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11 luglio, 2022

San Benedetto da Norcia

 San Benedetto da Norcia

autore: Hans Memling anno: 1487 titolo: Trittico di Benedetto Portinari luogo: Galleria degli Uffizi
Nome: San Benedetto da Norcia
Titolo: Abate, patrono d'Europa
Nascita: 480, Norcia
Morte: 21 marzo 547, Montecassino, Frosinone
Ricorrenza: 11 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa
Sito ufficiale:ora-et-labora.net


S. Benedetto, padre del monachismo d'Occidente, restauratore dello spirito cristiano dei suoi tempi, nacque a Norcia, nell'Umbria, dalla nobile famiglia Anicia nel 480. Inviato a Roma per addottorarsi nelle discipline liberali, tosto si ritirò dal mondo. Prese dimora nello speco di Subiaco ove rimase per tre anni nascosto e ignoto a tutti, conducendo vita penitente e angelica. Essendosi sparsa la fama della sua santità, alcuni monaci si posero sotto la sua guida sapiente ed illuminata. Ma la sua condotta era un continuo rimprovero e uno stridente contrasto con la loro vita rilassata. Non volendo essi sottomettersi ai suoi richiami, tentarono di avvelenarlo: però, fatto egli, come era suo costume, il segno della croce, ii bicchiere che gli veniva presentato si spezzò.

Allora ii nostro Santo si ritirò nuovamente nella solitudine, e accorrendo a lui gran numero di discepoli, dovette costruire dodici monasteri. Si trasferì poi a Montecassino, ove, abbattuta la statua di Apollo, fondò quel celebre monastero, meraviglia di bellezza e di arte, da cui partirono i primi apostoli benedettini. Qui creò la sua nota regola nella quale si organizzava nei minimi particolari la vita dei monaci all'interno di una "corale", questa filosofia dava nuova ed autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. I concetti principali erano due stabilitas loci (l'obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero) e la conversatio(la buona condotta morale, la pietà reciproca e l'obbedienza all'abate), il "padre amoroso" (il nome deriva proprio dal siriaco abba, "padre") mai chiamato superiore, e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora ("prega e lavora").

S. Benedetto fu dotato da Dio del dono della profezia: predisse. tra l'altro le gesta e il tempo della morte a Totila, re del Goti. Pochi mesi prima predisse la propria morte: sei giorni innanzi si fece aprire il sepolcro; il sesto giorno, portatosi in chiesa a ricevervi l'eucarestia, spirò tra le braccia dei suoi monaci. La sua anima fu vista salire al cielo su un fulgore di luci mentre un uomo diceva: «Questa è la via per cui Benedetto ascende al cielo ». Aveva oltre sessanta anni.

« S. Benedetto, scrive D. Guéranger, è il padre dell'Europa perché egli per mezzo dei suoi figli numerosi come le stelle del cielo e l'arena del mare, ha rialzato gli avanzi della società romana, schiacciata sotto l'invasione dei barbari; ha presieduto allo stabilimento del diritto pubblico e privato delle nazioni, ha portato il Vangelo e la civiltà nell'Inghilterra, nella Germania, tra i popoli del Nord e perfino tra gli Slavi; ha distrutto la schiavitù, insegnata l'agricoltura e salvato infine il deposito delle lettere e delle arti dal naufragio che sembrava inghiottirle senza speranza di salvezza ».

Tanto fu grande il suo spirito di mortificazione ed estrema e delicata la sua purezza, che non esitò a ravvolgersi tra le spine per vincere una violenta tentazione.

Grandissima fu la sua prudenza di legislatore e di direttore di anime: egli è uno dei quattro grandi patriarchi d'Occidente e le sue regole sono tutt'ora adottate e seguite da molte famiglie religiose.

L'ordine religioso fondato da S. Benedetto si estese in tutto il mondo, e diede un numero grandissimo di santi, papi, vescovi e personaggi illustri. Tra i santi benedettini più celebri si annoverano S. Mauro Abate e S. Placido Martire, S. Willibrodo, S. Vifrido, S. Ruberto, S. Bonifazio, S. Gregorio Magno, S. Agostino di Canterbury, per non dire di tanti altri.

