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15 giugno, 2022

✝ Pensiero del 15 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Noi, siamo conosciuti da Dio, più intimamente di quanto non lo siamo a noi stessi. E solo davanti a questa Presenza amorevole sappiamo davvero il nostro valore.


Meditazione sul Vangelo di Mt 6,1-6.16-18
Donare con gioia.
“Dio ama chi dona con gioia”. Questa magnifica frase di san Paolo sintetizza molto bene il messaggio dottrinale della liturgia d'oggi, particolarmente ricca, che sottolinea uno degli aspetti basilari della condotta del credente, cioè servire disinteressatamente il prossimo e Dio, attendendo ogni ricompensa solo da parte del Signore e non dalle altrui lodi, che svaniscono nell’aria.
In uno degli incontri più significativi della sua vita pubblica, Gesù disse alla donna samaritana presso il pozzo: «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità». Con questa affermazione, Nostro Signore ci insegna che lo spirito è ciò che anima ogni autentica manifestazione esteriore della religiosità, perché è il cuore che loda Dio e non la spettacolarità di alcuni gesti. Per questo motivo Gesù biasima la condotta dei farisei e di chi si pavoneggia con la sontuosità delle preghiere, delle elemosine e dei gesti per esser ammirato dagli altri: ciò non interessa al Signore, che guarda al cuore, perché chi agisce così “ha già ricevuto la sua ricompensa”. La preghiera e la generosità – verso Dio e verso i fratelli – concretizzate in opere buone, sgorgano, invece, dal cuore che è in sintonia con il Signore, dal cuore che lo ama e che è generoso nel dare e nell’offrire il poco o il tanto di cui dispone, e sempre con gioia. Come si fa a sapere se diamo davvero a Dio quel che ci chiede? La mancanza di serenità nella vita quotidiana, od il calcolo interessato nel nostro rapporto con Dio – tralasciare la preghiera per un qualsiasi pretesto, o mancare alla messa domenicale senza valido motivo – sono indice d'una vita priva di fervore cristiano. Conviene piuttosto seguire il saggio consiglio dell’apostolo di seminare con generosità per mietere frutti in abbondanza.

Mercoledì 15 Giugno 

S. Vito; S. Amos pr.; B. Luigi M. Palazzolo
11.a del Tempo Ordinario

2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore


Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 30)
Rit: Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Oppure:
Saldo è il cuore del giusto che spera nel Signore.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia.

Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.

Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

(Giovanni 14,23)

14 giugno, 2022

Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940

 Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940


Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofondata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato: nessuno allora sapeva di Auschwitz.”


LILIANA SEGRE


Solo quando a tutti gli esseri sarà riconosciuta la dignità, ci sarà memoria.”


RINALDO SIDOLI


"...eri ad Auschwitz, sapevi delle camere a gas come non lo so ma noi, sapevamo d'aver visto quella grande fiamma nera che abbiamo vissuto la mia bandiera fumo "profumato" che non puoi dimenticare...."


JANNY BRANDES BRILLESLIJPER


Ottantadue anni fa  

✝ Pensiero del 14 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

MEMORIA Aushwitz – Apertura per la prima volta dei cancelli del campo di Concentramento era il 14 giugno 1940

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,38-42

Amare i nemici.

La liturgia d'oggi insiste ancora sull’amore per il nemico. La Legge nuova proclamata da Gesù non permette false interpretazioni né sconti all’amore che Egli stesso ci ha dimostrato, quando, pur essendo Dio, si è umiliato per amor nostro, e ci ha amati fino al punto di dare la sua stessa vita in riscatto per i nostri peccati. Nell’esempio di Cristo troviamo la forza per obbedire ai suoi comandamenti.

