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05 luglio, 2023

Memoria Nel 1902, in questo giorno, viene martirizzata Maria Teresa Goretti

 Memoria

Nel 1902, in questo giorno, viene martirizzata Maria Teresa Goretti, con quattordici ferite, da un
punteruolo, inferti da Alessandro Serenelli.






04 luglio, 2023

03 luglio, 2023

Memoria 03 luglio 1937 03 luglio 2023 Muore la piccola Antonietta Meo

Memoria 

Muore la piccola Antonietta Meo, viene, trasfigurata la piccola Antonietta Meo di Gesù, dall’Amore di Cristo.




San Tommaso

 San Tommaso

autore: Marco Richiedei anno: XVII sec titolo: Incredulità di san Tommaso luogo: Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, Brescia


Nome: San Tommaso
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo a. C., Galilea
Morte: 3 luglio 72, Mylapore, India
Ricorrenza: 3 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


Tommaso, chiamato Didimo che significa gemello, era giudeo: ebbe il privilegio di seguire Gesù che lo chiamò all'apostolato fin dai primi tempi della sua vita pubblica. Supplì al difetto d'istruzione col candore, la semplicità della sua anima e coll'amore al suo Maestro.

Udito che Lazzaro si trovava infermo, « Gesù disse ai suoi discepoli: Torniamo in Giudea. Maestro, gli fecero osservare, or ora i Giudei cercavano di lapidarti, e tu ritorni fra loro? E Gesù rispose: Non è forse di dodici ore la giornata? Se uno cammina di giorno non inciampa, perchè vede la luce di questo mondo; ma se uno cammina di notte inciampa, perchè non ha lume ».

Alcuni discepoli cercarono ancora il modo di dissuaderlo. Tommaso, vistolo irremovibile disse: « Andiamo anche noi a morire con lui ».

Un'altra prova d'amore di questo Apostolo l'abbiamo quando Gesù nell'ultima cena, volendo confortare i discepoli, uscì in queste parole: « Non si turbi il vostro cuore. Credete in Dio ed anche in me. Nella casa del padre mio ci son molte mansioni. Vado a prepararvi un posto; e quando l'avrò preparato verrò di nuovo a prendervi, affinchè dove sono io siate anche voi ».

Tommaso, che bramava ardentemente seguirlo, disse: « Signore, non sappiamo dove vai e come posiamo conoscere la strada? ».

Gesù gli rispose : « Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per me ».

Risorto Gesù dai morti, apparve agli Apostoli ma Tommaso era assente. Gli dissero gli altri discepoli: « Abbiamo veduto il Signore. Ma egli a loro: Se no vedo nelle sue mani i fori dei chiodi, e non metto il mio dito nel posto dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non credo ».

Ma Gesù ricomparve nuovamente in mezzo a loro, e volgendosi all'incredulo discepolo disse: « Guardami e toccami, e non essere incredulo, ma fedele ». Tommaso allora cadde ginocchioni né potè rispondere altro se non : « Signor mio e Dio mio ».

E Gesù: « Perché hai veduto, o Tommaso, hai creduto; beati coloro che non han veduto e crederanno ». Salito Gesù al Cielo e mandato lo Spirito Santo, gli Apostoli si sparsero per il mondo a predicare la buna novella. A Tommaso toccò in sorte di portare il Vagelo tra i Persi e i Medi; evangelizzò pure i Parti, Ircani, i Battriani, gli Etiopici e gli Indiani.

A Calamina, avendo operato molte conversioni, incontrò le ire di quel re idolatra il quale lo perseguitò crudelmente ed in molti modi: alfine comandò che fosse trafitto con la lancia. E Tommaso mori ripetendo : « Signor mio e Dio mio ».

Le sue reliquie per ordine di Giovanni III, re di Portogallo, furono riposte in una chiesa eretta a Melapore in onore del grande Apostolo.

PRATICA Facciamo un profondo atto di fede nella divinità di Gesù Cristo

PREGHIERA Deh! Signore, accordaci di celebrare con gioia la solennità del tuo beato apostolo Tommaso, affinchè siamo sempre assistiti dal tuo patrocinio e possiamo veder accrescere la nostra fede

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Tommaso, Apostolo, il quale non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio». E con questa stessa fede si ritiene abbia portato la parola del Vangelo tra i popoli dell’India.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Tommaso era rappresentato col libro fino al sec. XIII, poi talvolta con la lancia o la spada, strumenti del suo martirio, ma solitamente viene raffigurato con la squadra d'architetto, in memoria del palazzo che doveva costruire in India per il re Gondoforo come narrano gli Atti di Tommaso composti in siriaco nel sec. III, che, sebbene condannati da S. Agostino, furono riassunti nella Leggenda aurea di Iacopo da Voragine e ispirarono le figurazioni delle storie di questo apostolo.

