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02 ottobre, 2021

Pensiero del 02 ottobre 2021

 Meditazione sul Vangelo di Mt 18,1-5.10

Il Regno è dei piccoli.

Introduce il Vangelo di questo giorno la domanda su chi è il più grande nel Regno dei Cieli. Gesù risponde ponendo in mezzo ai suoi interlocutori un bambino. Per poter entrare nel Regno bisogna convertirsi e “diventare piccoli”. Gesù non chiede solo di diventare come un bambino, ma chiede che i bambini, che in quella società, come le donne, non avevano valore, vengano accolti. Poiché chi accoglie un bambino accoglie Gesù stesso. L’ultima frase ci porta alla festa degli angeli custodi di oggi. I “piccoli” hanno degli angeli potenti, angeli che stanno nelle immediate vicinanze di Dio.

Quando ad un bambino nasce un fratellino o una sorellina spesso diventa geloso, nutre un certo senso di invidia. L’attenzione dei genitori non può essere più rivolta solo a lui, ma deve essere divisa tra due, come anche il tempo a disposizione. L’amore dei genitori, invece, non diminuisce perché i bambini sono due. L’amore, infatti, sembra poter avere un’estensione infinita. Nel Regno di un Dio che è amore e che non ha problemi di tempo come i genitori umani, non dovrebbero quindi esserci invidie. Siamo, agli occhi di Dio, tutti ugualmente amati, protetti, ascoltati. Nonostante ciò, è spesso l’invidia che si cela dietro alla domanda dei discepoli, che tante volte anche noi riproponiamo. Eppure in quel Regno che Gesù Cristo ha inaugurato più di duemila anni fa, non conta nulla essere “il più grande”! Dinnanzi a Dio che ci ama siamo tutti ugualmente piccoli. Sicuri di questo amore, ogni nostra azione dovrebbe e potrebbe essere solo amore e servizio. La prevaricazione non può far parte della mentalità cristiana. Se la mèta è la vita in Cristo, il sinonimo di Chiesa dovrebbe essere “comunità di servizio e amore”. Anche se questo non significa che tutti sono uguali. Non lo siamo per caratteristiche naturali e non lo siamo per vocazione. Dio ama ciascuno, perché dinnanzi a lui non conta se siamo uomini o donne, schiavi o liberi… e non conta se siamo professori, politici, cantanti o attori, o se facciamo lavori umili. Dio non vede quanto è “grande” agli occhi umani una persona, anzi, Lui ha una predilezione per i più piccoli. Al punto che si identifica con il “bambino” dicendo: chi accoglie un “piccolo” – non necessariamente un bambino – accoglie Cristo. Perché allora siamo sempre e solo attenti a vedere chi è il più grande?

02 Ottobre

Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

 (Samo 102,21)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 90)
Rit: Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

(Samo 102,21)

01 ottobre, 2021

Santa Thérése di Liseux

 Santa Thérése di Liseux


Nome: Santa Teresa di Lisieux
Titolo: Vergine e dottore della Chiesa
Nascita: 3 gennaio 1873, Alençon
Morte: 30 settembre 1897, Lisieux
Ricorrenza: 1 ottobre
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:Pescate




Il 2 gennaio 1873 verso mezzanotte, la casa di Giuseppe Stanislao Martin e di Zelia Guerin fu rallegrata da un nuovo olezzante fiorellino: Maria Teresa, che univasi a completare il mazzo di fiori di quei fortunati genitori. La bambina crebbe delicata, vispa e graziosa, bella agli occhi di Dio e degli uomini. Nei primi anni della sua esistenza rimase orfana della mamma, e fu educata dal padre e dalle sorelle.

Nel 1887 a 14 anni, Teresa chiese di entrare nel monastero delle Carmelitane, ma non le fu concesso perché era ancora troppo giovane.

Non si scoraggiò, e nell'anno appresso partì con suo padre per Roma, e là inginocchiata ai piedi del Pontefice, gli disse: « Santo Padre, per onorare il vostro giubileo, permettetemi di entrare nel Carmelo a 15 anni ». « Entrerete se il buon Dio vorrà », rispose il Papa. Il 9 aprile 1888, dopo giorni di preghiere e di mortificazioni, le porte del Carmelo di Lisieux si aprirono a ricevere la giovanetta.

