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01 settembre, 2022

✝ Pensiero del 01 settembre 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

01 settembre 1939 01 settembre 2022
ottantatré anni fa come oggi iniziava LA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Meditazione sul Vangelo di Lc 5, 1-11
Signore, sono un peccatore.
Il quadro rappresentato da Luca è quello dell’incontro con Cristo e della sua proposta esigente che interpella la nostra vita. Nella vita di Pietro non sembra esserci spazio per la parola di Gesù, per un’interferenza nei suoi programmi, soprattutto quando si tratta della situazione in cui si sente sicuro, come è il suo mestiere di pescatore e la conoscenza del mare. “Non abbiamo preso nulla” (v.5), esclama con la sicurezza di chi sa che non c’è nessuna possibilità. Eppure, si fida e più di quanto sembrerebbe giusto. E lo stupore è grande per l’abbondanza della pesca. C’è una missione affidata, in Pietro a ciascuno di noi, e il Vangelo di oggi ce la ripropone: è la risposta che supera sempre ogni nostra sicurezza, ogni nostra capacità e si fida solo della Parola di Dio.
Gesù è la Parola feconda. Ogni volta che si obbedisce alla Parola, si sperimenta la realtà della Sua promessa. Per questo l’essenziale è giungere a questa obbedienza di fede. Nell’obbedienza Pietro scopre la potenza effettiva di colui che spera ciò che dice: cade in ginocchio e si scopre uomo peccatore. Davanti alla verità di Dio e al suo dono di misericordia, l’uomo scopre la sua verità. Dio può agire; la sua signoria è in grado di manifestarsi. Pietro si arrende di fronte allo sguardo di Gesù, getta la maschera, abbandona le proprie certezze per far spazio all’imprevisto di Dio, che invade la sua vita. “D’ora in poi…” (Lc 5,10 b). La notte della pesca senza successo si trasforma così nel giorno dell’abbondanza di Dio. Rimanere pescatori significa ora per Pietro, e in Pietro per tutti noi, incarnare nell’esperienza quotidiana la Parola che salva. Inaspettatamente si apre una breccia, un dubbio sorge nel cuore di Pietro: …e se avesse ragione? E in questo spazio si insinua la fede, che cambierà per sempre la sua esistenza. Riconoscersi peccatori è ammettere il proprio limite, rimettere in discussione le proprie certezze, è restituire nella propria esistenza il primato a Dio. Quante volte nelle nostre giornate, cediamo alla tentazione di non vedere la mano di Dio perché noi siamo troppo autosufficienti, troppo abili nei nostri campi. E ci priviamo della possibilità di farci pescatori dell’uomo, di farci partecipi con Dio di quanto è umanamente impossibile.

Giovedì 01 Settembre 2022
S. Egidio abate; S. Giosuè; B. Giuliana da Collalto
22.a del Tempo Ordinario
1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11
Del Signore è la terra e quanto contiene

Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini.
(Matteo 4,19)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 23)
Rit: Del Signore è la terra e quanto contiene.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Venite dietro a me, dice il Signore, vi farò pescatori di uomini.
(Matteo 4,19)

29 agosto, 2022

Martirio di San Giovanni Battista

 Martirio di San Giovanni Battista

autore: Fausto Raineri anno: XIX sec. titolo: Decollazione del Battista

Nome: Martirio di San Giovanni Battista
Titolo: La richiesta di Salome
Ricorrenza: 29 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Memoria liturgica


Nell'anno xv del regno di Tiberio Cesare, Giovanni Battista dal deserto venne alle rive del Giordano, nelle vicinanze di Gerico, per predicarvi il battesimo di penitenza, in preparazione alla venuta del Messia. Tutta Gerusalemme e i paesi circonvicini andavano in massa ad ascoltarlo e molti si convertivano alle sue parole, confessando i loro peccati e ricevendo il battesimo di penitenza.