Le comunità benedettine e il calendario della Forma straordinaria lo ricordano il 21 marzo, mentre la Chiesa cattolica invece lo celebra l'11 luglio, da quando Papa Paolo VI il 24 ottobre 1964 con il breve Pacis nuntius proclamò san Benedetto da Norcia patrono d'Europa in onore della consacrazione della Basilica di Montecassino.

PRATICA. Da questo Santo impariamo la prontezza e l'estrema decisione nello scacciare le tentazioni.

PREGHIERA. Deh! Signore, ci renda accetti l'intercessione del San Benedetto, affinché quello che non possiamo con i nostri meriti, lo conseguiamo per il suo patrocinio

MARTIROLOGIO ROMANO. A Montecassino il natale di san Benedétto Abate, il quale restaurò e meravigliosamente propagò nell'Occidente la disciplina monastica, che era quasi estinta. La sua vita, gloriosa per virtù e per miracoli, fu scritta dal beato Gregório Papa.

ICONOGRAFIA


Nell'iconografia San Benedetto è raffigurato solitamente come un anziano barbuto vestito con il saio nero da abate, sostituito poi dal XV secolo da quello bianco dell’ordine riformato. Suoi attributi sono il libro della regola, il bastone abbaziale e talvolta un fascio di verghe, simbolo di disciplina e penitenza, come nella splendida tavola di Bernardo Daddi, artista fiorentino attivo agli inizi del XIV sec.

San Benedetto da Norcia
titolo San Benedetto da Norcia
autore anno


San Benedetto da Norcia
titolo San Benedetto da Norcia
autore Bernardo Daddi anno XIV sec


In alcune rappresentazioni è presente anche santa Scolastica, sua sorella gemella, badessa del monastero di Subiaco.

San Benedetto e Santa Scolastica
titolo San Benedetto e Santa Scolastica
autore Giuseppe Santini anno XVII sec


Oltre le classiche riproduzioni del santo di Norcia esistono anche altre opere caratterizzate da due attributi importanti: la coppa e il corvo. Si tratta di episodi ritratti nell'agiografia che redige papa Gregorio Magno nel secondo libro dei suoi Dialoghi, interamente dedicato al santo di Norcia.

La coppa, quasi sempre contenente un serpente, è il simbolo di un tentativo di avvelenamento che vide come protagonisti Benedetto da Norcia e alcuni monaci, presso Vicovaro (Roma). Questi ultimi, vedendo «che sotto la sua direzione le cose illecite non erano assolutamente permesse e d’altra parte le inveterate abitudini non se la sentivano davvero di abbandonarle» (Gregorio Magno, Dialoghi, II, 3), decisero di liberarsi di san Benedetto mediante una coppa di vino avvelenato. Quando il santo tracciò un segno di croce sopra la coppa, nell’intento di benedirla, questa si infranse, «come se al posto di una benedizione vi fosse stata scagliata una pietra» (ibidem).

San Benedetto da Norcia
titolo San Benedetto da Norcia
autore Ricardo Cinalli anno XXI sec


L’immagine del corvo rimanda anch'essa ad un secondo tentativo di avvelenamento, «tristo costume dei cattivi» (ibidem), ai danni di Benedetto. L’episodio narra di come il sacerdote Fiorenzo, «istigato dallo spirito maligno e bruciante d’invidia per i progressi virtuosi dell’uomo di Dio», (ivi, II, 8) inviò a Benedetto un pane avvelenato. Avvedutosi dell’inganno, Benedetto comandò ad un corvo che «veniva abitualmente dalla vicina selva […] e beccava poi il pane dalle mani di lui» di raccogliere quel pane e gettarlo in un luogo dove nessun altro avrebbe potuto cibarsene. Il corvo «l’afferrò col becco, lo sollevò e volò via» (ibidem). Secondo alcune interpretazioni, l’episodio del corvo e del pane rimanderebbe ad Elia, cui i corvi «portavano pane e carne al mattino, e pane e carne alla sera» (1Re 17,6).

San Benedetto da Norcia
titolo San Benedetto da Norcia
autore Tommaso Bona anno XVI sec

✝ Pensiero del 11 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Nella Memoria, del recupero del corpicino del piccolo Alfredino Rampi, finalmente, grazie ai minatori, dopo quasi un mese viene alla luce, purtroppo senza vita.  

