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07 giugno, 2024

✝ Pensiero del 07 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU, hai avuto un cuore, puro e generoso, come quello di Gesù.

Barbara

Versetto del Giorno

Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.

Salmo 19:9


Venerdì – 9.a Tempo Ordinario –  SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ Solennità

Meditazione del Vangelo di Gv 19, 31-37

Guarderanno a Colui che hanno trafitto.

La Chiesa celebra oggi la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Il Cuore di Cristo è il segno del suo immenso amore per noi. La liturgia richiama l’immagine del cuore per celebrare le grandi opere dell’amore e l’abbondanza dei doni che vengono da Gesù. Ma celebrare tale festa significa anche accendere in noi la risposta del nostro amore per Lui. Dal Corpo di Gesù crocifisso e percosso con un colpo di lancia al costato sgorgano sangue e acqua. Il sangue richiama il sacrificio di Cristo e l’acqua è il simbolo dello Spirito Santo promesso da Gesù, proprio come frutto della sua morte e del suo conseguente innalzamento.

Cosa mi rivela di Gesù il brano evangelico di oggi? Anzitutto, quel sangue che esce dalla ferita mi dice che Egli è davvero morto; che Gesù, il buon Pastore, ha veramente dato la sua vita per i suoi amici, che ha davvero amato i suoi che erano nel mondo, sino al dono totale di sé. È il senso fondamentale che ha il sangue per l’evangelista Giovanni: non proviene dal puro dato di cronaca, ma c’è sempre qualcosa in più che rivela la vera identità di Gesù. E così anche l’acqua che esce con il sangue. Ora, l’acqua che esce dal costato di Cristo è un’acqua che dona la salvezza; essa è segno dello Spirito Santo. Oramai è Gesù stesso il vero, nuovo e definitivo tempio di Dio, il vero e unico luogo di incontro con il Padre, Colui che ridona la vita mediante il suo Spirito. Se il sangue dice che Gesù, morendo, mi dona la vita, l’acqua dice che il suo andare al Padre ci dona lo Spirito. Gesù dunque è il tempio, ma è anche la vittima del sacrificio, quella vittima che i membri dell’Alleanza dovranno mangiare per entrare in comunione vitale con Dio. E c’è ancora di più: senza Gesù non è possibile la salvezza, né la speranza. Qui l’evangelista guarda al futuro e cita un altro passo della Scrittura: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» (Zac 12,10). Nel contesto del libro di Zaccaria il tema del “Trafitto” non è disgiunto da quello del “Pastore rifiutato” da Israele. Anche in Giovanni è così. Chi muore sulla croce è Gesù, il buon Pastore. La citazione del profeta dice la fede e la speranza dell’evangelista, i cui effetti egli già tocca con mano nella sua comunità: «Sono molti, infatti, coloro che guardano il Trafitto e che trovano in Lui – e che ancora lo troveranno nei secoli – il centro della loro unità».

Dopo la crocifissione di Cristo, si poteva pensare che la vita sarebbe continuata normalmente. Invece, a causa di questa morte non comune, nulla ormai poteva essere come prima, per Israele come per il resto del mondo.
Sulla croce c'era la vittima dell'espiazione, che aveva offerto liberamente tutta la sua vita. Anche nella morte, Gesù diede qualcosa di se stesso: 
«sangue ed acqua». Sulla croce si trova esposta tutta una vita d'amore incondizionato, ed è per noi il segno supremo del mistero di Dio, che è amore. Dovremmo sempre fare con attenzione il segno della croce. Gesù aveva mostrato l'amore profondo di Dio per noi, di cui egli stesso era stato la prova vivente. La generosità assoluta di Cristo, insieme umana e divina, proviene dal profondo del suo essere: si potrebbe dire che essa ha le radici nel suo cuore.

