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26 maggio, 2023

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio

 Santa Maria del Fonte presso Caravaggio



Nome: Santa Maria del Fonte presso Caravaggio
Titolo: Apparizione
Ricorrenza: 26 maggio
Tipologia: Commemorazione
Patrono di:
Montescano


Il 26 Maggio del 1432 a Mazzolengo, vicino Caravaggio in provincia di Bergamo, Lombardia, avvenne una delle apparizioni della Madonna. Una giovane contadina, la 32enne Giannetta, figlia di Pietro Vacchi e sposata con Francesco Varoli, contadino ed ex soldato a cui piaceva bere e maltrattare la povera moglie nota per le sue virtù, si trovava fuori dall'abitato a raccogliere erba per i suoi animali.

Erano le cinque del pomeriggio e la ragazza vide all'improvviso vicino a lei una donna “vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco”, bellissima, alta, che la spaventò molto con la sua inaspettata presenza, ma che subito la rassicurò spiegandole chi fosse. E il suo messaggio fu “L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato. Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.”

Queste parole si riferivano probabilmente al momento storico che il luogo stava attraversando, con una guerra tra veneti e milanesi che si contendevano Caravaggio per poter controllare le popolazioni bergamasche e cremonesi.

Giannetta obbedì e raccontò ciò che aveva visto e udito, e la gente iniziò a visitare il luogo trovando nei pressi una fonte che pare prima non ci fosse; presto si diffuse la notizia che fosse miracolosa e iniziarono ad arrivare malati che speravano in una guarigione.

Quello stesso anno si iniziò a costruire una piccola cappella diventata nel 1516 una grande costruzione dedicata a Santa Maria del Fonte, la quale venne poi demolita tranne la cappellina e al suo posto si trova oggi un grande Santuario.

San Filippo Neri

 San Filippo Neri

autore: Mario Balassi anno: 1659 titolo: San Filippo Neri che adora la Madonna col Bambino luogo: Collezione privata

Nome: San Filippo Neri
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Filippo Romolo Neri
Nascita: 21 luglio 1515, Firenze
Morte: 26 maggio 1595, Roma
Ricorrenza: 26 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:
giovani
Beatificazione:
25 maggio 1615, Roma, papa Paolo V
Canonizzazione:
12 marzo 1622, Roma, papa Gregorio XV


Nacque a Firenze da ricca famiglia nel 1515. Ebbe un carattere singolarmente mite, così da essere chiamato "Pippo il Buono".

Studiata umanità, per poter farsi sacerdote rinunziò all'eredità dello zio e partì per Roma, ove fu accolto da un suo concittadino. Visse in questa famiglia vita illibata e mortificata, cautissimo nello stringere amicizie. Il demonio gli suscitava violenti moti della carne, che egli vinceva coll'orazione e coi digiuni, fin che il Signore in premio di tanta lotta gli concesse la grazia di esserne per sempre immune.

Finiti gli studi e fatto sacerdote, si diede con tutte le forze alla propria santificazione.

Favorito della più sublime contemplazione, le ineffabili dolcezze spirituali lo facevano esclamare: « Basta, Signore, basta! perchè questo mio cuore è sì piccolo per amare Voi così amabile! ».

Amava molto i poveri ed era di continuo a contatto con il popolo; visitava gli ammalati nelle loro case e negli ospedali, e li serviva di giorno e di notte. Però prediligeva i giovani, e la sua stanza era divenuta il loro ritrovo gradito. La sua parola era ricca di facezie e comunicava agli astanti l'allegria santa che traboccava dal suo cuore: i suoi detti ai giovani sono passati alla posterità come proverbi di grande sapienza.

Nella celebrazione della santa Messa era spesso rapito in dolci estasi, sollevato in aria e circonfuso da ogni parte di luce celestiale: un angelo in carne!

Al confessionale passava le intere giornate ed era tanta la sua abilità che non andava a lui peccatore, per ostinato che fosse, senza rimettersi sulla retta via; taluni appunto lo evitavano per non avere a convertirsi!