Meditazione sul Vangelo di Mt 19, 27-29

Essere poveri per guadagnare il Regno dei Cieli.

Nel brano evangelico, Gesù chiarisce che “molto difficilmente un ricco entrerà nel Regno di Cieli”. Questo insegnamento non viene compreso dai Dodici, perché la Bibbia pareva dire il contrario: la ricchezza è segno di benedizione divina (cfr. Abramo, Giobbe,…) e così domandano al Maestro: “Allora chi potrà salvarsi?”. Di fronte allo sgomento dei Dodici Gesù non addolcisce minimamente il suo insegnamento, ma aggiunge: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile”. In altre parole, nessuno può entrare nel Regno dei cieli se la porta non gli viene aperta da Dio stesso. È anche molto importante notare che Gesù non descrive una contrapposizione tra i poveri e i ricchi. Nel brano evangelico non si parla di poveri, bensì di coloro che, per seguire Gesù, si fanno poveri e non hanno più altro che se stessi. Il rapporto tra povertà e regno di Dio non è automatico, perché può esserci chi è povero, ma ha anche un cuore avido di ricchezze. Il povero cui appartiene il Regno dei Cieli è colui che diventa povero di cuore e nella vita, allo scopo di essere più libero per seguire Gesù. Questo modo di essere povero  non è opera umana, ma pura gratuità, puro dono di Dio. Chi vive questo stile di povertà diventa uno strumento idoneo nelle mani di Dio.

Lunedì 11 Luglio 
S. Pio I; S. Leonzio; S. Olga
S. Benedetto, patrono d’Europa (f) – P
Pr 2,1-9; Sal 33; Mt 19,27-29
Gustate e vedete come è buono il Signore

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

 (Matteo 5,3)

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Gustate e vedete com’è buono il Signore.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

 (Matteo 5,3)

10 luglio, 2022

STA MORENDO UNA GENERAZIONE IMPORTANTE

 STA MORENDO UNA GENERAZIONE IMPORTANTE

Sta morendo la generazione che senza studi ha educato i suoi figli.
Quella che, nonostante la mancanza di tutto, non ha mai permesso di far mancare l'indispensabile in casa.
Coloro che ha insegnato i valori, iniziando dall'amore e dal rispetto. Coloro che hanno insegnato e tramandato tradizioni che rischiano di essere dimenticate. Coloro che ci parlavano delle nostre origini e della storia. Coloro che hanno vissuto la guerra e patito la fame, andando avanti lo stesso con forza. Coloro che tramandavano la tradizione della famiglia e e che facevano molti figli. Le persone che insegnano agli uomini il valore di una donna e alle donne il rispetto per gli uomini. Stanno morendo coloro che potrebbero vivere con pochi lussi senza sentirsi frustrati per questo. Quelli che hanno lavorato fin da piccoli e hanno insegnato il valore delle cose, non il prezzo. Chi ha vissuto mille difficoltà e senza arrendersi ci ha insegnato a vivere con dignità. Quelli che dopo una vita di sacrifici e problemi hanno le mani rugose, ma la fronte alzata.
La generazione che ci ha insegnato a vivere senza paura sta morendo. Sta morendo la generazione che ci ha dato la vita.
Questa generazione di ferro ci ha preparato e dato un mondo migliore in tutti i sensi. Abbiamo il dovere di non essere da meno.


Nel 1944 il 10 luglio come oggi veniva arrestata dai tedeschi tutta la famiglia Brilleslijper

 Il "High Nest": Per 17 mesi, tra gennaio 1943 e il 10 luglio 1944, la famiglia allargata Brilleslijper, così come amici e altre persone in cerca di protezione nascoste nella proprietà incantata. Jaap, fratello di Janny e Lien, mise in piedi nascondigli in ogni stanza, costruì un sistema di allarme e iniziò a costruire un tunnel sotterraneo. Come i suoi genitori, è stato assassinato nel campo di sterminio di Auschwitz.