Un giorno che Giovanni, come d'uso, battezzava ed istruiva i peccatori, anche Gesù di Nazareth venne alle rive del Giordano. Il Battista, alla vista di Gesù, interiormente illuminato, riconobbe in lui il Messia aspettato, onde non voleva battezzarlo, stimandosi indegno anche di sciogliergli i legacci dei calzari. Tuttavia Gesù insistè e Giovanni dovette accondiscendere. In quel tempo Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, conviveva con Erodiade, moglie di suo fratello. Giovanni, all'udire tale mostruosità, riprese il re di quella colpa, dicendogli francamente che non gli era lecito vivere con la moglie di suo fratello. Erode, sdegnato e istigato da Erodiade, lo fece rinchiudere in una tetra prigione del castello di Macheronte. Non contenta Erodiade di vederlo in prigione, voleva anche farlo morire. Erode però si opponeva, temendo una sommossa, perché Giovanni era venerato dal popolo come un profeta.

Qualche tempo dopo, tuttavia, Erodiade ebbe l'occasione tanto desiderata e propizia per soddisfare il suo odio contro il Precursore di Cristo. Mentre Erode celebrava il suo compleanno e teneva un banchetto a tutta la corte, Salome, figliola di Erodiade e nipote di Erode, si presentò nella sala del convito e si pose a danzare. Ciò piacque a tutti, tanto che Erode le promise di concederle qualunque cosa avesse domandato, fosse anche la metà del regno. Salome a queste parole, non sapendo cosa domandare, corse da sua madre e questa le ordinò di chiedere la testa di Giovanni. Salome ritornò in fretta dal re e lo pregò di farle portare subito in un bacile la testa del santo Precursore. Erode, benché sorpreso ed afflitto da questa domanda, ordinò di accontentarla. La fanciulla come ebbe tra le mani quel sacrosanto capo, lo portò a sua madre, la quale, a tal vista, esultò di gioia e si dice che per vendicarsi della libertà con cui il Santo aveva disapprovato i suoi disordini, trafisse con un ago quella sacra lingua.

La morte del Battista avvenne tra la fine dell'anno 31 e il principio del 32 dopo la nascita di Gesù Cristo.

PRATICA. La castità trasforma gli uomini in angeli: e chi è casto, è un angelo ín carne (S. Ambrogio).

PREGHIERA. Nella veneranda festività del tuo santo Precursore e martire Giovanni Battista, deh! Signore, facci sentire gli effetti della tua misericordia.

MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria della passione di san Giovanni Battista, che il re Erode Antipa tenne in carcere nella fortezza di Macheronte nell'odierna Giordania e nel giorno del suo compleanno, su richiesta della figlia di Erodiade, ordinò di decapitare. Per questo, Precursore del Signore, come lampada che arde e risplende, rese sia in vita sia in morte testimonianza alla verità.

✝ Pensiero del 29 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Giovanni Battista, vero amico di Gesù, non esitò di preparare la strada al Signore sino al dono della vita.

Lunedì – 22.a Tempo Ordinario – MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – P

Meditazione sul Vangelo di Mc 6, 17-29

Testimoniamo Cristo con la vita.

Gesù sta svolgendo la sua missione nella Galilea, territorio che i Romani avevano affidato alla giurisdizione di Erode Antipa. Questi, sentendo parlare del rabbi Nazareno e dei miracoli che egli faceva, da uomo superstizioso qual era – e per esorcizzare i fantasmi che lo perseguitavano – disse che Gesù non era altri che «Giovanni Battista risuscitato dai morti». Quel Giovanni che lo stesso Erode aveva fatto decapitare. Partendo da ciò, l’evangelista Marco narra il perché e il come Giovanni fu ucciso.

