Translate

21 novembre, 2022

✝ Pensiero del 21 novembre 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Io sono solo tua

Barbara

Prima di darcela come Madre, Gesù ha indicato Maria come modello di discepolo da seguire

Santa Festa


Lunedì – 34.a Tempo Ordinario – PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La realtà della presentazione di Maria dovette essere molto modesta e insieme gloriosa. Fu infatti anche attraverso questo servizio al Signore nel tempio che Maria preparò il suo corpo, ma soprattutto la sua anima, ad accogliere il Figlio di Dio, attuando in se stessa la parola di Cristo: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano». Memoria mariana di origine devozionale, la presentazione di Maria ai Tempio si collega a una pia tradizione attestata dal protovangelo di Giacomo. La celebrazione liturgica, che risale al VI secolo in Oriente e al XIV secolo in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore.

Meditazione sul Vangelo di Lc 21, 1-4

Ha innalzato gli umili.

Gesù mette a nudo con parole severe l’ipocrisia degli scribi, di coloro che ostentano la propria bravura e generosità con gesti grandiosi che, tuttavia, sono privi di amore autentico verso il prossimo. Una vedova povera, invece, dona se stessa: tutti i suoi miseri averi, due spiccioli, il suo cuore.

Nel tempio, si sta svolgendo una scena abbastanza consueta per il pio israelita: alcune persone versano la loro elemosina nel tesoro. Ma «Gesù, alzati gli occhi, vide…». Il Signore alza lo sguardo, si apre a ciò che lo circonda, non è ripiegato su stesso, come a volte succede a noi, troppo presi dai nostri affari, per avere il tempo di accorgerci di quanto accade a chi ci cammina accanto. Egli vede, legge gli avvenimenti in profondità, non si ferma alle apparenze. Poco prima, come ci dice Luca negli ultimi versetti del capitolo 20, Gesù aveva visto arrivare degli scribi, che con grande pompa ostentavano la loro devozione. Ora, alcuni ricchi danno una cospicua offerta. Per la mentalità dell’epoca, la ricchezza era considerata segno visibile della benedizione divina. Possiamo immaginare, dunque, quanto compiacimento ci fosse nel loro gesto. Ma Gesù non si scompone, guarda oltre. Il suo orizzonte è il Magnificat: Dio “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi” (cfr. Lc 1,5263). Egli disorienta i suoi ascoltatori, “innalzando” una vedova povera, la quale, mentre gli altri danno il superfluo senza autentica volontà di condivisione, getta nel tesoro due spiccioli, tutta la sua vita, confidando nella Provvidenza di Colui che ricolma di beni gli affamati.

Lunedì 21 Novembre                                         

Presentazione della B.V. Maria (m); S. Agapio; S. Gelasio I

34.a del Tempo Ordinario

Ap 14,1-3.4b-5; Sal 23; Lc 21,1-4

Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 23)
Rit: Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

(Matteo 24,42)

20 novembre, 2022

✝ Pensiero del 20 novembre 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Tu sei, l’Amore Universale, per rme.

Barbara


Gesù, è il RE alla maniera di Dio: «Servendo».


Santa Solennità


Domenica – NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO 

La regalità di Cristo è per noi oggetto di un atteggiamento di conoscenza, che implica fede, amore, fiducia e impegno quotino di coerenza. La sua maestà si realizza giorno per giorno, in modo misterioso, come in silenzio, attraverso la grazia che libera gli uomini e, attraverso loro, tutte le creature, dalla schiavitù del peccato, e le unisce a Lui in una libera e gioiosa obbedienza. L’origine della sua regalità è il sacrificio della croce. Concludendo l’anno liturgico con questa celebrazione, presentiamo a Cristo, come fosse un tributo accuratamente preparato, i frutti dell’anno che finisce, riconoscendo la sua presenza, il suo aiuto e la sua amicizia.

Meditazione sul Vangelo di Lc 23, 35-43

Gesù regna dalla croce.

