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22 agosto, 2022

✝ Pensiero del 22 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 23, 13-22

La vera pietà.

La parola ipocrita, di origine greca, ha differenti sfumature nelle diverse lingue, ma ha un comune significato fondamentale: è ipocrita chi stende un velo sulla realtà per farla apparire diversa. Quel che è brutto deve sembrare bello, ciò che è male apparire come bene. Non è ipocrita la persona umile che nasconde il bene che fa, bensì lo è chi vuol far accettare le proprie cattive azioni travestendole di buone intenzioni. Gesù è stato molto severo nei giudizi sui farisei. Li accusava di usare la legge di Dio per perseguire i propri interessi, di giustificare i vantaggi mondani con le ragioni religiose. Ma Gesù fa anche allusione al significato della parola ipocrita secondo l’etimologia greca. In questo caso, è ipocrita chi mormora alle spalle degli altri, chi pensa cose diverse da quelle che dichiara. Esteriormente, i farisei predicavano e spiegavano la parola divina, la Legge e i Profeti, ma le loro intime convinzioni non concordavano con quanto dicevano. Pertanto, ciò che essi stessi predicavano li condannava. L’ipocrisia non appartiene solo ai tempi di Gesù: l’atteggiamento farisaico è tentazione costante in ogni tempo, ed è necessario stare ben attenti per non cadervi in trappola.

Lunedì 22 Agosto 
B.V. Maria Regina (m); S. Filippo Benizi; B. Giacomo B.
21.a del Tempo Ordinario
2Ts 1,1.11b-12; Sal 95; Mt 23,13-22
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, ed io le conosco ed esse mi seguono.

(Giovanni 10,27)

21 agosto, 2022

✝ Pensiero del 21 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Lc 13, 22-30

La mensa del Regno.

“Entrate dalla porta stretta” (cfr. Lc 13,24). Cristo ci insegna sempre la verità: non nasconde il fatto che ci sono degli ostacoli sulla via della salvezza. La lettera agli Ebrei ce ne offre la prova: siamo figli di Dio, Egli ci corregge e ci forma fino alla perfezione perché ci ama. La Parola di Dio di questa domenica ci insegna che lo sforzo dell’evangelizzazione è sofferenza che conduce alla salvezza.

La domanda alla quale nessun vivente può dare risposta è: “cosa sarà di noi quaggiù, alla fine del nostro cammino?”. Questo è ciò che è stato chiesto a Gesù, l’unico uomo che ha visto Dio Padre, e perciò l’unico capace di dare risposta a questa attesa umana. “Sono pochi quelli che si salvano?”. Cioè: “che possibilità abbiamo?”. Quasi come se la salvezza eterna dipendesse dallo spazio a disposizione in cielo. Ma pur se così fosse, c’è un “posto” riservato in cielo per ogni singola persona che è venuta al mondo. Noi non siamo una statistica per Dio. Anzi, Egli ci crea col desiderio che arriviamo ad occupare la sedia vuota, quella che ha riservato a nostro nome nella sala del banchetto per i beati. La domanda dei discepoli porta a concludere, dalle parole e dalla dottrina di Cristo, che partecipare al banchetto celeste non è automatico né facile. Gesù non dice: “No, prendetevela comoda, non preoccupatevi, state tranquilli”, o “non avete capito bene quel che ho detto” … Egli, invece, ribadisce la loro affermazione: «sforzatevi di entrare per la porta stretta». Dovremmo interrogarci interiormente: il mio cristianesimo suonerebbe facile agli orecchi degli Apostoli? Cioè: se l’avessero posta a me quella domanda, l’avrebbero fatto timorosamente, o avrebbero invece pensato che il cielo poteva essere una facile conquista per loro? Come quelli della parabola: “abbiamo mangiato e bevuto alla tua tavola”. Andare a Messa, dunque, non è abbastanza. Alla fine, Gesù afferma che il Padre deve riconoscerci come figli suoi. Ci sono molti modi in cui possiamo far sì che questo accada. La continua e sincera richiesta di misericordia potrebbe essere un buon inizio. Meglio ancora: facciamoci riconoscere da Lui attraverso le buone opere che realizziamo, il nostro modo personale di incarnare il Vangelo.