Il 10 giugno 1890 vestiva l'abito del Carmelo; e 1'8 settembre del 1890 emetteva i santi voti prendendo il nome di Suor Teresa del Bambin Gesù. Entusiasta del bello, avrebbe voluto dipingere e comporre versi: essere la suora sagrestana per rimanere vicina a Gesù ed occuparsi dei sacri lini; invece l'ubbidienza la incaricò di lavare e rammendare gli abiti. Il freddo era intenso, i cibi molto comuni. Teresa, di delicata costituzione, soffriva ma non si lamentava con la semplicità d'una bambina diceva di essere il giocattolo di Gesù. Così trascorse nove anni in religione: ubbidienza, preghiera, sacrificio erano il suo programma. Nell'aprile del 1895 ebbe come un presentimento della sua partenza: « Io morrò presto, diceva. Non ho offerto al buon Dio che l'amore, ed Egli mi restituirà l'amore. Dopo la mia morte farò cadere sul mondo una pioggia di rose. Voglio insegnare la mia piccola via agli uomini, voglio dir loro che vi è una piccola ma una gran cosa da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici ».

La giovane carmelitana sul letto della sua ultima malattia era affranta dal dolore: « Soffro » diceva semplicemente. È l'agonia senza mescolanza di consolazioni. « Mi manca l'aria della terra; quando respirerò l'aria del Paradiso? Madre mia, il calice è al colmo. Non avrei creduto poter soffrire tanto ». Era sera e la campana del Carmelo suonava l'Angelus: Suor Teresa fissò lo sguardo' sull'Immacolata e sul Crocifisso, e dopo una breve pausa esclamò: « Oh! Dio, vi amo... », e le sue labbra tacquero per sempre.

PRATICA. S. Teresina ha scritto il libro della sua vita, « Storia di un'anima », ove insegna la sua « piccola via»: leggiamolo.

PREGHIERA. O Signore, che hai detto: Se non diverrete come fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli, concedi, te ne preghiamo, che seguendo le orme della vergine Teresa nell'umiltà e nella semplicità del cuore, possiamo conseguire i premi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa: entrata ancora adolescente nel Carmelo di Lisieux in Francia, divenne per purezza e semplicità di vita maestra di santità in Cristo, insegnando la via dell'infanzia spirituale per giungere alla perfezione cristiana e ponendo ogni mistica sollecitudine al servizio della salvezza delle anime e della crescita della Chiesa. Concluse la sua vita il 30 settembre, all'età di venticinque anni.

Citazione di Papa Francesco

Santa Teresa di Gesù Bambino diceva che lei doveva fermarsi sempre davanti allo spirito di curiosità. Quando parlava con un'altra suora e questa suora raccontava una storia, qualcosa della famiglia, della gente, alcune volte passava ad un altro argomento e lei aveva voglia di conoscere la fine di questa storia. Ma sentiva che quello non era lo spirito di Dio, perché era uno spirito di dispersione, di curiosità. Il Regno di Dio è in mezzo a noi: non cercare cose strane, non cercare novità con questa curiosità mondana. Lasciamo che lo Spirito ci porti avanti, con quella saggezza che è una soave brezza. Questo è lo Spirito del Regno di Dio, di cui parla Gesù. Così sia

