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07 giugno, 2024

✝ Pensiero del 07 giugno 2024

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, TU, hai avuto un cuore, puro e generoso, come quello di Gesù.

Barbara

Versetto del Giorno

Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi.

Salmo 19:9


Venerdì – 9.a Tempo Ordinario –  SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ Solennità

Meditazione del Vangelo di Gv 19, 31-37

Guarderanno a Colui che hanno trafitto.

La Chiesa celebra oggi la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Il Cuore di Cristo è il segno del suo immenso amore per noi. La liturgia richiama l’immagine del cuore per celebrare le grandi opere dell’amore e l’abbondanza dei doni che vengono da Gesù. Ma celebrare tale festa significa anche accendere in noi la risposta del nostro amore per Lui. Dal Corpo di Gesù crocifisso e percosso con un colpo di lancia al costato sgorgano sangue e acqua. Il sangue richiama il sacrificio di Cristo e l’acqua è il simbolo dello Spirito Santo promesso da Gesù, proprio come frutto della sua morte e del suo conseguente innalzamento.

Cosa mi rivela di Gesù il brano evangelico di oggi? Anzitutto, quel sangue che esce dalla ferita mi dice che Egli è davvero morto; che Gesù, il buon Pastore, ha veramente dato la sua vita per i suoi amici, che ha davvero amato i suoi che erano nel mondo, sino al dono totale di sé. È il senso fondamentale che ha il sangue per l’evangelista Giovanni: non proviene dal puro dato di cronaca, ma c’è sempre qualcosa in più che rivela la vera identità di Gesù. E così anche l’acqua che esce con il sangue. Ora, l’acqua che esce dal costato di Cristo è un’acqua che dona la salvezza; essa è segno dello Spirito Santo. Oramai è Gesù stesso il vero, nuovo e definitivo tempio di Dio, il vero e unico luogo di incontro con il Padre, Colui che ridona la vita mediante il suo Spirito. Se il sangue dice che Gesù, morendo, mi dona la vita, l’acqua dice che il suo andare al Padre ci dona lo Spirito. Gesù dunque è il tempio, ma è anche la vittima del sacrificio, quella vittima che i membri dell’Alleanza dovranno mangiare per entrare in comunione vitale con Dio. E c’è ancora di più: senza Gesù non è possibile la salvezza, né la speranza. Qui l’evangelista guarda al futuro e cita un altro passo della Scrittura: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto» (Zac 12,10). Nel contesto del libro di Zaccaria il tema del “Trafitto” non è disgiunto da quello del “Pastore rifiutato” da Israele. Anche in Giovanni è così. Chi muore sulla croce è Gesù, il buon Pastore. La citazione del profeta dice la fede e la speranza dell’evangelista, i cui effetti egli già tocca con mano nella sua comunità: «Sono molti, infatti, coloro che guardano il Trafitto e che trovano in Lui – e che ancora lo troveranno nei secoli – il centro della loro unità».

Dopo la crocifissione di Cristo, si poteva pensare che la vita sarebbe continuata normalmente. Invece, a causa di questa morte non comune, nulla ormai poteva essere come prima, per Israele come per il resto del mondo.
Sulla croce c'era la vittima dell'espiazione, che aveva offerto liberamente tutta la sua vita. Anche nella morte, Gesù diede qualcosa di se stesso: 
«sangue ed acqua». Sulla croce si trova esposta tutta una vita d'amore incondizionato, ed è per noi il segno supremo del mistero di Dio, che è amore. Dovremmo sempre fare con attenzione il segno della croce. Gesù aveva mostrato l'amore profondo di Dio per noi, di cui egli stesso era stato la prova vivente. La generosità assoluta di Cristo, insieme umana e divina, proviene dal profondo del suo essere: si potrebbe dire che essa ha le radici nel suo cuore.

La nostra religione deve comprendere un elemento di devozione, cioè un attaccamento diretto ed ardente all'umanità di Cristo. Per vivere pienamente una vita cristiana, non basta semplicemente credere in alcuni dogmi, far parte di una comunità, comportarci bene: «La Chiesa è nata dal costato aperto di Cristo e dipende da lui per la sua stessa esistenza».


Venerdì 07 Giugno 
SACRO CUORE DI GES
Ú (anno B) (s)

S. Antonio M. Gianelli; S. Colman; B. Anna di S. Bartolomeo

Os 11,1.3-4.8c-9; Cant. Is 12; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(Matteo 11,29)

oppure

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(I Giovanni 4, 10)

SALMO RESPONSORIALE (Isaia 12,2-6)
Rit: Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele.

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(Matteo 11,29)

oppure

Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

(I Giovanni 4, 10)

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