Translate

19 marzo, 2023

San Giuseppe di Nazareth Sposo della Beata Vergine Maria di Cristo

 San Giuseppe di Nazareth Sposo della Beata Vergine Maria di Cristo


Nome: San Giuseppe
Titolo: Sposo della Beata Vergine Maria
Nascita: I sec. a.C., Betlemme
Morte: I sec. d.C., Nazareth
Ricorrenza: 19 marzo e 20 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


S. Giuseppe, il più grande dei Santi che la Chiesa veneri dopo la SS. Vergine, era di stirpe reale, ma decaduta. La sua vita sublime rimase nascosta e sconosciuta: nessuno storico scrisse le sue memorie, ma della santità di lui abbiamo le più belle testimonianze nella Sacra Scrittura.

Iddio nei suoi arcani disegni aveva destinato Giuseppe ad essere il nutrizio del Salvatore Gesù Cristo, e sposo e custode della Vergine Madre.

Maria trovò in Giuseppe il compagno fedele che l'assistette, la consolò, la difese.

Il Vangelo ci fa vedere come da S. Giuseppe fosse ignorato il grande prodigio che lo Spirito S. aveva operato in Maria. Di fronte a questo fatto si trovò fortemente angustiato. E poiché tanta era la carità e la venerazione che egli nutriva per la sua santa sposa, aveva divisato in cuor suo di rimandarla occultamente. E già stava per eseguire il suo proposito, quando al Signore piacque rivelare per mezzo di un Angelo al suo servo fedele il grande mistero della Incarnazione.

E quando il desiderato delle genti, il figlio di Dio venne ad abitare fra gli uomini, S. Giuseppe, con la SS. Vergine, fu il primo ad adorarlo.

Quando il triste re di Giudea, Erode, ordinò che tutti i bambini del territorio di Betlemme al di sotto dei due anni fossero uccisi senza eccezione, Giuseppe, avvertito dall'Angelo in sogno, sorse prontamente, e presi Maria e il Bambino, fuggì in Egitto.

Morto Erode, S. Giuseppe fu avvertito nuovamente dall'Angelo di far ritorno, ed egli, premuroso, rimpatriò. Temendo però di Archelao, succeduto nel trono al padre Erode, fu da Dio avvertito di stabilirsi in Galilea. Si ritirò a Nazaret, dove ricco di meriti, si spense fra le braccia di Gesù e di Maria. Per questo S. Giuseppe è il grande protettore dei moribondi e dei padri.

PRATICA. Impariamo da S. Giuseppe la fedeltà a Dio.

PREGHIERA. Dio, che con ineffabile provvidenza, ti sei degnato eleggere il beato Giuseppe a sposo della tua Santissima Madre, fa' che venerandolo in terra qual nostro protettore meritiamo di averlo intercessore in cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella Giudèa il natale di san Giuséppe, Sposo della beatissima Vergine Maria, Confessore, il quale dal Sommo Pontefice Pio nono, secondo i voti e le preghiere di tutto l'Orbe cattolico, fu dichiarato Patrono della Chiesa universale.

* Negli anni in cui la solennità cade nella domenica di Quaresima la festa viene spostata il 20 marzo


✝ Pensiero del 19 marzo 2023

 


SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Il Giudice Rosario Angelo, i suoi occhi, emanano luce d’eternità.

Barbara

Versetto del Giorno
Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.
Salmo 119:2

Buona festa a tutti papà, a quelli defunti ed anche a quei papà che purtroppo, hanno perso troppo presto i loro figli.


