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07 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 07 ottobre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Oggi, la Chiesa, celebra, la Madonna del ROSARIO DETTA ANCHE LA Madonna di Pompei.

Il mio augurio speciale, per il suo onomastico, va al GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO.
Vita dolcezza, speranza nostra salve, a te ricorro, che per me, TU SEI SANTO TUTTI I GIORNI DELL'ANNO.

Venerdì – 27.a Tempo Ordinario – BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO

Il Rosario è nato dall’amore dei cristiani per Maria in epoca medioevale, forse al tempo delle crociate in Terrasanta. L’origine della coroncina è molto antica: gli eremiti orientali usavano pietruzze infilate su uno spago per tener il conto delle preghiere recitate. Il rosario rappresenta perciò una “ghirlanda di preghiere” offerta alla Madonna. San Domenico individuo nella recita del Rosario un’arma efficace per debellare le dottrine eretiche: e proprio i domenicani sono stati i promotori di questa devozione, anche attraverso le confraternite del Rosario. Nel XVI secolo, papa san Pio V, proveniente dall’Ordine domenicano, incoraggiò e raccomandò ufficialmente la recita del Rosario, preghiera popolare per eccellenza e quasi “breviario del popolo”. La celebrazione di questa memoria fu istituita proprio da san Pio V per commemorare la vittoria riportata il 7 ottobre 1571 a Lepanto contro la flotta turca – impresa che arrestò l’espansione dell’impero ottomano -, interpretandola come grazia concessa per la preghiera che il popolo cristiano aveva rivolto alla Vergine attraverso il Rosario.

Meditazione sul Vangelo di Lc 11, 15-26

Da che parte stiamo?

Se io scaccio i demoni col dito di Dio, è giunto a voi il regno di Dio”. L’episodio di liberazione di un uomo posseduto da un demonio raccontato con estrema sinteticità in Lc 11,14, apre la folla alle domande sull’identità di Gesù. Davanti a ciò che è avvenuto alcuni sono presi da meraviglia, altri accusano Gesù di essere inviato da Beelzebul. Gesù risponde alle illazioni dei presenti con due argomentazioni: la prima che mostra l’impossibilità di contrapporre due forze antitetiche all’interno della stessa realtà; la seconda rimanda alla capacità che Gesù mostra con la sua opera taumaturgica a colui che ne è la vera fonte: Dio (“dito di Dio”). Gesù è inviato dal Padre per portare agli uomini la pienezza di vita che è il Degno di Dio e quindi è mandato a liberare l’umanità da ogni male che possa affliggerla. La sua azione di liberazione è realmente efficace, come mostra la similitudine – narrata da Gesù – del guerriero forte che difende il suo palazzo: se il male sembra essere possente padrone della casa della nostra vita, Gesù è colui «che è più forte», colui che invincibile ha il potere di vincere in maniera definitiva la battaglia. Si tratta di aderire a lui e a lui rimanere fedeli, perché la condizione successiva a un allontanamento da Cristo non sia peggiore della situazione iniziale. Si tratta di cogliere questo nucleo centrale di identità che Gesù ha mostrato con le sue parole e con le sue azioni e porsi “con lui”, perché questo è ciò che può darci vera vita. «Chi non raccoglie con me, disperde», dice Gesù, per porci con chiarezza davanti a questo aut aut; non si può rimanere indifferenti, è impossibile non prendere posizione. Una volta dato l’annuncio, visto il suo carattere di decisività, l’uomo deve schierarsi, pro o contro Gesù: non si può più rimanere neutrali.

Venerdì 7 Ottobre 

B.V. Maria del Rosario; S. Giustina; S. Augusto

27.a del Tempo Ordinario

Gal 3,7-14; Sal 110; Lc 11,15-26

Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 110)
Rit: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:
le ricerchino coloro che le amano.

Il suo agire è splendido e maestoso,
la sua giustizia rimane per sempre.
Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
misericordioso e pietoso è il Signore.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l’eredità delle genti.

Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Ed io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.

(Giovanni 12,31-32)

06 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 06 ottobre 2022



S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Ti ringrazio o Signore. perché ieri mi hai fatto un bel regalo, mi hai fatto vedere il giudice Rosario Angelo Livatino, su rai storia.

