata, in un senso ancora più eccelso. Dalla lettura del Vangelo di Luca emerge che Maria è colei che ha ascoltato, accolto, custodito, meditato e vissuto la Parola di Dio. Ha accolto con un gioioso “sì” l’annuncio dell’angelo e ha fatto sua quella Parola che in lei si è fatta carne. Ha osservato la legge del Signore e ha accolto la Parola di Gesù dodicenne, custodendola nel suo cuore, ovvero cercando di viverla. La beatitudine che qui Gesù pronuncia vale, dunque, in primo luogo per Maria, ma in ciò tutti, uomini e donne, possiamo partecipare della stessa beatitudine. Anzi, sono veri discepoli solo coloro che, come Maria, ascoltano e osservano la Parola di Dio, cioè la fanno fruttificare, costruiscono la propria vita su solide fondamenta, rendendosi prossimo degli altri, vivendo la mutua riconciliazione per essere davvero commensali gli uni degli altri e rivolgersi insieme a Dio, chiamandolo Padre. Per fare questo bisogna scegliere Gesù, opponendosi a un mondo che lo rifiuta. Ed eccoci di nuovo in piena lotta!

09 Ottobre

Gioite, giusti, nel Signore

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

 (Luca 11,28)

 SALMO RESPONSORIALE (Salmo 96)

Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

 (Luca 11,28)

08 ottobre, 2021

Santa Maria Goretti-Intervista a Mamma Assunta


Ricordando il 67° Anniversario della Morte di Assunta Goretti ( 1954 - 8 Ottobre - 2021)

8 ottobre 1940 | Franciszek Gajowniczek Un trasporto di 342 polacchi deportati dai tedeschi da Tarnów (312) e Cracovia (30) arrivò al campo di Auschwitz

 8 ottobre 1940 | Un trasporto di 342 polacchi deportati dai tedeschi da Tarnów (312) e Cracovia (30) arrivò al campo di Auschwitz.

Tra questi c'era Franciszek Gajowniczek (no. 5659), un soldato salvato nel luglio 1941 dalla morte di fame da Padre Massimiliano Kolbe.





Tanti Auguri don Antonio Maffucci FSCB d'un buon compleanno

 Dice il Signore:

«Chi vive in me, vivrà in Eterno!».
Tanti Auguri don Antonio Maffucci FSCB, d'un buon compleanno.
Ci protegga, da lassù!
Gli vogliamo tanto bene!



Pensiero del 07 ottobre 2021

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,15-26

Scelta di campo.

Il brano di Luca di oggi introduce una nuova parte del Vangelo. La spiegazione della preghiera è terminata, ora Gesù incontra varie persone. Scaccia un demone e risponde all’accusa di cacciare i demoni in nome di Satana. Risponderà alla questione del “segno dal cielo” solo nel brano evangelico che sentiremo tra qualche giorno. Anche in questo testo troviamo due brevissime parabole. E l’affermazione forte: “chi non è con Gesù è contro di lui”. Non esistono “vie di mezzo”.

Mettiamoci nei panni dell’indemoniato. Ha appena conosciuto la liberazione dal male che lo opprimeva da molto tempo. Molto probabilmente, non ha avuto un grande ruolo nell’avvicinare Gesù. I suoi parenti o amici lo avranno accompagnato e lui si è fidato. Qualsiasi cosa per stare meglio! E poi, appena scacciato il demone, i suoi concittadini accusano Gesù di essere uno di quegli spiriti maligni che lo hanno perseguitato per tanto tempo. Deve essere difficile per lui. Avrà avuto quello stesso dubbio che capita a noi quando, dopo aver incontrato il Signore nella preghiera, nella liturgia, in un buon colloquio, qualcuno o qualcosa ci suggerisce: non c’è Dio, è tutto solo un inganno psicologico, un vago sentimentalismo. Ci sono persone che ci ripetono che la fede non serve e che la Chiesa non è certo raccomandabile. A volte, come l’indemoniato guarito, stiamo a vedere cosa ci succede. Sappiamo quanto abbiamo avuto da Gesù, l’indemoniato è stato guarito e noi siamo salvi, grazie al Battesimo, in Cristo. Ci è stata donata la fede, una comunità che ci accoglie, l’Eucaristia, il perdono… Ed ora siamo lì ad attendere, ad osservare quanto succede. Non prendiamo subito posizione. Gesù risponde alle accuse. La domanda di Gesù «i vostri discepoli a nome di chi li scacciano?» è davvero pungente. Cosa mettiamo al posto di Dio, della fede, della Chiesa se li accusiamo di essere “male”? Chi o cosa governa la nostra vita, se non è Dio a farlo? Gesù è molto chiaro. Non esiste una neutralità in questo campo. Esiste solo: “chi non è con me, è contro di me”. Quindi bisogna decidere, come forse avrà fatto l’indemoniato guarito. Dobbiamo fare una scelta di campo, chiara e forte, senza lasciare spazi vuoti che, se non sono riempiti dal Signore, saranno riempiti da chi lo combatte, dal suo nemico. Non esiste una neutralità. Non possiamo starcene in disparte per evitare gli attacchi.