SOLENNITÁ DI SAN GIUSEPPE

La memoria del natale di san Giuseppe si è diffusa tra il XIV e il XV secolo. Tra i suoi promotori nel nostro paese, va ricordato principalmente san Bernardino da Siena, che ne elogiò la fedeltà e l’obbedienza silenziosa ed adorante alla volontà di Dio Giuseppe, uomo “giusto” nel senso biblico, è l’ultimo patriarca che riceve le rivelazioni del Signore attraverso l’umile via dei sogni. Come il Giuseppe dell’Antico Testamento, il falegname di Nazaret è l’uomo che Dio ha voluto come custode e sostegno di Maria e Gesù. Pilastro della famiglia terrena del Redentore, Giuseppe congiunge Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo. Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale, e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano. È Patrono della Chiesa, Famiglia di Dio, e di ogni famiglia cristiana.
Meditazione sul Vangelo di Mt 1,16.18-21.24
Tu lo chiamerai Gesù.
«Maria darà alla luce un figlio e tu gli metterai nome Gesù». Anche così si esprimeva la paternità di un uomo al tempo di Gesù: mettendo il nome. Dare il nome è dare identità, riconoscimento, perfino personalità al piccolo tutto nuovo che arriva in famiglia. Oggi il nome è decisione comune dei genitori, a volte sono coinvolti nella scelta anche i fratellini. Per Giuseppe dare il nome a Gesù deve essere stato davvero fondamentale, un modo semplice e profondo per riconoscere quel figlio che non era suo. La mamma genera il figlio nella carne, portandolo, sentendolo, imparando a conoscerlo in quei nove mesi che trascorre nella sua pancia, sconvolgendo ritmi, forme, dimensioni del corpo, dei pensieri, delle emozioni. Per il papà è più lungo e complicato, anche oggi, riconoscere il figlio: la percezione è che se ne stia lontano fino al momento fortissimo della nascita. Dare il nome é un altro modo per generare: «Ti riconosco personalità e dignità, sei persona uguale a me nel valore, ma diversissima da me nelle caratteristiche e nella storia che stai cominciando». Per madre e padre la fatica e la bellezza è accogliere il mistero di un altro che non è sé, non è proprietà, non è del tutto conoscibile. È l’esperienza di Maria e Giuseppe, di ogni papà o mamma e di ogni educatore che accompagna un altro nella nascita, nella vita, nell’incontro con Gesù. Sposo di colei che sarebbe stata Madre del Verbo fatto carne, Giuseppe è stato prescelto come “guardiano della parola”. Eppure non ci è giunta nessuna sua parola: ha servito in silenzio, obbedendo al Verbo, a lui rivelato dagli angeli in sogno, e, in seguito, nella realtà, dalle parole e dalla vita stessa di Gesù.
Anche il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto; ha fatto quello che Dio ha detto. La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome, una casa.
La sua obbedienza a Dio comprendeva l’obbedienza all’autorità legale. E fu proprio essa a far sì che andasse con la giovane sposa a Betlemme e a determinare, quindi, il luogo dell’Incarnazione. Dio fatto uomo fu iscritto sul registro del censimento, voluto da Cesare Augusto, come figlio di Giuseppe. Più tardi, la gioia di ritrovare Gesù nel Tempio in Giuseppe fu diminuita dal suo rendersi conto che il Bambino doveva compiere una missione per il suo vero Padre: egli era soltanto il padre adottivo. Ma, accettando la volontà del Padre, Giuseppe diventò più simile al Padre, e Dio, il Figlio, gli fu sottomesso. Il Verbo, con lui al momento della sua morte, donò la vita per Giuseppe e per tutta l’umanità. La vita di Giuseppe fu offerta al Verbo, mentre la sola parola che egli affida a noi è la sua vita.
Domenica 19 Marzo 
S. GIUSEPPE, sposo della B.V. Maria (s); B. Andrea Gallerani
4.a di Quaresima (anno A)


Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

Beato chi abita nella tua casa, Signore: «Senza fine canta le tue lodi».(Salmo 83,5)
Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 88)
Rit: In eterno durerà la sua discendenza.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».

Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

Beato chi abita nella tua casa, Signore: «Senza fine canta le tue lodi».

(Salmo 83,5)


Lode e onore a te, Signore Gesù.
oppure (nel tempo pasquale):
Alleluia, alleluia, alleluia.

18 marzo, 2023

In memoria di tutte vittime del Covid-2

 Signore Padre buono e misericordioso,

ascolta la preghiera delle tue figlie e dei tuoi figli
in questo tempo oscurato
dalle ombre della malattia e della morte.
La Pasqua di Cristo, verso la quale siamo incamminati,
illumini il nostro pellegrinare.
Donaci occhi, mente e cuore
per sostenere le famiglie, soprattutto le più provate;
per prenderci cura dei bambini, accompagnare i giovani,
dare forza ai genitori e custodire gli anziani.
Dona guarigione agli ammalati, pace eterna a chi muore.
Indica ai governanti la via per decisioni sagge
e appropriate alla gravità di quest’ora.
Dona forza ai medici, agli infermieri,
agli operatori sanitari,
a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza,
affinché siano generosi, sensibili e perseveranti.
Illumina i ricercatori scientifici,
rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche.
Lo Spirito del Risorto sostenga la nostra speranza.
Per la forza del suo Amore, o Padre,
rendi ciascuno artigiano di giustizia,
di solidarietà e di pace, esperto di umanità.
Donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene,
e i gesti di tutti profumino di carità fraterna
per essere testimoni del Vangelo della gioia,
fino al giorno in cui ci introdurrai,
con la beata Vergine Maria, san Giuseppe e tutti i santi,
al banchetto eterno del Regno. Amen.

