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22 luglio, 2023

✝ Pensiero del 22 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, TU, sei stato un UOMO CREDIBILE, e la Potenza di Dio, ti ha elevato agli onori della Beatitudine Celeste.

Barbara


Versetto del Giorno

La parola della croce, infatti è stoltezza, per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio.

I Corinzi 1:18


Memoria

Santa Maria Maddalena di Màgdala, annunciò, che il Signore è risolto ai discepoli.


Sabato – 15.a Tempo Ordinario – Festa di S. Maria Maddalena di Màgdala
Meditazione del Vangelo di Gv 20,1-2.11-18
Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

Maria di Màgdala è stata descritta come la donna desiderante, eros purificato verso il Cristo sperimentato come sposo. Il riconoscimento del Risorto conduce Maria a convenire il proprio desiderio. Il contatto con “colui che è”, da lei ricercato con “folle” passione, la conduce verso il riconoscimento. Un riconoscimento reciproco (Maria-Maestro) che porta a compimento e a pienezza il suo desiderio. Il cammino percorso da Maria di Màgdala aiuta a rileggere il medesimo desiderio che abita il cuore di ciascuno. L’eros, difatti, è vissuto, per lo più, come ricerca di appagamento egoistico di sé e riduzione dell’altro a oggetto del proprio piacere, della propria felicità. Il cammino di Maria, al contrario, ci conduce a riscoprire il desiderio umano intriso della comunione gloriosa che il Risorto ristabilisce e dona. Cristo risorto ci invita a collocare il desiderio (éros) nell’orizzonte del dono e della comunione (agàpe). La collocazione dell’eros nell’agape offre al cristiano un occhio nuovo per riconsiderare e vivere i propri desideri. È proprio la comunione con il Risorto a nutrire tutto il nostro desiderare. La perfetta reciprocità del riconoscimento tra noi e Lui, è la condizione del compimento del desiderio. Senza una reciproca agape ogni appagamento è destinato a racchiudersi in vuoto narcisismo o ad aprirsi alla prevaricazione. Ogni desiderio è condannato alla mortificazione di sé e dell’altro. L’agape del Risorto, al contrario, appaga il desiderio di vita e di felicità. È possibile, allora, rintracciare l’agape in ogni genere di relazione inscritta nella creaturalità degli affetti; dell’uomo e della donna, del padre e della madre, del figlio e della figlia, del fratello e della sorella, dell’amico e del nemico. Anche le nostre relazioni con il cosmo, con i beni della terra, trattengono l’energia del Risorto. Il cristiano è chiamato ad annunciare questo nucleo agapico, riconsegnando al Risorto ogni legame d’amore, per impedire che le relazioni umane piombino nella degenerazione vuota di un eros ottuso e mistificante.
Marcello Brunin
(Dall’alba al tramonto)
Accanto alla Vergine Madre, Maria Maddalena fu tra le donne che collaborarono all’apostolato di Gesù (Lc 8, 2-3) e lo seguirono fino alla croce (Gv 19, 25) e al sepolcro (Mt 27, 61). Secondo la testimonianza dei vangeli, ebbe il privilegio della prima apparizione di Gesù risorto e dallo stesso Signore ricevette l’incarico dell’annunzio pasquale ai fratelli (Mt 28, 9-10); Gv 20, 11-18).
Il cardinale Carlo Maria Martini al riguardo commentava: «Avremmo potuto immaginare altri modi di presentarsi. Gesù sceglie il modo più personale e il più immediato: l’appellazione per nome. Di per sé non dice niente perché “Maria” può pronunciarlo chiunque e non spiega la risurrezione e nemmeno il fatto che è il Signore a chiamarla. Tutti però comprendiamo che quell’appellazione, in quel momento, in quella situazione, con quella voce, con quel tono, è il modo più personale di rivelazione e che non riguarda solo Gesù, ma Gesù nel suo rapporto con lei. Egli si rivela come il suo Signore, colui che lei cerca».
La prima lettura e il brano evangelico mettono in evidenza la dimensione della ricerca che accomuna il girovagare in città dell’amata del Cantico dei Cantici, che chiede a chi l’incontra se abbia visto «l’amore dell’anima mia», e il domandare della Maddalena a quello che lei crede essere il custode del giardino se sappia dove sia stato posto Gesù̀, «il mio Signore». L’esperienza della ricerca dell’amato, particolarmente sottolineata dai mistici ma caratterizzante ogni itinerario spirituale, talora si incontra con la frustrazione: ciò̀ che si cerca non si trova, ma l’assenza anziché́ spegnere il desiderio lo rende più intenso e struggente, come le lacrime di Maria e il suo sostare davanti alla tomba vuota fanno percepire. Spesso non trovare più ciò̀ che un tempo si trovava in un certo modo è preludio a un salto nel cammino spirituale, che apre a una relazione più profonda col Signore.
L’itinerario di Maria è paradigmatico. Recatasi al sepolcro pensando di trovare il corpo morto di Gesù̀ per abbracciarlo inerme e gelido per l’ultima volta, non lo vede, anche se presente; non lo riconosce, perché́ non è morto, come pensa, ma è vivo e sta parlando con lei. Lo riconosce progressivamente: prima come «maestro», sentendosi chiamare per nome, poi come «Signore», cioè̀ pienamente come Dio, quando, costretta nuovamente da Gesù̀ a vivere l’assenza, non potendolo trattenere, ne ritroverà̀ la presenza annunciandolo agli apostoli.

