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06 dicembre, 2022

✝ Pensiero del 06 dicembre 2022

 

SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Rosario, Amami anche se non mi conosci….

Barbara

Versetto del Giorno
Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?
I Giovanni 3:17

Martedì – 2.a Avvento – SAN NICOLA

Nicola nacque probabilmente a Pàtara di Licia in Turchia, verso il 270 da una ricca famiglia nobile. Usava dei suoi beni per soccorrere bambini orfani di famiglie povere, per evitare che venissero sfruttati o cadessero nella criminalità. Il Vescovo di Mira lo volle ammirandone la carità e la fedeltà allo spirito evangelico, lo consacrò presbitero e, in seguito, Nicola fu a sua volta acclamato Vescovo dalla popolazione. Intervenne al Concilio di Nicea nel 325, dove contribuì a difendere la vera fede dall’eresia ariana. La devozione verso di lui si diffuse dapprima in Asia Minore e poi in 0ccidente.Verso la fine dell’XI secolo, quando i saraceni dominavano l’Asia Minore e la Puglia passò sotto il dominio normanno, un manipolo di marinai baresi trafugò le spoglie di Nicola. Dal 29 settembre 1089 la salma di Nicola riposa nella cripta della basilica innalzata in suo onore nel capoluogo pugliese. Dalle antiche immagini che lo ritraggono abbigliato delle rosse vesti episcopali mentre elargisce doni ai poveri orfanelli, è derivata la tradizionale figura natalizia anglosassone di “Santa Claus” (Babbo Natale).

Meditazione sul Vangelo di Mt 18,12-14

La tenerezza di Dio.

Inizia il “libro della consolazione” di Isaia con l’annuncio di liberazione e l’invito a prepararsi per il grande viaggio dove Dio stesso farà da guida al suo popolo. La fede di coloro che hanno creduto nella fedeltà dell’amore di Dio è stata premiata. Nella parabola del Vangelo, che segue quella del bimbo come modello del Regno dei cieli, Matteo continua il suo discorso, mostrando come Dio si curi anche del “più piccolo” degli esseri umani.

Anche oggi il nuovo popolo di Dio, la Chiesa sofferente ha bisogno di essere consolata. C’è un popolo disperso che aspetta ogni giorno di essere radunato. Se non mi sentissi immedesimato in questo mistero ecclesiale, non potrei ascoltare le parole di consolazione che il Signore dice al cuore di chi ama. «Parlate al cuore di Gerusalemme» significa dunque: parlatevi gli uni gli altri, cuore a cuore, voi che siete la Gerusalemme nuova, e scambiatevi l’annuncio della salvezza; scambiatevi la consolazione della mia presenza. Ciò comporta un arduo lavoro per sgombrare e appianare le vie di comunicazione, per eliminare le scabrosità del deserto. Il Signore vuole venire a noi per vie diritte. Abbiamo bisogno del suo aiuto, che egli, cioè, spiani il nostro terreno scabroso, raddolcisca i nostri tratti scoscesi, abbassi le cime del nostro orgoglio e colmi le frane delle nostre depressioni. «Ogni uomo – infatti – è come l’erba», ha un’estrema fragilità nativa, ma la parola del nostro Dio dura sempre. È questa Parola che dobbiamo pronunciare accostandoci gli uni al cuore degli altri. Il Vangelo ci ricorda che la potenza e la dolcezza di Dio, che si è manifestata nel suo Figlio fatto uomo, deve continuare a manifestarsi in coloro che nel Cristo sono diventati uomini nuovi. Un amore che vuole tutti salvi e non si rassegna a perdere nessuno. Il buon pastore ha novantanove pecore nell’ovile, buone, docili, ben nutrite, ma non si dà pace, perché una s’è smarrita. Dio viene a cercarmi; non solo, ma vuole mettere anche me alla ricerca degli altri. Perché se manco io o se manca qualcun altro la gioia che scaturisce dalla comunione d’amore non è completa. Riesco a vivere la Parola di Dio che mi chiede di parlare al cuore dei fratelli e far loro sperimentare la tenerezza di Dio? Sono cosciente che il Padre con passione mi cerca oppure penso di essere io a cercare Dio? Ho mai sperimentato l’abbraccio gioioso del Padre nel celebrare il Sacramento della penitenza?