Il comandamento dell’amore per i propri nemici, per coloro che ci hanno fatto o ci fanno del male, è forse il più difficile da adempiere tra quelli indicati nel Vangelo, perché esige la rinuncia personale più costosa. Ma è anche il comandamento che rende più autentica una condotta davvero cristiana, e Gesù, che è Dio e ci conosce meglio di noi stessi, ne è ben consapevole quando ce lo propone in questo modo così categorico. La prova che l’amore per i nemici non è un’utopia, ma opzione concreta e realtà fattibile, l’hanno data, nella storia, i tantissimi martiri della Chiesa che sono morti perdonando i loro carnefici e persecutori, e pregando per la loro conversione; né più né meno del loro divino Maestro, poiché «il discepolo non è da più del suo Maestro. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Perciò, atteggiamenti tanto contrari come l’odio, il rancore o l’approvazione di chi opera in modo contrario agli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa non possono trovare spazio nel comportamento, nei pensieri e nelle parole di un cristiano. Cosa fare quando perdonare il prossimo ci risulta particolarmente difficile e gravoso? È allora che conviene leggere con attenzione il Vangelo e meditare a lungo le parole del Signore, affinché ne comprendiamo bene la portata e gli chiediamo la grazia di aiutarci a metterle in pratica nella nostra esistenza, persuasi del fatto che crescere nella nostra perfezione cristiana consiste proprio in questo. Ricordiamoci che solo il perdono cristiano può liberare il cuore dalla tristezza e dall’ amarezza, oltre a gettare un ponte di riconciliazione e di pace tra gli uomini.

Martedì 14 Giugno 

S. Eliseo profeta; Ss. Valerio e Rufìno; S. Metodio
11.a del Tempo Ordinario

1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

Pietà di noi, Signore: «Abbiamo peccato».

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 50)
Rit: Pietà di noi, Signore: «Abbiamo peccato».

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza:
«La mia lingua esalterà la tua giustiziai».

Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:

«Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri».

(Giovanni 13,34)

13 giugno, 2022

BUON ONOMASTICO a PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB

Chi vive, nella Memoria, non muore mai.
BUON ONOMASTICO
Auguri di cuore a PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB



Nel 1981 il 13 giugno come oggi nasceva al cielo un Angelo di nome Alfredo detto Alfredino

 Nel 1981 il 13 giugno come oggi nasceva al cielo un Angelo di nome Alfredo detto Alfredino

Quarantuno fa
Ti vogliamo tanto bene
Piccolo Alfredino!



Chiara Corbella muore il 13 giugno 2012.

 Chiara Corbella muore il 13 giugno 2012.

Il mattino dell'ultimo giorno, verso le otto del mattino, Enrico le chiede: «Amore mio, ma davvero il giogo del Signore è dolce?». Respirava e parlava a fatica, ma ha risposto chiaramente, sorridendo: «Sì, Enrico, molto dolce».
È morta a mezzogiorno.
Ha lasciato al figlio Francesco una lettera testamento per il suo primo compleanno in cui scrive: «Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti a imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti.
Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna.
Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono. Sei speciale e hai una missione grande. Il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore.
Fidati, ne vale la pena!».
Il 21 settembre 2018 si è aperta la causa di canonizzazione per questa Serva di Dio.



Sant' Antonio di Padova

 Sant' Antonio di Padova

Nome: Sant' Antonio di Padova
Titolo: Sacerdote e dottore della Chiesa
Nome di battesimo: Fernando Martins de Bulhões
Nascita: 15 agosto 1195, Lisbona, Portogallo
Morte: 13 luglio 1231, Arcella, Padova
Ricorrenza: 13 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Sito ufficiale:www.santantonio.org


Sant'Antonio nacque a Lisbona nel 1195 da genitori favoriti da Dio di ricchezze spirituali e di un certo benessere. Dopo la prima educazione ricevuta nella casa paterna da uno zio canonico, continuò la sua istruzione nella scuola vescovile annessa alla Curia. Con l'età cresceva pure nell'umiltà, unita al disprezzo per le glorie mondane; virtù che, unitamente alla fama di taumaturgo, lo distingueranno sempre.