Meditazione sul Vangelo di Lc 11, 5-13

Importunare Dio.

Talvolta chiediamo a Dio qualche grazia in maniera vigorosa e, se non ce la concede, pensiamo che non ci ascolti. Ma Cristo ci ha detto che Dio sa ciò di cui necessitiamo, prima ancora che glielo chiediamo. Riesaminiamo se il nostro modo di chiedere è sincero, disinteressato, e se nasce da purezza d’intenti.

L’anima che assapora la comunione con Dio nella preghiera non sarà mai superba e si colmerà di tutte le virtù. Non potremo ottenere niente di sicuro ed efficace, niente di duraturo e stabile a beneficio del regno di Gesù Cristo, se ci manca lo spirito interiore di preghiera ed unione con Dio. Per essere uomini e donne di preghiera non occorre trascorrere la giornata su un inginocchiatoio, né è necessario tener sempre il capo chino: quel che occorre è fare di ogni gesto una preghiera incessante. Questa disposizione allo spirito di preghiera non esclude però la necessità di un tempo dedicato solamente al dialogo e al rapporto con Dio. Il trionfo del regno di Cristo non verrà solo dal chiasso, né dalla propaganda, né dall’organizzazione, né dal valore puramente terreno, né da un atto di volontà, bensì da tutto ciò insieme, sostenuto e fondato sulla preghiera e sulla comunione con Dio. Ricordiamo le parole di Gesù: “senza di me non potete far nulla”. Occorre trasformare la nostra vita in una preghiera continua, che ci porti a donare la nostra vita ad imitazione di Gesù, per la gloria del Padre e la salvezza delle anime. Ogni momento della vita può essere preghiera: il lavoro, il riposo, la vita in famiglia…

Giovedì 6 Ottobre 2022

S. Bruno (mf); S. Fede; S. Magno

27.a del Tempo Ordinario

Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,68-75; Lc 11,5-13

Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo

Apri, Signore, il nostro cuore ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

(Atti degli Apostoli 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Luca 1)
Rit: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato il suo popolo.

Ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo.

Salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza.

Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

Apri, Signore, il nostro cuore ed accoglieremo le parole del Figlio tuo.

(Atti degli Apostoli 16,14)

05 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 05 ottobre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Tu insieme a Cristo alla Vergine Maria sei la roccia a cui mi affido

Meditazione sul Vangelo di Lc 11, 1-4

Fucina di preghiera.

Signore, insegnaci a pregare”: dal desiderio espresso dai discepoli di Gesù scaturisce il “Padre nostro” reclamato dal Maestro. Luca e Matteo riportano entrambi questa autentica sintesi di teologia evangelica, che potremmo definire come il primo catechismo. Nella prima parte domandiamo la santificazione del nome di Dio, la manifestazione piena del suo Regno ed il compimento della sua volontà. Nella seconda chiediamo il pane quotidiano, il perdono dei peccati e la vittoria sulla tentazione.

È Gesù che ci rivela il Padre suo come Padre nostro. Già nell’Antico Testamento Dio veniva paragonato ad un padre o ad una madre, ma gli appellativi divini ruotavano più intorno al nome “Signore”: “Yaveh”, “Adonai”, “Kadósh”. Chiamare Dio “Padre” significa introdursi nella famiglia divina. La distanza, la paura, la lontananza, in Cristo lasciano spazio alla fiducia, al rapporto filiale, all’intimità, alla cordialità. Il significato più autentico dell’espressione aramaica “Abba”, usato da Gesù, è “papà”. Gesù vuole che chiamiamo suo Padre come chiamiamo nostro padre, con lo stesso affetto e la stessa fiducia filiale. Ma desidera anche che noi compiamo la sua volontà e non ci accontentiamo di dire solo “Signore, Signore”, senza realizzare i suoi progetti per la nostra vita. Chiediamo il pane, il sostentamento quotidiano e l’alimento eucaristico, ma Egli vuole che sappiamo condividere quel pane, poiché Dio ha fatto il mondo ed i suoi beni per tutti gli uomini; e, allo stesso modo, desidera che impariamo ad apprezzare la sua presenza sacramentale nel tabernacolo, nel silenzio di una cappella davanti all’Eucaristia, nell’intimo del nostro cuore, dopo averlo ricevuto. Così perdonando le offese ricevute, saremo perdonati dal Padre, ed usciremo vittoriosi dalla tentazione.