08 marzo, 2023

✝ Pensiero del 08 marzo 2023

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Dietro a dei grandi uomini, c'è sempre una grande Donna, AUGURI DI CUORE, alla signora Rosalia Corbo

Barbara

Versetto del Giorno
E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
I Corinzi 12:13

Oggi, 8 marzo, festa della donna. Auguri a tutte le Donne, vive e defunte.

Auguri alla VERGINE MARIA

Mercoledì – 2.a Quaresima
Meditazione sul Vangelo di Mt 20,17-28
Di che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo Regno.
Da sempre un po’ di fastidio leggere di questa mamma preoccupata del successo dei figli. Gesù Cristo ha appena annunciato la sua passione, morte e risurrezione e questa donna sembra non saper fare altro che chiedere favori per i suoi “bambini”. È questo che provoca lo sdegno degli altri discepoli, che in realtà temono nelle avances della donna una sorta di sopruso che potrebbe essere fatto loro. Potremmo leggere in questa donna anche altro. Di fronte all’annuncio doloroso fatto da Gesù Cristo, lei rimane sulle ultime parole quelle della vittoria sulla morte, quelle della speranza, dell’impensabile. E lei povera mamma al seguito del maestro, ci crede così tanto da volere i suoi figli associati a quella vittoria, a quella gloria, a quel successo: la vittoria sulla morte. La risposta di Gesù – “Potete bere il calice che io sto per bere?” – provoca lo slancio dell’adesione e diventa annuncio profetico di una sequela che osa percorrere il cammino di fede sulle orme della passione per affondare anche in quelle della risurrezione. Mi piace pensare a quella mamma come alla prima mamma che chiede la salvezza per i figli. È lei il prototipo di tutti quei genitori che, chiedendo il battesimo per i figli, chiedono anche a Gesù di associarli alla sua vittoria.
La croce è sempre presente nel cuore di Gesù. È la meta della sua vita. Sarà un sacrificio liberamente offerto, e non solo un martirio: Gesù ben lo mostra annunciando con precisione ai suoi apostoli che cosa gli sarebbe accaduto. Certo, egli aggiunge che “il terzo giorno risusciterà”, ma si sente che ora è tutto rivolto alla passione che si avvicina. I sentimenti di Giacomo, di Giovanni e della loro madre appaiono molto umani. Questo bisogno di gloria, questo bisogno di apparire, esiste in ciascuno di noi. Il nostro io resta sempre più o meno occupato dal desiderio di dominare. Ma Gesù ci avverte come avverte Giacomo e Giovanni: se vogliamo essere con lui nella sua gloria, dobbiamo bere per intero il suo calice, cioè dobbiamo anche noi morire, fare la volontà del Padre, portare la nostra croce seguendo Gesù, senza cercare di sapere prima quale sia il nostro posto nel suo regno.
La reazione di sdegno degli altri dieci discepoli è anch’essa molto umana. E Gesù, seriamente, li invita a un rovesciamento totale di valori. Nella nuova comunità per la quale egli sta per dare la vita, il primo sarà l’ultimo, “appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Chiediamo la grazia di divenire servi, e servi davvero umili, pronti a soffrire e a sacrificarsi. Preghiamo Maria perché interceda per noi: ai piedi della croce, ciò che Maria chiede per i suoi figli è che abbiano parte, come lei e con lei, al sacrificio del suo Figlio

Mercoledì 8 Marzo 

S. Giovanni di Dio; S. Ponzio; S. Provino

2.a di Quaresima

Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28

Salvami, Signore, per la tua misericordia 


Lode ed onore a te, Signore Gesù.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;

chi segue me, avrà la luce della vita.

Lode ed onore a te, Signore Gesù

(Marco 10,45)


SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)

 Salvami, Signore, per la tua misericordia.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,

perché sei tu la mia difesa.