Sentendosi portato alla solitudine, il Santo pensò presto di ritirarsi in un convento e scelse i Canonici Regolari di S. Agostino. Quivi si diede con tale fervore alla mortificazione della carne, alla ritiratezza e ad un silenzio operoso, da divenire uno specchio per i suoi confratelli.

Ma le sue brame non erano ancora pienamente appagate: il Santo desiderava di ricevere il martirio, se cosi fosse piaciuto al Signore; e a questo scopo, abbandonato il convento di S. Croce, si ritirò tra i Frati Minori ai quali erano permesse le Missioni.

Ma chi può scrutare i disegni altissimi dell'Onnipotente? Antonio, appena giunto in terra di Missione, è assalito da una malattia tale che lo costringe alla più assoluta inazione, e lo inchioda inesorabilmente in un letto, tanto che è costretto al ritorno. Si imbarca allora per ritornare in Portogallo, ma la nave, sbattuta da violenta tempesta, dopo una fortunosa navigazione, viene a sfasciarsi contro il litorale della Sicilia.

Soccorso da alcuni pescatori, viene trasportato a braccia al più vicino convento. Antonio adora la volontà di Dio, ed appena è in grado di camminare si reca ad Assisi. Quivi ebbe la grazia di vedere il suo caro padre S. Francesco, e di assistere al capitolo delle stuoie. Ma in questa circostanza il nostro Santo non parlò, nè fu notato. Dopo l'umiliazione però la Provvidenza, in modo inaspettato, gli apriva la via della predicazione.

Sant'Antonio di Padova e San Francesco
autore Simone Martini anno 1322-1326 titolo San Francesco d'Assisi e sant'Antonio di Padova


Fu una rivelazione: in poco tempo divenne celebre e dovette passare a Montpellier, a Tolosa, a Bologna, a Rimini e a Padova. Nella quaresima che tenne in quest'ultima città, i frutti della grazia divina furono copiosissimi: riconciliò nemici, ridusse i dissoluti a vita migliore, persuase gli usurai alla restituzione. La sua parola era come un dardo che trapassava i cuori e li infiammava d'amore alla virtù.

Il Signore confermava la santità del Santo con numerosissimi miracoli.

Conoscendo per rivelazione che suo padre era accusato ingiustamente della morte di un nobile, pregò Dio e si trovò miracolosamente a Lisbona accanto al padre. Quivi richiamò a vita l'ucciso che indicò l'omicida: suo padre fu salvo.

Sentendosi vicino al termine della vita ottenne il permesso di ritirarsi nel romitorio di Camposampiero; ,qui passò i suoi ultimi giorni nella contemplazione e nell'esercizio sempre più puro dell'amor di Dio. Morì ad Arcella, presso Padova, il 13 giugno del 1231 a 36 anni di età.

Dopo la sua morte i fanciulli di Padova e dei dintorni andavano gridando: «È morto il Santo, è morto il Santo ». Ed era veramente morto un santo ed un grande santo, che lasciò tracce indelebili di ogni virtù.

PRATICA. Mentre ammiriamo il Santo, cerchiamo di imitarlo nella corrispondenza alla. divina grazia e nel disprezzo delle cose terrene e nell'amore delle celesti.

PREGHIERA. L'annua solennità del tuo beato confessore Antonio allieti, o Dio, la tua Chiesa, affinchè munita sempre e di aiuti spirituali, meriti di godere le • gioie eterne.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Pàdova sant'Antonio Portoghése, Sacerdote dell'Ordine dei Minori, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per la vita, pei miracoli e per la predicazione, il quale, non essendo ancora trascorso un anno dalla sua morte, dal Papa Gregorio nono fu ascritto nel numero dei Santi.