Il Signore lo visitò anche con prove e contrarietà gravissime: fino allo scherno sopra le sue opere di bene, fino alla calunnia più vile, fino alla ribellione di qualcuno dei suoi confratelli; prove che egli vinceva colla dolcezza e colla confidenza filiale in Dio.

A S. Maria della Vallicella fondò la Congregazione dell'Oratorio che di tanto aiuto fu ed è alla Chiesa nell'educazione della gioventù.

Filippo, semplice ed umile, rifuggì sempre gli onori e dignità ecclesiastiche, più volte offertegli. E Dio lo favorì col dono della profezia, dei miracoli e con frequenti visioni.

Morì il 26 maggio del 1595, in età di anni 80. I medici gli trovarono due costole adiacenti al cuore inarcate a causa dei violenti battiti di amor di Dio.

CITAZIONE. State buoni se potete.

PRATICA. « Paradiso! Paradiso! Attendete a vincervi nelle piccole cose, se volete vincervi nelle grandi » (S. Filippo Neri).

PREGHIERA. Signore, che sublimasti alla gloria dei tuoi Santi il tuo beato confessore Filippo, concedici, propizio, che mentre ci rallegriamo per la sua festa approfittiamo dell'esempio delle sue virtù.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma san Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell'Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli.

✝ Pensiero del 26 maggio 2023

 


SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Caro Rosario Angelo, Tu per me, sei il mio sole di Giustizia.

Barbara

Versetto del Giorno
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre.
Giovanni 14:16

Memoria Liturgica

San Filippo Neri il Santo del buon umore e della gioia

Venerdì 7.a – Tempo di Pasqua
Meditazione del Vangelo Gv 21,15-19
Pasci i miei agnelli. Pasci le mie pecorelle.
Alla fine del vangelo, tutto si riassume nell’amore: una vita condotta alla sequela del Maestro e che ha conosciuto il rinnegamento, fatta di gesti quotidiani e dello stupore dei miracoli, presa dal fascino per un messaggio mai udito e piena di dubbi e di domande. Per Pietro che ha conosciuto il Tabor e il Calvario, ora tutto culmina e si compie in questa triplice dichiarazione di amore: “Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Nell’amore, Pietro è identificato con Gesù, non ci sono più distanze, nemmeno di destino. E su questo amore ritrovato, Gesù affida nuovamente a Pietro la Sua Chiesa, ora essa è fondata non più sulla fede di Pietro, ma sul Suo amore; come il Signore, conoscerà il martirio, sperimenterà l’impotenza della croce e la libertà umiliata, e in questo modo diventerà ancora più profondamente discepolo. Oltre che vivere alla scuola del Maestro, conoscerà la Sua stessa morte, la Sua umiliazione, sarà come Lui! Durante la Sua missione, il Signore aveva già interrogato Pietro: “Chi sono io?”, e la risposta era stata sicura, ineccepibile: “Tu sei il Cristo!”. Ora da Risorto gli pone un quesito più semplice: “Mi ami tu?”. E se la prima domanda poteva essere posta una volta sola, quella dell’amore ha bisogno di sorprendere il cuore e di essere ripetuta tre volte, per essere colta in tutta la sua portata, perché Pietro possa capire che essa implica l‘essere portati dove non si vuole, cioè il martirio. È l’amore che rende capaci di martirio, che è diverso dall’eroismo: l’eroe è una persona forte, che ha il coraggio di affrontare con un’energia straordinaria le vicende avverse della vita: il martire è una persona spesso fragile e indifesa che sceglie di non tradire l’amore, che crede che l’amore darà forza per affrontare qualsiasi cosa. Di questo amore devono vivere coloro che guidano la Chiesa e che sono chiamati dal Signore a pascere il gregge, che resta del Risorto.
Filippo (Firenze 1515 – Roma 26 maggio 1595), sacerdote (1551), fondò l’Oratorio che da lui ebbe il nome. Unì all’esperienza mistica, che ebbe le sue più alte espressioni specialmente nella celebrazione della Messa, una straordinaria capacità di contatto umano e popolare. Fu promotore di forme nuove di arte e di cultura. Catechista e guida spirituale di straordinario talento, diffondeva intorno a sé un senso di letizia che scaturiva dalla sua unione con Dio e dal suo buon umore.