08 Ottobre 

Il Signore governerà il mondo con giustizia

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 9)
Rit: Il Signore governerà il mondo con giustizia.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.

Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio,
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.
Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.

Ma il Signore siede in eterno,
stabilisce il suo trono per il giudizio:
governerà il mondo con giustizia,
giudicherà i popoli con rettitudine.

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

Muore la mamma di Santa Maria Goretti Assunta Carlini in Goretti

 L'8 Ottobre 1954 alle 04:00 del mattino, dopo aver ricevuto la Benedizione Apostolica trasmessagli dal sommo Pontefice, si spegneva serenamente nella pace del Signore MAMMA ASSUNTA, circondata dall'affetto di tutta Corinaldo. Il suo corpo fu ricomposto con l’abito nero e lo scialle del medesimo colore che la ricopre fino ai piedi. Sulle mani incrociate un Crocifisso, il Rosario e un’immagine di sua figlia Santa.

Nella storica foto da sx A. Serenelli, E. Goretti e P. Mauro dell’Immacolata.
Oggi Mamma Assunta riposa nel Santuario di Corinaldo.

07 ottobre, 2021

Il papà di Padre Pio -07 OTTOBRE 1946


Pensiero del 07 ottobre 2021

 Chiediamo senza stancarci, chiediamo con fiducia, chiediamo il dono più grande: «Lo Spirito Santo».

Santa festa con Maria
Buona festa della Madonna del Rosario

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,5-13

Non sempre è bene ciò che desidero.

Il Vangelo di oggi segue direttamente quello di ieri, nel quale Gesù aveva insegnato ai discepoli il Padre nostro. Ora Gesù si sofferma sulla preghiera di domanda. Sono inserite nel testo due parabole – una all’inizio ed una alla fine – che fanno da cornice alle tre affermazioni su quanto ottiene chi prega: “ gli sarà dato”, “troverà” e “gli sarà aperto”. Mentre la parabola iniziale è positiva, quella conclusiva mostra per paradosso il negativo.

Oggi pochi aprirebbero ad un amico che bussasse a notte fonda, chiedendo qualcosa da mangiare per altri suoi amici, rientrati affamati da un viaggio. Magari ci ritroveremmo a considerare se non sia giunto il momento di rompere una tale amicizia! I fatti di cronaca, poi, non sembrano dare ragione a Gesù neanche riguardo alla parabola finale. “Caro Gesù – ci verrebbe da dire -, oggi sentiamo attraverso i giornali delle cose terribili, e non ci sembra così scontato che noi, che siamo cattivi, diamo comunque cose buone ai nostri figli. Anzi…!”. C’è certamente da ridire sulla frase: «Chiedete e vi sarà dato». Caro Gesù, avremmo da dire anche in questo caso, non ci sembra proprio, che tu ci stia a sentire – neanche quando chiediamo cose che, tutto sommato, sono più che ragionevoli. Quante volte, infatti, ci chiediamo perché tu non fai nulla, nonostante tutte le nostre preghiere! Forse, però, dobbiamo comprendere meglio queste parabole. Se il figlio chiede un pesce, non gli daremo una serpe. Ma cosa gli diamo noi? Tutto quello che vuole? No, se siamo genitori ragionevoli, non gli daremo ciò che gli fa male. Anche se ce lo chiede con insistenza. A volte, dietro a un “bene” si cela un pericolo. Ma i figli spesso non riescono a vedere dietro le apparenze. Loro chiedono e i genitori responsabili, che li amano e si preoccupano realmente di loro, si assumono anche l’onere di dire “no”. Ma anche ai genitori fa piacere quando i figli chiedono qualcosa. “Papà, posso prendere la tua macchina?”.  È bello se chiedono. Mostrano rispetto per il ruolo dei genitori e per le cose che non sono loro. Sanno che il padre, se potrà, dirà “sì”, perché li ama. Forse Gesù vuol dirci che anche a Dio piace se chiediamo. Se ci rendiamo conto che dobbiamo tutto a lui e che è giusto ricordarlo a noi stessi, domandandogli anche le cose quotidiane – perfino il pane necessario per la nostra vita. E quando poi dice “no”, dobbiamo aspettare e cercare di comprendere. Egli ci ama e non fa nulla che sia male per noi. Anche se noi non sempre riusciamo a comprendere cosa è veramente “bene” per noi. I padri “terreni” possono sbagliare, ma il Padre celeste no. È  bello sapere che abbiamo un Padre che, quando sa che è il caso e noi glielo chiediamo, ci darà tutto, anche se stesso.