La tragica scena di Gesù sulla croce e il dialogo con i due malfattori è una delle più emotive e più dolorose di tutta la Passione. La festa di Cristo Re ce la ripresenta con forza rinnovata, per rammentarci qual è la natura del trono dal quale regna Cristo. La croce è il luogo dove Gesù ci ha redenti. Sulla croce Dio è divenuto scandalo e silenzio. Egli, nei giorni della sua vita terrena, lasciò che gli uomini dicessero parole vane e senza senso. La risurrezione dimostrò a tutti che si sbagliavano e, tuttavia, per loro, che erano guidati dal maligno, Gesù rimaneva ancora un condannato, un fallito. “Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”.

Quanto è stridente il contrasto tra la provocazione “scendi dalla croce e crederemo”, e le parole del ladrone pentito crocifisso insieme a Gesù “ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Per quelli, Gesù deve dimostrare quel che è, per il ladrone pentito, era sufficiente una parola per realizzare il desiderio più grande di tutta la sua vita. Sono frasi che rispecchiano due atteggiamenti di vita. Da una parte, quello di coloro che non credono e non pongono la loro fiducia in Dio. Quelli che si affidano soltanto alle certezze umane e vivono animati dal proprio egoismo e dal proprio orgoglio. Dall’altra parte, c’è l’atteggiamento di chi, umilmente, riconosce i propri errori. Chi sa di aver bisogno di Dio, impara da lui a soffrire, ad avere fede e ad amare nonostante i propri errori e peccati. Sappiamo che Gesù, risorgendo da morti, mantenne la sua parola: “oggi sarai con me nel paradiso”. Non è solo una frase detta per lenire l’angoscia nel momento di una morte tragica, e neppure una promessa nel delirio dell’agonia. Sono le parole di un vero Dio, che parla dal suo trono, manifestando la sua gloria e potenza. E come lui, anche tutti noi che ci accostiamo al Signore, con cuore umile e fiducioso, ripetendo le parole di colui che era stato un malfattore, “ricordati di me, Signore…”, abbiamo la speranza di risorgere ad una vita nuova e beata.

Domenica 20 Novembre                                         

S. Teonesto; S. Edmondo; B. Maria Fortunata Viti

NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO (anno C)

2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43

Andremo con gioia alla casa del Signore

Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, di nostro padre Davide!

(Marco 11,9.10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 121)
Rit: Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, di nostro padre Davide!

(Marco 11,9.10)

18 novembre, 2022

Nome: Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo

 Nome: Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo




Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 18 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria facoltativa


Come l'anniversario della dedicazione del tempio di Gerusalemme era giorno solenne presso gli Ebrei, cosi i cristiani celebrano la consacrazione delle loro chiese.

Tra questi luoghi sacri che gli Apostoli di Cristo resero celebri e che i cristiani venerano, il primo fu sempre la Confessione o tomba di S. Pietro.

Si dice che l'illustre Principe degli Apostoli fosse sepolto, subito dopo la morte, nel luogo stesso del martirio, sul colle Vaticano. S. Paolo, decapitato alle Acque Salvie, venne deposto lungo la via Ostiense, fuori le mura di Roma e precisamente ove ora sorge l'attuale e grandiosa basilica in suo onore.

Il pio imperatore Costantino, dopo aver fatto costruire la prima chiesa in Laterano, ne fece fabbricare sette altre a Roma ed un numero maggiore in Italia. La prima delle sette chiese romane, situata sul Colle Vaticano, fu dedicata a S. Pietro; la seconda la fece sorgere lungo la via Ostiense, poco distante dal luogo del martirio di S. Paolo e a lui fu dedicata.

Dopo oltre 11 secoli, l'antica basilica vaticana minacciava di cadere, quando sotto il pontificato di Giulio II nel 1506 fu riedificata secondo l'attuale grandioso disegno e nuovamente consacrata da Papa Urbano VIII il 18 novembre del 1626. I più grandi artisti del tempo, quali Bramante, Raffaello, Michelangelo e Bemini, vi lavorarono. Sotto i suoi altari si conservano le reliquie di un gran numero di Papi martiri e di santi; ma le più preziose sono quelle di S. Pietro, poste sotto un magnifico altare detto della Confessione, su cui solo il Romano Pontefice può celebrare la S. Messa.