Preghiera a Santa Thérése di Liseux
"Cara piccola Thérése del Bambino Gesù, grande Santa del puro amor di Dio, vengo oggi a confidarti il mio ardente desiderio. Sì, molto umile vengo a sollecitare la tua potente intercessione per... " 🙏
Cara piccola Thérése del Bambino Gesù, grande Santa del puro amor di Dio, vengo oggi a confidarti il mio ardente desiderio. Sì, molto umile vengo a sollecitare la tua potente intercessione per la grazia seguente… (esprimere la grazia).
Poco tempo prima di morire, hai chiesto a Dio di poter trascorrere il tuo Cielo facendo del bene sulla terra. Hai anche promesso di spandere su di noi, i piccoli, una pioggia di rose. Il Signore ha esaudito la tua preghiera: migliaia di pellegrini lo testimoniano a Lisieux e nel mondo intero. Forte di questa certezza che tu non rigetti i piccoli e gli afflitti, vengo con fiducia a sollecitare il tuo aiuto. Intercedi per me presso il tuo Sposo Crocifisso e glorioso. Digli il mio desiderio. Egli ti ascolterà, perché tu non gli hai mai rifiutato nulla sulla terra.
Piccola, Thérése vittima d’amore per il Signore, patrona delle missioni, modello delle anime semplici e confidenti, mi rivolgo a te come una grande sorella molto potente ed amorevolissima. Ottienimi la grazia che ti chiedo, se questa è la volontà di Dio. Sii benedetta, piccola Thérése, per tutto il bene che ci hai fatto e ti auguri di prodigarci ancora fino alla fine dei mondo.
Sì, sii mille volte benedetta e ringraziata di farci così toccare in qualche modo la bontà e la misericordia dei nostro Dio! Amen.

Pensiero del 01 ottobre 2021

 La pazienza, del Signore è infinita, è la nostra durezza di cuore a non riconoscerla.

Meditazione sul Vangelo di Lc 10,13-16

Chi ascolta voi, ascolta me.

ll brano evangelico di oggi ci ricorda che le città di Israele hanno visto i miracoli, eppure non hanno creduto in questi segni di Dio. E non si sono convertite. Per questo motivo il giudizio su di loro sarà estremamente rigoroso, più del giudizio riservato alle città pagane. Esse hanno rifiutato il Vangelo che i settantadue discepoli, quali a significare tutte le nazioni della terra, sono stati inviati ad annunziare a nome di Gesù Cristo. La Parola di Dio non è mai accolta da coloro che sono soddisfatti nel loro orgoglio, ma dagli umili, i quali, proprio per la loro fede, sono introdotti a comprendere il mistero del Padre e del Figlio.

Gesù dice ai suoi discepoli a quale triste situazione si espongono coloro che li rifiutano: ad essere trattati più severamente di Sodoma, nel giorno del giudizio finale, cioè non adesso. Al rifiuto, dunque, non segue immediatamente il castigo, la condanna. Dio è paziente e continua ad offrire tempo ai peccatori per convertirsi. Il tempo della storia è il tempo della pazienza di Dio! E questo vale anche per Corazin, Betsaida, Cafarnao, le tre città situate a nord del lago di Tiberiade, le più evangelizzate da Gesù, nelle quali egli ha compiuto prodigi, e dove più è stato circondato dalle folle. Eppure la maggioranza degli abitanti non l’ha accolto. Gesù li ha messi di fronte alla possibilità di salvarsi e ora si accorge che essi corrono il pericolo di condannarsi. Per questo, quale profeta, lancia i suoi “guai”. Non sono “guai” di condanna, ma piuttosto costituiscono un pressante avvertimento e non l’ultimo, a ritornare sui propri passi e a riflettere sulla Parola ascoltata. E’ sempre questo il senso che i “guai” hanno nei profeti. Gesù soffre di fronte al rifiuto e lo contempleremo lamentarsi e piangere su Gerusalemme. (Lc 3, 34-35). Qui dice che se tutti quei prodigi si fossero compiuti a Tiro e Sidone, i loro abitanti “già da lungo tempo si sarebbero seduti, coperti di sacco e cenere per fare penitenza”. Il brano si chiude sottolineando ancora le due note, positiva e negativa, di cui si è parlato: “Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me; chi disprezza me, disprezza Colui che mi ha mandato”. Lasciando il negativo, guardiamo il positivo: Gesù sente i suoi discepoli intimamente uniti a Lui e uniti al Padre. In questo consiste, per Gesù, la loro dignità.

01 Ottobre 

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome

Oggi, non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

 (Salmo 94,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 78)
Rit: Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.

Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Oggi, non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

 (Salmo 94,8)

30 settembre, 2021

30 settembre 1897: ′′ Entrata nella vita ′′ Je ne meurs pas. j'entre dans la vie. Santa Thérése di Liseux

 30 settembre 1897: ′′ Entrata nella vita ′′ Je ne meurs pas. j'entre dans la vie. di di Santa Thérése di Liseux

Estratto dal libretto giallo:
Alle 6, quando l'Angelus suonò, sollevò gli occhi imploranti verso la statua della Santa Vergine.
Alle 7 e pochi minuti la Madre Priore crede che il suo stato stazionario congedò la Comunità. Lei sospirò:
Madre mia, non è ancora l'agonia! Non morirò?...
- Sì, figliolo, è l'agonia, ma il buon Dio vuole prolungarla di qualche ora...
Lei riprese con coraggio:
Bene!... Andiamo! Andiamo!... Oh! Non vorrei soffrire meno a lungo!
E guardando il suo crocifisso.
Oh!... lo amo!... MIO DIO!... IO... AMO...
All'improvviso, dopo aver pronunciato queste parole, lei cadde lentamente all'indietro con la testa china a destra. Pensavamo che tutto fosse finito, e nostra madre ha suonato in fretta la campana dell'infermeria per richiamare la Comunità [...]. Le sorelle hanno avuto il tempo di inginocchiarsi intorno al letto e hanno testimoniato l'estasi dell'ultimo istante.
Il volto della nostra Santa aveva ripreso la carnagione di gigli che aveva in piena salute, i suoi occhi erano fissati in alto, irradiati e traducendo una congratulazioni che superava tutte le sue aspettative. Faceva alcune mosse della testa, come se qualcuno l'avesse più volte, divinamente ferita di un tratto d'amore.
Appena dopo quell'estasi, che dura lo spazio di un Credo, chiuse gli occhi e restituì l'ultimo sospiro.
Erano circa le 7 minuti.
La nostra santa sorellina conservò nella morte un ineffabile sorriso e una bellezza incantevole.


Je ne meurs pas. j'entre dans la vie.
Santa Thérése di Liseux

1944: 30 settembre come oggi moriva Jacob Brilleslijper

 1944: 30 settembre come oggi moriva Jacob Brilleslijper

Causa della morte nazismo nel campo di Auschwitz, Poland (Polonia)
Fratello minore di Lien ed Janny Brilleslijper
La sua memoria sia una benedizione.



Pensiero del 30 settembre 2021

 Gesù, ha scelto di lasciarsi portare dalla generosità, dei missionari, e missionario è chiunque vive il Vangelo e lo testimonia là dove si trova.

Meditazione sul Vangelo di Lc 10,1-12

A due a due.

Il Signore invia settantadue discepoli ad andare avanti a sé in ogni città dove sta per recarsi. Li manda a due a due. Premettendo che la messe è molta ma gli operai pochi, chiede di pregare perché il padrone della messe pensi a mandare operai. Insieme alla missione, Gesù affida a ciascun discepolo la raccomandazione di portare la pace e l’avvertimento che non tutti la vorranno ricevere.

A due a due. L’annuncio evangelico passa attraverso la testimonianza della condivisione. La parola e la pace da portare nei villaggi è di apertura finché poi il Signore giungerà. Chi annuncia, non cerca mercede per sé perché è semplicemente un aratro che apre il solco per il seme che il Seminatore getterà. È il padrone della messe che manda gli operai, non sono gli operai a procurarsi braccianti per lavorare di meno. I due andranno inermi come agnelli, senza difese. È la condizione necessaria al Regno. Un Regno che non troverà facile accoglienza. I discepoli dovranno portare, in ogni caso, la pace, la pienezza del dono di Dio. Dovranno andare avanti, senza attardarsi a voler sconfiggere le inevitabili opposizioni. Spinti dall’urgenza dell’annuncio, dovranno semplicemente andare e continuare ad annunciare, anche quando non resterà che scuotere la polvere dai piedi e andar via. L’ultima parola dovrà essere quella dell’annuncio: il Regno di Dio è vicino. E chi annuncia, non dona una pace fittizia che nasconde conflitti latenti. Chi annuncia, porta la pace della sua vita offerta come cibo, la testimonianza del non vedere più l’altro come preda ma come compagno di viaggio, la meraviglia di una parola che apre la prossimità al Regno di Dio.