Il re Erode, la sua nuova compagna Erodiade e la figlia di lei, Salomè, evocano situazioni familiari oggi non più rare o nascoste. Quando non si fa più riferimento a Dio e si calpesta la sua Legge, quando si odiano e si perseguitano coloro che denunciano la nostra cattiva condotta, ecco i risultati: il peccato e la morte. Erode ed Erodiade sono uniti tra loro più che dall’amore, dal mero tornaconto. Infatti, quando “venne il giorno propizio”, Erodiade tese un terribile tranello al suo compagno, per appagare così la sua smisurata sete di vendetta contro chi osava denunciare, di fronte a tutti, la sua vita licenziosa. Però, a ben leggere, la peggiore del terzetto sembra essere la giovane Salomè, che vediamo danzare davanti a tutti, quasi fosse l’ultima delle schiave o una prostituta. Ed essendo riuscita con il suo fascino a stregare Erode, su perfido suggerimento della madre, chiede come paga non «la metà del regno», ma «la testa di Giovanni il Battista». In questa ragazza il male è assolutamente “gratuito”. Se Erode e la compagna avevano dei motivi “personali” contro Giovanni, Salomè non aveva nulla per cui odiare l’austero profeta, eppure, ubbidendo alla madre, ne chiede la testa; probabilmente perché è entrata anche lei in quel gioco perverso di ricatti reciproci. D’altronde, “da un albero cattivo non si possono aspettare frutti buoni”! Questa frase sapienziale di Gesù ci obbliga ad un severo esame di coscienza. Ci lamentiamo spesso dei giovani e dei loro comportamenti, oggettivamente condannabili; domandiamoci, però, quali esempi abbiano ricevuto da noi. E poi, siamo stati, come il Battista, severi prima con noi stessi, per poter rimproverare con autorevolezza i nostri figli? In conclusione, tutti dobbiamo accogliere l’appello che Giovanni ci dà, anche nel momento della sua morte cruenta: «Fate frutti degni della conversione».

Lunedì 29 Agosto 
Martirio di S. Giovanni Battista – P
S. Adelfo
Ger 1,17-19; Sal 70; Mc 6,17-29
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 70)
Rit: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
«Davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!».
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
ed oggi ancora proclamo le tue meraviglie.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
(Matteo 5,10)

24 agosto, 2022

San Bartolomeo

 San Bartolomeo

autore: Pompeo Batoni anno: 1749 titolo: Martirio di San Bartolomeo luogo: Museo Nazionale di Palazzo Mansi, Lucca

Nome: San Bartolomeo
Titolo: Apostolo
Nascita: I sec, Cana, Galilea
Morte: I sec, Albanopolis, Caucasia
Ricorrenza: 24 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa


L'apostolo S. Bartolomeo era galileo e probabilmente pescatore come la maggior parte degli Apostoli. Scelto da Gesù, Natanaele, il suo nome originario, ebbe anch'egli la felice sorte di nutrire l'anima sua delle parole di vita che uscivano dal labbro benedetto del Divin Maestro per tutto il tempo della sua predicazione, e di essere testimonio dei suoi miracoli.

Insieme con gli altri Apostoli, predicò il Vangelo nella Giudea, operando miracoli e cacciando i demoni dagli ossessi. Nel giorno di Pentecoste ricevette egli pure la pienezza dello Spirito Santo, dopo di che annunziò intrepidamente il S. Vangelo agli Ebrei e soffrì come gli altri Apostoli obbrobri e battiture per amore di Gesù Cristo.

Rigettato dai Giudei, S. Bartolomeo si portò prima nella Libia, poi nell'Arabia, nelle Indie Orientali e nell'Armenia Maggiore. La sua parola, congiunta ad una vita mortificata e allo spirito di preghiera, operò un bene immenso.

Celebre è specialmente la conversione del re Polimio e della regina sua consorte.

Però tanto zelo eccitò la gelosia e il furore degli idolatri, i quali, spinti da odio diabolico, tramarono contro di lui. Per meglio riuscire nel sacrilego intento, attirarono dalla loro parte il fratello del re, Astiage, che incatenato il santo Apostolo lo condannò ad essere scorticato vivo.