Martedì 6 Dicembre 
S. Nicola (m); S. Asella; S. Obizio
2.a di Avvento
Is 40,1-11; Sal 95; Mt 18,12-14
Ecco, il nostro Dio viene con potenza

Il giorno del Signore è vicino:

«Egli viene a salvarci».

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Esultino davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Il giorno del Signore è vicino:

«Egli viene a salvarci».

04 dicembre, 2022

Nella Memoria della nascita terrena, della Monaca di Monza, al secolo Marianna de Leyva

 Accadde oggi Il 4 dicembre nel 1575 nasceva a Milano Marianna de Leyva, che fu protagonista di uno scandalo che sconvolse la Monza del tempo. Ricca e aristocratica, Marianna fu costretta a prendere i voti dal padre, ma ebbe 3 figli da un giovane nobile che uccise 3 persone per coprire la tresca, raccontata dal Manzoni nei promessi sposi.

I due furono scoperti e lui venne condannato e assassinato, mentre la monaca di Monza fu murata viva per 13 anni.



Santa Barbara

Santa Barbara

Nome: Santa Barbara
Titolo: Martire
Nascita: III Secolo, Nicomedia,Turchia
Morte: III Secolo-IV Secolo, Nicomedia,Turchia
Ricorrenza: 4 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria facoltativa


Santa Barbara nacque in Nicomedia attuale İzmit in Turchia ed ebbe a padre Dioscoro, crudelissimo persecutore dei cristiani. Essendo educata nelle lettere, conobbe la sublima storia dei misteri cristiani, e con tutto l'amor del verginal suo cuore ricevette la grazia del battesimo. Per tener presente l'augusto mistero della SS. Trinità, fece aprire una terza finestra nella torre del suo castello per elevarsi meglio a Dio, e ne provava tutta la dolcezza. Il padre accortosi di ciò, chiese spiegazione, e Barbara non esitò a spiegargli il mistero della Croce.

Santa Barbara
autore Giovanni Battista Salvi anno sec. XVII titolo Santa Barbara


La torre però divenne ben presto la sua prigione a causa di un padre oscuramente geloso della sua bellezza.

Si racconta a questo proposito che, durante una lunga assenza del padre, la ragazza sia riuscita a fuggire fortunosamente dalla prigione. Girovagando nel bosco, trovò poi rifugio nella capanna di un pastore ma, tradita, venne consegnata nelle crudeli mani del padre, il quale, per punirla, la denunciò come cristiana alle autorità e la fece imprigionare, assistendo con inaudita impassibilità alle torture cui venne sottoposta.

Martirio di Santa Barbara
autore Jacopo da Empoli anno circa 1603 titolo Martirio di Santa Barbara


Un padre davvero snaturato. Il giudice che la processò infierì sulla sua rara grazia condannandola ad attraversare il paese completamente ignuda; nel giorno fissato però, una nube densa e nera, mandata miracolosamente dal cielo, avvolse il suo corpo proteggendola da sguardi indiscreti. I carnefici tentarono quindi di ustionarla, ma le fiamme accese ai suoi fianchi si spensero subito; le vennero poi tagliati i seni, venne colpita alla testa con un martello. Quando venne mandata a morte, fu il padre stesso a farle da carnefice: con un colpo di spada vibrato con insana ferocia, il reprobo genitore decapitò la figlia. Ma quando la testa di Barbara cadde sanguinolenta al suolo, un fulmine a ciel sereno si abbatté sull'uomo, incenerendolo all'istante. La morte improvvisa, inviata come punizione dal cielo, fece giustizia dell'atroce delitto "cosi narra la tradizione", mandando sicuramente all'inferno l'anima del padre crudele, prima che avesse il tempo di pentirsene.