La nostra religione deve comprendere un elemento di devozione, cioè un attaccamento diretto ed ardente all'umanità di Cristo. Per vivere pienamente una vita cristiana, non basta semplicemente credere in alcuni dogmi, far parte di una comunità, comportarci bene: «La Chiesa è nata dal costato aperto di Cristo e dipende da lui per la sua stessa esistenza».


Venerdì 07 Giugno 
SACRO CUORE DI GES
Ú (anno B) (s)

S. Antonio M. Gianelli; S. Colman; B. Anna di S. Bartolomeo

Os 11,1.3-4.8c-9; Cant. Is 12; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(Matteo 11,29)

oppure

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(I Giovanni 4, 10)

SALMO RESPONSORIALE (Isaia 12,2-6)
Rit: Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele.

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(Matteo 11,29)

oppure

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(I Giovanni 4, 10)

06 giugno, 2024

✝ Pensiero del 06 giugno 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU hai osservato la legge del diritto, con credibilità, volgendo lo sguardo verso Dio, giudicando il peccato e mai il peccatore.

Barbara

Versetto del Giorno

Questo è il mio comandamento: «Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati».

Giovanni 15:12



05 giugno, 2024

✝ Pensiero del 05 giugno 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, l'Amore, e il Perdono, non sono scontati, ma TU, li hai donati, a dismisura che Dio, te ne renda merito.

Barbara


Versetto del Giorno

La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!

Filippesi 4:5

04 giugno, 2024

✝ Pensiero del 04 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, per me, TU sei, il miglior capolavoro che Dio, potesse creare, sulla Terra, insieme ai tuoi cari genitori.

Barbara

Versetto del Giorno

Volgetevi alle mie esortazioni:
«Ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole».

Proverbi 1:23


03 giugno, 2024

✝ Pensiero del 03 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU, SEI CADUTO, PER DIFENDERE I VERI VALORI DELLA VITA.

Barbara


Versetto del Giorno

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.

Galati 5:22-23


Memoria

Nel 1963 in questo giorno, saliva, cielo Angelo Giuseppe Roncalli, Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono


02 giugno, 2024

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Corpus Domini

Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Corpus Domini:   Corpus Domini Nome:  Corpus Domini Titolo:  Solennità del corpo e sangue di Cristo Ricorrenza:  2 giugno  e  30 maggio Tipologia:  Solenni...



✝ Pensiero del 02 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Il Sacrificio, di Gesù, è il Sacrificio di ogni UOMO di buona volontà.

Barbara


Versetto del Giorno
Dio, infatti, non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, d'amore e di saggezza.