Janny, Lien ed Jaap Brilleslijper
Janny e Lien Brilleslijper, Jaap, tre figli della famiglia ebraica di Joseph e Fijtje Brilleslijper-Gerritse di Amsterdam, poco dopo l'occupazione tedesca dei Paesi Bassi giunsero alla conclusione che era necessaria una resistenza contro i nazisti. Insieme hanno creato uno dei più grandi gruppi di resistenza nei Paesi Bassi e hanno aiutato un gran numero di persone a nascondersi. Fino all'estate del 10 luglio del 1944 essi stessi divennero vittime del tradimento e furono portati nei campi di concentramento tedeschi.



✝ Pensiero del 10 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Lc 10, 25-37

Va’ e anche tu fa lo stesso.

La prima lettura è armonizzata con il Vangelo. Il testo del Deuteronomio rivela che la Parola di Dio è vicina alla vita del credente. E la massima espressione della vicinanza è nel comandamento di amare il prossimo senza sconti. Lo sperimenta la Samaritana, anche se riconosce solo una parte della Scrittura. La parabola del Buon Samaritano capovolge l’idea di “prossimo”. Non chiunque si avvicina a te, ma tu che ti avvicini a chi è nella necessità, senza guardare al ruolo che questi occupa, e ti fai suo prossimo.

Le letture evidenziano la relazione tra l’osservanza dei comandamenti e la vita. Nel libro del Deuteronomio la vita è quella di questo mondo, con tutto ciò di cui una persona necessita. Nel Vangelo la domanda verte sulla vita eterna, caratterizzata dalla comunione con Dio, prima che dalla durata perenne. La vita si sviluppa in forza dell’amore che sappiamo concretizzare. Dobbiamo chiederci allora, se nelle scelte della vita seguiamo il Samaritano o il sacerdote e il levita. “Chi è il mio prossimo?”. “Chi è il mio Dio?”. Gesù spiega, con questa parabola, il mistero di Dio. Ha saputo creare una visione di come Dio è in realtà. Non è un racconto edificante per richiamare elementi di solidarietà o carità; la forza non è nelle parole “va’ e anche tu fa’ lo stesso”, ma nell’atteggiamento che il Samaritano fa suo, il suo fermarsi e prendersi a cuore la situazione di quel malcapitato. Il Buon Samaritano sembra rivelare il metodo con cui Dio ha agito e agisce. Qui la parabola ci porta a contemplare questo Dio che ci chiede di fermarci davanti a tutte le situazioni che la vita di ogni giorno ci presenta, di non passare oltre, di non essere superficiali. «C’è tanto mistero», dirà sant’Ambrogio, che rileva che il Samaritano discende, e chi è che discende dal cielo se non il Figlio dell’Uomo che è salito al cielo? Gesù si è fatto nostro prossimo, ecco perché non poteva non parlare del Padre e ci lascia una provocazione: “Va’ e comportati così”. Dobbiamo, però, essere convinti dell’amore di Dio verso di noi e del suo venirci in aiuto, esortandoci continuamente.

Domenica 10 Luglio 
Ss. Rufina e Seconda; Bb. Emanuele Ruiz e c.; S. Canuto
15.a del Tempo Ordinario (anno C)
Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37
I precetti del Signore fanno gioire il cuore

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. 

(Giovanni 6,63.68)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. 

(Giovanni 6,63.68)

09 luglio, 2022

✝ Pensiero del 09 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Non dobbiamo avere paura, perché il PADRE CELETE, ha cura di noi.

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 24-33

Quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tetti.

Sempre continuando il discorso sulla missione, Matteo unisce in questo brano diverse parole di Gesù, dette in circostanze e con motivazioni diverse. La teologia della missione comprende una riflessione sulla necessità della lotta, sulla solidarietà che deve unire Maestro e discepolo nell’annuncio, sulla fiducia in Dio ed infine sulla ricompensa. La parola di Gesù, gridatelo sui tetti, si riferisce al fatto che il lieto annuncio è per tutti e bisogna essere franchi, disposti a dare la vita per annunciarla. Per me il Vangelo è annuncio di liberazione? Allora perché non lo grido anch’io? Non sarà che onestamente devo riconoscere che, in fondo, io di liberazione non ne ho avuto esperienza? Ci devo riflettere seriamente.