Mentre essi compivano quest'opera, San Bartolomeo scongiurava il Signore perchè volesse perdonare ai suoi carnefici. I manigoldi, dopo avergli tolta la pelle, lo decapitarono.

Il corpo del santo Apostolo venne seppellito in Albanopoli, ove restò fino a quando l'imperatore Ottone II lo fece trasportare a Roma.

Gli fu edificata una chiesa nell'Isola Tiberina e il suo corpo si trova sotto l'altar maggiore, in un sarcofago di porfido.

PRATICA. Tutte le avversità, quando si mettono a confronto dei premi eterni che per esse ci saranno resi, non sono che ragnatele, ombra e fumo (S. Giovanni Crisostomo).

PREGHIERA. O Dio onnipotente ed eterno, che in questo giorno ci concedi di celebrare la festa del tuo beato Apostolo Bartolomeo e per questo ci riempi di santa gioia, deh! da' alla tua Chiesa d'amare ciò che egli credette e di praticare ciò che insegnò.

MARTIROLOGIO ROMANO. Festa di san Bartolomeo Apostolo, comunemente identificato con Natanaele. Nato a Cana di Galilea, fu condotto da Filippo a Cristo Gesù presso il Giordano e il Signore lo chiamò poi a seguirlo, aggregandolo ai Dodici. Dopo l’Ascensione del Signore si tramanda che abbia predicato il Vangelo del Signore in India, dove sarebbe stato coronato dal martirio.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia san Bartolomeo viene spesso raffigurato come un uomo che porta sulle spalle la propria pelle come fosse un mantello e stringe in mano il coltello, simbolo del suo martirio. Un classico esempio lo troviamo nella magnifica Cappella Sistina di Michelangelo dove l'apostolo regge con la mano sinistra la sua pelle.

San Bartolomeo scuoiato, nel Giudizio Universale
titolo San Bartolomeo scuoiato, nel Giudizio Universale
autore MIchelangelo anno tra il 1536 e il 1541


L’atroce supplizio di Bartolomeo, scorticato vivo come viene tramandato da alcune fonti apocrife, sollecitò particolarmente la fantasia di molti artisti tra cui Andrea Vaccaro pittore napoletano vissuto nel XVII secolo o come la bellissima tela di Jusepe de Ribera.

Martirio di San Bartolomeo
titolo Martirio di San Bartolomeo
autore Andrea Vaccaro anno XVII sec


Martirio di San Bartolomeo
titolo Martirio di San Bartolomeo
autore Jusepe de Ribera anno 1616-18

✝ Pensiero del 24 agosto 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Gesù conosceva Natanaele, come conosce ognuno di noi, perché nulla, gli è nascosto di quanto c'è nel cuore dell'uomo.

Meditazione sul Vangelo di Gv 1, 45-51

Come mi conosci?

Il Vangelo ci presenta la vocazione di Natanaèle che si può identificare con l’Apostolo che nei sinottici è chiamato “Bartolomeo”. Gesù non solo lo chiama ma gli dimostra anche di conoscerlo bene. Natanaèle cambia repentinamente atteggiamento: dopo un inizio critico, anche un po’ ironico, alla fine sarà lui stesso a fare una genuina ed inaspettata professione di fede: «Tu sei il figlio di Dio, tu sei il re d’Israele».