07 Ottobre

Beato l’uomo che confida nel Signore

Apri, Signore, il nostro cuore, ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

 (Atti degli Apostoli 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 1)
Rit: Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Apri, Signore, il nostro cuore, ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

 (Atti degli Apostoli 16,14)

06 ottobre, 2021

Ottobe in rosa prevenzione al seno

 Fare prevenzione è volersi bene

💓
Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno. Non dimenticare di fare il tuo bene!

#tumorealseno#prevenzione#amoena_italia#ottobrerosa#mammografia#visitasenologica



San Bruno di Colonia

 San Bruno di Colonia





S. Brunone nacque da nobile famiglia verso l'anno 1035 nella città di Colonia. Frequentò la scuola presso la chiesa di S. Cuniberto, facendo rapidi progressi nella scienza e nella pietà, tanto che S. Annone, vescovo della città, lo elesse canonico della sua chiesa.

Terminò poi gli studi a Reims, dove ebbe fama di ottimo poeta, eccellentissimo filosofo e teologo, per cui i suoi contemporanei lo riguardavano come uno dei più illustri allievi della scuola di Reims. Quivi rimase molto tempo come insegnante e dimostrò la sua grande santità e il suo straordinario sapere. Non pochi dei suoi discepoli si resero celebri, fra i quali il Papa Urbano II.

Verso il 1067 morì l'Arcivescovo di Reims, di cui egli era il più valido sostegno, ma gli successe a furia di subdoli maneggi Manasse I, il quale tenne un governo non buono, tanto che la S. Sede fu costretta a dimetterlo dalla cattedra episcopale. S. Brunone, suo cancelliere, non poteva soffrire gli abusi di cui. era testimonio e fu costretto ad essere uno dei principali accusatori. Il Legato Pontificio che depose Manasse fu così tocco dalla saggezza e virtù di Brunone, che ne fece un bell'elogio in una lettera al Papa, e lo proponeva come il più degno della prelatura.

Mentre i superiori gli stavano preparando la carica, egli si ritirò in una casa di campagna, ove decise di abbandonare il mondo. Avendo poi comunicati i suoi desideri ad alcuni amici, stabilirono tutti assieme di abbandonare i beni transitori di questa vita e di abbracciare lo stato religioso. Si presentarono pertanto ad Ugo, vescovo di Grenoble, il quale li accolse affettuosamente, e dopo averne elogiato il desiderio, assegnò loro il deserto della Certosa, ove S. Brunone fondò l'ordine dei Certosini.

Passati appena sei anni dacché S. Brunone governava quella comunità, il Pontefice Urbano II, già suo discepolo a Reims, l'obbligava a portarsi a Roma.

L'umile religioso non era mai stato sottoposto a tanta prova; il dover lasciar la solitudine era per lui il più penoso di tutti i sacrifici. Egli non trovò nella corte di Roma quelle dolcezze che aveva gustato nella solitudine, e di più temeva quelle distrazioni mondane, D'altronde il Papa gli era cosi affezionato che non poteva rimanere senza di lui, e lo incitava al accettare l'Arcivescovado di Reggio Calabria. Finalmente le istanze di Brunone furono così vive che il sommo pontefice gli permise di ritirarsi in un deserto della Calabria, confermando Landuino priore della Certosa. Il Santo, raccolti discepoli italiani, si ritirò in un deserto della diocesi di Squillace, riprendendo gli esercizi della vita solitaria con maggior gioia e fervore. In quella solitudine fu scoperto dal conte Ruggero che lo aiutò a costruire la nuova Certosa.

