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30 maggio, 2023

Memoria BUON ONOMASTICO AD JANNY BRANDES-BRILLESLIJPER

 Memoria

BUON ONOMASTICO AD JANNY BRANDES-BRILLESLIJPER

Janny Brandes-Brilleslijper Appartenente alla Resistenza Ebraica Olandese insieme a sua sorella Rebekka Lintje Lien Lin Jaldati Rebling



29 maggio, 2023

BEATO ROLANDO MARIA RIVI “Io sono di Gesù”

 BEATO ROLANDO MARIA RIVI

Io sono di Gesù”
Onore e Gloria, a te mio dolcissimo Amico, Rolando, grazie, per la tua fedeltà e coerenza a Cristo.
Aiutaci ad essere fedeli e coerenti come lo sei stato tu, fino al battesimo di sangue per testimoniare, la tua Grande Fede in Cristo Nostro Signore. Il tuo esempio, sia Luce, per il nostro cammino e per cuore, inaridito da tante cose astratte e non da cose concrete.
Il tuo esempio, sia Speranza, per essere persone migliori, per credere a ciò che vogliamo essere.
Comunque, vada il nostro destino, insegnaci a camminare, mano nella mano con Gesù, amarlo ed onorarlo senza vergognarci mai, come hai fatto tu dicendo: “Io sono di Gesù.” Amen.
Rolando Maria, Tu, fosti spento, dagli uomini, che provano dell'odio verso Dio, la Veste Talare che t'identificava, e Dio t'illuminò al suo cospetto divino.
Tu, ora celebri, con Dio, l'Amore Eterno del Signore, e della Vergine Maria.
Ora Tu, sei luce, illumina questo mondo ed i cuori di quanti ancora non credono alla sua parola.
Con Cristo….Per Cristo…..ed in Cristo.



Memoria Liturgica diocesana dell’Emilia Romagna, del Beato Rolando Maria Rivi

 Memoria Liturgica diocesana dell’Emilia Romagna, del Beato Rolando Maria Rivi

Protettore dei Chierichetti e dei Ministri dell’eucaristia
(Il Corpicino di Rolando, fu rimpatriato il 29 maggio del 1945).



28 maggio, 2023

Memoria Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz

Memoria 

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz, dove venne immatricolato con il numero 16670 e addetto a lavori umilianti come il trasporto dei cadaveri. Venne più volte bastonato, ma non rinunciò a dimostrarsi solidale nei confronti dei compagni di prigionia. Nonostante fosse vietato, Kolbe in segreto celebrò due volte una messa e continuò il suo impegno come presbitero.



Pentecoste

 Pentecoste

Nome: Pentecoste
Titolo: L'effusione dello Spirito Santo
Ricorrenza: 28 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


« ...Vi dico la verità, è meglio per voi che me ne vada, perché se io non vado, non verrà a voi il Consolatore; quando sarò andato, ve lo manderò e venendo, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio ». Così aveva detto Gesù agli Apostoli poco tempo prima di salire al cielo.

Come nella creazione dell'uomo cooperarono tutte le tre Persone della SS. Trinità, così pure nella redenzione doveva cooperare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Già aveva cooperato il Padre con la preparazione remota e col mandare il suo unico Figlio; aveva cooperato Gesù Cristo con la sua passione e morte: ora doveva cooperare lo Spirito Santo, col vivificare, sostenere e santificare le anime.

Asceso Gesù al cielo, gli Apostoli si radunarono nel cenacolo e con Maria Vergine si prepararono a ricevere il Consolatore promesso.

All'alba del decimo giorno un forte rumore scosse la casa, e in un attimo tutte le 120 persone che si trovavano radunate nell'ampia sala attorno a Maria, si inginocchiarono tremanti ed ecco che sopra le loro teste comparve un globo di fuoco dividendosi in tante fiammelle che andarono a posarsi su ciascuno, mentre una candida colomba aleggiava sul capo di Maria. « Repleti sunt omnes Spiritu Sancto, et coeperunt loqui variis linguis ». « Furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare diverse lingue ».

Ammirabile discesa d'amore, meravigliosa opera dello Spirito: quale cambiamento, quale rigenerazione produsse!

Gli Apostoli, che ancora pensavano a un regno temporale del Messia, son diventati spirituali; da deboli e timidi pieni di forza e coraggio, poichè la grazia dello Spirito Santo li ha resi giusti, fedeli, umili, vincitori del mondo.