San Tommaso Apostolo
titolo San Tommaso Apostolo
autore ambito laziale anno XVII sec


San Tommaso Apostolo
titolo San Tommaso Apostolo
autore ambito lombardo anno XVII sec


L'apostolo è anche molto noto nell'episodio dell'Incredulità che mostra Tommaso in atto di porre il dito nella piaga del costato di Gesù come nella bellissima tela di Caravaggio "L'incredulità di San Tommaso".

Incredulità di San Tommaso
titolo Incredulità di San Tommaso
autore Caravaggio anno 1600-1601


Altra versione dell'incredulità dell'apostolo è quella della Madonna col Bambino il quale presenta la cintola all'apostolo, caduta miracolosamente ai piedi di Tommaso per fugare la sua incredulità e provare così l'Assunzione della Vergine in cielo.

Madonna della Cintola
titolo Madonna della Cintola
autore Ridolfo del Ghirlandaio anno 1512-14


Non mancano infine le opere dedicate all'apostolo nel momento del suo martirio, gli artisti che hanno raffigurato la scena sono pochi ma nelle loro tele è possibile comunque osservare il suo strumento di martirio, la lancia.

Martirio di San Tommaso apostolo
titolo Martirio di San Tommaso apostolo
autore bottega lucchese anno XVII sec

✝ Pensiero del 03 Luglio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, dai un bacio, alla piccola Antonietta Meo di Gesù. Grazie di cuore.

Barbara


Versetto del Giorno

Non chiunque mi dice: «Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli».

Matteo 7:21


Beati son coloro, che hanno creduto, anche pur non avendo veduto.

Festa di SAN TOMMASO APOSTOLO


Memoria


03 luglio 1937 03 luglio 2023


Muore la piccola Antonietta Meo, viene trasfiguratala piccola Antonietta Meo di Gesù, dall’Amore di Cristo.