PROVERBIO. Sant’Antonio dalla barba bianca, fammi trovar quel che mi manca

SUPPLICA A SANT'ANTONIO


(da recitare ogni martedì ed ogni 13 del mese)


San Antonio da Padova


Glorioso sant'Antonio, scrigno delle Sacre Scritture, tu che con lo sguardo sempre fisso nel mistero del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo hai conformato la vita a lode della Trinità perfetta e della semplice unità, ascolta la mia supplica, esaudisci i miei desideri. Mi rivolgo a te, certo di trovare ascolto e comprensione; mi rivolgo a te che immergendo il cuore nella Sacra Scrittura l'hai studiata, assimilata, vissuta e fatta tuo respiro, tuo sospiro, tua parola: fa che anch'io possa col tuo aiuto capirne l'importanza, percepirne l'assolutezza, assaporarne la bellezza, gustarne la profondità. Fa' che possa gustare il Vangelo di quel Gesù che tu hai tanto amato; fa che possa vivere nella mia vita di quel mistero che tu hai tanto celebrato; fa' che possa annunciare a tutti la lieta novella che tu hai proclamato alle persone e agli animali. Rendi forti i miei passi, coraggiose le strade, decise le scelte, prudenti le prove.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

O Antonio, Santo di tutto il mondo, a te mi raccomando, a te mi affido, a te rivolgo il mio sguardo e in te ripongo ogni fiducia. Non lasciare che le preoccupazioni della vita tolgano tempo alla lode di Dio, che le agitazioni del tempo presente offuschino lo sguardo verso di lui, che le ansie e i dolori cancellino la consapevolezza che tutto è grazia, dono, delicatezza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Dona agli uomini di oggi, sensibilità verso i poveri, attenzione verso i bisognosi, amore verso gli ammalati. Aiuta tutte le famiglie del mondo ad essere chiese domestiche: aperte per chi bussa, ospitali per chi cerca, caritatevoli per chiunque chiede. Proteggi i giovani dalle insidie del male, orientali alla ricerca del bene; illuminali nelle scelte della loro vita e fa' che sentano l'urgente bisogno di quel Dio da te tanto cercato, incontrato e amato; inoltre esaudiscili nei loro desideri: il lavoro, la serena amicizia, la realizzazione personale.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

O sant'Antonio, Santo dei miracoli, ti chiedo con cuore sincero di accogliere la supplica che elevo al tuo celeste sguardo: che comprenda pienamente il miracolo della vita, la promuova, la rispetti e la faccia progredire in tutte le sue dimensioni e forme; che sappia donare con cuore generoso e disponibile ed essere felice con chi è nella gioia e partecipe del pianto di chi soffre.
Concedi sempre, o glorioso Santo, la tua benigna protezione a chi viaggia, la tua potente assistenza a chi smarrisce qualcosa, la tua efficace benedizione a chi intraprende un'opera.
Che quel bambino Gesù, teneramente in dialogo con te, possa, tramite la tua intercessione, volgere anche su di noi il suo penetrante sguardo, allungare la sua forte mano per proteggerci e benedirci.Amen.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

✝ Pensiero del 13 giugno 2022

 

S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

S. Antonio, da vero discepolo, ha compreso, l'amore come resa incondizionata, al nemico.


NELLA MEMORIA dell'epilogo tragico del Piccolo ALFREDINO RAMPI

NELLA MEMORIA DI PADRE ANTONIO MAFFUCCI FSCB

NELLA MEMORIA DI don Antonio Bello, Vescovo_Venerabile

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,38-42

Anch’io posso arrivare alla sanità.

Cos’è che fa sì che un uomo o una donna siano santi, mentre altri restano nell’anonimato? La risposta ci viene offerta da san Paolo, nel suggerimento che dà ai Corinzi: «vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio». Queste parole ci insegnano che occorre approfittare delle grazie che Dio ci concede. In questo senso, celebriamo oggi la memoria di sant’Antonio di Padova, quale modello esemplare ed universalmente noto, per rammentarci che anche noi siamo chiamati alla santità, ciascuno attraverso la sua specifica vocazione.