Venerdì 26 Maggio                                      

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio; S. Filippo Neri (m); S. Lamberto di Vence; B. Andrea Franchi

7.a di Pasqua

At 25,13-21; Sal 102; Gv 21,15-19

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli

Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,26)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 102)
Rit: Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi.

Lo Spirito Santo v'insegnerà ogni cosa; vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 14,26)


25 maggio, 2023

Memoria del Compleanno di Francesco Forgione

 Memoria

25 maggio 1887 25 maggio 2023

Compleanno di Francesco Forgione

in religione Padre Pio da Pietrelcina

Auguri di cuore




23 maggio, 2023

MEMORIA 23 maggio 1992 23 maggio 2023

 MEMORIA


23 maggio 1992 23 maggio 2023

DI CAPACI GIUDICE FACONE SUA MOGLIE FRANCESCA MORVILLO E LA SUA SCORTA



22 maggio, 2023

A SANTA RITA DA CASCIA

 A SANTA RITA DA CASCIA

Santa degli impossibili
Santa Rita, Tu hai fatto cessare la guerra ridonando la Pace e la Speranza a chi l'aveva ormai persa.
Santa Rita, Tu hai convertito con la Tua incessante preghiera in non credenti in Dio in credenti, hai ricolmato i loro cuori pieni d’odio e di vendetta verso il prossimo in Amore.
Santa Rita, Tu hai reso tutto ciò che era impossibile, possibile fa che possiamo vivere in un mondo migliore di questo senza guerre ne odio e fa che la Pace e l'Amore prevalga su tutto e su tutti noi. Amen.

21 maggio, 2023

Memoria Compleanno di Yara Gambirasio

 Memoria

Compleanno di Yara Gambirasio AUGURI DI CUORE PICCOLA STELLA.



Ascensione di Gesù

 Ascensione di Gesù

Ascensione di Gesù
autore: Benjamin West anno: 1801 titolo: L'Ascensione luogo: Museo d'arte di Denver

Nome: Ascensione di Gesù
Titolo: Ascesa corporea di Gesù al cielo.
Ricorrenza: 21 maggio e 18 maggio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


Gesù dopo la risurrezione, nei 40 giorni che rimase ancora in terra, confortò gli Apostoli e con diverse prove li convinse di essere veramente risuscitato. Li istruì intorno al regno di Dio, sul modo di governare la Chiesa, d'amministrare i Sacramenti, di salvare le anime. Avvicinandosi il giorno dell'addio: « Bisogna che me ne vada, disse, perchè se io non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore ». Ordinò quindi agli Apostoli che dalla Galilea si recassero a Gerusalemme.Il momento solenne era vicino.Fece con essi il banchetto d'addio, durante il quale apri loro maggiormente le menti, mostrando ad essi come la Sacra Scrittura parla di Cristo, della sua passione, morte e risurrezione. Comandò di predicare il Vangelo, diede loro il potere di rimettere i peccati e li mandò ad annunziare il regno di Dio a tutte le genti.Finita la sua istruzione si incamminò, seguito dagli Apostoli e Discepoli, al monte dell'ascensione. Giunto alla vetta, diede l'addio alla Madre, alle pie donne, a tutti i presenti, e alzando il braccio li benedisse.Mentre li benediceva, per propria virtù si alzò verso la maestà dei cieli davanti a quegli occhi che meravigliati lo guardavano, finchè mia nube lo nascose.Quei Giudei stavano ancora inginocchiati a braccia aperte e con gli occhi rivolti al cielo meravigliati e commossi, quando comparve un Angelo giulivo in volto e dall'aspetto maestoso dicendo: « O uomini di Galilea, che state a guardar in cielo? Quello stesso Gesù che fu tolto a voi, ritornerà nella stessa gloria con cui salì ».Gli Apostoli a quell'avviso ritornarono a Gerusalemme comprendendo le parole che Gesù aveva detto: « Vado a preparare un luogo per voi. Vi manderò il Consolatore ».Oggi la Chiesa celebra una delle sue feste più belle facendo riflettere ai Cristiani quale sia la loro patria. Gesù non salì al cielo solo per ricevere la corona della virtù, ma anche per preparare un posto per noi. Cristiani, il cielo è la nostra patria, non questa misera terra!Alziamo gli occhi, contempliamo come è meraviglioso quel cielo! Lassù Gesù sale per prepararci un posto. Egli ci attende: non badiamo alle difficoltà, ma ricordiamo che non i pigri ma i violenti lo rapiscono, cioè quelli che lottando vincono se stessi.Il cielo s'acquista combattendo le nostre passioni, la nostra carne, la malvagia inclinazione al male.Nei momenti in cui ci sembrerà di esser sopraffatti dal male, quando intorno a noi sarà buio, alziamo gli occhi e le mani al Cielo, chiedendo aiuto a Colui che è la luce che rischiara le tenebre, a Colui che è nostro Re, nostro Salvatore, nostro Avvocato e nostro Mediatore; egli ci libererà.PRATICA. Pensiamo sovente alla nostra vera, eterna patria, il paradiso. PREGHIERA. Deh! concedi, Dio onnipotente, che come crediamo che il tuo Unigenito, nostro Redentore, è asceso al cielo, così anche noi con la mente abitiamo in cielo. MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità dell’Ascensione del Signore nostro Gesù Cristo, in cui egli, a quaranta giorni dalla risurrezione, fu elevato in cielo davanti ai suoi discepoli, per sedere alla destra del Padre, finché verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. 