Santa Barbara con il padre colpito dal fulmine
titolo Santa Barbara con il padre colpito dal fulmine
autore Francesco Soderini anno Francesco Soderini


Da allora la vergine Barbara, martirizzata per la fede e la purezza nel secolo III, è invocata dai cristiani contro i pericoli dei fulmini, delle armi, delle «male morti», delle morti improvvise, e delle morti senza il perdono di Dio.

Barbara è la protettrice dei lavoratori che hanno a che fare con il fuoco e le armi da fuoco: pompieri, artiglieri e pirotecnici, lavoratori che rischiano la vita, con la possibilità di morire improvvisamente, senza il conforto dei sacramenti. È entrato nel linguaggio comune il termine «santabarbara» per indicare il deposito di munizioni nelle caserme o sulle navi. La torre chiusa e squadrata, che viene rappresentata per antica tradizione accanto all'effigie della santa, assomiglierebbe infatti, per alcuni, a una polveriera.

Il suo nome è stato incluso nel ristretto gruppo dei quattordici «santi ausiliatori», cosi detti perché i fedeli sono soliti invocare in particolare la loro intercessione. Gli altri tredici, in ordine alfabetico, sono: Acacio, Biagio, Caterina, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone e Vito.

PRATICA. - Dobbiamo ricevere con rassegnazione le cose avverse, perchè tutte ci vengono da Dio per nostro bene.

PREGHIERA. - Soffrite per amor di Dio le persecuzioni dei famigliari.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Nicomédia la passione di santa Bàrbara, Vergine e Martire, la quale, nella persecuzione di Massimino, dopo orribili torture nel carcere, dopo il bruciamento colle fiaccole, il taglio delle mammelle ed altri tormenti, compì il martirio percossa colla spada.




✝ Pensiero del 04 dicembre 2022

 ✝

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


Rosario, tienimi, salda nell’AMORE.


Barbara


Versetto del Giorno

Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare al mio Dio finché esisto.

Salmo 104:33


Nella Memoria della nascita terrena, della Monaca di Monza, al secolo Marianna de Leyva


Domenica – 2.a Avvento
Meditazione sul Vangelo di Mt 3,1-12
L’attrattiva della bellezza.
La liturgia introduce il secondo personaggio che domina la scena dell’Avvento, Giovanni Battista. Egli arriva con l’irruenza del profeta e la provocazione di chi annuncia cose definitive. Non rimane altro tempo per la conversione. La forma fisica della sua figura, il vestito, il cibo, la voce, la riva del fiume sono lo sfondo nel quale risuona un appello ultimativo. Il suo invito e il suo annuncio raccolgono tutta l’urgenza dell’Antico Testamento e ci fanno volgere lo sguardo e il passo verso Cristo.
La scena descritta nel Vangelo si pone in un vivo contrasto con la descrizione del Messia venturo che viene proposta nella prima lettura. Il Vangelo fa risuonare l’urgenza della conversione con la voce irruente del Battista e la minaccia del suo richiamo. Arriverà il Messia a distruggere il male, a tagliare le piante sterili e a bruciarle nel fuoco. La prospettiva è quella di un mondo che finisce, non attraverso la misericordia che anticipa e sollecita la conversione, ma attraverso lo sradicamento repentino e violento del male. La prima lettura è – per così dire – più evangelica. Il profeta Isaia non minaccia lo sradicamento dell’albero, ma una nuova fioritura dal vecchio tronco di Iesse. Il Messia è ripieno dello Spirito del Signore e di tutti i suoi doni e farà un’azione di giustizia per i poveri e gli oppressi; basteranno la sua parola e il soffio delle sue labbra a eliminare il violento e l’empio. Ne uscirà un mondo nuovo di pace e bellezza, descritto con immagini ideali che rimarranno nei secoli. A quale delle due descrizioni corrisponde Gesù, quella presentata da Isaia o quella del Battista? Sono ambedue immagini estreme, che si ritrovano solo parzialmente nel Messia di Nazaret. Certamente Gesù giudica e toglie il male, come dice il Battista. Certamente costruisce un mondo nuovo, come descrive Isaia. Gesù aggiunge di suo la novità inimmaginabile del suo personale coinvolgimento. La violenza del male va a scaricarsi su di Lui, conducendolo al sacrificio della croce. La bellezza del mondo nuovo riappare nella sua benevolenza verso i peccatori e i malati, e nello splendore della risurrezione. Gesù ci attrae con la sua bellezza. Come dice di Lui Jacopone da Todi: «Tanto è bello che me trae tutto».