S. Brunone ci lasciò, oltre alle lettere, i commenti sopra il Salterio, sopra le Epistole di S. Paolo ed una elegia in 14 versi sul disprezzo del mondo. Nel settembre del 1101 se ne volò al cielo per ricevere la ricompensa delle sue virtù e delle sue fatiche.

PRATICA. « Provate e vedrete quanto sia dolce servire il Signore con tutto l'affetto dell'anima » (S. Brunone).

PREGHIERA. O Signore, per intercessione di San Brunone confessore, concedici il perdono dei nostri peccati, e liberaci dai mali presenti e futuri.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Bruno, sacerdote, che, originario di Colonia in Lotaringia, nel territorio dell’odierna Germania, dopo avere insegnato la teologia in Francia, desideroso di condurre vita solitaria, fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine, in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria. Chiamato a Roma dal papa beato Urbano II, perché lo aiutasse nelle necessità della Chiesa, riuscì tuttavia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo vicino al monastero di La Torre in Calabria.

Pensiero del 06 ottobre 2021

 Non siamo orfani, siamo figli amatissimi. La libertà, grande è chiamare Dio, Padre.

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,1-4

Signore, insegnaci a pregare!

Il brano evangelico di oggi ci mostra Gesù maestro di preghiera. Che cosa dobbiamo chiedere ce lo ha insegnato nel “Padre nostro”: la glorificazione del Padre, la venuta del suo regno, il compimento del suo disegno, il pane di ogni giorno, il perdono dei peccati e la liberazione dal male. Non basta, però, pregare: è necessaria la perseveranza, quasi importuna, che si affida al cuore di Dio, più tenero e accondiscendente del cuore di un padre. Dobbiamo pregare senza timore, con assoluto abbandono. La questione decisiva è quella di comprendere la paternità di Dio. Da qui derivano tutto il tono e il clima della nostra vita.

È molto bella l’immagine del discepolo che l’evangelista sta delineando. Intende presentarcelo come l’uomo della preghiera; è chiaro che Gesù vuole che il suo discepolo sia un uomo di preghiera, una persona che, inviata ad evangelizzare, sa tendere le mani al cielo. I discepoli si sono accorti che Gesù ha un suo modo particolare di mettersi in relazione con Dio. Infatti, lo chiama Padre mio (10,21.22). Se lo chiama così, Egli deve necessariamente vivere la preghiera in un modo tutto suo. Per questo gli chiedono di insegnare loro la preghiera dei figli, la preghiera del Figlio. E Gesù accetta. La preghiera che Lui insegna è la preghiera che ci caratterizza come cristiani e figli di Dio. Se gli ebrei, tre volte al giorno, dicono: “Ascolta Israele, il Signore, il nostro Dio, è l’unico Signore” (Dt 6,5), noi cristiani, per tre volte al giorno, almeno al mattino e alla sera e durante l’Eucaristia, diciamo: “Abba”, “Papà”. Messi così in comunione figliale con Dio, convinti che il Padre ci conosce e ci ama come conosce e ama il Figlio suo (10,22), ci sentiamo con il Figlio, desiderosi di rivelare il Padre, di annunziarlo e farlo conoscere a tutti come Padre. Dopo questo, chiediamo a Dio di esercitare la sua autorità paterna, affinché possiamo essere sempre più coscienti di essere chiamati a vivere come suoi figli, e ci sentiamo anche sempre più impegnati a esprimere, nell’agire, il nostro amore filiale e anche nella sofferenza, sentiamo davvero Dio come Padre. Ed ecco il passaggio obbligato anche nella preghiera. Non possiamo rivolgerci a Dio senza pensare e vedere attorno a noi i nostri simili. La preghiera che Gesù ci ha insegnato è la preghiera che i figli, i fratelli, rivolgono insieme al Padre.