Lunedì – 13.a Tempo Ordinario – FESTA DI SAN TOMMASO APOSTOLO
Meditazione del Vangelo – Gv 20,24-29
Beati quelli che, pur non avendo, visto crederanno.
Entriamo anche noi nel cenacolo, con Tommaso. Guardiamolo come i pittori cristiani – pensiamo a Caravaggio – lo hanno rappresentato, proprio mentre “tocca le ferite”, e il suo volto si fa assieme ostinatamente esigente e folgorato dal contatto. L’evangelista invece lo descrive travolto dall’evidenza del Risorto che gli si offre disarmato, gli parla con dolcezza, gli consente con delicata condiscendenza quello che alla Maddalena aveva impedito – “Non mi toccare!”. E se lo stringe a sé, al punto che il discepolo gli crolla davanti in ginocchio, ed esplode in quella professione di fede, la più alta e integrale dell’intero Nuovo Testamento: “Mio Signore e mio Dio!”. E’ un grido di felicità, sale dal cuore e dalle labbra del Crocifisso-Risorto: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno!”. Il cristiano che vive con Gesù secondo lo Spirito è più beato di chi visse con Gesù in Palestina secondo la carne. L’incredulità di Tommaso – scrive san Gregorio Magno – è stata per noi più utile che la fede dei discepoli che hanno creduto” (PL 76,1201s). Così facendo, permette a noi di essere beati – più beati di lui – noi che crediamo non per aver visto ma perché gli Undici con Tommaso Lo hanno incontrato e toccato, noi che “Lo amiamo, pur senza averlo visto” (cfr. 1Pt 1,8). Ora tutto questo noi non solo lo ricordiamo stupiti e commossi, ma lo sperimentiamo effettivamente nella liturgia, in cui il canto alla comunione ci ripete: “Accosta la tua mano, tocca le cicatrici dei chiodi e non essere incredulo, ma credente”. Noi accosteremo la mano e riceveremo il suo corpo eucaristico; noi toccheremo le sue piaghe gloriose, prodotte dall’amore, e Lui toccherà le nostre piaghe purulente, prodotte dall’egoismo, dall’orgoglio, dal peccato. E saremo guariti. E saremo beati. Ma poi dovremo andare; non potremo rimanere chiusi nella nostra chiesa; questo cenacolo non può diventare il nostro loculo. Non possiamo restare prigionieri di una pastorale rassegnata, lamentosa e ripiegata. Dovremo spalancare le porte dei nostri recinti in cui ci siamo rinchiusi per proteggerci e consolarci a vicenda, e andare a dire a tutti: “Abbiamo visto il Signore!”. Dovremo esprimere una fede tangibile, che si espone ad ogni dubbio, si propone ad ogni ricerca, e sa mostrare a chi trova difficile credere nel Risorto, delle mani aperte al dono e un cuore ferito dall’amore.
Vorrei raccontarvi una storia. Parla di un ragazzo. Aveva una decina di anni e non sapeva ancora cosa volesse dire essere malato. Sulla strada aveva improvvisamente notato qualcosa che non andava. Sentiva un dolore acuto, aveva freddo e non sapeva cosa fare. Al dolore si aggiungeva il fatto che nessuno si occupava di lui, che nessuno lo notava. Le persone passavano senza prestargli attenzione. Finì col rientrare a casa. Tremava, e sperava che qualcuno lo sentisse. In quel momento arrivò sua madre e se ne accorse. Gli disse: “Non stai bene. Sei malato”. E nello stesso istante, il peggio passò. Il ragazzo pensò: “Qualcuno sa e vede come sto”. Certamente è avvenuta la stessa cosa per i discepoli quando improvvisamente è apparso Gesù in mezzo a loro e hanno detto: “Vedete, sono io”. Nell’istante stesso in cui si è mostrato a loro, la loro paura si è trasformata. Capisco che Tommaso si sia mostrato tanto riluttante quando gli hanno detto: “Abbiamo visto il Signore”. Probabilmente non era così poco credente come sembra a prima vista. Forse aveva vagato per la strada senza sapere cosa fare, con una grande tristezza in fondo al cuore a causa degli avvenimenti recenti. Ed ecco che gli altri gli dicono: “Abbiamo visto il Signore e mangiato con lui”. Sentiamo che Tommaso vorrebbe vedere di persona cose ancora più grandi. Gesù avvicina Tommaso con molta tenerezza. Tommaso può mettere la mano sulle sue ferite. Potrebbe capitare anche a noi, che abbiamo tutti un Tommaso in noi. Perché non siamo forse Tommaso quando diciamo: “Se non vediamo, non crediamo”?
Gesù dice a Tommaso: “Vieni, puoi toccarmi”. E poiché Gesù è così vicino a Tommaso e gli manifesta una tale tenerezza, egli non può che gridare, sconvolto: “Mio Signore e mio Dio!”.
Se capitasse a qualcuno tra noi di sentire il tenero amore e la presenza di Gesù, allora anche noi potremmo incontrarlo.
GEORG LOKAY


Lunedì 3 Luglio        

S. TOMMASO AP. (f); S. Eliodoro; S. Leone II

13.a del Tempo Ordinario

Ef 2,19-22; Sal 116; Gv 20,24-29

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo


Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

(Giovanni 20,29)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

(Giovanni 20,29)









29 giugno, 2023

Santi Pietro e Paolo

Santi Pietro e Paolo

autore: Guido Reni anno: 1604 titolo: Paolo rimprovera Pietro penitente luogo: Palazzo Brera, Milano



Nome: Santi Pietro e Paolo
Titolo: Apostoli
Ricorrenza: 29 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell'Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo! (Papa Francesco)

S. PIETRO APOSTOLO

Pietro nacque a Betsaida in Galilea da poveri genitori. Quegli che doveva divenire il primo Papa, la prima colonna della Chiesa, era un semplice pescatore. Però era uno di quegli israeliti semplici e retti che aspettavano con cuore mondo il Redentore d'Israele. continua >>

S. PAOLO APOSTOLO

Saulo, in seguito Paolo, nacque a Tarso, capitale della Cilicia, nei primissimi anni dell'era volgare. Fu circonciso l'ottavo giorno, ricevendo il nome di Saulo a ricordo del primo re d'Israele, il più grande personaggio della tribù di Beniamino, cui la famiglia apparteneva. continua >>

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo.