Domenica 21 Agosto 
S. Pio X (m); S. Ciriaca; S. Privato
21.a del Tempo Ordinario (anno C)
Is 66,18b-21; Sal 116; Eb 12,5-7,11-13; Lc 13,22-30
Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 116)
Rit: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

(Giovanni 14,6)

20 agosto, 2022

✝ Pensiero del 20 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 23,1-12
Cristo, Maestro della mia vita.
Il Signore, nel vangelo di oggi, smaschera l’ipocrisia degli scribi e dei farisei che erano i maestri e le guide del popolo d’Israele. Tutto quel che dicono va ascoltato, dice Gesù, ma non bisogna imitarli in quel che fanno. Il suo è un richiamo chiaro e forte per una testimonianza coerente di vita.
Cristo è maestro universale. Per mezzo di Lui ogni cosa è stata creata (Col 1,16). Egli conosce il Padre e ci guida a Lui; pertanto, egli è via, verità e vita (Gv 14,6). Cristo è maestro che dà la vita, eppure, non vuol essere chiamato “padre”. Egli stesso riceve la vita del Padre che è nei cieli, nel quale ha origine tutto il bene in cielo e in terra (Ef 3,15). D’altra parte, nessuno può aver Dio per Padre se non ha la Chiesa per Madre, dice un vecchio adagio. E poiché Cristo è maestro, anche la Chiesa insegna e dà luce ai figli per la vita eterna, secondo la vocazione ricevuta da Dio Padre. La Chiesa è il corpo di Cristo (Col 1,18) cioè, è il luogo dove si compie l’opera della salvezza intrapresa dallo stesso Cristo. Oggi esistono molte offerte religiose, che promettono benessere e salvezza facile. Sono “falsi profeti” che, come gli scribi e farisei del tempo di Gesù, pretendono di insegnare una sapienza occulta, ma in realtà sono maestri di perdizione, perché non conducono a Dio.

Sabato 20 Agosto 
S. Bernardo (m); S. Samuele pr.; S. Filiberto
20.a del Tempo Ordinario
Ez 43,1-7a; Sal 84; Mt 23,1-12
La gloria del Signore abiti la nostra terra

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 23,9)

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 85 84)

La gloria del Signore abiti la nostra terra.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

«Egli annuncia la pace».

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,

perché la sua gloria abiti la nostra terra. 

Amore e verità s’incontreranno,

giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra

e giustizia si affaccerà dal cielo. 

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:

«I suoi passi tracceranno il cammino».

Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

(Matteo 23,9)

19 agosto, 2022

✝ Pensiero del 19 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Amare non è solo un sentimento, ma un cammino che dura tutta l'eternità.

Meditazione sul Vangelo di Mt 22, 34-40

La strada per trovare Dio.

Con la centralità dell’amore, la fede cristiana ha preso quello che era il nucleo della fede di Israele e allo stesso tempo ha dato a questo nucleo nuova profondità e ampiezza. Per questo motivo, nel vangelo di oggi, Gesù riassume tutta la legge ed i profeti nel primo comandamento – «amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la mente» – e nel secondo comandamento – «amerai il prossimo tuo come te stesso».

È davvero possibile amare Dio, malgrado non lo si veda? E, d’altra parte, si può comandare di amare? In queste domande sono evidenziate due obiezioni contro il duplice comandamento dell’amore. Nessuno ha mai visto Dio: come si può amarlo? E, inoltre, l’amore non può essere “a comando”; fin dei conti, esso è un sentimento che si può avere o meno, ma che non ci si può dare o togliere di proposito. La Scrittura pare sostenere la prima obiezione, quando afferma: «Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Ciò che è messo in risalto è l’inseparabile relazione tra l’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo. Entrambi sono così strettamente intrecciati che affermare di amare Dio diventa menzogna se l’uomo si chiude al suo prossimo o addirittura lo odia. Il testo evangelico va interpretato nel senso che l’amore verso il prossimo è una strada per andar incontro anche a Dio, e che chiudere gli occhi di fronte alle necessità del prossimo ci rende ciechi anche di fronte a Dio.