ICONOGRAFIA


L’Ascensione fu quindi il momento del ricongiungimento di Cristo al Padre: un addio al mondo terreno inteso come un “andare verso Dio”, come l'abbandono della dimensione umana in cui si era calato per recuperare quella divina da cui proveniva.La tipica iconografia dell’Ascensione prevede che la scena venga divisa in due parti ben distinte: quella superiore con Cristo a volte seduto su un trono o avvolto dalla luce o racchiuso da una mandorla, talvolta affiancato da angeli; quella inferiore con gli apostoli spesso tutti tranne Giuda e con la Vergine. Maria non è ricordata dalle fonti ma tuttavia, Ella è spesso presente nelle immagini dell’Ascensione, incarnando la figura della Chiesa stessa come madre, destinata a proseguire l’azione salvifica di Cristo nel Mondo. Infatti, Maria è quasi sempre in preghiera con le braccia quasi conserte, almeno sino al XV secolo, e non mostra né stupore né turbamento, reazioni tipicamente umane al manifestarsi del divino tra gli uomini. Un esempio classico della scena è sicuramente la tela di Ercole Ramazzani che rispecchia molto fedelmente l'evento.

L'Ascensione
titolo L'Ascensione autore Ercole Ramazzani anno 1594


Una delle più antiche raffigurazioni dell’Ascensione è una miniatura presente nell’Evangelario di Rabbula, detto anche Vangeli di Rabbula, un manoscritto del VI secolo riportante i Vangeli in lingua siriaca, ed è considerato tra le più preziose testimonianze della prima arte bizantina.
 
Ascensione
titolo Ascensione autore Vangeli di Rabbula anno VI sec.

In Occidente, fu Giotto a rompere con questo consolidato modello iconografico. Nella sua Ascensione, dipinta tra gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, infatti, decise di mostrare Cristo di profilo sospinto verso l’alto da una nuvola.

Ascensione di Gesù
titolo Ascensione di Gesù autore Giotto anno 1303


Tra gli artisti più influenti del Rinascimento è sicuramente Andrea Mantegna ad eseguire una delle opere più belle in uno dei pannelli di un trittico ubicato agli Uffizi, che comprende anche l’Adorazione dei Magi e la Circoncisione.