Cosa ha portato Natanaèle a mettere da parte il suo iniziale scetticismo? Ha scoperto che Gesù lo scrutava nell’intimo: «Ecco davvero un israelita in cui non c’è falsità», «Ti ho visto mentre eri sotto il fico». Ha scoperto che Gesù conosceva la sua onestà, il suo non essere menzognero, ha scoperto che Gesù sapeva quanto si applicava allo studio della Scrittura. La sua sorpresa è stata il sentirsi conosciuto da un uomo che per lui era uno sconosciuto. Quando ci capita di parlare con qualcuno e sentirci da lui (o lei) conosciuti, quando vediamo che non c’è tanto bisogno di parole perché il nostro interlocutore ha già capito, allora ci sentiamo sollevati, consolati, compresi e di conseguenza anche liberati. Proviamo allora a pensare come tutto questo si moltiplica in qualità e quantità con Gesù. Cristo realizza il salmo 139: «Tu mi scruti e mi conosci, penetri da lontano i miei pensieri… Tu mi conosci fino in fondo». Quando la grazia di Dio ci tocca il cuore e ci permette di sperimentare questa certezza, il sentirsi conosciuti da Dio fino in fondo, allora non si può più lasciare Gesù per intraprendere un’altra strada. Natanaèle avrà sicuramente incontrato tutte le difficoltà di cui parla san Paolo a proposito dell’essere apostoli: «Soffriamo la fame, la sete, la nudità, andiamo vagando di luogo in luogo… Insultati benediciamo, perseguitati sopportiamo, calunniati confortiamo». Ma, immerso in queste difficoltà, la sua forza sarò proprio stata il pensiero che nulla della sua vita, del suo intimo, della sua situazione, delle persone a lui affidate, era a Gesù sconosciuto. È la certezza che dona d'andare avanti con il cuore pacificato.

Mercoledì 24 Agosto 
S. Bartolomeo ap. (f); S. Giovanna Antida Thouret
S. Bartolomeo, apostolo (f) – P
Ap 21,9b-14; Sal 144; Gv 1,45-51
I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 144)
Rit: I tuoi santi, Signore, dicono la gloria del tuo regno.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!

(Giovanni 1,49)

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Ⓒ Blog Site official di Canzano Barbara : Adelaide Roncalli in Bissola:   Nel 1944, al Torchio, sottofrazione delle Ghiaie di Bonate Sopra, abitava la famiglia Roncalli composta da un figlio Luigi e da sette figl...


Oggi sono otto anni



23 agosto, 2022

✝ Pensiero del 23 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Pace Amore e Giustizia, s'uniranno e vinceranno.

 Meditazione sul Vangelo di Mt 23, 23-26

Rendere vivo il Vangelo.

«Avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio ma la nostra stessa vita». Le difficoltà e gli oltraggi subiti non avevano indurito il cuore di san Paolo, anzi, leggendo con attenzione la prima lettura, scopriamo quanto le sue parole abbiano un accento di dolcezza.

Sembra strano, ma in chi vive di Dio, in Dio, con Dio e per Dio, le sofferenze non “inacidiscono”. In queste persone si stabilisce un atteggiamento di fermezza unita a tenerezza. Si ama talmente Dio e il prossimo da aver purificato il cuore, da non cercare altro che di piacere a Lui. Il giudizio degli uomini perde perciò consistenza. È un cammino lungo, che porta però a quella libertà interiore che diventa terreno fertile per la crescita di sentimenti di bontà ed accoglienza. Paolo, che certo non aveva un carattere dimesso, appare ora “amorevole come una madre”. Ma non si ferma qui: è così libero da se stesso, disinteressato agli “inganni, torbidi motivi, frodi”, da donare non solo il vangelo ma la sua stessa vita. È un passaggio necessario: perché Cristo entri nei cuori, nella società, nella vita degli uomini, alla fine non ci si può fermare alle parole, ai proclami, alla difesa della fede. Si deve andare oltre, si deve dare la propria vita. Gesù ad un certo punto non ha più parlato ed è salito sulla croce: «Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto». Paolo, da discepolo del Signore, aveva “care” le persone che incontrava e per esse era pronto a tutto. Gli erano care non solo per i rapporti di amicizia ma perché sapeva che tutte erano care a Cristo. Ogni persona è cara a Gesù. Non basta allora il vangelo, ci si deve rivolgere a ciò che ha reso il vangelo vivo, efficace ed attuale: il dono che Gesù ha fatto di sé ha dato alle sue parole una forza unica. Il dono che possiamo fare di noi stessi rende le nostre parole su Gesù “operanti”. La tentazione sarà sempre quella di risparmiarsi, di fermarsi a proclamare la verità di Cristo. Ma questo non basta. Le persone hanno bisogno di vedere che ti spendi per loro, che tieni a loro, che ti sono care.

