Credere significa affidarsi, cioè darci nella fiducia in colui di cui ti fidi. Chi si affida a Dio partecipa della sua onnipotenza d’amore. Chi crede diventa capace di perdonare e perdonando guarisce tutte le ferite dal cuore e sta meglio anche fisicamente. Chi crede si libera dalla sua solitudine, entra nella comunione divina e guarisce dalla solitudine che lo logora. Chi crede entra nell’amore di Dio ed esce dal non senso dell’esistenza, perché trova il senso e vive la vita in positivo, nell’amore, guarendo da tutte le paure. Signore, accresci la mia fede! Cioè: Signore, ti apro la porta del mio cuore, possiedimi!
Possiamo paragonare il nostro mondo a questo ragazzo posseduto dallo spirito maligno; in realtà esso è sovente in preda alle convulsioni. "Lo butta nel fuoco e nell'acqua", nel fuoco della violenza e della guerra, nell'acqua della facilità, della frenesia di godere. E questo mondo noi abbiamo il dovere di guarirlo. Il Signore ci ha detto che siamo il sale della terra e la luce del mondo, dobbiamo dunque strapparlo dalla follia, dalle convulsioni. Ma come? Ci sentiamo così incapaci, così impotenti! Gesù ci ha indicato i mezzi: la fede e la preghiera. Bisogna credere veramente, allora si può fare qualcosa anche nelle circostanze più difficili. E con la fede si può pregare in modo efficace.
Perché anche la preghiera è necessaria? Nel Vangelo di oggi vediamo che il rimedio è una morte che si apre a una risurrezione. San Marco ha condotto il suo discorso in modo da evocare la morte per la risurrezione.
Questo ragazzo per guarire deve passare attraverso la morte: "Il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: E morto. Ma Gesù, presolo per mano, lo sollevò ed egli si alzò in piedi". Morte e risurrezione.
E anche il nostro mondo, scosso da tante convulsioni, ha bisogno di una morte, ma non di una qualunque morte: di una morte preparante la risurrezione, di un rinnegamento che conduca alla risurrezione. Per questo la preghiera è necessaria. Avviene come per Gesù. Egli stesso, per accettare di morire per risorgere, ha dovuto pregare a lungo e intensamente durante la sua agonia e così ha trovato, attraverso la morte, la strada della risurrezione.
Questa è l'imperscrutabile sapienza divina, dalla quale dobbiamo sempre chiedere di essere illuminati.
Domandiamo dunque il dono della fede e della preghiera, perché tutto il mondo trovi attraverso la morte la via della risurrezione.
Lunedì 20 Febbraio
S. Eucherio; B. Giacinta Marto; S. Leone di Catania
7.a del Tempo Ordinario (anno A)
Sir 1,1-10; Sal 92; Mc 9,14-29
Il Signore regna, si riveste di maestà
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di maestà.
Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.
È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
(II Timoteo 1,10)
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