II Timoteo 1:7


Domenica – CORPO E SANGUE DI CRISTO Solennità
Meditazione sul Vangelo di Mc 14, 12-16.22-26
Insieme a mensa.
La Chiesa celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. L’Eucaristia è il memoriale della Pasqua e la parola “memoriale” vuol dire non un semplice ricordo, ma una presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo. Celebrando l’Eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, ripresentiamo l’immolazione della croce, dove si è consumato l’Agnello senza macchia, e prendiamo parte alla mensa del Signore. Alla vigilia della sua morte Gesù “mangia la pasqua” con i suoi discepoli. E proprio nella Cena pasquale egli opera la grande sostituzione: ormai non si tratterà più di mangiare l’agnello, ma il suo Corpo immolato sulla croce.
Nella celebrazione dell’Eucaristia Gesù continua a spezzare con noi il suo pane. Ma qual è il senso che egli attribuisce ai suoi gesti? Che cosa ci rivela di sé? Come vive il suo donarsi? La prima finalità e anche il primo effetto dell’eucaristia è quello di unire i fratelli tra di loro, con Gesù e con Dio. Questo è quanto continua a fare ancora oggi il Signore, che è sempre presente nella comunità. La questione è se noi ci rendiamo presenti a Lui. In questo brano evangelico Gesù appare in una dimensione “verticale”: è totalmente teso verso Dio e ha tra le mani il frutto del lavoro umano. Gli elementi del pane e del vino sono così inseriti in una dimensione trascendentale. Ora, chi è totalmente teso verso Dio è anche totalmente aperto agli uomini. Un atteggiamento orizzontale che crea fraternità nasce da quello verticale. Gesù, infatti, appare subito teso verso i suoi discepoli: il dire, il dare, lo spezzare il pane, l’uso dell’“io” e del “voi”, il ricevere e accogliere il suo dono, sono tutti gesti che creano una situazione dialogica, che non consiste necessariamente in parole, ma esprime di fatto che si è mutuamente presenti gli uni agli altri. Come Gesù dona se stesso? Come vittima innocente! E chi è Gesù per i “molti”? Un sacrificio di alleanza. Istituendo l’Eucaristia, Gesù si dimostra cosciente del suo destino. Egli sa dove va, sa che gli eventi precipitano e che la morte è vicina, e si manifesta disposto ad affrontarla – se lo esige il compimento della sua missione – nella speranza. Egli ha la certezza che il suo sacrificio non è vano, ma aperto alla piena realizzazione del Regno. E così pure noi cristiani sappiamo che la celebrazione eucaristica ci apre verso il futuro e definitivo Regno di Dio, perché la celebriamo “in attesa della sua venuta”.
Gesù ci ha promesso di stare con noi fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Egli ha mantenuto la sua parola in molti modi. Egli è con noi nella sua parola, che è sempre una parola viva e santa, che conduce al Padre chi ad essa si affida. Egli è presente, ancora di più, nel sacramento del suo corpo e del suo sangue. E ciò merita certo una festa. Questo sacramento ci colma, innanzi tutto perché fa arrivare fino a noi l'incarnazione del Verbo divino: Dio continua a venire per restare. Non ci abbandonerà più. In secondo luogo, questo sacramento ci nutre: alimenta in noi quella vita divina che è la nostra vera vita, poiché è eterna. Questo sacramento, infine, ci fa vedere, sotto forma di pane e di vino, colui che gli apostoli hanno visto, ma, proprio come Gesù di Nazareth, non era visto da tutti come il Messia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue non convince tutti. Per chi si ferma alle apparenze, tale sacramento non costituisce una prova, poiché ciò che si vede non basta. Infatti, si vede solo ciò che si lascia vedere. Per il credente invece, cioè per chi si lascia raggiungere dall'amore di Dio, questo sacramento è il più grande fra i segni, il segno che mette in comunione con Gesù stesso. Il credente è da esso trasfigurato, il suo peccato è purificato, grazie ad esso pregusta il banchetto promesso: quello delle nozze del Figli.

Domenica 02 Giugno 
CORPO E SANGUE DI CRISTO (S) (anno B)
Ss. Marcellino e Pietro (mf); S. Eugenio I; S. Erasmo
Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51

SALMO RESPONSORIALE (Samo 115)
Rit: Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
ed invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
«Tu hai spezzato le mie catene».

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
ed invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

(Giovanni 6,51)



01 giugno, 2024

✝ Pensiero del 01 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Dio, dona la vita, a chi si dona per Amore, come hai fatto anche TU. Grazie di cuore

Barbara

Versetto del Giorno

Ai derelitti Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri; solo i ribelli abbandona in arida terra.

Salmo 68:7


31 maggio, 2024

Visitazione della Beata Vergine Maria

 Visitazione della Beata Vergine Maria

autore: Frans Francken II anno: 1618 titolo: La visita di Maria ad Elisabetta luogo: Chiesa di San Paolo, Anversa

Nome: Visitazione della Beata Vergine Maria
Titolo: Visita di Maria a Elisabetta
Ricorrenza: 31 maggio
Tipologia: Festa


Quando la Vergine seppe dall'Arcangelo Gabriele che era prossima a divenire madre del Precursore, fu stimolata interiormente dallo Spirito Santo a recarsi alla casa di sua cugina S. Elisabetta, in dolce attesa del Giovanni Battista, per apportarvi i primi frutti della redenzione. Il viaggio da Nazareth, dove abitava la SS. Vergine, fino alla città di Ebron dove stava Elisabetta era di 69 miglia circa. Le montagne e la cattiva stagione rendevano più incomodo tale percorso. Tuttavia la B. Vergine si pose in cammino con sollecitudine, come nota il Vangelo, spinta da quella grande carità che ardeva nel suo cuore. Ella incominciava allora la sua missione di dispensiera di tutte le grazie.

Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla cugina, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: « Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto ».

Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell'Ufficio divino.

Magnificat Visitazione


L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.


Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell'avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo.

Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla cugina tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere.

Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l'anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l'amore a Maria vi è ogni bene, perché Ella porta con sé Gesù, vera pace dell'anima.

PRATICA. Sull'esempio di Maria proponiamo di essere umili e caritatevoli verso il prossimo.

PREGHIERA. Deh! Signore, accorda ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinché come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità della sua Visitazione aumenti la loro pace.

MARTIROLOGIO ROMANO. Visitazione della beata Vergine Maria ad Elisabétta.



ICONOGRAFIA


Nell'iconografia della Visitazione viene sempre raffigurate il momento in cui la Vergine che, come descritto nei Vangeli, incontra Elisabetta. Le due donne tradizionalmente si vendono salutarsi con un inchino formale e una stretta di mano, a volte salutarsi da lontano, o ancora abbracciarsi, oppure santa Elisabetta può inginocchiarsi davanti a Maria. In gran parte delle opere le donne sono sole, accompagnate dai mariti o anche da altri personaggi tra cui le due donne che assisteranno la Vergine durante il parto. Elisabetta è di norma effigiata come una donna anziana, in contrasto con la giovane Maria. Malgrado le parole del Vangelo, la scena è raffigurata il più delle volte all’aperto.

La Visitazione
titolo La Visitazione
autore Raffaello Sanzio anno 1517


Uno delle più celebri opere dedicate alla Visitazione è senza dubbio quella di Raffaello Sanzio. Il pittore marchigiano ritrae la figura monumentale di sant'Elisabetta che incede verso Maria incinta. La prima è anziana e nella sua concitazione si legge tutta la sorpresa per la miracolosa gravidanza che l'ha riguardata in età così avanzata. La scena è ambientata in un luminoso paesaggio, con il Battesimo di Cristo sullo sfondo, corredato da una sfolgorante apparizione del Creatore tra angeli.

Visitazione
titolo Visitazione
autore Lagrenée il primogenito anno XVIII sec


Bellissima anche la tela di Lagrenée, Louis-Jean-François, pittore francese del XVIII sec, dove raffigura Elisabetta con la Vergine e probabilmente Zaccaria e San Giuseppe.

Visitazione
titolo Visitazione
autore Federico Barocci anno 1583


Nella splendida tela di Federico Barocci, pittore nativo di Urbino attivo a Roma per gli Oratoriani della Chiesa di Santa Maria in Vallicella, viene raffigurata l'atmosfera domestica, questa volta sotto un portico, dove l'artista traduce, in un tono facile e comprensibile, quella felice occasione che è familiare per le due donne. Federico Barocci aveva studiato diligentemente la sua creazione: dalla prospettiva e dal brano architettonico che sotto ad un arco sfonda su un paesaggio suggestivo, alla modulazione morbida e cangiante dei colori e dei rapporti chiaroscurali, quindi alle fisionomie gaie e ai gesti naturali e spontanei.

Visitazione
titolo Visitazione
autore Francisco Rizi anno circa 1663


Un altro elemento che viene spesso rappresentato nella scena è l'asino che san Giuseppe cercò in prestito per portare tutto il bagaglio e la sua santissima sposa, Regina dell'intero creato. L'animali è ben visibile nella meravigliosa tela di Francisco Rizi, artista spagnolo del XVII, dove sono presenti anche San Giuseppe e Zaccaria. Nell'opera Elisabetta abbraccia affettuosamente la vergine per ringraziare Maria della visita.