Domenica 4 Dicembre 
S. Giovanni Damasceno (mf); S. Barbara; B. Adolfo Kolping
2.a di Avvento
Is 11,1-10; Sal 71; Rm 15,4-9; Mt 3,1-12
Vieni, Signore, re di giustizia e di pace

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

 (Luca 3,4.6)


SALMO RESPONSORIALE (Salmo 71)
Rit: Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
ed abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E domini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Preparate la via del Signore, raddrizza te i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

(Luca 3,4.6)



03 dicembre, 2022

Giornata internazionale sulla disabilità

 Giornata internazionale sulla disabilità 

La disabilità, non è contagiosa ma ignoranza sì!


 

San Francesco Saverio

San Francesco Saverio

autore: Claudio Coello anno: sec. XVII titolo: San Francesco Saverio

Nome: San Francesco Saverio
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Francisco de Jasso Azpilicueta Atondo y Aznares de
Nascita: 7 aprile 1506, Navara, Spagna
Morte: 3 dicembre 1552, Isola di Sancian, Cina
Ricorrenza: 3 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria liturgica
Protettore:marinaimissionarimissioni


Il giorno 7 aprile dell'anno 1506, nel castello di Saverio, nella Navarra, nasceva colui che Urbano VIII chiamerà « l'Apostolo delle Indie », S. Francesco Saverio.

Fin dall'adolescenza si applicò con amore appassionato allo studio delle lettere, nelle quali conseguì ottimi risultati. Già professore di Filosofia nel collegio di S. Barbara in Parigi, si incontrò per provvidenza di Dio con S. Ignazio di Loyola. Questi gli ripeteva instancabilmente la sentenza evangelica: « Che giova all'uomo acquistare il mondo intero, se poi perde la sua anima? ».

San Francesco Saverio
autore Bartolomé Esteban Murillo anno circa 1670 titolo San Francesco Saverio


Coll'aiuto della grazia il santo fondatore dei Gesuiti lo indusse a riflettere bene su ciò, facendogli comprendere la verità e l'importanza di questa massima, tanto che egli abbandonando ogni progetto mondano, si diede con tutte le sue energie alla causa santa del Signore, sotto l'esperta guida di S. Ignazio. Frattanto Francesco divenne diacono e finalmente, dopo due mesi di aspre penitenze, potè celebrare con indicibile effusione di cuore, la sua prima Messa.

In questo frattempo Giovanni III, re del Portogallo, avendo udita la fama dei compagni di Ignazio, ne chiese alcuni per mandarli missionari nelle Indie orientali.

Ignazio saputo questo e illuminato dal cielo, scelse il Saverio, il quale accettò volentieri la missione affidatagli.

Ricevuta la benedizione papale, partì e arrivò felicemente a Goa, principale città delle Indie, che fu la prima a ricevere i frutti della parola di Francesco. Da Goa passò a Malacca, indi a Trovancore e nelle terre circostanti: dovunque l'apostolo infaticabile operava conversioni e prodigi.