Sabato 22 Luglio
S. Maria Maddalena (f); S. Gualtiero; B. Agostino da Biella
15.a del Tempo Ordinario
Ct 3,1 – 4a opp. 2Cor 5,14-17; Sal 62; Gv 20,1-2.11-18
Ha sete di te, Signore, l’anima mia

Raccontaci, Maria: 

«Cosa hai visto sulla via?».


La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto.
(Dalla Sequenza pasquale)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 62)
Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:

«La tua destra mi sostiene».


Raccontaci, Maria: 

«Cosa hai visto sulla via?».

La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto.

(Dalla Sequenza pasquale)


20 luglio, 2023

Memoria nel 1903 in questo giorno muore Papa Leone XIII

 Memoria



Papa Leone XIII (in latino: Leo PP. XIII, nato Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci; Carpineto Romano, 2 marzo 1810 – Roma, 20 luglio 1903) è stato il 256º Vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 20 febbraio 1878 fino alla morte.

Memoria nel 1903 in questo giorno, muore Papa Leone XIII, l'unico papa, che vissero Santa Gemma Galgani e Santa Maria Goretti.


19 luglio, 2023

Memoria del compleanno di Madre Giuditta Cittadini

 Memoria


Nel 1803, in questo giorno, nasce Madre Giuditta Cittadini.



Auguri di cuore

Memoria di Via D'Amelio il Giudice Borsalino e la sua scorta

 Memoria



Nel 1992, in questo giorno, muore, il giudice Borsellino e la sua scorta.


✝ Pensiero del 19 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, chi vive, nella MEMORIA, e nel CUORE, di chi RICORDA, NON muore mai!

Barbara


Versetto del Giorno

Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi.
Romani 8:18


Memoria


Nel 1803, in questo giorno, nasce Madre Giuditta Cittadini.


Nel 1992, in questo giorno, muore, il giudice Borsellino e la sua scorta.


18 luglio, 2023

Memoria Ufficialmente in MAGISTRATURA

 Memoria

«Oggi ho prestato giuramento: da oggi sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige». 18 luglio 1978
Nella giustizia contemplerò il tuo volto, al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Salmo 17,15)












✝ Pensiero del 18 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, oggi, si fa Memoria, del TUO GIURAMENTO ALLA MAGITRATURA. Auguri, Amore bello!

Barbara


Versetto del Giorno

Figlioli, guardatevi dai falsi dei!

I Giovanni 5:21


Memoria

«Oggi ho prestato giuramento: da oggi sono in magistratura. Che Iddio mi accompagni e mi aiuti a rispettare il giuramento e a comportarmi nel modo che l’educazione, che i miei genitori mi hanno impartito, esige». 18 luglio 1978



17 luglio, 2023

Memoria il 17 luglio 1981 si svolsero i funerali del piccolo Alfredino Rampi

 Memoria


Nel 1981, in questo giorno, si svolsero, i funerali, del piccolo Alfredino Rampi, nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.