✝ Pensiero del 31 maggio 2024

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, ti salutiamo oh piena di grazia, in te confidiamo.

Barbara

Versetto del Giorno

In verità, in verità vi dico: «Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Giovanni 13:20


30 maggio, 2024

Memoria FESTA DEL NOME JANNY – Janny Brandes-Brilleslijper

 Memoria

FESTA DEL NOME JANNY – Janny Brandes-Brilleslijper


Auguri di cuore, ad Janny Brandes-Brilleslijper, per il suo onomastico.




Corpus Domini

 Corpus Domini


Nome: Corpus Domini
Titolo: Solennità del corpo e sangue di Cristo
Ricorrenza: 2 giugno e 30 maggio
Tipologia: Solennità

autore: Miguel Cabrera anno: 1705 titolo: Allegoria della Santa Eucaristia luogo: Museo Blaisten, Messico


«Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito».

Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell'Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.

Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.

Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l'innocente Gesù soffrì per amor nostro.

Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».

Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?

Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte... dobbiamo toglierlo dal mondo... », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.

« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d'amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.

Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».

Ecco compiuta l'istituzione del Sacramento dell'amore, l'Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.

I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.

Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.

Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d'amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino.

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione.

ORIGINI DELLA FESTA



La ricorrenza deve le sue radici nell'ambiente della Gallia belgica grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne priora nel Monastero di Monte Cornelio a Liegi che nel 1208 vide durante un'estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini. La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l'ottava della Trinità.

Tuttavia, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l'antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263.

Si racconta che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell'Eucarestia, nello spezzare l'ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall'ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico e alcune pietre dell'altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.

Venuto a conoscenza dell'accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l'11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla "Transiturus" che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini i quali negavano il Sacramento dell'Eucaristia.

Santa Giovanna d'Arco

 Santa Giovanna d'Arco

autore: Jean-Auguste-Dominique Ingres anno: 1854 titolo: Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims luogo: Museo del Louvre

Nome: Santa Giovanna d'Arco
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Jeanne d'Arc
Nascita: 1412, Domrémy, Francia
Morte: 30 maggio 1431, Rouen, Francia
Ricorrenza: 30 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
18 aprile 1909, Roma, papa Pio X
Canonizzazione:
16 maggio 1920, Roma, papa Benedetto XV


S. Giovanna nacque l'anno 1412 nel remoto villaggio di Domrémy, dolcemente adagiato sulle sponde della Mosa. Crebbe pura come un giglio, semplice ed incline alla vita austera e penitente: le sue compagne, che la vedevano condurre il gregge al pascolo, non avrebbero certo immaginato quale avvenire straordinario l'attendeva.

Visione di Santa Giovanna d'Arco
Visione di Santa Giovanna d'Arco

Un giorno, mentre recitava l'Angelus, la fanciulla udì dalla parte della chiesa una voce pronunciare distintamente il suo nome: « Giannetta, Giannetta! ». La voce era così penetrante e soave, che la fanciulla si commosse fino alle lacrime. Volse lo sguardo verso il santuario, e vide una gran luce: un personaggio dalle fattezze nobili e graziose, accompagnato da una legione di esseri angelici, ripetè: « Giannetta, Giannetta, sii buona, pia, ama Dio e frequenta la chiesa ». Le apparizioni si ripeterono e in Giovanna crebbe il desiderio d'essere più perfetta e di abbandonarsi all'azione della grazia: Dio le affidava la salvezza della Francia.

Giovanna, conosciuta la sua missione, si raccolse per un istante, levò gli occhi al cielo, poi chinando la fronte soffusa dal rossore e giunte la mani sul seno, esclamò: « Sia fatta la volontà di Dio ». Vinta dopo lungo tempo l'opposizione della famiglia, l'inerme fanciulla si presentò al re Carlo VII, nella città di Chinet.