Nell’esperienza di missione emerge fortemente che il discepolo è, ancora una volta, chiamato a sperimentare, in modo chiaro, di non essere da più del Maestro. Il chiamato non solo segue il chiamante, ma è coinvolto e compreso da Dio e accompagnato da questa convinzione: Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Una consapevolezza che libera dalla solitudine, che spinge a non avere timore della morte, a testimoniare, in mezzo alle situazioni più diversificate, che si è incontrato Colui che ha modificato radicalmente il modo di agire e pensare umano. È un’esperienza, quella del mandato, che lo rende una provocazione perenne per quanti lo guardano. «Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli, chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». C’è, dunque, una chiamata a essere veramente uniti e chi vede il discepolo non può che vedere anche il Maestro. Annunciare il Vangelo è confessare Cristo davanti agli uomini. Non è sempre così semplice e la missione del discepolo è caratterizzata dalla scelta di Gesù, perché Egli, ogni giorno, torna a chiamare, a togliere dalle proprie abitudini e modi di pensare.

Sabato 9 Luglio 
Ss. Agostino Zhao Rong e c. (mf); S. Veronica Giuliani
14.a del Tempo Ordinario
Is 6,1-8; Sal 92; Mt 10,24-33
Il Signore regna, si riveste di maestà

Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.

(I Pietro 4,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 92)
Rit: Il Signore regna, si riveste di maestà.

Oppure:
Santo è il Signore, Dio dell’universo.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

(I Pietro 4,14)

08 luglio, 2022

✝ Pensiero del 08 luglio 2022

  

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 16-23

Come pecore in mezzo ai lupi.

Il vangelo di oggi raccoglie le raccomandazioni di Gesù ai suoi apostoli mentre li invia alla missione. Li avverte che andranno nel mondo come pecore in mezzo ai lupi, cioè indifesi, incontro ad un mondo nel quale regnano la menzogna e l’ingiustizia. La loro sicurezza e la loro forza è solo Dio. Invece, il mondo è aggressivo e oppone resistenza al messaggio di pace e di verità di Cristo. Il mondo non accoglie gli apostoli, ma vuol toglierli di mezzo, perché portano alla luce i suoi inganni e le sue menzogne. In effetti, le tenebre fuggono dalla luce.

Gli apostoli dovranno coniugare due virtù apparentemente opposte: la sagacia e la semplicità. Dovranno essere come serpenti e al tempo stesso come colombe. Dovranno adottare un atteggiamento da martiri, cioè dovranno lasciarsi colpire dal male, ma senza cedere ad esso. Lo affronteranno con coraggio e, fondati in Cristo, lo vinceranno. Lo Spirito Santo suggerirà quel che dovranno dire davanti ai tribunali. Cioè, essi annunceranno la verità a costo della vita. Il Signore non promette pace e facili successi ai suoi apostoli, al contrario, annuncia loro persecuzioni, arresti, interrogatori, odio a causa del suo nome. Un panorama piuttosto scoraggiante. Tuttavia, gli apostoli seguono Gesù, e con l’eccezione di uno, lo seguono fino alla fine. Quando un uomo incontra l’amore di Dio allora è redento, allora nasce la speranza, allora può affrontare il presente, benché sia difficile e pieno di sofferenze. L’amore incondizionato di Dio ci offre la ragione e il senso per affrontare la situazione attuale. Gli apostoli sono uomini di speranza, uomini che hanno vissuto l’incontro con l’amore di Dio. Essi possono dire che la loro scelta fondamentale consiste in questo: noi abbiamo creduto nell’amore di Dio. Questa è la ragione ultima dell’operare e soffrire, per questo predicano, per questo si lasciano condurre ai tribunali, per questo danno testimonianza e per questo, in molti casi, sono morti per la loro fede in Gesù. In effetti, il cristiano è una pecorella in mezzo ai lupi. Diceva Papa Benedetto XVI: «In un mondo in cui la menzogna è potente, la verità si paga con la sofferenza» (Omelia, 28 giugno 2008). E il libro del Siracide: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione».

Venerdì 8 Luglio 
Ss. Aquila e Priscilla; S. Adriano III; B. Pietro Vigne
14.a del Tempo Ordinario
Os 14,2-10; Sal 50; Mt 10,16-23
La mia bocca, Signore, proclami la tua lode

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 16,14)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: La mia bocca, Signore, proclami la tua lode.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore m’insegni la sapienza.
Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;
lavami e sarò più bianco della neve.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Quando verrà lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

(Giovanni 16,14)

07 luglio, 2022

Oggi ricordiamo il giorno in cui Albino Luciani venne ordinato sacerdote. 07 luglio 1935- 07 luglio 2022

 07 luglio 1935- 07 luglio 2022


Oggi ricordiamo il giorno in cui Albino Luciani venne ordinato sacerdote.