Venerdì 19 Agosto 
S. Giovanni Eudes; S. Sisto III; B. Guerrico
20.a del Tempo Ordinario
Ez 37,1-14; Sal 106; Mt 22,34-40
Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre

Insegnami, Signore, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 106)
Rit: Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato,
che ha riscattato dalla mano dell’oppressore
e ha radunato da terre diverse,
dall’oriente e dall’occidente,
dal settentrione e dal mezzogiorno.

Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute,
senza trovare una città in cui abitare.
Erano affamati e assetati,
veniva meno la loro vita.

Nell’angustia gridarono al Signore
ed egli li liberò dalle loro angosce.
Li guidò per una strada sicura,
perché andassero verso una città in cui abitare.

Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini,
perché ha saziato un animo assetato,
un animo affamato ha ricolmato di bene.

Insegnami, Signore, i tuoi sentieri, guidami nella tua fedeltà ed istruiscimi.

(Salmo 24,4)

18 agosto, 2022

Buon compleanno a mons. Ubaldo Nava

 Buon compleanno a mons. Ubaldo Nava

Grazie mille per la sua guida ed i suoi consigli. Mi avete insegnato quanto sia meraviglioso Dio. Lo ringrazio ogni giorno per lei, sacerdote.



Sant'Elena Imperatrice

 Sant'Elena Imperatrice

Nome: Sant'Elena Imperatrice
Titolo: Madre di Costantino
Nascita: 250, Roma
Morte: 329, Roma
Ricorrenza: 18 agosto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


È impossibile parlare dei primi secoli del Cristianesimo senza ricordare con particolare affetto il nome di S. Elena, della quale si rinvengono notizie contrastanti presso gli storici. Nata in Roma da genitori pagani verso il 250, dimostrò subito eccellentissime doti di ingegno e di bontà d'animo. Divenuta grandicella, per la sua delicatezza e per la sua modestia, piacque al giovane ufficiale Costanzo Cloro, che la volle in sposa, e la condusse seco in Dardania, dove egli era nato e possedeva delle terre. Altri studiosi vogliono sia nata a Drepanum in Bitinia nel golfo di Nicomedia (attuale Turchia); città rinominata in seguito Helenopolis ("città di Elena") in suo onore, dal futuro figlio Costantino, il che ha causato anche l'incerta e successiva interpretazione dell' indicazione di Drepanum come luogo di nascita di Elena stessa.

Nella città di Naisso, nacque da Elena nell'anno 272 Costantino, il grande imperatore che avrebbe data la libertà al Cristianesimo. Quando Cloro venne dal Senato creato Cesare assieme a Galerio per ordine degli imperatori Diocleziano 'e Massimiano, dovette legalmente ripudiare la sua sposa Elena nel 293 per volere di Diocleziano e sposare Teodora, la figliastra dell'imperatore Massimiano, allo scopo di cementare con un matrimonio dinastico l'elevazione di Costanzo a Cesare di Massimiano all'interno della Tetrarchia. Di fatto Elena fu lasciata libera di vivere tranquillamente col figlio Costantino nella quiete della loro villa nell'Illiria.

Quantunque ammirabili e singolari fossero le virtù di Elena durante il governo dell'imperatore suo marito, tuttavia non erano che virtù umane, non essendo ancor cristiana. La grazia però del battesimo non era più lontana. Infatti Costantino suo figlio, proclamato imperatore nel 306, dopo la morte di Costanzo, la chiamò subito presso di sé, conferendole il titolo prestigioso di Augusta, e facendole conoscere il vero Dio. È impossibile dire con quanto fervore Elena si mise a far opere di pietà, quantunque fosse in età di circa sessant'anni; cercò in ogni modo di ricuperare il tempo perduto, edificando coi suoi esempi la chiesa di Dio, che suo figlio cercava di dilatare colla sua autorità.