Ivi tutti erano in preda allo scoraggiamento. Il nemico vinceva; la bandiera inglese sventolava già sulle torri di Parigi: l'ultima speranza era Orléans, ma anch'essa era assediata; espugnata questa, la Francia sarebbe stata inghiottita dall'imperialismo inglese. Giovanna, forte della protezione divina, dopo infinite difficoltà e diffidenze, ebbe il comando di uno scaglione di truppe; ella riordinò quelle poche milizie, fece pregare il Signore, Dio degli eserciti, e mosse contro il nemico che tosto fu sconfitto.

Vinse ripetutamente e liberò Orléans dove entrò entusiasticamente acclamata. La nazione si riscosse, tornò la speranza, ed il nome della giovane guerriera corse su tutte le labbra. A Reims fece incoronare il re, ed ella, chiamata d'ora in poi « Pulzella d'Orléans », venne nominata Contessa del giglio.

Morte di Giovanna d'Arco
titolo Morte di Giovanna d'Arco
autore Eugène Lenepveu anno 1886-1890

Riprese poi le armi e si volse verso Parigi: vinse ancora e fu di nuovo il terrore degli Inglesi; ma il giorno nero venne. Dopo aspra ed infelice battaglia, a Compiègne, la giovane, tradita dai generali invidiosi, cadde nelle mani dei nemici. Aveva 18 anni. Le vendette e le ingiurie a cui soggiacque sono indicibili. L'infame processo che ne seguì fu tra le più abominevoli ingiustizie che si siano mai commesse contro un innocente e coperse di eterna infamia i giudici iniqui. Fu condannata ad essere arsa viva come « eretica, recidiva, apostata, idolatra ». 

Abbandonata da tutti e assistita soltanto da un religioso, la prigioniera salì il patibolo baciando il Crocifisso. Le fiamme che avvolsero ed arsero la verginella posero fine alle sue sofferenze. Era il 30 maggio 1431. Le sue ceneri furono gettate nella Senna dal Pont Mathilde

L'innocenza di S. Giovanna d'Arco brillò fulgida al mondo intero, quando San Pio X, il 18 aprile 1919, l'innalzò alla gloria degli altari e il giorno 16 maggio 1920 Benedetto XV Papa la dichiarò santa.  Nel 1922 fu proclamata patrona della Francia.

PRATICA Quando Gesù parla, rispondiamo con il regale Profeta: «Pronto è il mio cuore, o Dio » (Salmo 56).

PREGHIERA. Dio, che a difendere la Chiesa e la patria suscitasti prodigiosamente la beata Giovanna, deh! fà, per la sua intercessione, che la tua Chiesa, superate le insidie dei nemici, goda perpetua pace.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Rouen santa Giovànna d'Arco Vergine, detta la Pulzella d'Orléans, la quale, avendo combattuto strenuamente per la sua patria, in fine, consegnata nelle mani dei nemici, fu con iniquo giudizio condannata ed arsa sul rogo, e dal Sommo Pontefice Benedétto decimoquinto fu ascritta nel numero dei Santi.

LA DEVOZIONE DI SANTA GIOVANNA D'ARCO

Santa Giovanna d'Arco, dalla sua infanzia fino alla sua santa morte, ebbe la più grande devozione per quello che si chiamava l'« Ave Maria », che è diventato il nostro attuale Angelus e che allora si componeva unicamente di tre Ave Maria.

Santa Giovanna d'Arco e lo stendardo con l'Annunciazione
Santa Giovanna d'Arco e lo stendardo con l'Annunciazione

Inoltre, la nostra santa eroina aveva una devozione particolare per il mistero dell'Annunciazione: era il suo mistero preferito; infatti, lo fece rappresentare sul suo stendardo.

Seguendo il suo esempio, abbiate una grande devozione per l'Ave Maria, specialmente per il Rosario, i tre Ave Maria dell'Angelus, così come i tre Ave Maria del mattino e della sera, per ottenere una buona morte. Aggiungiamo la seguente invocazione, al mattino: « Maria, mia buona Madre, preservami dal peccato mortale durante questo giorno » e, alla sera: « Maria, mia buona Madre, preservami dal peccato mortale durante questa notte ».