87 anni fa. Sono tanti? Sono pochi? La storia è fatta di momenti ed è giusto tenerli vivi.



✝ Pensiero del 07 luglio 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Dio, ci ama gratuitamente, grati d'essere graziati, amiamo.

Meditazione sul Vangelo di Mt 10, 7-15

Gratuitamente date.

La figura di Giuseppe del brano dalla Genesi ci commuove: egli, venduto ingiustamente dai suoi fratelli, si rivela loro e li invita ad avvicinarsi e a non temere per come lo avevano trattato, perché Dio lo aveva inviato in Egitto così che potesse un giorno salvar loro la vita. Anziché rimproverare i suoi fratelli, Giuseppe legge il piano superiore della salvezza divina: Dio lo ha mandato per salvare. La storia di Giuseppe è una  prefigurazione della storia di Cristo, della sua passione e glorificazione.

Gesù è stato venduto per invidia dai suoi fratelli, cioè da noi. Egli è venuto da parte di Dio per restituirci la salute. Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio unigenito per salvarlo. Gli apostoli, come leggiamo nel Vangelo, ricevono la missione di annunciare questa salvezza, devono guarire e scacciare i demoni, perdonare e dare gratuitamente perché gratuitamente hanno ricevuto. L’amore di Dio è sempre gratuito, è un dono. Una delle situazioni più difficili per un uomo è sperimentare l’ingiustizia, la mancanza di equità da parte di un altro essere umano, massimamente quando queste essere umano è un amico, un fratello, una persona cara. Dice il salmo 41 «Anche l’amico in cui confidavo, anche lui, che mangiava il mio pane, alza contro di me il suo calcagno». Questa esperienza dell’ingratitudine umana e della mancanza di lealtà crea un profondo sconcerto. Si apre una ferita affettiva che è difficile cicatrizzare. Si perde la fiducia nella persona amata e si nutre un oscuro risentimento. Eppure, oggi la figura di Giuseppe ci rivela il pensiero di Dio riguardo al peccato e alla mancanza di nobiltà nell’uomo. Il Signore è giusto e non può tollerare il peccato, ma non vuole la morte del peccatore bensì che questi si converta e viva. Giuseppe ci rivela con anticipo il cuore di Cristo, che perdona i suoi fratelli, cioè noi. Si offre, intercede per noi, prende su  di sé il castigo e ci porta la pace. Forse l’unico modo di superare il risentimento e perdonare di cuore chi ci ha danneggiato o ferito, specialmente se è una persona cara, è contemplare Cristo che si offre per la salvezza di tutti noi. Quando non c’era nulla da amare in noi, egli ha dato la sua vita in riscatto per ciascuno. Con san Paolo possiamo dunque esclamare: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?».

Giovedì 7 Luglio 
S. Panteno di Alessandria; S. Odone; S. Sisoe; B. Carlo Liviero
14.a del Tempo Ordinario
Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15
Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 79)
Rit: Fa splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo.

 (Marco 1,15)

06 luglio, 2022

Erano le 15,45 di domenica 6 luglio 1902.

 Erano le 15,45 di domenica 6 luglio 1902.

Marietta aveva 11 anni, 8 mesi e 20 giorni.
-Marietta, Gesù è morto perdonando al buon ladrone e tu perdoni di cuore il tuo assassino?
-Si per amore di Gesù lo perdono! anzi.. voglio Alessandro vicino a me in Paradiso.
E venne Gesù, il Martire Divino a coronare la sua sposa d'amore.. quel Gesù che non le sarebbe venuto mai meno e nessuno avrebbe mai potuto staccare da lei.
"Quel Gesù che fra poco vado a vedere", disse semplicemente Marietta.