Mercoledì 5 Ottobre 2022

S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; B. Alberto M.

27.a del Tempo Ordinario

Gal 2,1-2.7-14; Sal 116; Lc 11,1-4

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

(Romani 8,15)

04 ottobre, 2022

Buon compleanno a SANTA GIANNA BERETTA MOLLA MEDICO PEDRIATRA E MADRE DI FAMIGLIA

Buon compleanno a SANTA GIANNA BERETTA MOLLA MEDICO PEDRIATRA E MADRE DI FAMIGLIA.
AUGURI DI CUORE


San Francesco d'Assisi

 San Francesco d'Assisi

autore: Guido Reni anno: 1606 / 1607 titolo: San Francesco confortato da angelo musicante luogo: Pinacoteca Nazionale, Bologna


Nome: San Francesco d'Assisi
Titolo: Patrono d'Italia
Nome di battesimo: Giovanni di Pietro di Bernardone
Nascita: 26 settembre 1182, Assisi
Morte: 3 ottobre 1226, Assisi
Ricorrenza: 4 ottobre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa

Nome: San Francesco d'Assisi
Titolo: Patrono d'Italia
Nome di battesimo: Giovanni di Pietro di Bernardone
Nascita: 26 settembre 1182, Assisi
Morte: 3 ottobre 1226, Assisi
Ricorrenza: 4 ottobre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


S. Francesco nacque ad Assisi l'anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole... »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purchè la madre sia condotta nella stalla », e così avvenne. Un altro giorno fu udito pér le vie di Assisi un romito che gridava: « Pace e bene, pace e bene! » il futuro motto di Francesco. La dolce madonna Pica taceva e pregava, pensando: cosa mai sarà di questo fanciullo così prediletto da Dio?

Intanto Francesco cresceva vivace, allegro, amante delle spensierate brigate, delle laute cene, dei suoni e dei canti. Siccome gli affari andavano bene, il padre lo avviò alla mercatura. Di ingegno vivace, riusciva a meraviglia; combattè anche contro Perugia e sostenne lunga prigionia.

La grazia di Dio intanto lavorava. Un giorno gli amici, vedendolo assorto, gli domandarono: « Pensi a prendere moglie? ». « Sì, rispose Francesco, e sposerò la donna più bella e più amabile del mondo ». Si riferiva a « madonna povertà »! Una mattina, è colpito, in una chiesetta di campagna davanti al Crocifisso di San Damiano, da un brano del Vangelo, che dice: "Non tenere né oro né argento né altra moneta; non borse, non sacchi, non due vesti, non scarpe, non bastone". Fu allora che il Crocifisso gli parlò con commovente bontà: “Francesco, non vedi che la mia casa sta crollando? Va’ dunque e restauramela”. Tremante e stupefatto, il giovane rispose: “Lo farò volentieri, Signore”. Egli aveva però frainteso: pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina. Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell’anima ch’era stato veramente il Crocifisso a rivolgergli il messaggio.

Preghiera in San Damiano
titolo Preghiera in San Damiano
autore Giotto anno XIII sec.




Si spogliò dunque di tutto, diede quanto aveva in elemosina, e a suo padre che l'aveva citato davanti al Vescovo, diceva rendendogli anche i vestiti: « Finora ho chiamato Pietro di Bernardone mio padre, d'ora in poi a maggior ragione dirò: Padre mio che sei nei cieli ». Esce all'aperto e, immediatamente. mette in pratica il consiglio evangelico. Si scalza, s'infila una tunica contadinesca, getta la cintura di cuoio e al suo posto s'annoda sui fianchi una corda. (La cintura di cuoio era nel medioevo la parte più importante dell'abito, tanto importante che Dante. quando vorrà lodare la rude semplicità dei vecchi fiorentini, li dirà "cinti di cuoio e d'osso")

Da quel giorno l'eroismo di Francesco non ebbe più limiti: i poveri, i lebbrosi, gli ammalati di ogni specie furono la sua parte életta. Fu trattato da pazzo, percosso, vilipeso, maledetto, ed egli ricambiava tutto con preghiere, carità, amore. Ai suoi seguaci che volle chiamare « Frati Minori » insegnava il lavoro, l'elemosina, la preghiera e la povertà più assoluta.