Miracoli di San Francesco Saverio
autore Peter Paul Rubens anno 1617-1618 titolo Miracoli di San Francesco Saverio


Il suo zelo veramente non ebbe confini. Si spinse fin nel Giappone, dopo esser ritornato a Goa, per rivedere le cristianità già fondate, e colà pure il divino seme produsse molti buoni frutti.

Sebbene esausto di forze, concepì il progetto di inoltrarsi nella immensa Cina, e lo aveva quasi attuato, quando il Signore, contentandosi dell'eroico suo proposito, lo chiamò a sò nella gloria.

Questo Santo, tanto insigne, si distinse in tre virtù in modo particolare. Nel suo grande zelo : un unico desiderio aveva: saziare il Cuore di Gesù famelico di anime. Per questo ideale, non badò a sacrifici, a lacrime, ad umiliazioni, a dolori, a sangue. Si distinse ancora per l'ubbidienza eroica ch'egli abbracciò nonostante gli ordinasse di abbandonare i suoi cari, la famiglia e la terra natia, per andare solo, lontano, verso luoghi sconosciuti.

Fu eroico inoltre il suo spirito di sacrificio che lo portò ad un amor di Dio tanto grande da fargli spostare due costole dalla parte del cuore.

autore Giovan Battista Gaulli anno 1676 titolo Morte di San Francesco Saverio


Morì su uno scoglio arido e desolato di fronte alla Cina, avendo per unica compagnia e conforto un servo indigeno. Moltiplicandosi i miracoli ricevuti per sua intercessione, fu elevato agli onori degli altari e proclamato celeste protettore di tutte le missioni cattoliche.

PRATICA. Una preghiera e una offerta per le missioni cattoliche.

PREGHIERA. Signore, che per mezzo del tuo servo Francesco Saverio, hai voluto aggregare alla tua Chiesa nuovi popoli. concedi a noi di imitare nell'esempio delle virtù colui di cui ammiriamo i meriti. Bibl., CONNOR, Invoca il Saverio, Ed. Paoline.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Francésco Savério, Sacerdote della Compagnia di Gesù e Confessore, Apostolo delle Indie, celeste Patrono della Congregazione e dell'opera della Propagazione della Fede e di tutte le Missioni; il quale si riposò in pace nel giorno precedente.

✝ Pensiero del 03 dicembre 2022

 


SUB TUTELA DEI
S. T. D. E DELLA B. V. M.
GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato

Il mio volto, s’illumina, al solo pensiero di te.

Barbara

Battezzati, siamo operai mandati nel mondo da Dio.

Versetto del Giorno
Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Matteo 5:48