Avendo Elena largamente a sua disposizione i tesori dell'impero, se ne servì per fare abbondanti elemosine, e per arricchire di vasi e arredi sacri le chiese della cristianità. Dopo il Concilio di Nicea, l'imperatore Costantino si diede con grandissimo slancio a far costruire templi e basiliche al vero Dio, specialmente in Terra Santa. La piissima Elena si assunse l'incarico di curare le costruzioni di Palestina a nome del figlio, recandosi essa stessa sul luogo. Partì per Gerusalemme l'anno 326: e quel viaggio non fu che una continua effusione di elemosine ch'essa andava spargendo a larghe mani ovunque passava e a chiunque ricorreva a lei. Giunta a Gerusalemme, fece tosto gettare a terra il tempio di Venere che era stato edificato sul Calvario dai pagani, che avevano così voluto profanare il luogo della morte e della risurrezione di Gesù. Ivi essa scoprì e ritrovò il S. Sepolcro ed il legno della S. Croce. In processione, col Vescovo di Gerusalemme, la Croce su cui Gesù era morto fu portata nella cattedrale della città.

Dopo questo, Elena si trattenne ancor un po' a Gerusalemme per vedere iniziata la sontuosa basilica fatta da lei erigere sul S. Sepolcro; indi, ordinate le costruzioni di altre chiese sul luogo della nascita e della Crocifissione di Gesù, si preparò per il ritorno. Prima di partire da Gerusalemme volle servire a tavola ella stessa le Vergini che erano ricoverate nel monastero da lei fatto costruire. Ritornata a Roma, il Signore la chiamò a godere il premio delle sue fatiche e delle sue elette virtù. Spirò tra le braccia del figlio Costantino l'anno 329.

Gli storici non sono sempre concordi nel riferire la vita di Elena e i particolari della sua conversione alla religione ortodossa. Alcuni ne additano la causa ai motivi politici che avrebbero indotto lo stesso Costantino a spingerla a ciò, per riconquistare il favore da lui perso presso i popoli orientali dell'Impero.

PRATICA. Facciamo elemosine per soccorrere poveri e promuovere il culto di Dio.

PREGHIERA. Concedi, o Signore, che ad imitazione della tua serva Elena disprezziamo i beni della terra, e ci dedichiamo tutti al tuo santo servizio e a procurare la tua gloria.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma sulla via Labicana, santa Elena, madre dell’imperatore Costantino, che si adoperò con singolare impegno nell’assistenza ai poveri; piamente entrava in chiesa mescolandosi alle folle e in un pellegrinaggio a Gerusalemme alla ricerca dei luoghi della Natività, della Passione e della Risurrezione di Cristo onorò il presepe e la croce del Signore costruendo venerande basiliche.

✝ Pensiero del 18 agosto 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 22, 1-14

Invitati al banchetto eucaristico.

Gesù propone alcune parabole con le quali ci aiuta a rileggere la sua storia personale e quella della Chiesa da lui fondata. La parabola del banchetto nuziale, il cui invito viene rifiutato dai primi invitati, è chiaro riferimento al Verbo incarnato, che “i suoi (i capi del popolo) non hanno accolto”; mentre, invece, “coloro che lo hanno accolto (anche tra i pagani) hanno ricevuto il potere di diventare figli di Dio”. Questa figliolanza è significata dall’abito che noi riceviamo al battesimo, e che dovremmo poter indossare ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia.

Oggi, leggendo il brano di Matteo, qualcuno si sarà scandalizzato del “re che fece uccidere quegli assassini” che avevano rifiutato il suo invito al banchetto nuziale in onore del figlio. È chiaro che Dio, anche quando ha tutte le ragioni per “indignarsi” non uccide nessuno. Siamo noi che rifiutando, con le scuse più assurde, il suo invito alla Messa domenicale, ci facciamo del male e pecchiamo mortalmente. Ben vengano, allora, le parole forti di Gesù, se riusciranno a risvegliare la coscienza intorpidita di troppi cristiani che la domenica trascurano l’appuntamento eucaristico. Noi, invece, lasciamo che la parola bruciante del Signore ci penetri, così che il nostro “cuore di pietra diventi cuore di carne”, e che delle nostre comunità parrocchiali Gesù possa dire: «Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio». Senza giudicare “gli assenti”, guardiamo alle nostre Messe e, con realismo evangelico, constatiamo come esse non si discostino dalla sala delle nozze descritta nella parabola, che accoglie «cattivi e buoni». Però fermiamoci qui, perché nessuno ci autorizza a dare pagelle all’uno o all’altra. Soltanto il Re può giudicare le coscienze e distinguere chi ha indossato o no l’abito nuziale. Sappiamo, però, che Gesù non ci coglie alla sprovvista: egli, attraverso l’apostolo Paolo, ci avverte che «chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1Cor 11,29). Con sant’Agostino potremmo così tradurre: “Se non riconosci il corpo ecclesiale di Cristo nei tuoi fratelli, non puoi ricevere degnamente quello eucaristico”. Lo stesso insegnamento ce lo dà il Vangelo di Giovanni che, invece dell’istituzione dell’Eucaristia, ci narra la lavanda dei piedi, episodio che ci rimanda al comandamento della carità reciproca, ma anche al sacramento della Penitenza, “purificazione” a volte necessaria dopo il bagno del battesimo.