✝ Pensiero del 17 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, beati, sono coloro, che contemplano la giustizia, nel Signore. Oggi, è la vigilia, del TUO GIURAMENTO ALLA MAGITRATURA.

Barbara

Versetto del Giorno

Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene.

Proverbi 2:9


Memoria

Nel 1981, in questo giorno, si svolsero, i funerali, del piccolo Alfredino Rampi, nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma.









16 luglio, 2023

BUON ONOMASTICO AL BEATO ROLANDO MARIA RIVI

 Memoria

Oggi, 16 luglio, la chiesa, fa memoria liturgica, della Madonna sul Monte Carmelo.
Roberto Rivi, diede come secondo nome MARIA, al figlio secondogenito Rolando, per devozione alla Madonna del Monte Carmelo e per affidamento filiale.
BUON ONOMASTICO AL BEATO ROLANDO MARIA RIVI
Auguri di cuore.



Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Beata Vergine Maria del Monte Carmelo


Nome: Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 16 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Il Monte Carmelo fu, fin dai tempi più remoti, assai famoso in Palestina ma oggi territorio israeliano. Su di esso infatti si ritiravano uomini di santa vita per onorarvi, ancor prima che nascesse, la Vergine Madre di Dio. Venne santificato pure da un lungo soggiorno che vi fece il profeta Elia.

Continuarono poi sempre pii solitari a ritirarsi sul Monte Carmelo, ma quando la spada di Maometto assoggettò la Palestina, a stento alcuni riuscirono a salvarsi nascondendosi nelle spelonche.

Verso il secolo XI, un pio sacerdote calabrese eresse sui ruderi di una cappella anteriore una chiesetta alla Vergine, ed, avendo raccolti altri compagni, ebbe dal patriarca di Gerusalemme una regola di vita. Ebbe così inizio l'ordine dei Carmelitani che fu poi approvato dai Sommi Pontefici Onorio II e Gregorio IX.

Ma la festa della Madonna del Carmine è strettamente legata al grande devoto della Vergine, S. Simone Stock. Era questi un inglese che, per onorare la Madre di Dio, si era dato ad austerissime discipline, rinnovando le mortificazioni dei primi eremiti. E quando, sul principio del XIII secolo, l'Ordine Carmelitano si estese in Inghilterra, S. Simone, attratto dalla devozione che i Carmelitani professavano a Maria, volle entrare nel loro Ordinè. Accettato, chiese di vedere il Monte Carmelo, e così visitò a piedi nudi tutti i luoghi sacri della Palestina, trattenendovisi per ben sei anni. Solo Iddio è testimonio delle fervorose preghiere che il Santo fece su quel sacro suolo nelle notti silenziose!

Ed appunto in una di quelle notti gli apparve la Vergine che, consegnandogli uno scapolare, gli disse con dolcezza: Figlio, prendi il segnale del mio amore.

E che questo sia il segnale dell'amore di Maria ce lo dice il seguente versetto, riferito allo scapolare: Protego nunc, in morte juvo, post funera salvo! —Avranno, dice Maria, la mia protezione in vita, saranno da me aiutati in morte e dopo la morte li condurrò in cielo.

S. Simone, per soddisfare il desiderio della Regina del Cielo, con grande zelo propagò questa devozione, che si estese rapidamente.

Anche i Papi si tennero onorati di appartenere alla milizia di Maria, e concessero molte indulgenze agli ascritti. Il Privilegio sabatino che godono gli ascritti all'abitino del Carmine assicura la liberazione dal Purgatorio, per intercessione di Maria, il primo sabato dopo la morte.

La solennità della Beata Vergine del Carmine si celebra il 16 luglio, in ricordo dell'apparizione e della consegna dello scapolare a S. Simone.

Il Beniamino di Maria, l'apostolo dell'abitino del Carmine, morì proprio il 16 luglio del 1265 in età di oltre cento anni.

PRATICA. Impariamo ad amare Maria, e portiamo sempre sul nostro corpo l'abitino del Carmine.