06 Ottobre

Signore, tu sei misericordioso e pietoso

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 85)
Rit: Signore, tu sei misericordioso e pietoso.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

05 ottobre, 2021

Santa Maria Faustina Kowalska

 Santa Maria Faustina Kowalska


Nome: Santa Maria Faustina Kowalska
Titolo: Vergine
Nascita: 25 agosto 1905, Glogowiec, Polonia
Morte: 5 ottobre 1938, Cracovia, Polonia
Ricorrenza: 5 ottobre
Tipologia: Commemorazione




Elena Kowalska è conterranea di Giovanni Paolo II che l'ha elevata agli onori degli altari nell'anno 2000. Era nata a Giogowiec nel distretto di Turek, provincia di Lodz, il 25 agosto 1905. Le difficili condizioni economiche e sociali provocate dalla prima guerra mondiale, che avevano messo in ginocchio molte famiglie polacche, compresa la sua, non consentirono a Elena, che pure era di intelligenza vivace, di andare oltre le prime tre classi della scuola elementare. Per contribuire a far quadrare in qualche modo il bilancio familiare, andò a lavorare come domestica in una casa di buona famiglia.

Ma mentre lavava piatti e tirava a cera i lindi pavimenti dei suoi signori, pensava ad altro. Nel suo cuore era germogliato il desiderio di abbracciare la vita religiosa, non certo per sottrarsi alla fatica del lavoro, ma per vivere in modo più profondo e radicale la vocazione cristiana. Incontrò subito l'opposizione dei genitori che con la sua entrata in convento avrebbero perso un'indispensabile fonte di guadagno. La risolutezza di Elena ebbe però la meglio sull'opposizione dei genitori e nel 1924 poteva chiedere finalmente di essere accolta nella Congregazione della beata Vergine Maria della misericordia.

Era consuetudine che ogni aspirante alla vita religiosa portasse con sé, nel momento dell'ammissione, una congrua dote, perché i conventi, essendo poveri, non erano in grado di provvedere al corredo delle aspiranti.

Ma neppure la famiglia di Elena poteva farlo, per cui la giovane dovette lavorare sodo ancora un anno per mettere insieme almeno l'indispensabile. Non le venne invece chiesta la dote vera e propria, che avrebbe richiesto ben più di un anno di lavoro. Aveva vent'anni quando venne ammessa al postulantato, e poi (1926) al noviziato come suora conversa, addetta cioè al servizio della comunità.

Come avviene in altri ordini o congregazioni religiose, con l'occasione cambiò il nome di Elena con quello di Maria Faustina: era un modo per segnare il distacco dalla vita precedente e l'inizio di un nuovo modo di stare con il Signore e con gli altri.

Due anni dopo emise i voti temporanei e nel 1933 quelli definitivi, nel suggestivo rito della professione perpetua.

Per tredici anni suor Faustina lavorò in quasi tutte le case della provincia, che erano allora dieci, occupandosi dei mestieri più umili: la cucina, il giardino e la portineria. Eseguiva sempre con molta fedeltà quanto richiestole, e con gioia, illuminando ogni atto con la luce della sua spiritualità, molto intensa, costellata da slanci mistici dei quali erano a conoscenza solo i suoi direttori spirituali e le superiore.

Nel 1934, obbedendo all'indicazione del suo direttore spirituale, cominciò a scrivere un diario personale che intitolò La divina misericordia nell'anima mia, e che è un resoconto particolareggiato di rivelazioni e di esperienze mistiche.

Nel 1935 Faustina ricette una rivelazione privata da Gesù nella quale le avrebbe richiesto una particolare forma di preghiera detta Coroncina alla Divina Misericordia. Secondo suor Faustina, particolari grazie sarebbero state concesse a chi avrebbe recitato questa preghiera:

La mia misericordia avvolgerà in vita e specialmente nell'ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina. Per la recita di questa coroncina mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza; anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola, otterrà la grazia della mia infinita misericordia. Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l’ira di Dio e l’imperscrutabile misericordia avvolge l’anima.

La Coroncina della Divina Misericordia

  1. Si inizia recitando, dopo il segno della croce, un Padre nostro, un Ave Maria e il Credo.
  2. Sui 5 (cinque) grani del Padre Nostro, ovvero i grani maggiori del Santo Rosario si dice: «Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.»
  3. Sui 50 (cinquanta) grani minori si dice: «Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.»
  4. Al termine si dice per tre volte: «Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.»
  5. La preghiera termina con la seguente invocazione: «O Sangue ed Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi, confido in te!»; ed infine nuovamente il segno della croce.