30 Settembre

I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

(Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

(Marco 1,15)

29 settembre, 2021

Papa Giovanni Paolo I baciava l'Abito Talare prima d'indossarlo al mattino

 Papa Giovanni Paolo I, tutti i gorni s'alzava e bacia il Santo Crocifisso e l'abito Talare, prima indossarla, per rispetto e perché diceva: «L'Abito Talare, è Sacro!».



Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Don Ubaldo Marchioni

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Don Ubaldo Marchioni: Marchioni Ubaldo, da Augusto e Antonietta Smerigli; nato il 19 maggio 1918 a Vimignano (Grizzana). Nel 1943 residente a S. Martino (Marzabot...



Santi Michele, Gabriele e Raffaele

 Santi Michele, Gabriele e Raffaele

autore Marco d'Oggiono anno 1516 circa titolo Pala dei tre Arcangeli

Nome: Santi Michele, Gabriele e Raffaele
Titolo: Arcangeli
Ricorrenza: 29 settembre
Tipologia: Festa




Gli Arcangeli, per Dionigi l'Areopagita, sono altissime gerarchie angeliche con specifici compiti, tra i quali: servire Dio, contemplare il suo volto, cantarne incessantemente le lodi, lottare contro Satana sino alla sua sconfitta finale e aiutare l'uomo portandogli i messaggi di Dio e sconfiggere le suggestioni del male, per ricondurlo dopo la morte terrena a Dio.

San Michele



San Michele


Un tempo, al termine di ogni messa, il sacerdote pregava così: «San Michele arcangelo, difendici nella battaglia; sii il nostro aiuto contro la malvagità e l'insidia del diavolo... continua

San Gabriele



San Gabriele


Gabriele, forza di Dio (questo significa il suo nome), è l'angelo messaggero per eccellenza. L'ambasciata più clamorosa l'ha fatta a Maria, la giovane fidanzata del falegname di Nazaret... continua

San Raffaele



San Raffaele


Raffaele, che in ebraico significa «Dio guarisce», è l'arcangelo che, sotto forma di giovane bellissimo, accompagna Tobiolo, incaricato dal padre... continua

PRATICA: Affidiamo oggi alla Corte Celeste il nostro passato per essere perdonati; il nostro presente perché Dio conceda a tutti il dono della Pace, del lavoro, della dignità; il nostro futuro per accettarlo sotto la vostra guida col sorriso nel cuore e sulle labbra.

PREGHIERA: O gloriosi Arcangeli, proteggeteci da ogni attacco del maligno, preservateci da tutto ciò che ci distoglie dal bene, ed otteneteci da Dio le grazie che ci sono necessarie per vivere in terra senza mai allontanarci da Lui e in cielo per contemplarlo nella Sua gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente.

Invocazione ai Santi Arcangeli
Invocazione ai Santi Arcangeli

Pensiero del 29 settembre 20211

 Meditazione sul Vangelo di Gv 1,47-51

Con l’occhio penetrante.

Oggi facciamo festa con tutta la Chiesa per il dono degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Scrittura ce li presenta come “compagni di viaggio”, messaggeri di Dio, alleati che giungono in nostra difesa nella nostra lotta quotidiana. Nelle letture proposte siamo afferrati dalla dimensione cosmica e sconvolgente, e restiamo un po’ sorpresi come davanti a uno spettacolo. Sia la visione gloriosa descritta dal profeta Daniele

che la battaglia violenta narrata nel brano dell’Apocalisse, ci dicono invece che ognuno di noi fa parte di un disegno che lo supera, in cui è coinvolto, e per il quale ci è chiesta piena partecipazione: non siamo semplici spettatori, ma apparteniamo a Dio, siamo coinvolti nel suo mistero eterno.