Sabato – 1.a Avvento – SAN FRANCESCO SAVERIO
Francisco Xavier nacque nel 1506 nella Navarra, in Spagna. Giovane soldato, combatté a Pamplona contro lo schieramento in cui militava il giovane Ignazio di Loyola. Si incontrarono poi da studenti a Parigi, e Francisco conobbe e fece proprio il carisma religioso di Ignazio, aiutandolo a fondare la Compagnia di Gesù. istruito a fondo da Ignazio stesso circa il metodo missionario della nascente congregazione, Francisco partì da Lisbona nel 1541 con la nomina papale di “nunzio apostolico” per le colonie portoghesi in India, dove giunse oltre un anno dopo. La sua prima terra di missione fu Goa, dove fu chiamato “il grande padre”. Scrisse un catechismo in portoghese, per agevolare il lavoro dei catechisti locali, e si dedicò alla predicazione e alla cura dei malati. Per dieci anni Francisco viaggiò in lungo e in largo attraversando le vaste regioni indiane e gettando coraggiosamente il seme della fede tra numerose popolazioni non ancora evangelizzate. Dopo aver predicato il Vangelo in Giappone, morì il 3 dicembre del 1552, a soli 46 anni, sull’isola di Sanchan, nel tentativo di raggiungere la Cina.
Meditazione sul Vangelo di Mt 9,35-38 -10,1.6-8
Operai nella messe del mondo!
Nei primi versetti (v. 35-36) il Vangelo di oggi ci presenta un brano di profonda bellezza: Gesù ha un cuore pieno di compassione e spende la propria vita nell’insegnare, annunciare e guarire l’uomo bisognoso e indifeso. Mostra così quale dovrà essere la missione di coloro ai quali Dio ha fatto il grande dono della chiamata personale a seguirlo da vicino. Nei versetti successivi Cristo lancia un appello ad ogni cristiano: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”. Rispondere è un compito di noi tutti, pregando e sostenendo le vocazioni nella Chiesa.
Cristo annunzia il Vangelo in ogni città e villaggio: non ne trascura neppure uno! “Percorreva tutte le città ed i villaggi…”: una missione che non lo lascia indifferente. Alla situazione dell’umanità, “le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore”, bisognosa dell’amore del Padre, Egli spalanca le profondità del suo cuore perché tutti possano trovare ristoro, consolazione e salvezza! Un amore che Cristo nutre per le anime, che palpita per ogni umana esistenza, un amore personale capace di ristorare, custodire e consolare nel suo cuore divino ogni cuore umano. Gesù continua a guidare, insegnare, e a farsi presente nei sacramenti per mezzo dei suoi sacerdoti. Abbiamo bisogno di sacerdoti santi: “Il mondo necessita e chiede sacerdoti che conoscano il suo male e soffrano con lui. Sacerdoti i cui occhi brillino come smeraldi a forza di speranza, come le pupille dei primissimi sacerdoti, che cominciarono l’opera della Chiesa dopo la morte di Cristo. Che abbiano l’anima posta in cielo ed i piedi sulla terra… le cui braccia possano sorreggere la croce dei propri fratelli insieme alla propria!”. Dio li sceglie ma chiede a ciascuno di noi di pregare perché mandi pastori che sappiano annunciare con generosità il Vangelo del Regno, ovunque ci sia un uomo “stanco e sfinito”. Mi sento partecipe della compassione di Gesù per gli uomini? Partecipo a questa compassione pregando per i sacerdoti, accettando e appoggiando la vocazione che Dio potrebbe donare anche a me o a chi mi è più vicino e caro?

Sabato 3 Dicembre 
S. Francesco Saverio (m); B. Giovanni Nepomuceno
1.a di Avvento
Is 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt 9,35 – 10,1.6-8
Beati coloro che aspettano il Signore

Il Signore è nostro giudice, nostro legislatore, nostro re: «Egli ci salverà».
(Isaia 33,22)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 146)
Rit: Beati coloro che aspettano il Signore.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

Il Signore è nostro giudice, nostro legislatore, nostro re: «Egli ci salverà».

(Isaia 33,22)

30 novembre, 2022

Sant'Andrea

 Sant'Andrea

autore: Mattia Preti anno: 1650 - 1651 titolo: Martirio di Sant’Andrea luogo: Basilica di Sant’Andrea della Valle, Roma


Nome: Sant'Andrea

Titolo: Apostolo
Nascita: 6 a. C., Betsaida
Morte: 30 novembre 60, Petrasso
Ricorrenza: 30 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa
Protettore:cantantimarinaipescatori


Il paganesimo della Roma imperiale con tutte le seduzioni e le lusinghe della sua brutale sensualità avvolgeva con funeste ed insidiose spire il popolo ebreo, che attendeva con fede incrollabile l'Emmanuele, colui che sarebbe stato la salvezza d'Israele. Ed ecco squillare nel deserto della Giudea la voce ammonitrice del Battista, che chiamava i popoli alla penitenza, perché il Messia promesso da Dio era per apparire.

Attratto dalla sua ispirata parola, Andrea, pescatore di Betsaida, divenne suo discepolo.

Allorché il Battista, vedendo passare il Messia, gridò agli astanti: « Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo », Andrea era presente e segui Gesù Cristo con un suo compagno.