La ricchissima basilica di S. Paolo, che il 18 luglio 1823 fu distrutta da un incendio, venne riedificata anche essa con nuovo splendore e riconsacrata con grandissima pompa dal Pontefice Pio IX il 10 dicembre 1854 tra immenso stuolo di cardinali e vescovi convenuti da tutto l'orbe cristiano a Roma per la proclamazione del dogma dell'Immacolata.

Oggi dunque, come 15 secoli addietro, ricordando gli anniversari della consacrazione di queste due basiliche, veneriamo in esse le gloriose spoglie dei Principi degli Apostoli, anche oggi, come allora, meta di continui pellegrinaggi.

PRATICA. La chiesa è la casa del Signore, è luogo di preghiera e perciò merita rispetto e devozione.

PREGHIERA. Ti preghiamo, Dio onnipotente, che in questi luoghi da noi dedicati al tuo nome, tu porga orecchio misericordioso a quanti ti invocano.

MARTIROLOGIO ROMANO. Dedicazione delle basiliche dei santi Pietro e Paolo, Apostoli, delle quali la prima, edificata dall'imperatore Costantino sul colle Vaticano al di sopra del sepolcro di san Pietro, consunta dal tempo e ricostruita in forma più ampia, in questo giorno fu nuovamente consacrata; l'altra, sulla via Ostiense, costruita dagli imperatori Teodosio e Valentiniano e poi distrutta da un terribile incendio e completamente ricostruita, fu dedicata il 10 dicembre. Nella loro comune commemorazione viene simbolicamente espressa la fraternità degli Apostoli e l'unità della Chiesa.

SCOPRIAMO LA BASILICA DI SAN PAOLO


Basilica di San Paolo fuori le mura


Quando la religione cristiana era bandita dall'impero romano, fu eretta, sulla tomba dell'Apostolo S. Paolo, nei pressi della via Ostiense, una sorta di...

✝ Pensiero del 18 novembre 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Ringrazio e ringraziò il Signore e la Vergine Maria, per sempre perché La luce, dei tuoi occhi illumina la mia vita.


Memoria della Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo


Venerdì – 33.a Tempo Ordinario – DEDICAZIONE BASILICHE dei SS. PIETRO E PAOLO
Meditazione sul Vangelo di Mt 14, 22-33
La presenza di Dio.
Come in molte altre occasioni, anche in questo caso il Maestro dà ai suoi discepoli l’esempio della preghiera. Dopo la fatica e l’impegno della predicazione, è necessario ed opportuno cercare il ristoro: al corpo basta riposare, ma lo spirito ha bisogno di momenti di preghiera, di intimo dialogo con il Padre. Per questo Gesù si ritira in solitudine. E ci resta a lungo: l’evangelista annota che “venuta la sera se ne stava ancora solo lassù” e che soltanto “verso la fine della notte”, cioè poco prima dell’alba, Gesù “venne verso di loro camminando sul mare”: nemmeno la burrasca può impedire al Signore di avvicinarsi ai suoi discepoli!
“Appena salì sulla barca, il vento cessò”. La sola presenza di Gesù placa la violenza dei venti e dei flutti. Anche la piccola barca della nostra vita, della nostra famiglia è sottoposta a volte a improvvise mareggiate. Spesso ci sforziamo inutilmente di remare da soli contro vento, e ce la prendiamo col mare delle difficoltà e con le correnti delle preoccupazioni. Ma ci ricordiamo di ritirarci nella preghiera, per chiedere al Signore di salire sulla nostra barca? Se lo invitiamo, non rifiuterà di soccorrerci: sarà lui a placare le intemperie e ricondurci sulla giusta rotta. Nel suo vangelo, poche righe prima, Matteo narra il prodigio della moltiplicazione dei pani: gli Apostoli avevano appena visto di cosa era capace il loro Signore, e d’altronde trascorrevano con lui tutto il giorno, ma erano così presi a gestire la barca da soli, e così intimoriti e confusi dalle acque agitate che scambiarono il loro Maestro per un fantasma! “E si misero a gridare dalla paura”. Non riuscivano a credere che il Figlio di Dio potesse camminare sulle acque. Pietro, il capo dei Dodici, prende l’iniziativa, ma pare quasi sfidare Gesù col suo invito, che suona un po’ provocatorio. Ma il suo Maestro lo esorta: “Vieni!”. Pietro però inizia ad affondare tra le onde del timore e dell’incredulità ma ha la prontezza di invocare l’aiuto di Gesù. E una volta di più è il Signore che stende la mano, lo afferra e lo salva. E gli rimprovera l’esitazione, l’incertezza nella fede. Tra i venti del nostro quotidiano, Dio è un fantasma, o la sua presenza è reale? Non aspettiamo di cominciare ad affondare per invocare il suo nome.