E mentre prima si erano nascosti ed avevano abbandonato il Maestro nella passione, ora si dividono il mondo, predicano a tutti Gesù risorto, rinfacciano a tutti i loro peccati e i vizi e non risparmiano neppure gli stessi crudeli imperatori, e anche nei più atroci tormenti non cessano di predicare Gesù.

S. Pietro, che pur costituito da Gesù capo della Chiesa, era stato vinto da una semplice servetta ed aveva rinnegato Gesù, ora dà inizio alla predicazione e converte subito 3.000 Giudei. Da quel giorno lo zelo degli Apostoli non conobbe confini.

E quella Chiesa fondata da Gesù, che sembrava essere travolta dalla bufera che accompagnò la sua morte, colla venuta dello Spirito Santo si rianima, si fortifica, esce da quelle mura, cominciando a far proseliti e stendendo le sue tende dall'uno all'altro mare.

Persecuzioni di ogni genere, calunnie, eresie, scismi, si scatenarono in ogni tempo contro la Chiesa, contro il Papa, ma essa assistita, confortata e aiutata dallo Spirito Santo, ha resistito impavidamente.

Morirono i persecutori, i malvagi ministri di Satana, si spensero le diverse sette antireligiose, ma la Chiesa, opera di Dio, rimase, come « torre ferma che non crolla mai ».

PRATICA. Invochiamo in questa giornata i doni dello Spirito Santo.

PREGHIERA. O Signore, che quest'oggi con l'illustrazione dello Spirito Santo hai ammaestrato i cuori dei fedeli, dà a noi di gustare per mezzo dello Spirito ciò che è bene e di godere sempre della Sua consolazione

OFFERTA. Sulla via dolorosa che conduce al Calvario io Ti chiedo, o Gesù, di divenirti compagno. Insegnami come si abbraccia la Croce e come quando si cade sotto il suo peso, ci si possa rialzare. Aiutami Tu, o Gesù Crocifisso, a vedere nel dolore un disegno d'amore e Tu che hai lasciato il Cielo per salvare la Terra ricordami sempre che sulla Terra io sono in attesa del Cielo!

Che io impari da Te come si ama per ben soffrire e come si soffre per ben amare.

Dammi l'Amore che rende fecondo il dolore e fà che il dolore alimenti ed accresca l'Amore! Nutrimi di Te perchè io vivo con Te nel tempo e nell'eternità!

Ma Tu che hai voluto cibarti della Volontà del Padre, fà che anch'io mi alimenti di essa in ogni attimo della mia giornata.

Con Te al Padre, sulla medesmi Croce, offro la mia sofferenza per quanti non lo conoscono ancora ed imploro alla messa copiosa gli operai necessari.

Valga la mia piccola offerta unita alla Tua a rendere valida la loro fatica, perchè venga presto il Tuo Regno. Signore, su tutta la Terra!


MARTIROLOGIO ROMANO. Giorno di Pentecoste, in cui si conclude il tempo sacro dei cinquanta giorni di Pasqua e, con l’effusione dello Spirito Santo sui discepoli a Gerusalemme, si fa memoria dei primordi della Chiesa e dell’inizio della missione degli Apostoli fra tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia della Pentecoste Cristo è assente nonostante fosse il mandatario dello Spirito Santo e lo accompagna con la sua luce, nella scena gli apostoli sono riuniti attorno alla Vergine che sostituisce Gesù.

Pentecoste del Chiostro di Santo Domingo de los Silos
Pentecoste del Chiostro di Santo Domingo de los Silos


I raggi o le lingue di fuoco generalmente provengono da una colomba, simbolo dello Spirito Santo e talvolta assumono la forma di nastri o funi che si fermano su ciascun apostolo; raramente la colomba è sostituita dalla mano di Dio, ma a volte i due simboli possono essere riuniti, come nel chiostro di Santo Domingo de los Silos, dove la colomba, affiancata da due angeli e sormontata dalla mano divina, emerge dalle nubi raffigurate da linee sinuose.

Tela della Pentescoste a Santa Maria del Suffragio a L'Aquila
Tela della Pentescoste a Santa Maria del Suffragio a L'Aquila


Bellissima la tela di autore ignoto nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio a L'Aquila, l'artista nel rappresentare la classica scena ha aggiunto delle fiammelle sopra ogni apostolo e la Vergine a significato di aver ricevuto lo Spirito Santo.