Cappella delle Rose
Capella delle Rose, il luogo dove sorgeva originariamente la capanna che ospitava San Francesco. Venne trasformato in cappella per volere di San Bonaventura intorno al 1260 ed fu definitivamente ampliata formando l'attuale "Cappella delle Rose", da San Bernardino da Siena, nel 1440 circa. Sotto l'altare della cappella, accanto alla statua del Santo in preghiera, si trovano i resti delle travi che formarono il pulpito dal quale egli annunciò, in presenza dei vescovi dell'Umbria, la grande Indulgenza della Porziuncola




All'inizio del 1209 Francesco assieme ai suo adepti si riunì così in una capanna nella località di Rivotorto, nella pianura sottostante la città di Assisi, presso la Porziuncola, iniziando così la prima scuola di formazione dove oltre ad insegnare i suoi principi fondamentali istruì i discepoli alla questua per sostenersi e per riparare le chiese danneggiate.

Dove passò portò la benedizione di Dio: la pace fra le fazioni e l'amore fra i nemici: convertì peccatori, salvò miserabili, protesse oppressi.

San Francesco
autore Cigoli anno tra il 1597 e il 1599 titolo San Francesco


I tre voti francescani, obbedienza, povertà e castità, non erano pesi che il figlio di Pietro Bernardone prendeva sulle sue grame spalle e che imponeva ai compagni d'avventura. Al contrario, quei voti rendevano lui e i suoi seguaci più presti e leggeri. L'obbedienza scioglieva da ogni dubbio; la povertà liberava da ogni cupidigia; la castità sollevava da ogni impegno carnale. I vizi contrari a quei voti, cioè la superbia, l'avarizia e la lussuria, erano tre mostruose fibbie, che imbrigliavano l'uomo mondano.

Benedetto dal papa, estese ovunque ed a tutti la sua opera; istituì le Clarisse; fondò e diffuse il Terz'Ordine. Andò in Egitto e Palestina per far cessare le ostilità tra i due popoli, mandò apostoli dappertutto a portare «pace e bene ».

Alla Verna, Dio impresse sul suo servo fedele il segno del suo amore: le sacre stimmate.

Compose laudi in onore del suo Dio perchè esclamava: « L'amore non è amato, l'amore non è amato! ». Morì, benedicendo i suoi figliuoli e la sua cara città di Assisi, il 3 ottobre 1226.

Fu chiamato il più santo degli Italiani, e il più Italiano dei santi; assieme a S. Caterina da Siena è il grande protettore della nostra amata patria.

PRATICA. Ad onore di S. Francesco facciamo oggi una mortificazione ed una elemosina.

PREGHIERA. O Dio, che per i meriti di S. Francesco accrescesti la tua Chiesa di una nuova famiglia, concedici di disprezzare a suo esempio le cose terrene, e di poter partecipare alla gioia dei doni celesti.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francésco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.

SAN FRANCESCO E IL NATALE


Per Francesco il Natale era la festa delle feste, appunto perché Dio stesso, con la sua adorabile incarnazione, scendeva in terra, e si faceva fratello degli uomini. Frate, non monaco. L'eterno entrava nel tempo; l'immobile diventava viandante. Dal Natale in poi, tutte le strade sarebbero state come quella d'Emmaus.
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San Francesco Presepe
Il presepe di Greccio di Benozzo Gozzoli,
Chiesa di San Francesco, Montefalco



SAN FRANCESCO E GLI ANIMALI


San Francesco chiamava gli animali «i nostri fratelli più piccoli». Per loro aveva le attenzioni più delicate. Voleva scrivere a Federico II perché con un editto stabilisse che a Natale le strade fossero cosparse di granaglie e di grano per gli uccelli: anch'essi dovevano gioire per la nascita del Redentore. Perché non fossero calpestati, scansava dai sentieri i vermi. A Sant'Angelo in Pantanelli, presso Orvieto, viene mostrato tuttora uno scoglio sul Tevere, dal quale avrebbe gettato nel fiume dei pesci che gli erano stati regalati.
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San Francesco e gli animali