Si dice che Ignazio di Loyola, dopo il ferimento nell’assedio di Pamplona, durante i lunghi giorni della sua convalescenza, abbia preso a leggere un libro sulle vite dei santi e che, colpito nel vivo dal loro esempio, si sia posto la domanda forse più trascendente della sua vita: «se Francesco, Antonio e Domenico hanno potuto diventare santi e lo sono stati veramente, perché non posso provarci anch’io?». Senza dubbio agiva in lui la grazia di Dio, ma è pur vero che Ignazio seppe accoglierla con cuore nobile e ben disposto ad assecondarla; ed il risultato, lo sappiamo, fu tutt’altro che infruttuoso. E ciò è proprio quel che ci esorta a fare il brano tratto dalla lettera di Paolo: non si devono ricevere invano e restituire infruttifere le innumerevoli grazie che il Signore ci offre nel corso della nostra esistenza. Oggi è il giorno della salvezza, ora è il momento favorevole! Dio non chiede altro che la nostra cooperazione sincera e fedele alla sua grazia; occorre, dunque, vivere ben desti e vigili per non lasciarci catturare dalle preoccupazioni del mondo. Il programma spirituale ce lo indica il Vangelo che, tra le altre, pone quale esigenza concreta quella dell’amore per il prossimo, un amore che va oltre il “non fare il male”, perché può giungere fino alle altezze del perdono magnanimo verso i nemici e della collaborazione disinteressata con chi chiede il nostro aiuto. Nulla di ciò passa inosservato agli occhi di Dio, né quel che Egli ci chiede di compiere è mai al di là delle nostre forze.

Lunedì 13 Giugno    

S. Antonio di Padova (m); S. Cetéo o Pellegrino
11.a del Tempo Ordinario

1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

Sii attento, Signore, al mio lamento

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 5)
Rit: Sii attento, Signore, al mio lamento.

Oppure:
Ascolta, Signore, il povero che ti invoca.

Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Sii attento alla voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera.

Tu non sei un Dio che gode del male,
non è tuo ospite il malvagio;
gli stolti non resistono al tuo sguardo.

Tu hai in odio tutti i malfattori,
tu distruggi chi dice menzogne.
Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

(Salmo 118)


12 giugno, 2022

Ricordando Rutka Laskier il suo compleanno


12 giugno 1929 | Nasce una ragazza ebrea polacca, Rutka Laskier. Viveva a B ędzin. Autore di un ricordo pubblicato nel 2006.
Deportata ad #Auschwitz il 5 agosto 1943 con sua madre Dwojra e un fratello Joachim. Ucciso nel campo subito dopo la selezione o nel dicembre 1943.

 




Ricordando Anne Frank il suo compleanno

 "Spero di poterti confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero che mi sarai di grande sostegno."


(...) "Voglio cominciare da quando ti ho ricevuto, e cioè dal momento in cui ti ho visto sul tavolo tra i regali di compleanno.
Venerdì 12 giugno ero sveglia alle sei, ovvio, era il mio compleanno. Ma alle sei non mi potevo alzare, così aspettai fino alle sette meno un quarto. Quando non riuscii più a trattenermi dalla curiosità andai in tinello dove Moortje (la gatta) mi salutò strisciando la testa contro i piedi. Poco dopo le sette andai da papà e mamma e poi in salotto per aprire i pacchetti: tu ero il primo, sicuramente uno dei più belli.
(...) Ma eccomi al motivo per cui mi è venuta l'idea di tenere un diario: non ho un'amica.
Per essere più precisa devo spiegarmi meglio, perché nessuno crederà che una ragazzina di tredici anni possa essere completamente sola al mondo. Infatti non è vero.
Ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni. In tutto avrò almeno una trentina di conoscenti, quelle che di solito si chiamano amiche.
(...) Con tutte le mie conoscenti posso soltanto divertirmi; si fanno discorsi banali e non si parla mai di argomenti più intimi, qui casca l'asino.
Forse sono io che non mi fido, comunque il problema esiste ed è un peccato non poterlo eliminare. Ecco il perché del diario.
Per riuscire a immaginare meglio l'amica tanto desiderata non scriverò i fatti nel diario come tutti gli altri ma voglio che il diario diventi la mia amica, un'amica che si chiama Kitty.
Visto che nessuno capirà un'acca di quello che racconto a Kitty se non mi presento, faró un breve riassunto della mia vita, anche se mi scoccia.
Mio padre, che è un vero tesoro di padre, si sposò appena a trentasei anni con mia madre che ne aveva venticinque.
Mia sorella Margot nacque nel 1926 a Francoforte sul Meno in Germania. Il #12giugno 1929 poi nacqui io.