ICONOGRAFIA


San Pietro e San Paolo
titolo San Pietro e San Paolo
autore Vincenzo Camuccini anno 1825


Nelle raffigurazioni, gli apostoli, sono sempre rappresentati con i loro attributi classici, le chiavi per Pietro e il libro e la spada per Paolo come ad esempio nella splendida tavola di Carlo Crivelli artista che non ha bisogno di presentazioni o come nella tela di Vincenzo Camuccini, pittore romano del XIX sec, dove i santi sono illuminati dalla luce dello Spirito Santo.

Santi Pietro e Paolo
titolo Santi Pietro e Paolo
autore Carlo Crivelli anno 1470


Non mancano le opere dedicate ai santi insieme alla Vergine come nella bella tela di Costantino Pasqualotto pittore veneziano.

Madonna con i Santi Pietro e Paolo
titolo Madonna con i Santi Pietro e Paolo
autore Costantino Pasqualotto anno XVIII sec


Splendide anche le rappresentazioni dei maestri insieme ad angioletti e putti e sempre con i loro classici attributi come nella tela di un pittore ignoto probabilmente di origini piacentino-parmense.

Santi Pietro e Paolo
titolo Santi Pietro e Paolo
autore Ambito piacentino-parmense anno XVIII sec


E anche durante il loro martirio molti artisti hanno dedicato grandi opere che raffigurano la scena come nella tela di Vincenzo Riolo, artista palermitano, il Martirio dei Santi Pietro e Paolo

Martirio dei Santi Pietro e Paolo
titolo Martirio dei Santi Pietro e Paolo
autore Vincenzo Riolo anno XVIII sec

✝ Pensiero del 29 giugno 2023

 

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, il Signore, affidato le chiavi della Chiesa a Simon Pietro ed io affido, le chiavi del mio cuore, insieme abbiatene cura. 

Barbara


Versetto del Giorno

Sì, nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio.