LA CROCE TAU


San Francesco aveva molto a cuore questo simbolo per via della forte somiglianza con la croce, tanto che rivestì un ruolo rilevante nella sua vita così come nei suoi gesti. Nel TAU si identificava la forza salvatrice e veniva rappresentata la beatitudine della povertà, uno dei pilastri fondamentali della vita francescana. Il TAU era il simbolo rivelatore di una convinzione spirituale profonda che vede nella croce di Cristo l’unica possibilità di salvezza di ogni uomo. “Con tale sigillo, san Francesco si firmava ogniqualvolta o per necessità o per spirito di carità, inviava qualche sua lettera” (FF 980); “Con esso dava inizio alle sue azioni” (FF 1347).

La croce TAU
La croce TAU


I "FIORETTI" DI SAN FRANCESCO


  Come Santo Francesco convertì tre ladroni micidiali, e fecionsi frati; e della nobilissima visione che vide l'uno di loro,il quale fu santissimo frate.

Santo Francesco andò una volta per lo distretto del Borgo a Santo Sipolcro, e passando per uno castello che si chiama Monte Casale, venne a lui uno giovane nobile e molto dilicato, e dissegli: "Padre, io vorrei molto volentieri essere de' vostri frati". Rispuose Santo Francesco: "Figliuolo, tu se' giovane, dilicato e nobile: forse che tu non potresti sostenere la povertà e l'asprezza nostra". Ed egli: "Padre, non sete voi uomini come io? dunque, come la sostenete voi, così potrò io colla grazia di Cristo". Piacque molto a Santo Francesco quella risposta; di che benedicendolo, immantanente Io ricevette all'ordine e puosegli nome frate Agnolo. E portassi questo giovane sì graziosamente che ivi a poco tempo santo Francesco il fece guardiano nel luogo detto di Monte Casale. continua >>


CANTICO DELLE CREATURE



San Francesco Giotto
autore: Giotto anno 1292-1296 titolo La predica agli uccelli (Storie di san Francesco)



Altissimu; onnipotente bon Signore,
  tue so' le laude, la gloria e l'onore et orme benediczione.
  Ad te solo, Altissimo, se confano et nullu omu ène dignu te mentovare.

Laudato si, mi Signore, curo tucte le tue creature,
  spezialmente messor lo frate sole,
  lo quale jorna, et allumini per lui;
  et ellu è bellu e radiante rum grande splendore;
  de te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si, mi Signore, per sora luna e le stelle;
  in celo l'hai formate clarite et preziose et belle.

Laudato si, mi Signore, per frate vento
  et per aere et nubilo et sereno et orme tempo,
  per le quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si, mi Signore, per sor'acqua,
  la quale è multo utile, et umele, et preziosa et casta.

Laudato si, mi Signore, per frate focu,
  per lo quale ennallumini la nocte,
  et elio è bellu, et jucundo. et robustoso et forte.

Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre terra,
  la quale ne sustenta e governa,
  e produce diversi fructi, con coloriti fiori et erba.

Laudato si, mi Signore, per quilli che perdonano per lo tuo amore
  e sostengo infirmitate et tribulazione.
  Beati quilli che sosterranno in pace,
  ca de te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si, mi Signore, per sona nostra morte corporale,
  da la quale nullu orno vivente pò scappare.
  Guai a quilli che morrano ne le peccata mortali.
  Beati quilli che se trovarà ne le tue sanctissime voluntati;
  ca la morte secunda no '1 farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore, e rengraziate.
  e serviteli cum grande umilitate.

Versione italiana

«Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l'onore e ogni benedizione.

A te solo, o Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti.

Lodato sii, mio Signore, insieme a tutte le creature, specialmente per il signor fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite lui ci dai la luce. E lui è bello e raggiante con grande splendore: te, o Altissimo, simboleggia.

Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai create, chiare preziose e belle.

Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l'aria e per il cielo; per quello nuvoloso e per quello sereno, per ogni stagione tramite la quale alle creature dai vita.

Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.

Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte. Egli è bello, giocondo, robusto e forte.

Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti, con fiori variopinti ed erba.

Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore, e sopportano malattie e sofferenze.

Beati quelli che le sopporteranno serenamente, perché dall'Altissimo saranno premiati.

Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare, guai a quelli che moriranno mentre sono in peccato mortale.

Beati quelli che troveranno la morte mentre stanno rispettando le tue volontà. In questo caso la morte spirituale non procurerà loro alcun male.

Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.»

TESTAMENTO DI SAN FRANCESCO (1226)



Tomba di San Francesco


Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza cosi: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo. continua >>



PREGHIERA SEMPLICE



San Francesco di Cimabue
autore: Cimabue anno 1285-1288 titolo Particolare nella Maestà di Assisi



Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch'io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:

Sì è: Dando, che si riceve:
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen.


BENEDIZIONE A FRATE LEONE



Benedizione a Frate Leone


Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.
Il Signore ti dia la sua grande benedizione.

Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur
tui convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem
Dominus benedicat frater Leo, te
Benedicat, benedicat,
benedicat tibi Dominus
et custodiat te Frater Leo, te



Benedizione di San Francesco


FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA


Dolce è sentire
Come nel mio cuore
Ora umilmente
Sta nascendo amore
Dolce è capire
Che non son più solo
Ma che son parte di una immensa vita
Che generosa
Risplende intorno a me
Dono di Lui
Del Suo immenso amore
Ci ha dato il Cielo
E le chiare Stelle
Fratello Sole
E Sorella Luna
La Madre Terra
Con Frutti, Prati e Fiori
Il Fuoco, il Vento
L'Aria e l'Acqua pura
Fonte di Vita
Per le Sue Creature
Dono di Lui
Del suo immenso amore
Dono di Lui
Del suo immenso amore


 


✝ Pensiero del 04 ottobre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

03 - 04 ottobre SAN FRANCESCO D'ASSISSI

San Francesco, è il Santo dell'amore fraterno, della semplicità e della gioia.

Nella Memoria del compleanno di SANTA GIANNA BERETTA MOLLA GIOVANNA FRANCESCA

Martedì – 27.a Tempo Ordinario – SAN FRANCESCO D’ASSISI – Patrono d’Italia – P

Francesco, il “poverello di Assisi”, è il santo più celebre, ammirato e amato in tutto il mondo, anche in ambienti assai lontani dalla Chiesa cattolica e perfino dalla cultura cristiana e occidentale, come il lontano Oriente. Ma ciò che lo rende così sorprendente agli occhi di uomini e donne di ogni epoca e cultura è proprio il fatto che, con la sua personale esperienza di vita, fondata sull’umiltà e sulla semplicità, è stato forse il più fedele imitatore di Cristo, oltre che fedele annunciatore del messaggio evangelico. Dopo una vita giovanile spensierata e mondana, si converti al Vangelo vivendo con estrema coerenza lo spirito delle beatitudini. Attratti dalla forza del suo esempio, molti lo seguirono e, in un’epoca difficile, la loro predicazione si diffuse via via ovunque, contribuendo al rinnovamento della Chiesa. Portò nel suo corpo i segni della Passione. Fu ispiratore e padre delle famiglie religiose maschili e femminili che da lui prendono il nome. Pio XII lo proclamò patrono d’Italia il 18 giugno 1939.

Meditazione sul Vangelo di Mt 11, 25-30

Povero per amore.

San Francesco è uno dei santi più amati in assoluto. La sua storia e il suo messaggio affascinano anche i non credenti. La sua bontà, il suo distacco dalle cose materiali e la sua carità fanno di lui una figura piena di incanto e di fascino. Nato in una famiglia assai agiata, viveva spensieratamente insieme ai suoi coetanei. Convertito dalla Parola di Dio, si spoglia letteralmente di tutto, perfino dei suoi vestiti e della sua eredità, e ascolta la voce di Cristo che lo chiama a “riparare la mia Chiesa che va in rovina”. Presto si uniscono a lui sette compagni, che danno inizio ad una vita di comunità. Con il motto “Pace e bene”, diede origine ad uno degli ordini religiosi che più hanno contribuito e contribuisce tuttora, nella Chiesa, all’edificazione del Regno di Cristo.