Venerdì 18 Novembre 2022                                        

Dedic. delle Basiliche dei Ss. Pietro e Paolo ap. (mf)

33.a del Tempo Ordinario

Ore 28,11-16.30-31; Sal 97; Mt 14,22-33

Annunzierò ai fratelli la salvezza del Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 118)
Rit: Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse!

Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia,
più che in tutte le ricchezze.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,
più del miele per la mia bocca.

Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,
perché sono essi la gioia del mio cuore.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

09 novembre, 2022

Dedicazione della Basilica Lateranense

 Dedicazione della Basilica Lateranense

Nome: Dedicazione della Basilica Lateranense
Titolo: Dedicazione a San Giovanni Battista
Ricorrenza: 9 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


Fino dall'antichità più remota si solevano consacrare a Dio con particolare solennità i luoghi destinati al culto divino. È un fatto questo che si verifica nella storia di tutti i popoli, ma specialmente in quella del popolo d'Israele. Tutti infatti sanno quale fosse la magnificenza e la ricchezza del tempio di Gerusalemme, e con quale pompa il re Salomone lo abbia fatto consacrare a Dio.

Anche la Chiesa di Cristo ebbe fin dai suoi mai i luoghi dedicati al culto; ai tempi della predicazione apostolica, non erano che semplici stanze, ma in seguito si costruirono vere chiese.

Quando l'imperatore Costantino il Grande, dopo la vittoria riportata su Massenzio, diede piena libertà ai seguaci del Vangelo (313), questi non risparmiarono fatiche e spese per edificare al Signore templi sontuosi, e numerose furono le chiese che vennero fabbricate in quei tempi. Lo stesso imperatore ne diede l'esempio facendo costruire sul monte Celio a Roma, sul luogo dell'antico Palazzo Laterano, una magnifica basilica che fece dedicare al SS. Salvatore. In essa fu edificata una cappella dedicata a S. Giovanni Battista che serviva di battistero, donde il nome di S. Giovanni in Laterano dato dai Cristiani a quella chiesa. Il Pontefice S. Silvestro la consacrò solennemente il giorno 9 novembre e stabilì che le cerimonie da lui seguite in quella circostanza fossero quelle con cui i cattolici avrebbero dovuto in seguito consacrare i loro templi.

La basilica del SS. Salvatore, sia per la sua magnificenza, sia per essere stata in antico la residenza dei Sommi Pontefici, fu sempre considerata dai cristiani come la principale, la madre di tutte le chiese del mondo, e perciò, sola fra tutte, viene anche designata con il titolo di arcibasffica. Fin dai tempi di S. Leone Magno la officiava una collegiata di canonici regolari: oggi ai canonici regolari furono sostituiti canonici secolari col titolo di prelati.

Sebbene il Pontefice S. Silvestro avesse ordinato che gli altari nelle chiese dovessero essere di pietra, tuttavia noi troviamo in questa basilica un altare di legno. Ciò non deve far meraviglia poichè fino al tempo di S. Silvestro i cristiani solevano celebrare il Santo Sacrificio su altari portatili di legno. L'altare inoltre che fu collocato nella basilica lateranense era quello che ordinariamente era servito ai Sommi Pontefici nella celebrazione dei Divini Misteri, ed è tradizione che su quel medesimo avesse celebrato lo stesso Principe degli Apostoli. Per questo venne posto in quella chiesa e fu nel medesimo tempo ordinato che nessuno, all'infuori del Papa, potesse su di esso celebrare il Santo Sacrificio.