Martedì 23 Agosto 
S. Rosa da Lima (mf); S. Zaccheo; S. Flaviano
21.a del Tempo Ordinario
2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23,23-26
Vieni, Signore, a giudicare la terra

La parola di Dio è viva, efficace:

«Discernere i sentimenti ed i pensieri del cuore».

(Ebrei 4,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Vieni, Signore, a giudicare la terra.

Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
È stabile il mondo, non potrà vacillare!
Egli giudica i popoli con rettitudine.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene.

Acclamino tutti gli alberi della foresta
davanti al Signore che viene:

«Sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli».

La parola di Dio è viva, efficace:

«Discernere i sentimenti ed i pensieri del cuore».

(Ebrei 4,12)

22 agosto, 2022

Beata Vergine Maria, Regina dell'universo, conduci tutti noi con Te alle gioie del cielo.

 Beata Vergine Maria, Regina dell'universo, conduci tutti noi con Te alle gioie del cielo.

Buona festa di Maria Regina a tutti
La festa di Maria c'inserisce nella contemplazione della storia della salvezza che riguarda anche noi. La vita consiste nello scoprire ed aderire al progetto di DIO per noi. Santa festa.



✝ Pensiero del 22 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 23, 13-22

La vera pietà.

La parola ipocrita, di origine greca, ha differenti sfumature nelle diverse lingue, ma ha un comune significato fondamentale: è ipocrita chi stende un velo sulla realtà per farla apparire diversa. Quel che è brutto deve sembrare bello, ciò che è male apparire come bene. Non è ipocrita la persona umile che nasconde il bene che fa, bensì lo è chi vuol far accettare le proprie cattive azioni travestendole di buone intenzioni. Gesù è stato molto severo nei giudizi sui farisei. Li accusava di usare la legge di Dio per perseguire i propri interessi, di giustificare i vantaggi mondani con le ragioni religiose. Ma Gesù fa anche allusione al significato della parola ipocrita secondo l’etimologia greca. In questo caso, è ipocrita chi mormora alle spalle degli altri, chi pensa cose diverse da quelle che dichiara. Esteriormente, i farisei predicavano e spiegavano la parola divina, la Legge e i Profeti, ma le loro intime convinzioni non concordavano con quanto dicevano. Pertanto, ciò che essi stessi predicavano li condannava. L’ipocrisia non appartiene solo ai tempi di Gesù: l’atteggiamento farisaico è tentazione costante in ogni tempo, ed è necessario stare ben attenti per non cadervi in trappola.

Lunedì 22 Agosto 
B.V. Maria Regina (m); S. Filippo Benizi; B. Giacomo B.
21.a del Tempo Ordinario
2Ts 1,1.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

21 agosto, 2022

✝ Pensiero del 21 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

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Meditazione sul Vangelo di Lc 13, 22-30

La mensa del Regno.

“Entrate dalla porta stretta” (cfr. Lc 13,24). Cristo ci insegna sempre la verità: non nasconde il fatto che ci sono degli ostacoli sulla via della salvezza. La lettera agli Ebrei ce ne offre la prova: siamo figli di Dio, Egli ci corregge e ci forma fino alla perfezione perché ci ama. La Parola di Dio di questa domenica ci insegna che lo sforzo dell’evangelizzazione è sofferenza che conduce alla salvezza.