Isaia 26:8



SOLENNITÁ dei Santi PIETRO E PAOLO APOSTOLI


Giovedì – 12.a Tempo Ordinario – SOLENNITÁ dei Santi PIETRO E PAOLO APOSTOLI

Meditazione del Vangelo – Mt 16,13-19
Le colonne della Chiesa.
È una sorta di sondaggio di opinione quello che Gesù conduce nella regione di Cesarea di Filippo, all’estremo nord della Palestina, ai piedi dell’Ermon, nel punto più lontano da Gerusalemme, quindi in zona pagana. Gesù interroga i suoi discepoli: è lui infatti che deve mettere in questione noi, non noi lui. Questa è la fede: lasciarci interrogare da Gesù e rispondergli secondo lo Spirito.
La gente scambia il Messia con un profeta: è come scambiare un re col suo ambasciatore. Certamente Giovanni Battista, Elia o Geremia sono figure grandi, ma ormai appartengono al passato. Come si può scambiare Gesù con un morto, sia pure grande? Gesù incalza: Ma voi chi dite che io sia? Da sottolineare il ma; Gesù si aspetta una risposta alta ed altra, non come quella della gente. Pietro risponde: Tu sei il Cristo, cioè il Messia. Gesù è l’unico Messia e il Figlio unico del Padre. Il cristianesimo non è una formula, né una teoria: è una persona. Da notare che Pietro è l’unica persona in tutto il primo vangelo ad essere dichiarato “beato”. Simone non ha scoperto questa verità con forze umane (carne e sangue) ma per rivelazione dall’alto. Su di lui, come su di una roccia, Gesù fonderà la sua Chiesa, la nuova comunità che Gesù sta per costruire e di cui Pietro sarà la pietra di fondamento. Il regno della morte (gli inferi) non potrà trattenere in suo potere i membri della comunità messianica radunata da Gesù. Le chiavi sono l’immagine dell’autorità conferita a Pietro; è l’autorità di legare o di sciogliere, che significa proibire o permettere, o anche ammettere ed escludere dalla comunità. Gesù è il Cristo, ha riconosciuto giustamente Pietro. Come lui, Paolo ne porta la notizia “fino agli estremi confini”, allargando gli orizzonti del vangelo al mondo e quelli del mondo alla salvezza rivelata da Gesù. Anche al termine della sua missione, quando sente di essere vicino alla fine, la sua professione di fede raggiunge i discepoli che lo avevano seguito: “Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza… mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno” (Tm 4, 17-18). La testimonianza di Pietro e Paolo, “colonne” della Chiesa, ci fa prendere coscienza dell’universalità della Chiesa e della sua unità in ogni luogo e tempo. Chiamati in modi diversi all’apostolato, i due santi hanno condiviso la stessa grazia e la stessa passione. “L’uno è stato il primo a confessare la fede, ma l’altro si è distinto nella sua difesa e nella sua spiegazione. Ispirato dall’alto, l’uno ha proclamato il Cristo Figlio del Dio vivente, ma l’altro è stato scelto per riconoscere in questo stesso Verbo la sapienza e la potenza di Dio. L’uno ha riunito la prima comunità fra gli ebrei, l’altro è diventato l’apostolo e il dottore delle genti. Così, essi hanno riunito l’unica famiglia di Cristo e una stessa festa e una stessa gloria li associa per sempre” (Sacramentario di Verona, VI secolo).
Per la Messa votiva di san Pietro apostolo si utilizzano le letture della festa della Cattedra del medesimo apostolo, il 22 febbraio.
Per la festa votiva di san Paolo apostolo si utilizzano le letture della festa della Conversione del medesimo apostolo, il 25 gennaio.
Per capire l’azione e insieme la bellezza della narrazione del Vangelo, bisogna considerare il suo sfondo geografico. Cesarea di Filippo si estendeva ai piedi del monte Ermon. Una delle grotte era dedicata al dio Pan e alle ninfe. Sulla sommità di una rupe, Erode aveva fatto costruire un tempio in onore di Cesare Augusto, mentre Filippo, suo figlio, aveva ingrandito questa località dandole il nome di Cesarea. Venerare un idolo e un uomo dagli Ebrei era considerato un’opera satanica, e perciò la grotta era considerata l’ingresso del regno di Satana: l’inferno. Ci si aspettava che, un giorno o l’altro, gli abissi infernali scuotessero questa rupe e inghiottissero il tempio sacrilego. In questo luogo spaventoso, si svolse un dialogo fra Gesù, il Figlio del Dio vivente, e Simone, il figlio di Giona. Gesù parla di un’altra pietra sulla quale edificherà un altro tempio, la Chiesa di Dio. Nessuna potenza infernale potrà mai prevalere su di essa. Simone, in quanto responsabile e guardiano, ne riceve le chiavi, e così il potere di legare e di sciogliere, cioè l’autorità dell’insegnamento e il governo della Chiesa. Grazie a ciò, Simone ne è diventato la pietra visibile, che assicura alla Chiesa ordine, unità e forza. La Chiesa non potrà essere vinta né da Satana né dalla morte, poiché Cristo vive ed opera in essa. Ogni papa è il Pietro della propria epoca.


Mercoledì 29 Giugno 

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (s); B. Raimondo Lullo; S. Siro

12.a del Tempo Ordinario

At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

Il Signore mi ha liberato da ogni paura


Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.

(Matteo 16,18)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 33)
Rit: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su d'essa.

(Matteo 16,18)

27 giugno, 2023

Memoria 27 giugno 1962 27 giugno 2023 La tesi di Laurea del giudice Paolo Emanuele Borsellino

 Memoria

27 giugno 1962 27 giugno 2023


La tesi di Laurea del giudice Paolo Emanuele Borsellino


all’età di 22 anni PAOLO BORSELLINO si laurea con 110 e lode, e diventa il magistrato più giovane d'Italia.

PAOLO EMANUELE BORSELLINO

(Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992)

E' stato un magistrato, vittima di Cosa nostra nella strage di via D'Amelio assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Assieme ai colleghi ed amici Rocco Chinnici, Antonino Caponnetto e Giovanni Falcone, Borsellino è considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

"Un giorno questa terra sarà bellissima"

Paolo Borsellino



26 giugno, 2023

Memoria 26 giugno 1967 27 giugno 2023 La tesi di Laurea del giudice Francesca Laura Morvillo

 Accadde oggi, 26 giugno 1967: Francesca Laura Morvillo si laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Palermo dopo un corso di studi eccellente (solo in tre esami ottenne il trenta senza lode, con una tesi dal titolo "Stato di diritto e misure di sicurezza" (relatore il professor Giovanni Musotto), riportando il massimo dei voti e la lode accademica. La qualità del risultato raggiunto le fa meritare il conferimento del premio "Giuseppe Maggiore" per la migliore tesi nelle discipline penalistiche per l'anno accademico 1966/1967