Ascensione
titolo Ascensione autore Andrea Mantegna anno 1463-64
 

Adorazione dei Magi
titolo Adorazione dei Magi autore Andrea Mantegna anno 1463-64


Circoncisione del Signore
titolo Circoncisione del Signore autore Andrea Mantegna anno 1463-64


Anche il grande Perugino, noto maestro umbro, dipinse un’Ascensione come parte dello smembrato Polittico di San Pietro, purtroppo soggetto a furti napoleonici durante la campagna d’Italia. Sopra l'ascensione vi è una cimasa semicircolare che rappresenta Dio Padre benedicente con cherubini e angeli. Come voleva la tradizione, Cristo ascende al cielo nella sua mandorla di cherubini, circondato da angeli musicanti. In basso, Maria e gli apostoli, compostamente e affettuosamente atteggiati, si stagliano sul sereno paesaggio umbro.   

Ascensione del Signore
titolo Ascensione del Signore autore Perugino anno 1496-1500


Bellissima è anche l’Ascensione di Benvenuto Tisi da Garofolo, detto il Garofalo, un pittore della scuola ferrarese che amava firmarsi con una piccola riproduzione del fiore (il garofalo o garofano) che aveva assunto per nome d’arte. Dipinta per la chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara, si caratterizza per la saldezza delle sue forme dove Cristo, sospeso in cielo, ostenta un corpo perfetto; gli apostoli, in basso, si accalcano severi seguendo uno schema piramidale. Manca la Vergine. I colori, freddi e sfumati, mostrano l’influenza della scuola veneta.

 
Ascensione
titolo Ascensione autore Garofalo anno 1510-1520

✝ Pensiero del 21 maggio 2023

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO LAICO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Caro Rosario Angelo, grazie di cuore, di costudirmi, nell’Amore di Cristo, e nell’amore della Vergine Maria.

Barbara


Versetto del Giorno

Lodate il Signore ed invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere.

