†
SUB
TUTELA DEI
S.
T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE
ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA
INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato
Caro
Rosario Angelo, Il Sacrificio, di Gesù, è il Sacrificio di ogni
UOMO di buona volontà.
Barbara
Versetto
del Giorno
Dio, infatti, non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma
di forza, d'amore e di saggezza.
II Timoteo 1:7
Domenica – CORPO E SANGUE DI CRISTO Solennità
Meditazione sul Vangelo di Mc 14, 12-16.22-26
La
Chiesa celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. L’Eucaristia è il memoriale della Pasqua e la parola “memoriale” vuol dire non un semplice ricordo, ma una presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo. Celebrando l’Eucaristia noi offriamo il sacrificio della nuova alleanza, ripresentiamo l’immolazione della croce, dove si è consumato l’Agnello senza macchia, e prendiamo parte alla mensa del Signore. Alla vigilia della sua morte Gesù “mangia la pasqua” con i suoi discepoli. E proprio nella Cena pasquale egli opera la grande sostituzione: ormai non si tratterà più di mangiare l’agnello, ma il suo Corpo immolato sulla croce.
Nella celebrazione dell’Eucaristia Gesù continua a spezzare con noi il suo pane. Ma qual è il senso che egli attribuisce ai suoi gesti? Che cosa ci rivela di sé? Come vive il suo donarsi? La prima finalità e anche il primo effetto dell’eucaristia è quello di unire i fratelli tra di loro, con Gesù e con Dio. Questo è quanto continua a fare ancora oggi il Signore, che è sempre presente nella comunità. La questione è se noi ci rendiamo presenti a Lui. In questo brano evangelico Gesù appare in una dimensione “verticale”: è totalmente teso verso Dio e ha tra le mani il frutto del lavoro umano. Gli elementi del pane e del vino sono così inseriti in una dimensione trascendentale. Ora, chi è totalmente teso verso Dio è anche totalmente aperto agli uomini. Un atteggiamento orizzontale che crea fraternità nasce da quello verticale. Gesù, infatti, appare subito teso verso i suoi discepoli: il dire, il dare, lo spezzare il pane, l’uso dell’“io” e del “voi”, il ricevere e accogliere il suo dono, sono tutti gesti che creano una situazione dialogica, che non consiste necessariamente in parole, ma esprime di fatto che si è mutuamente presenti gli uni agli altri. Come Gesù dona se stesso? Come vittima innocente! E chi è Gesù per i “molti”? Un sacrificio di alleanza. Istituendo l’Eucaristia, Gesù si dimostra cosciente del suo destino. Egli sa dove va, sa che gli eventi precipitano e che la morte è vicina, e si manifesta disposto ad affrontarla – se lo esige il compimento della sua missione – nella speranza. Egli ha la certezza che il suo sacrificio non è vano, ma aperto alla piena realizzazione del Regno. E così pure noi cristiani sappiamo che la celebrazione eucaristica ci apre verso il futuro e definitivo Regno di Dio, perché la celebriamo “in attesa della sua venuta”.
Gesù ci ha promesso di stare con noi fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Egli ha mantenuto la sua parola in molti modi. Egli è con noi nella sua parola, che è sempre una parola viva e santa, che conduce al Padre chi ad essa si affida. Egli è presente, ancora di più, nel sacramento del suo corpo e del suo sangue. E ciò merita certo una festa. Questo sacramento ci colma, innanzi tutto perché fa arrivare fino a noi l'incarnazione del Verbo divino: Dio continua a venire per restare. Non ci abbandonerà più. In secondo luogo, questo sacramento ci nutre: alimenta in noi quella vita divina che è la nostra vera vita, poiché è eterna. Questo sacramento, infine, ci fa vedere, sotto forma di pane e di vino, colui che gli apostoli hanno visto, ma, proprio come Gesù di Nazareth, non era visto da tutti come il Messia, il sacramento del suo corpo e del suo sangue non convince tutti. Per chi si ferma alle apparenze, tale sacramento non costituisce una prova, poiché ciò che si vede non basta. Infatti, si vede solo ciò che si lascia vedere. Per il credente invece, cioè per chi si lascia raggiungere dall'amore di Dio, questo sacramento è il più grande fra i segni, il segno che mette in comunione con Gesù stesso. Il credente è da esso trasfigurato, il suo peccato è purificato, grazie ad esso pregusta il banchetto promesso: quello delle nozze del Figli.
Domenica 02 Giugno
CORPO E SANGUE DI CRISTO (S) (anno B)
Ss. Marcellino e Pietro (mf); S. Eugenio I; S. Erasmo
Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore
Io
sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia
di questo pane vivrà in eterno.
(Giovanni
6,51
SALMO
RESPONSORIALE (Samo 115)
Rit:
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Che
cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha
fatto?
Alzerò il calice della salvezza
ed invocherò il nome
del Signore.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte
dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
«Tu
hai spezzato le mie catene».
A te offrirò un sacrificio di
ringraziamento
ed invocherò il nome del Signore.
Adempirò i
miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
Io
sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia
di questo pane vivrà in eterno.
(Giovanni
6,51)
Nessun commento:
Posta un commento