Il Redentore, appena si accorse dei due, si rivolse a loro e disse:
« Chi cercate? ».
« Maestro, risposero quelli, dove abiti? ».
« Venite e vedrete », rispose Gesù.

Ed andarono quei fortunati discepoli, e videro non solo la semplice abitazione del Salvatore, ma furono così bene istruiti che si convinsero d'aver trovato veramente il Messia, come aveva loro annunciato Giovanni.

Vocazione dei santi Pietro e Andrea
autore Federico Barocci anno 1586
titolo Vocazione dei santi Pietro e Andrea


Un altro giorno Gesù vide Andrea mentre con Pietro suo fratello pescava nel mare di Galilea e disse loro: « Venite dietro di me e vi farò pescatori di uomini »; e quelli lasciate le reti lo seguirono. Da quel giorno il nostro Apostolo non abbandonò più il suo Maestro.

Venuto il giorno della Pentecoste, Andrea ripieno di Spirito Santo andò ad annunciare il nuovo Messia fra i popoli. Passò nella Frigia, nell'Epiro e nella Tracia dovunque le genti accorrevano per ascoltarlo.

Proseguendo il suo apostolato fra pericoli ed ostacoli senza fine, giunse a Patrasso in Acaia, ove sparse in abbondanza la dottrina di Cristo. Ma a contrastare la sua attività sorse il superbo console romano Egea che, geloso del potere e timoroso di spiacere all'imperatore, cominciò a perseguitarlo.

Il Santo non cedette, ma rivoltosi a quel prepotente pagano gli disse: « Tu che sei giudice degli uomini, sappi che sarai il ludibrio del demonio, se non riconosci in Gesù il giudice di tutti ». Preso da sdegno Egea lo fece rinchiudere in un tetro carcere e condannò il grande Apostolo ad essere crocifisso. Somma gioia provò allora Andrea, che alla vista della croce esclamò: « Oh! buona croce, nobilitata dal contatto delle membra del Signore, da me desiderata, amata e lungamente ricercata! toglimi di mezzo agli uomini e rendimi al mio Maestro, affinché per tuo mezzo mi riceva, Egli che in te mi redense! ». Avvinto al rozzo legno per due giorni spasimò tra atroci dolori, esaltando il Signore e predicando Gesù Cristo al popolo. Poi la sua bell'anima volò in Paradiso a ricevere la duplice corona di martire e d'apostolo.

La tradizione vuole che Andrea sia stato crocifisso su una croce a forma di X detta Croce decussata che successivamente prenderà il nome di "Croce di Sant'Andrea"; questa venne adottata per sua personale scelta, dal momento che egli non avrebbe mai osato eguagliare il Maestro nel martirio.

Sant’Andrea è il patrono dei pescatori, non solo perché praticava il mestiere ma anche perché fu colui che davanti alla folla affamata, indicò a Gesù il fanciullo che portava i cinque pani d’orzo e i due pesci, che vennero poi utilizzati nel miracolo della moltiplicazione.

PRATICA. Compiamo con esattezza, giorno per giorno, i doveri del nostro stato.

PREGHIERA. Supplichiamo istantemente la tua maestà, o Signore, affinché, come il tuo beato apostolo Andrea fu predicatore e pastore della tua Chiesa, così sia per noi perpetuo intercessore presso di te.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di sant'Andrea, Apostolo: nato a Betsaida, fratello di Simon Pietro e pescatore insieme a lui, fu il primo tra i discepoli di Giovanni Battista ad essere chiamato dal Signore Gesù presso il Giordano, lo seguì e condusse da lui anche suo fratello. Dopo la Pentecoste si dice abbia predicato il Vangelo nella regione dell'Acaia in Grecia e subíto la crocifissione a Patrasso. La Chiesa di Costantinopoli lo venera come suo insigne patrono.