La domanda alla quale nessun vivente può dare risposta è: “cosa sarà di noi quaggiù, alla fine del nostro cammino?”. Questo è ciò che è stato chiesto a Gesù, l’unico uomo che ha visto Dio Padre, e perciò l’unico capace di dare risposta a questa attesa umana. “Sono pochi quelli che si salvano?”. Cioè: “che possibilità abbiamo?”. Quasi come se la salvezza eterna dipendesse dallo spazio a disposizione in cielo. Ma pur se così fosse, c’è un “posto” riservato in cielo per ogni singola persona che è venuta al mondo. Noi non siamo una statistica per Dio. Anzi, Egli ci crea col desiderio che arriviamo ad occupare la sedia vuota, quella che ha riservato a nostro nome nella sala del banchetto per i beati. La domanda dei discepoli porta a concludere, dalle parole e dalla dottrina di Cristo, che partecipare al banchetto celeste non è automatico né facile. Gesù non dice: “No, prendetevela comoda, non preoccupatevi, state tranquilli”, o “non avete capito bene quel che ho detto” … Egli, invece, ribadisce la loro affermazione: «sforzatevi di entrare per la porta stretta». Dovremmo interrogarci interiormente: il mio cristianesimo suonerebbe facile agli orecchi degli Apostoli? Cioè: se l’avessero posta a me quella domanda, l’avrebbero fatto timorosamente, o avrebbero invece pensato che il cielo poteva essere una facile conquista per loro? Come quelli della parabola: “abbiamo mangiato e bevuto alla tua tavola”. Andare a Messa, dunque, non è abbastanza. Alla fine, Gesù afferma che il Padre deve riconoscerci come figli suoi. Ci sono molti modi in cui possiamo far sì che questo accada. La continua e sincera richiesta di misericordia potrebbe essere un buon inizio. Meglio ancora: facciamoci riconoscere da Lui attraverso le buone opere che realizziamo, il nostro modo personale di incarnare il Vangelo.

Domenica 21 Agosto 
S. Pio X (m); S. Ciriaca; S. Privato
21.a del Tempo Ordinario (anno C)
Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7,11-13; Lc 13,22-30
Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)

20 agosto, 2022

✝ Pensiero del 20 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 23,1-12
Cristo, Maestro della mia vita.
Il Signore, nel vangelo di oggi, smaschera l’ipocrisia degli scribi e dei farisei che erano i maestri e le guide del popolo d’Israele. Tutto quel che dicono va ascoltato, dice Gesù, ma non bisogna imitarli in quel che fanno. Il suo è un richiamo chiaro e forte per una testimonianza coerente di vita.
Cristo è maestro universale. Per mezzo di Lui ogni cosa è stata creata (Col 1,16). Egli conosce il Padre e ci guida a Lui; pertanto, egli è via, verità e vita (Gv 14,6). Cristo è maestro che dà la vita, eppure, non vuol essere chiamato “padre”. Egli stesso riceve la vita del Padre che è nei cieli, nel quale ha origine tutto il bene in cielo e in terra (Ef 3,15). D’altra parte, nessuno può aver Dio per Padre se non ha la Chiesa per Madre, dice un vecchio adagio. E poiché Cristo è maestro, anche la Chiesa insegna e dà luce ai figli per la vita eterna, secondo la vocazione ricevuta da Dio Padre. La Chiesa è il corpo di Cristo (Col 1,18) cioè, è il luogo dove si compie l’opera della salvezza intrapresa dallo stesso Cristo. Oggi esistono molte offerte religiose, che promettono benessere e salvezza facile. Sono “falsi profeti” che, come gli scribi e farisei del tempo di Gesù, pretendono di insegnare una sapienza occulta, ma in realtà sono maestri di perdizione, perché non conducono a Dio.

Sabato 20 Agosto 
S. Bernardo (m); S. Samuele pr.; S. Filiberto
20.a del Tempo Ordinario
Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12
La gloria del Signore abiti la nostra terra

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 23,9)

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 85 84)

La gloria del Signore abiti la nostra terra.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

«Egli annuncia la pace».

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,

perché la sua gloria abiti la nostra terra. 

Amore e verità s’incontreranno,

giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra

e giustizia si affaccerà dal cielo. 

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 23,9)