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Lanfranco Giovanni anno XVII sec


Degna di ammirazione anche la tela di Lanfranco Giovanni, artista parmigiano vissuto a Roma e allievo di Guido Reni. Nell'opera oltre ai classici soggetti sono presenti anche altri seguaci di Cristo e gli angeli tra le nuvole che accompagnano lo Spirito Santo.

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Giotto anno 1303-1305


Diversamente Giotto l'affresco facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova si caratterizza per l’originale impianto architettonico-spaziale, per lo Spirito che si manifesta sotto forma di raggi luminosi e per l’assenza di Maria. Infatti talvolta i Dodici sono riuniti nella stanza alta, ma tra loro non c’è la Vergine

Pentecoste
titolo Pentecoste
autore Juan Bautista Maíno anno 1615-20


Nella splendida tela di Juan Bautista Maíno, pittore spagnolo del XVII sec, l'artista ha implementato un modo innovativo di disporre i personaggi, oltre alla Vergine compare un'altra donna la Maddalena come descritto negli Atti degli apostopli: “erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù”. Le due figure più sorprendenti e importanti sono San Pietro con le chiavi del paradiso e San Luca mentre scrive uno dei suoi testi biblici.

✝ Pensiero del 28 maggio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, discenda su tutti noi, tutti i doni dello Spirito Santo, ma soprattutto, il dono di Credibilità, quando saremo davanti a Colui ch’è vero Amore.

Barbara


Versetto del Giorno

Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

Atti degli Apostoli 2:3-4

Memoria

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz


Domenica – PENTECOSTE
Solennità d'origine ebraica, la Pentecoste veniva celebrata sette settimane dopo Pasqua, come festa di ringraziamento. Il cristianesimo a Pentecoste celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo, momento in cui ha inizio la vita della Chiesa nella Nuova Alleanza. A Pasqua abbiamo celebrato la Risurrezione del Signore, dono di speranza; adesso a Pentecoste, celebriamo il Dono di Grazia, che rinforza le virtù teologali nel cuore e nello spirito degli uomini. Al centro di questa importante solennità vi è il mistero di Dio, che ha riscattato il mondo nel Figlio suo, e il mistero della Chiesa, Corpo di Cristo. La Pentecoste non rievoca semplicemente un avvenimento passato, per quanto importante, ma celebra Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che si manifesta giorno dopo giorno sulla terra e che si rivelerà pienamente quando ritornerà il Figlio dell’uomo. La Pentecoste avviene ogni giorno per coloro che, nel nome del Signore, pregano il Padre di concedere loro lo Spirito promesso dal Figlio.
Meditazione sul Vangelo di Gv 20,19-23
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Come il Verbo si è fatto carne, così lo Spirito di Dio si fa parola che giunge al cuore di ogni uomo. La Babele antica aveva separato i popoli, ora le genti si ritrovano insieme e, anche se i discepoli parlano galileo, ogni popolo, ogni persona li sente esprimersi nella propria lingua.
Dio nel Figlio si è fatto uomo, ma nello Spirito si fa ogni uomo e ogni donna. In ogni tempo. Così ciascuno ha la ricchezza e l ’incarico di realizzare un dono dello Spirito di Dio per il bene degli altri e della comunità. Questo è il carisma: un dono che riceviamo per il bene degli altri, mentre la grazia è un dono che santifica la persona. Comprendiamo, allora, che la nostra storia con i suoi pregi, ma anche le sue ferite, non è mai trascurabile, perché in essa trova concretezza quotidiana la potenza vitale dello Spirito. ln questo senso come nel corpo ogni membro ha la sua particolarità attraverso la quale costruisce, sostiene e vitalizza l’intero organismo, così lo Spirito Santo qualifica ogni persona con un dono. A qualcuno (catechista, genitore, insegnante…) dà quello della parola che porta la sua luce, ad altri la capacità di animare e guidare la comunità cristiana e civile (vescovo, preti, animatori, educatori, amministratori e ogni lavoro casalingo e professionale. . .), ad altri la sollecitudine al servizio della carità (diaconi, volontari Caritas, operatori sociali e sanitari. . .). Così lo Spirito ha bisogno della disponibilità di tutti per costruire quella storia, umana e della salvezza, a cui Egli presiede. Gesù. nel giorno della Pasqua, compiuta la Sua opera, sembra ritirarsi. Gesù alita lo spirito nella debolezza dei suoi discepoli. «Gesù alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo». Da questo momento in poi lo Spirito rende presente Cristo risorto e la Sua potenza in ogni persona, in ogni luogo, in ogni tempo. È lo stesso Spirito che realizza la presenza di Cristo ispirando il vangelo e il suo ascolto, trasformando il pane e il vino in Eucaristia, radunando la comunità. E nella carità si fa presente Gesù in ogni povero e sofferente che si accosta a noi. Così sperimentiamo “quanto è bello e soave che i fratelli vivano insieme”. Dio mandando il suo Spirito crea la storia, rinnova la faccia della terra e la sua gloria resta sempre con noi.
Sara Melchiori
IL DONO DELL’INTELLETTO E DELLA SCIENZA
Al dono dell’intelletto è connesso quello della scienza: mentre il primo ci fa comprendere la verità che viene da Dio, il secondo ci aiuta a vedere in lui l’insieme del mondo e della vita. La scienza spirituale è la visione della realtà che consegue all’incontro col Signore che cambia il cuore e la vita. L’intelligenza intende la verità nel suo offrirsi, la scienza abbraccia sotto la luce della verità l’orizzonte vitale di ciascuno e della comunità. Grazie al dono della scienza sono nate le grandi sistemazioni teologiche della storia della fede, e il cristianesimo è capace di contribuire alla ricerca del significato ultimo e delle urgenze penultime di fronte alle questioni e alle sfide culturali ed etiche più diverse. Grazie alla scienza della fede è possibile cogliere i segni dei tempi ed i fermenti evangelici presenti dappertutto, anche nelle situazioni apparentemente più chiuse alla luce della verità rivelata.
IL DONO DEL CONSIGLIO

Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo ed è la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilità di imitare Cristo, dando Cristo al mondo e facendolo vivere in noi.
Nell’insegnamento e nell’opera di Cristo, nulla è più essenziale del perdono. Egli ha proclamato il regno futuro del Padre come regno dell’amore misericordioso. Sulla croce, col suo sacrificio perfetto, ha espiato i nostri peccati, facendo così trionfare la misericordia e l’amore mediante - e non contro - la giustizia e l’ordine. Nella sua vittoria pasquale, egli ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Nella Chiesa degli apostoli il perdono viene offerto attraverso i sacramenti del battesimo e della riconciliazione e nei gesti della vita cristiana.
Dio ha conferito al suo popolo una grande autorità stabilendo che la salvezza fosse concessa agli uomini per mezzo della Chiesa!
Ma questa autorità, per essere conforme al senso della Pentecoste, deve sempre essere esercitata con misericordia e con gioia, che sono le caratteristiche di Cristo, che ha sofferto ed è risorto, e che esulta eternamente nello Spirito Santo.

Domenica 28 Maggio                                       

PENTECOSTE (anno A) (s)

S. Germano; S. Ubaldesca; S. Lodovico Pavoni; B. Maria B. Bagnesi

 At 2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra

Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore.

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 103)
Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore.

27 maggio, 2023

Memoria Francesca Laura Morvillo e Giovanni Salvatore Augusto Falcone, si uniscono in Matrimonio

 Memoria

27 maggio 1986 27 maggio 2023
Francesca Laura Morvillo e Giovanni Salvatore Augusto Falcone, si uniscono in Matrimonio
Anniversario, dell'amore Eterno...



26 maggio, 2023

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio

 Santa Maria del Fonte presso Caravaggio



Nome: Santa Maria del Fonte presso Caravaggio
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 26 maggio
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Montescano


Il 26 Maggio del 1432 a Mazzolengo, vicino Caravaggio in provincia di Bergamo, Lombardia, avvenne una delle apparizioni della Madonna. Una giovane contadina, la 32enne Giannetta, figlia di Pietro Vacchi e sposata con Francesco Varoli, contadino ed ex soldato a cui piaceva bere e maltrattare la povera moglie nota per le sue virtù, si trovava fuori dall'abitato a raccogliere erba per i suoi animali.

Erano le cinque del pomeriggio e la ragazza vide all'improvviso vicino a lei una donna “vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco”, bellissima, alta, che la spaventò molto con la sua inaspettata presenza, ma che subito la rassicurò spiegandole chi fosse. E il suo messaggio fu “L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato. Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.”

Queste parole si riferivano probabilmente al momento storico che il luogo stava attraversando, con una guerra tra veneti e milanesi che si contendevano Caravaggio per poter controllare le popolazioni bergamasche e cremonesi.