Salmo 105:1

Memoria

Compleanno di Yara Gambirasio

Domenica – 7.a di Pasqua – ASCENSIONE
Con la solennità dell’Ascensione celebriamo il mistero di Cristo che, avendo assunto la natura umana con l’incarnazione, dopo la sua morte e risurrezione, fa ritorno nella gloria del Padre. Con l’ascesa al Cielo di Gesù termina la sua missione terrena ed ha inizio quella della Chiesa. La prima è durata solo pochi anni, inquadrati da due eventi: il battesimo di Gesù di Nazaret, nelle acque del Giordano e, appunto, la sua ascesa al Padre. La missione della Chiesa, invece, durerà fino al ritorno glorioso del Signore e fino alla costituzione del Regno di Dio, alla fine dei tempi. La scelta del giorno e dell’ora in cui tutto questo avverrà è riservata alla sovrana libertà del Padre. Gesù stesso lo ha detto chiaramente agli Apostoli (cfr. At 1,7). I fedeli cristiani devono vivere nel presente, impegnandosi a compiere la missione che il Signore ha lasciato a ciascuno di loro: lavorare all’avvento del Regno di Dio. Per quanto lunga sia l’attesa, la vita va avanti e, per realizzare il compito che il Signore ci ha affidato, il tempo è breve.
Meditazione sul Vangelo di Mt 28,16-20
Con Lui, in cielo.
Non ho mai vissuto con facilità i distacchi dalle persone. Separarmi fisicamente da qualcuno a cui voglio bene mi costa sofferenza. Immediatamente avverto la nostalgia del volto, della presenza, delle parole dell’altro. Il corpo, per quanto segnato dal limite, è un grande luogo di incontro. Così credo di comprendere lo smarrimento dei discepoli di fronte all’ascesa al cielo di Gesù, quei loro guardare in alto, disorientati, tristi. E penso a quanto nell’esperienza umana sia consolante recuperare la presenza di chi non è più con noi nei ricordi, nelle esperienze condivise, nel bene scambiato, sentire che l’altro continua a vivere in noi.
Gesù dona ai discepoli e a noi una grande speranza. Anche a noi tocca lo stesso destino di salire in cielo con Lui, cioè partecipare della stessa vita di Dio. In ciascuno di noi, infatti, il Signore continua a farsi carne, a risorgere, ad ascendere. Nella nostra vita, ci dice l’Ascensione, c’è una forza che viene dall’alto e sospinge in alto Gesù, noi, il mondo. «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». Alla vista di Gesù che scompare i discepoli già avvertono la nostalgia di Lui, del cielo, cioè di una vita piena in Dio. Anche noi, come i discepoli, non conosciamo i tempi e i luoghi del ritorno del Signore. Ma Egli ci invita ad attendere, a suscitare tra gli uomini il desiderio di Lui, a tener viva la speranza dentro le difficoltà quotidiane, a essere, con la nostra vita, profezia, prefigurazione di cieli nuovi e di terre nuove. Nell’Ascensione Cristo non è andato oltre le nubi o le stelle, ma è disceso in noi, perché l’uomo e il cielo di Dio, dandoci la forza di annunciarLo fino agli estremi confini della terra. La nostalgia di Dio non ci esonera dall’impegnarci già qui, oggi, a costruire e a realizzare il Regno. Il cielo non è la ricompensa di una vita giusta e buona, non è un alibi allo spendersi già su questa terra a diffondere il vangelo, ad accompagnare gli uomini e le donne che incontriamo lungo il nostro cammino all’ incontro con Lui. Nella debolezza del nostro andare ci rincuorano le parole di Gesù. Egli ci precede, egli è già oltre i nostri ristretti confini, oltre le nostre capacità, oltre le nostre paure. La Sua forza ci illumina, ci sostiene, ci solleva in alto.
Elisa Carrà
Il Signore risorto è ritornato nella Galilea pagana. È qui che egli aveva cominciato ad annunciare la conversione e il Vangelo del Regno (cf. Mt 4,15.17.23). È qui, in questo luogo di frontiera, che egli aveva dato appuntamento ai suoi discepoli, che si erano dispersi quando egli, il pastore, era stato ferito (cf. Mt 28,8-10). È ritornato sui luoghi dell’inizio, per dare loro la pienezza: il Risorto è la luce decisiva che rischiara tutti coloro che camminano nelle tenebre e nell’ombra della morte.
Egli ha convocato i discepoli - in numero di undici - su una montagna, come all’inizio li aveva condotti sulla montagna, quando parlò loro per annunciare la via della felicità del regno dei cieli (cf. Mt 5,1). Dio ha anche convocato il popolo ai piedi del Sinai quando ha voluto fare di lui la sua “ecclesia” (cf. Es 19). Il Risorto è su questa montagna in Galilea, che simboleggia l’incontro tra il cielo e la terra, dichiarandosi, solennemente, come colui che ha ricevuto tutta l’autorità nei cieli e sulla terra (cf. Mt 28,18).
Da questa montagna egli invia i discepoli - e in loro, e con loro, noi tutti che li seguiamo lungo la storia - a convocare la Chiesa per riunirla dai quattro punti cardinali del mondo nel regno; nessuno è escluso dalla parola e dalla partecipazione alla vita della famiglia divina: la comunione del battesimo con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (cf. Mt 28,19-20).
Oggi noi, come gli undici discepoli sulla montagna, lo adoriamo e riaffermiamo la nostra obbedienza al suo comando missionario. Egli sembra assente ma è in realtà sempre presente tra di noi (cf. Mt 28,20). È per questo che si è fatto uomo nel seno della Vergine Madre: per essere l’Emmanuele, il Dio con noi (cf. Mt 1,23), fino alla fine del mondo.

Domenica 21 Maggio                                          

ASCENSIONE DEL SIGNORE (anno A)

Ss. Cristoforo Magallanes e c. (mf); S. Carlo Eugenio de Mazenod

At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20

Ascende il Signore tra canti di gloria

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

(Matteo 28,19.20)

19 maggio, 2023

Memoria Riccardo Rampi

 Memoria


Nel 2015, in questo giorno, RICCANDO RAMPI, raggiungeva in cielo, il suo caro fratellino Alfredino.



18 maggio, 2023

Memoria compleanno del giudice Giovanni Salvatore Augusto Falcone

 Memoria compleanno del giudice Giovanni Salvatore Augusto Falcone auguri di cuore

18 maggio 1939 18 maggio 2023
Chi ricorda, fa vivere le persone in Eterno.