ICONOGRAFIA

La più antica raffigurazione di Giovanna D’Arco, presente in un registro della città d’Orleans da Clément de Fauquembergue, è costituita da un disegno ad inchiostro realizzato il 10 maggio 1429 quando la giovane cacciò gli inglesi dalla città e dalle campagne circostanti. Giovanna è raffigurata come una fanciulla dai capelli mossi sciolti sulle spalle ed un elegante vestito femminile; la giovane brandisce un massiccio spadone e il sacro stendardo del suo esercito. 

Santa Giovanna D'Arco
titolo Santa Giovanna D'Arco
autore Ignoto anno 1429


Giovanna è da sempre un soggetto molto amato nella storia dell’arte, nelle opere più famose è raffigurata come una giovane donna dai capelli sciolti fin sulle spalle, con l'armatura e l’oriflamme, lo stendardo del re di Francia in sella ad un maestoso cavallo. Un classico esempio lo possiamo trovare nell'opera di Jean Jacques Scherrer "L’entrata di Giovanna D’Arco a Orléans".

L’entrata di Giovanna D’Arco a Orléans
titolo L’entrata di Giovanna D’Arco a Orléans
autore Jean Jacques Scherrer anno 1887


Oltre alla sua classica raffigurazione Santa Giovanna è rappresentata spesso durante i momenti della sua vita di maggior rilievo. Nell'opera di Michael Eugene Thirion, pittore parigino dell'800, "Giovanna e l’Arcangelo" risalente al 1876, si nota il momento in cui viene svelato alla giovane il suo futuro di condottiera. Giovanna è al centro della tela con occhi terrorizzati che fissano l’osservatore rivelando uno suo stato d’animo scosso dall’apparizione. Al di sopra di Giovanna, l'arcangelo che indossa un vestito di azzurro e le sussurra qualcosa all’orecchio. Giovanna è una ragazzina non troppo avvenente, scalza e vestita da contadina, ma l’angelo e l’individuo armato raffigurati sopra la sua testa preannunciano per lei un futuro di gloria. L’opera si ispira ad un quadro di Léon François Bénouville.

Giovanna e l’Arcangelo
titolo Giovanna e l’Arcangelo
autore Michael Eugene Thirion anno 1876


Nella tela di Isidore Patrois, altro pittore parigino dell'800, Giovanna è seduta su una panca e indossa la parte superiore di un’armatura e una gonna, con una rozza coperta marrone cerca di proteggersi da due loschi individui che allungano le mani verso di lei sotto la volta cupa di una prigione. I due uomini ridono, ma Giovanna sostiene risoluta il loro sguardo.

Giovanna D’Arco insultata in prigione
titolo Giovanna D’Arco insultata in prigione
autore Isidore Patrois anno 1866


Un’altra scena molto rara riguarda l’interrogazione di Giovanna da parte di un minaccioso soggetto in porpora in Giovanna viene interrogata dal cardinale di Winchester di Paul Delaroche, anche lui artista parigino del 1824. L’immagine del religioso seduto si impone al centro della tela, mentre Giovanna è raffigurata in un angolo ammanettata in precarie condizioni di salute. Alle spalle del religioso, un uomo barbuto si occupa del verbale.

Giovanna viene interrogata
titolo Giovanna viene interrogata
autore Paul Delaroche anno 1824


È estremamente tragico il quadro che raffigura Giovanna D’Arco poco prima che venga acceso il rogo. Questa rappresentazione abbastanza diffusa vede Giovanna, legata stretta al palo con una catena, e vestita con abiti popolari con gli occhi affranti dal dolore. Si tratta dell'opera di Hermann Stilke, artista tedesco dell'800, "La morte di Giovanna d'Arco sul rogo".

La morte di Giovanna d'Arco sul rogo
titolo La morte di Giovanna d'Arco sul rogo
autore Hermann Stilke anno 1843