Giannetta obbedì e raccontò ciò che aveva visto e udito, e la gente iniziò a visitare il luogo trovando nei pressi una fonte che pare prima non ci fosse; presto si diffuse la notizia che fosse miracolosa e iniziarono ad arrivare malati che speravano in una guarigione.

Quello stesso anno si iniziò a costruire una piccola cappella diventata nel 1516 una grande costruzione dedicata a Santa Maria del Fonte, la quale venne poi demolita tranne la cappellina e al suo posto si trova oggi un grande Santuario.

San Filippo Neri

 San Filippo Neri

autore: Mario Balassi anno: 1659 titolo: San Filippo Neri che adora la Madonna col Bambino luogo: Collezione privata

Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Filippo Romolo Neri
Nascita: 21 luglio 1515, Firenze
Morte: 26 maggio 1595, Roma
Ricorrenza: 26 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:
giovani
Beatificazione:
25 maggio 1615, Roma, papa Paolo V
Canonizzazione:
12 marzo 1622, Roma, papa Gregorio XV


Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato "Pippo il Buono".

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all'eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll'orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune.

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione.

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l'allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza.

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne!

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi!

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio.

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell'Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell'educazione della gioventù.

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni.

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio.

CITAZIONE. State buoni se potete.

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell'esempio delle sue virtù.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell'Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli.

✝ Pensiero del 26 maggio 2023

 


SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Tu per me, sei il mio sole di Giustizia.

Barbara

Versetto del Giorno
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.
Giovanni 14:16

Memoria Liturgica

San Filippo Neri il Santo del buon umore e della gioia

Venerdì 7.a – Tempo di Pasqua
Meditazione del Vangelo Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli. Pasci le mie pecorelle.
Alla fine del vangelo, tutto si riassume nell’amore: una vita condotta alla sequela del Maestro e che ha conosciuto il rinnegamento, fatta di gesti quotidiani e dello stupore dei miracoli, presa dal fascino per un messaggio mai udito e piena di dubbi e di domande. Per Pietro che ha conosciuto il Tabor e il Calvario, ora tutto culmina e si compie in questa triplice dichiarazione di amore: “Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Nell’amore, Pietro è identificato con Gesù, non ci sono più distanze, nemmeno di destino. E su questo amore ritrovato, Gesù affida nuovamente a Pietro la Sua Chiesa, ora essa è fondata non più sulla fede di Pietro, ma sul Suo amore; come il Signore, conoscerà il martirio, sperimenterà l’impotenza della croce e la libertà umiliata, e in questo modo diventerà ancora più profondamente discepolo. Oltre che vivere alla scuola del Maestro, conoscerà la Sua stessa morte, la Sua umiliazione, sarà come Lui! Durante la Sua missione, il Signore aveva già interrogato Pietro: “Chi sono io?”, e la risposta era stata sicura, ineccepibile: “Tu sei il Cristo!”. Ora da Risorto gli pone un quesito più semplice: “Mi ami tu?”. E se la prima domanda poteva essere posta una volta sola, quella dell’amore ha bisogno di sorprendere il cuore e di essere ripetuta tre volte, per essere colta in tutta la sua portata, perché Pietro possa capire che essa implica l‘essere portati dove non si vuole, cioè il martirio. È l’amore che rende capaci di martirio, che è diverso dall’eroismo: l’eroe è una persona forte, che ha il coraggio di affrontare con un’energia straordinaria le vicende avverse della vita: il martire è una persona spesso fragile e indifesa che sceglie di non tradire l’amore, che crede che l’amore darà forza per affrontare qualsiasi cosa. Di questo amore devono vivere coloro che guidano la Chiesa e che sono chiamati dal Signore a pascere il gregge, che resta del Risorto.
Filippo (Firenze 1515 – Roma 26 maggio 1595), sacerdote (1551), fondò l’Oratorio che da lui ebbe il nome. Unì all’esperienza mistica, che ebbe le sue più alte espressioni specialmente nella celebrazione della Messa, una straordinaria capacità di contatto umano e popolare. Fu promotore di forme nuove di arte e di cultura. Catechista e guida spirituale di straordinario talento, diffondeva intorno a sé un senso di letizia che scaturiva dalla sua unione con Dio e dal suo buon umore.

Venerdì 26 Maggio                                      

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio; S. Filippo Neri (m); S. Lamberto di Vence; B. Andrea Franchi

7.a di Pasqua

At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli

Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,26)