L'AUDIO-VIDEO



✝ Pensiero del 30 novembre 2022

SUB TUTELA DEI

S. T. D. E DELLA B. V. M.

GIUDICE ROSARIO ANGELO LIVATINO UOMO MARTIRE PER LA GIUSTIZIA INDIRETTAMENTE ANCHE DELLA FEDE_Beato


La Memoria, è un modo, per incontrarsi. Ti Amo Rosario


Barbara


Versetto del Giorno


Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi.


II Corinzi 13:11


Mercoledì – 1.a Avvento – SANT’ANDREA APOSTOLO
Meditazione sul Vangelo di Mt 4, 18-22
Gettare le reti.
Oggi celebriamo la festa di sant’Andrea. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci narra la storia del suo primo incontro con Cristo, e della sua chiamata a seguirlo come discepolo. Una delle caratteristiche della chiamata di Gesù è sempre la personalità. Non ci sono vocazioni di massa, piuttosto Gesù sceglie i suoi discepoli uno ad uno. Anche oggi è così. Andrea e Pietro erano fratelli, e Gesù li sceglie entrambi come membri del gruppo dei dodici discepoli più vicini a lui: gli Apostoli.
Gesù fu il primo “pescatore di uomini”. Questo asso del vangelo ci mostra il Maestro che cammina sulla riva del mare, “con la rete sulle spalle”, fissando i “pesci” che gli interessava pescare. Ne vede quattro, e a questi “butta la rete”, invitandoli ad essere suoi discepoli, cioè pescatori di uomini come Lui.

La vocazione di ogni cristiano è una sorta di pesca. Ma Cristo non vuole che passiamo ore ed ore “a guardare la corrente”, ma piuttosto che andiamo per il mondo con la rete pronta sulle spalle. La vocazione del cristiano non è passiva, personalista ed egoista, ma è invece attiva, aperta e altruista. La missione che ci ha lasciato Gesù consiste nel far conoscere la sua salvezza, non soltanto andare a Messa la domenica, pregare tutto il giorno e ricevere i sacramenti. Il vero cristiano è l’apostolo che con zelo vuole far conoscere Gesù e i Suoi insegnamenti soprattutto con il suo stile di vita che quello del Maestro, a tutto il mondo. Un esempio di questo zelo apostolico ce lo offre sant’Andrea, che portò la Buona Novella fino a dare la sua vita sulla croce come il Suo Maestro. Chiediamo la grazia di avere un cuore pieno di zelo per le cose di Dio. Non nascondiamo mai il dono della fede che abbiamo ricevuto: anzi, andiamo per le strade del mondo con una grande rete, che possa “abbracciare” tutti gli uomini che incontriamo. L’esempio di Cristo e degli apostoli sarà sempre vivo, e possiamo prenderlo come modello della nostra vita.

Mercoledì 30 Novembre                                          

S. ANDREA, apostolo (f); S. Galgano Guidotti; S. Mirocleto

1.a di Avvento

Rm 10,9-18; Sal 18; Mt 4,18-22

Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio

Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini
(Matteo 4,19)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
ed ai confini del mondo il loro messaggio.

Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini
(Matteo 4,19)


29 novembre, 2022

Per non dimenticare Sergio de Simone

 Oggi Sergio De Simone avrebbe compiuto 85 anni. Il ragazzo di Napoli italiano è stato assassinato all'età di sette anni dai nazionalsocialisti nel seminterrato della scuola di Bullenhuser Damm. Sua madre Gizella non ha saputo del destino di suo figlio fino al 1983, ma non ha voluto crederci ed è morta credendo che fosse ancora vivo.

La storia di Sergio e quella della sua famiglia è spesso documentata ed elaborata in letteratura. I ricordi delle sue cugine Andra e Tatiana Bucci si leggono nel loro libro "Noi - Ragazze ad Auschwitz". La foto ritrae le due ragazze con Sergio 1943.
Responsabilità del nostro passato - responsabilità del nostro futuro.