PREGHIERA. O Dío, che decorasti l'ordine del Carmelo del titolo singolare della tua beatissima sempre Vergine e Madre Maria, concedi propizio che mentre oggi ne celebriamo la festa con solenne ufficio, muniti della sua protezione, meritiamo di giungere ai gaudi eterni.

MARTIROLOGIO ROMANO. Beata Maria Vergine del Monte Carmelo, dove un tempo il profeta Elia aveva ricondotto il popolo di Israele al culto del Dio vivente e si ritirarono poi degli eremiti in cerca di solitudine, istituendo un Ordine di vita contemplativa sotto il patrocinio della santa Madre di Dio.

SUPPLICA ALLA
MADONNA DEL CARMINE


Madonna del Carmine


I. O Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo, in questo giorno che ricorda la tua tenerezza materna per chi piamente indossa il santo Scapolare, innalziamo le nostre preghiere e, con confidenza di figli, imploriamo il tuo patrocinio. continua >>



LO SCAPOLARE


Lo scapolare deriva dal latino scapula ossia spalla e rappresenta oggi una parte significativa dell’abito religioso indossato dai monaci.

Lo scapolare è caratterizzato da due grandi rettangoli di tessuto uniti da due strisce dello stesso tessuto che vengono posate sulle spalle e lasciano cadere i due rettangoli lungo la persona, una parte sulla schiena e una parte sul petto. In alcuni casi è possibile trovare anche la versione con il cappuccio. Questa tipologia è la versione originale indossata ancora oggi dalla maggior parte dei membri di diversi ordini religiosi, primi fra tutti i Carmelitani, i principali diffusori di questa devozione.

Lo scapolare ha un significato importante, indica un rapporto di appartenenza alla Madonna, e da parte della Madonna indica il suo impegno a proteggerci e a soccorrerci nel momento del bisogno.

Lo scapolare ha un origine umile. Nell’Alto Medioevo i servi erano soliti indossare sopra la tunica, una corta casacca del colore che indicava il padrone. Si trattava di un segno di appartenenza ma anche una garanzia di protezione. Anche nella cavalleria era presente infatti, il cavaliere indossava sopra la sua armatura le insegne della dama alla quale dedicava le sue imprese.

Uno degli usi più tradizionali è quello fatto dai confratelli del Carmine, diffuso grazie a Simone Stock e che portano lo scapolare durante le processioni in onore alla Vergine del Monte Carmelo, durante il pellegrinaggio del Giovedì Santo da un altare della reposizione ad un altro.

Nel 1950 una bolla di Pio XII invitava ad utilizzare lo scapolare come arma di devozione mariana poichè era uno strumento accessibile a tutti i fedeli.

Ma nel corso del tempo si venne a creare uno scapolare sempre più compatto e pensato per i fedeli laici. In questo modo, il fedele poteva partecipare alla spiritualità del Carmelo e alle grandi grazie ad esso legate, come ad esempio il privilegio sabatino. Infatti, nella sua bolla chiamata Sabatina, papa Giovanni XXII affermò che chi avrebbe usato lo scapolare poteva essere liberato dalle pene del Purgatorio il sabato successivo alla sua morte e accedere alle porte del Paradiso.

Lo scapolare del Carmelo
Scapolare Madonna del Carmine


Oggi lo scapolare è formato da due quadratini di tessuto marrone uniti da cordoni. All’interno di essi è presente da una parte l’immagine della Madonna del Carmelo e dall’altra il Cuore di Gesù, oppure in alcuni casi lo stemma dell’Ordine Carmelitano. Possiamo considerarla come una miniatura dell’abito carmelitano e per questo è solitamente di tela. Il fedele che si riveste dello scapolare entra a far parte della famiglia carmelitana e si consacra alla Madonna. Lo scapolare è quindi un segno visibile dell’alleanza con Maria.

