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SUB TUTELA DEIS. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro Rosario, abbiamo sempre bisogno di conferme, a volte le prendiamo, ma senza la preghiera e la fiducia, nel Padre Celeste, non si ottiene nulla.
Barbara
Abbiamo sempre bisogno di segni per credere, in realtà, bisogna prima credere e fare atti di fiducia, e allora si potrà vedere e sperimentare.
Versetto del Giorno
Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio.
Salmo 20:8
Barbara
Abbiamo sempre bisogno di segni per credere, in realtà, bisogna prima credere e fare atti di fiducia, e allora si potrà vedere e sperimentare.
Versetto del Giorno
Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio.
Salmo 20:8
Mercoledì – 1.a Quaresima
Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32
Ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
Questa generazione è una generazione malvagia: domanda un segno. Quanto è dura questa affermazione di Gesù! Risuona ancor oggi, tanto da farci chiedere se anche noi siamo generazione malvagia perché è difficile non chiedere un segno, una posizione, una dimostrazione a chi ti chiede di amare fedelmente senza limiti né di tempo né di stagione, a chi ti chiede di perdonare, di non far del male a nessuno neanche al tuo nemico, di porgere l’altra guancia! E’ troppo se ci pensi! Bisogna riconoscere che tutto ciò può essere chiesto solo da Dio. Riconoscere la voce di Dio allora può essere difficile anche per chi rispetta la legge, per chi fa volontariato, per chi si impegna nel sociale, in politica perché ciò va oltre alla nostra umanità. Il segno alla fine Gesù l’ha dato ed è visibile ancor oggi: la sua morte da giusto in croce. Quei tre giorni che aprono alla risurrezione, alla vita non tolta, ma trasformata, sono segno di colui che è più di Giona e di Salomone! Oggi più che domandare un segno, si potrebbe chiedere: «Dove e come trovarti, Figlio dell’Uomo?». Riuscire a riconoscere chi ci salverà, chi ci farà vivere oltre la nostra umanità richiede ben più di un segno. E ancor più, andare oltre l’esigenza di avere un segno, un miracolo, è da santi. Chiediamo allora di aver coraggio di metterci sul sentiero della santità. E lungo questo cammino spesso in salita ci faccia compagnia la sua Parola, e sulla sua Parola troveremo il coraggio di non chiedere segni, ma di diventare noi stessi annunciatori e testimoni della sua presenza tra noi!
Gesù è “più di Salomone”, del quale l’Antico Testamento celebra la sapienza. Egli vuole farci penetrare in quella “sapienza di Dio” che è “follia” finché noi la vediamo dall’esterno, cioè nel mistero della sua croce.
Di fronte ai giudei che da lui reclamano un segno, Gesù proclama che nella religione che egli istituirà non saranno i segni esteriori i più importanti. Egli compirà ogni genere di miracolo, ma il grande segno, il solo segno che deve essere il sostegno estremo di tutti coloro che credono in lui, è la sua morte e la sua risurrezione. Dio ci concede generalmente molti segni del suo amore, della sua presenza. Ma quando la nostra unione con Gesù diventa più profonda, possiamo conoscere dei momenti di grande debolezza, passare attraverso ogni sorta di purificazione, attraverso delle morti, delle agonie a volte molto dolorose. Ma questi momenti sono sempre seguiti da momenti di grazia, di risurrezione del nostro cuore. Gesù ci insegna a camminare senza timore su questa stretta via che ci unisce a lui nei suoi misteri.
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