Alle tue mani affido il mio spirito;

tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. 

 

Ascolto la calunnia di molti: “Terrore all'intorno!”,

quando insieme contro di me congiurano,

tramano per togliermi la vita. 

 

Ma io confido in te, Signore;

dico: “Tu sei il mio Dio,

i miei giorni sono nelle tue mani”.

Liberami dalla mano dei miei nemici

e dai miei persecutori. 

 

Lode ed onore a te, Signore Gesù.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;

chi segue me, avrà la luce della vita.

Lode ed onore a te, Signore Gesù

(Marco 10,45)

02 marzo, 2023

Suor Elena Aiello venerdì 02 marzo del 1923, alle ore 15.00, riceve le stigmate, per la prima volta.

 Suor Elena Aiello venerdì 02 marzo del 1923, alle ore 15.00, riceve le stigmate, per la prima volta.

Cento anni fa


Accadde oggi Il 2 marzo 1939 sale al soglio pontificio il discusso Papa Pacelli con il nome di Pio XII.

 Accadde oggi Il 2 marzo 1939 sale al soglio pontificio il discusso Papa Pacelli con il nome di Pio XII. Il suo pontificato attraverserà anni terribili e tragici della storia del nostro paese, coinvolto nella Seconda guerra mondiale.

Accusato da alcuni di essere stato complice della fuga di molti nazisti e cieco verso il dramma dell'Olocausto, è oggi riabilitato da altri studiosi, anche alla luce di recenti analisi storiche provenienti da storici israeliani.



01 marzo, 2023

Oggi, la Chiesa celebra, Sant'Agnese Cao Kuiying Vedova, martire

 Oggi, la Chiesa celebra, Sant'Agnese Cao Kuiying Vedova, martire tanti auguri di cuore, ad Agnese Piraino Leto, moglie di Paolo Emanuele Borsellino.


Buon onomastico


Buon onomastico, Santo Padre. ALBINO LUCIANI

 Oggi, la Chiesa celebra, Sant'Albino di Angers, tanti auguri di cuore, ad ALBINO LUCIANI, Beato Giovanni Paolo I_Papa.

Buon onomastico, Santo Padre.



Sant'Albino di Angers

 Sant'Albino di Angers



Nome: Sant' Albino di Angers
Titolo: Vescovo
Nascita: 470 circa, Vannes, Francia
Morte: 10 marzo 550, Angers, Francia
Ricorrenza: 1 marzo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Commessaggio
Protettore:
poveriprigionieri


Vescovo, santo vissuto tra il quinto e sesto secolo. Nato da una famiglia nobile, Albino diventò monaco in località Tincillac, situata probabilmente nella diocesi di Angers, dato che nel 529 fu eletto per designazione popolare vescovo della cità. Partecipò ai concili di Orlèans del 538 e del 541, che organizzò la Chiesa di Gallia.

Lottò con forza malgrado le minacce di morte, contro i matrimoni incestuosi frequenti nelle grandi famiglie.

Malato e già vecchio, mandò un suo delegato al concilio di Orléans del 549. Fu sepolto nel vecchio cimitero presso la chiesa di San Pietro. Dopo il 556 le sue reliquie furono solennemente esumate dinanzi al vescovo di Parigi San Germano e trasferite in una chiesa nuova presso cui fu eretta la grande abazia che porta il suo nome.

La chiesa è oggi distrutta, ma ne sopravvive ancora una torre del XII secolo e gli edifici conventuali ricostruiti nel XVII secolo, nei quali è insediata la prefettura del Maine-et-Loire.

I miracoli che gli si attriubuirono (in particolare nella Vita scritta da Venanzio Fortunato, suo contemporaneo) fecero di Albino uno dei santi più popolari del Medioevo, e della Francia la sua fama si diffuse soprattutto in Germania in Inghilterra e in Polonia.

Secondo una tradizione, si scontrò con il re Childeberto, che aveva imprigionato una donna di nome Etherie; impossibilitato a garantire la sua liberazione, Albino andò da lei in prigione, e il soldato che tentò di opporglisi cadde morto ai suoi piedi. Questo fatto impressionò il re che permise ad Albino di liberarla.