La Coroncina della Divina Misericordia


Suor Faustina viene ricordata anche come l'apostola della devozione a Gesù misericordioso. Una pia pratica che, radicatasi in Polonia grazie al suo zelo, si estese, a partire dai primi anni Quaranta, anche fuori dai confini polacchi per abbracciare tutto il mondo. Con tale pratica si diffuse anche la conoscenza di colei che ne aveva fatto il centro della propria spiritualità.

Il 5 ottobre 1938 suor Faustina tornava alla casa del Padre. Morì nel convento di Lagiewniki nei pressi di Cracovia, offrendosi alla misericordia divina come vittima per la conversione dei peccatori.. Venne sepolta nel cimitero della congregazione. Quando fu avviato il processo informativo per verificare l'eroicità delle sue virtù, le sue spoglie vennero trasferite nella cappella della congregazione, diventata subito cuore della devozione di molti fedeli che si affidano alla sua intercessione per ottenere conforto dell'anima e sollievo nelle malattie.

È stata proclamata beata il 18 aprile 1993 e santa nel 2000, anno del Giubileo, da Giovanni Paolo II.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Cracovia in Polonia, santa Maria Faustina (Elena) Kowalska, vergine delle Suore della Beata Maria Vergine della Misericordia, che si adoperò molto per manifestare il mistero della divina misericordia.

Pensiero del 05 otttobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Lc 10,38-42

Ascoltava la sua Parola.

Il brano evangelico di oggi ci parla della premura di Marta e Maria, immagine dell’amore per Cristo, fatto di opere, e ci insegna come vivere l’ospitalità cristiana, che è un appello a vincere la nostra egoistica pigrizia. Maria, però, ha capito soprattutto il valore dell’Ospite e allora si dedica all’ascolto della sua parola. La sua non è una perdita di tempo: Gesù in persona conta più di ogni altra cosa. Egli si presenta così, nella linea dei profeti che richiamano all’interiorità e alla santità, fuori da ogni ostentazione, che soffoca la vera relazione con Dio. Gesù appare come il tempio nuovo, nel quale si compie la comunione con il Padre.

La familiarità che traspare da questo racconto e le due sorelle, Marta e Maria, come pure la loro caratterizzazione, rimandano al racconto di Giovanni della risurrezione di Lazzaro (Gv 1 1) e alla Cena di Betania (Gv 12,l-8). Il luogo dell’incontro è proprio Betania, che si trova vicino a Gerusalemme, sulla strada per Gerico. Ora Luca ha appena parlato di un uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e, mentre narrava, si è ricordato di un altro fatto capitato su quella strada: l’incontro di Gesù con Marta e Maria. Lo riporta qui, eliminando ogni connotazione cronologica e locale, perché gli serve per precisare meglio l’immagine del discepolo. Maria che sta seduta ai piedi di Gesù è un’immagine tipica del discepolo, ma lo è  anche Marta che, nel suo donarsi, si rende davvero prossimo degli altri. Nessuna delle due, però, è ancora una immagine perfetta. Chi solo ascolta e non mette in pratica e “come colui che ha costruito la sua casa sulla terra senza fondamenta” (6,49), ma neppure chi troppo si distrae nel fare e non si fa attento ascoltatore di Gesù è un vero discepolo. Nel Vangelo di Luca la vera discepola è solo la Madre di Gesù, che accoglie con fede la Parola e va subito a servire (1,38-45). Il problema di Luca, però, è un altro. Dopo aver descritto la necessità di farsi prossimo, vuole che il discepolo capisca che non si può continuare in una attività di donazione senza quelle profonde convinzioni che vengono dall’ascolto della Parola di Gesù. E’ l’obbedienza al Padre che ha reso Gesù nostro prossimo; ed è l’obbedienza alla sua parola che rende noi prossimo degli altri. Di qui la necessità di ascoltare assiduamente, senza distrarsi in altro, come fa Marta; di qui il confronto tra il servizio e l’ascolto.

05 Ottobre

Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

(Luca 11,28)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 129)
Rit: Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.

(Luca 11,28)

5 Ottobre 2013, Rolando Rivi è Beato!!!!!!!


 5 Ottobre 2013, Rolando Rivi, è Beato!!!!!!!


Auguri di cuore!

04 ottobre, 2021

Buon compleanno a Santa Gianna Beretta Molla

 Oggi, sarebbe stato il compleanno di Santa Gianna Beretta Molla ed anche il suo onomastico perché lei si chiama Giovanna Francesca.

Proteggici, da lassù!

Auguri di cuore