Il dialogo tra Gesù e Natanaele si muove attorno al verbo “vedere”. Egli per primo vede Natanaele venirgli incontro e già lo conosce in profondità; in quel pio israelita vede oltre le apparenze. Nel suo andare incontro ad ogni uomo, Gesù ci insegna a guardare l’altro così come lo guarda Dio, senza fermarsi a giudizi e facili preconcetti. L’attenzione all’altro, lo sguardo buono su di lui, parte dalla sorpresa della novità che sempre ogni fratello rappresenta. Questo anche nei rapporti con chi crediamo di conoscere bene e che magari vive accanto a noi. La festa odierna ci insegna proprio ad avere questa purezza di sguardo, ad affinare al gusto di Dio il nostro guardare gli altri, la storia, noi stessi. Come Natanaele, restiamo spesso anche noi stupiti da cose semplici: l’espressione di fede di quell’uomo nasce dalla constatazione di una verità rivelata da Gesù, che tra l’altro esclama «perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Restiamo frequentemente stupiti da cose evidenti e rimaniamo magari indifferenti di fronte al fatto che siamo immersi nella vita di Dio: la battaglia raccontata nell’Apocalisse e la gloria vigorosa del Figlio dell’uomo descritta dal profeta Daniele, ci appartengono. Siamo invitati a riconoscere nella nostra vita gli infiniti prodigi di cui Dio ci circonda, i molteplici angeli che ci accompagnano, perché realmente cielo e terra in Gesù sono entrati nella nostra vita.

29 Settembre

Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

 (Salmo 102,20.21)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 137)
Rit: Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra,
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore:
grande è la gloria del Signore!

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà.

 (Salmo 102,20.21)

28 settembre, 2021

Albino Luciani 28 settembre 1878 28 settembre 2021

Albino Luciani
28 settembre 1878 28 settembre 2021
quarantatré anni senza Papa Giovanni Paolo I
Trentatré giorni, sul soglio di San Pietro, per vivere ernamente, nel cuore di tutta l'umanità.

Viva Papa Luciani, il Papa Sorriso!



Buon compleanno alla Beata Caterina Orsola Cittadini

Buon compleanno alla Beata Caterina Orsola Cittadini



Beata Madre Caterina, nel giorno della tua festa, volgi benevola il tuo sguardo al nostro operato, benedici e sostieni tutta la comunità educante, accompagna bambini e ragazzi per un cammino di Bene.

Madre Maria Saccomandi - Madre Generale delle suore Orsoline in Somasca

Pensiero del 28 settembre 2021

 La determinazione, con cui Gesù, va verso Gerusalemme, è la decisione d'amare fino alla fine. L'Amore non ha ripensamenti perché l'Amore è Dio.

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,51-56

Sono segno di benedizione o di maledizione?

La prima lettura, tratta dal libro del profeta Zaccaria, ci presenta la gloria di Gerusalemme e il suo ruolo, nei confronti degli altri popoli, di essere luce, irradiazione della salvezza che l’ha visitata. Di fronte a questo quadro luminoso che contagia libertà e desiderio, appare contrastante il clima presentato dal Vangelo: a Gesù che si sta recando a Gerusalemme per la Pasqua, si oppone un rifiuto netto da parte dei Samaritani.

“Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto” (Lc 9,51). Questo primo versetto del Vangelo odierno, ci dice che il cammino terreno con i suoi discepoli è ormai concluso. Quanti insegnamenti, quante parabole, quanti miracoli! La loro reazione ci suggerisce però l’ostinata difficoltà a credere, l’infinita pazienza di Gesù e la sua delicatezza pedagogica nei loro confronti. Nell’incontrare la resistenza degli abitanti di un villaggio della Samaria, Giacomo e Giovanni – ma possiamo immaginare che anche nel cuore degli altri albergassero analoghi senti menti – si scagliano con violenza. È impressionante la consapevolezza del potere che essi hanno: possono mandare un fuoco dal cielo a consumare il villa io ostile! E veramente ciascuno di noi può consumare il fratello non con un fuoco dal cielo ma con uno sguardo, una parola offensiva, un gesto di disprezzo. Abbiamo il potere di essere segno di benedizione o segno di maledizione! Questa è un’altissima responsabilità, non solo verso le persone con cui abbiamo quotidianamente a che fare, ma in una dimensione universale, ecclesiale. Ogni nostro gesto e parola ha sempre una ricaduta positiva o negativa. Cristo risponde e agisce solo benedicendo: è pervaso di dignità estrema. Questa sua modalità di stare nella storia, di entrare nelle relazioni, di reagire agli eventi anche bruschi, è nobile, è semplicemente umana. Non acquista grettezza e deformità l’uomo violento e arrogante? La buona novella insegnata da Gesù non parlava di mitezza, perdono, accoglienza? Nei versetti di poco recedenti al brano di oggi non spiegava loro Gesù che il più grande é colui che si fa piccolo (Lc 9,48)? L’inclinazione alla violenza, a rivendicare le proprie opinioni, a imporsi è davvero fortemente radicata non solo nel cuore dei discepoli ma anche nei nostri.