IL PERDONO DEL CARMINE


La Santa Chiesa Cattolica concede l'Indulgenza plenaria, applicabile per sè o per le anime dei defunti, al fedele che, dal mezzogiorno del 15 alla mezzanotte del 16 luglio, nella solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, visita una Chiesa o un Oratorio pubblico dell'Ordine Carmelitano.
Condizioni:
1. Essere battezzato e non scomunicato;
2. Avere l'intenzione di ottenere l'Indulgenza;
3. Conversione del cuore ed esclusione di qualsiasi affetto dal peccato, anche veniale;
4. Confessione sacramentale individuale;
5. Partecipare alla S. Messa e Comunione eucaristica;
6. Dal mezzogiorno del 15 a tutto il 16 luglio, visita di una Chiesa o di un Oratorio carmelitano e, durante la visita, rinnovo della professione di Fede, mediante la recita del:
- Credo (per riaffermare la propria identità cristiana);
- Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera, secondo le intenzioni del Papa.
Il giorno della visita, con la recita del Padre nostro e del Credo, può essere spostato alla Domenica precedente o successiva al 16 Luglio (incominciando in ogni caso dal mezzogiorno della vigilia), per facilitare ai fedeli l'acquisto dell'Indulgenza

ICONOGRAFIA


La Madonna del Carmine viene rappresentata nell'iconografia con il Bambino Gesù in braccio, spesso con abito e scapolare bruni e mantello bianco, nell'atto di mostrare lo scapolare carmelitano. All'immagine di Maria sono spesso associate quelle dei santi dell'ordine o di anime purganti tra le fiamme.

Madonna del Carmelo
titolo Madonna del Carmelo
autore Pittore peligno anno 1931


Madonna del Carmelo


Madonna del Carmelo
titolo Madonna del Carmelo
autore Ambito salentino anno 1870


Ma la Vergine Maria è rappresentata spesso, sempre con in mano lo scapolare del Carmine, ma nell'azione di donarlo a San Simone Stock e al suo ordine religioso affidando come detto particolari promesse a chi l'avrebbe indossato per tutta la vita. Un esempio lo possiamo ammirare con la splendida tela di Marcello Vieri, artista senese del XVIII sec.

Madonna del Carmelo con San Simone Stock
titolo Madonna del Carmelo con San Simone Stock
autore Marcello Vieri anno 1792


Spesso lo scapolare non è quello in formato ridotto ma il vero e proprio indumento carmelitano che ricevette Simone Stock dalla Vergine come nella tela di Graziani E. detto il Giovane, artista bolognese del XVIII secolo.

San Simone Stock riceve dalla Madonna lo scapolare
titolo San Simone Stock riceve dalla Madonna lo scapolare
autore Graziani E. detto il Giovane anno 1739

✝ Pensiero del 16 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, chi non ama, la pianta, e le sue radici, non può dire, d’amare, il suo frutto.

Barbara


Versetto del Giorno

E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo».

Atti degli Apostoli 2:38


Memoria


Oggi, la chiesa, fa memoria liturgica, della Madonna sul Monte Carmelo.


Roberto Rivi, diede come secondo nome MARIA, al figlio secondogenito Rolando, per devozione alla Madonna del Monte Carmelo e per affidamento filiale.