Santissima Trinità

 Santissima Trinità

Nome: Santissima Trinità
Titolo: Il Padre il Figlio e lo Spirito Santo
Ricorrenza: 12 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Solennità


La Chiesa, dopo aver stabilite diverse feste che onorano le singole Persone della Santissima Trinità, ne fissò pure una in onore delle Tre Persone.

Questa festa fu istituita nei primi secoli del Medio Evo per opera specialmente dei monaci che cominciarono a celebrarla nei loro monasteri. Di qui si estese man mano alle singole diocesi e finalmente all'intera Chiesa Romana per opera di Papa Giovanni XXII che nel 1314 la dichiarava festa universale, fissandola la prima domenica dopo Pentecoste.

« Abbiamo visto, dice il Guéranger, gli Apostoli il di della Pentecoste ricevere lo Spirito Santo, e fedeli all'ordine del loro Divino Maestro, mettersi in viaggio per andare ad ammaestrare le nazioni nel nome della Santissima Trinità. Era dunque conveniente che la festa di Dio Uno e Trino seguisse immediatamente la Pentecoste cui si connette con misterioso vincolo ».

La festa della Trinità è una festa cara e gradita a tutti i cristiani perché ricorda il più grande mistero della nostra religione: « Un Dio solo in tre persone uguali e distinte »; questo dogma che è il grande oggetto della nostra adorazione in vita, sarà poi la nostra eterna felicità in cielo.

La Messa ed il Breviario sono un continuo sueccedersi di invocazioni alla Santissima Trinità.

Così tutti i Sacramenti portano la medesima invocazione. L'intenzione quindi della Chiesa nell'avere tutta impregnata la Sacra Liturgia del nome della Santissima Trinità è di far vivere nelle menti dei fedeli questo mistero e di far rinnovare in essi i sentimenti di una profonda adorazione, di una umile riconoscenza verso le Tre Persone.

Verso il Padre, come principio di tutto ciò che è, Padre di un Figlio eterno e con sostanziale a Lui, Padre che col Figlio è principio dello Spirito Santo.

Verso il Figlio, generato ab aeterno dal Padre, incarnatosi, morto sulla croce per la salvezza degli uomini.

Verso lo Spirito Santo, come amore eterno e sostanziale del Padre e del Figlio dai quali procede, e da Essi dato alla Chiesa, che santifica, vivifica, mediante la carità che si diffonde nei nostri cuori.

Nessun altro mistero è tanto ricordato nella Liturgia come questo. Nei Sacramenti che sono i principali mezzi della grazia si fa menzione della Santissima Trinità.

Nel Battesimo, il bambino viene battezzato nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Nella Cresima si ha la formula: « Ti segno col segno della croce, ti confermo col crisma della salute nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo ».

Dopo la distribuzione della Santissima Eucarestia il sacerdote benedice nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

Al confessionale il sacerdote comincia colla benedizione e dà l'assoluzione nel nome della Santissima Trinità.

Soventissimo invocato, nel Sacramento dell'Ordine.

Nel matrimonio il sacerdote congiunge gli sposi nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

In tutti gli inni, in tutti i salmi, in tutte le preghiere della Messa son ricordate le Tre Persone: è una lode perenne che si dà alla Santissima Trinità.

PRATICA. Facciamo sovente il segno della santa croce, recitiamo bene il Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.