Giovedì 18 Agosto 
S. Elena; S. Agapito; B. Paola Montaldi
20.a del Tempo Ordinario
Ez 36,23-28; Sal 50; Mt 22,1-14
Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocausti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore.

(Salmo 94,8)

17 agosto, 2022

✝ Pensiero del 17 agosto 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

DIO dà a ciascuno di noi, secondo la Sua Misericordia, ma anche in base alla nostra risposta.

Meditazione sul Vangelo di Mt 20, 1-6

l padrone della vigna.

La generosità di Dio supera ogni umana aspettativa. Egli ci insegna a vivere questa virtù senza limite né misura. La parabola che il vangelo ci narra è, in questo senso, un meraviglioso insegnamento. Il padrone della vigna, alla fine della giornata, a tutti distribuisce un compenso senza considerare le ore lavorate da ciascun operaio. Solo un cuore buono è capace di essere generoso con gli altri.

Per cogliere il messaggio di Gesù, occorre uscire da una logica economica, lasciare da parte la mentalità del sindacalista e adottare la logica dell’amore. Ancora una volta Dio capovolge completamente il modo di pensare e di agire degli uomini. Tutta la nostra società, infatti, è impostata sul primato: è necessario essere i primi se si vuole sopravvivere in un mondo dove gli ultimi non sono ascoltati, sono esclusi ed emarginati: «Tutto è diventato competizione. Il Vangelo di oggi capovolge la situazione perché Dio ha un altro modo di guardare alla nostra realtà: per lui contano gli ultimi, coloro che agli occhi del mondo non hanno alcun valore. Gesù stravolge, così, la nostra cultura del “merito”, secondo la quale la salvezza diventerebbe quasi un diritto per chi ha “sopportato il peso della giornata e il caldo”, un salario dovuto a chi compie determinate opere; e quindi chi più ne compie, più si guadagnerebbe il favore divino. Dio è un padrone amoroso: «Accoglie tutti senza rifiutare nessuno, ma è libero di mostrare la sua bontà come vuole». Il padrone della vigna è un’immagine di Dio che chiama tutti a lavorare per il Regno: «Chiama a tutte le ore, età e condizioni; chiama uno per uno, per compiti diversi». Egli chiama alcuni ad essere operai della prima ora: ad essi fa l’onore d'associarli fin dal mattino al lavoro per il Regno. Per chi è entrato nella logica dell’amore e del servizio, il peso della giornata e il caldo non sono un castigo, ma un privilegio».

Mercoledì 17 Agosto 
S. Chiara della Croce; S. Giovanna Delanoue; S. Mirone
20.a del Tempo Ordinario
Ez 34,1-11; Sal 22; Mt 20,1-16
Il Signore è il mio pastore: «Non manco di nulla».

La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti ed i pensieri del cuore.
(Ebrei 4,12)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: «Non manco di nulla».

Il Signore è il mio pastore:
«Non manco di nulla».

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a causa del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

La parola di Dio è viva, efficace; discerne i sentimenti ed i pensieri del cuore.
(Ebrei 4,12)

16 agosto, 2022

✝ Pensiero del 16 agosto 2022


S. T. D. E DELLA B. V. M.
Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_alla_Fede

Tu sei la LUCE che mi accompagna insieme a Cristo ed alla Vergine Maria.


Meditazione sul Vangelo di Mt 19, 23-30

Il centuplo è “Gesù Cristo”.