Dio permette che vi siano situazioni difficili e dolorose nella vita degli uomini, come in quella di san Francesco, come momento di purificazione, di distacco da se stessi e come richiamo forte alla nostra anima. L’esempio di Cristo ci mostra che Egli viveva con distacco e abnegazione la sua esistenza terrena, tutto orientato a compiere la volontà di Dio e a portare la salvezza all’umanità, che nel suo egoismo e nella sua superbia voleva prescindere da Dio. Ciascuno deve accettare con umiltà e con generosità la realtà del proprio essere, della propria vita, così come Dio l’ha creato e amato, nella continua lotta, a volte drammatica, tra lo spirito e la carne, tra il bene e il male. Il Signore permette che viviamo in questa tensione, affinché raggiungiamo il distacco da noi stessi e dai beni terreni, e sappiamo guardare al bene della nostra anima, che è immortale. Scegliere Cristo significa far sì che nella nostra vita non vincano il male, il mondo e la carne, consapevoli che a Dio piace più una lotta incessante che una vittoria facile.

Martedì 4 Ottobre 

S. FRANCESCO D’ASSISI, patrono d’Italia (f); S. Petronio; S. Aurea

27.a del Tempo Ordinario

Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30

Tu sei, Signore, mia parte d'eredità

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

(Matteo 11,25)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 15)
Rit: Tu sei, Signore, mia parte d'eredità.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
«Nelle tue mani è la mia vita».


Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.

(Matteo 11,25)

03 ottobre, 2022

✝ Pensiero del 03 ottobre 2022



S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella memoria del compleanno del GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO

AUGURI DI CUORE MIA DOLCISSIMA CREATURA TI AMO

Meditazione sul Vangelo di Lc 10, 25-37

Chi è il mio prossimo?

Il vangelo di oggi ci presenta la celebre parabola del buon samaritano: un uomo viene assalito da alcuni banditi, che lo rapinano e lo abbandonano mezzo morto al margine della strada. Si trovano a passar di lì un sacerdote ed un levita, irreprensibili per la legge ebraica, ma i loro pregiudizi e il loro cuore indurito li portano a passare oltre, senza esitazioni. Poi, giunge un samaritano, cioè un rappresentante di una etnia disprezzata dai giudei; eppure, proprio questi ha compassione e misericordia di quel poveretto, che per lui non è un avversario, ma soltanto il suo prossimo. Quel samaritano e quello sventurato sono uomini che Dio ama, perché sono opera delle sue mani, come lo siamo pure noi. Saremmo capaci di fare altrettanto?

Molte volte ci domandiamo cosa fare, in quale direzione camminare per vivere secondo Dio in questo mondo, che pare essersi dimenticato di Lui. La domanda non è nuova: nel Vangelo di oggi vediamo che fu già posta proprio al Maestro. Anche i grandi santi gliela rivolsero: “Signore, cosa vuoi che faccia?”. Ogni santo ha vissuto nell’impegno ad amare Dio sempre più, trasformandosi in un “altro Cristo”, sapendo vedere il volto di Dio in ogni creatura, come un riflesso della sua Gloria. I santi hanno tentato di vivere il vangelo come uno splendido dono e come un dono tanto immenso, non possiamo far altro che vivere amando Dio e le altre creature. Per questo la Chiesa, quando porta “agli onori dell’altare” un cristiano, lo fa con l’intento di mostrarci qual è la strada che ogni credente deve percorrere per giungere alla meta della beatitudine celeste. Il Vangelo di oggi ha suscitato sempre un grande fascino in tutti gli uomini, anche in coloro che non credono. Certamente, la carità disinteressata che sa guardare oltre le differenze di razza e di religione, se operata nel nome di Gesù, è capace di attrarre verso l’Amore che l’ha suscitata. Anche noi, illuminati dalla parabola evangelica, siamo chiamati a guardare all’amore misericordioso di Dio che non ricorda le nostre mancanze, se chiediamo perdono e ritorniamo a Lui.

Lunedì 3 Ottobre 2022

S. Gerardo di Brogne; S. Candida; S. Dionigi l’Areopagita

27.a del Tempo Ordinario

Gal 1,6-12; Sal 110; Lc 10,25-37

Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 110)
Rit: Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
Grandi sono le opere del Signore:

«Le ricerchino coloro che le amano».


Le opere delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine.

Mandò a liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
La lode del Signore rimane per sempre.

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)