Santa Maria Teresa Goretti

 Santa Maria Teresa Goretti


Nome: Santa Maria Teresa Goretti
Titolo: Vergine e martire
Nascita: 16 ottobre 1890, Corinaldo
Morte: 5 - 6 luglio 1902, Nettuno
Ricorrenza: 6 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:Latina
Protettrice:giovani e vittime di violenza 
Sito ufficiale:www.santamariagoretti.it                    https://www.santuaritaliani.it/santuario/madonna-delle-grazie-e-s-maria-goretti/



Il 16 ottobre 1890 a Corinaldo la terzogenita Maria veniva a rallegrare con i suoi vagiti la povera e laboriosa famiglia dei coniugi Goretti.

Ebbe una buona e cristiana educazione dai genitori esemplari. Divenuta orfana di padre ancora in tenera età, aiutò la mamma, fu custode vigile dei fratellini, contribuì alla loro educazione cristiana, si applicò a sbrigare la maggior parte delle faccende domestiche, affinché la mamma potesse dedicarsi al lavoro per guadagnare il pane.

Prendeva tutto con rassegnazione e con filiale abbandono nel Signore.

Il 16 giugno 1901 Marietta, con una gioia indescrivibile, si accostò per la prima volta alla Mensa dell'Agnello Immacolato. A soli dodici anni, per il precoce sviluppo, era divenuta una giovanetta che si distingueva per la sua semplicità e per una purezza angelica. Coi Goretti coabitava un giovane, Alessandro Serenelli. Costui, divenuto orfano di madre quando ne aveva maggiormente bisogno, era di carattere chiuso, solitario. Il vizio dell'impurità, fomentato dalla lettura di stampe immorali, aveva guastato il suo cuore. Per due volte ebbe l'ardire di tentare Marietta. La fanciulla si rifiutò energicamente, anzi racchiudendosi in un'amara angoscia, pregò sempre di più Gesù affinché le desse la forza di combattere e di vincere. Ma, mentre la giovanetta confidava nell'aiuto divino, Alessandro macchinava un orrendo delitto, se, non fosse riuscito nel suo intento.

Il 5 luglio 1902 nell'aia adiacente al caseggiato, il lavoro agricolo ferveva come sempre. Alessandro montò su un carro; era serio e preoccupato: ad un certo punto con un pretesto qualsiasi lasciò la guida del carro a mamma Assunta, salì in fretta le scale ed entrò in casa; sul pianerottolo Marietta stava rammendando una camicia; passati alcuni istanti, riapparve sull'uscio e fissatala con occhio infuocato le intimò: « Maria, vieni dentro ».

Marietta non si mosse; il suo cuore innocente presagiva e tremava. Alessandro allora, invaso da satanico furore, la prese per un braccio e trascinatala brutalmente dentro, chiuse la porta con un calcio. La giovanetta si trasformò in lottatrice coraggiosa e intrepida. Al seduttore gridò: « No! No! Dio non vuole!... Che fai Alessandro?... Non mi toccare, è peccato; tu vai all'inferno! ». A nulla valsero queste sante parole, anzi la passione si tramutò in odio, e impugnato un coltello la trapassò quattordici volte, lasciando a terra la martire tramortita. L'ultimo grido della martire fece accorrere i vicini. Quale lo strazio di mamma Assunta nel vedere la sua Marietta così ridotta! Vane furono le cure dei medici: ormai le rimanevano poche ore di vita.

Non un lamento uscì dalle labbra della santa martire nelle lunghe venti ore di agonia, ma solo preghiere, e negli ultimi istanti di vita anche parole di perdono per il suo uccisore: « Sì, lo perdono; lo Perdono di cuore e spero che anche Dio lo perdoni, perché lo voglio con me in Paradiso ».

PRATICA. Chi ama veramente la purezza rinuncia a tutto, anche alla vita.

PREGHIERA. Ascoltaci, o Dio nostro Salvatore, e fa' che impariamo ad imitare S. Maria Goretti, tua vergine e martire, nelle molte tentazioni di questa misera vita, per poi conseguire l'eterna beatitudine in Cielo.

MARTIROLOGIO ROMANO. Santa Maria Goretti, vergine e martire, che trascorse una difficile fanciullezza, aiutando la madre nelle faccende domestiche; assidua nella preghiera, a dodici anni, per difendere la sua castità da un aggressore, fu uccisa a colpi di pugnale vicino a Nettuno nel Lazio.