Le ricchezze possono divenire, umanamente parlando, un ostacolo alla salvezza. Solo Dio con la sua grazia può farci superare tale impedimento. Di questa grazia sono testimoni Pietro e gli altri discepoli che hanno lasciato tutto per seguire Gesù. Essi, perciò, confrontandosi con chi non ha accolto l’invito alla sequela, domandano al Signore con che ricompensa sarà premiata la loro generosità. Gesù assicura che loro – e tutti quelli che li avranno imitati -, “avranno in eredità la vita eterna” e “il centuplo” di tutto quello che hanno lasciato per Cristo.

Lo sgomento che prende i discepoli, all’ascoltare le osservazioni di Gesù sulla ricchezza – sgomento espresso nella domanda: «Allora, chi può essere salvato?» -, mostra quanto essi siano consapevoli della presenza di piccole “ricchezze” che tutti ci portiamo appresso, anche quando abbiamo accettato di seguire il Signore. Guardando la comunità dei Dodici notiamo, infatti, che essi, malgrado tutti gli insegnamenti e gli esempi che hanno ricevuto da Gesù, rimangono spesso invischiati nei loro egoismi, da cui derivano le gelosie e le invidie che li dividono gli uni dagli altri. Tuttavia, la risposta di Gesù, che sa guardare oltre l’immediato, apre i loro – e i nostri – cuori alla fiducia, perché “ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio”. Tant’è che dopo la discesa dello Spirito Santo, gli Undici saranno finalmente capaci di lasciare veramente tutto: interessi personali, famiglia, patria e la vita stessa, per seguire Cristo e divenire, come lui e con lui, fondamento della Chiesa. Questo ci rincuora e ci dà speranza, convinti che anche ai nostri giorni lo Spirito Santo darà a molti uomini e donne, a molti ragazzi e ragazze, il coraggio di lasciare letteralmente «case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi», per accogliere la vocazione missionaria, religiosa o sacerdotale e gustare così quel “centuplo” che è Gesù stesso, amato in un rapporto unico e profondo. “Centuplo” dal quale non sono esclusi i cristiani sposati, i quali – anche se non lasciano materialmente case e parenti – devono, però amare tutto e tutti sempre dopo Cristo e in Cristo, perché, dice Gesù ad ogni suo discepolo: «Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me» (Mt 10,37). Dunque, solo l’amore di Cristo sa farci mettere al giusto posto ogni altro amore.

Martedì 16 Agosto 
S. Stefano di Ungheria (mf); S. Rocco; S. Teodoro
20.a del Tempo Ordinario
Ez 28,1-10; Cant. Dt 32,26-28.30.35b-36a; Mt 19,23-30
Il Signore farà giustizia al suo popolo

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

SALMO RESPONSORIALE (Deuteronomio 2,26-30.35-36)

Rit: Il Signore farà giustizia al suo popolo.

«Io ho detto: Li voglio disperdere,
cancellarne tra gli uomini il ricordo,
se non temessi l’arroganza del nemico.
Non si ingannino i loro avversari.

Non dicano: La nostra mano ha vinto,
non è il Signore che ha operato tutto questo!
Sono un popolo insensato
e in essi non c’è intelligenza.

Come può un uomo solo inseguirne mille
o due soli metterne in fuga diecimila?
Non è forse perché la loro Roccia li ha venduti,
il Signore li ha consegnati?

Sì, vicino è il giorno della loro rovina
e il loro destino si affretta a venire».
Perché il Signore farà giustizia al suo popolo
e dei suoi servi avrà compassione.

Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.

(II Corinzi 8,9)

15 agosto, 2022

15 agosto 2003-15 agosto 2021 19 anni senza Janny Brandes-Brilleslijper

 15 agosto 2003-15 agosto 2021 19 anni senza Janny Brandes-Brilleslijper

Ad Janny Brandes-Brilleslijper

Appartenente alla Resistenza Ebraica Olandese insieme a sua sorella Rebekka Lintje Lien Lin Jaldati Rebling


Riposa in pace, caro angelo, accanto al tuo amato marito Cornelis Teunis. resta accanto a quelli che abbiamo amato ed abbiamo perso, troppo presto, per una grande tragedia. La tua vita, è stata vissuta nell'amore, non sarai mai dimenticata. Riposati dolcemente e proteggi tutti noi dal cielo. Amen.

Canzano Barbara