PREGHIERA. Ci giovi alla salvezza dell'anima e del corpo, o Signore Dio nostro, la comunione di questo sacramento, la confessione della sempiterna e santa Trinità e della stessa individua unità.

MARTIROLOGIO ROMANO. Solennità della santissima e indivisa Trinità, in cui professiamo e veneriamo Dio uno e trino e la Trinità nell’unità.

✝ Pensiero del 12 giugno 2022

 


S. T. D. E DELLA B. V. M.

Beato Rosario Angelo Livatino_GIUDICE UOMO LAICO_MARTIRE PER LA GIUSTIZIA E PER LA VERITÁ in_Odio_ alla_Fede

Buona Trinità a tutti

Meditazione sul Vangelo di Gv 16,12-15

Lo Spirito ci guida alla verità.

Partendo dal libro dei Proverbi, che ci presenta un inno di lode alla Sapienza divina, nel quale viene adombrata la realtà di un Dio non “solitario”, si passa alla lettera ai Romani dove san Paolo fa una chiara dichiarazione trinitaria, per arrivare, infine, al Vangelo dove lo stesso Cristo parla esplicitamente della comunione che Lui vive con il Padre e dell’opera dello Spirito a favore dei credenti.

Sul mistero della Trinità si sono scritti fiumi di parole e ancora se ne scriveranno. La realtà di Dio è talmente grande e insondabile che quasi ci fa paura avvicinarla, vedendo la nostra piccolezza a confronto. Ciononostante, le parole di Gesù c'invitano a cogliere l’essenza di questo grande mistero che ci parla ed opera anche nel nostro quotidiano. Dio è trinità di Persone perché è amore e l’amore si realizza nella comunione. Gesù dice che lo Spirito “dirà tutto ciò che ha udito” e che “tutto quello che il Padre possiede è mio”. Due semplici frasi che mostrano come all’interno della Trinità si viva una comunione d'ascolto reciproco, di totale apertura all’Altro, di dono inesauribile, di condivisione piena del bene: “Prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Sin dal giorno del nostro Battesimo siamo abitati dalla Trinità. Siamo dunque chiamati a vivere secondo il suo stile, ad assorbirne la linfa, a realizzare con Dio e il prossimo una comunione di amore che sia specchio fedele dell’amore trinitario. E nel nostro limite ci viene in aiuto lo Spirito che ci “guiderà alla verità tutta intera”, la verità di Dio e la verità di noi stessi, portandoci a comprendere e fare nostro quello che ora ci sembra difficile da capire o sopportare. Non siamo soli nella nostra vita perché in noi abita Dio. Egli però ci chiama ad una vocazione grande: vivere secondo quanto abbiamo ricevuto per poter dire con l’apostolo Paolo: “La sua grazia in me non è stata vana” (1Cor 15, 10).

Domenica 12 Giugno   

SS. TRINITA’ (S) (anno C) 

S. Onofrio; S. Gaspare Bertoni; B. Maria Candida dell’E.
 

Pv 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15 

O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene.

(Apocalisse 1,8)

SALMO RESPONSORIALE (Salmo 8)
Rit: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno d'un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
ed anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene.

(Apocalisse 1,8)

11 giugno, 2022

San Barnaba

 San Barnaba

autore: Anonimo lombardo anno: XVIII sec titolo: San Barnaba, evangelizzatore di Milano luogo: Museo Diocesano "Carlo Maria Martini", Milano

Nome: San Barnaba
Titolo: Apostolo
Nascita: I secolo d. C., Cipro
Morte: 11 giugno 61, Salamina, Cipro
Ricorrenza: 11 giugno
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


S. Barnaba nacque da Giudei della tribù di Levi, rifugiatisi a Cipro allorchè Pompeo il Grande invase la Palestina. A 12 anni fu mandato a Gerusalemme ove frequentò la scuola di Gamaliele e strinse cordiale amicizia con due condiscepoli: Stefano e Saulo. Erano tutti e tre della stessa età e dovevano un giorno tutti e tre versare il loro sangue per Gesù Cristo e per la sua Chiesa nascente.