BUON ONOMASTICO AL BEATO ROLANDO MARIA RIVI


Domenica – 15.a Tempo Ordinario – B.V. MARIA DEL MONTE CARMELO
Meditazione sul Vangelo di Mt 13,1-23
Un terreno arato e dissodato.
La parabola del seminatore ci ricorda come sia necessaria la preparazione del terreno affinché il seme possa germinare. Gesù spiega ai suoi discepoli la parabola sottolineando quello che poi la Chiesa chiamerà “iniziazione cristiana”: si diventa cristiani giorno dopo giorno, e c’è bisogno di qualcuno che, passandoci il
testimone (traditio), ci abiliti a riconsegnare ciò che si è ricevuto (redditio), attraverso l’esperienza vissuta.
Perché Gesù parla in parabole e solo alcuni comprendono? Com’è possibile non rimanere affascinati dalle Parole del Cristo, e non coglierne la portata rivoluzionaria ed escatologica, celeste e terrena, e rifiutarle? Chi scopre la forza del Vangelo percepisce una straordinaria luce interiore, una verità, una forza della vita, e non si capacita del fatto che qualcuno rifiuti, resti indifferente, contrasti. Oggi comprendiamo come molto dipenda dall’atteggiamento degli ascoltatori, ma anche dall’opera del seminatore che deve anzitutto ben preparare il terreno. L’organizzazione della semina passa anche attraverso la personale testimonianza, lo stile, la coerenza. Un comportamento errato la può offuscare e farla diventare controproducente. Gesù stesso parla di campi seminati, e chi ha dimestichezza con la campagna conosce bene la fatica e gli odori dei campi arati e dissodati. Impariamo dalla pazienza del contadino, che irriga, pulisce, sistema la terra perché gli evangelizzatori non possono essere distaccati dalla terra e dagli uomini. I sacerdoti in particolare sono invitati a una verifica: discorsi, prediche, interventi ben fatti, con un’oratoria invidiabile, forbiti nel linguaggio e perfetti nelle citazioni sono, talvolta, così poco incisivi! Le parole possono essere vuote e vane, se non vengono accompagnate da una sincera testimonianza di vita. Gli errori e i peccati sono perdonati quando c’è il desiderio e l’impegno per una sincera conversione. Perché mai gettare il seme tra le spine, o sulla strada o in tutti quei posti dove è chiaro che non potrà crescere? Ancora una volta dobbiamo aprirci alla speranza: le spine possono seccare, la strada diventare terra fertile, i sassi tolti. C’è sempre una possibilità di cambiamento: il deserto diventa giardino, il raccolto è abbondante, perché Dio è fedele alle promesse e non dimentica il suo popolo. Seminiamo ovunque, senza calcoli e cautele.
Il Vangelo ci racconta - se si eccettua l’ultima frase - la storia di una catastrofe. Tutto comincia nella speranza e, nonostante questo, non tarda ad essere ridotto ad un nulla: gli uccelli mangiano il seme; il terreno pietroso gli impedisce di mettere le radici; le piante spinose lo soffocano... tutto segue il suo corso disperante.
Tuttavia, in mezzo a questa catastrofe, Dio annuncia il suo “ma”: in mezzo al campo di concentramento di Auschwitz, padre Kolbe - morendo nel "bunker della fame" - loda ancora Dio onnipotente.
Nella parabola del seminatore si incontra il “ma” di Dio: ci sono poche speranze, ma vi è almeno una terra buona per portare cento frutti.
È con gli occhi di Gesù che bisogna leggerle questo genere di storie catastrofiche. E bisogna leggerle con Gesù fino in fondo.
La prima parte mostra che tutto è vano. Eppure la storia di questa sconfitta porta ad una conclusione inattesa. Dio, nella sua infinita misericordia, non lascia che il seminatore soccomba come un personaggio tragico.
Forse abbiamo qui, davanti a noi, una legge che vale per tutte le azioni di Dio nel mondo. Poiché la causa di Dio nel mondo è spesso povera e poco appariscente. Quando la si prende a cuore, si può soccombere alla tentazione della disperazione. Ma le storie di Dio hanno un lieto fine. Anche se all’inizio nulla lascia presagirlo.
Forse Gesù non racconta solo questa storia alle persone che sono sulle rive del lago. Forse la racconta a se stesso per consolarsi. Si chiede: cosa sarà di ciò che intraprendo? Si scontra con la cecità, il rifiuto, la pedanteria e la violenza. Non è ignaro delle sconfitte. “Ma” la sua parola porta i suoi frutti nel cuore degli uomini.

Domenica 16 Luglio

B.V. Maria del M. Carmelo (mf); B. Irmengarda; S. Antioco  

15.a del Tempo Ordinario (anno A)

Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23 

Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
«Chiunque trova lui, ha la vita eterna».

(Matteo 13,19.23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 64)

 Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.

Tu visiti la terra e la disseti,

la ricolmi di ricchezze.

Il fiume di Dio è gonfio di acque;

tu prepari il frumento per gli uomini. 

Così prepari la terra:

ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,

la bagni con le piogge

e benedici i suoi germogli.  

Coroni l’anno con i tuoi benefici,

i tuoi solchi stillano abbondanza.

Stillano i pascoli del deserto

e le colline si cingono di esultanza. 

I prati si coprono di greggi,

le valli si ammantano di messi:

«Gridano e cantano di gioia!». 

Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
«Chiunque trova lui, ha la vita eterna».
(Matteo 13,19.23)