La basilica del SS. Salvatore, più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l'ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l'anno 1724. Fu in quest'occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa che oggi celebriamo.

PRATICA. Diportiamoci con sommo rispetto nella casa del Signore, ricordando le parole del Divin Maestro: « La mia casa è casa d'orazione ».

PREGHIERA. O Dio, che annualmente rinnovi il giorno della consacrazione di questo santo tempio, e per la virtù dei sacri misteri ci conservi incolumi, ascolta la preghiera del tuo popolo, e fa' che chiunque entrerà in questo tempio per domandarti favori, si rallegri nel vedere attuati i suoi desideri.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa della dedicazione della basilica Lateranense, costruita dall’imperatore Costantino in onore di Cristo Salvatore come sede dei vescovi di Roma, la cui annuale celebrazione in tutta la Chiesa latina è segno dell’amore e dell’unità con il Romano Pontefice

Scopriamo la splendida basilica

San Giovanni
Basilica di San Giovanni in Laterano
Cattedrale di Roma
La famiglia romana dei Laterani abitava, nei tempi del primo Impero, in una grande e ricca dimora situata presso l'attuale via Amba Aradam, dove oggi si...

9 Novembre: ecco perché si festeggia la Dedicazione della Basilica Lateranense

Basilica Lateranense del Santo Salvatore

Cenni storici

Quando l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo (312 d.c.), donò a Papa Milziade il palazzo del Laterano. Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Lateranola prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente.

Consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di Basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista, e da ciò la sua corrente denominazione.

Per più di dieci secoli, i Papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. La basilica del SS. Salvatore, più volte distrutta durante il corso dei secoli, fu sempre ricostruita, e l’ultima sua riedificazione avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò l’anno 1724. Fu in quest’occasione che venne stabilita ed estesa a tutta la cristianità la festa che oggi celebriamo.

l significato della festa

Dalle Parole di Giovanni Paolo II proclamate durante l’Angelus del 9 Novembre 1986:

1. Oggi la Chiesa celebra la festa della Dedicazione della basilica Lateranense, “omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput” (“madre e capo di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe”), la cattedrale di Roma, fatta costruire dall’imperatore Costantino e inizialmente dedicata al santissimo Salvatore, e poi, sotto il pontificato di san Gregorio Magno, intitolata anche ai santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, a ciascuno dei quali era consacrato un oratorio annesso al battistero.

Incisione “omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput”


La Basilica del Laterano, coi palazzi adiacenti, fu per molti secoli sede abituale del Vescovo di Roma. In essa si tennero cinque Concili ecumenici, tra i quali nel 1215, sotto il papa Innocenzo III, il Lateranense IV, considerato dagli storici il Concilio più importante del medioevo. Per mille anni la storia di Roma cristiana gravitò intorno a tale basilica, che papi, imperatori, re e fedeli adornarono via via di preziosi donativi e di splendide opere d’arte, segno della loro intensa fede in Cristo.

2. Nel ricordo della iniziale dedicazione della cattedrale di Roma a Gesù Salvatore del mondo, la festività liturgica odierna ci invita a meditare su uno dei misteri fondamentali della rivelazione cristiana: Gesù di Nazaret, Messia, Signore, Figlio di Dio, è colui che ha portato la salvezza totale e definitiva agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi! Nella sua vita pubblica Gesù si rivela come salvatore anzitutto mediante i miracoli operati a favore degli infermi, lebbrosi, ciechi, muti, storpi e perfino di morti, che egli richiama alla vita. Gesù tuttavia fa comprendere che questi suoi prodigi, questi gesti di misericordia verso i malati devono essere intesi come atti che rimandano al di là della semplice salvezza corporale. Gesù porta agli uomini una salvezza ben più profonda e radicale: egli afferma di essere venuto per “salvare ciò che era perduto” a causa del peccato; per “salvare il mondo e non per condannarlo” (cf. Lc 9, 56; 19, 10; Gv 3, 17; 12, 47).

3. Dinanzi a Cristo Salvatore, l’uomo è chiamato a una scelta decisiva, da cui dipende la sua sorte eterna. Alla scelta di fede da parte dell’uomo corrisponde, da parte di Dio, il dono della redenzione e della vita eterna.