Il Salvatore intanto incominciava a riempire la Giudea dei suoi prodigi, ed una folla grandissima lo seguiva entusiasta. In una delle tante volte che Gesù si recò a Gerusalemme, andò alla piscina probatica, e quivi trovò un uomo da trentotto anni ammalato, e gli domandò: « Vuoi essere guarito? ». Quello rispose: « Signore, non ho nessuno che mi metta nell'acqua quando essa è agitata ». Allora il Signore, mosso a compassione, gli comandò: « Alzati, prendi il tuo letto e cammina ». E quegli si alzò e fu sano sull'istante. Barnaba presente a questo prodigio, credette in Gesù e ne divenne fedele discepolo.

Dopo la Pentecoste, quando gli Apostoli iniziarono la loro predicazione fra i pagani, Barnaba fu mandato ad Antiochia. Avendo ottenuto in questa città un numero considerevole di conversioni, e volendo ampliare il campo del suo apostolato, Barnaba pensò a Saulo, che dopo la sua conversione si era ritirato a Tarso. Vi andò, e trovatolo lo condusse ad Antiochia.

Dopo avere dimorato più di un anno in questa città, avvenne che lo Spirito Santo fece segregare i due apostoli Barnaba e Saulo per la missione alla quale li aveva assunti. Ricevettero allora la pienezza del sacerdozio, l'episcopato, dopodichè abbandonarono Antiochia e conducendo seco Giovanni Marco si recarono a Cipro, poi a Salamina e a Pafo ove il proconsole Sergio Paolo si convertì. Quivi Saulo mutò il suo nome in Paolo. Partiti poi da Pafo andarono a Perge in Panfilia mentre Giovanni Marco ritornava a Gerusalemme. Cacciati di là, raggiunsero Iconio; quivi il Signore diede loro una grande consolazione: la conversione della vergine Tecla. In seguito si recarono a Listri ed in molte altre città nelle quali operarono numerose conversioni.

Dopo il Concilio di Gerusalemme, essendosi Giovanni Marco riunito a Barnaba, Paolo si separò da essi, e preso Sila con sé, partì per l'Asia Minore, mentre Barnaba e Giovanni Marco fecero vela per Cipro. La tradizione ci dice che Barnaba percorse anche l'Egitto e l'Italia.

Ritornato a Cipro si stabilì a Salamina e convertì moltissimi isolani. Ma i Giudei, adirati per il bene che faceva, s'impadronirono dell'Apostolo, e dopo averlo fatto molto soffrire Io lapidarono (11 giugno del 60 ca.). Giovanni Marco ne seppellì le preziose reliquie in una caverna.

Nel 485 il santo Martire apparve ad Antemio vescovo di Salamina rivelandogli il luogo della sua sepoltura. Sul suo petto fu trovato un esemplare del Vangelo di S. Matteo, scritto in ebraico di sua propria mano.

PRATICA. Imitiamo S. Barnaba nell'amore al S. Vangelo, facendo oggi un piccolo sacrificio per la sua propagazione.

PREGHIERA. O Dio che ci allieti per i meriti e l'intercessione del tuo beato apostolo Barnaba, concedici propizio di conseguire per i suoi meriti la felicità eterna.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Salamina, in Cipro, il natale di san Barnaba Apostolo, il quale, di nazione Cipriota, ordinato dai discepoli Apostolo delle genti insieme a Paolo, percorse con lui molte regioni, esercitando l'ufficio della predicazione evangelica a lui affidato; finalmente, andato a Cipro, vi onorò il suo Apostolato con un glorioso martirio. Il suo corpo, al tempo dell'Imperatore Zenone, fu ritrovato per rivelazione dello stesso Barnaba, insieme ad una copia del Vangelo di san Matteo, trascritta di sua mano dallo stesso Barnaba

PROVERBIO. Se piove per San Barnaba l'uva bianca se ne va