Un'altra leggenda racconta che una volta Albino pregò fino a notte per alcuni uomini imprigionati nella Torre di Angers. All'improvviso una grande pietra crollò dal muro, permettendo loro la fuga.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Angers nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Albino, vescovo, che biasimò con forza i costumi superbi dei potenti e con impegno promosse il III Concilio di Orléans per il rinnovamento della Chiesa.

✝ Pensiero del 01 marzo 2023

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario, abbiamo sempre bisogno di conferme, a volte le prendiamo, ma senza la preghiera e la fiducia, nel Padre Celeste, non si ottiene nulla.

Barbara

Abbiamo sempre bisogno di segni per credere, in realtà, bisogna prima credere e fare atti di fiducia, e allora si potrà vedere e sperimentare.

Versetto del Giorno
Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio.
Salmo 20:8

Mercoledì – 1.a Quaresima
Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32
Ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
Questa generazione è una generazione malvagia: domanda un segno. Quanto è dura questa affermazione di Gesù! Risuona ancor oggi, tanto da farci chiedere se anche noi siamo generazione malvagia perché è difficile non chiedere un segno, una posizione, una dimostrazione a chi ti chiede di amare fedelmente senza limiti né di tempo né di stagione, a chi ti chiede di perdonare, di non far del male a nessuno neanche al tuo nemico, di porgere l’altra guancia! E’ troppo se ci pensi! Bisogna riconoscere che tutto ciò può essere chiesto solo da Dio. Riconoscere la voce di Dio allora può essere difficile anche per chi rispetta la legge, per chi fa volontariato, per chi si impegna nel sociale, in politica perché ciò va oltre alla nostra umanità. Il segno alla fine Gesù l’ha dato ed è visibile ancor oggi: la sua morte da giusto in croce. Quei tre giorni che aprono alla risurrezione, alla vita non tolta, ma trasformata, sono segno di colui che è più di Giona e di Salomone! Oggi più che domandare un segno, si potrebbe chiedere: «Dove e come trovarti, Figlio dell’Uomo?». Riuscire a riconoscere chi ci salverà, chi ci farà vivere oltre la nostra umanità richiede ben più di un segno. E ancor più, andare oltre l’esigenza di avere un segno, un miracolo, è da santi. Chiediamo allora di aver coraggio di metterci sul sentiero della santità. E lungo questo cammino spesso in salita ci faccia compagnia la sua Parola, e sulla sua Parola troveremo il coraggio di non chiedere segni, ma di diventare noi stessi annunciatori e testimoni della sua presenza tra noi!
Gesù è “più di Salomone”, del quale l’Antico Testamento celebra la sapienza. Egli vuole farci penetrare in quella “sapienza di Dio” che è “follia” finché noi la vediamo dall’esterno, cioè nel mistero della sua croce.
Di fronte ai giudei che da lui reclamano un segno, Gesù proclama che nella religione che egli istituirà non saranno i segni esteriori i più importanti. Egli compirà ogni genere di miracolo, ma il grande segno, il solo segno che deve essere il sostegno estremo di tutti coloro che credono in lui, è la sua morte e la sua risurrezione. Dio ci concede generalmente molti segni del suo amore, della sua presenza. Ma quando la nostra unione con Gesù diventa più profonda, possiamo conoscere dei momenti di grande debolezza, passare attraverso ogni sorta di purificazione, attraverso delle morti, delle agonie a volte molto dolorose. Ma questi momenti sono sempre seguiti da momenti di grazia, di risurrezione del nostro cuore. Gesù ci insegna a camminare senza timore su questa stretta via che ci unisce a lui nei suoi misteri.

Mercoledì 1 Marzo   

S. Felice III; Sant'Agnese Cao Kuiying Vedova, martire Sant'Albino di Angers; Vescovo Sant'Albino di Vercelli Vescovo e B. Cristoforo da Milano

1.a di Quaresima

Gn 3,1-10; Sal 50; Lc 11,29-32


Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito ed affranto

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,

perché sono misericordioso e pietoso.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

(Galati 2,12-13)


SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 50)

Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito ed affranto.


Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia

cancella la mia iniquità.

Lavami tutto dalla mia colpa,

dal mio peccato rendimi puro. 

 

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non scacciarmi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito. 

 

Tu non gradisci il sacrificio;

se offro olocausti, tu non li accetti.

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;

un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 


Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito ed affranto

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,

perché sono misericordioso e pietoso.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

(Galati 2,12-13)