28 Settembre

Il Signore è con noi

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.

(Marco 10,45)

ALMO RESPONSORIALE (Salmo 86)
Rit: Il Signore è con noi.

Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio!

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda».

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire, e dare la propria vita in riscatto per molti.

(Marco 10,45)

27 settembre, 2021

Pensiero del 27 settembre 2021

 DIO, non fa confronti, ma nel Suo Cuore immenso e pieno d'Amore, esistono i nostri nomi, le nostre storie, i nostri volti.....siamo unici, irripetibili, ma soprattutto infinitamente amati.

Meditazione sul Vangelo di Lc 9,46-50

La misura di Dio.

Con la lettura del profeta Zaccaria, siamo introdotti a Gerusalemme, ricostruita dopo l’esilio. Gerusalemme sarà di nuovo grandiosa, piena di vita. Ora la visione reale è certamente più misera, mai la profezia è chiara. Questo è anche l’insegnamento di Gesù nel Vangelo: il saggio, colui che vede lo splendore anche là dove emerge miseria, colui che sa assaporare la presenza di Dio anche in ciò che sembra estraneo o in contraddizione con lo stesso Dio, è come il bimbo! La misura di Dio, e di ogni suo figlio, è un bambino!

I versetti che precedono immediatamente il Vangelo odierno, ci raccontavano dell’annuncio che Gesù dà ai suoi della sua Passione e morte. Oggi ci imbattiamo nella insensata discussione tra i suoi discepoli su chi sia il più grande. C’è stridore tra la tragicità della rivelazione di Gesù e la mediocrità dei ragionamenti dei Dodici. Quanto ci rispecchiamo in loro nel nostro innato desiderio di prevalere e di emergere sull’altro! La paura di chi ci sta accanto, di non essere all’altezza delle situazioni, di non sentirci apprezzati dagli altri, questo ci porta a ritenere che solo “il più grande”, possa davvero essere felice e realizzato. Ma l’ insegnamento di Dio è tutt’altro: il bambino, per noi simbolo di debolezza e di dipendenza da chi si cura di lui, è per Dio segno di grandezza. Gesù è davvero come un bambino: anche lui si mette da parte insegnando così ai suoi discepoli quale sia lo stile che deve prevalere nei loro rapporti. E’ la logica del fanciullo che dipende dagli adulti, logica di chi accetta di essere condotto, di chi non pretende nulla da sé. Come il bambino che accoglie tutto e tutti nella sua ingenuità, così Gesù ci insegna che dobbiamo fare anche noi. C’è sempre un bene da riconoscere e da accogliere, anche se non rientra in quei parametri che ci aspettiamo, c’è una bellezza da vedere e gustare anche se l’apparenza non ci attira. Nel segno del bambino è raccolto il richiamo ad abbracciare, come si abbraccia il fanciullo, ogni segno di bene (a chi cacciava i demoni senza appartenere ai seguaci di Gesù, i discepoli oppongono un rifiuto). È la logica della fragilità e del fallimento che la stessa croce di Gesù ci insegna, ma dietro e dentro cui c’è tutto lo spessore della gloria e della grandezza.

27 Settembre

Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso nel suo splendore

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

 (Marco 10,45)

SALMO RESPONSORIALE (Samol 101)
Rit: Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso nel suo splendore.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza,
perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
ed i regni per servire il Signore.

Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

 (Marco 10,45)