PRATICADiportiamoci con sommo rispetto nella casa del Signore, ricordando le parole del Divin Maestro: «La mia casa è casa d’orazione».

PREGHIERAO Dio, che annualmente rinnovi il giorno della consacrazione di questo santo tempio, e per la virtù dei sacri misteri ci conservi incolumi, ascolta la preghiera del tuo popolo, e fa che chiunque entrerà in questo tempio per domandarti favori, si rallegri nel vedere attuati i suoi desideri.

Prosegui la lettura della storia completa della Basilica Lateranense



✝ Pensiero del 09 novembre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Rosario, l'Amore, che nutro per te, è grande, quanto l'Amore, per il Signore.

Barbara

Gesù è il Vero Tempio, il luogo dove incontrarsi con Dio.

Ond’è che l’Eterno m’ha reso secondo la mia giustizia, secondo la purità delle mie mani nel suo cospetto.
Salmi 18:24

Mercoledì – 32.a Tempo Ordinario – DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Meditazione sul Vangelo di Gv 2,13-22

Dimora di Dio, dimora in Lui!

L’affascinante cacciata dei mercanti dal Tempio mostra Gesù forte, zelante, risoluto, rivelando la gravità di quello che vede e che non può essere tollerato! Il Tempio, luogo della Presenza di Dio, non giustifica presenze antagoniste e preannuncia simbolicamente la Risurrezione e la costituzione del nuovo e definitivo Tempio che è il Corpo di Cristo.

Si festeggia l’edificio romano, ma anche le altre chiese delle quali si celebra annualmente la Dedicazione. Non si esalta una precaria costruzione, ma la Liturgia, esperienza centrale della fede, che la rende Spazio Sacro. Nel Battesimo si diventa Tempio di Cristo e dimora di Dio. Bisogna avere cura del proprio corpo, della casa del Signore e della comunità. Dio dimora nell’uomo creato a sua immagine. La somiglianza che perdiamo col peccato va recuperata con le “buone opere”. La vita cristiana è, infatti, un continuo riordinare la propria interiorità. Similmente dobbiamo ordinare e rendere bello il tempio di Dio. Le chiese non sono edifici con una funzione speciale, ma spazi che accolgono la presenza del Risorto e l’Eucaristia vivente, che è il Mistico Corpo di Cristo. Mentre caccia i venditori, Gesù dice «Padre mio», e «casa del Padre mio». Le uccisioni di animali e il denaro non servono più al culto che deve essere spirituale, in senso cristiano Egli vive nell’amore trinitario diviene tempio della sua presenza e sua dimora! I mercanti avranno ripreso il loro posto, ma il gesto profetico di Gesù, che invita a non fare mercato della propria fede, ha prodotto i suoi effetti. La legge dello scambio e del baratto non ha niente a che fare con Dio. Quel tempio diventato mercato somiglia al nuovo mercato globale contemporaneo dove si adorano nuovi e falsi idoli, oltre al denaro e al potere: anche questi “nuovi templi” stanno subendo la loro crisi, e la sferza del Signore colpirà anche loro! La provocazione di Gesù rivela che l’opera del Signore è sempre una riedificazione: Egli risorge e fa risorgere; fa ripartire dopo una sosta forzata, quando la stanchezza e il giudizio negativo degli altri frena il cammino; dopo una caduta è pronto a farti rialzare. Il tempio di pietre, che oggi festeggiamo e onoriamo, è un rimando al tempio vivo che è l’uomo, che sono io e il fratello che mi vive accanto, qualunque sia la sua condizione di vita.

Mercoledì 09 Novembre                                     

Dedicazione della Basilica Lateranense (f); S. Elisabetta della Trinità

32.a del Tempo Ordinario

Ez 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor 3,9c-11.16-17; Sal 45; Gv 2,13-22

Un fiume rallegra la città di Dio

Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa perché il mio nome vi resti sempre.

(II Cronache 7, 16)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 45)
Rit: Un fiume rallegra la città di Dio.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.

Io mi sono scelto e ho consacrato questa casa perché il mio nome vi resti sempre.

(II Cronache 7, 16)